E-learning e mondo classico - Delio de Martino - Educazione. Giornale di ...

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E-learning e mondo classico
Delio de Martino
                                                            Università di Foggia
                                                Dipartimento di Studi Umanistici
                                                   via Arpi, 176 - 71121 Foggia
                                                       delio.demartino@unifg.it

Abstract
E-learning and the classic world
E-learning is considered a modern educational modality opposite to
the traditional one and its way of teaching. But the most modern
technology of distance learning has its roots in the ancient world.
Plato and Quintilian, among others, described the preoccupation and
principles of new way of transmission of knowledge through new
modalities and technologies. In addition telematic universities used
myth to connect themselves to classic tradition in their logos and
naming as in the case of Pegaso, the most famous Italian telematic
university. Finally the ancient cultures are starting to be promoted
and taught by Moocs (Massive open online courses) and e-learning.
Keywords: e-learning; DL; antiquity; myth; Mooc.

Resumen
E-learning y mundo clásico
El e-learning es considerado una tecnología opuesta a la tradición y
a su manera de enseñar. En realidad la más moderna tecnología de
educación a distancia radica en el mundo antiguo: Platón y Quinti-
liano, entre otros, describen las preocupaciones y los principios de
la trasmisión de conocimiento a través de nuevas modalidades y
tecnologías. Además las universidades telemáticas han aprovechado
el mito para conectarse a la tradición en sus logos y en su naming,
como en el caso de Pegaso, la más importante universidad telemáti-
ca italiana. En fin las culturas antiguas van a ser promovidas y en-
señadas a través de los Mooc (Massive open online courses) y el e-
learning.
Palabras clave: e-learning; EaD; antigüedad; mito; Mooc.

EDUCAZIONE. Giornale di pedagogia critica, X, 1 (2021), pp. 103-126.
ISSN 2280-7837 © 2021 Editoriale Anicia, Roma, Italia.
DOI: 10.14668/Educaz_10106
Delio de Martino

1. La Fad e il rifiuto della tradizione

La Fad (Formazione a distanza) di terza generazione,
quella che sfrutta le tecnologie della rete e dell’e-
learning, è considerata l’ultima frontiera delle metodo-
logie didattiche, figlia della rivoluzione digitale e
proiettata verso il futuro della pedagogia in chiave digi-
tale. La grande modernità e innovazione dell’e-learning
sembrerebbe lontanissima dalla cultura classica ma nu-
merosi e di diversa natura sono i punti di contatto.
      Questi legami, sebbene a volte accennati nella lette-
ratura pedagogica, sono messi in ombra da un eccesso
di entusiasmo per il rinnovamento e di rifiuto della tra-
dizione o, al contrario, da un approccio ipercritico che
vede nell’e-learning un processo di degrado della pre-
stigiosa classica didattica erogativa in presenza e un
processo di Mcdonaldizzazione della formazione1. Infat-
ti la visione pregiudiziale dell’e-learning come metodo-
logia didattica che rende difficile lo sviluppo del giudi-
zio critico sembrerebbe porre la Fad di terza generazio-
ne all’opposto della tradizione del pensiero filosofico
dell’epoca classica e della sua enorme eredità culturale.
      In realtà l’epoca attuale, caratterizzata da incertezza
e confusione per i sempre più rapidi cambiamenti tecno-
logici e metodologici, non può non richiamare la Grecia
classica secolo e il suo secolo d’oro, il V a.C.
      Sono infatti numerosi i pedagogisti che vedono nel-
la problematicità dell’introduzione dell’e-learning, e in
particolare della mai sopita querelle tra apocalittici e
integrati dell’innovazione digitale, un parallelo con
quanto già accaduto in epoca classica quando iniziò a
diffondersi in Grecia la più grande innovazione tecnolo-

       1
         N. Carroll, E-learning-the McDonaldization of Education, in «Eu-
ropean Journal of Higher Education», 3 (4), 2013, pp. 342-356; cfr. G. Ri-
tzer, La McDonaldizzazione della produzione, Roma, Lit edizioni, 2017.
104
E-learning e mondo classico

gica della didattica e più in generale del pensiero uma-
no: la scrittura.

2. Platone e la Fad di terza generazione

È Platone, uno dei primi grandi pedagogisti della storia2,
il filosofo più spesso chiamato in causa a proposito di e-
learning3. Vissuto V e IV secolo a.C., si ritrovava in una
società per molti versi simile a quella attuale perché di-
sorientata dal passaggio dall’oralità alla scrittura, la
prima tecnologia che consentiva una forma di appren-
dimento “a distanza”, senza la presenza fisica del mae-
stro.
      Emblematica è la parte finale del Fedro 274c-275c,
in cui Socrate racconta il mito del dio egiziano Theuth
(una specie di Ermes) recatosi presso il re di Tebe Tha-
mus, per “brevettare” le sue invenzioni: numeri, calcolo,
geometria, astronomia, pesseia, dadi e, last but not
least, scrittura, prediletta dal dio e pubblicizzata come
«farmaco per la memoria e per la sapienza» (274e), una
sorta di panacea. Per tutte le altre il re entrò nel merito,
dilungandosi su pregi e difetti, l’ultima invece la liquidò
perché ad effetto contrario, «farmaco non della memoria
(mnemes) ma del promemoria (hypomnemes)», e dun-
que della «dimenticanza» nelle anime e della «falsa sa-

