EREDITÀ LA STORIA 3dal Novecento

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EREDITÀ LA STORIA 3dal Novecento
Giovanni Borgognone           Dino Carpanetto

EREDITÀ e
FUTURO 3                                               LA STORIA
                                                           dal Novecento
                                                    alle sfide del mondo
                                                         contemporaneo

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EREDITÀ LA STORIA 3dal Novecento
SEZIONE     3      DAL TRIONFO DEI TOTALITARISMI ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE

                                 7. 5 L’ITALIA TRAVOLTA DALLA GUERRA CIVILE
                                Dopo il settembre del 1943 l’Italia era dunque spaccata in due: al Centro-Nord c’erano
                                il governo fascista e l’occupante nazista (che mantenne l’amministrazione diretta delle
                                province della Venezia Giulia e del Trentino, mentre controllò il resto del territorio
                                mediante una serie di comandi militari territoriali), al Sud il governo monarchico e le
                                forze alleate. Da allora, e per oltre un anno e mezzo, il paese fu teatro di una devastan-
                                te guerra civile: gli italiani combattevano contro altri italiani, nel contesto sia del con-
                                flitto mondiale in corso (il 13 ottobre 1943 il Regno del Sud aveva dichiarato guerra
                                alla Germania, passando a combattere a fianco degli anglo-americani, mentre la
                                Repubblica sociale italiana si era mantenuta fedele all’alleanza con Hitler), sia di una
                                guerra di liberazione nazionale. Nell’Italia settentrionale si stava infatti sviluppando
                                un movimento di Resistenza all’occupazione nazifascista. Le prime formazioni parti-
STORIOGRAFIA                    giane armate si organizzarono spontaneamente ed erano composte da volontari, spesso
DIBATTITO
La Resistenza in Italia
                                ex soldati dell’esercito regio o giovani antifascisti, che si nascondevano sulle montagne
→ pp. 496-497                   per poi agire con attacchi improvvisi contro i tedeschi.
                                   Agli attacchi gli occupanti rispondevano spesso con brutali rappresaglie nei
                                confronti della popolazione civile. Uno dei primi episodi si verificò a Boves (Cuneo):
                                qui i nazisti, attaccati da un reparto italiano che dopo l’8 settembre aveva conserva-
                                to le armi e si era costituito in formazione autonoma, il 19 settembre incendiarono
                                il paese e uccisero 32 civili. Nel 1944 si susseguirono numerosi altri eccidi: dal mas-
                                sacro delle Fosse ardeatine a Roma, dove 335 uomini vennero fucilati in risposta a
                                un attentato in cui erano rimasti uccisi 33 militari nazisti, a quelli di Sant’Anna di
                                Stazzèma (Lucca), con 560 vittime, e Marzabotto (Bologna), nel quale furono
                                massacrate 1836 persone. In totale, le vittime della violenza nazifascista in Italia
                                furono circa 15 000, tra cui moltissimi bambini.
                                   Nell’autunno del 1943 si erano formate le forze armate della rsi, costituite sia da
                                fascisti di vecchia data sia da giovani convinti di combattere per la “vera” patria,
                                quella guidata da Mussolini. Per i compiti di polizia interna fu istituita la Guardia
                                nazionale repubblicana che, insieme con il corpo di volontari delle Brigate nere,
                                rivolse la sua violenza contro i partigiani e contro gli ebrei. La persecuzione degli
                                ebrei, che aveva caratterizzato già pienamente il regime fascista, sotto la rsi e sotto
                                l’occupazione nazista fece registrare alcuni tra gli episodi più drammatici, come la
LE BRIGATE NERE                 retata del 16 ottobre 1943 nel ghetto di Roma, durante la quale furono catturati più
Un lugubre manifesto di
propaganda delle Brigate        di mille ebrei, poi deportati nei campi di sterminio. Negli anni della guerra civile
nere, 1944.                     furono complessivamente 6000 gli ebrei italiani a cadere vittime del nazifascismo.

