Elementi di Informatica - UNIMIB
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Elementi di Informatica Dr. Paolo Napoletano a.a. 2019/2020 Rappresentazione digitale dell’informazione Argomenti: Introduzione all’informatica, concetto di informazione, rappresentazione digitale dei numeri, digitalizzazione dei segnali, rappresentazione digitale dell’audio, delle immagini, del video e dei caratteri, organizzazione della conoscenza in un calcolatore. Obiettivi di apprendimento di questa sezione. Essere in grado di: o Comprendere la nozione di Informazione, dato e conoscenza. o Definire il bit come unità di misura dell’informazione o Codificare in binario specifiche configurazioni o Trovare la rappresentazione binaria di un numero e viceversa o Comprendere I rudimenti della rappresentazione del suono, immagini e video o Definire un semplice modello concettuale dei dati
Rappresentazione digitale dei caratteri Dai simboli ai bit passando per i numeri ﹢ Una delle caratteristiche principali che distingue la specie umana dalle altre presenti sul nostro pianeta è quella del comunicare. Tale capacità è da sempre legata allo sviluppo tecnologico che ha permesso nel corso del tempo di rendere sempre più efficiente ed efficace il processo di comunicazione. ﹢ La capacità di comunicare si è concretizzata in maniera rilevante attraverso la scrittura, ﹢ La scrittura è composta da sequenze di simboli appartenenti ad un alfabeto, per esempio l’alfabeto latino è un repertorio di caratteri. UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 3
Rappresentazione digitale dei caratteri Dai simboli ai bit passando per i numeri Repertorio dei caratteri Codice dei caratteri Rappresentazione binaria dei caratteri Visualizzazione e/o stampa dei caratteri UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 4
Rappresentazione digitale dei caratteri Codice dei caratteri ﹢ Esprimono una corrispondenza uno-a-uno (spesso rappresentata in forma tabulare) tra i caratteri del repertorio e numeri interi non- negativi. In pratica ad ogni elemento del repertorio di caratteri viene associato un codice numerico chiamato code position. ﹢ e.g. il cara)ere “A” è rappresentato dal code posi4on “65” UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 5
Rappresentazione digitale dei caratteri Codice binario ﹢ E’ il modo in cui il code position viene convertito in bit ossia in una sequenza di bytes (algoritmo di mappatura tra code position e una o più sequenze di bit). Nel caso più semplice ogni ad carattere può essere associato un intero nell’intervallo 0 - 255 (vale a dire un byte), ma questo funziona solo quando il repertorio ha al più 256 caratteri. Per insiemi più grandi bisogna inventarsi codifiche più complesse. ﹢ (e.g. il cara)ere “A”, rappresentato dal code posi4on “65” è rappresentato dalla sequenza binaria 01000001) UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 6
Rappresentazione digitale dei caratteri Visualizzazione e/o stampa dei caratteri ﹢ FONT: E’ la forma o layout del testo, cioè una serie di codici che ne definiscono il formato (numero di colonne, larghezza dei margini, eccetera) e che indicano i punti dove iniziano e terminano determinati attribuiti grafici (il tipo di font, la dimensione del testo, il suo colore, eccetera) . ﹢ (e.g. il font che s4amo u4lizzando è un “Handwri4ng - Dakota” di dimensione 23, di colore grigio) UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 7
Standard di codifica dei caratteri Compatibilità tra sistemi ﹢ I problemi di compatibilità sono stati affrontati dai primi progettisti di computer che proposero una codifica standardizzata denominata American Standard Code for Information Interchange (ASCII): un codice convenzionale usato per la rappresentazione dei caratteri di testo in cui la regola di associazione dei bit ai caratteri era ben definita. UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 8
Standard di codifica dei caratteri Codice ASCII ﹢ Il codice ASCII (American Standard Code for Information Interchange) è la codifica più nota >> nel mondo dell’informatica. 1963 Un Ingegnere, Bob Bemer, Storia della codifica propone uno standard per la codifica dei caratteri, lo standard ASCII (American Standard Code for Information Interchange). Ogni produttore di calcolatori aveva ﹢ E’ uno standard ANSI (X3.4 - 1968) che definisce utilizzato il proprio standard per la codifica dei caratteri, rendendo valori per 128 caratteri, ovvero 7 bit su 8. Nello impossibile la comunicazione: standard originale il primo bit non è “abbiamo oltre 60 modi differenti di rappresentare i caratteri nei significativo ed è pensato come bit di parità. computer, una vera e propria Torre di Babele” , Bob Bermer. ﹢ L’alfabeto latino, nella sua diversa declinazione attraverso le varie lingue del mondo che lo adottano, presenta una grande quantità di varianti grafiche che per la loro numerosità hanno fatto sì che il codice ASCII fosse esteso a 8 bit raddoppiando, quindi, il numero di caratteri rappresentabili (256) UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 9
