Difendiamo il nostro futuro con la legalità - Concorso Cristiano 2019 - Catanzaro
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Concorso Cristiano 2019 Difendiamo il nostro futuro con la legalità I.C. Catanzaro Nord Est "Manzoni" Plesso "Anile"
Quest’anno nei nostri ormai consueti incontri con l’Associazione «Libera» a scuola ci siamo occupati del gioco d’azzardo. Abbiamo scoperto che il fenomeno ha assunto preoccupanti dimensioni : un milione e mezzo di persone in Italia hanno sviluppato una vera e propria dipendenza(GAP) dal gioco d’azzardo e quasi 700 mila minorenni, nonostante i divieti di legge, ne hanno fatto esperienza. Abbiamo indagato su quali possano essere i motivi che portano tante persone a perdere se stessi, i propri averi, le proprie famiglie alla rincorsa di un sogno di ricchezza che non ha nessuna ragionevole possibilità di realizzarsi: la povertà che è aumentata in questi anni di crisi economica, il venir meno di una rete dei rapporti sociali e familiari tradizionali, ma anche fattori culturali. Abbiamo riflettuto sul nostro rapporto col gioco: i giochi al computer in solitudine hanno ormai la prevalenza sui giochi tradizionali ( la partita di calcio con gli amici, gli scacchi, i giochi d tavolo…) che sviluppavano le abilità sociali, intellettive e ludiche. Il gioco d’azzardo online, che è cosa diversa dal videogioco, in molti casi , nonostante le leggi che lo proibiscono, può essere facilmente accessibile anche ai minorenni. Ad esempio, la registrazione sulle piattaforme di gioco e di scommessa può essere fatta con i documenti di un genitore o di un amico maggiorenne, vi sono , poi, siti di gioco illegale che sono accessibili a chiunque. I ragazzi risultano particolarmente esposti a sviluppare la dipendenza al gioco d’azzardo perchè più soggetti a subire il fascino di una vincita facile come strumento di affermazione di sé, non come risultato delle proprie capacità, ma della fortuna e ciò provoca un preoccupante processo di deresponsabilizzazione. Abbiamo , poi , analizzato il ruolo della Mafia nel giro del gioco d’azzardo. Molte inchieste giudiziarie hanno accertato che la mafia è largamente presente in questo settore che oggi rappresenta buona parte degli oltre 200 miliardi di euro all’anno che l’Eurispes calcola come il giro d’affari criminale nel nostro Paese. Dopo la droga verrebbe il gioco. Anzi, come conferma il procuratore aggiunto di Catanzaro Vincenzo Luberto, uno dei magistrati più impegnati nella lotta contro la ‘Ndrangheta, «ci sono capindrina che dacché operavano nel traffico di stupefacenti hanno spostato i loro investimenti nel gioco perché più redditizio e meno rischioso». Lo hanno fatto utilizzando diversi canali: dalla gestione delle slot machine al controllo delle sale scommesse, dal gambling clandestino alla creazione di software di gioco, dal racket delle sale gioco al riciclaggio attraverso l’acquisto di ticket vincenti. Abbiamo, infine, capito che per cambiare questa realtà è importante esercitare una cittadinanza attiva e consapevole. I.C. Catanzaro Nord Est "Manzoni" Plesso "Anile"
GAZZETTA DEL SUD CATANZARO Giovedì 14 marzo 2019 pag. 27 I.C. Catanzaro Nord Est "Manzoni" Plesso "Anile"
L’I. C. Catanzaro Nord Est “Manzoni”, ha ospitato il 14 marzo,, grazie alla collaborazione con l’associazione ”Libera”, la referente di “Libera”, Elvira Iaccino e il giornalista Gaetano Mazzuca che si sono intrattenuti con gli allievi della scuola secondaria di primo grado del plesso “Anile” sui vari fenomeni mafiosi che mortificano la nostra realtà, ma soprattutto sulla possibilità di contrastarli attraverso l’impegno personale e l’esercizio di una cittadinanza attiva. La rappresentate di “Libera” ha ricordato ai ragazzi l’importante appuntamento del 21 Marzo, Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia. Quest’anno la manifestazione nazionale si terrà a Padova e, in Calabria, a Catanzaro. L’I. C. Catanzaro Nord Est Manzoni parteciperà con una delegazione di studenti per concludere un anno di riflessioni insieme con “Libera” sul valore della legalità e dell’impegno e per rivendicare il diritto a uno sviluppo democratico, legale e sostenibile della nostra regione. Il 21 Marzo tantissimi ragazzi in tutta Italia parteciperanno alla manifestazione, come in un lungo corteo cha accomunerà idealmente tutti coloro che rivendicano un futuro degno di essere vissuto senza le violenze perpetrate dalla criminalità organizzata. Iaccino ha posto l’accento sulla necessità di sviluppare una cittadinanza attiva e propositiva. E’ molto preoccupante, infatti, come risulta da un’inchiesta svolta da “Liberaidee” che quasi il 50% dei giovani fra quelli intervistati dichiari di non fare attività sociali e il 30% affermi di disprezzare la politica. L’intervento di Gaetano Mazzuca ha condotto i ragazzi verso una ricerca lessicale per scoprire il vero significato di alcune parole e per far cadere alcuni falsi miti. Così, ad esempio, la radice di ‘Ndrangheta che secondo i boss significherebbe “uomo, forza”, in effetti deriverebbe da un vocabolo