     EDUCAZIONE CIVICA IL CAMMINO DEI DIRITTI

    La partecipazione                                       ▶ Cerca in Internet su siti specializzati (come quello dell’Associazione
                                                              Nazionale Partigiani d’Italia, anpi) documenti scritti e/o
    alla Resistenza                                           iconografici che attestino la partecipazione indiretta dei civili alle
    L’organizzazione della Resistenza italiana                iniziative dei partigiani. Si tratta perlopiù di uomini o di donne, di
    fu possibile non soltanto per la tenacia                  giovani o di anziani? Quali compiti venivano affidati loro e con
    e lo spirito di sacrificio di molti volontari,            quali mezzi di trasporto e altri strumenti cercarono di portarli a
    ma anche grazie all’impegno e al coraggio                 termine? Spiega in un testo di 100 parole circa che cosa ti colpisce
    della popolazione civile.                                 di più dei dati raccolti.

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SEZIONE    3     DAL TRIONFO DEI TOTALITARISMI ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE

                                   7. 7       LA RINASCITA DEI PARTITI POLITICI E L’ORGANIZZAZIONE
                                              DELLA RESISTENZA ITALIANA
  RICORDA CHE                     Dopo una prima fase caratterizzata da rivolte spontanee e dalla formazione di grup­
 I fratelli Carlo e Nello         pi privi di coordinamento, la Resistenza italiana iniziò ad organizzarsi sotto la guida
 Rosselli e Piero
 Gobetti erano stati              dei partiti antifascisti, ricostituiti dall’estate del 1943 subito dopo la caduta del regi­
 tra i principali                 me di Mussolini: dal Partito repubblicano italiano (pri) al Partito socialista, che
 protagonisti
 dell’opposizione al              rinacque con il nome di Partito socialista di unità proletaria (psiup), al Partito
 fascismo di Mussolini.           comunista italiano (pci), che non aveva mai cessato di operare in segreto. L’ere­
 I primi due erano stati
 uccisi dai sicari                dità del Partito popolare venne raccolta dalla nuova formazione politica cattolica,
 fascisti, mentre
 Gobetti era morto in
                                  la Democrazia cristiana (dc), mentre nel 1942 si erano costituiti il Partito liberale
 seguito alle violenze            italiano (pli) e il Partito d’Azione (pda), ispirato ai valori dell’antifascismo e del
 subite dagli squadristi
 [→ pp. 344-345].                 liberalsocialismo dei fratelli Rosselli e di Piero Gobetti.
                                     Le formazioni partigiane si strutturarono sulla base degli orientamenti politici: le
                                  Brigate Garibaldi, che erano le più numerose, riunivano i partigiani comunisti e le
                                  Brigate Matteotti quelli socialisti, mentre le Brigate Giustizia e Libertà erano legate
                                  al Partito d’Azione; vi erano poi formazioni di orientamento cattolico, liberale e perfi­
LE DONNE NELLA STORIA             no monarchico. Tra le formazioni partigiane svolsero un ruolo significativo quelle com­
La partecipazione                 poste da donne, attive sia nel ruolo di “staffette” (ossia incaricate del collegamento e
femminile alla Resistenza
→ p. 477                          dello scambio di materiali o messaggi tra i gruppi partigiani) sia di combattenti.
                                     I principali esponenti dei partiti antifascisti si riunirono a Roma il 9 settembre 1943
                                  e formarono il Comitato di liberazione nazionale (cln), un organismo che operò in
                                  clandestinità per dare un’organizzazione unitaria alla lotta di liberazione dal nazifasci­
                                  smo, proponendosi così come guida e rappresentanza politica della futura Italia de­
                                  mocratica. In questa prospettiva, il cln non intendeva collaborare con il governo
                                  Badoglio e chiedeva l’abdicazione del re, accusato di avere appoggiato il fascismo.

DONNE PARTIGIANE
Gruppo di donne partigiane
in un momento di riposo,
Italia centrale, 1944.

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Le donne nella storia                                                                        SVILUPPO SOSTENIBILE
                                                                                                    Parità di genere

 La partecipazione
 femminile alla Resistenza
                                                                                                        « Q uasi tutti i giorni
                                                                                                            l’Agnese andava via
                                                                                                               in bicicletta, con la sporta
                                                                                                               infilata nel manubrio [...]
                                                                                                               il suo aspetto duro e pacifico
                                                                                                               non attirava i tedeschi, [...] e
                                                                                                               lei passava tranquillamente
                                                                                                               in mezzo a loro.
                                                                                                               R. Viganò, L’Agnese va a morire, 1972

                                                                                                    Milano, aprile 1945: alcuni partigiani, fra cui tre donne,
                                                                                                    per le vie della città nei giorni della Liberazione.