       2
         M. Migliori, Un caso estremo: il progetto educativo di Platone,
scrittore di filosofia: la centralità dell’educazione per la società ateniese, in
«Educação e Filosofia, Uberlândia 31», 61, jan./abr., 2017, pp. 107-139.
       3
         A. Calvani, «Mente e media. Quale interazione cognitiva per ap-
prendere?», in G. Bonaiuti - A. Calvani - L. Menichetti et al., Le tecnologie
educative, Roma, Carocci, 2017, pp. 17-45; R. Radice, «Contenuto e forma
della comunicazione. Le origini storiche e filosofiche del problema», in C.
Scurati (a cura di), E-learning/Università. Esperienza, analisi, proposte,
Milano, Vita & pensiero 2004, pp. 3-16; L. Cantoni - L. Botturi - C. Succi,
Elearning, Capire, progettare, comunicare, Milano, FrancoAngeli, 2007,
pp. 72-73.
                                                                           105
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pienza», perché «senza didattica (aneu didaches)»
(275a). Socrate stesso ribadisce che il discorso efficace
è quello scritto non con l’«acqua nera» e col «calamo»
(276c) ma «nell’anima del discente» (2776a), pronun-
ciato «tra i discenti (en de tois didaskomenois) e per ap-
prendimento (matheseos charin)» (278a), l’unico «vi-
vente e animato (empsychon)» del quale quello scritto è
solo un eidolon, una a parvenza (276a). Senza la pre-
senza del suo autore, la scrittura, come un dipinto, «ro-
tola da per tutto» e finisce sia nelle mani giuste che in
quelle sbagliate e «non sa a chi deve parlare e a chi no».
Le mani giuste sono quelle dei docenti, che la usano
«come reminiscenza per chi già sa (eidoton hypomne-
sin)», come loro. Da solo, non sa né rispondere “in di-
retta” alle domande né «difendersi da chi lo critica»,
cioè affrontare un dibattito. Se l’autore è assente, un
discorso è come un figlio senza papà, non un orfano ma
un “figlio di n.n.”. In presenza, è invece un figlio legit-
timo garantito. Come avviene soprattutto con le video-
lezioni asincrone, la scrittura impedisce l’interazione
sincrona, nel vivo della lezione, con gli studenti, ritenu-
ta da molti fondamentale per l’apprendimento, una
mancanza a cui si è cercato di sopperire oggi con chat e
forum che però consentono solo un confronto asincrono
rispetto alla lezione.
     In una società ancora orale, gli effetti cognitivi ed
educativi della scrittura venivano percepiti con ostilità
come quelli della rivoluzione digitale e della più recente
Fad. La bocciatura della scrittura somiglia a quella della
Dad, accresciuta per l’improvviso uso massiccio e coat-
to nell’emergenza del coronavirus. La presunta ineffica-
cia didattica dell’e-learning e della Dad è uno dei temi
ricorrenti dell’agenda politica del 2020, a partire dal
Dpcm del 4 marzo che ha sancito la chiusura delle scuo-
le e università. Ma più in generale la disabilitazione di

106
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funzioni cognitive interne è uno dei più frequenti rim-
proveri alle tecnologie educative4.
      Dunque, nonostante molti studi confermino la vali-
dità della modalità didattica online5, molte delle critiche
di Platone prefigurano i pregiudizi nei confronti dell’e-
learning. Numerosi sono infatti i pregiudizi su questa
modalità di insegnamento6. Stefania Campogna7 ad
esempio identifica quattro tra i pregiudizi più persistenti
nell’ambito della didattica online. La didattica online
sarebbe fredda e impersonale, con rischio di demotiva-
zione, perdita di interesse e abbandono, richiederebbe
meno impegno di quella reale, bisognerebbe essere esper-
ti di tecnologie e le verifiche sarebbero falsificabili.
      Ma il confronto con Platone non serve soltanto ad
evidenziare i presunti limiti dell’e-learning ma anche
come modello per la costruzione di un ambiente di ap-
prendimento online efficace. Aurelio Simone, presiden-
te della Società Italiana di e-Learning, ha citato un altro
dialogo platonico, il Simposio come modello a cui ispi-
rarsi per una didattica online efficace. Il pedagogista
infatti individua nel celebre dialogo di Platone il vero
primo modello di comunità di apprendimento e di co-
costruzione del sapere fondamentale nell’e-learning8:

      nel Simposio di Platone si faceva costruzione condivisa del
      sapere? Penso di sì. Il Simposio è dedicato al tema dell’eros e

      4
         A. Calvani, «Mente e media», op. cit., p. 21.
      5
         G. Caramia - G. Favretto - M. Guardini, E-learning: misurazione
delle differenze di apprendimento tra lezioni tradizionali e lezioni on-line, in
«Italian Journal of Educational Technology», 12 (3), 2004, pp. 39-39.
       6
         F. Bochicchio, «Nuovi media nella formazione professionale», in P.
Limone (a cura di), Nuovi media e formazione, Roma, Armando Editore,
2007, pp. 174-175.
       7
          S. Campogna, Scuola, Università, e-learning, Roma, Armando,
2014.
       8
         A. Simone, «Intervento», in R. Bombi (a cura di), L’e-learning e gli
studenti adulti nel panorama universitario italiano. Esperienze e prospetti-
ve, Padova, Unipress, 2011, p. 11.
                                                                          107
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      ne discutono filosofi e scienziati, da Socrate ai sofisti; per
      molti aspetti è una delle primissime esperienze di comunità di
      apprendimento tramandateci [ …] il vero e-learning è solo co-
      struzione condivisa del sapere.

