Esg, perché le Pmi devono spingere sulla transizione green
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Esg, perché le Pmi devono spingere sulla transizione green Secondo uno studio di Euler Hermes, è favorevole al cambiamento in ottica Esg il 50% delle aziende italiane perché è un acceleratore del business di Lucilla Incorvati 7 febbraio 2022 La transizione verso un’economia sostenibile avrà un impatto positivo sull’attività. La pensa così il 50% dalle imprese italiane pronte ad aderire ai principi Esg con appropriati modelli di business. È quanto emerge da un’analisi condotta con Format Research da Euler Hermes, società del gruppo Allianz, che tocca i temi della tutela dell’ambiente, dei lavoratori e della parità di genere. L’indagine è stata condotta su un campione rappresentativo di imprese italiane, extra-agricole e non finanziarie, con un fatturato di almeno 2,5 milioni di euro. In pole position i big di manifattura, turismo e servizi Sono le aziende di dimensioni maggiori (il 71,9% del totale) che per prime hanno compreso l’importanza di modificare il loro rapporto con l'ambiente e con l'essere umano. Investire nel green è un vero e proprio acceleratore del business, oltre che un ottimo passe-partout per accedere ai finanziamenti degli istituti di credito. In primo piano ci sono le imprese manifatturiere del Nord Italia ma anche le grandi imprese della ricezione turistica e alberghiera e dei servizi, molte delle quali presenti anche nel Mezzogiorno. Per comprendere la portata del cambiamento, basta ricordare che solo il 4% delle imprese ritiene che lo sviluppo sostenibile possa essere un freno alla crescita. A livello territoriale, sono ad oggi in fase avanzata le aziende del Nord Est, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e delle Province autonome di Trento e Bolzano. Il tema fondamentale del clima Nubifragi, frane, terremoti, inondazioni: sono fenomeni ormai molto comuni anche sul territorio italiano, capaci di creare danni enormi alle persone ma anche alle imprese. Dal turismo di Venezia alle attività industriali nell'area Sud di Roma, gli eventi climatici hanno creato negli ultimi anni danni considerevoli. E infatti il 32,8% delle imprese teme di essere colpito da fenomeni che hanno a che fare con il cambiamento climatico, il degrado ambientale o qualunque genere di calamità naturale. Colpisce poi che proprio le imprese di dimensioni minori (quelle che non raggiungono i 10 milioni di fatturato) siano le più esposte ai cambiamenti climatici. Una ragione in più per
investire in uno sviluppo che tuteli l'ambiente e per sostenere le politiche governative di contrasto ai cambiamenti climatici. Progettare nuovi modelli produttivi Le imprese camminano lungo la frontiera del cambiamento anche per avere un vantaggio competitivo sugli altri. Il 37,8% delle aziende italiane ha infatti già avviato investimenti in tema di sostenibilità ambientale. Il 27,8% aveva iniziato prima del 2020, il 10% si è accodato nel corso del biennio 2020- 2021, mentre il 7,7% lo farà entro il 2023.Tutte vogliono salire sul treno della sostenibilità perché sono ormai consapevoli che questo possa davvero rappresentare un acceleratore per il business. Significativo è anche capire perché le aziende stanno indirizzando una parte considerevole dei loro investimenti proprio sul green. La maggior parte (il 69,3%) lo fa per adeguarsi alle normative italiane e internazionali, ma anche perché investire nel settore migliora l'efficienza operativa, riduce i costi e contribuisce ad aumentare il fatturato. L'82% delle imprese è convinto che lo sforzo green stia comportando modifiche molto significative ai modelli di business, con il passaggio a processi produttivi a bassi consumi e l'apertura verso un'economia circolare. Investire nella sostenibilità significa quindi modificare al proprio interno il modello organizzativo e l’approccio al mercato. Utile in questo senso anche la spinta delle politiche pubbliche. Tanto l'Unione Europea quanto il Governo Italiano stanno spingendo affinché le aziende accelerino i loro processi di sviluppo green, un percorso necessario per incoraggiare le imprese a investire sulla strada del cambiamento. Riproduzione riservata © https://www.ilsole24ore.com/art/esg-perche-pmi-devono-spingere-transizione-green-AEQHpeCB