 L    a scrittrice Renata Viganò (1900-1976), lei stessa partigiana
      nelle valli di Comacchio, nel romanzo Agnese va a morire ci offre
 un efficace ritratto di donna nella Resistenza italiana: si tratta di
 quello “dell’Agnese”, una lavandaia di mezza età il cui marito è stato                                LE STAFFETTE
 deportato dai nazisti e che viene reclutata come “staffetta”                                          Molte partigiane si occuparono poi
 dai partigiani, con tutti i rischi che tale ruolo comporta. Agnese ben                                di raccogliere informazioni e di
 rappresenta le donne giovani e meno giovani, appartenenti a tutte                                     trasmettere messaggi: erano
 le classi sociali e di diverso orientamento ideologico, che presero                                   le cosiddette “staffette”, le quali
 parte alla lotta di liberazione.                                                                      nascondevano i comunicati ad
                                                                                                       esempio nelle ruote delle biciclette
                                                                                                       o nelle sporte di verdura, rischiando
 I GRUPPI DI DIFESA DELLA DONNA                   duecento membri contava circa                        la vita nel superare i posti di blocco
 In molti casi le partigiane (si stima            ottanta donne, comandate da una                      allestiti dai repubblichini e dai
 intorno alle 70 000 persone) furono              pellicciaia bolognese, Novella                       tedeschi. Alcune di esse accettarono
 coordinate dai partiti nei Gruppi di             Albertazzi (1925-1997), nome                         di trasportare anche carichi
 difesa della donna (gdd), costituiti             in codice “Wanda”, la quale guidò                    pericolosi, come gli esplosivi usati per
 nell’autunno del 1943. Tale                      le compagne in alcune importanti                     distruggere i ponti; questi materiali
 organizzazione, sorta per coordinare             azioni di guerriglia armata.                         erano introdotti nelle ceste della
 e alimentare la partecipazione                   La maggior parte delle partigiane fu                 biancheria o in altri contenitori
 femminile alla battaglia contro i                tuttavia impegnata in altre attività.                insospettabili, nel tentativo
 tedeschi e i fascisti, si impegnò anche          Esse offrirono riparo e cure ai soldati              di eludere i controlli.
 per sostenere alcune rivendicazioni              allo sbando dopo l’armistizio                        Gli storici hanno ormai pienamente
 politiche e sociali delle donne (come            dell’8 settembre 1943, soccorsero                    riconosciuto l’importanza nella
 il diritto al voto, l’aumento dei salari         gli ebrei in fuga, i partigiani o gli                Resistenza di queste attività, cui si
 minimi ecc.).                                    aviatori alleati i cui aerei erano stati             aggiungevano spesso la raccolta di
                                                  abbattuti. Altre donne si incaricarono               denaro, la stesura e la diffusione
 LE COMBATTENTI                                   dell’approvvigionamento dei gruppi                   di materiale propagandistico,
 Le donne che imbracciarono le armi               partigiani dislocati in montagna,                    il confezionamento di indumenti.
 partecipando ai combattimenti furono             territorio che agevolava la lotta                    L’organizzazione della lotta di
 relativamente poche, sebbene ci siano            clandestina, in quanto forniva ripari e              liberazione non sarebbe stata
 esempi significativi. In Emilia                  nascondigli nelle grotte e tra le falesie,           possibile senza il supporto
 Romagna, ad esempio, era attiva                  luoghi talvolta conosciuti soltanto                  e il contributo logistico e strategico
 una banda partigiana che tra i suoi              alla popolazione locale.                             delle donne partigiane.

                     © Sanoma Italia, G. Borgognone, D. Carpanetto, Eredità e futuro, Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori 2023                            477
SEZIONE   3   DAL TRIONFO DEI TOTALITARISMI ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE

                          Le città tedesche furono anzi sottoposte a massicci bombardamenti, nell’intento
                          di piegare definitivamente la resistenza della popolazione civile: nel solo 1944 furo-
                          no sganciate sul suolo tedesco 900 000 tonnellate di bombe. Nella primavera del
                          1945 alcune città, come Amburgo e Dresda, furono ridotte letteralmente in mace-
                          rie e la stessa Berlino divenne bersaglio di continue incursioni aeree, notturne e
                          diurne. Complessivamente, rimasero vittime dei bombardamenti alleati circa
                          600 000 civili tedeschi.