      Un altro dialogo ancora chiamato in causa a propo-
sito di e-learning è il Protagora in cui si potrebbe ravvi-
sare il primo attacco alla didattica tradizionale centrata
sul docente che spiega dall’alto della sua posizione e il
cui prestigio è sottolineato dalla cattedra9. Platone infatti
critica il modello della didattica dei sofisti, un modello
tradizionale di lezione frontale ex cathedra, come quella
di Ippia «seduto su alto seggio» come se fosse un trono
davanti ai suoi studenti. L’e-learning invece si caratte-
rizza proprio per la mancanza della cattedra che consen-
te l’apprendimento ubiquo.

3. La maestria di Socrate

Più in generale è già la didattica socratica ad avere molti
punti di contatto con l’e-learning, come spiega Barbara
Todini10, fra i quali il ricorso all’apprendimento collabo-
rativo, la presenza di un docente-tutor che sollecita la
partecipazione attiva dello studente, la centralità del dia-
logo nella cocostruzione della conoscenza, un appren-
dimento situato in uno spazio cognitivo relazionale pre-
ciso etc. È soprattutto il Tutor ad essere affine al mae-
stro socratico, avendo la funzione di avvicinare l’allievo
alla conoscenza anche di se stesso: «Il personaggio Tu-
tor è l’equivalente contemporaneo del personaggio
Maestro Socratico, entrambi fanno della comunicazione

      9
        S. Amendola, E-Learning e mondo classico: risposta moderna ad
esigenze antiche?, in «Scholia», 6, 2004, p. 4.
      10
         B. Todini, Parallelismo tra la dialettica socratica e l'e-learning,
in «Studi sulla Formazione/Open Journal of Education», 18 (1), 2015, pp.
187-202.
108
E-learning e mondo classico

e del dialogo interpersonale la condivisione di esperien-
ze e di senso»11. La stessa sarebbe la dimensione empa-
tico-dialogica che si cerca di stabilire nell’ambiente e-
learning attraverso videolezioni di presentazione, forum,
chat, nonostante la distanza e la mancanza di un rappor-
to fisico. Il rapporto non è centrato sul docente ma
sull’allievo rispetto al quale il tutor è un facilitatore
quasi alla pari che adatta il percorso al singolo allievo
secondo una logica learner centred.
      Inoltre la maieutica e il problem solving dell’e-
learning sarebbero affini in quanto utilizzano gli stessi
strumenti socratici come la brachilogia, la confutazione
e la celebre ironia socratica: «in entrambi i casi median-
te domande brevi (brachilogia), mezzi contraddittori di
dialogo (confutazione) e la stima dell’espositore dialo-
gante unita all’ammissione di pariteticità del maestro-
tutor provocando dissimulazione e ricostruzione del
pensiero lontano da dogmi prestabiliti (ironia)»12. Anche
il fine è lo stesso, l’autonomia e la responsabilità dello
studente nella risoluzione del problema così come il li-
felong learning. L’apprendimento nel corso di tutta la
vita, per il quale l’e-learning risulta particolarmente
congeniale, ha nella pedagogia socratica il suo più illu-
stre archetipo. Anche l’andragogia, l’educazione dell’a-
dulto diremmo oggi, e la synousía, lo stare insieme, so-
no concetti socratici riconducibili agli obiettivi della
Fad.
      Nel complesso lo «schema di intervento socratico»
è lo stesso dell’e-learning e sarebbe lecito immaginare
oggi un Socrate tutor capace di utilizzare al meglio in
un ambiente di apprendimento virtuale tutti gli strumen-
ti per la co-costruzione del sapere.

    11
         Ibid., p. 192.
    12
         Ibid., p. 193.
                                                        109
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4. Quintiliano e Plutarco

Tra i retori latini viene chiamato in causa Quintiliano (I
sec. d.C.) quale anticipatore delle teorie learner centred,
fondamentali nei modelli di costruzione degli ambienti
di apprendimento virtuali e-learning13. In particolare
viene ricordato un passo della Institutio Oratoria (1, 2,
11-12) in cui è delineato un modello di docente più si-
mile a quello attuale di scopritore di percorsi in grado di
offrire direttive piuttosto che erogatore di nozioni. A
questo proposito viene anche citato un passo del De rec-
ta ratione audiendi (47c-d) di Plutarco in cui si pone
l’accento sull’importanza dell’alunno e della partecipa-
zione e interazione col docente, anch’essi centrali nei
paradigmi dell’e-learning. In quanto manuale del perfet-
to ascoltatore l’opera di Plutarco si può assumere come
archetipo delle teorie sulla comunicazione sincrona e
asincrona dell’e-learning. Il Cheronese infatti spiegava
che, prima di interrompere e controbattere quello che si
ascolta, bisogna aspettare.
      Negli ambienti e-learning ciò avviene attraverso
chat o forum in cui, dopo l’ascolto delle videolezioni, lo
studente può dialogare ma anche cocostruire conoscen-
za con docenti e colleghi.
      Amendola14 menziona, come studenti-tipo in Quin-
tiliano, Cleante e Senocrate «più lenti dei compagni»
ma che «non demordevano dall’apprendere», prototipo
dello studente e-learning per il quale grazie alle tecno-
logie digitali è possibile personalizzare il percorso di-

      13
           S. Amendola, op. cit., pp. 5-6.
      14
           Ibid., p. 9.
110
E-learning e mondo classico

dattico adattandolo a esigenze specifiche15, in un’ottica
sempre più inclusiva.

