FABBRICHE DI VALLICO 04-08-2019 - Trofeo podistico ...
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FABBRICHE DI VALLICO 04-08-2019 39a Passeggiata in Val di Turrite Quante volte ab- biamo imboccato la tor- tuosa strada di questa stretta vallata che con- duce all' Alto Matanna, un piccolo altopiano a 1030 m all'ombra degli abeti. Un pretesto per passare una giornata pigramente al fresco e poi pranzare al ristoran- te. Altre volte invece questa piccola piana è stata la base di partenza per una facile escursione nelle Alpi Apuane meridionali, con i loro panorami mozzafiato. Ma oggi seguen- do le spettacolari e tal- volta orride strettoie del torrente, siamo arrivati di buon mattino in que- sto piccolo paesino e questa volta ci siamo proprio fermati per par- tecipare alla manifesta- zione, che ogni anno viene programmata per correre o passeggiare nel verde e nel fresco dei boschi lungo la val di Turrite. Qui gli spazi sono angusti e un po’ sacrificati per i parcheggi. Ma quest'anno c'è anche un servizio navetta dai prati di Busdagno e alla fine c’è posto per tutti. E questa mattina è la neonata' "Associa- zione Fabbrichiamo" di Fabbriche di Vallico che ci ha invitato qui per apprezzare la bellezza del proprio territorio, organizzando la "39a Passeggiata in Val di Turrite", appuntamento inserito nel calendario del Trofeo Podistico
Lucchese. E i podisti hanno risposto volentie- ri, alla ricerca di refrige- rio all'ondata di caldo africano di questa set- timana, su questi sen- tieri fra boschi e colline. E così quindi per tempo, numerosi mar- ciatori della provincia e oltre si sono ritrovati in piazza Quattro Novem- bre alle Fabbriche, per affrontare percorsi abbastanza impegnativi almeno nelle tratte più lunghe. Si parte da un minipercorso di 1km e da un piccolo giro per il paese di 4 km. I percorsi più lunghi di 10-14-18 impegneranno di più fin da subito le gambe dei partecipanti. Ma che cosa è l' "Associazione Fabbri- chiamo" che ci ha invi- tato? E' un gruppo, che in questa occasione ha ricevuto l'eredità di questa marcia dal Gruppo Sportivo ormai dissolto e che si è re- centemente costituito mediante l'adesione di tanti giovani per rivita- lizzare il paese e creare alcune opportunità per attrarre turisti. In sintesi lo scopo del gruppo è di migliorare la qualità di vita degli abitanti di questo paesino, che costituisce uno dei più piccoli co- muni d’Italia, ponendosi al tempo stesso come pnto di riferimento alla comunità pae- sana. Anche l'appun- tamento di questa mat- tina rientra nelle occa- sioni organizzate dal gruppo per valorizzare questo paese. Un'altra festa organizzata dal questo comitato paesa- no in collaborazione con l’amministrazione comunale, è la "Necci- landia" a dicembre. Sul
ponte della Dogana e nell’antico borgo rivivo- no le tradizioni con per- sonaggi inspirati al Na- tale, senza trascurare l'assaggio dei tradizio- nali necci e delle cal- darroste. Dalla piazza il corteo dei podisti decisi ad assaporare una giornata che si presen- ta meravigliosa, al contrario della domenica precedente, si avviano attraversando la Turrite dal lato del Colletto. Un piacevole diversivo per poi poterla riattraversare quasi subito dagli antichi locali del Ponte della Dogana, su cui è passata la storia di questo antico borgo. La storia di Fab- briche di Vallico, è sicu- ramente iniziata con la fondazione di un picco- lo eremo, appartenente all’ordine di S.Agostino, dedicato ai SS.Giorgio e Galgano, avvenuta nel 1214 in località Val- bona, grazie ad alcune donazioni effettuate dal popolo del castello di Trassilico, attorno al quale sorsero le prime case. La località ebbe momenti di fama in un lontano passato e come tante altre “fabbriche”, nacque da un nucleo di abitazioni sorte intorno a quello che era la fonte di energia primaria: il torrente. Questo era il motore che alimentava i mulini, importan- ti per la produzione di farina di castagne e di grano. Notevole fu la forgiatura e la lavora- zione del ferro, già dal 1300. Importando ma- teria prima, proveniente dalle miniere di Forno- volasco, sorsero diver- se ferriere ed opifici, che realizzavano at- trezzi agricoli, armature,
