Vicario della FCI - Federazione Ciclistica Italiana

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Vicario della FCI - Federazione Ciclistica Italiana
Intervista a Daniela Isetti, Vice Presidente
Vicario della FCI - Federazione Ciclistica
Italiana
Il ciclismo praticato in maniera agonistica rappresenta, nell’immaginario collettivo, uno di quegli
sport dove (forse che in più di altri) fatica, abnegazione e impegno, sono imprescindibili al fine di
raggiungere risultati importanti. E, in questi giorni (al momento in cui scrivo ci troviamo a ridosso
dell’ultima tappa) ne stiamo avendo una dimostrazione lampante con l’intramontabile Giro d’Italia,
giunto ormai alla sua 100sima edizione. Spesso proprio assistendo alle performance di questi atleti,
ed ai tratti di strada che percorrono, ci chiediamo come facciano a sostenere queste prove. Poi però,
pensandoci bene, un ragione la riusciamo a trovare. E non può che prendere il nome di Passione!
Una passione che accomuna al ciclista professionista, tutta una serie di amanti delle due ruote
(senza motore, ovviamente). Dai semi professionisti a quelli che si ritrovano con gli amici alla
domenica mattina, passando da quelli che (soprattutto in inverno) si ritrovano ad affollare i corsi di
spinning nelle varie palestre cittadine.

E, in Italia, a rappresentare questo movimento c’è la FCI – Federazione Ciclistica Italiana che,
attraverso la sua attività, promuove i valori sani del ciclismo combattendo “senza ma e senza se il
fenomeno doping”, come afferma Renato Di Rocco – Presidente della FCI. E inoltre, fa da stimolo
alla promozione del territorio oltre che, ovviamente, supportare i nostri atleti.

Ma, per approfondire questi temi e per registrare una voce dall’interno, abbiamo intervistato
Daniela Isetti, Vice Presidente Vicario della Federazione Ciclistica Italiana, la quale si è
mostrata ben lieta di rispondere.

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Vicario della FCI - Federazione Ciclistica Italiana
residente Vicario della FCI – Federazione Ciclistica Italiana

L’Italia, si sa, è “calcio centrica”, sia a livello di investimenti economici che di attenzione
mediatica. Qual è lo stato di salute del ciclismo in Italia?

La salute del ciclismo in Italia è buona. I dati sul tesseramento confermano una stabilità nei numeri
mentre l’attività sul territorio si mantiene ad alti livelli, anche grazie ad organizzazioni internazionali
che confermano la naturale vocazione italiana nella gestione ed organizzazione dei grandi
eventi. Basta ricordare la prova della Coppa del mondo di ciclocross organizzata a Fiuggi; i
campionati Europei Downhill a Sestola (27 e 28 maggio), la prova di Coppa Europa di Bmx che
si disputerà a Verona il 3/4 giugno; la prova di Coppa del Mondo Mtb che si disputerà’ in VAL DI
SOLE – il 26-27.08.2017 ; i campionati del mondo juniores su pista che si disputeranno sul
velodromo coperto di Montichiari il prossimo agosto. E come non ricordare la prima prova di Coppa
del Mondo di Ciclismo Paralimpico che si è disputata a Maniago, con grande successo di pubblico ed
organizzativo. Un evento che sarà ripreso nel 2017 è il GIRO d’Italia per gli atleti Under 23 (sospeso
nelle ultime stagioni, a differenza del Giro d’Italia femminile che continua a rappresentare per il
ciclismo in rosa una gara di riferimento nel calendario internazionale): un evento che certifica
l’interesse delle istituzioni e dei territori verso il ciclismo grazie all’impegno profuso dalle regioni
Emilia Romagna, (con il governatore Stefano Bonaccini, promotore insieme al Coordinatore Tecnico
delle Nazionali Davide Cassani, per un rilancio della massima gara a tappe per la categoria
anticamera del professionismo), Marche ed Abruzzo. Il ciclismo si conferma uno strumento
eccezionale per la promozione del territorio oltre che catalizzatore di attenzione da parte di pubblici
diversi. Per esempio, il ciclismo femminile, che da anni regala medaglie “pesanti” alla nostra
federazione, sta assumendo contorni sempre più definiti e popolari, con atlete che si impongono ai
media anche per la loro immagine moderna. Non solo. Per la crescente richiesta di turismo sportivo,
in particolare con la bicicletta, siamo presenti con proposte di formazione di guide cicloturistiche e
con progetti di sviluppo delle attività che ruotano attorno alla figura.