5. I logo classico-mitologici delle università telematiche

Nel 2003 la legge Stanca ufficializzò le università tele-
matiche. A partire da quel momento il panorama univer-
sitario venne profondamente modificato con la fioritura
di nuove istituzioni accademiche private e con l’avvio
di campagne di marketing per attirare studenti verso
queste nuove realtà.
      Nelle strategie di marketing e di brand image acca-
demica alcune di queste nuove realtà scelsero di sfrutta-
re simboli e iconografie di estrazione classica. D’al-
tronde tra le numerose metafore16 utilizzate per descri-
vere il cambiamento epocale che l’e-learning ha com-
portato in campo educativo e sociale, quelle legate al
mito greco sono tra le più suggestive e potenti. Con
questo processo nuove istituzioni basate sull’e-learning,
ritenuto una modalità inferiore didattica, vengono per
così dire mitizzate, riallacciando legami con il mondo
classico in un paese più tradizionalista e più classicista
di altri. D’altronde questa strategia di marketing è da
sempre utilizzata nel mondo commerciale.
      Il più famoso logo mitologico è Pegaso (Fig. 1),
scelto dall’omonima università fondata nel 2006 da Da-
nilo Iervolino, oggi la più grande università telematica
italiana. Icona inconfondibile e globale, Pegaso è il più
celebre degli equini alati della classicità, nato dal san-
gue della Medusa caduto al suolo nel momento in cui
Perseo le tagliò la testa. Questo mitico cavallo fu ini-

      15
           G. Bonaiuti, «Modelli tecnologici per l’istruzione. Come la tecno-
logia influenza la didattica», in G. Bonaiuti - A. Calvani - L. Menichetti et
al., op. cit., pp. 59-61.
       16
          D. Pepe, P. Terzaroli, Le metafore dell’e-learning, «For. Rivista per
la formazione», 82, 2010, pp. 45-52.
                                                                          111
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zialmente usato da Zeus per trasportare i fulmini all’O-
limpo e successivamente catturato e addomesticato, gra-
zie alla briglia d’oro di Atena, da Bellerofonte che lo
utilizzò per la sua impresa più celebre, uccidere la Chi-
mera. Un’impresa mitica emblematica adatta per la fon-
dazione nei primi anni 2000 di un’università telematica
a Napoli, in un contesto accademico meridionale molto
tradizionalista. Metafora della velocità e della potenza
del nuovo strumento tecnologico-metodologico dell’e-
learning, Pegaso raffigura bene con le sue ali equine la
velocità della rete e l’ubiquitous learning che consente
di superare i limiti fisico-temporali della classica lezio-
ne frontale. Il logo è costituito della testa stilizzata af-
fiancata da una grande ala spiegata. Come dichiarò in
un’intervista17, il fondatore, «appena laureato», aveva
«avuto modo di conoscere la Phoenix University, a
Temple in Arizona», che vantava come logo proprio una
fenice stilizzata in volo, e ne fu ispirato. Pegaso richia-
ma anche un altro celeberrimo logo, legato alle comuni-
cazioni di massa e alla grande trasformazione tecnologi-
ca del ’900, il cavallo (morente ma ancora vitale) della
Rai di Francesco Messina del 196618.
      Anche il cavallo della Rai come Pegaso infatti è
stato presentato come metafora di una rivoluzione tec-
nologica e della nascita di un nuovo medium capace di
modificare tra l’altro anche i processi di insegnamento a
distanza, rendendo possibili nuove modalità di appren-
dimento. Il cavallo della Rai, realizzato da Francesco
Messina e collocato a Roma all’ingresso della sede di
Viale Mazzini rappresenta infatti la morte dei mezzi di
comunicazione tradizionali in seguito alla nascita della

      17
          M. Sica, Il “visionario” dell’università telematica, in «Roma», 9
aprile 2018, p. 42.
       18
          E. Calafato - A. Pedone, La Collezione Archeologica Francesco
Messina, in «LANX. Rivista della Scuola di Specializzazione in Archeolo-
gia-Università degli Studi di Milano», 23, 2016, pp. 1-52.
112
E-learning e mondo classico

televisione e soprattutto dell’inizio delle trasmissioni
Rai nel 1954.
     Il cavallo morente doveva far parte di un gruppo di
cavalli in corsa ed era concepito come «un cavallo ferito
in combattimento che nitrisce come il cigno canta quan-
do muore». Aggiunse Messina: «Devo fare una cosa
molto movimentata e nello stesso tempo statica perché
deve essere un punto fermo»19. Curiosamente più simili
al cavallo della Pegaso erano gli altri cavalli, vigorosi e
con la criniera al vento contro cui il cavallo della Rai
aveva lottato.
     Un altro logo classico è quello dell’Università te-
lematica Giustino Fortunato (Fig. 2), nata nel 2006:
l’arco di Traiano, che simboleggia il passaggio trionfale
dell’esercito romano a Benevento, sede dell’ateneo, e la
volontà della Fad di trionfare nel mercato accademico
tradizionale. Nel 2018 nell’ambito del progetto L’opti-
mus princeps: diritto, religione e amministrazione
all’ombra dell’Arco di Traiano l’ateneo sottolineò quel
simbolo organizzando “la notte dell’arco”.
         Pegaso è nello stesso tempo logo e nome. Altre
università utilizzano un naming classicheggiante, in
maniera più o meno esplicita. Ad esempio latino è il
nome dell’università telematica Mercatorum (Fig. 3),
inaugurata anch’essa nel 2006 e adesso partner della
Pegaso, specializzata nel ramo economico. Il nome del
sito richiama le antiche istituzioni che precedettero le
attuali camere di commercio come spiega il sito
dell’ateneo20:
      Il nome Universitas Mercatorum richiama le origini, la natura
      e la vocazione tipica delle Camere di Commercio quali orga-
      nismi rappresentativi della comunità e generalità dei vari sog-
      getti ed ambiti produttivi. Le Universitates Mercatorum erano

