Ex libris, New York Public Library - LA BIBLIOTECA NEL CINEMA - Insula europea
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LA BIBLIOTECA NEL CINEMA Ex libris, New York Public Library gliere l’irradiarsi della sua conduzio- ne dal centro di Manhattan, cuore dei maggiori gangli finanziari, eco- Documentario-film del regista Frederick Wiseman nomici e anche culturali della città, Emozioni e considerazioni alle novantadue succursali con le loro differenti locations distribuite dal centro fino ai più estremi quartieri periferici compreso il Bronx, negli ultimi decenni molto riqualificato, ma che presenta ancora aspetti di degrado. Si viene così a costituire la prova di come la biblioteca sia capa- ce di proiettarsi nelle difficoltà e nei bisogni di una popolazione molto composita, sapendo interpretare i fremiti che palpitano nelle sue diffe- renti anime. Diverse sono le istanze di fruizione, anche limitatamente a quelle informative, diversità dovute alla eterogeneità degli abitanti della Una scena del film: sala di lettura Milstein - Photo by Don Pollard © The New York Public Library città, sottolineate dal regista pure con inquadrature delle sue strade. A L’incipit del documentario rivela il Frederick Wiseman racconta in que- Manhattan, larga non è solo la Fifth sapore del suo messaggio: nei primi sto suo ultimo lavoro, nel quale la Avenue, nella quale è impiantata la fotogrammi è protagonista un ora- differenza si coniuga con il rispetto. poco snella e classicheggiante NYPL, tore che, di fronte a una platea etero- Il regista, la cui dimensione è da sem- ma larghe sono pure le arterie delle genea, illustra il fenomeno del laici- pre volta al sociale, si impegna a co- adiacenze, illuminate da grandi e smo in America. Non è un caso: con gliere della New York Public Library, colorati cartelloni pubblicitari e dal- la varietà di credenze e di pratiche la celebre istituzione americana, la la verticalità dei grattacieli, sotto ai religiose che ne hanno caratterizza- missione che le si attribuisce: senza quali scorre un traffico sempre agi- to il lungo percorso, una manifesta- alcun gravame economico contribu- tato; più strette, e a prima vista ano- zione intesa a sostenere espressioni ire alla crescita dei suoi frequentato- nime, sono invece quasi tutte le vie agnostiche è prova di come l’America ri con il fine di rendere migliore la periferiche, sulle quali insistono ca- continui a cercare, nel rispetto della qualità della loro vita. Ogni azione seggiati bassi e popolari, in cui però diversità delle opinioni e sulla scia della biblioteca diventa pertanto un su qualche marciapiede si possono della propria tradizione, risalente tassello dell’ordito di Wiseman che, scoprire chioschi di frutta e verdura, all’epoca in cui nel Paese approda- nel divulgarla, ne esalta il costante e di fiori, tipici di un mercato colo- rono massicci flussi migratori, la impegno profuso nell’azione edu- rato d’antan, sorta di resistenza alla strada per convivere pacificamente. cativa e di informazione, che vuole frenesia della vita nella metropoli. L’ideale perseguito fin dal mitico l’istituzione un modello radicato Sembra che per ogni luogo la NYPL American dream è porre la tolleranza nella città americana forse più co- abbia una proposta e una risposta a fondamento della convivenza per smopolita, modello che il regista appropriate alle esigenze delle par- una migliore qualità della vita, idea- vorrebbe finanche poter esportare. ticolari comunità ivi insediate, che le su cui è basata anche la storia che Della NYPL Wiseman inizia col co- il regista sa cogliere e rendere con- Il film, presentato in anteprima in occasione del Convegno delle Stelline, sarà nelle sale italiane il 23 e 24 aprile grazie a I Wonder Pictures/Unipol Biografilm Collection. 76 Biblioteche oggi • aprile 2018
