DIFFERENZE di GENERE nell'AVVIAMENTO alla - PRATICA SPORTIVA Marina Taffara, Predazzo, 5 maggio 2011
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DIFFERENZE di GENERE nell’AVVIAMENTO alla PRATICA SPORTIVA Marina Taffara, Predazzo, 5 maggio 2011
Mappa della presentazione CULTURA e FOTOGRAFIA STORIA e NUMERI ASPETTI PSICOLOGICI dell’ESISTENTE DIFFERENZE di GENERE nell’AVVIAMENTO alla PRATICA SPORTIVA PRESUPPOSTI per un AVVIAMENTO alla PRATICA SPORTIVA di SUCCESSO per maschi e femmine
Lo sport e le differenze di genere nella storia Lo sport è tradizionalmente un dominio maschile, ma negli ultimi 20 anni si sono verificati notevoli cambiamenti, con una sempre più massiccia presenza femminile anche in discipline un tempo considerate prettamente maschili Cann (1991) ha identificato i fattori sociali che hanno limitato la partecipazione femminile alle attività motorie e sport
Lo sport è davvero un luogo di pari opportunità? Molti studi concordano su … (Rapporti ISTAT; Parroni Corazzi Corazza 2008) al momento la distanza tra i generi si sta colmando, ma è un processo non ancora compiuto non ci sono differenze nella partecipazione ad attività di carattere ricreativo o di fitness lo sport professionistico, l’agonismo e sport spettacolo sono ancora un dominio maschile dai 15 anni l’abbandono della pratica sportiva subisce un’impennata, specie tra le femmine
Lo sport è davvero un luogo di pari opportunità? La stampa dedica più spazio agli sport maschili (anche perché quasi tutti i giornalisti sportivi sono uomini) Poche donne occupano posizioni direttive Nelle federazioni: le donne sono il 22,2 % dei tesserati (dato 2003) Sport femminili fanno poca “cassa”, hanno minor mercato Il 100 % dei Presidenti di Federazione è uomo Tra i tecnici la presenza femminile si riduce notevolmente quando accresce il livello tecnico/competitivo
I precursori del comportamento sportivo maschile e femminile D: le differenze di genere possono influenzare la decisione di partecipare o meno alla pratica sportiva? R: sembrerebbe di si. In particolare esistono due diverse linee di ricerca: 1. Attività ludica nell’infanzia 2. Imitazione dei modelli parentali e/o sociali
I precursori del comportamento sportivo maschile e femminile 2. Imitazione dei modelli parentali e/o sociali I modelli più efficaci secondo Greendorfer e coll. GENITORI: figli di genitori sportivi hanno maggiore probabilità di sviluppare un interesse per lo sport (molto efficace per le femmine) GRUPPO dei PARI MEDIA: amplificano gli effetti delle differenze di genere. Pochi modelli da imitare al di fuori della famiglia per le femmine.
I precursori del comportamento sportivo maschile e femminile 2. Imitazione dei modelli parentali e/o sociali D. La teoria di Greendorfer e coll. trova conferme? La famiglia condiziona l’avviamento alla pratica sportiva? Alcuni studi (Brown, Frankel e Fennel (1989), Battioli e Di Monaco (2003) ) ci dicono che …
I precursori del comportamento sportivo maschile e femminile Brown, Frankel e Fennel (1989) Si avviano alla pratica sportiva le ragazze: i cui genitori e amici ritenevano lo sport un’attività appropriata per una adolescente femmina che hanno avuto un supporto familiare e sociale dalla fanciullezza fino all’adolescenza.
I precursori del comportamento sportivo maschile e femminile Brown, Frankel e Fennel (1989) Antshel e Anderman (2000) FAMIGLIA: è importante come supporto all’attività sportiva ma è anche elemento di disturbo (per adolescenti maschi che femmine) stress R: Condizione ottimale = interesse di moderata intensità
I precursori del comportamento sportivo maschile e femminile Battioli e Di Monaco (2003) FAMIGLIA In Italia l’avvio alla pratica sportiva promosso ed incentivato dalla famiglia è “strumentale”, funzionale a … E’ il padre che svolge un ruolo determinante (dal pdv organizzativo, emotivo, tecnico) Un altro “investimento” è percepito come più sicuro per il futuro: lo studio. Presenza di contrasti in famiglia. R: Condizione ottimale = interesse di moderata intensità
I precursori del comportamento sportivo maschile e femminile D. I Media e i “campioni” condizionano l’avviamento alla pratica sportiva? MEDIA e “CAMPIONI” Ancora Battioli e Di Monaco (2003) ci danno qualche risposta La presenza di un modello di riferimento con cui identificarsi è un fattore molto rilevante per avvicinarsi alla pratica sportiva sia tra i maschi che tra le femmine I grandi campioni sono prevalentemente maschi e quindi “maschili” sono i modelli prevalenti; questo sembra avere un peso nella costruzione dell’identità sportiva femminile. I media amplificano gli effetti delle differenze di genere. Pochi modelli da imitare al di fuori della famiglia per le femmine. R: la presenza di modelli di riferimento prevalentemente maschili condiziona la scelta della pratica sportiva
Che fare? Oltre a politiche sportive di ampio respiro (esiste una vera politica per lo sport?) si può lavorare anche partendo da condotte accurate e sensibili da parte di tecnici, allenatori, dirigenti .