                           8. 3 LA CONFERENZA DI JALTA E LE BASI
                                DEL FUTURO ASSETTO INTERNAZIONALE
                          Quando l’esito della guerra in Europa parve certo, all’inizio di febbraio del 1945 si
                          tenne la conferenza di Jalta, cittadina della Crimea sul Mar Nero nella quale si
                          incontrarono Roosevelt, Churchill e Stalin per discutere su alcune questioni riguar-
                          danti il futuro assetto geopolitico dell’Europa. Già nell’ottobre precedente, a
                          Mosca, Churchill e Stalin avevano stabilito le rispettive sfere d’influenza nell’area
                          dei Balcani. Il principio adottato fu quello di rispettare la situazione degli eserci-
                          ti sul campo alla fine della guerra. L’urss poté così assicurarsi l’estensione della
                          propria influenza sulla parte orientale del continente, impegnandosi genericamente
                          a tenere in considerazione nelle nazioni liberate dalle sue truppe la «volontà politica
                          dei popoli». Riguardo al fronte del Pacifico, Stalin si impegnò a entrare in guerra
                          contro il Giappone.
                             Quanto alla Germania, per il momento si decise che sarebbe stata divisa in quat-
                          tro zone di occupazione assegnate alle tre grandi potenze e alla Francia, considera-
                          ta come la quarta tra le nazioni vincitrici poiché le truppe del generale de Gaulle
                          avevano combattuto a fianco degli inglesi fin dal 1940.
                             Sempre a Jalta furono poste le basi per la nascita di una Organizzazione delle
                          Nazioni Unite (onu), un nuovo organismo internazionale il cui obiettivo doveva
                          essere quello di garantire la pace e la sicurezza tra le nazioni. Le decisioni in pro-
                          posito sarebbero state prese da un Consiglio di sicurezza di cui avrebbero fatto
                          parte in modo permanente i “tre grandi” (usa, Gran Bretagna e urss) insieme con
                          la Francia e la Cina, alleata degli usa nella guerra contro il Giappone. Ogni mem-
                          bro permanente avrebbe però avuto il diritto di veto, cioè la possibilità di annulla-
                          re le decisioni prese dagli altri paesi [→ La storia che vive, p. 483]. Si trattava di un
                          notevole punto di forza per l’Unione Sovietica, che rischiava altrimenti di trovarsi
                          sempre in minoranza rispetto alle democrazie occidentali.

                           8. 4 LA FINE DI MUSSOLINI E DI HITLER
                          Tra la fine del 1944 e l’inizio del 1945 l’Europa visse le ultime drammatiche setti-
                          mane di guerra. In un ostinato tentativo di resistere, Hitler impose l’arruolamento
                          di tutti gli uomini che ancora restavano in Germania, dai ragazzini agli anziani e
                          agli invalidi, e ordinò alla Wehrmacht in ritirata di fare terra bruciata dietro di sé,
                          distruggendo le vie di comunicazione e ogni risorsa materiale che potesse essere
                          sfruttata dall’avanzata nemica.

482                  © Sanoma Italia, G. Borgognone, D. Carpanetto, Eredità e futuro, Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori 2023
SEZIONE     3        DAL TRIONFO DEI TOTALITARISMI ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE

