"Espansione del lupo in Italia" - Sabatino Troisi "LUPO TERRITORIO E SANITA' PUBBLICA"

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"Espansione del lupo in Italia" - Sabatino Troisi "LUPO TERRITORIO E SANITA' PUBBLICA"
“LUPO TERRITORIO E SANITA’ PUBBLICA”
                             09-10 Maggio 2019

 www.gestionefauna.com
troisi@gestionefauna.com

                                              Sabatino Troisi
                            “Espansione                del lupo in Italia”

                           Branco nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni
                                                 Riprese S. Troisi
"Espansione del lupo in Italia" - Sabatino Troisi "LUPO TERRITORIO E SANITA' PUBBLICA"
"Espansione del lupo in Italia" - Sabatino Troisi "LUPO TERRITORIO E SANITA' PUBBLICA"
Valcamonica: avvistati due lupi selvatici alle Case di Viso di Ponte di Legno
    „
    Attualità / Ponte di Legno

    Lupi selvatici sbranano un capriolo:
    avvistamento 'horror' in Valcamonica
    Non ci sono prove, per ora, ma solo la testimonianza di due giovani cacciatori: alle Case di
    Viso avvistata una coppia di lupi selvatici
    “

Valcamonica: avvistati due lupi selvatici alle Case di Viso di Ponte di Legno
„
Nuovo avvistamento in Valcamonica: una coppia di giovani cacciatori si sarebbe trovata di fronte, ma comunque a
debita distanza, con due lupi selvatici impegnati a sbranare la carcassa di un capriolo. Lo scrive Bresciaoggi: alla vista
dei due uomini, gli animali se la sarebbero subito scappati, lasciando sul posto la carcassa e facendo perdere le loro
tracce nel bosco.
“
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INDAGINE CONOSCITIVA
                La proliferazione del lupo in Toscana

   RELAZIONE FINALE
 Consigliere Regionale R.S.
   2.3. Introduzione lupo. Italia e Francia

Relativamente alle immissioni di lupi in Italia si puo’ ricavare,
  come da documentazione reperita su articoli di archivio di
     giornale di Repubblica e dell’Unità, un problema di
introduzione clandestina di lupi siberiani avvenuta negli anni
   ’70 nella Marsica, durante il cosìddetto periodo di inizio
     conservazione della specie lupo in Italia, nota come
                 Operazione San Francesco.
"Espansione del lupo in Italia" - Sabatino Troisi "LUPO TERRITORIO E SANITA' PUBBLICA"
Per quanto concerne poi l’immissione di lupi in Appennino, sono
stati ricavati articoli da la GazzettadiReggio.it e, ancora, un articolo
                         sulla Gazzetta di Parma.

  Riguardo alla Toscana, l’introduzione del lupo appenninico è
    richiamata dalla mozione 9/04/2014 n. 766, presentata nel
 Consiglio Regionale della Toscana. Dallo studio sono poi emersi
   un video del Tg3 del gennaio 2014 dove si parla di attività di
   reintroduzione del lupo in Toscana, oltreché un articolo del
Tgcom del 1 marzo 2015 . Sempre nell’ambito immissioni lupo, lo
  studio ha portato alla luce un articolo tratto dall’archivio del
Tirreno, dove si chiedeva esplicitamente, da parte dei pastori, che
     il Comune di Scansano venisse reso come incompatibile
                      all’introduzione del lupo.
 Infine, in un articolo del 23 luglio 2015 apparso sulla Nazione si
parla di una inchiesta della Procura di Siena relativa al problema
   predazioni in Toscana, e si cita l’ipotesi di immissione di 320
                coppie di lupi sul territorio toscano.
"Espansione del lupo in Italia" - Sabatino Troisi "LUPO TERRITORIO E SANITA' PUBBLICA"
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Le cause del declino

• Deforestazione (distruzione dell’habita, iniziata
   con la legge forestale del 1877)

• Declino delle popolazioni di ungulati

• Caccia al lupo (“nocivo”) fino al 1971
"Espansione del lupo in Italia" - Sabatino Troisi "LUPO TERRITORIO E SANITA' PUBBLICA"
Dall’unità d’Italia al 1925 la popolazione
delle aree montane passa da 5 milioni a 8
milioni, soprattutto nell’area Prealpina e
                  Alpina.
  Bisogna, comunque, considerare che
con la guerra del 15-18 vi fu l’annessione
   del Trentino Alto Adige e del Friuli
             Venezia Giulia.
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Deforestazione per fare posto a coltivi e pascoli.

  In Italia meridionale (Calabria e Basilicata)
sulla base di facili guadagni dovuto alla vendita
di legname di secolari foreste e lo sfruttamento
      agricolo del vergine suolo, portò alla
 distruzione dei boschi e con essi la scomparsa
di importanti sorgenti. Il dissesto idrogeologico
    fu il conseguente risultato di tali azioni.
Prima Guerra Mondiale
   (1914) 1915 - 1918
La caccia al lupo, i lupari

Nel 1810 decreto n. 643, regno di Gioacchino Murat, si
stabilirono i premi per gli uccisori di lupi, “lupari”.

