DOCUMENTO REGIONALE PER L' ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA INTEGRATO DEI CENTRI DI NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA (CNRI) IN SICILIA - ASSESSORATO ...
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Regione Siciliana ASSESSORATO DELLA SALUTE DOCUMENTO REGIONALE PER L’ ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA INTEGRATO DEI CENTRI DI NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA (CNRI) IN SICILIA CENTRI DI NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA (CNRI) IN SICILIA 1
GRUPPO DI LAVORO: Prof. Marcello Longo, AOUP G. Martino di Messina Prof. Sergio Vinci, AOUP G. Martino di Messina Prof.ssa Rosa Musolino, AOUP G. Martino di Messina Dr. Concetto Cristaudo, A.O Cannizzaro di Catania Dr. Gianluca Galvano, ARNAS Garibaldi di Catania Dr.ssa Maria Pia Pappalardo, ARNAS Civico di Palermo Dr. Giuseppe Craparo – ARNAS Civico Palermo Dr. Giuseppe Maria Vaccaro, ASP di Caltanissetta Dr. Salvatore Cicero, A.O. Cannizzaro di Catania Dr. Francesco Gioa – Villa Sofia Cervello Palermo Dr. Fabio Genco – Centrale Operativa 118 PA.TP PER L'ASSESSORATO: D.ssa Maria Grazia Furnari - Dirigente del Servizio 4 DPS“ Programmazione Ospedaliera”- DPS D.ssa Anna M. Abbate – Funzionario Direttivo Servizio 4 DPS“ Programmazione Ospedaliera” - DPS Dr. Marco Palmeri – Dirigente del Servizio 6 DPS“ Emergenza Urgenza” CENTRI DI NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA (CNRI) IN SICILIA 2
Premessa La NEURORADIOLOGIA è la scienza che, mediante la creazione di immagini, fornisce indicazioni diagnostiche del sistema nervoso centrale. A questo scopo sono utilizzate diverse tecnologie quali la TAC o Tomografia Computerizzata, la Risonanza Magnetica, l'ecografia, la radiologia tradizionale e l'angiografia. La moderna Neuroradiologia é anche Interventistica, non si limita cioé a formulare la diagnosi ma interviene con metodiche terapeutiche quali l'Angioplastica e il posizionamento di stent per le stenosi dei vasi arteriosi carotidei, le embolizzazioni di aneurismi cerebrali e malformazioni vascolari, le tecniche percutanee microinvasive per l'ernia del disco, il consolidamento di vertebre crollate per osteoporosi, metastasi, traumi e altro con vertebroplastiche e cifoplastiche, ecc.. È importante ricordare come le procedure terapeutiche abbiano sempre affiancato quelle più strettamente diagnostiche, rappresentandone spesso un completamento o l’estensione. I campi della neuroradiologia interventistica sono identificabili, dal punto di vista tecnico, come diagnostica invasiva, procedure intravascolari e procedure percutanee extravascolari. Esse sono: - angiografia cerebrale; - angiografia midollare; - embolizzazioni di aneurismi cerebrali rotti e non; - embolizzazioni di fistole cerebrali e spinali (FAV); - embolizzazioni di malformazioni artero-venose cerebrali; - posizionamemento di stent carotidei al collo o intracranici; - disostruzione meccanica e/o farmacologica di vasi intracranici; - occlusioni vasali temporanee o definitive; - embolizzazioni preoperatorie di tumori del capo-collo; - alcolizzazioni percutanee dei tumori capo-collo; - vertebro-cifoplastiche; - biopsie vertebrali; - biopsie delle lesioni del collo ,della faccia e pericraniche; - venous sampling intracranico ed extracranico; - infiltrazioni vertebrali gangliari,articolari e discali; - trattamento percutaneo dell’ernia discale; - trattamento dell’instabilità vertebrale percutaneo (interspinoso ed articolare) CENTRI DI NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA (CNRI) IN SICILIA 3
Le procedure intravascolari Si intende per procedura intravascolare tutto ciò che può essere effettuato dall’interno del vaso, sia esso venoso o arterioso: 1. occlusione vasale, 2. ricanalizzazione vasale, 3. applicazione di endoprotesi (stent), 4. infusione di farmaci. 1. occlusione vasale Base fondamentale di ogni procedura di questo tipo è l’effettuazione dell’angiografia diagnostica che precede sempre la procedura terapeutica. I materiali utilizzati per l’occlusione vasale sono molto vari: particelle riassorbibili particelle non riassorbibili palloncini staccabili spirali staccabili spirali libere colle (Glubran, Hystoacril) agenti embolizzanti non adesivi (Onyx, Phil, Squid) stent palloncini non staccabili (occlusione temporanea) L’embolizzazione può rappresentare l’unica forma di trattamento o essere preliminare alla chirurgia o alla radioterapia stereotassica. I settori di impiego delle tecniche di embolizzazione sono sostanzialmente i seguenti: 30552. Aneurismi arteriosi intracranici 30553. Fistole artero-venose intracraniche e della faccia e del collo 30554. Malformazioni Artero-Venose intracraniche, della faccia e del collo 30555. Tumori intra ed extracranici e del collo molto vascolarizzati 30556. Emorragie traumatiche o neoplastiche della faccia e del collo (es.epistassi) Gli aneurismi arteriosi sia endo che extracranici possono essere trattati in tre modi fondamentali: 1. mediante l’occlusione di tutta la cavità aneurismatica con spirali di platino, fino a costruire una matassa metallica ( embolizzazione con spirali) previo posizionamento di uno stent metallico o di un palloncino a cavaliere del colletto dell’aneurisma, qualora il colletto fosse troppo largo (tecnica di remodelling); 2. mediante l’occlusione permanente del vaso portante (tramite inserimento di spirali o palloncini); CENTRI DI NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA (CNRI) IN SICILIA 4
3. mediante diversione del flusso: nel caso di impossibilità all’occlusione dell’aneurisma come, ad esempio,negli aneurismi giganti carotidei o del territorio vertebro-basilare, è possibile posizionare dei nuovi stent a maglie strettissime (flow diverter) per ottenere una significativa riduzione del flusso nella cavità aneurismatica che successivamente può andare incontro a spontanea trombosi; 4. Mediante un canestro metallico che ne riempie il lume (WEB – device flow disrupture) L’embolizzazione delle malformazioni artero-venose (MAV o “angiomi”) o delle fistole artero-venose (FAV) cerebrali o midollari può proporsi per l’occlusione completa della malformazione, risultato possibile in una percentuale non elevata di casi, o come trattamento preliminare ad un successivo intervento chirurgico o di radioterapia stereotassica. L'occlusione completa di una MAV può essere ottenuta, in una o più sedute, con la cateterizzazione dei vasi afferenti e l’iniezione di una colla acrilica oppure di Onyx, o altri agenti embolizzanti non adesivi, che determini l’occlusione, per calco, di tutto il nidus della malformazione. L’Onyx è una specie di “gomma” che non incolla i vasi ma li riempie, occludendoli. Nel caso dei tumori molto vascolarizzati l’embolizzazione è da considerarsi preliminare alla chirurgia ottenendo la riduzione del rischio di sanguinamento peri-operatorio. I casi affrontati più frequentemente sono i meningiomi endocranici ed il trattamento può essere effettuato con colla o particelle. L’embolizzazione può anche essere utilizzata nel trattamento delle epistassi irrefrenabili o delle lesioni sanguinanti della faccia e del collo in genere. L’occlusione è ottenuta solitamente con l’iniezione di particelle di calibro adeguato. 