Standard di codifica dei caratteri Codifica ASCII a 7 bit UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 10
Standard di codifica dei caratteri Ascii Art Il codice ASCII ha rivestito un ruolo molto importante nella ASCII Art. Questa espressione artistica, ancora attiva oggi, considera l’utilizzo dei 95 caratteri del codice ASCII a 7 bit per realizzare immagini di ogni tipo. Pensate anchee alle famose emoticon :-) ;-) |-) :-(
Standard di codifica dei caratteri Unicode ﹢ Ben presto anche il codice a 8 bit ha mostrato dei limiti: la necessità di rappresentare caratteri appartenenti ad alfabeti appartenenti a lingue diverse, come per esempio il cirillico o il cinese. ﹢ Per questo motivo nel 1991 è stato introdotto lo standard Unicode nel cui schema di rappresentazione dei caratteri viene assegnata una configurazione di 16 bit (potendo quindi arrivare a rappresentare fino a 216 = 65536 caratteri). ﹢ Ogni versione di standard di Unicode identifica la corrispondente versione nello standard ISO/IEC 10646. ﹢ La pagina ufficiale di Unicode http://www.unicode.org/versions/ permette di identificare per ogni versione se e come è allineata ad una versione di ISO/IEC 10646. ﹢ Si pensi ad esempio ai vari UTF-8, UTF-16 o UTF-32 (utilizzati nel web) con 4294967296 configurazioni possibili. UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 12
Concetto di Font Font e glifi ﹢ Un testo digitale che contenga solo la codifica del contenuto si definisce testo semplice (plain text); se invece contiene anche informazioni sul formato tipografico si definisce testo ricco (rich text). ﹢ Quando si utilizza un programma di videoscrittura, ci si imbatte nella definizione dell’aspetto grafico dei caratteri, ovvero nel cosiddetto font. Le sigle Times New Roman, Arial, Garamond ecc. si riferiscono ad alcuni esempi di font. ﹢ Formalmente, un font è univocamente determinato dal repertorio di caratteri e dall’aspetto grafico di questi, i cosiddetti glifi. ﹢ Per glifo si intende un’unità grafica, cioè un’immagine vettoriale, in grado rappresentare i caratteri appartenenti a un particolare insieme in uno stile o disegno particolare indipendentemente dalla dimensione. UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 13
Concetto di Font Font e glifi ﹢ Esistono diverse centinaia di font, ma una possibile classificazione di questi vede la presenza di quattro macro-famiglie: serif, sans-serif, calligrafici e fantasia. UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 14
Rappresentazione dell’audio
I segnali in un calcolatore Dal segnale alla sequenza di bit ﹢ Un segnale si ottiene grazie alla variazione nel tempo di una grandezza fisica che, assumendo valori differenti, trasmette informazione. ﹢ Ritroviamo in questa definizione il concetto di simbolo introdotto nelle slide precedenti; in questo caso, alcuni valori prescelti, o tutti, della grandezza fisica sono associate ad un simbolo differente, per cui un segnale in un certo intervallo di tempo corrisponde ad una sequenza di simboli, con la quale, ovviamente , è possibile codificare informazione I(t) Caso del segnale elettrico: la grandezza fisica I che varia nel tempo t è la corrente o la tensione elettrica all’interno di t un elemento fisico conduttore, tempo e quindi un cavo o un circuito V F V F V F V F V F UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 16
I segnali in un calcolatore Segnali continui e discreti ﹢ Esempi di segnali. Nella colonna di sinistra segnali a tempo continuo e nella colonna di destra a tempo discreto. Nella riga superiore segnali ad ampiezza continua e nella riga inferiore ad ampiezza discreta Tempo continuo Tempo discreto I(t) I(n) Max Max Ampiezza continua t n tempo tempo Min Min Segnale analogico I(t) I(n) Max Max Ampiezza discreta t n tempo tempo Min Min Segnale numerico UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 17
Rappresentazione digitale dell’audio La fisica del suono ﹢ Un’onda sonora si genera grazie alla vibrazione di un oggetto in un mezzo elastico (gas, liquido o solido), detta sorgente sonora. Questa vibrazione è in grado, grazie alle proprietà meccaniche del mezzo, di indurre alle particelle adiacenti (atomi e molecole) dei movimenti oscillatori (movimenti nello spazio) intorno alla posizione di riposo. Questa massa che vibra provoca una variazione locale di pressione che consente al suono di propagarsi nello spazio. ﹢ La variazione di pressione è in grado di propagarsi nel mezzo come una successione di rarefazioni e condensazioni (cioè variazioni di densità) lungo la direzione di propagazione dell’onda. UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 18