                                                  Tra dicembre e gennaio le Ardenne, in Belgio, furono teatro dell’ultima controf-
                                               fensiva nazista, che fu però respinta. A quel punto ogni speranza per i tedeschi fu
                                               definitivamente perduta: in marzo le truppe alleate oltrepassarono il Reno e avan-
                                               zarono in Germania, mentre i sovietici da est facevano il loro ingresso a Berlino,
                                               iniziando la lotta contro l’estrema difesa nazista.
                                                  Anche in Italia, intanto, dopo lo stallo invernale gli anglo-americani lanciarono
                                               un’offensiva generale che consentì di superare lo sbarramento della linea Gotica e di
                                               muovere verso le principali città del Nord. Parallelamente, le formazioni partigiane
                                               si erano rapidamente ricostituite e avevano ripreso le ostilità contro i nazifascisti.
                                               Anticipando l’arrivo degli Alleati, il 25 aprile (che divenne poi per l’Italia la data
                                               simbolica della Liberazione) il comandante militare del cln generale Cadorna die-
          LABORATORIO                          de l’ordine dell’insurrezione generale delle forze partigiane, che liberarono Bologna,
          DELLE FONTI                          Torino, Milano, Genova, mentre il clnai assumeva temporaneamente i poteri civili
          Il proclama del clnai del
          25 aprile 1945 → p. 494              e militari al posto dell’occupante.
                                                  Lo stesso 25 aprile Mussolini decise di fuggire verso la Svizzera, unendosi a
                                               un’autocolonna tedesca travestito da soldato della Wehrmacht. Fermato dai parti-
                                               giani a Dongo, sul lago di Como, fu riconosciuto, catturato e fucilato il 28 aprile
                                               nella vicina Giulino di Mezzegra; la stessa sorte toccò all’amante Claretta Petacci.
         CARTA INTERATTIVA
         NEL LIBRO DIGITALE

         La guerra in Europa dal 1942 al 1945
                                                                                                                                           Alleati
                              Islanda                                                                                                      Territori progressivamente
                                                                                                                                           liberati dagli anglo-americani
                                                                                                                                           Territori progressivamente
                                                                                                                                           liberati dai russi
egia              Finlandia                                                                                                                Paesi neutrali
                                          Unione    Norvegia                           Finlandia
                                                                                                                                           Territori controllati dalle forze
                                         Sovietica
                                               mare                                                         Unione                         dell’Asse nel maggio 1945
                   Estonia                        del Nord                                                 Sovietica
                                                                                       Estonia                                             Operazione alleata “Overlord”
             Lettonia                   Regno                                                                                              (6 giugno-21 agosto 1944)
marca mar                                                                 Lettonia
     Baltico Lituania                   Unito                         mar
go Berlino                                        Paesi Danimarca Baltico Lituania                                                         Linee difensive tedesche
                                                                                                                                           in Italia e in Germania
       (aprile-maggio 1945)                       Bassi Amburgo Berlino
                    Varsavia            Londra                            (aprile-maggio 1945)                                             Battaglie
       Dresda       (agosto-ottobre 1944)
O                                                                                       Varsavia
       Praga     Polonia                       Belgio REICH               Dresda        (agosto-ottobre 1944)                              Bombardamenti
 (maggio 1945)                  normandia                TEDESCO          Praga    Polonia                                                 Sedi delle conferenze di pace
              oceano
           Slovacchia                                                 (maggio 1945)
             Atlantico                         Parigi
                                                                                  ma
                                                                               Slovacchia
nna       Ungheria                                                                  rC                                              Spostamenti del fronte russo
                     Bulgaria                                                         as                                                         ma
1945)
                                        Francia                 Vienna        Ungheriapio                                                  novembre r C 1942
                                                                                                                                                       asp
                                                 Jalta        (aprile 1945)             Bulgaria
                                        mar                                                                                                               io
     Iugoslavia                         Nero                                                                     Jalta                     aprile 1944
ia                       Romania                                                                          mar
                                                                        Iugoslavia                        Nero                             novembre 1944
                                                               Italia                       Romania
                                                             Roma                                                                          aprile 1945
                 Grecia
             Casablanca                                                               Grecia
                                                                                         Teheran
                                                                                                                                                         Teheran
                Marocco
            mar Mediterraneo
                                                                                mar Mediterraneo

         484                            © Sanoma Italia, G. Borgognone, D. Carpanetto, Eredità e futuro, Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori 2023
Capitolo 13        |   La Seconda guerra mondiale

I due cadaveri, insieme con quelli di alcuni gerarchi, furono poi esposti per alcune
ore a Milano, in piazzale Loreto (dove nell’agosto del 1944 erano stati fucilati 15
partigiani e i loro corpi erano stati esposti per un’intera giornata). Il giorno seguen-
te le forze tedesche firmavano la resa a Caserta.
  Due giorni dopo la morte di Mussolini, il 30 aprile, rendendosi finalmente conto
della sconfitta, Hitler si suicidò nel bunker sotterraneo della Cancelleria di Berlino
assediata dall’Armata rossa, e i suoi seguaci ne bruciarono il corpo. Il 7 maggio
1945, a Reims, in Francia, il successore designato, l’ammiraglio Karl Dönitz, dovet-
te accettare la resa incondizionata. Aveva così termine la guerra in Europa.