     19
        F. Ferrigno, Un cavallo, un mito. La storia del cavallo di France-
sco Messina, Rai Cultura, s.d.
     20
        Cfr. https://www.unimercatorum.it/ateneo/chi-siamo.
                                                                     113
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      infatti organismi associativi – antesignani delle odierne Came-
      re – dispensatori di giustizia ed investiti di funzioni di regola-
      zione dei mercati, a tutela degli interessi di tutti i settori mer-
      cantili.

      Mitologico è anche Uninettuno (Fig. 4), il nome
della prima università televisiva e telematica d’Europa
che ha utilizzato la rete satellitare per la diffusione delle
videolezioni. Il nome è in realtà l’acronimo del consor-
zio da cui nasce: Network per l’Università Ovunque,
consorzio di 43 università italiane e straniere e che con-
ta tra i fondatori Maria Amata Garito21. Ma il riferimen-
to al mare è adatto al consorzio che riunisce università
di tutto il mediterraneo. Difatti oltre che dal consorzio
Uninettuno nasce anche dal progetto europeo Med
Net’U (Mediterranean Network of Universities)22.

         Figg. 1-4

      21
         M. A. Garito, «Il Network per l’Università Ovunque NETTUNO.
Per un nuovo modello di formazione aperto e integrato», in Conferenza
Nazionale sulla Formazione nel Settore Pubblico, Documentazione, Vol. 1,
1998, pp. 277-293.
      22
         M. A. Garito, «L’Università Telematica Internazionale UNINET-
TUNO. Un modo di cooperative & Work integrated Education (CWIE)
tramite le Nuove Tecnologie», in Wace’s 9th Symposium on cooperative &
work - integrated Education, Atalanta, 14-16 November 2012, 2012.
114
E-learning e mondo classico

6. La mitologia dell’e-learning

Intorno all’e-learning si è creata anche una vera e pro-
pria “mitologia”, soprattutto nella fase di sperimenta-
zione e sviluppo nei primi anni del nuovo millennio,
quando la tecnologia ha iniziato a consentire lo sviluppo
delle prime piattaforme e dal 2003 quando la legge
Stanca ha regolarizzato e dato il via alle università tele-
matiche.
     Numerosi pedagogisti parlano di mitologia, come
metafora di una serie di credenze, storie non scritte ma
considerate valide nell’immaginario collettivo che ruota
intorno alla formazione a distanza. L’e-learning è diven-
tato così una sorta di “mito d’oggi”, per dirla con Ro-
land Barthes, inteso nel senso di «sistema semiologico
secondo» carico di significati23. Il mito di un apprendi-
mento efficace soltanto per l’uso della tecnologia è uno
di questi. Ma molto spesso il termine mito fa riferimen-
to a falsità generalmente ritenute vere nell’opinione co-
mune.
     Filippo La Noce24 ad esempio ha raccolto 13 miti
legati all’e-learning che vengono invece confutati dalla
realtà: 1) che sia disponibile in qualsiasi momento
(mentre serve la tecnologia giusta); 2) che sia accessibi-
le da qualsiasi luogo; 3) che ci sia un alto contenuto
multimediale; 4) che sia adattabile a stili di apprendi-
mento specifici 5) che si sviluppi l’iperformazione, an-
dando oltre il classico libro e la logica lineare e connet-
tendosi con altre fonti; 6) che gli studenti pigri raggiun-
gano risultati migliori; 7) che sia sempre centrata sullo
studente; 8) che il carico sia modulato; 9) che sia facili-
tata la gestione dell’interazione tra studenti e formatori;
10) che sia facilitata la misura dell’efficacia della for-

     23
        R. Barthes, Miti d’oggi, Torino, Einaudi, 1974, pp. 196-197.
     24
         F. La Noce, L’e-learning. La nuova frontiera della formazione,
Milano, FrancoAngeli, 2002, pp. 40-42.
                                                                  115
Delio de Martino