Rappresentazione digitale dell’audio La fisica del suono ﹢ In questo modo, il semplice movimento vibratorio di un oggetto, considerato sorgente del suono, si propaga meccanicamente originando un’onda sonora (o onda acustica) longitudinale, perché le particelle del mezzo oscillano lungo la direzione di propagazione Rarefazioni direzione di dell’onda stessa. Dato che il suono Condensazioni propagazione per propagarsi ha bisogno del movimento oscillatorio delle particelle del mezzo circostante, se ne deduce che nel vuoto esso non si propaga. UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 19
Rappresentazione digitale dell’audio La fisica del suono ﹢ L’osservazione del suono in punto consiste dunque nella rivelazione della variazione locale di pressione in tale punto e nella trasduzione di questa variazione meccanica in una variazione elettrica, quindi di tensione o corrente. Il segnale risultante da questo processo di trasduzione è continuo in ampiezza e nel tempo e viene detto: segnale audio analogico. UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 20
Rappresentazione digitale dell’audio Acquisizione del suono ﹢ Il suono generato da una sorgente e raccolto da un microfono o semplicemente percepito dal sistema uditivo umano in un punto specifico dell’ambiente circostante non è altro che il risultato di un processo di trasduzione meccano-elettrica. x sorgente sonora dispositivo di trasduzione Segnale audio analogico I(t) Max Ambiente t Min tempo y UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 21
Rappresentazione digitale dell’audio Suono come fenomeno psicofisico ﹢ l suono può essere studiato sia come propagazione di un fenomeno ondulatorio in un mezzo, e quindi osservato come fenomeno fisico, sia come eccitazione del meccanismo uditivo che dà luogo alla percezione acustica e quindi osservato come fenomeno psicofisico. 130 130 120 120 soglia di rumore 110 110 Livello di pressione sonora [dB] Livello di pressione sonora [dB] 100 phon 100 100 area di udibilità 90 90 90 80 80 80 70 Musica 70 70 60 60 60 50 voce 50 50 40 40 40 30 30 30 20 20 20 10 10 10 soglia di udibilità soglia di udibilità 0 0 -10 -10 16 31,5 63 125 250 500 1k 2k 4k 8k 16k 16 31,5 63 125 250 500 1k 2k 4k 8k 16k Frequenza [Hz] Frequenza [Hz] Curve isofoniche Audiogramma UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 22
Rappresentazione digitale dell’audio Registrazione ﹢ Esistono diversi dispositivi di registrazione, che si distinguono in funzione del numero di segnali audio, canali, che possono essere acquisiti contemporaneamente, in funzione della tecnica di registrazione che può essere sia analogica che digitale e in funzione del supporto di registrazione che può essere ottico, magnetico o elettronico Casse acustiche Registratore a 2 piste Amplificatore Strumenti Casse Microfoni acustiche Software Workstation Strumenti Mixer Registratore a 2 piste Interfaccia audio Strumenti Microfoni Cuffie o Casse acustiche UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 23
Rappresentazione digitale dell’audio Campionamento e quantizzazione La digitalizzazione del segnale audio analogico avviene selezionando un certo numero di campioni dal segnale audio a intervalli di tempo prefissato (campionamento) e rappresentando ogni campione con una sequenza fissata di bit (quantizzazione e codifica). I(t) I(t) 4 3 2 fc 1 0 t t tempo -1 -2 ∆ -3 campionamento quantizzazione UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 24
Rappresentazione digitale dell’audio Campionamento e quantizzazione La digitalizzazione del segnale audio analogico avviene selezionando un certo numero di campioni dal segnale audio a intervalli di tempo prefissato (campionamento) e rappresentando ogni campione con una sequenza fissata di bit (quantizzazione e codifica). I(t) I(t) 4 3 2 fc 1 0 t t tempo -1 -2 ∆ -3 campionamento quantizzazione UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 25
Rappresentazione digitale dell’audio Campionamento e quantizzazione La digitalizzazione del segnale audio analogico avviene selezionando un certo numero di campioni dal segnale audio a intervalli di tempo prefissato (campionamento) e rappresentando ogni campione con una sequenza fissata di bit (quantizzazione e codifica). I(t) I(t) 4 3 2 fc 1 0 t t tempo -1 -2 ∆ -3 campionamento quantizzazione UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 26
Rappresentazione digitale dell’audio Campionamento e quantizzazione La digitalizzazione del segnale audio analogico avviene selezionando un certo numero di campioni dal segnale audio a intervalli di tempo prefissato (campionamento) e rappresentando ogni campione con una sequenza fissata di bit (quantizzazione e codifica). I(t) I(t) 4 3 2 fc 1 0 t t tempo -1 -2 -3 campionamento quantizzazione UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 27