5 ducati una lupa
6 ducati se incinta
4 ducati un maschio
2 ducati i cuccioli
1 ducato i cuccioli lattanti

Il guadagno era equivalente alla metà della paga mensile di un
forestale.
La caccia al lupo

Regio Decreto 1420 del 24 giugno 1923,
la prima legge dello stato italiano in materia di caccia,
  con titolo "Provvedimenti per la protezione della
  selvaggina e l'esercizio della caccia" prevedeva per
  le specie nocive, all'articolo 18, quanto segue: "La
  presa degli animali nocivi e feroci può essere fatta
  anche con lacci, tagliuole e bocconi avvelenati
  ……….

 Il 25 novembre 1921 ci fu la cerimonia inaugurale del costituito l'Ente
 Autonomo Parco Nazionale d’Abruzzo. (Per merito dello zoologo
 Alessandro Chigi e del botanico Romualdo Pirotta)
La caccia al lupo, i lupari
          Lupari abbruzzesi in posa con il loro trofeo, erano
          chiamati per la loro esperienza nella caccia ai lupi.

  Per chi uccideva un lupo, negli anni ’50, aveva un premio in
 denaro che si aggirava sulle 5.000 lire e si andava di paese in
paese esibendo la fiera per ricevere una mancia: uova, latticini,
                     vino e ancora denaro
Film del 1956 ambientato a Scanno e Pescasseroli
La Seconda Guerra
Mondiale 1939 - 1945
Il Cervo (Cervus elaphus) nella prima parte del 1900
e fino a subito dopo la seconda guerra mondiale è
consegnato, con una piccola popolazione relitta, nel
bosco della Mesola presso il Delta del Fiume Po e in
Sardegna (Cervus elaphus corsicanus).
IL capriolo (Caprolus capreolus), nel XVIII secolo era
abbondantemente diffuso pressoché in tutta Italia Continentale e
Sicilia.
Man mano il Capriolo va sempre più a ridursi come popolazione
fino alla seconda guerra mondiale con la presenza di poche
popolazioni tra loro isolate, concentrate nell’Arco Alpino
Orientale e nella Maremma. Una piccola popolazione in Calabria
a “Orso Marso” e nel Gargano (Puglia).
Distribuzione di Sus scrofa in Italia all’inizio del
       Novecento. Da Monaco et alii, 2003

        Distribuzione di Sus scrofa in Italia
 intorno agli anni Sessanta. Da Monaco et alii, 2003

        !19
Gli anni della ripresa: 1950 - 1960

Abbandono delle montagne e delle campagne verso le città!
Abbandono della
     montagna

 Aumento della superficie forestale italiana
stimata in 10.673.589 ettari, pari al 34,7% del
 territorio nazionale, secondo ultime stime
             saremmo già al 40%.
  Dal 1920 ad oggi, l’estensione dei boschi italiani è quasi raddoppiata
LA TUTELA

1971 Decreto Natali, il lupo è escluso dalle specie “nocive”

1976 Decreto Marcora, assoluto divieto di caccia al lupo

1977 legge 27 dicembre n. 968, “Provvedimenti per la
     protezione e la tutela della fauna e la disciplina della
     caccia”.
     art. 2, il lupo entra nel novero delle specie particolarmente
     protette
LA TUTELA

1979 31 dicembre, entra in vigore la Legge 874/75 che ratifica la
     CITES (Convenzione di Washington sul Commercio
     Internazionale di Specie, 1973 - Allegato II)

1981 Legge n. 503 - Ratifica convenzione di Berna (Convenzione per
     la conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi, 1979 -
     Allegato II)

1991 Legge quadro sulle aree potette n. 394

1992 Legge n. 157 - “ Norme per la protezione della fauna
     selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio
LA TUTELA

1992 Legge n. 150, disciplina dei reati secondo quanto stabilito dalla
     Convenzione di Washington

1997 DPR n. 357

2003 DPR n.120 Regolamento Attuativo Direttiva 92/43/CEE che
     impone una protezione rigorosa (Direttiva Habitat, 1992 -
     Allegato II - IV)
Poco più di 100 lupi
(Luigi Boitani ed Erik Zimen)
1^ grande area:
  Abruzzo, Molise,
  Lazio orientale,
                        Dispersione
  Umbria, Marche.
                        Espansione

  2^ grande area:
Lazio settentrionale,
Toscana meridionale.

  3^ grande area:
Campania, Basilicata,
     Calabria
   settentrionale

  4^ grande area:
        Sila
GENERALMENTE LA PRESENZA DEI GIOVANI NEL BRANCO VA DAI 10 AI 54 MESI (DA 1
AI 4,5 ANNI), INDISTINTAMENTE SE MASCHI O SE FEMMINE. DAL 7 AL 20 % DEGLI
INDIVIDUI NON VIVONO IN BRANCO E NON OCCUPANO UN TERRITORIO STABILE.