2. ricanalizzazione vasale Il tentativo di riaprire un vaso occluso, viene generalmente effettuato come trattamento trombolitico sia nel caso di ictus ischemico che nelle complicanze tromboemboliche di procedure angiografiche diagnostiche o terapeutiche. In questo campo rientra anche la dilatazione vasale, con palloncino gonfiabile (PTA) o angioplastica, che mira alla ricostituzione del calibro vasale interno sia delle carotidi e delle vertebrali al collo che dei principali vasi endocranici. Le indicazioni sono generalmente riconducibili a stenosi ateromasiche, ma anche il grave spasmo arterioso endocranico dell’emorragia subaracnoidea. Nei pazienti affetti da ictus ischemico in fase iperacuta/acuta è possibile inoltre disostruire il vaso occluso mediante appositi device che permettono di catturare il trombo o di aspirarlo (trombectomia meccanica con stent-retriever o tecnica “ ADAPT” ovvero tromboaspirazione). CENTRI DI NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA (CNRI) IN SICILIA 5
3. applicazione di endoprotesi vascolari, o stent Mira alla ricostituzione ed al mantenimento del calibro vascolare interno, ridotto per fenomeni ateromasici o altro; nella maggior parte dei casi riguarda i vasi epiaortici all’origine e nel tratto cervicale. Meno frequentemente vengono impiegati stent dedicati per il trattamento di stenosi di arterie endocraniche. Ampia diffusione hanno invece gli stent intracranici dedicati alla occlusione di aneurismi dal colletto ampio, come sopra indicato. Gli stent impiegati sono diversi a seconda della sede di utilizzo (intra- o extra-cranica) e della indicazione terapeutica ( stenosi arteriosa ateromasica o da dissecazione o trattamento di aneurisma a colletto largo in sede intracranica). 4. infusione di farmaci Generalmente riservata alla patologia neoplastica con la somministrazione loco regionale di farmaci antiblastici ad alte dosi. Le procedure percutanee extravascolari Si intende per procedura percutanea tutto ciò che può essere fatto per accesso diretto mediante puntura percutanea, senza “intermediazione” intra- vascolare. Le principali procedure di questo tipo sono: 1. Il trattamento dell’ernia discale; 1. le biopsie; 2. la vertebro-cifoplastica; 3. l’embolizzazione o la scleroterapia di lesioni neoplastiche o malformative vascolarizzate e non, a sede sottocutanea nel capo e nel collo; 4. drenaggio di raccolte fluide paravetebrali e pericraniche; 5. posizionamento di distanziatori vertebrali; 6. stabilizzazione della colonna vertebrale. PATOLOGIE SUSCETTIBILI DI TRATTAMENTO CON METODICHE DI NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA . L’incremento dei fattori di rischio generici tipici della società del benessere e l’aumento dell’età media della popolazione hanno prodotto significative variazioni del tasso d’incidenza e prevalenza di numerose patologie, incluse quelle vascolari, degenerative e oncologiche, tipiche delle società avanzate. Di tali patologie sono sempre più numerose quelle che trovano adeguata risposta curativa nelle potenzialità terapeutiche della Neuroradiologia Interventistica (NRI) che ha trovato fertilissimo terreno di applicazione nelle seguenti affezioni, tutte di grande rilevanza clinica, oltre che epidemiologica e sociale: • patologie cerebrovascolari (ictus ischemico ed emorragico); • patologie oncologiche cerebrali ,vertebrali e midollari; • complicanze dell’osteoporosi (fratture vertebrali); CENTRI DI NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA (CNRI) IN SICILIA 6
• patologia degenerativa della colonna vertebrale (es.protrusioni ed ernia discale); • raccolte fluide e ascessi paravertebrali e pericranici. A scopo esemplificativo appare opportuno soffermarsi sulle patologia che tipicamente richiedono il trattamento in emergenza-urgenza mediante le tecniche di Neuroradiologia Interventistica ed in particolare l’ictus ischemico, la emorragia cerebrale e le fratture vertebrali da osteoporosi. Nell’ ictus ischemico cerebrale, il ruolo della Neuroradiologia Diagnostica (NRD) e della Neuroradiologia Interventistica (NRI) è di assoluto rilievo sia nella accurata selezione che nel trattamento in fase iperacuta (mediante trombospirazione, trombectomia meccanica). Si calcola, infatti, che, in media, la gestione e il trattamento appropriato dell’ictus in fase acuta nelle unità multidisciplinari di terapia dedicate all’ictus (Stroke Unit) comportino una riduzione di spesa pari a 9/10 rispetto a quella riguardante l’assistenza per invalidità di pazienti non prontamente trattati in acuto. Numerosi studi randomizzati e controllati dimostrano, infatti, la superiorità in termini di outcome clinico e di economicità di gestione, del management dei pazienti accolti nelle Stroke Unit, rispetto a quelli gestiti nei reparti non specializzati. Nella emorragia cerebrale e in particolare nella emorragia sub-aracnoidea da aneurisma o da malformazione vascolare il ruolo della NRI è ormai quello di principale attore in collaborazione con i neurochirurghi e i neurologi. Le fratture osteoporotiche della colonna vertebrale devono essere necessariamente trattate in molti casi in urgenza e più raramente in emergenza, al fine di evitare una progressiva perdita di autosufficienza da parte del paziente che nella maggior parte dei casi è di età avanzata. A tale scopo la NRI è di fondamentale importanza nel trattamento di tale patologia con la vertebroplastica o la cifoplastica . Morbidità delle principali patologie di interesse interventistico in Sicilia Ictus cerebrale La malattia cardiovascolare è la causa più frequente di mortalità e morbidità; in particolare, l’ictus cerebrale rappresenta la prima causa di disabilità nell’anziano, la seconda causa di morte nel mondo e la terza nei Paesi industrializzati. L’ictus è una patologia dell’età geriatrica, interessando in circa il 75% dei casi individui di età superiore ai 65 anni e raggiungendo un’incidenza del 20-35% nella popolazione di età superiore agli 85 anni. Si calcola che entro due anni la mortalità per ictus sarà duplicata. Nella popolazione anziana italiana il tasso di prevalenza è del 6,5% (7,4% nei maschi e 5,9% nelle femmine). In Italia 760.000 persone ne sono affette; i casi che si verificano ogni anno sono 185.000, di cui 150.000 sono dovuti a nuovi casi e 35.000 alle recidive. Di questi 185.000 casi, la mortalità a 30 giorni dopo ictus ischemico è pari a circa il 20%, mentre 70.000 muoiono entro il primo anno. La mortalità a 30 giorni dopo ictus emorragico è pari al 50%. Di quelli che sopravvivono, il 50% presenta un’invalidità grave. L’ictus è la causa del 10-12% di tutti i decessi per anno, rappresenta la prima causa d’invalidità e la seconda causa di demenza con perdita dell’autosufficienza. CENTRI DI NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA (CNRI) IN SICILIA 7