Rappresentazione digitale dell’audio Campionamento e quantizzazione ﹢ Il teorema del campionamento (approfondimenti su questo nel testo) ci insegna che un numero adatto di campioni al secondo sono sufficienti per ricostruire in maniera affidabile il segnale originale. Il numero di campioni al secondo (Hertz – Hz) è definito dalla frequenza di campionamento (fc) ﹢ Per completare la digitalizzazione, si applica ai campioni discretizzati un procedimento di binarizzazione. Il numero di bit con cui si codificano i livelli del segnale, si dicono livelli di quantizzazione. Maggiore sono i numeri di livelli e maggiore è l’affidabilità nella rappresentazione. I(t) 4 0 3 -2 0 0 0 …. 3 ﹢ 2 1 0 t -1 -2 -3 UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 28
Rappresentazione digitale dell’audio Campionamento e quantizzazione Es. Un segnale audio campionato a fc = 8000Hz = 8 KHz è un segnale rappresentato da 8000 campioni al secondo, dunque se il segnale audio (e.g. una canzone) dura 3,35 minuti si ha: ﹢ 3,35 min x 8000 campioni= 215 sec x 8000 campioni = 1.720.000 campioni Se ad esempio la fc = 16000Hz = 16 KHz, allora si ha: ﹢ 3,35 min x 16000 campioni= 215 sec x 16000 campioni = 3.440.000 campioni Es. Un segnale audio di durata 3,35 min a 8 KHz è rappresentato da 1.720.000 campioni. Se uso 5 livelli di quantizzazione significa che ogni campione può essere rappresentato da 3 bit, se invece uso 256 livelli, mi servono 8 bit a campione, per cui si ha: ﹢ (1.720.000 campioni) x 3 bit = 5.600.000 bit = 683.59 KB ﹢ (1.720.000 campioni) x 8 bit = 13.760.000 bit = 1.64 MB UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 29
Rappresentazione digitale dell’audio Bit rate Un parametro che riassume frequenza di campionamento e intervalli di quantizzazione è il bit rate. Questo valore indica il numero di bit al secondo che siamo obbligati a trasmettere se vogliamo trasferire informazione digitale. Es. Un segnale audio campionato a fc = 8000Hz = 8 KHz e rappresentato da 256 livelli di quantizzazione ha un bit rate: ﹢ (8.000 campioni al secondo) x 8 bit = 64.000 bit-per-secondo = 64.000 bps = 64 Kbps Nota la durata del segnale e il suo bit rate, si determina univocamente la sua dimensione in byte. Es. Un segnale audio di durata 3,35 min con bitrate = 64Kbps occupa: ﹢ 215 sec x 64 Kbps = 13760000 b = 1,64 MB UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 30
Rappresentazione digitale dell’audio Bit rate In maniera inversa il bit rate può essere utilizzato per capire quanto tempo ci si impiega per trasferire una determinata quantità di informazione su un canale di trasmissione (che può essere il wifi, il bus del processore ecc.). Supponiamo che il nostro canale permette un bit rate (e quindi una velocità) di 6 Mbps (vuol dire che in un secondo si possono trasmettere 6 x 106 bit = 5,72 Mb) Es. Un segnale audio di durata 3,35 min a fc = 8 KHz e 8 bit (215 sec x 64 Kbps = 13760000 b = 13,12 Mb). Nel caso in cui abbiamo a disposizione 6 Mbps allora abbiamo bisogno di 13,12/6 = 2,19 secondi per traferire il segnale. Se il segnale è una canzone e dobbiamo scaricarla con la nostra connessione WiFi di casa a 6 Mbps, allora ci vogliono 2,19 secondi. UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 31
Rappresentazione digitale dell’audio Segnale audio monocanale e stereo ﹢ Un segnale audio si definisce mono, o anche a singolo canale, quando è composto da un solo segnale elettrico. ﹢ Un segnale mono quando registrato su un supporto, o rappresentato in un software di editing, appare come una sola traccia audio. ﹢ Un segnale audio può essere invece multicanale quando è stato ottenuto grazie all’unione di più segnali audio mono e quindi più segnali elettrici ﹢ l concetto di multicanalità è particolarmente legato a quello di spazialità del suono, grazie al quale è possibile attribuire maggiore realismo ai suoni riprodotti attraverso altoparlanti e che è alla base della stereofonia e del surround. ﹢ l’audio elaborato dal nostro cervello non è altro che un segnale multicanale, ottenuto dall’unione del segnale monocanale destro e di quello sinistro, detto segnale stereo. UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 32