La transizione Green delle imprese italiane 7 Febbraio 202 MILANO – Il futuro è nelle mani dello sviluppo sostenibile e la crisi mondiale innescata dalla diffusione del Covid-19 è divenuta l’occasione per ripensare un nuovo modello di crescita. Sfruttare lo stop imposto dalla pandemia per scrivere nuove regole condivise, centrate proprio sulla sostenibilità intesa in senso più ampio, dalla tutela dell’ambiente a quella dei lavoratori, dall’attenzione verso i giovani al riconoscimento professionale delle donne. Su questo tema Euler Hermes (Gruppo Allianz), in collaborazione con Format Research, ha realizzato uno studio, attraverso un’indagine condotta su di un campione statisticamente rappresentativo delle imprese italiane extra-agricole e non finanziarie, con un fatturato di almeno 2,5 milioni di euro. L’ESG (Environmental, Social and Corporate Governance) è il parametro ufficiale per valutare le imprese sulla base di fattori sociali e ambientali e i suoi principi sono condivisi a livello mondiale. La strada è tracciata dalle principali istituzioni internazionali. L’Unione Europea ha costruito il suo Next Generation EU proprio sulla transizione energetica e sullo sviluppo di progetti sostenibili. Le imprese che intendono competere su questi mercati, e vincere la sfida, devono aderire a questi principi, farli propri e rimodulare i propri modelli produttivi guardando al futuro e al benessere delle persone. Gli asset della transizione verso un’economia sostenibile Sono quattro i pilastri intorno ai quali la maggioranza delle imprese ha confermato l’intenzione di diventare protagonista di un nuovo modello di sviluppo. • Un cambiamento destinato ad avere un impatto positivo sul business • Mettersi al riparo dagli effetti nefasti dei cambiamenti climatici • Investire nella sostenibilità per cambiare i modelli produttivi • Un’occasione per riformare i modelli di busines I risultati dello Studio: il cambiamento avrà un impatto positivo sul business Il 50% delle imprese italiane sono convinte che il processo di transizione verso un’economia sostenibile avrà un impatto favorevole sulla propria attività; questo spiega la decisione di tantissime aziende di aderire ai principi ESG, sviluppando i modelli di business sostenibili. In particolare, sono le aziende di dimensioni maggiori (il 71,9% del totale) ad aver compreso l’importanza di modificare il loro rapporto con l’ambiente e con l’essere umano. Tra queste, spiccano le imprese manifatturiere che operano nel Nord Italia,
le grandi imprese della ricezione turistica e alberghiera, molte di queste presenti anche nel Mezzogiorno. Il dato più significativo, per comprendere la portata del cambiamento, riguarda le aziende non convinte: infatti, solo il 4% delle imprese ritiene che lo sviluppo sostenibile possa essere un freno alla crescita. Investire nella sostenibilità per cambiare i modelli produttivi Le imprese camminano lungo la frontiera del cambiamento anche per avere un vantaggio competitivo sugli altri. Il 37,8% delle aziende italiane ha infatti già avviato investimenti in tema di sostenibilità ambientale. Il 27,8% aveva iniziato prima del 2020, il 10% si è accodato nel corso del biennio 2020-2021, mentre il 7,7% lo farà entro il 2023. Tutte vogliono salire sul treno della sostenibilità perché sono ormai consapevoli che questo possa davvero rappresentare un acceleratore per il business. Ad oggi le imprese più avanzate in tema di stanziamenti sono quelle manifatturiere, del turismo e dei servizi alle imprese. A livello territoriale, sono ad oggi in fase avanzata le aziende del Nord Est, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e delle Province autonome di Trento e Bolzano. Significativo è anche capire perché le aziende stanno indirizzando una parte considerevole dei loro investimenti proprio sul green. La maggior parte (il 69,3%) lo fa per adeguarsi alle normative italiane e internazionali, ma anche perché investire nel settore migliora l’efficienza operativa, riduce i conti, e contribuisce ad aumentare il fatturato. Un’impresa su tre in Italia è convinta che investire nel green sia un vero e proprio acceleratore del business, oltre che un ottimo passe-partout per accedere ai finanziamenti degli istituti di credito. Il tema fondamentale del clima Basta la cronaca per capire quanto i cambiamenti climatici incidano sullo sviluppo delle imprese. Nubifragi, frane, terremoti, inondazioni: sono fenomeni ormai molto comuni anche sul territorio italiano, capaci di creare danni enormi alle persone ma anche alle imprese. Dal turismo di Venezia alle attività industriali nell’area Sud di Roma, gli eventi climatici hanno creato negli ultimi anni danni considerevoli. E infatti il 32,8% delle imprese teme di essere colpito da fenomeni che hanno a che fare con il cambiamento climatico, il degrado ambientale o qualunque genere di calamità naturale. Colpisce poi che proprio le imprese di dimensioni minori (quelle che non raggiungono i 10 milioni di fatturato) siano le più esposte ai cambiamenti climatici. Una ragione in più per investire in uno sviluppo che tuteli l’ambiente e per sostenere le politiche governative di contrasto ai cambiamenti climatici. Un’occasione per riformare i modelli di business Imboccare la strada della sostenibilità diventa quindi la soluzione più efficace per riformare i modelli di business. L’82% delle imprese è infatti convinto che lo sforzo green stia comportando modifiche molto significative ai modelli di business, con il passaggio a processi produttivi a bassi consumi e l’apertura verso un’economia
circolare. Investire nella sostenibilità significa quindi per un’azienda modificare al proprio interno il modello organizzativo e il modo di approcciarsi al mercato. Utile in questo senso anche la spinta delle politiche pubbliche. Tanto l’Unione Europea quanto il Governo Italiano stanno spingendo affinché le aziende accelerino i loro processi di sviluppo green, un percorso necessario per incoraggiare le imprese a investire sulla strada del cambiamento. Euler Hermes verso il cambiamento Anche Euler Hermes Italia ha sposato i principi dell’ESG, convinta che proprio la sostenibilità debba diventare un parametro su cui calcolare la solvibilità di un’azienda e la durevolezza e affidabilità di un business. Luca Burrafato, Responsabile Paesi Mediterranei, Medio Oriente e Africa Euler Hermes ha spiegato: “Euler Hermes è profondamente impegnata nella transizione “green” e più in generale nel rispettare i parametri ESG attraverso una strategia globale allineata a quella di Allianz. Tra le attività concrete che vengono svolte quotidianamente, il tema della sostenibilità è centrale rispetto ai processi di valutazione e sottoscrizione del rischio di credito. Si analizza con estrema attenzione il comportamento delle aziende clienti e il loro impatto sociale e ambientale e infine si promuove la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio nelle operazioni di business. Sul fronte prodotti, da circa un anno è stato lanciato “Green2Green Single Risk”, un prodotto pionieristico che contribuisce alla transizione ambientale assicurando transazioni verdi e investendo premi in obbligazioni green. Siamo solo all’inizio di un lungo viaggio verso la sostenibilità. Continueremo a far evolvere la nostra organizzazione e le nostre attività operative quotidiane adattandoci alle nuove necessità, in modo da dare forma al nostro mondo negli anni a venire”. Pierluigi Ascani, Presidente Format Research intervenendo sul lavoro svolto, ha dichiarato: “Ciò che emerge dalla ricerca in modo evidente è il nuovo modello di crescita che le imprese italiane si sono date, basato sulle politiche e sugli investimenti per la sostenibilità e fondato su alcuni assunti fondamentali: il riconoscimento che le politiche green hanno un impatto positivo sul business, il fatto che l’adozione dei parametri ESG sono un’occasione per le imprese per modificare i propri modelli di offerta e di servizio. In sintesi sono ormai soltanto le imprese che adottano i parametri ESG che si rivelano realmente in grado di competere sul mercato. Sotto questo profilo la sostenibilità non solo si sta dimostrando un booster della crescita, ma un vero e proprio volano di sviluppo, con le imprese che acquisiscono nuovo business dimostrando di essere sostenibili ai propri clienti e che allo stesso tempo chiedono ai propri fornitori di praticare adeguate politiche per la sostenibilità, con un effetto positivo circolare e a cascata sull’intero tessuto delle imprese italiane in filiera”. (I-TALICOM) https://www.italicom.net/economia/aziende/la-transizione-green-delle-imprese-italiane/