Nell’avviamento alla pratica sportiva teniamo presente … A la persona (CHI) B il contenuto (COSA) C la metodologia (COME )
CARATTERISTCIHE sul VERSANTE PSICOMOTORIO della PRE ADOLESCENZA 1 disposizione a tendenza a inclinazione tendenza parlare molto minimizzare a F a giocare per creare le proprie manifestare in piccoli legami e competenze empatia gruppi o disponibilità a , anziché verso l’altro, con fare domande valorizzarle allo scopo un’amica di creare un legame tendenza tendenza a a giocare parlare per tendenza a tendenza a in gruppi attirare minimizzare dominare la grandi l’attenzione e a M con altri non porre le proprie situazione doti bambini domande dello perché “chi fa stesso domande non è sesso all’altezza”
CARATTERISTCIHE sul VERSANTE PSICOMOTORIO della PRE ADOLESCENZA 2 A) Più introverse e Lavorare molto sull’ immagine corporea spesso assalite da e su attività ad ALTO INSIGHT paura per le forme più accese di F movimento. Puntare molto su OBIETTIVI di B) Maggior MIGLIORAMENTO PERSONALE e su propensione a OBIETTIVI di PROCESSO, anche sfidare se stesse attraverso auto valutazioni e anziché a gareggiare osservazioni svolte in piccoli gruppi sfidando gli altri A) Sfrenata voglia di Lavorare molto su attività dinamiche, muoversi, di atletiche e di PERFORMANCE FISICA e cimentarsi su OBIETTIVI di RISULTATO M B) Maggior propensione a Proporre anche in allenamento piccole sfidare gli altri e gare e attività a carattere competitivo, competere confronti, lavori di gruppo
L’Immagine orizzontale della persona - da Kretchmar 1994 - Sedentario (riflessivo & intuitivo) 2 1 Inferiore Superiore (basso insight) (alto insight) 4 3 Attivo (intuitivo & riflessivo)
CARATTERISTCIHE sul VERSANTE degli STEREOTIPI di GENERE (i comportamenti che ci si aspetta da un maschio e da una femmina condivisi dal gruppo sociale di appartenenza) COMUNIONE: Lavorare su: più appropriati l’osservazione di quanto eseguono per una donna, gli altri F come l’interesse la possibilità di migliorare per gli altri, attraverso l’aiuto dell’altro (lavoro di cooperazione e gruppo), coesione mettere in situazione di reciproca osservazione e reciproco aiuto AZIONE: Lavorare su: più appropriati per un uomo, dare regole e confini precisi M come essere secondo cui sviluppare l’azione assertivi facilitare l’alternanza del ruolo di o leader comportamento da leader
CARATTERISTCIHE sul VERSANTE degli VARIABILI PSICOLOGICHE di GENERE Attribuire a variabili esterne i Lavorare su: successi ed alla propria l’analisi delle situazioni e del risultato agonistico e di F responsabilità gli insuccessi; allenamento. spostare il “locus of control” a seconda dei risultati raggiunti. l’analisi e collocazione (Bal Filoramo, 2001; Brown, Frankel, e della causa dei successi ed Fennell, 1989; Vaughter, Sadh, e Vozzola, insuccessi 1994) Attribuire a variabili esterne gli Come sopra insuccessi. M Spostare il “locus of control” a seconda della convenienza.