Rappresentazione digitale dell’audio Segnale audio monocanale e stereo ﹢ La natura stereofonica del nostro sistema uditivo ci consente di percepire un fattore di spazialità associato al suono, detto, appunto, spazialità del suono. ﹢ Il segnale audio multicanale che è composto dai due monocanali così differenziati è chiamato segnale audio stereo. ﹢ Sebbene la natura del nostro sistema percettivo sia stereofonica, i suoni che percepiamo possono provenire da qualsiasi direzione dello spazio circostante, per cui la riproduzione attraverso due altoparlanti stereo non sempre è adeguata a ricreare la spazialità del suono. ﹢ Per questo motivo, alcuni anni fa sono state introdotte delle tecniche di riproduzione più sofisticate, chiamate surround, che utilizzano segnali audio differenziati su più di due canali, per esempio 5 o 7, e quindi altrettanti altoparlanti disposti intorno all’ascoltatore in modo da avere suoni provenienti da diverse direzioni. UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 33
Rappresentazione digitale dell’audio Segnale audio musicale e vocale Tra le varie tipologie di segnali audio, quelli di maggiore interesse nell’ambito della compressione audio sono quelli vocali e quelli musicali. Analizziamo il bitrate necessario per poterli rappresentare in formato digitalizzato non compresso: Segnale Musicale: in ambito musicale è diventato uno standard de facto il Compact Disc (CD) le cui caratteristiche vengono oramai prese come riferimento per il cosiddetto “audio ad alta qualità”. I CD utilizzano codifiche stereo (due canali) con frequenza di campionamento 44.1KHz e valori di quantizzazione a 16 bit. Dunque, il bitrate di un tale segnale è pari a circa: 2 canali x 44100 Hz x 16 bit = 1.4Mbit/sec Segnale Vocale: in ambito vocale, come riferimento viene generalmente preso il sistema telefonico digitale dove i segnali sono campionati con frequenza di campionamento 8 KHz e quantizzati con parole da 8bit. Dunque, il bitrate di un tale segnale è pari a: 2 canali x 8000Hz x 8 bit = 128kbit/s UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 34
Rappresentazione digitale dell’audio Segnale audio musicale e vocale Generalmente un segnale audio non compresso è rappresentato dal formato WAV Sviluppato da Microsoft e IBM per PC compatibile IFF o AIFF Sviluppato da Apple per piattaforma Macintosh Formato compresso è principalmente: mp3 NOTA: L’errore che si commette nella digitalizzazione del segnale audio è difficilmente rilevabile da parte di un orecchio umano UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 35
Esercizio 1 Segnale audio musicale e vocale Devo trasferire 1000 brani musicali con durata media è di 100 secondi, campionati a 16KHz con dimensione del campione 8bit. Quale tra le seguenti dimensioni di pen drive consente di trasferire i file tutti assieme lasciando libero il minor spazio possibile? ﹢ 512 MB ﹢ 1 GB ﹢ 2 GB UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 36
Esercizio 1 Segnale audio musicale e vocale Devo trasferire 1000 brani musicali con durata media è di 100 secondi, campionati a 16KHz con dimensione del campione 8bit. Quale tra le seguenti dimensioni di pen drive consente di trasferire i file tutti assieme lasciando libero il minor spazio possibile? ﹢ 512 MB ﹢ 1 GB ﹢ 2 GB Risoluzione In questo caso l’audio si intende monocanale. 1000 X (100 s X 16.000 Hz) X 8 bit = 1000 X 1.600.000 X 1 Byte = = (((1000 X 1.600.000)/1024)/1024)/1024) Gbyte = = 1,49 Gbyte UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 37
Esercizio 2 Segnale audio musicale e vocale Ho un piano tariffario di 500 MB settimanali di dati e non ho connessione WiFi disponibile. Devo effettuare una telefonata whatsapp audio ogni giorno con un’amica per 7 giorni. Quanto lunga può essere la telefonata media considerando che whatsapp codifica il segnale vocale a 8000 Hz e 10 bit a campione? ﹢ Circa 15 min ﹢ Circa 1 ora ﹢ Circa 36 sec UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 38
Esercizio 2 Segnale audio musicale e vocale Ho un piano tariffario di 500 MB settimanali di dati e non ho connessione WiFi disponibile. Devo effettuare una telefonata whatsapp audio ogni giorno con un’amica per 7 giorni. Quanto lunga può essere la telefonata media considerando che whatsapp codifica il segnale vocale a 8000 Hz e 10 bit a campione? ﹢ Circa 15 min ﹢ Circa 1 ora ﹢ Circa 36 sec Risoluzione In questo caso l’audio si intende monocanale. D x 7 x 8000 x 10 bit = 500 MB = 524.288.000 bit à D = Durata media = 524.288.000 bit / 560.000 bit = 936, 23 sec = 15 min e 36,23 sec UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 39
Rappresentazione delle immagini
Rappresentazione digitale delle immagini Qual è la grandezza fisica che varia L’intero processo di rappresentazione digitale di un’immagine può essere ben compreso una volta che è chiara qual è la grandezza fisica che varia e che porta informazione. UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 41