o studio di Euler Hermes e Format Research sulle imprese alla prova della transizione green La svolta verde diventa un pass Investire in sostenibilità aiuta ad avere accesso al credito di Roxy TomasicchioItaliaOggi7 - Numero 031 pag. 2 del 07/02/2022 La conversione verde diventa anche un lasciapassare per accedere al credito. La pensa così un’impresa su tre in Italia, convinta che investire nel green sia un vero e proprio acceleratore del business, oltre che un ottimo passe-partout per accedere ai finanziamenti degli istituti di credito. Quasi 7 imprese su dieci (il 69,3%) si stanno adeguando alle normative italiane e internazionali perché ritengono che investire in sostenibilità migliori l’efficienza operativa, riduca i conti e contribuisca ad aumentare il fatturato. Sono in sintesi alcune delle percentuali rilevate da Euler Hermes, società del Gruppo Allianz specializzata nell’assicurazione dei crediti, in uno studio realizzato in collaborazione con Format Research, su un campione rappresentativo dell’universo delle imprese italiane extra-agricole e non finanziarie, con un fatturato di almeno 2,5 milioni di euro. Tutti vogliono salire sul treno della sostenibilità perché sono ormai consapevoli che questo può rappresentare davvero un acceleratore per la crescita. Sulla scia degli effetti della pandemia, sono molte le imprese che stanno ripensando i propri modelli, consapevoli che il futuro non può prescindere dalla sostenibilità e dai principi della cosiddetta Esg (acronimo che sta per Environmental, social, governance, ossia tutte quelle attività legate all’investimento responsabile), che è ormai un paramento su cui calcolare la solvibilità di un’azienda e l’affidabilità di una attività. Sulla stessa linea anche una impresa su due, convinta che il processo di transizione in atto verso un’economia sostenibile avrà un impatto favorevole sulla propria attività. Come spesso accade, le prime a rispondere «presente» sono le aziende di dimensioni maggiori (il 71,9%), che hanno compreso l’importanza di modificare il rapporto con l’ambiente e con l’essere umano. Tra queste, spiccano le imprese manifatturiere che operano nel Nord Italia e le grandi imprese della ricezione turistica e alberghiera, molte di queste presenti anche nel Mezzogiorno. All’opposto è significativo constatare che solo il 4% pensa che lo sviluppo sostenibile sia un freno. «Ciò che emerge dalla ricerca in modo evidente è il nuovo “modello di crescita” che le imprese italiane si sono date, basato sulle politiche e sugli investimenti per la sostenibilità, e fondato su alcuni assunti fondamentali: il riconoscimento che le politiche green hanno un impatto positivo sul business, il fatto che l’adozione dei parametri Esg, investendo in modo profondo i processi interni dell’azienda, è un’occasione per le imprese di modificare i propri modelli di offerta e di servizio», spiega a ItaliaOggi Sette Pierluigi Ascani, presidente di Format Research, che aggiunge: «In grande sintesi sono ormai soltanto le imprese che adottano i parametri Esg che si rivelano realmente in grado di competere sul mercato, la quota delle imprese che la pensa diversamente è del tutto residuale. Investire in sostenibilità tuttavia “costa”, e per le imprese di dimensioni minori a volte può rivelarsi anche complicato a causa di regolamentazioni e normative troppo stringenti o complesse, non farlo tuttavia costerebbe ancora di più in termini di riduzione del proprio vantaggio competitivo: è questa l’opinione ormai condivisa. La percentuale di imprese che
acquisiscono nuovi clienti o che riescono a presidiare le commesse attualmente in essere grazie alla possibilità di dimostrare di avere puntato sulla sostenibilità è cresciuta in modo esponenziale nell’ultimo biennio e questo per altro nonostante la pandemia. Sotto questo profilo», conclude Ascani, «la sostenibilità non solo si sta dimostrando un booster della crescita, ma un vero e proprio volano di sviluppo, con le imprese che acquisiscono nuovo business dimostrando di essere sostenibili ai propri clienti e che allo stesso tempo chiedono ai propri fornitori di praticare adeguate politiche per la sostenibilità, con un effetto positivo circolare e “a cascata” sull’intero tessuto delle imprese italiane in filiera». Infatti, dallo studio emerge che il 37,8% delle imprese italiane ha già avviato investimenti in tema di sostenibilità ambientale. Il 27,8% aveva iniziato prima del 2020, il 10% si è accodato nel corso del biennio 