spade, strumenti da la- voro e materiali da co- struzione. Si ricordi inol- tre l’eccellenza nella produzione di chiodi da legname. Questa attività traeva le sue origini dall'insediamento sul territorio comunale, in- torno al XIV secolo, di una colonia di artigiani provenienti dal bergamasco, che a poca distanza dal convento, lungo le rive del tor- rente Turrite, iniziarono a far sorgere delle piccole botteghe dedite alla lavorazione del ferro. Da questa attività deriverà il nome del luogo “Fabbriche” e fino al XIX seco- lo rappresenterà una notevole fonte di reddito per la popolazione di questa stretta e impervia valle, abitata dall’uomo fin dal IV-V secolo a.C., ma da sempre povera di risor- se. Attorno a queste botteghe poi pian piano sorsero le abitazioni ed il centro si ingrandì, di- venendo punto di rife- rimento per il compren- sorio di Vallico. Con la chiusura dell’antico convento di S.Agostino di Valbona, il popolo di Fabbriche decise di edificare una nuova chiesa, che fu intitolata a S.Jacopo e consacrata il 21 ottobre del 1520, dive- nendo a tutti gli effetti il centro spirituale del paese. Dominio dei Rolandinghi, inserita nella vicaria lucchese di Gallicano nel 1347, la comunità di Fabbri- che di Vallico, seguì le vicende storiche delle controversie che ebbe- ro luogo in Garfagnana, subendo le dominazioni delle varie signorie che si alternarono nei seco- li. Con la fine delle osti- lità fra i Lucchesi e gli Estensi il 27 agosto 1618, Fabbriche di Val-
lico si incamminerà ver- so l’epoca moderna, condividendo la sorte con Trassilico sotto gli Estensi fino all’Unità d’Italia, ma rimanendo purtroppo diviso in due. Il torrente infatti fu il confine naturale tra il ducato di Modena e la Repubblica di Lucca e la parte sorta sulla riva destra rimase così in mano ai Lucchesi ed invece la parte principale del paese sorta sulla riva sinistra rimase agli Estensi. Quindi il ponte, oggi uno dei punti più caratteristici del borgo, collegava le due parti ed il suo attraversamento era regolato dalle guardie che risiedevano negli edifici della Dogana. Questa costru- zione, testimonianza della storia passata, è orgogliosamente man- tenuto ed esibito dall’amministrazione e dai cittadini come un caro gioiello. E' una ti- pica architettura me- dioevale a schiena d'a- sino, caratteristica dei ponti a singola campa- ta, divenuto l'em blema del paese ed è una delle più belle costruzioni storiche della Garfagnana. In ricordo di questi trascorsi storici, il comitato paesano organizzava fino a qualche anno fa sul finire di Luglio, una giornata in costume medievale. La marcia uscendo dalla dogana, si immette in via di Ponte in direzione di Gragliana e, fatte po- che centinaia di metri, un'altra costruzione atti- ra l'attenzione dei pas- santi. Si tratta del Muli- no biologico, uno degli ultimi impianti ancora funzionanti in Garfa- gnana. Numerosi erano i mulini in quest'area. In questa Valle nel passa- to infatti ed ancora oggi
la castagna ha sempre rappresentato la base alimentare per le popo- lazioni garfagnine a partire dal 1400. Il ca- stagno diffusosi in tutta la Valle a ragione veni- va chiamato "albero del pane" Questo mulino venne costruito nel 1721 lungo il corso del torrente. Di proprietà comunale è stato recentemente ristrutturato rispettando le ori- ginali caratteristiche strutturali e meccaniche. Fiore all’occhiello della comunità, esso riesce a produrre 3q. di farina al giorno da castagne provenienti da tutta la Garfagna- na. All'interno quat- tro macine lavorano in- cessantemente, sfrut- tando l'energia dell'ac- qua, ma solo una di queste è riservata alla molitura delle castagne che produrranno la fa- rina biologica Dop della Garfagnana. Una farina dolce di pregio, di qua- lità protetta dall'Unione europea, ottenuta da castagne prodotte senza uso di concimi chimici. Poi essiccate nei metati a fuoco len- to per almeno 40 giorni sotto i vapori del fumo di legna di castagno, prima di arrivare al mulino dove verranno macinate con una macina in pietra serena. Dal punto di vista panoramico, tradizione, ricordi e tracce di un passato più o meno recente, la corsa di Fabbriche di Vallico ha proprio molto da da- re ai podisti, ma biso- gna conquistarselo camminando... Si ab- bandona presto la pro- vinciale in località Ro- miti, da cui, per i per- corsi più lunghi, iniziano le prime vere difficoltà. Il ripido tratto sale per
circa 2km, facendo au- mentare decisamente la respirazione ed il bat- tito cardiaco. Finalmen- te si giunge alla Forna- ce, sede di un agrituri- smo, dove fino agli anni ’30 era operativa una fornace di laterizi suffi- ciente per il circondario. Qui un ristoro ed una pausa danno il giusto ossigeno per poter ripartire. Sotto di noi il grosso del paese sta scomparendo, mentre è visibile il Colletto sull'altro lato del torrente. Fabbriche di Vallico, che deteneva il primato di comune più piccolo d' Italia, dal 2014 si è fuso col comune di Vergemoli, costituendo il Comune di Fabbriche di Vergemoli e conservandone il ca- poluogo. Nell’ottocento i due comuni contavano insieme fino a 4000 abi- tanti, mentre oggi nel suo intero comprenso- rio la nuova entità ne conta solo 820. Molte delle attività, legate allo sfruttamento delle ri- sorse della valle e della montagna, sono scomparse. Molti, come in altre comunità garfagnine, hanno cercato fortuna all’estero o sono stati richiamati dalle attività industriali installatesi nella valle del Serchio, provocando purtroppo il progressivo abbandono dei paesi. Quasi tutto il percorso attraversa con mulattiere, strade sterrate e asfaltate l’ombra dei boschi della valle. Si scoprono i gioielli nascosti dei bor- ghi, come Vallico di Sotto, dove si arriva presto con un tratto a- sfaltato in leggera pen- denza. Al bivio prima di entrare in paese la 10 km ritorna indietro, mentre i due percorsi