I disturbi circolatori dell’encefalo fanno registrare, per entrambi i sessi, un numero relativamente alto di decessi nell’intera popolazione siciliana. I rapporti standardizzati di mortalità mostrano eccessi statisticamente significativi in entrambi i generi nelle province di Caltanissetta, Catania, Enna, Siracusa e Trapani; mentre tra le sole donne si osservano SMR superiori all’atteso regionale nella provincia di Ragusa. Metanalisi di studi randomizzati e controllati dimostrano la superiorità in termini di outcome clinico e di economicità di gestione del management dei pazienti accolti nelle unità di terapia dedicate all’ictus (Stroke Unit), rispetto a quelli gestiti nei reparti non specializzati. Osteoporosi e patologia osteo-fratturativa L’osteoporosi, con una prevalenza stimata di circa il 15% tra le donne di età compresa tra 50 e 59 anni, del 25% tra quelle di età compresa tra 60 e 69 anni, del 40% tra 70 e 79 anni e persino superiore al 50% nelle donne di età superiore a 80 anni, è fra le patologie di maggiore impatto sociosanitario. Si calcola che dopo i 50 anni di età una donna su due e un uomo su cinque avranno una frattura. In Italia la prevalenza relativa di osteopenia e osteoporosi nelle donne è rispettivamente del 42,3% e del 21,7% e negli uomini rispettivamente del 34,3% e del 18%. Nella popolazione maschile tali percentuali sono relativamente stabili da 60 a 79 anni. In quella femminile, invece, vi è un progressivo aumento da 40 a 79 anni. Questo implica che l’86% della popolazione anziana femminile può essere definita come osteopenica o osteoporotica, ma sembra che un gran numero di casi restino non diagnosticati. Nella maggior parte dei Paesi europei le fratture rappresentano la causa più frequente di ospedalizzazione. Il progressivo allungamento della speranza di vita della nostra popolazione (attualmente superiore agli 80 anni) non potrà dunque che ripercuotersi negativamente sul numero di fratture, facendo dell’osteoporosi una malattia di sempre maggiore rilevanza sociale. Oggi in Italia si calcolano circa 3,5 milioni di donne e 1 milione di uomini affetti da osteoporosi. A loro volta le fratture sono frequentemente causa di complicanze anche gravi: trombosi venosa profonda, embolia polmonare (20-50%) ed elevata mortalità (5-20% durante il primo anno dall’intervento chirurgico). In ambito vertebrale, le fratture sono spesso pauci o asintomatiche e identificate casualmente in corso di esami radiografici occasionali. In particolare, le fratture vertebrali spesso sono seguite dal personale medico con riposo come unico trattamento, associato a quello farmacologico, ma determinano riduzione dell’altezza (spesso di alcuni centimetri), cifosi e dolore secondario all’alterata biomeccanica della colonna vertebrale. Quando la frattura vertebrale è sintomatica vi è intenso dolore al rachide che in molti casi è causa di immobilità che nei soggetti anziani può essere causa di denutrizione con conseguente aggravamento del quadro clinico. Le fratture toraciche inoltre aumentano il rischio di pneumopatia restrittiva, mentre le fratture lombari si associano a sintomi addominali compresi distensione, sazietà precoce e stipsi. CENTRI DI NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA (CNRI) IN SICILIA 8
Stima del fabbisogno di trattamenti in emergenza/urgenza per i pazienti suscettibili di trattamenti di NRI I dati in precedenza descritti sono riferiti ad una media annuale sull’attività degli ultimi tre anni ed è prevedibile che specie per il trattamento endovascolare degli aneurismi cerebrali rotti la letteratura mondiale fa prevedere un numero di interventi pari a circa 600 per la popolazione siciliana ; mentre per i non rotti la stima è di circa 250.000 aneurismi molti dei quali potrebbero dover essere trattati, in maniera preventiva, in funzione delle dimensioni ( studio ISUIA) e/o della morfologia e/o delle attività voluttuarie. Modello di gestione delle situazioni di emergenza-urgenza suscettibili di trattamento con NRI La rete come standard di cura Il documento del Ministero della Salute (1), che fa riferimento al consenso delle Società scientifiche di settore italiane ed Europee, sottolinea come la gestione ottimale del paziente acuto deve prevedere un complesso network per l’emergenza tra ospedali (a diversa complessità assistenziale) e territorio, connessi da un adeguato sistema di trasporto, che abbia lo scopo di assicurare il miglior trattamento possibile nel minor tempo possibil. Il presente documento tecnico “Documento Regionale per l’organizzazione del Sistema Integrato dei centri di neuroradiologia interventistica (CNRI) in sicilia” ha lo scopo di attivare in Sicilia la RETE PER LA GESTIONE CON METODICHE DI NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA DEL PAZIENTE IN ELEZIONE ED IN ACUTO, un complesso modello integrato di intervento che prevede una stretta collaborazione fra le UOC di Neuroradiologia, i Servizi per l’Emergenza territoriale del 118, i Dipartimenti di Emergenza Urgenza Ospedalieri con i loro Pronto Soccorso, le Neurologie, le Neurorchirurgie e le Rianimazioni . Il documento, inoltre, si affianca alla già istituita rete regionale dello stroke con la finalità di ottimizzare i percorsi diagnostico-terapeutici dei pazienti con ictus o emorragia per migliorarne la prognosi razionalizzando al tempo stesso l’impiego delle risorse necessarie, con l’intento di migliorare l’efficacia prevedendo che tale ambito di patologia sia affrontato dallo specialista NRI come avviene nel resto del territorio nazionale. Ciò in accordo con il quaderno della Salute Ministeriale n 14 che traccia le linee guida nazionali per il trattamento e la gestione delle malattie cerebro-vascolari. L’interazione tra le unità operative di ospedali periferici e quelle capaci di prestazioni di NRI a più alta complessità costituisce un modello funzionale ed efficiente di gestione del paziente complicato. Obiettivi 1) Assicurare un trattamento in emergenza riperfusivo (trombolisi e trombectomia) almeno al 70-80% dei pazienti con ictus arrivati entro le prime 4-6 ore, anche se sono in itinere gli studi che tendono ad allungare il tempo di trattamento; 2) Effettuare in urgenza il trattamento endovascolare degli aneurismi intracranici; CENTRI DI NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA (CNRI) IN SICILIA 9