2020-2021, mentre il 7,7% lo farà entro il 2023. Le imprese più avanzate in tema di stanziamenti sono quelle manifatturiere, del turismo e dei servizi alle imprese. A livello territoriale, sono le aziende del Nord Est, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e delle Province autonome di Trento e Bolzano. Scegliere la strada della sostenibilità diventa quindi la soluzione più efficace per riformare i modelli di business. L’82% delle imprese è infatti convinto che lo sforzo green stia comportando modifiche molto significative ai modelli di business, con il passaggio a processi produttivi a bassi consumi e l’apertura verso un’economia circolare. Investire nella sostenibilità significa quindi per un’azienda modificare al proprio interno il modello organizzativo e il modo di approcciarsi al mercato. Utile in questo senso anche il traino delle politiche pubbliche. Tanto l’Unione Europea quanto il governo italiano stanno spingendo affinché le aziende accelerino i loro processi di sviluppo green. Non da meno l’impegno dei privati, soprattutto dei grandi gruppi, come racconta Luca Burrafato, responsabile Paesi Mediterranei, Medio Oriente e Africa: «Euler Hermes è profondamente impegnata nella transizione “green” e più in generale nel rispettare i parametri Esg attraverso una strategia globale allineata a quella di Allianz. Tra le attività concrete che vengono svolte su base giornaliera il tema della sostenibilità è centrale rispetto ai processi di valutazione e sottoscrizione del rischio di credito. Si analizza con estrema attenzione il comportamento delle aziende clienti e il loro impatto sociale e ambientale e infine si promuove la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio nelle operazioni di business. Inoltre, Euler Hermes, all’interno della strategia a medio lungo termine, oltre agli obiettivi commerciali e finanziari ha adottato obiettivi non finanziari ed Esg, inclusa una riduzione del 34% delle emissioni di gas a effetto serra per dipendente entro il 2025. Sul fronte prodotti, da circa un anno è stato lanciato “Green2Green Single Risk”, un prodotto pionieristico che contribuisce alla transizione ambientale assicurando transazioni verdi e investendo premi in obbligazioni green. Siamo solo all’inizio di un lungo viaggio verso la sostenibilità», conclude Burrafato, «stiamo impiegando tutta la nostra energia e i nostri sforzi per raggiungere obiettivi di sostenibilità e contribuire alla diffusione di una mentalità incentrata sui criteri Esg nel settore dei servizi finanziari». https://www.milanofinanza.it/news/la-svolta-verde-diventa-un-pass-2550838
Euler Hermes, le aziende italiane sono sempre più green Secondo la ricerca realizzata dalla controllata del gruppo Allianz, in collaborazione con Format Research, la maggior parte delle grandi imprese ha compreso l'importanza delle politiche Esg come fattore di differenziazione, tutela dell'ambiente e dell'individuo ed efficientamento del business di Andrea Baiocco07/02/2022 16:02 Euler Hermes (Gruppo Allianz), in collaborazione con Format Research, ha realizzato uno studio basato su un'indagine condotta su un campione di imprese italiane extra-agricole e non finanziarie, con un fatturato di almeno 2,5 milioni di euro. Secondo il report, il 50% delle imprese italiane sono convinte che il processo di transizione verso un'economia sostenibile avrà un impatto favorevole. In particolare sono le aziende di dimensioni maggiori (il 71,9% del totale) ad aver compreso l'importanza di modificare il loro rapporto con l’ambiente e con l'essere umano. Tra queste, spiccano le imprese manifatturiere che operano nel Nord Italia e le grandi imprese della ricezione turistica e alberghiera, molte di queste presenti anche nel Mezzogiorno. Un dato molto significativo riguarda le aziende non convinte: solo il 4% delle imprese ritiene che lo sviluppo sostenibile possa essere un freno alla crescita. Le imprese camminano lungo la frontiera del cambiamento anche per avere un vantaggio competitivo sugli altri: il 37,8% delle aziende italiane ha infatti già avviato investimenti in tema di sostenibilità ambientale. Il 27,8% aveva iniziato prima del 2020, il 10% si è accodato nel corso del biennio 2020- 2021, mentre il 7,7% lo farà entro il 2023. Ad oggi le imprese più avanzate in tema di stanziamenti sono quelle manifatturiere, del turismo