più lunghi salgono pri- ma a Vallico di Sopra, raggiungendo quota 550 s.l.m. I due paesi con i loro aspetti me- dioevali ben conservati e di cui i pochi abitanti vanno orgogliosi, si ca- ratterizzano per essere frequentati in estate e nei week-end sopratut- to da inglesi, che qui hanno comprato o affittato casa e si godono le loro vacanze all'ombra dei boschi di queste montagne. Numerosi i ristori sul percorso della 18 Km, ma il più atteso, con dovizia di mezzi, è quello del Canapale di Vallico di Sopra, dove pizza calda e focacce leve ri- mangono ogni anno nell’immaginario collet- tivo. Un momento gra- dito per fare una pausa ristoratrice. Qui si divi- dono ulteriormente la 14 Km e la 18 Km. Quest'ultima affronta un viale pianeggiante che conduce alla scon- sacrata Chiesa di San Michele, che sorge iso- lata tra boschi di casta- gni e che è attualmente un polo culturale, sede di manifestazioni varie, particolar- mente animato nel periodo estivo. Una leggenda locale vorrebbe la chiesa fondata dalla Contessa Matilde, che la edificò dunque fuori dal paese lungo l’antica strada che conduce all'alpeggio di S. Luigi e sul monte Gragno. L'abitato di S. Luigi è posto in una posizione assolata e vi risiedono ancora oggi alcune famiglie dedite alle attività agricole e pastorali, presso cui è possibile reperire pro- duzioni tipiche locali, quali formaggi e ottima farina di castagne.
Importante sco- perte archeologiche si sono fatte invece poco lontano da Vallico di Sopra, presso la nota Buca di Castelvenere, un’ampia grotta che nei secoli passati sembra essere stata un luogo di culto della fecondità. Si sono rinvenuti piccoli bronzetti femminili ed ermafroditi risalenti a 2500 anni fa, per cui questa grotta si può considerare la più im- portante della valle da un punto di vista archeologico. Avendo fornito parecchi reperti dell'età del bronzo, etruschi e romani, si sup- pone l’esistenza in loco di alcuni insediamenti pre-romani, che collocano probabil- mente Vallico di Sopra e Vallico di Sotto fra i più antichi borghi della Garfagnana, nonostan- te ambedue vengano citati in un documento solo nel 997. Passiamo vici- nissimi a queste due località, ma certamente non possiamo raggiun- gerle, perché il tempo disponibile è limitato. Non ci rimane che intraprendere una lunga discesa, tra i boschi, che ci fa attraversa- re nuovamente Vallico di Sotto, ricco di archi, strette stradine e portali in pietra, fino al ristoro sulla piazza della chiesa. Lunga permanenza e riposo a questo ristoro, dove sembra che la marcia sia ormai terminata e tanto vale assaggiare i dolci che le gentili signore sono contente di offrir- ci. Ma altri chilometri di discesa su asfalto ci at- tendono ancora, all'u- scita del paese, dove confluiscono tutti i per- corsi maggiori. Distrattamente abbiamo attraversato il
rio Selvano, obbiettivo invece di molti pratican- ti di canyoning. Il suo percorso è un vero e proprio viaggio all'inter- no della natura più sel- vaggia, con diversi salti e scivoli naturali che ne rendono la discesa di- vertente per i molti ap- passionati. Nella sua parte terminale, prima di in- contrare la Turrite, in prossimità dell'Antico Mulino restaurato, in fondo valle, e da lì fa- cilmente raggiungibile, dà luogo alla cosiddetta cascata del Pendolo. La cascatella, precipitando da un cen- tinaio di metri di altezza oscilla sotto l'azione del vento e riversa la sua acqua su una roccia a forma di testa di gorilla. L'acqua, che scivola sulla roccia stessa fa sembrare che il gorilla pianga... Con gli ultimi tornanti percorsi in fret- ta, si giunge finalmente in piazza alle Fabbri- che. La mattinata vola velocemente verso la conclusione con i soliti premi e commenti di fine gara, dopo aver percorso circa 16 Km in circa 2 ore e 30, con un dislivello complessivo di 880m di quota. All' "Associazione Fabbrichiamo" i nostri complimenti per degli itinerari indi- menticabili, per gli ottimi ristori, per i servizi di controllo impeccabili e per la passione per il loro paese, che abbiamo notato nei loro occhi e nelle loro parole... Ed allora ar- rivederci al prossimo anno.... Graziano Giuliani 04-08-2019
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