Si ha la percezione che negli ultimi anni molte persone stiano scegliendo la bicicletta per
muoversi in città: vuoi per il prolungarsi della crisi economica, vuoi per una rinnovata
coscienza civile ed ecologica. Quali sono i vostri dati a riguardo? E cosa state facendo per
sensibilizzare l’opinione pubblica sul rispetto dei ciclisti in città?

E’ certo e documentato il maggiore uso della bicicletta! Per vari motivi: in città per gli spostamenti,
ma anche per il benessere e l’allenamento dato dal suo utilizzo ed anche per motivazioni ecologiche
ed ambientaliste e, sempre di più anche in Italia, per turismo. Sono ben noti i benefici per la salute
delle persone ed i vantaggi per l’ambiente, in relazione alla riduzione delle emissioni di co2 immessa
in atmosfera e dell’inquinamento acustico. Per quanto attiene la sicurezza, siamo costantemente al
lavoro attraverso la nostra Commissione direttori di corsa e sicurezza con iniziative rivolte alla
formazione delle figure preposte alla sicurezza in gara ed in manifestazioni in genere. Ci siamo
affiancati ad ACCPI (Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani) ed alle istituzioni
governative per la campagna a favore della sicurezza con la proposta di modifica dell’art. 148 del
codice della strada al fine di garantire una distanza di sicurezza di mt. 1,5 in caso di sorpasso di un
ciclista con automezzi. A livello territoriale sono numerose le iniziative di sensibilizzazione alla
sicurezza, grazie al lavoro delle nostre strutture periferiche.

A livello di comunicazione online, ho notato che la FCI propone un sito internet aggiornato
ed user-friendly e che, in ambito social network, ha attivi due profili social istituzionali ben
gestiti: Twitter e YouTube. Come mai non avete pensato di aprirvi anche a Facebook ed
Instagram, piattaforme che sono presidiate soprattutto dai più giovani?

Sono calcolati in 5 milioni i contatti giornalieri che riguardano il ciclismo (raccolta dei dati di
audipress, auditel e siti, e di una valutazione ponderata della percentuale di spazio che ogni testata
dedica al ciclismo). Federciclismo si inserisce con il proprio sito, twitter e youtube. Per quanto
riguarda Facebook , i dati rilevano che gli utenti dai 36 anni in poi rappresentano il 54% degli
utilizzatori: sarà certamente un campo su cui ci confronteremo direttamente come istituzione. Non
possiamo però non tenere conto che, anche se indirettamente, siamo ben rappresentati dai profili e
dalle pagine delle nostre società, dei comitati territoriali, delle manifestazioni e da tutto il “popolo”
dei nostri tesserati che utilizzano i Social per trasmettere risultati in tempo reale.

Qual è più in generale la vostra strategia di comunicazione per promuovere il ciclismo ed i
suoi valori?

La nostra organizzazione prevede flussi di notizie in entrata dal territorio (comunicati stampa,
risultati dal territorio e Comitati Regionali), dagli Uffici federali (Centro Studi, Amatoriale, giovanile
, ecc.). Il nostro ufficio comunicazione nella sede di Roma è composto da un coordinatore e
tre persone che producono contenuti per il sito federale (www.federciclismo.it), per i social network
(twitter e youtube) e per comunicati stampa. Possiamo inoltre contare su di una collaborazione a
Milano quale ufficio stampa e media relations. Due risorse sono inoltre destinate alle relazioni
esterne e l’ufficio marketing si occupa di redigere newsletters periodiche (inviate a 53.800 mail,
raggiungendo circa 70.000 indirizzi e-mail) e dei rapporti con la Rai.
Le linee strategiche della nostra comunicazione si sviluppano sui seguenti canali:

                                       - valorizzazione dei risultati

                            - sicurezza per la pratica e/o uso della bicicletta

                                      - bicicletta come stile di vita

Più in generale, possiamo dire che il ciclismo può contare su una storia unica, su tradizioni ed affetti
che si misurano nella grande popolarità regolarmente riscontrabile lungo le strade in occasione dei
grandi eventi (il Giro d’Italia in questo periodo ci regala cartoline e momenti memorabili) così come
nelle manifestazioni giovanili e dilettantistiche; oppure sulle partecipazioni a manifestazioni come la
Nove Colli, “la regina delle gran fondo“, che ha fatto registrare 12.000 iscritti, oltre ai partecipanti
agli eventi collaterali. Una manifestazione che si distingue per l’attenzione verso le attività giovanili
ed il supporto economico ad iniziative sociali rilevanti e che, oltre a tutelare la sicurezza dei
partecipanti, ha visto la squalifica del settimo classificato, reo di aver gettato a terra un involucro
del rifornimento: un atto a tutela del messaggio di educazione che il ciclismo vuol rappresentare a
tutto tondo.
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