Età dai 10 ai 14 anni o prima adolescenza : CARATTERISTCIHE sul VERSANTE MOTORIO Rafforzamento della possibilità ++ M ++ F di rappresentazioni mentali di corpi dinamici e del movimento: descrivere e correggere sia dettagli esecutivi e posizioni che movimenti; apprendimento “a prima vista” spiegare concetti anche non ancora sperimentati direttamente
Età dai 10 ai 14 anni o prima adolescenza : CARATTERISTCIHE sul VERSANTE MOTORIO Migliora la + M ++ F sensibilità dei piedi, la destrezza fine e la coordinazione intersegmentaria richiedere esercitazioni varie e (rapporto tra i segmenti di coordinazione fine, corporei) e di coordinazione dei vari segmenti tra loro
Età dai 10 ai 14 anni o prima adolescenza: CARATTERISTCIHE sul VERSANTE PSICOLOGICO Si rafforza la tendenza alla ++ M + F alla cooperazione e la creazione della leadership proporre attività ludiche di gruppo, di cooperazione e confronto
Età dai 10 ai 14 anni o prima adolescenza : CARATTERISTCIHE sul VERSANTE MOTORIO Oltre al rafforzamento della ++ M ++ F capacità condizionali (forza e resistenza) migliora la capacità di regolare il ritmo respiratorio specie con i M lavorare sulle durante il gesto o C Condizionali; offrire indicazioni sulla l’azione compiuta respirazione abbinata al gesto,
Età dai 15 ai 18 anni o seconda adolescenza: CARATTERISTCIHE sul VERSANTE MOTORIO Potenziamento ++ M ++ F della maestria motoria: possibilità di trasferire i propri schemi motori a Lavorare ed esercitarsi in situazioni complesse contesti vari ed imprevedibili; e imprevedibili Variare la proposta sulla stessa abilità e variare le abilità
Responsabilità Per rendere proficuo l’avviamento alla pratica sportiva, cioè orientarlo ad esiti positivi nei termini di diminuzione degli abbandoni precoci, specie per le femmine colmare il divario di genere nella pratica sportiva e “avvicinarsi” ai bisogni sia femminili che maschili attraverso fasi di avviamento allo sport di successo (non agonistico ma motivazionale) IL RUOLO di TECNICI, ALLENATORI, DIRIGENTI, GIUDICI è DETERMINANTE. E’ UN RUOLO di GRANDE RESPONSABILTA’ SOCIALE! Grazie.
Bibliografia Antshel e Anderman (2000) Bal Filoramo (2001) Battioli e Di Monaco (2003) Brown, Frankel e Fennel (1989) Cann (1991) Giuliano et al. (2000) Greendorfer e coll. Lever (1976) Kretchmar (1994) Ricerca Regione Lazio (2007) Rini (2010) Parroni Corazzi Corazza (2008) Vaughter et al. (1994)
Cann (1991) Nell’ Ottocento A metà dell’ottocento la donna non doveva sciupare la sua femminilità attraverso lavori manuali e attività fisicamente impegnative come lo sport L’assenza di sviluppo muscolare era una caratteristica desiderabile.
Cann (1991) Nel Ventesimo secolo (1900) le donne iniziano ad avere un ruolo nello sport , ma solo in attività di figura ed equilibrio: Sport individuali Sport con scarso contatto fisico Sport con oggetti/attrezzi leggeri Sport estetico
Cann (1991) Nel corso di tutto il Novecento: Iniziano le competizioni femminili tra le discipline olimpiche Aumenta la partecipazione a sport di squadra e di contatto In Europa e USA nascono dipartimenti di atletica aperti alle donne; L’educazione fisica diviene materia scolastica anche per le ragazze Ma malgrado queste innovazioni lo sport femminile continua ad avere scarsa visibilità
Lo sport è davvero un luogo di pari opportunità? A tutt’oggi le atlete italiane sono discriminate sul piano economico rispetto ai colleghi (Ricerca Regione Lazio, 2007) tanto che il 77% di coloro che praticano attività sportiva a livello agonistico non raggiungono l’indipendenza economica, il 21% afferma di aver subito in prima persona episodi di discriminazione e soltanto il 29% recepisce una retribuzione fissa
Lo sport è davvero un luogo di pari opportunità? Permangono poi sistemi di credenze stereotipate e aspettative di genere, comportamento, abilità, efficacia e successo ancora legati a parametri maschili che influenzano l’autovalutazione e l’autostima delle atlete al ribasso e possono condizionarne la stessa performance o indurle all’abbandono precoce (“drop out”). Femminilità nello stereotipo significa minore aggressività, ambizione e competitività, maggiore orientamento verso i rapporti interpersonali, capacità empatica, passività e facilità di adattamento
A la persona Età dai 10 ai 14 anni (CHI) o prima adolescenza E’ la fase in cui notiamo una profonda diversificazione di natura fisiologica tra maschi e femmine, legata al processo di maturazione sessuale. La FASE PRE PUBERALE dura 2-3 anni per i ragazzi (dai 10 ai 13 anni) e 1-2 anni per le ragazze (dai 10 agli 11 anni). E’ un periodo in cui si riscontrano differenze individuali marcate, per cui è maggiormente necessaria una personalizzazione degli interventi. E’ considerata la fase del miglior apprendimento motorio. Non è un’età di crisi da un punto di vista motorio. E’ importantissimo incrementare la quantità e la qualità delle proposte.