che significa “malandrinità”. Si è poi dilungato a spiegare il significato di parole come “pizzo, usura, onore, ‘drina, locale”, fenomeni devastanti che, ormai, hanno allargato la loro sfera d’azione nell’Italia del nord e in Europa. Questa nuova dimensione mafiosa è riuscita a entrare nell’economia legale nazionale e internazionale e protagonista di questa realtà è proprio la ‘ndrangheta. Noi abbiamo la mafia più ricca del mondo, eppure la nostra regione è una delle aree più depresse di Europa, ciò a significare che la ‘ndrangheta opera solo per arricchirsi, senza recedere di fronte a niente, insinuandosi in tutti gli aspetti della nostra vita: la salute, l’ambiente, il lavoro e nel traffico di droga e nel gioco d’azzardo. Quest’ultimo fenomeno i ragazzi hanno esaminato nei diversi incontri tenutisi con i rappresentanti di “Libera» Molte inchieste giudiziarie hanno accertato che la mafia è largamente presente nel gioco d’azzardo che oggi rappresenta buona parte degli affari criminali nel nostro Paese. Dopo la droga verrebbe il gioco, perché più redditizio e meno rischioso. Le mafie utilizzano diversi canali: dalla gestione delle slot machine al controllo delle sale scommesse, dal racket delle sale gioco al riciclaggio . L’istituto Catanzaro Nord Est Manzoni sarà presente alla manifestazione del 21 marzo perché non siano dimenticate le vittime innocenti di mafia nella costruzione di un futuro di legalità. I.C. Catanzaro Nord Est "Manzoni" Plesso "Anile"
Iaccino e Mazzuca incontrano gli alunni della scuola «Anile» I.C. Catanzaro Nord Est "Manzoni" Plesso "Anile"
2017: Pasquale Cristiano e Francesco Tramonte 2018: Rocco Gatto 2019: Celestino Fava I.C. Catanzaro Nord Est "Manzoni" Plesso "Anile"
. Celestino era uno studente universitario impegnato nel volontariato. Aveva 22 anni quando lo uccisero, il 29 novembre del 1996, nelle campagne intorno a Palizzi, assieme all’amico Antonino Moio, vero obiettivo dei killer. Secondo gli inquirenti Celestino sarebbe stato eliminato proprio perchè testimone oculare dell’agguato. Riconosciuto subito vittima innocente di criminalità, Celestino, tuttavia, aspetta ancora giustizia. I.C. Catanzaro Nord Est "Manzoni" Plesso "Anile"
Celestino Fava apparteneva ad una famiglia onesta e tranquilla: papà Totò fa il ferroviere, la mamma Anna e Antonino, il gemello di Celestino. Gli studi superiori a Brancaleone, il servizio militare, l’iscrizione all’università, il volontariato. La sua vita scorre serenamente fino alla mattina del 29 novembre 1996. Nino Moio suona il campanello di casa Fava. Ha 27 anni, nessun precedente e aiuta il padre nel lavoro dei campi. Come ogni mattina deve raggiungere la porcilaia in contrada Guni, nelle campagne di Palizzi, e cerca un amico che gli faccia compagnia. Pochi istanti e i due ragazzi sono in macchina. Sul posto Nino scende e va ad accudire gli animali. Celestino resta vicino all’auto. Le indagini parleranno di una jeep con a bordo due persone. Di certo l’agguato era stato studiato da tempo. Il primo a morire è Nino Moio, fulminato vicino al recinto della porcilaia. Poi il killer, forse tornando sui propri passi, si accorge di Celestino. Un testimone scomodo. Fa fuoco e uccide una seconda volta. Per Celestino e Nino sarà proclamato il lutto cittadino. Le indagini sul duplice omicidio di Celestino Fava e Antonino Moio sono state archiviate. I Fava non si sono,però, arresi, hanno trovato conforto dall’incontro con altri familiari di vittime innocenti della Locride fino al cammino di condivisione e testimonianza che Anna e Totò Fava, nel nome di Celestino, hanno intrapreso e stanno percorrendo a fianco di Libera, nell’attesa di poter, un giorno ottenere giustizia I.C. Catanzaro Nord Est "Manzoni" Plesso "Anile"
Alla manifestazione del 21 Marzo, promossa, ormai da diversi anni, dall'Associazione "Libera" per ricordare le vittime innocenti di mafia, c'erano anche gli alunni e i professori dei Plessi Anile e Manzoni dell'I.C. Catanzaro Nord Est Manzoni. Sullo striscione campeggiava il nome di Celestino Fava di Palizzi, provincia di Reggio Calabria, la vittima adottata dall'istituto, un ragazzo di 22 anni, “colpevole” di aver assistito ad un agguato mafioso e di essere così diventato un testimone scomodo. Alla testa del corteo la mamma di Celestino insieme con la mamma di Massimiliano Carbone e la figlia di Bruno Vinci, anch’essi vittime innocenti I ragazzi hanno ascoltato con commozione il lungo elenco delle vittime e il discorso di don Ciotti che, in collegamento da Padova, proprio ai ragazzi si è rivolto perchè siano i veri protagonisti del cambiamento. Nei giorni precedenti la manifestazione gli alunni avevano incontrato gli esponenti di "Libera" e il giornalista Gaetano Mazzuca con i quali avevano discusso di cittadinanza attiva, di legalità e del valore della memoria per rinforzare il senso d'appartenenza alla nostra comunità culturale, sociale e civica. I.C. Catanzaro Nord Est "Manzoni" Plesso "Anile"
I.C. Catanzaro Nord Est "Manzoni" Plesso "Anile"
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