e dei servizi alle imprese. A livello territoriale, sono attualmente in fase avanzata le aziende del Nord Est, Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e delle Province autonome di Trento e Bolzano. La maggior parte delle imprese (il 69,3%) sta indirizzando cospicui investimenti sul green per adeguarsi alle normative italiane e internazionali, ma anche perché investire nel settore migliora l'efficienza operativa, riduce i conti, e contribuisce ad aumentare il fatturato. Un'impresa su tre in Italia è convinta che investire nel green sia un vero e proprio acceleratore del business, oltre che un ottimo passe-partout per accedere ai finanziamenti degli istituti di credito. Il 32,8% delle imprese teme di essere colpito da fenomeni che hanno a che fare con i cambiamenti climatici. Colpisce che proprio le imprese di dimensioni minori (quelle che non raggiungono i 10 milioni di fatturato) siano le più esposte a tali cambiamenti. Anche Euler Hermes Italia ha sposato i principi dell'Esg. Come
ha spiegato Luca Burrafato, responsabile Paesi mediterranei, Medio Oriente e Africa di Euler Hermes: "Euler Hermes è profondamente impegnata nel rispettare i parametri Esg attraverso una strategia globale allineata a quella di Allianz. Si analizza con estrema attenzione il comportamento delle aziende clienti e il loro impatto sociale e ambientale, e infine si promuove la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio nelle operazioni di business. Sul fronte prodotti, da circa un anno è stato lanciato "Green2Green Single Risk", un prodotto pionieristico che contribuisce alla transizione ambientale assicurando transazioni verdi e investendo premi in obbligazioni green." Pierluigi Ascani, presidente di Format Research, commentando il report ha dichiarato: "Ciò che emerge dalla ricerca in modo evidente è il nuovo modello di crescita che le imprese italiane si sono date, basato sulle politiche e sugli investimenti per la sostenibilità e fondato su alcuni assunti fondamentali: riconoscere che le politiche green hanno un impatto positivo sul business, e accogliere i parametri Esg come un'occasione per modificare i propri modelli di offerta e di servizio. Ormai soltanto le imprese che adottano i parametri Esg si rivelano realmente in grado di competere sul mercato. Sotto questo profilo la sostenibilità si sta dimostrando un vero e proprio volano di sviluppo, con le imprese che acquisiscono nuovi business dimostrando di essere sostenibili ai propri clienti e che allo stesso tempo chiedono ai propri fornitori di praticare adeguate politiche per la sostenibilità, con un effetto positivo circolare e a cascata sull'intera filiera." (riproduzione riservata) https://www.milanofinanza.it/news/euler-hermes-le-aziende-italiane-sono-sempre-piu-green-202202071618107551
La svolta verde diventa un pass 07/02/22 - La conversione verde diventa anche un lasciapassare per accedere al credito. La pensa così un’impresa su tre in Italia, convinta che investire nel green sia un vero e proprio acceleratore del business, oltre che un ottimo passe-partout per accedere ai finanziamenti degli istituti di credito. Quasi 7 imprese su dieci (il 69,3%) si stanno adeguando alle normative italiane e internazionali perché ritengono che investire in sostenibilità migliori l’efficienza operativa, riduca i conti e contribuisca ad aumentare il fatturato. Sono in sintesi alcune delle percentuali rilevate da Euler Hermes, società del Gruppo Allianz specializzata nell’assicurazione dei crediti, in uno studio realizzato in collaborazione con Format Research, su un campione rappresentativo dell’universo delle imprese italiane extra-agricole e non finanziarie, con un fatturato di almeno 2,5 milioni di euro. Tutti vogliono salire sul treno della sostenibilità perché sono ormai consapevoli che questo può rappresentare davvero un acceleratore per la crescita. Sulla scia degli effetti della pandemia, sono molte le imprese che stanno ripensando i propri modelli, consapevoli che il futuro non può prescindere dalla sostenibilità e dai principi della cosiddetta Esg (acronimo che sta per Environmental, social, governance, ossia tutte quelle attività legate all’investimento responsabile), che è ormai un paramento su cui calcolare la solvibilità di un’azienda e l’affidabilità di una attività. Sulla stessa linea anche una impresa su due, convinta