3) Aumentare al 40-60% la presa in carico dei pazienti da parte del 118 eleggibili ai fini di un trattamento in emergenza dello stroke ischemico e in urgenza della emorragia cerebrale. 4) Coordinare sul territorio regionale le UO di Neuroradiologia in modo che sia sempre pronta, nelle città siciliane sedi di II Livello, una sala angiografica dedicata alle patologie trattate nei punti 1 e 2. Strategie terapeutiche Terapia endovascolare La terapia endovascolare è eseguibile in ospedali con Stroke Unit di II livello nei quali sia prevista una reperibilita del Neuroradiologo Interventista H 24 per il trattamento endovascolare dell’ictus ischemico, delle malformazioni vascolari cerebrali e degli aneurismi. Il Neuroradiologo interventista partecipa al percorso multidisciplinare di cura dell’ictus ischemico ed emorragico apportando specifiche competenze tecniche e cliniche nella fase intraospedaliera del ricovero e specificamente operando secondo i protocolli di intervento condivisi con il neurologo dell’emergenza e del neurochirurgo. Le tecniche endovascolari con l’impiego di farmaci trombolitici, associate o meno a manovre meccaniche (trombectomia), sono indicate nei Centri con provata esperienza di Neuroradiologia Interventistica. Analoga condizione appare indispensabile, sempre in accordo con quanto riportato nel quaderno ministeriale apposito (n.14) per il trattamento endovascolare degli aneurismi e delle malformazioni vascolari. Le strategie terapeutiche inoltre sono delineate dalla Società Europea di Neuroradiologia e dal Quaderno della Salute n°14 e dalle linee guida ISO-SPREAD in corso di aggiornamento. Criteri di inclusione per la terapia endovascolare (intra-arteriosa) A seconda della finestra temporale di intervento (tempo di ischemia) vi è indicazione al trattamento endovascolare nei seguenti casi: 1. Ictus carotideo Tempo di ischemia entro 4,5 ore . Pazienti con ischemia cerebrale insorta da meno di 4 ,5 ore, con deficit neurologico grave o con criteri di esclusione per la fibrinolisi sistemica e con TC negativa per emorragia o estese alterazioni ische- miche precoci; evidenza angio-TC (o angio-RM o TCP) di un’occlusione di CI, MCA, vertebrale o basilare. Tempo di ischemia all’arrivo in ospedale superiore a 4,5 h. TC negativa per emorragia o estese alterazioni ischemiche precoci; evidenza angio-TC (o an- gio-RM o TCP) d un’occlusione di CI, MCA, vertebrale o basilare; 2. Ictus vertebro-basilare Pazienti con eventi ischemici del circolo posteriore e documentazione angio-TC (o angio- RM o TCD) di occlusione dell’arteria vertebrale dominante o della ba- silare.I pazienti possono essere trattati fino a 8 ore dall’insorgenza dei sintomi e se isintomi sono fluttuanti anche sino a 24 ore. CENTRI DI NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA (CNRI) IN SICILIA 10
LA RETE DEI CENTRI DI NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA (CNRI) IN SICILIA In relazione a quanto previsto nel DM 70 /2015 e in base al possesso dei requisiti previsti, ad oggi in Sicilia sono individuate n. 6 Unità Operative di Neuroradiologia Interventistica come segue: Macroarea Messina: UOC di Neuroradiologia dell’Azienda Policlinico di Messina (DEA di II livello), che garantisce procedure di Neuroradiologia interventistica h24. Macroarea Catania-Siracusa-Ragusa: UOC di Neuroradiologia dell’A.O. Cannizzaro di Catania (DEA di II livello), che garantisce procedure di Neuroradiologia interventistica h24. UOC di Diagnostica per Immagini, con UOS di Neuroradiologia dell’ARNAS Garibaldi di Catania (DEA di II livello), che garantisce procedure di Neuroradiologia interventistica h24. Macroarea Palermo-Trapani: UOC di Neuroradiologia dell’ARNAS Civico di Palermo (DEA di II livello), che garantisce procedure di Neuroradiologia interventistica h24. UOC di Radiologia dell’A.O. Villa Sofia di Palermo (DEA di I livello) con servizio di Neuroradiologia che garantisce procedure di Neuroradiologia interventistica h12. Macroarea Caltanissetta- Agrigento-Enna: UOC di Radiologia del P.O. S. Elia di Caltanissetta (DEA di II livello) con UOSD di Neuroradiologia presso cui è di in atto la convenzione con la UOC di Neuroradiologia dell’Azienda Policlinico di Messina che garantirà, tramite Neuroradiologi in sede, l’esecuzione di procedure di Neuroradiologia interventistica h24. L’ identificazione dei predetti Centri di II Livello di Neuroradiologia Interventistica per ogni Macroarea, è basata in relazione alle competenze acquisite dai singoli centri e alla necessaria presenza di altre UUOO di alta specializzazione (Stroke Unit, Neurochirurgia, Chirurgia Vascolare, Rianimazione), indispensabili in ogni Azienda che si occupi di trattamento endovascolare dello Stroke, come previsto dalle Linee Guida nazionali ed internazionali e che abbiano la costante recettività, in termini di posti letto dedicati. CENTRI DI NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA (CNRI) IN SICILIA 11
PERCORSO PRE-OPERATORIO DEL PAZIENTE TRATTATO PER ICTUS ISCHEMICO Per il paziente con ictus ischemico che si presenta presso un Presidio Ospeda- liero fornito di Stroke Unit di I livello, quest’ultima si farà carico di contattare il Neurologo della Stroke di II livello ove lo ritenesse necessario. Il Neurologo contatta il Neuroradiologo Interventista di turno, il quale, se ha la sala libera si farà carico di vedere le immagini del caso e deciderà se il paziente è eleggibile o meno, in uno con il Neurologo. Se il paziente è eleggibile verrà trasportato, nel più breve tempo possibile, e sarà trattato. Questo a prescindere se esiste un posto disponibile di Stroke Unit – Rianima- zione – Terapia Intensiva. Alla fine del trattamento se, come spesso succede, si sarà liberato un posto nel- la sede del trattamento endovascolare ischemico o emorragico che sia, resterà in sede . In caso contrario si cercherà il posto più idoneo per la sua condizione clinica . Il 118, da chiunque contattato, dovrà trasferire il paziente solo dopo che ha avu- to il via libera dal medico Neurologo del Centro di II Livello, che potrà confer- mare il trasporto presso la propria U.O. o indicherà il presidio dove trasferirlo avendo sentito preventivamente il Neuroradiologo che avrà già preso accordi con l’altra Stroke Unit di II livello più vicina o libera. (A tal fine si allega la Tabella con i numeri per contattare i Centro sede di Stro- ke di II livello con Neuroradiologia Interventistica). E’ fondamentale, per il paziente, che si possano valutare le indagini stru- mentali (TC, angio-TC, RM, angio-RM etc.) prima che lo stesso parta dal nosocomio di presentazione e pertanto è indispensabile la trasmissione delle immagini da un ospedale all’altro in tempo reale. Percorso pre-operatorio del paziente trattato per Ictus emorragico Per il paziente ictale emorragico che si presenta presso un Ospedale fornito di Neurochirurgia si seguiranno i PDTA interni. Per il paziente con ictus emorragico che si presenta presso un presidio Ospe- daliero sfornito di Neurochirurgia il Pronto Soccorso dell’ospedale dovrà contat- tare la Neurochirurgia e la Neuroradiologia Interventistica dell’Azienda Ospeda- liera più vicina sede di centro di II Livello. I due specialisti valutano il caso e se ritengono che il paziente è eleggibile, verrà trasportato nella sede centro di II Livello e trattato o per via endovascolare o, se esistono motivi particolari, per via neurochirurgica. Se eleggibile all’intervento il paziente verrà trasportato, nel più breve tempo possibile. Questo a prescindere se esiste un posto di Rianimazione – Terapia Intensiva. Alla fine del trattamento, si cercherà il posto più idoneo per la sua condizione clinica e se, come spesso succede, si sarà liberato un posto nella sede del trat- tamento endovascolare resterà in sede ischemico o emorragico che sia. CENTRI DI NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA (CNRI) IN SICILIA 12