mazione; 11) che sia facilitata la gestione delle informa-
zioni; 12) che ci sia un risparmio sui costi; 13) che sia
facilitata la conservazione dei dati.
     Syamili e Rekha25 hanno proposto lo sviluppo di
un’ontologia della mitologia classica che potesse servire
non solo nella ricerca in applicazioni semantiche ma
anche per la didattica in e-learning.
     Riferimenti mitologici espliciti sono riscontrabili in
alcune sperimentazioni. Ad esempio la piattaforma Chi-
rone, utilizzata dall’Università di Verona. Questa piatta-
forma fu sviluppata a partire nel 2000-2001 dal Dipar-
timento di Scienze dell’educazione dell’Università di
Padova mantenendo come principi l’open learning e la
metafora della comunità di apprendimento.
     Ci si trovava in un’epoca pionieristica in cui l’e-
learning era ancora agli esordi in Italia. Proprio per que-
sto si sentì l’esigenza di creare una piattaforma ad hoc.
Com’è noto Chirone è un personaggio mitologico parti-
colarmente legato alla pedagogia in quanto era il cen-
tauro, figlio di Crono e di Filira, che si occupava
dell’educazione di grandi eroi come Achille, Atteone e
Asclepio.
     Il riferimento al mito era evidente a anche per
quanto riguarda la struttura. Come scrivono Manfredi e
De Waal26: «Come ogni centauro che si rispetti, Chiro-
ne, questo è infatti il nome del più sapiente tra i Centau-
ri che educò Achille, mostra diverse nature e diverse
figure; sono esattamente quattro: amministratore, am-
ministratore-corso, tutor, corsista».

      25
          C. Syamili - R. V. Rekha, Developing an ontology for Greek my-
thology, in «The Electronic Library», 36 (1), 2018, pp. 119-132.
       26
          P. Manfredi - P. De Waal, «Da Chirone a Moodle passando per Li-
nux», in L. Galliani - R. Costa (a cura di), E-learning nella didattica univer-
sitaria. Modelli, ricerche ed esperienze della Facoltà di Scienze della For-
mazione dell’Università di Padova, Napoli, Edizioni Scientifiche italiane,
2005, p. 112.
116
E-learning e mondo classico

      Ma curiosamente anche il destino di questa piatta-
forma è stato simile a quella raccontata dal mito. Come
Chirone, la piattaforma ebbe un destino tragico. Il cen-
tauro benché fosse immortale scambiò l’immortalità con
Prometeo dopo essere stato colpito da una freccia avve-
lenata di Eracle che causava terribili sofferenze. In mo-
do analogo la piattaforma Chirone, dopo un paio di an-
ni, manifestò segni di problematicità tecniche e didatti-
che tali che si decise di sostituirla e si scelse di passare
al più classico course management system (CMS)
Moodle.
      A proposito di progetti e-learning viene citato a
volte anche il mito di Prometeo. Prometeo il dio che
rubò il fuoco per donarlo agli dei può essere letto infatti
come la personificazione della rivoluzione informatica
della didattica. Vi sono infatti alcune piattaforme deno-
minate Prometeo tra cui quella derivante da un progetto
dell’Universitad de Las Palmas de Gran Canaria per
l’apprendimento della lingua inglese per mezzo
dell’ubiquitous learning27.
      Nell’ottica di una lettura pedagogica e particolar-
mente orientata all’innovazione didattica, particolar-
mente suggestiva è inoltre la similitudine proposta da
Nicola Paparella28 tra lo sviluppo dell’e-learning e il
personaggio dantesco di Giasone in un articolo intitolato
proprio Il mito di Giasone e il destino dell’e-learning in
Italia. Infatti, come spiega l’autore, il personaggio del
Giasone dantesco è quello che meglio rappresenterebbe
l’atteggiamento del bel paese nei confronti dell’e-
learning: «A Dante […] il Giasone del mito piaceva e

       27
          S. García-Sánchez - A. Cateyano Guerra - M. D. Afonso-Suárez,
Ubiquitous Learning and “Prometeo” for English Language Learn-
ers, «Ubiquitous Learning: An International Journal», 4 (1) 2012, pp. 65-75.
       28
          N. Paparella, «Il mito di Giasone e il destino dell’e-learning in Ita-
lia», in D. Iervolino (a cura di), E-learning. Tra nuova didattica e innova-
zione tecnologica, Napoli, Giapeto editore, 2015, pp. 22-43.
                                                                          117
Delio de Martino

non per motivi diversi da quelli che ci inducono a pen-
sare proprio a Giasone mentre discutiamo del destino
dell’e-learning in Italia»29.
     Dante inserisce Giasone nel VIII cerchio, quello dei
ruffiani e dei seduttori, e dunque lo cita nel XVIII canto
dell’Inferno (vv. 86-87), in cui il poeta ricorda l’impresa
della conquista del vello d’oro nella Colchide: «Quelli è
Iasón che per cuore e per senno / li Colchi del monton
privato fene». Nonostante la mitica impresa, Giasone è
inserito nel cerchio dei ruffiani e dei seduttori per aver
sedotto e abbandonato Isifile nell’isola di Lemno e suc-
cessivamente Medea. La sua figura è regale nonostante
le scudisciate dei demoni e proprio per questo nobile
aspetto richiama l’attenzione di Dante.
     Ma in particolare Paparella si sofferma e cita alcuni
versi del Paradiso (II 16-18):
      Que’ gloriosi che passaro al Colco
      non s’ammiraron come voi farete,
      quando Iasón vider fatto bifolco.

     Qui, rivolgendosi ai lettori, Dante spiega la mera-
viglia di chi, dopo un profondo studio, leggerà il Para-
diso ricordando lo stupore degli argonauti quando os-
servarono Giasone sottomettere i terribili buoi per arare
un campo.
     Il pedagogista cita inoltre i vv. 94-96 del XXXIII
canto del Paradiso, l’ultimo del poema in cui Dante pa-
ragona la visione divina alla meraviglia di Nettuno
quando vide la nave Argo e compara il suo oblio di que-
sta visione ai 25 secoli trascorsi dalle imprese di Giaso-
ne.
      Un punto solo m’è maggior letargo
      che venticinque secoli a la ’mpresa,
      che fé Nettuno ammirar l’ombra d’Argo.