che il processo di transizione in atto verso un’economia sostenibile avrà un impatto favorevole sulla propria attività. Come spesso accade, le prime a rispondere «presente» sono le aziende di dimensioni maggiori (il 71,9%), che hanno compreso l’importanza di modificare il rapporto con l’ambiente e con l’essere umano. Tra queste, spiccano le imprese manifatturiere che operano nel Nord Italia e le grandi imprese della ricezione turistica e alberghiera, molte di queste presenti anche nel Mezzogiorno. All’opposto è significativo constatare che solo il 4% pensa che lo sviluppo sostenibile sia un freno. «Ciò che emerge dalla ricerca in modo evidente è il nuovo “modello di crescita” che le imprese italiane si sono date, basato sulle politiche e sugli investimenti per la sostenibilità, e fondato su alcuni assunti fondamentali: il riconoscimento che le politiche green hanno un impatto positivo sul business, il fatto che l’adozione dei parametri Esg, investendo in modo profondo i processi interni dell’azienda, è un’occasione per le imprese di modificare i propri modelli di offerta e di servizio», spiega a ItaliaOggi Sette Pierluigi Ascani, presidente di Format Research, che aggiunge: «In grande sintesi sono ormai soltanto le imprese che adottano i parametri Esg che si rivelano realmente in grado di competere sul mercato, la quota delle imprese che la pensa diversamente è del tutto residuale. Investire in sostenibilità tuttavia “costa”, e per le imprese di dimensioni minori a volte può rivelarsi anche complicato a causa di regolamentazioni e normative troppo stringenti o complesse, non farlo tuttavia costerebbe ancora di più in termini di riduzione del proprio vantaggio competitivo: è questa l’opinione ormai condivisa. La percentuale di imprese che acquisiscono nuovi clienti o che riescono a presidiare le commesse attualmente in essere grazie alla possibilità di dimostrare di avere puntato sulla sostenibilità è cresciuta in modo esponenziale nell’ultimo biennio e questo per altro nonostante la pandemia.
Sotto questo profilo», conclude Ascani, «la sostenibilità non solo si sta dimostrando un booster della crescita, ma un vero e proprio volano di sviluppo, con le imprese che acquisiscono nuovo business dimostrando di essere sostenibili ai propri clienti e che allo stesso tempo chiedono ai propri fornitori di praticare adeguate politiche per la sostenibilità, con un effetto positivo circolare e “a cascata” sull’intero tessuto delle imprese italiane in filiera». Infatti, dallo studio emerge che il 37,8% delle imprese italiane ha già avviato investimenti in tema di sostenibilità ambientale. Il 27,8% aveva iniziato prima del 2020, il 10% si è accodato nel corso del biennio 2020-2021, mentre il 7,7% lo farà entro il 2023. Le imprese più avanzate in tema di stanziamenti sono quelle manifatturiere, del turismo e dei servizi alle imprese. A livello territoriale, sono le aziende del Nord Est, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e delle Province autonome di Trento e Bolzano. Scegliere la strada della sostenibilità diventa quindi la soluzione più efficace per riformare i modelli di business. L’82% delle imprese è infatti convinto che lo sforzo green stia comportando modifiche molto significative ai modelli di business, con il passaggio a processi produttivi a bassi consumi e l’apertura verso un’economia circolare. Investire nella sostenibilità significa quindi per un’azienda modificare al proprio interno il modello organizzativo e il modo di approcciarsi al mercato. Utile in questo senso anche il traino delle politiche pubbliche. Tanto l’Unione Europea quanto il governo italiano stanno spingendo affinché le aziende accelerino i loro processi di sviluppo green. Non da meno l’impegno dei privati, soprattutto dei grandi gruppi, come racconta Luca Burrafato, responsabile Paesi Mediterranei, Medio Oriente e Africa: «Euler Hermes è profondamente impegnata nella transizione “green” e più in generale nel rispettare i parametri Esg attraverso una strategia globale allineata a quella di Allianz. Tra le attività concrete che vengono svolte su base giornaliera il tema della sostenibilità è centrale rispetto ai processi di valutazione e sottoscrizione del rischio di credito. Si analizza con estrema attenzione il comportamento delle aziende clienti e il loro impatto sociale e ambientale e