 COMPETIZIONE ALIMENTARE          DISPERSAL           COMPETIZIONE SESSUALE

                  Maggiore per i giovani dell’anno (età 1-2 anni)
                  1. territori adiacenti
                  2. attraverso i mosaici territoriali
                  3. dispersione su lunghe distanze (390 - 886 Km)
 Casi: Ligabue o M15 - 24 febbraio 2004, investito sulla tangenziale di Parma.
 marzo 2004 - 17 febbraio 2005 (317 giorni) 1.243 Km(Ciucci et al. 2009)
Espansione e risorse trofiche!

                            Discariche
                            Ungulati domestici, il caso Toscana
                            Ritorno degli ungulati selvatici

©S. Troisi
Dalle 22 alle 3 del mattino mangia negli immondezzai

       “Panda”, anno 1979 - Coordinatore Luigi Boitani
PREDAZIONE
         LUPI SINGOLI SONO CAPACI DI UCCIDERE GROSSE PREDE

     LA COPPIA DA SOLA SI RENDE PIU’ EFFICIENTE NELLA CACCIA

   INSEGUIMENTO DELLA PREDA DA 1 - 2 KM, FINO AD OLTRE 21KM

L’INSEGUIMENTO A VELOCITA’ SOSTENUTA, OLTRE I 60 Km/h, PUO’ ESSERE
MANTENUTA PER PIU’ DI 20 MIN

VULNERABILITA’ DELLA PREDA
NEONATI E GIOVANI DELL’ANNO

ANZIANI

DEBOLI O DEBILITATI

MALATI

FERITI
P. Ciucci
Il caso Toscana
Primi anni ’60, a seguito dell’abbandono delle campagne e dei
casali, vi fu una vera e propria colonizzazione da parte dei pastori
sardi nelle province di Siena, Pisa, Grosseto, Arezzo e Firenze.

Nel 1980 furono 18.000 i sardi trasferitisi in continente di cui il
70% in Toscana.

Nel 1986 nella provincia di Siena si stabilirono 1.256 persone
(340 famiglie di pastori) che occupavano 16.000 ha con 100 mila
capi ovini. Circa 300 capi per famiglia. Un gregge di 400 pecore
all’epoca dava una redditività intorno i 50 milioni di lire anno.
Complessivamente il cinghiale è diffuso in 90
                              province su 103 (87%); in 66 (73%) di queste le
                              popolazioni sono consistenti e ben distribuite, in 17
                              (19%) il cinghiale occupa il territorio in modo
                              discontinuo e con nuclei tra loro isolati e in 7 (8%) la
                              sua presenza è ancora sporadica.

Distribuzione di Sus scrofa in Italia nel 1998.
Da Monaco et alii, 2003
!37
Fonte: Apollonio et al. 2010 Ungulates and their management in Italy. In: Apollonio, Andersen, Putman (eds)
European Ungulates and their Management in the 21st Century. Cambridge University Press, UK
Cinghiali allevati per regione
• Allevamenti con oltre
  300 capi.

• Allevamenti con
  meno di 300 capi
                                                                 SNAM

                                Castel Porziano
Università di Parma 1991,

presenti 14.095 cinghiali

                            Regione Campania Azienda Demaniale
                            “Cerreta Cognome"
6
ibridismo/predazione

                    Riprese S. Troisi

Riprese S. Troisi
1900   2016
E il lupo incontrò il cane!

  Il Pastore Fonnese
Lupi e randagismo in Italia

fine anni ’60   lupi = 100      cani vaganti = 1 000 000
Promozione anagrafe
              canina in ambito rurale

   Periodo Marzo 2015 - Dicembre 2017

              648
                     1083
              435

            1043

450 microchip                                  CANI DA CACCIA
donati all’ASL                          Senza microchip: 2,68%
da Provincia di                         Microchip non leggibili: 1,7%
   Grosseto

                                        Per gentile concessione Dott.Madrucci
                                     (Dirett. Dip. Prev. - AUSL Toscana Sud - Est)
                                         Progetto: “Conservazione del Lupo,
                                    prevenzione del randagismo e delle predazioni
Cani vaganti catturati
                              nel 2015-2017

108 cani, di cui 98 senza microchip (90,7%) e 10 con microchip (9,3%)
   89 in ambiente rurale e 9 in ambiente silvestre, 10 in ambiente
                              periurbano
                   55 maschi + 53 femmine (di cui 6 cagne gravide)

                    36 cani adottati + 62 in canile + 10 restituiti
                         Per gentile concessione Dott.Madrucci
                      (Dirett. Dip. Prev. - AUSL Toscana Sud - Est)
                          Progetto: “Conservazione del Lupo,
                     prevenzione del randagismo e delle predazioni
Lupo o ibrido confidente
FAKE NEWS
CIVITELLA
ALFEDENA
(ABRUZZO)
Grazie!
          ©
          S. Troisi
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