8. 5 L’ARMA ATOMICA CONTRO IL GIAPPONE                                                                                         I FESTEGGIAMENTI
Nel frattempo, tra aprile e giugno 1945, nel Pacifico si era svolta un’ultima colossale                                        PER LA VITTORIA
                                                                                                                               Maggio 1945: in un villaggio
battaglia presso l’isola di Okinawa, nell’arcipelago giapponese. Le forze statunitensi                                         tedesco della Sassonia
riuscirono a prevalere soltanto dopo il sacrificio della vita di oltre 100 000 giapponesi                                      soldati sovietici e
e 10 000 soldati americani. Il Sol Levante, tuttavia, guidato da forze nazionaliste e                                          statunitensi festeggiano
                                                                                                                               la resa della Germania.
militariste, era intenzionato a resistere.
   Tra il 17 luglio e il 2 agosto si tenne la conferenza di Potsdam, un nuovo incontro
dei “tre grandi”. Uno di loro però era cambiato: ad aprile era infatti morto improvvisa-
mente, poco dopo la sua quarta rielezione, il presidente statunitense Roosevelt, e gli era
succeduto il vicepresidente Harry Truman (che rimarrà in carica fino al 1953). Egli
annunciò a Churchill e a Stalin, che non si opposero, l’intenzione di usare la bomba
atomica per piegare definitivamente la resistenza del Giappone. Si trattava di un mi-
cidiale ordigno a cui, negli anni della guerra, avevano lavorato gli scienziati in diverse
nazioni, Germania inclusa, ma che era stato infine realizzato negli Stati Uniti dal grup-
po di ricerca del cosiddetto “progetto Manhattan”, composto anche da europei fuggi-
ti dalle persecuzioni nazifasciste, tra i quali il premio Nobel italiano Enrico Fermi.
   Dopo che il Giappone ebbe respinto un ultimatum il 26 luglio, la prima bomba
atomica fu sganciata il 6 agosto 1945 sulla città di Hiroshima. Ai comandi dell’ae-
reo – cui il pilota aveva dato il nome di sua madre, Enola Gay – vi era il colonnello
Paul Tibbets, il quale ignorava i potenziali effetti dell’ordigno. In pochi istanti, tra-
volti da una temperatura di migliaia di gradi, tutti gli edifici di Hiroshima furono
rasi al suolo e 80 000 abitanti morirono. Tre giorni dopo una seconda bomba atomi-
ca disintegrò la città di Nagasaki, facendo altre 40 000 vittime, senza considerare le
decine di migliaia di morti che si sarebbero aggiunte in seguito. Soltanto a distanza
di anni si ebbe coscienza delle conseguenze mortali a lungo termine delle radiazioni.

I GIORNI DELLA STORIA                            l’intento di offrire un contributo                    ai partigiani. Proprio questa data
                                                 significativo alla fine della guerra,                 è stata scelta per commemorare
25 aprile 1945                                   dal 16 aprile iniziò a diffondere
                                                 proclami che incitavano allo
                                                                                                       la liberazione dal nazifascismo.
                                                                                                       Istituita con decreto nel 1946, la

N    ella seconda metà dell’aprile               sciopero generale e all’insurrezione                  commemorazione della Liberazione
     1945 era ormai evidente che                 armata nelle regioni occupate. Il 19                  è stata dichiarata giorno festivo
i nazifascisti erano destinati alla              aprile insorse Bologna; il 24 aprile                  – insieme al 2 giugno (anniversario
sconfitta. Il Comitato di liberazione            Milano e Torino; il 25 aprile il                      della Repubblica italiana) – con una
nazionale dell’Alta Italia, con                  presidio tedesco di Genova si arrese                  legge del 1949.

                  © Sanoma Italia, G. Borgognone, D. Carpanetto, Eredità e futuro, Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori 2023                          485
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