infine si promuove la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio nelle operazioni di business. Inoltre, Euler Hermes, all’interno della strategia a medio lungo termine, oltre agli obiettivi commerciali e finanziari ha adottato obiettivi non finanziari ed Esg, inclusa una riduzione del 34% delle emissioni di gas a effetto serra per dipendente entro il 2025. Sul fronte prodotti, da circa un anno è stato lanciato “Green2Green Single Risk”, un prodotto pionieristico che contribuisce alla transizione ambientale assicurando transazioni verdi e investendo premi in obbligazioni green. Siamo solo all’inizio di un lungo viaggio verso la sostenibilità», conclude Burrafato, «stiamo impiegando tutta la nostra energia e i nostri sforzi per raggiungere obiettivi di sostenibilità e contribuire alla diffusione di una mentalità incentrata sui criteri Esg nel settore dei servizi finanziari». https://iusletter.com/oggi-sulla-stampa/la-svolta-verde-diventa-un-pass/
Transizione ecologica, il sentiment delle aziende italiane Lo studio di Euler Hermes. Metà delle imprese si aspetta un impatto favorevole Euler Hermes, società di assicurazione del credito del Gruppo Allianz, in collaborazione con Format Research, ha realizzato uno studio sul sentimento delle aziende nei confronti della transizione verde. Lo studio è stato realizzato attraverso un'indagine condotta su un campione statisticamente rappresentativo delle imprese italiane extra-agricole e © Riproduzione riservata https://www.staffettaonline.com/articolo.aspx?id=362187
Aziende: oltre un terzo ha investito in sostenibilità ambientale Il dato emerso da una ricerca di Euler Hermes 07 febbraio 2022 Il 37,8% delle aziende italiane ha già avviato investimenti in tema di sostenibilità ambientale: il 27,8% ha iniziato prima del 2020, il 10% si è accodato nel corso del biennio 2020- 2021, mentre il 7,7% lo farà entro il 2023. Lo afferma una ricerca di Euler Hermes, società del gruppo Allianz condotto in collaborazione con Format Research, che analizza la “transizione green” delle imprese made in Italy. Secondo lo studio, riportato dai maggiori organi di informazione, condotto su di un campione di aziende extra-agricole e non finanziarie con un fatturato di almeno 2,5 milioni, il 50% delle imprese italiane è convinto che il processo di transizione verso un'economia sostenibile avrà un impatto favorevole sulla propria attività, spiegando la decisione di tantissime aziende di aderire ai principi ESG, sviluppando i modelli di business sostenibili. In particolare, sono le aziende di dimensioni maggiori (il 71,9% del totale) ad aver compreso l'importanza di modificare il loro rapporto con l'ambiente e con l'essere umano. Tra queste, spiccano le imprese manifatturiere che operano nel Nord Italia, le grandi imprese della ricezione turistica e alberghiera, molte di queste presenti anche nel Mezzogiorno. Il dato più significativo, per comprendere la portata del cambiamento, riguarda le aziende non convinte: infatti, solo il 4% delle imprese ritiene che lo sviluppo sostenibile possa essere un freno alla crescita. A livello territoriale spiccano per sensibilità le aziende del Nord Est: Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e delle Province autonome di Trento e Bolzano. Al momento le imprese più avanzate in tema di investimenti sul tema sono quelle manifatturiere, del turismo e dei servizi alle imprese. https://www.lestradedellinformazione.it/rubriche/le-strade-della-sostenibilita/aziende-oltre-un-terzo-ha-investito-sostenibilita-ambientale
Imprese, da transizione green impatto positivo sul business di Marco Santarellilunedì, 7 Febbraio 20222336 Il 50% delle imprese italiane sono convinte che il processo di transizione verso un’economia sostenibile avrà un impatto favorevole sulla propria attività; questo spiega la decisione di tantissime aziende di aderire ai principi ESG, sviluppando i modelli di business sostenibili. È quanto emerge da uno studio realizzato da Euler Hermes (Gruppo Allianz), in collaborazione con Format Research. In particolare, sono le aziende di dimensioni maggiori (il 71,9% del totale) ad aver compreso l’importanza di modificare il loro rapporto con l’ambiente e... https://ladiscussione.com/145132/ambiente/imprese-da-transizione-green-impatto-positivo-sul-business/
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