Rappresentazione digitale delle immagini Formazione delle immagini La formazione di un’immagine può essere considerata, più in generale, come un processo di rivelazione e registrazione che “ferma”, in un istante di tempo specifico, l’immagine su un supporto adatto agli usi successivi. Questo avviene grazie alla proiezione su una matrice di rivelazione fotosensibile della radiazione elettromagnetica (raggi di luce), raccolta in un istante di tempo da un sistema ottico, proveniente da tutti i punti della scena che si trovano su un piano. Sistema ottico Raggi di luce Immagine Punti sul piano Matrice di Rivelazione (retina, pellicola o ccd) UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 42
Rappresentazione digitale delle immagini Formazione delle immagini La matrice opera una trasduzione di un segnale luminoso in un segnale elettrico e può essere schematizzata come la retina dell’occhio umano (processo neuro- fisiologico), una pellicola fotografica (tecnologia analogica) o un sensore fotosensibile (rivelatore elettronico - tecnologia digitale). Sistema ottico Raggi di luce Immagine Punti sul piano Matrice di Rivelazione (retina, pellicola o ccd) UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 43
Rappresentazione digitale delle immagini L’informazione è il colore L’informazione di cui si compone un’immagine è il colore dei singoli punti (oggetti) della scena che viene rivelato attraverso un sistema di acquisizione. Il colore è il risultato della mescolanza delle componenti spettrali contenute nella radiazione luminosa incidente che è un’onda elettromagnetica, e come tale, è un segnale continuo nello spazio e nel tempo. La matrice di rivelazione può essere schematizzata come una matrice che contiene una distribuzione regolare di elementi fotosensibili Radiazione Luminosa Vmax Vmin Sensore fotosensibile Matrice di Rivelazione (piano dell'immagine) UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 44
Rappresentazione digitale delle immagini Campionamento e quantizzazione Abbiamo imparato che un processo di digitalizzazione, e quindi di rappresentazione binaria dell’informazione, quando si riferisce a un’informazione analogica, prevede sempre il susseguirsi di due fasi: il campionamento e la quantizzazione. Radiazione Luminosa Vmax Vmin Sensore fotosensibile Matrice di Rivelazione (piano dell'immagine) UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 45
Rappresentazione digitale delle immagini Campionamento ﹢ La radiazione luminosa è un segnale continuo (ha valori in tutti i punti dello spazio) ed eccita i sensori in modo da ottenere valori (numeri) reali di carica e quindi di tensione elettrica che vanno da un valore massimo (Vmax) e minimo (Vmin). La matrice di rivelazione, poiché è composta da un numero finito di sensori fotosensibili, compie intrinsecamente un campionamento nello spazio e la circuiteria che segue i sensori quantizza i valori di tensione elettrica convertendo così il segnale luminoso in digitale. ﹢ Chiameremo il più piccolo elemento, dunque il campione o punto, pixel (dalla contrazione delle due parole PICture ELements) ﹢ Risoluzione - Stabilisce il numero di punti con cui si rappresenta l’immagine e quindi l’area del piano dell’immagine stessa. Si ottiene moltiplicando il numero di punti della larghezza con quella della lunghezza (si esprime in pixel, per esempio . UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 46
Rappresentazione digitale delle immagini Campionamento Immagine campionata da una matrice di rivelazione con 52 x 40 punti (sinistra) e 26 x 20 (destra) UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 47
Rappresentazione digitale delle immagini Quantizzazione ﹢ L’informazione associata a ogni campione, come abbiamo già detto, è il colore rivelato dal sensore fotosensibile. Seguendo la Teoria dei Colori, un colore può essere sempre ottenuto come mescolanza di tre colori primari, e generalmente si fa riferimento ai tre colori Rosso, Verde e Blu (Red, Green, Blue - RGB). ﹢ È solito considerare anche una rappresentazione diversa da quella ottenibile con la mescolanza dei colori primari e che considera invece di identificare il colore attraverso la sua parte di luminanza, relativa all’intensità di luce del fascio incidente sul fotosensore, e la sua parte di crominanza, relativa dunque alla parte di colore ﹢ Quando consideriamo un’immagine formata dalla sola parte di luminanza, stiamo considerando un’immagine priva di colori che viene detta a livelli di grigio. UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 48
Rappresentazione digitale delle immagini Quantizzazione ﹢ Un segnale di questo tipo, per essere rappresentato su una macchina, deve essere codificato con un numero finito di simboli ﹢ Profondità di colore: Il numero di bit con cui rappresentiamo ogni singolo campione stabilisce il numero di livelli di luminosità (oppure colore primario) rappresentabili. ﹢ Nel caso di immagini a colori possiamo utilizzare, per ogni campione e per ogni colore primario, da 1 bit fino a 8 bit, che equivale a una rappresentazione che va da 8 colori (3 bit) fino a 16 777 216 milioni di colori (24 bit). Questa ultima rappresentazione viene chiamata truecolor e la più comune rappresentazione che consente di ottenere il maggior numero di colori. UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 49