mai spettatore passivo, ma di parte- cipare invece a pieno titolo a ciò che si va svolgendo, cogliendone altresì i messaggi impliciti. Perché neppure le operazioni di montaggio a cui Wise- man attende personalmente e che a volte dilatano o contraggono percor- si e azioni, frenano mai del tutto la sua capacità di lasciare che la realtà fluisca con i suoi veri e propri ritmi. Se in questo documentario il regista si è posto dalla parte dei biblioteca- ri della NYPL, consentendo loro di avvalersi di ogni spazio e dei tempi Una scena del film: doposcuola, programmazione di robot necessari a esprimersi, è perché ha condiviso in toto il progetto dell’isti- divisibile, affinché non si perdano duto invece in altre istituzioni de- tuzione volto all’emancipazione dei i valori di cui le ha sapute anima- gli States, a cominciare ovviamente suoi utenti, in primo luogo cittadini re. E per comprendere appieno le dalla Library of Congress. Nessuna della Grande Mela. Tutte le azioni finalità e la capacità di agire della formalità all’ingresso, che conduce dei bibliotecari ci appaiono infatti istituzione newyorchese Wiseman a un atrio austero, non privo, tutta- mosse dalle finalità didattiche dai invita a non dimenticare chi vi è da via, di un piccolo angolo di ristoro. risvolti etici che animano i propositi sempre dietro alle sue spalle. Voler È soprattutto qui che il messaggio della biblioteca: lezioni sul partena- rendere la vita migliore, come si sa, di Wiseman perde la dimensione a riato e sui progetti di sviluppo anche è obiettivo perseguito in America volte utopica: è in questa mancanza informatici che da esso derivano o dal filantropismo più forte e soli- di barriere e di formalità burocrati- possono derivare; dibattiti intorno dale, anch’esso dalla lunga storia. che che si riesce a toccare con mano alla schiavitù, per liberarla dai lacci Un particolare sodalizio di privati, la libertà dell’istituzione, grazie che hanno finito col radicalizzarsi intento a promuovere il benesse- all’occhio della macchina da presa, nella società e nell’immaginario col- re dei cittadini attraverso la loro la quale sa soffermarsi pure sugli lettivo; flash sull’Islam con teorie emancipazione, corroborato eco- arredi, che sembrano volutamente sulla sua storia anche religiosa, al nomicamente e sorretto nei pro- ignorare quelli patinati propri di fine di meglio valutarne i compor- positi anche dal Comune, è anche differenti identità bibliotecarie. Pia- tamenti; spazi destinati a persone in l’anima che sostiene la New York ce, per chi li ha vivi nella memoria, grado di intrattenere i frequentatori Public Library, consentendole di rivedere cataloghi a cassetti, tipici della biblioteca senza limiti per gli collocarsi in cima alla scala delle per le schede cartacee e anche con- argomenti trattati, spazi che sembra- istituzioni più democratiche non tenitori di pratiche di foggia anti- no più ospitali dell’angolo di Hyde unicamente del territorio: l’unione quata. Non è mai solo la nostalgia a Park che nella sorella Inghilterra ha di pubblico e privato è il propellen- ripercuotersi nel ricordo; in questo ormai perso mordente; confronto te che non solo ne ha consentito la caso è forte la consapevolezza delle sulle letture dove più voci, più et- nascita e la costante azione, ma che privazioni che una certa modernità nie, misurano i rispettivi gusti e le l’ha resa duratura nel tempo. ha finito con l’imporre. rispettive preferenze; lezioni su vari Ci si emoziona nell’accostarsi a certi Ed è sempre grazie alla sensibilità argomenti, con il ricorso a materiali spazi della NYPL; chiunque ne abbia con cui il regista si accosta alle per- utilizzati soprattutto come fonti per varcato la soglia attraverso la tipica sone e alle cose, o meglio, a come le la storia americana, distribuiti dall’A porta girevole ha vivo il ricordo del- penetra per narrarle, che le scene si alla Z in una teoria ininterrotta di la sua accessibilità, che neppure l’11 svolgono in tempi che consentono fascicoli che sembra non avere fine; settembre ha stravolto, come è acca- a chi vi assiste di non considerarsi lettura ad alta voce della dichiarazio- Biblioteche oggi • aprile 2018 77