Il 118, da chiunque contattato, dovrà trasferire il paziente solo dopo che ha avu- to il via libera dal medico Neurologo del Centro di II Livello, che può conferme - re il trasferimento presso la propria U.O. o deciderà dove trasferirlo. (A tal fine si allega la Tabella con i numeri di telefono per poter contattare le Neuroradiologie Interventistiche dei Centri della rete). E’ fondamentale, per il paziente, che si possano valutare le indagini stru- mentali (TC, angio-TC, RM, angio-RM etc.) prima che lo stesso parta dal nosocomio di presentazione e pertanto è indispensabile la trasmissione delle immagini da un ospedale all’altro in tempo reale. Percorso post-operatorio del paziente trattato per Ictus ischemico e/o emorragico Il percorso post-operatorio del paziente viene tracciato sulla base delle condizioni cliniche dello stesso e della disponibilità di posti letto presso il centro HUB ove viene trattato. Scenari possibili: 1. Paziente giunto al Pronto Soccorso per auto presentazione o tramite 118 da P.O. sprovvisto di Neurologia con Stroke Unit.: Se il paziente ha necessità di essere ricoverato presso una terapia intensiva, in mancanza di posto letto nel centro di II Livello, deve essere ricoverato presso una terapia intensiva di altro P.O. provvisto di U.O.C. di Neurochirurgia o in mancanza di disponibilità di posto letto, in qualsiasi altra terapia intensiva con posto letto disponibile. Se il paziente non ha necessità di essere ricoverato presso una terapia intensiva, in mancanza di posti letto nella Stroke Unit/Neurologia nel centro di II Livello, deve essere ricoverato presso altro P.O. provvisto di Stroke Unit o, in mancanza di posto letto, presso una U.O.C. di Neurologia con posto letto disponibile. 2. Paziente giunto al Centro di II Livello da altro P.O. provvisto di UOC di Neurologia con Stroke Unit: In caso di accertata indisponibilità di posti letto di Stroke Unit nel Centro di II Livello, il paziente che proviene da altro P.O. provvisto di Stroke Unit, dopo aver eseguito la procedura rientra nel P.O. di provenienza. 3. PazienteCovid-19 giunto al centro di II Livello per auto presentazione o tramite 118 da altro P.O. Nel caso di paziente Covid-19 positivo, i centri HUB dovranno adottare tutte le misure previste per effettuare le procedure diagnostiche e/o interventistiche utilizzando i DPI e seguendo i percorsi dedicati come da protocollo stipulato in ogni singolo centro HUB. Se il paziente necessita di ricovero in terapia intensiva, verrà ricoverato presso una terapia intensiva Covid-19 del centro HUB o, in mancanza di posto letto, presso una terapia intensiva Covid-19 di altro P.O. con posto letto disponibile CENTRI DI NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA (CNRI) IN SICILIA 13
(preferibilmente sede di UOC di Neurochirurgia e UOC di Neurologia/Stroke Unit). Se il paziente non necessita di terapia intensiva verrà ricoverato presso un re- parto Covid-19 del centro HUB o, in mancanza di posto letto, presso un reparto Covid-19 di altro P.O. con posto letto disponibile (preferibilmente sede di UOC di Neurochirurgia e UOC di Neurologia/Stroke Unit). REQUISITI CENTRI DI NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA Personale medico di Neuroradiologia interventistica e diagnostica minimo per ogni centro di II Livello Per rendere operativo ogni centro, questa commissione ritiene siano necessari almeno cinque neuroradiologi interventisti e sette neuroradiologi diagnostici per l’attività di diagnosi e selezione del paziente per ogni centro di II livello, per un totale di 12unità, al fine di assicurare il servizio H24. Tale numero di neuroradiologi consentirebbe l’attivazione di un servizio di guardia attiva ospedaliera, necessaria a far fronte all’ingente numero di pazienti con ictus ischemico ed emorragico affluenti annualmente ad ogni Centro di II livello , con la previsione di una media di 400/500 casi per centro. A tal fine è necessario: Che ogni centro HUB debba avere un servizio di guardia attiva o reperibili- tà h24 di Neuroradiologia diagnostica ed interventistica e, per tale motivo, il numero complessivo di medici neuroradiologi necessario non deve esse- re inferiore a 12 unità per singolo centro di cui almeno 5 interventisti. CENTRI DI NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA (CNRI) IN SICILIA 14
Che l’ organico per il personale tecnico ed infermieristico sia in nume- ro di 8+8 unità con Capo sala infermieristico. Ogni centro deve possedere: NCH, Rianimazione, Stroke 2 livello ed inoltre un angiografo biplano, uno monoplano, TC almeno 64 banchi ed Rm da 1,5 T con servizi di H24 di guardia e reperibilità per diagno- stica e interventistica. Che le procedure interventistiche endovascolari per lo Stroke, venga- no effettuate solo da Neuroradiologi Interventisti esperti, forniti di specializzazione di Radiodiagnostica al fine di garantire la mas- sima sicurezza per il paziente e ridurre rischio clinico. Nelle more che i centri vengano dotati dei citati requisiti , l’attivi- tà può essere avviata esclusivamente in un centro di Neurora- diologia che abbia almeno 3 Neuroradiologi interventisti, 5 dia- gnostici, 3 infermieri e 3 TSRM dedicati. Che i centri di II Livello individuati per le 4 Macroaree abbiano la co- stante recettività in termini di posti letto dedicati nei reparti di Aneste- sia e Rianimazione (almeno due posti dedicati al paziente con ictus ischemico/emorragico), Neurochirurgia e Stroke Unit, e 2 posti TEC- NICI TIPO NEURORIANIMAZIONE al fine di trattenere almeno per le prime 48 ore tutti i pazienti trattati per via endovascolare nello stesso nosocomio, in attesa dell’eventuale trasferimento. Per raggiungere questo fine è necessario che il Neuroradiologo disponga non solo di strutture dove possa eseguire le varie procedure e di apparecchiature correlate alla patologia da trattare, ma anche di ambienti idonei dove seguire i pazienti in regime sia ambulatoriale sia di ricovero. Tali strutture devono essere Centri in cui l’invio dei pazienti da sottoporre a procedure interventistiche avvenga sia dalle indicazioni provenienti dai dipartimenti di emergenza sia dalle proposte dei reparti ospedalieri o degli ambulatori specialistici. Requisiti professionali Nell’ambito dei CNRI si rende necessario individuare personale dedicato e certificato per le diverse figure professionali per consentire di sviluppare le competenze e l’affiatamento richiesto per l’espletamento delle procedure. Devono essere disponibili idonei collegamenti funzionali per eventuali complicanze (medico anestesista-rianimatore e/o sala operatoria). Possono operare in tale ambito solo specialisti in radiodiagnostica con formazione accertata e documentabile in Neuroradiologia (frequenze presso centri accredidati e/o master in Neuroradiologia Interventistica). CENTRI DI NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA (CNRI) IN SICILIA 15