Rappresentazione digitale delle immagini Quantizzazione Esempio di immagine quantizzata con diversi livelli di profondità di colore 2 4 8 16 32 64 128 256 UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 50
Rappresentazione digitale delle immagini Quantizzazione Schema sintetico del processo di quantizzazione che porta alla digitalizzazione. 7 Vmax 0 Vmin 3.4 6.6 3 7 (011) (111) 2.6 3.4 3 3 (011) (011) [Vmin, ..., Vmax] [0,1,2,3,4,5,6,7] UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 51
Rappresentazione digitale delle immagini Esempi Alcuni esempi a risoluzione e livelli variabili Es. Un’immagine di risoluzione 1024 x 1024 è composta da 1048576 pixel, e se quantizzata con 256 livelli per canale (24 bit), otteniamo: ﹢ 1 048 576 x 24 = 25 165 824 bit = 3 MB Se quantizziamo con 16 livelli per canale (12 bit), otteniamo: ﹢ 1 048 576 x 12 = 12 582 912 bit = 1,5 MB Es. Un’immagine di risoluzione 512 x 512, è composta da 262144 pixel, e se quantizzata con 256 livelli per canale (24 bit), otteniamo: ﹢ 262144 x 24 = 6291456 bit = 0,75 MB Se quantizziamo con 16 livelli per canale (12 bit), otteniamo: ﹢ 262144 x 12 = 31 45 728 bit = 0,38 MB UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 52
Rappresentazione digitale delle immagini Visualizzazione, stampa, qualità e bit-rate ﹢ Qualità percepita - È il livello di qualità giudicata da esseri umani a cui è stata sottoposta un’immagine. ﹢ Dpi (dot per inch) - È un fattore geometrico e rappresenta il numero di punti per lunghezza unitaria misurata in pollici. ﹢ È evidente che, assegnato il dpi e la risoluzione, si riesce a stabilire la grandezza fisica dell’immagine quando questa è acquisita da una fotocamera, rappresentata su uno schermo o stampata su un foglio. UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 53
Rappresentazione digitale delle immagini Visualizzazione, stampa, qualità e bit-rate ﹢ Il valore di dpi è un limite fisico dei dispositivi di visualizzazione e/o stampa, perchè indirettamente influenza la dimensione geometrica del più piccolo elemento visualizzabile e/o stampabile. ﹢ Nel caso delle matrici di rivelazione digitale delle fotocamere o degli scanner il dpi è legato alle dimensioni geometriche del singolo sensore disposto sulla matrice di rivelazione. Nei display, il dpi è legato alla dimensione geometrica degli elementi più piccoli con cui si visualizza l’immagine (per esempio i cristalli liquidi nel caso di un display LCD). ﹢ Nel caso della stampa è legato alla geometria dell’elemento più piccolo che è possibile stampare su un foglio (per esempio la dimensione della testina dell’ago in una stampante ad aghi). UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 54
Rappresentazione digitale delle immagini Ppi ﹢ È importante notare che la dimensione geometrica del più piccolo elemento varia a seconda del dispositivo. Per questo motivo, generalmente si fa riferimento al ppi, cioè al pixel per inch, quando si parla di numero di punti per pollice di un display digitale. ﹢ Il ppi è più appropriato per misurare i punti visualizzabili in un’immagine digitale, ed è, da un punto di vista concettuale, simile al dpi, anche se questo è maggiormente impiegato nella stampa. UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 55
Rappresentazione digitale delle immagini Dpi e risoluzione Esempio di immagine a dpi variabile da 300 fino a 37 e con dimensione geometrica fissa 300 150 256 75 37 UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 56
Rappresentazione digitale delle immagini Dpi e risoluzione Esempio di immagine a dpi variabile da 300 a 37 e dimensione geometrica del più piccolo elemento visualizzabile fissa 37 75 150 300 UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 57
Rappresentazione digitale delle immagini Aspect ratio ﹢ Dalla risoluzione si riesce a derivare anche un altro parametro che è l’aspect ratio, cioè il rapporto tra la larghezza e l’altezza dell’immagine. ﹢ Quando si parla di visualizzazione non si può trascurare una delle caratteristiche più utilizzate per definire la grandezza geometrica del piano di visualizzazione e cioè la lunghezza della diagonale, espressa in pollici, calcolata tra due angoli opposti del pannello. 4:3 (1,33:1) 3:2 (1,5:1) 16:9 (1,78:1) 1,85:1 2,39:1 UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 58
Rappresentazione digitale delle immagini Formati ﹢ Formati di visualizzazione HDTV - 1920 x 1080 XGA - 1024 x 768 HDTV - 1280 x SDTV (PAL) - 768 x 576 720 SDTV (NTSC) - 720 x 480 UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 59