      29
           Ibid., p. 22.
118
E-learning e mondo classico

     A queste meravigliose imprese dell’eroe mitico,
messo alla prova dalla sorte, e con alterne vicende, se-
condo Paparella si può paragonare la storia dell’e-
learning in Italia, creduto inizialmente una panacea e
uno strumento miracoloso per poi scontrarsi con forti
dubbi e forme di rigetto. Come Giasone che riuscì a
conquistare il vello d’oro ma si imbatté in un destino
avverso, allo stesso modo, dopo i primi esperimenti di
Fad di prima generazione in America e le sperimenta-
zioni in Italia di Fad di seconda e terza generazione tra
gli anni ’60 e ’90, tre cruciali domande si affacciarono
all’opinione pubblica. Queste tre domande furono: Sia-
mo sicuri dell’efficacia dei corsi online? Non vi sembra
che togliamo qualcosa ai ragazzi come il rapporto uma-
no? Conviene che l’e-learning prenda la strada della
comunicazione sincrona o di quella asincrona? Questi
interrogativi, accompagnati da una sempre maggiore
diffidenza verso l’e-learning ne rallentarono fortemente
la diffusione in Italia. Fu così, spiega Paparella, che ne-
gli anni ’90 piuttosto che esplorare le possibilità più ri-
voluzionarie dell’e-learning si scelse il modello tipico di
comunicazione sincrona delle aule remote, ispirandosi a
Uninettuno30. Si imboccò così la strada di una didattica
più televisiva e priva di bidirezionalità e di interattività.
Si puntò alla trasmissione via satellite piuttosto che
all’«elaborazione digitale della lezione», dedicandosi
alla produzione di cassette videoregistrate e dunque fos-
silizzandosi sul modello della Fad di seconda genera-
zione. Come Giasone aggredì le Arpie che impedivano
al vecchio saggio di nutrirsi e di vaticinare il luogo
dov’era il vello d’oro, allo stesso modo bisognava
sgombrare il campo dalle vecchie teorie e resistenze per

      30
         M. A. Garito, Teaching and Learning on the Internet: A New Mod-
el of University, the International Telematic University Uninettuno,
in «Computer Technology and Application», 4 (9), 2013, pp. 475-484.
                                                                   119
Delio de Martino

consentire all’e-learning di trovare la propria strada in
un nuovo paradigma didattico che fosse utile anche alla
didattica in presenza e non solo a distanza.
     Ma l’epoca classica può essere anche fonte di ispi-
razione per i designer delle piattaforme digitali. Un caso
interessante è quello dell’Università di Macerata. Nei
primi anni del nuovo millennio, durante i quali in Italia
si andava sviluppando una sorta di rinascimento dell’e-
learning con tanti centri accademici di sperimentazione
e implementazione della Fad di terza generazione,
l’ateneo maceratese si ispirò per il design del suo e-
learning a Vitruvio e ai suoi principi architettonici rac-
colti nel De Architectura. Come scrive Silenzi31:
      Il “good design” dell’elearning all’Università di Macerata na-
      sce ancora dalla formula proposta da Vitruvio per l’archi-
      tettura perfetta, vale a dire “firmitas-utilitas-venustas” (epoca
      imperiale I sec. a.C.). Anche Palladio ne “I quattro libri
      dell’architettura” (1570) ci ricorda come questi elementi siano
      quegli “aspetti senza i quali nessun edificio merita di essere
      lodato”.

7. L’e-learning sul mondo antico

Nell’ambito dell’e-learning e in particolare dell’open
education la maggior parte dei Mooc (Massive online
open courses) sono in lingua inglese e di ambito tecnico
scientifico oltre che naturalmente di ambito pedagogico
e di scienze sociali che sono le discipline che per prime
hanno studiato l’e-learning e ne hanno fatto uso.
     D’altronde com’è noto il primo Mooc della storia è
stato di ambito sociologico, il celebre corso di Stephen
Downes e George Siemens, docenti presso l’Università

      31
         S. Silenzi, «E-Learning design all’Università di Macerata: I tutor
online», in M. Pieri - D. Diamantini - P. Bonfils (a cura di), Ubiquitous
Learning, Milano, Angelo Guerini e Associati, 2011.
120
E-learning e mondo classico

di Manitoba, CCK Connectivism and Connective Know-
legde, fondato sul paradigma connettivista e trasformato
nel primo corso aperto della storia32.
     L’ambito letterario-umanistico è invece minorita-
rio33 e quello della cultura classica ancora di più. Ad
ogni modo anche nell’ambito della cultura classica, più
tradizionalista e meno aperto alle innovazioni rispetto
ad altri settori, lentamente iniziano ad essere disponibili
alcuni corsi gratuiti riguardanti il mondo antico. Senza
pretesa di completezza si possono fare alcuni esempi in
alcune delle più famose piattaforme nazionali e interna-
zionali.
     Su https://www.federica.eu, il portale Mooc
dell’Università Federico II Napoli, una delle più impor-
tanti in Italia e che collabora con Edx, risultano corsi
come Letteratura latina, dalle origini all'età augustea.
Una panoramica dei generi letterari tra repubblica e
primo impero di Antonella Borgo, L’idea dell’altro in
età imperiale di Marisa Squillante e Imparare il latino
attraverso lo studio dei papiri di Maria Chiara Scappa-
ticcio.
     Sulla fortuna dell’antico sulla piattaforma iberica
Miriadax risalta il Mooc Mito clásico y mundo actual
dell’Università Carlos III de Madrid.
     Su Coursera, una delle più grandi e ricche piatta-
forme Mooc al mondo, vi sono alcuni Mooc come
Greek and Roman Mitology (università della Pennsyl-
vania, realizzatrice anche del corso Ancient Philosophy:
Plato and his precedessor e di Ancient Philosophy: Ari-
stotle and his successor) e The Ancient Greeks