Dotazione di attrezzature e di personale tecnico/infermieristico personale infermieristico di supporto, specificamente formato e dedicato dovrebbe essere in numero sufficiente (24 h/7 gg reperibilità), coordinato da un infermiere professionale per garantire la continuità di servizio e poter operare a tali condizioni in numero di almeno 8 unità per CNRI. personale tecnico-sanitario di radiologia medica, formato e dedicato, dovrebbe essere in numero sufficiente, coordinato da un tecnico sanitario in radiologia medica (TSRM) per garantire la continuità di servizio e poter operare a tali condizioni un numero di almeno 15 unità per CNRI per l’attività diagnostica ed interventistica. personale ausiliario in numero di almeno 4 unità. personale amministrativo di supporto anche condiviso all’interno della struttura. Attrezzature disponibilità di almeno due sale angiografiche con iniettore automatico, monitoraggio elettrocardiografico, pulsi-ossimetro, defibrillatore semiautomatico, respiratore automatico, armadio farmaci, medicazioni, strumentario, presidi medico-chirugici e la strutturazione impiantistica secondo le normative previste per gli ambienti chirurgici. Delle due apparecchiature una deve essere preferibilmente con doppio tubo radiogeno (angiografio biplanare) e una delle due deve essere dedicata all’emergenza-urgenza. la disponibilità di almeno una TC multistrato, almeno a 64 strati, con software dedicato alla perfusione, per procedure interventistiche e per i controlli a distanza; la disponibilità di almeno una RM ad alta intensità di campo con sequenze echoplanari. la disponibilità di un arco a “C” la disponibilità di un ecografo dedicato agli studi vascolari ed alla neurosonografia spazi dedicati alle attività ambulatoriali diagnostiche e di controllo dei pazienti. Il mantenimento della competenza interventistica Il mantenimento della competenza interventistica dell’operatore neurovascolare (accreditamento degli operatori per Stroke Unit di II livello) è basato: sulla certificazione che ogni singolo operatore esegue almeno 50 procedure di cateterismo intracranico (anche come secondo operatore) con embolizzazione (come primo operatore) di almeno 15 aneurismi cerebrali per anno; sulla partecipazione a corsi di formazione ECM aventi per oggetto l’Interventistica Neurovascolare, l’Imaging Vascolare non invasivo, e, possibilmente, anche la Neurologia d’Urgenza e la Neurochirurgia Vascolare; sulla partecipazione a corsi ECM aventi per oggetto la patologia cerebrovascolare che non deve essere inferiore a un Corso/Congresso per anno; CENTRI DI NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA (CNRI) IN SICILIA 16
sulla partecipazione a meeting collegiali (interdisciplinari) settimanali di revisione dei casi trattati. La competenza del Centro è basata: sulla certificazione che l’attività interventistica neurovascolare è effettuata in Centri con almeno 80 procedure endovascolari neuroradiologiche, di cui almeno 30 aneurismi cerebrali per anno; sulla rilevazione nella Stroke Unit di un programma di formazione continuativa di tutti gli operatori del team neurologico-neurochirurgico-neuroradiologico interventistico; sulla registrazione (database) dei casi trattati al fine di valutare annualmente il tasso di mortalità e morbilità correlate alle procedure effettuate. Requisiti impiantistici La sala ibrida, come quella operatoria, deve essere dotata di condizionamento ambientale che assicuri le seguenti caratteristiche igrotermiche: temperatura interna invernale ed estiva compresa tra 20 e 24 °C; umidità relativa estiva e invernale compresa tra 40% e 60%; ricambi aria/ora (aria esterna senza ricircolo) 15 v/h; filtraggio aria > 99%; impianto di gas medicali e impianto di aspirazione gas anestetici direttamente collegato alle apparecchiatura di anestesia; disponibilità di acqua di raffreddamento per apparecchi laser, quando necessario; stazioni di riduzione della pressione per il reparto operatorio devono essere doppie per ogni gas medicale tecnico tali da garantire un adeguato livello di affidabilità; impianto rilevazione incendi; impianto allarmi di segnalazione esaurimentogas medicali; devono essere garantiti sistemi alter alternativi di generazione dell’energia elettrica. Requisiti tecnologici Per ogni sala ibrida sono necessari: tavolo radiologico-operatorio; apparecchio per anestesia con sistema di evacuazione dei gas dotato anche di spirometro edi monitoraggio della concentrazione di ossigeno e di protossido di azoto erogato, respiratore automatico dotato di tutti gli allarmi per deconnessione paziente; monitor per la rilevazione dei parametri vitali; elettrobisturi; aspiratori distinti chirurgici e per broncoaspirazione; lampada scialitica; diafanoscopio a parete; strumentazione adeguata per gli interventi di chirurgia generale e delle specialità chirurgiche; CENTRI DI NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA (CNRI) IN SICILIA 17
un’autoclave a vapore per sala operatoria e/o per gruppo operatorio per la sterilizzazione di strumentario, teleria, in mancanza di servizio centralizzato e/o esterno di sterilizzazione; monitor defibrillatore. Per la zona risveglio sono necessari: gruppo per ossigenoterapia; cardiomonitor e defibrillatore; aspiratore per broncoaspirazione; ventilatore automatico. La corretta identificazione del paziente e del sito chirurgico è determinante per evitare procedure di NRI su un paziente diverso da quello destinatario della prestazione o su un distretto corporeo diverso da quello d’interesse, eventualità che potrebbe ingenerare un grave danno alla persona. In questi casi è opportuno rifarsi alla Raccomandazione n. 3, luglio 2006, per la corretta identificazione dei pazienti, del sito chirurgico e della procedura del Ministero della Salute Dipartimento della qualità Direzione Generale della programmazione sanitaria, dei livelli di assistenza e dei principi etici di sistema, ufficio III. Controllo delle apparecchiature Riferimenti normativi: DM del Ministero della Sanità del 29 dicembre 1997 [GU n. 108 del 12 maggio 1998 relativi all’art. 113 del D.Lgs. 230/1995 e negli allegati 1 e 2 del DM del Ministero della Sanità del 29 dicembre 1997 (GU n. 78 del 3 aprile 1998) che ha modificato il DM 14 febbraio 1997], relativi all’art. 112 del D.Lgs. 230/1995. I controlli di qualità delle apparecchiature radiologiche hanno la finalità di mantenere le esposizioni del paziente a livello più basso