Rappresentazione digitale delle immagini Formati ﹢ Formati di visualizzazione UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 60
Rappresentazione digitale delle immagini Formati ﹢ Formati di visualizzazione UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 61
Rappresentazione digitale delle immagini Formati ﹢ Formati di visualizzazione confronto 8K vs SD (formato immagine tv digitale non fullHD) SD 8K UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 62
Rappresentazione digitale delle immagini Formati ﹢ Formati di visualizzazione confronto 8K vs SD SD 8K UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 63
Rappresentazione digitale delle immagini Bit rate Consideriamo un canale di trasmissione con capacità di 2 Mbit/s e supponiamo di voler trasferire su questo canale un’immagine. Poiché la capacità di un canale si riferisce alla quantità di informazione che è possibile trasferire nell’unità di tempo, a partire da questa proveremo a calcolare la quantità di tempo necessaria a trasferire due diverse immagini. Dall’Esempio 1 trattato precedentemente, un’immagine di risoluzione 1024 x 1024 in truecolor (24 bit), occupa 25 165 824 bit ovvero circa 24 Mbit, per cui si ha: ﹢ 24 Mbit / 2 Mbit/s = 12 s Un’immagine a risoluzione 512 x 512 codificata in truecolor, occupa invece circa 6 Mbit: ﹢ 6 Mbit / 2 Mbit/s = 3 s In questo esperimento confermiamo il fatto che abbiamo bisogno di un tempo 4 volte più grande per inviare la stessa immagine ma a dimensione geometrica doppia. UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 64
Rappresentazione digitale delle immagini Bitmap ﹢ L’immagine ottenuta seguendo il processo di digitalizzazione appena descritto si chiama anche frame e contiene una rappresentazione che viene detta formato raster ed è immagazzinata grazie a un file. ﹢ Questo formato si chiama anche mappa dei bit o bitmap, secondo cui per ogni pixel sono indicati 3 byte (RGB) ﹢ Ci sono altre informazioni necessarie per la corretta visualizzazione dell’immagine come numero di pixel in una riga, risoluzione spaziale, profondità di colore. I pixel sono organizzati secondo una griglia regolare, detta appunto raster. Pixel 255 0 Bitmap data in file: 0. 0. 0. 0. 0. 0. 0. 255. 255. 255. 255. 255. 0. 0. 255. 0 UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 65
Rappresentazione digitale delle immagini Formati di rappresentazione ﹢ BMP - Windows Bitmap: formato non compresso standard nei sistemi operativi della famiglia Microsoft; ﹢ TIFF - Tagged Image File Format: Famiglia di formati compressi, molto comuni nei dispositivi di acquisizione digitali come scanner, fax e macchine fotografiche digitali; ﹢ PNG - Portable Network Graphics: formato truecolor compresso adatto ad applicazioni in rete; ﹢ GIF - Graphics Interchange Format: formato che supporta al massimo 256 colori, adatta per rappresentare diagrammi, animazioni, sfondi trasparenti. Si considera comunque un formato compresso; ﹢ JPEG - Joint Photographic Experts Group: formato truecolor compresso utilizzato principalmente nelle machine fotografiche digitali e in applicazioni multimediali in rete. UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 66
Rappresentazione digitale delle immagini Immagini vettoriali ﹢ Le immagini possono essere anche rappresentate in vettoriale, ovvero come composizione di primitive geometriche (punti, linee, curve, poligoni ..) a loro volta codificate in termini di equazioni matematiche con riferimento alla geometria analitica. ﹢ Il formato vettoriale si basa sul principio che qualsiasi forma può essere sintetizzata con l’utilizzo di forme elementari, appunto punti, curve, poligoni ecc. Linea Rettangolo Curva Keypoint UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 67
Rappresentazione digitale delle immagini Immagini vettoriali: formati ﹢ CGM - Computer Graphics Metafile: è un formato nato per contenere sia raster che vettoriale 2D, oggi di grande interesse perché è stato sviluppato un formato per il Web dal Consorzio W3C; ﹢ SVG - Scalable Vector Graphics: creato dal Consorzio W3C è basato sul formato XML (Extensible Markup Language) è utilizzato per la rappresentazione 2D sia statica che dinamica; ﹢ WMF - Windows Metafile: è un formato grafico sviluppato da Microsoft nel 1990, e può contenere sia rappresentazioni bitmap che vettoriali; ﹢ DXF - Drawing Interchange Format: è un formato vettoriale sviluppato per sostenere l’interoperabilità tra i software CAD e quelli di elaborazione delle immagini vettoriali; ﹢ DWG - Drawing: è un formato nativo del principale software di CAD, chiamato AutoCad e che oggi è supportato da molteplici software. UNIMIB-TTC: Elementi di Informatica 68
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