       32
          M. Fontanin - E. Pantò, I MOOCs, opportunità per la formazione
di base e l’apprendimento continuo: una storia (anche) italiana,
in «DigItalia», 1, 2019, pp. 76-99.
       33
          A. Iannucci - A. Parmeggiani - M. Zaccarini, E-learning in huma-
nities in Italian universities: a preliminary report, in «Procedia-Social and
Behavioral Sciences», 28, 2011, pp. 729-738.
                                                                        121
Delio de Martino

dell’università Wesleyan e un corso Understanding the
Greek philosophy della National Taiwan University ol-
tre ad alcuni corsi sulla storia dell’arte classica.
     La piattaforma Edx, fondata dal Massachusetts In-
stitute of Techology e dall’Università di Harward, riuni-
sce i Mooc di molte università europee e costituisce uno
dei consorzi più ricchi di Mooc di tema classico. Risul-
tano in catalogo alcuni corsi di università prestigiose
come il corso di Harvard The Ancient Greek Hero,
Griego clásico dell’Universidad autonoma de Madrid,
che ha curato anche i corsi di introduzione al mondo
antico Introducción al griego clásico: lengua, nombres
y mitología, Introducción al griego clásico: verbos,
oraciones y filosofía e Griego clásico a través de las
Guerras Médicas. Completano l’offerta Greeks at War:
Homer at Troy della Colgate University e Plato, Socra-
tes, and the Birth of Western Philosophy della Tsinghua
University.
     Sul consorzio Eduopen si segnala Archeoschool for
the future: anche le pietre parlano (arrivato alla quarta
edizione) dell’Università Ca’ Foscari di Venezia fina-
lizzato tra gli altri obiettivi a «creare una sensibilità nei
confronti del patrimonio linguistico e materiale del pas-
sato».
     Tra le sperimentazioni di corsi e-learning merita
una menzione il corso Nunc est discendum dell’Uni-
versità di Bari per l’apprendimento del latino che nasce
nel 2018 dall’esperienza e-learning dell’università già
nei primi anni del nuovo millennio. Infatti già nel 2005
grazie al progetto PROTEO (Project of Technological
Educational Organizational Oriented Networks) era sta-
to attivato un corso di latino in e-learning che iniziava a
sfruttare la multimedialità consentendo di ascoltare vo-
caboli latini per apprendere le regole dell’accentazio-

122
E-learning e mondo classico

ne34. Le sperimentazioni del corso erano state condotte
in vista di un corso base di latino da utilizzare anche in
Europa per il recupero dell’identità globale europea e
allo stesso tempo la valorizzazione delle diverse cultu-
re35. L’attuale piattaforma Nunc est discendum di Bari
contiene due corsi di Didattica on-line per l'appren-
dimento e il potenziamento delle conoscenze linguisti-
che di Italiano e Latino.

8. Conclusioni

La più recente generazione della formazione a distanza,
quella e-learning, ha numerosi punti in comune con il
mondo classico. Nonostante la mancanza della tecnolo-
gia digitale, il mondo classico si interrogava sull’evo-
luzione delle modalità della comunicazione didattica in
modo non dissimile da quanto avviene oggi nel mondo
postmoderno, in cui tra apocalittici e integrati sia gli
specialisti che l’opinione pubblica si spaccano in due.
     Soprattutto in epoca di emergenza sanitaria e di
Dad forzata l’e-learning è divenuto un elemento centrale
di discussione così come nella Grecia classica era di-
ventata l’introduzione della scrittura.
     In un paese tradizionalista come il nostro inoltre il
recupero dell’immaginario collettivo classico è servito
per far accettare più facilmente le novità tecnologiche e
metodologiche Allo stesso tempo la mitologia è servita

      34
         P. Camastra - P. Fedeli - M. R. Grattagliano, «The ancient Latin
Language e-learning Course at University of Bari», in Proceedings of the
1st WSEAS/IASME Int. Conf. on Educational Technologies, Tenerife, Ca-
nary Islands, Spain, December 16-18, 2005, pp. 138-142.
      35
         P. Camastra - P. Fedeli - M. R. Grattagliano, «Latin Language and
new educational technologies. A possible contribution to the revival of
European cultural unity», in Proceedings of the 3rd WSEAS/IASME Inter-
national Conference on Educational Technologies, Arcachon, France, Oc-
tober 13-15, 2007, pp. 416-421.
                                                                     123
Delio de Martino

come metafora per comprendere meglio i paradigmi di-
dattici nuovi e come sta avvenendo la loro introduzione
nel panorama accademico e scolastico.
     L’e-learning può essere insomma un’opportunità di
diffusione e valorizzazione del patrimonio culturale
classico sia materiale che immateriale.

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