ragionevolmente ottenibile, compatibilmente con l’ottenimento dell’informazione diagnostica richiesta (art. 4 DM 14 febbraio 1997 modificato dal DM 29 dicembre 1997). Il perseguimento di tale obiettivo garantisce che l’apparecchiatura radiologica sottoposta a tale controllo corrisponda anche ai criteri minimi di accettabilità fissati dalle norme che stabiliscono le condizioni indispensabili per permettere le funzioni per cui ogni apparecchiatura radiologica è stata progettata, costruita e per le quali viene utilizzata (art. 2 comma 1 DM 14 febbraio 1997 modificato dal DM 29 dicembre 1997). Le verifiche La stesura delle procedure ha la finalità di uniformare, il più possibile, il comportamento degli operatori e ridurre le variabili quale elemento di destabilizzazione del processo di qualità e possibile fonte di errore tecnico o metodologico. Periodicamente tali comportamenti devono essere verificati, monitorando le azioni svolte per dimostrare l’efficacia sia delle azioni intraprese dal CNRI sia delle prestazioni eseguite. Tali verifiche devono mirare alla soddisfazione dei pazienti utenti e dei reparti per i quali il Centro esegue la sua attività e vanno oltre il normale controllo statistico e CENTRI DI NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA (CNRI) IN SICILIA 18
di budget programmato dagli uffici del Controllo Gestione. Tali verifiche rientrano nel sistema di qualità e avvengono sotto la responsabilità del Responsabile di Unità Operativa. È un processo che richiede la collaborazione delle unità di Risk management presenti all’interno delle aziende e con cui il CNRI elabora questionari di verifica che periodicamente vengono distribuiti ai reperti afferenti e al personale del CNRI con la finalità di riscontrare il grado di soddisfazione degli utenti e operatori, identificare eventuali elementi conflittuali o di criticità, così da poter attuare eventuali elementi correttivi che dai questionari possano scaturire. La documentazione ottenuta e le verbalizzazioni degli eventuali correttivi devono essere mantenute a cura delle UOC di Neuroradiologia Interventistica o dei Dipartimenti in cui esse sono inserite. Garanzia di qualità Tutte le informazioni raccolte durante l’iter assistenziale devono essere registrate per poter assumere tempestivamente le decisioni più opportune per i pazienti. Ogni Centro dovrà registrare, preferibilmente in formato digitale, le procedure effettuate, compilare le cartelle cliniche e le Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO) per i pazienti in ricovero ordinario o diurno. Dovrà essere tenuto, anche in formato digitale, un registro operatorio delle procedure, allo stesso modo del registro chirurgico di sala operatoria, con la descrizione dell’intervento, dei risultati e delle eventuali complicanze, degli operatori, la durata, i codici ministeriali ecc. Nel caso d’impiego di radiazioni ionizzanti dovranno essere registrati su apposito registro obbligatoriamente per la fluoroscopia almeno durata, mA, kV; per la grafia almeno il numero delle esposizioni; il DAP (ove previsto); con indicazione del nome del paziente, tipo della procedura e sua durata complessiva. Ogni CNRI provvederà a stilare procedure scritte per l’approvvigionamento, la disinfezione e/o sterilizzazione secondo le norme vigenti per le attività di chirurgia e le procedure svolte. In particolare, i CNRI dovranno assicurare che: i documenti siano e rimangano leggibili e facilmente identificabili; siano identificati i documenti esterni necessari e la loro distribuzione sia controllata; sia prevenuto l’utilizzo involontario di documenti obsoleti. Elaborazione di una strategia per il monitoraggio della qualità e dei risultati I CNRI devono garantire e dimostrare che siano stabiliti obiettivi e requisiti del servizio erogato compresi quelli assistenziali. Gli obiettivi devono essere misurabili e coerenti con la politica dell’organizzazione. Ogni 6 mesi deve essere programmato il controllo dell’efficienza delle apparecchiature tramite: CENTRI DI NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA (CNRI) IN SICILIA 19
misura del rateo di dose allo IB; valutazione della risoluzione spaziale; valutazione della risoluzione a basso contrasto; misura della macchia focale; misura della tensione; misura della corrente; misura del tempo di carico. Devono essere raccolti e analizzati almeno i seguenti indicatori: indicatore 1: tasso di complicanze; indicatore 2: tempi di attesa per i pazienti interni; indicatore 3: presenza di reclami; indicatore 4: gradimento del servizio mediante questionari a campione (customer satisfaction); indicatore 5: variazione del volume di attività in relazione allo storico dell’Unità Operativa. Per ogni obiettivo devono essere predisposti opportuni indicatori di monitoraggio; per ognuno di questi devono essere definiti i valori di accettabilità, modalità e tempi di verifica. Almeno una volta l’anno l’Unità Operativa deve redigere un documento di sintesi delle attività svolte nell’anno che evidenzi anche le complicanze, i reclami, la gestione delle anomalie nell’ambito di governo dei processi e del rischio clinico. È necessario, inoltre, dare evidenza della progettualità e/o partecipazione a sperimentazioni cliniche o azioni volte a migliorare l’attività del servizio. Il CNRI deve assicurare che i reclami, i problemi relativi alle forniture e gli scostamenti rispetto ai parametri dello standard siano oggetto di indagini documentate, comprendenti anche decisioni relative a eventuali interventi correttivi e preventivi. Allo scopo di garantire la massima professionalità degli operatori, devono essere attivati programmi di formazione permanenti per medici, tecnici di radiologia, infermieri e personale addetto all’assistenza sulla scorta di Linee guida con cadenza annuale anche per la gestione delle emergenze. La formazione e la competenza Da quanto esplicitato nei quaderni della Salute 2 e 14, appare evidente che l’ictus cerebrale rappresenta una patologia di alta specificità, non affrontabile in maniera e con competenze “generalistiche”. Questo in relazione: • alla complessità fisiopatogenetica; • alla peculiare diagnostica clinica e strumentale, sia nella fase iperacuta che nell’approfondimento diagnostico; • alla specifica terapia in una ristretta finestra temporale, non solo medica e in tutti i casi possibili con la fibrinolisi sistemica, ma anche endovascolare e, quando richiesto, neurochirurgica; • alla gestione clinica della fase acuta che inizia già in ambiente extraospedaliero con il Sistema dell’Emergenza Territoriale e che attraverso ben definiti percorsi intraospedalieri trova la sua completa realizzazione in Strutture dedicate, le Stroke CENTRI DI NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA (CNRI) IN SICILIA 20