ne dei diritti di Jefferson, dal docu- mento originale posseduto dalla bi- blioteca e pertanto – lo si dichiara – destinato al suo pubblico, lettura che viene mimata per i non uden- ti; continui zoom nelle sale con le postazioni di computer per chi legge, studia o per chi se ne avvale per informarsi e, nelle succursali, grandissima attenzione ai bambi- ni, e alla predisposizione di servizi diretti all’utenza più svantaggiata. Quanto alla formazione dei biblio- tecari brilla proprio ciò con cui si vuole renderla manifesta, palpabile: Una scena del film: archiviazione di vecchie foto l’efficienza spesa per allestire i mol- ti servizi di informazione non solo festi tali aspetti come fossero una a difendere la sua America, non pre- per i migranti; la costante didattica conquista. C’è chi, all’interno della scindendo da contraddizioni sempre per riuscire a interpretare le neces- centrale Library, si impegna a spie- in agguato; per farlo, in questo do- sità delle fasce sociali deboli e delle gare tutto questo a un variopin- cumentario ha scelto una biblioteca diverse etnie; l’incessante martella- to ed eterogeneo parterre, fra i cui e l’ha voluta modello di coesione fra mento sulle proposte del digitale, componenti molto attenti, uno, nel genti anche diversissime, in un luogo, per scansionare repertori e libri, o contempo, fa la maglia. anzi in più luoghi, nei quali appare per altre esigenze degli utenti o an- Sono anche i primi piani sui volti, intento perfino a pensare che si pos- che sul comportamento da tenere tutti profondamente differenti e sa verificare la nascita di quel nuovo nei confronti dei diritti degli autori; colti nelle loro espressioni più in- umanesimo, da più parti invocato, la frequenza ravvicinata delle riunio- tense, a permettere al regista di so- auspicato. E i libri, che sembrano a ni per dilatare l’estensione dell’orario stanziare il messaggio che ha voluto volte essere lontani dalle sue inqua- di apertura dei servizi e della struttu- far scaturire dalle modalità di fun- drature, il regista lascia intendere ra centrale e delle molte periferiche. zionamento della grande struttura che lontani non lo sono stati mai e Grande attenzione è riservata inol- bibliotecaria e dall’esercito formato soprattutto che potranno ritornare tre a chi è rimasto lontano dalle da chi al funzionamento sovrain- a essere il mezzo perché il nuovo tecnologie, di cui si cerca di capire tende e da chi lo alimenta. È nell’e- umanesimo si radichi nel profondo. le motivazioni all’origine del digital sercito eterogeneo che si rivolge al Quanto all’espressione ex libris, divide – un newyorkese su tre non pubblico e in chi concorre a formare parte integrante del titolo dato al ha accesso alla rete –, indagando su questo pubblico, che Frederick Wi- suo lavoro, Wiseman non la usa chi non ha potuto essere favorito seman invita a cogliere la ricchezza per attestare “proprietà”, come la- dalle varie opportunità offerte an- del continuo esercizio per riuscire scerebbe intendere la più nota acce- che dalla biblioteca, con lo sguar- a convivere in fratellanza, facendo zione desunta dall’interpretazione do puntato sulla città, perché non di tali comportamenti il manifesto dei suoi termini, quanto invece la restino forti differenze tra i centri contro il riaccendersi dei molti fo- erge a contrassegno dell’“autentici- digitali pure nei quartieri. colai di violenza e l’incupirsi delle tà” del suo messaggio, a cui nuoce Un mito, a cui non è estraneo ovvia- prospettive attuali nel suo Paese, da forse l’insistenza nel cercare di pro- mente il regista, è sottinteso all’edu- quando soprattutto esso è retto da varlo e, in qualche caso, l’eccessivo cazione così impartita: che del lavo- una amministrazione che si teme ottimismo con il quale è intessuto. ro si sappiano cogliere importanza possa vanificare perfino le speranze. MARIA GIOIA TAVONI e bellezza soprattutto se si tratta di Ancora una volta Wiseman è proiet- un lavoro sociale, rendendo mani- tato, oltre che a dipingerla e cantarla, DOI: 10.3302/0392-8586-201803-076-1 78 Biblioteche oggi • aprile 2018
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