Età dai 10 ai 14 anni o prima adolescenza Rapida crescita in altezza per effetto della nuova attività ormonale (Testosterone e Somatotropo) Mediamente negli anni precedenti: 4-6 cm. di incremento annuo di altezza Nella prima fase dell’adolescenza: in un anno si può avere un incremento di altezza anche di 12-13 cm. Temporanea disarmonia nelle proporzioni corporee che si ripercuote nella prestazione atletica di questo periodo. Diminuzione temporanea della resistenza meccanica. Per effetto degli ormoni Somatotropo e Testosterone, le lamine epifisarie delle ossa subiscono rapidi cambiamenti morfologici e strutturali Soprattutto le ossa corte, in particolare le vertebre della colonna vertebrale, saranno particolarmente vulnerabili se sottoposte a torsione del busto. Allo stesso modo movimenti condotti in direzione perpendicolare alle linee di forza della colonna, quando sono unilaterali o troppo rispettivi possono risultare dannosi per l’eccessivo stress che potrebbero comportare sulle lamine ossee.
A la persona Età dai 15 ai 18 anni (CHI) o seconda adolescenza Con la seconda adolescenza (dai 13/14 ai 16/17 anni circa) le proporzioni corporee ritornano armoniche, ed il tasso di Testosterone aumenta ancora . E’ questo il tempo in cui il sistema muscolo scheletrico comincia a stabilizzarsi, si possono riprendere in gran parte gli esercizi ed i metodi di allenamento usati nell’allenamento degli adulti. Ciò nonostante l’allenamento deve essere ancora caratterizzato dal principio della Progressività, aumentando sempre inizialmente la quantità del carico di lavoro nel numero delle ripetizioni e successivamente l’intensità (il carico delle stesse ripetizioni). Aumentare il numero delle sedute settimanali può rappresentare il primo gradino di un incremento della qualità del carico. Oltre al principio della progressione, a maggior ragione, visto l’enorme variabilità tra età anagrafica ed età biologica di queste fasce di età, è altrettanto fondamentale il principio dell’individualizzazione del carico.
I precursori del comportamento sportivo maschile e femminile 1. Attività ludica nell’infanzia D: I giochi preferiti predicono la partecipazione femminile all’avviamento alla pratica sportiva ed all’attività agonistica ? R: Sembrerebbe di si, le precoci differenze nel gioco potrebbero essere i precursori delle differenze di genere nel coinvolgimento sportivo
I giochi dell’infanzia come precursori dell’attività sportiva Differenze nei giochi dei bambini (10-11 anni) Lever, 1976 I maschi preferiscono: Le femmine preferiscono: • giochi all’aperto • giochi al chiuso • gruppo di gioco medio – • gruppo di gioco medio grande piccoli • età eterogenea del gruppo • età omogenea del gruppo di gioco di gioco • meno i maschi che fanno • di più le femmine che fanno giochi da femmina giochi da maschio Questo porterebbe i maschi da Questo porterebbe le femmine da grandi ad essere più propensi grandi ad essere più propense verso verso lo sport in generale e in gli sport individuali e in generale particolare verso quelli di squadra meno interessate allo sport
I giochi dell’infanzia come precursori dell’attività sportiva D: I giochi preferiti predicono la partecipazione femminile all’attività agonistica ? Ipotesi testata mediante il metodo dell’ indagine retrospettiva da due studi: 1) di Vaughter et al., 1994 2) Indagine retrospettiva di Giuliano et al., 2000
I giochi dell’infanzia come precursori dell’attività sportiva I predittori più forti che distinguono le sportive dai gruppi di controllo sono: l’aver giocato con giocattoli e giochi maschili l’aver giocato in gruppi misti o prevalentemente maschili essere state considerate un “maschiaccio” R1: Questi studi confermano la continuità tra gioco e sport. E confermano che i giochi d’infanzia influenzano la futura partecipazione delle donne nello sport. R2: Le precoci differenze nel gioco potrebbero essere i precursori delle differenze di genere nel coinvolgimento sportivo
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