Unit, le cui specifiche caratteristiche organizzative e funzionali, sono precisate nel Decreto Regione Sicilia n. 1816 del 17 settembre 2019, con il quale sono state approvate le - “Linee di indirizzo per la rete dell’ictus cerebrale in Sicilia” e il “Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) per il paziente con sospetta ischemia cerebrale”; Tutto quanto su esposto, proprio per la sua specificità, va affrontato e gestito da personale medico e non medico competente, formato e continuamente aggiornato e in numero sufficiente a garantire un’adeguata assistenza a tutti i cittadini affetti da ictus, ischemico ed emorragico acuto, omogenea su tutto il territorio regionale. Dunque, per tutte le figure coinvolte è necessario prevedere una formazione specifica orientata verso il particolare compito assistenziale che prevede le seguenti figure mediche specialistiche: Neurofisiologo, Neurologo, Neuroradiologo, Neurochirurgo, Chirurgo Vascolare, Neurorianimatore, Neuroriabilitatore ecc.), ma che va necessariamente implementata attraverso percorsi ben individuati. La formazione e la competenza professionale rappresentano, infatti, elementi di qualificazione del presente Documento relativo alla istituzione della rete dei Centri di Neuroradiologia Interventistica (CNRI) nel momento in cui si viene a configurare un modello di assistenza al paziente con patologie vascolari ischemiche, emorragiche, traumatiche sia craniche che della colonna vertebrale sulla base di Unità dedicate in grado di affrontare problematiche cliniche di differente complessità che si avvalgono di competenze pluridisciplinari e multiprofessionali. Per rendere pienamente efficiente questo progetto, si rendono necessarie la definizione e la caratterizzazione delle figure professionali mediche che sono chiamate a essere il fulcro dell’attività realizzata sia in fase acuta che nella fase di stabilizzazione. Formazione del Neuroradiologo Interventista In una CNRI il Neuroradiologo Interventista è il medico responsabile del trattamento endovascolare dell’ictus ischemico, degli aneurismi e degli angiomi cerebrali rotti e non rotti, e delle patologie del rachide, acute ed in elezione, ha competenze cliniche partecipando al trattamento e alla gestione del paziente acuto (ischemico ed emorragico) in equipe con altri specialisti, Neurologi, Neurochirurghi e Neurorianimatori, secondo protocolli di lavoro e percorsi assistenziali condivisi. Il Neuroradiologo interventista è responsabile della cura dei pazienti che vengono da lui operati e, pertanto, oltre all’intervento sono di sua competenza la valutazione preoperatoria, le procedure di acquisizione del consenso informato, il trattamento farmacologico pre- e postoperatorio, il follow-up clinico-neuroradiologico dopo la dimissione. La formazione di questo specialista risulta, ancora oggi, legata a una formazione clinico-radiologica di base (specializzazione) e all’acquisizione di una specifica formazione interventistica acquisita in maniera individuale e libera. Dal momento che la Specializzazione in Radiologia (obbligatoria) non prevede crediti formativi specifici e non identifica, quasi sempre, una sub specializzazione di Neuroradiologia, allo stato attuale la formazione del Neuroradiologo Interventista risulta essenzialmente “pratica e autogestita”, non essendo stabiliti né i contenuti né la durata del periodo di formazione. Le uniche indicazioni al riguardo provengono da gruppi di studi delle Società scientifiche e dal confronto con altre realtà culturali europee e CENTRI DI NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA (CNRI) IN SICILIA 21
nordamericane. In accordo con queste raccomandazioni, si ritiene che in questa fase il percorso formativo del Neuroradiologo Interventista debba essere basato sulla dimostrazione (certificazione) dell’effettuazione da parte dell’operatore di un numero certo di procedure angiografiche e interventistiche sufficienti a garantire la sicurezza dell’atto terapeutico, unitamente all’acquisizione di una specifica formazione clinica (neuroradiologica encefalica e spino-midollare). Come esempio, si riporta qui il curriculum formativo raccomandato dall’Associazione Italiana di Neuroradiologia, basato sui seguenti punti: • la formazione interventistica deve essere acquisita seguendo un percorso formativo prestabilito il più possibile omogeneo, uguale per tutti gli operatori del SSN; • la formazione interventistica deve essere conseguita unicamente presso Centri di Neuroradiologia Interventistica ad alto volume di lavoro (80 procedure interventistiche l’anno) operativi 24h in ospedali o Università provvisti di competenze neurologiche, neuroradiologiche, neurochirurgiche e neurorianimatorie (Stroke Unit di II livello). Il Centro di Neuroradiologia Interventistica nel quale viene effettuato il training deve avere le seguenti caratteristiche: almeno due trainer che pratichino l’attività interventistica, un case mix interventistico neurovascolare che preveda ictus, aneurismi, malformazioni artero-venose e fistole durali, disponibilità in sala angiografica h24 di neuro-anestesisti (reperibilità); il curriculum formativo è basato sull’acquisizione di specifiche conoscenze cliniche specialistiche e sull’acquisizione di competenze tecnico- angiografico-interventistiche (expertise tecnico) per le quali è previsto un insegnamento pratico effettuato in sala angiografica. Per raggiungere la certificazione di una “particolare competenza in Neuroradiologia Interventistica” l’operatore in formazione deve dimostrare di aver maturato competenze in diagnostica angiografica cerebrale (primo operatore con tutor in 100 angiografie), in tecniche di microcateterizzazione intracranica (50 microcateterismi intracranici con tutor) e in interventistica (10 procedure di coiling cerebrali come primo operatore con tutor e 10 trattamenti endovascolari di ictus cerebrale come secondo operatore). Complessivamente le procedure interventistiche a cui l’operatore in formazione partecipa (come primo operatore con tutor o come secondo operatore) non deve essere inferiore a 70; rapporto di insegnamento massimo 1:2 (trainer/trainees o docente/discente); la durata media del periodo di formazione angiografica interventistica corrisponde a 1 anno se effettuata in un Centro ad alto volume di patologia (160 procedure interventistiche per anno) o a 2 anni di frequenza se effettuata in un Centro con 80 procedure interventistiche per anno; il raggiungimento della formazione professionale post-specializzazione è basato sul raggiungimento del numero di procedure diagnostico interventistiche effettuate. Ogni specialista in formazione è tenuto a registrate su un documento ufficiale personale detto “libro delle procedure effettuate” fornito dalla Direzione Sanitaria dell’ospedale di insegnamento, nel quale vengono giornalmente registrati la data della procedura, il nominativo del paziente, la diagnosi di ammissione, la tecnica interventistica CENTRI DI NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA (CNRI) IN SICILIA 22
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