Decima edizione 2019/2020 - DIOCESI di PRATO

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Decima edizione 2019/2020 - DIOCESI di PRATO
Decima edizione – 2019/2020
«Prato si fonda sul lavoro che nasce dalla creatività e
dall’ingegno». Lo ha sottolineato Giovanni Masi, il
«cenciaiolo di Vergaio», ideatore del Premio Santo Stefano
giunto quest’anno alla decima edizione. Nel 2010 le
istituzioni cittadine di Prato decisero di valorizzare le
aziende del suo distretto industriale capaci di avere successo
sul mercato nel rispetto delle regole e della concorrenza in
un difficilissimo momento di crisi economica internazionale.

Questa mattina, dieci anni dopo, ancora una volta il comitato
promotore del Premio composto da Diocesi, Comune, Provincia,
Camera di Commercio e Fondazione Cassa di Risparmio di Prato
ha consegnato lo «Stefanino d’oro» a tre aziende. Si tratta di
Lanificio Mario Bellucci, Filatura Biagioli Modesto e
Filpucci, tre imprese storiche del comparto tessile che hanno
saputo esportare il Made in Prato nel mondo riuscendo a
coniugare tradizione, innovazione e sostenibilità ambientale.
Decima edizione 2019/2020 - DIOCESI di PRATO
La cerimonia di premiazione si è svolta all’Auditorium della
Camera di Commercio, alla presenza delle autorità cittadine,
dei titolari delle aziende vincitrici ma soprattutto dei
dipendenti delle imprese che si sono aggiudicate lo Stefanino
2019-2020. «Perché è a loro, a tutta la squadra che compone
un’impresa che questo premio è dedicato», ha detto il
presidente della Camera di Commercio Luca Giusti. Il vescovo
Giovanni Nerbini, al suo «debutto» sul palco del Premio, ha
osservato che lo Stefanino «ha un senso se ci aiuta a sognare
insieme un futuro diverso e a non accontentarci del presente.
È fondamentale guardare al domani in modo unitario, la
comunità non può andare avanti per qualcuno o per pochi, deve
fare in modo che nessuno sia escluso».
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Nel suo intervento di saluto il sindaco Matteo Biffoni ha
voluto citare Vasco Rossi: «Sembrava la fine del mondo ma sono
ancora qua». Secondo il primo cittadino «i versi di questa
canzone sono perfetti per un giorno come quello di oggi perché
in questi dieci anni il mondo è cambiato: internet, Amazon, la
Brexit… e noi premiamo ancora una volta tre aziende che
portano avanti con successo l’attività portante del distretto.
Questa è una sfida vinta». Il presidente della Provincia
Francesco Puggelli ha detto: «La nostra comunità è fatta di
tante bellezze e tra queste ci sono sicuramente le imprese che
portano la pratesità in giro per il mondo. Lo Stefanino è
importante perché ci ricorda come al centro del lavoro ci deve
essere sempre l’essere umano, la persona». Franco Bini,
presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, dopo
aver simpaticamente detto di indossare una giacca di cardato,
simbolo della lavorazione pratese, ha detto rivolgendosi ai
vincitori: «oggi ricevete lo Stefanino: siatene fieri».
Decima edizione 2019/2020 - DIOCESI di PRATO
Visibilmente emozionati e soddisfatti per la consegna del
riconoscimento, i titolari delle aziende vincitrici hanno
ricevuto gli Stefanini, vere e proprie opere d’arte realizzate
per l’occasione, dalle mani dei rappresentanti del comitato
promotore del Premio. «Dedichiamo il premio alle nostre
famiglie e alla nostra squadra composta da 35 collaboratori»
ha detto Francesco Bellucci che poi ha voluto citare, uno a
uno, i nomi dei componenti del team aziendale. Con lui hanno
ritirato lo Stefanino Simone e Clizia Bellucci per conto del
Lanificio Mario Bellucci. Per la Filatura Biagioli Modesto sul
palco sono saliti Riccardo Biagioli e la sorella Franca con la
figlia Luisa Piraino. «Questo riconoscimento è per i grandi
protagonisti della nostra azienda: il nonno Arnolfo che la
fondò nel 1919 e fu autore di tanti brevetti innovativi e di
mio padre Modesto, tra i primi ad andare in Cina a prendere il
cashmere» ha detto Franca Biagioli. Per la Filpucci era
presente il presidente Federico Gualtieri, che ha sottolineato
come questo momento debba essere «un inizio e non un arrivo,
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da domani ricominceremo a lavorare in modo migliore rispetto a
ieri grazie anche a questo riconoscimento che dedico a tutti i
dipendenti e i collaboratori, senza di loro tutto questo non
sarebbe possibile».

Una menzione speciale è stata riconosciuta all’azienda
oleovinicola Marchesi Pancrazi di Montemurlo. «Per noi
esportare il vino all’estero vuol dire far conoscere un
territorio che riesce a dare molto in termini di innovazione
anche nel settore dell’agricoltura», ha detto Giuseppe
Pancrazi.

Ospite speciale della decima edizione del Premio Santo Stefano
è stato Massimo Folador, manager e docente universitario che
ha scritto diverse pubblicazioni dedicate alla formazione
aziendale. Tra i vari titoli ricordiamo quello che lo ha fatto
conoscere al pubblico dell’editoria manageriale: «La Regola di
San Benedetto. Una saggezza antica al servizio dell’impresa
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moderna» (Guerini e Associati 2006). Nei suoi saggi, Folador
teorizza l’utilizzo della regola benedettina non solo come
buona regola di vita, ma anche come strumento di buona
gestione imprenditoriale. «Occorre ridare sacralità al lavoro
– ha detto lo studioso intervistato dalla giornalista
economica del Tirreno Ilenia Reali – e per farlo dobbiamo
saper investire il capitale umano e relazionale delle nostre
aziende». Ecco alcuni consigli che Folador ha voluto dare alla
platea, composta in gran parte di imprenditori e lavoratori:
«creare una comunità, l’impresa è una casa dove dentro
coabitano persone, beni, denaro… è una famiglia allargata». E
in una realtà come quella di Prato fatta di tante piccole
aziende, dunque di tante piccole comunità, l’invito è stato
quello di «fare rete» e di non accontentarsi del «bene
individuale» ma di cercare sempre il «bene comune, che
riguarda la collettività nel suo insieme e non è una semplice
somma del benessere dei singoli».

L’evento è stato condotto dalla giornalista Giulia Ghizzani e
realizzato da Tv Prato, che oltre a organizzare la cerimonia
ha prodotto i video di presentazione delle aziende vincitrici.
Quest’anno le interviste ai dipendenti sono state fatte da un
gruppo di studenti dell’indirizzo tessile dell’istituto Buzzi.
I quattro ragazzi, Filippo Raggi, Giorgio Petrucci, Elisa
Cherici e Masha Spagnolo, col microfono e lo smartphone in
mano hanno raccolto dichiarazioni e immagini utilizzate per
raccontare le video storie delle del lanificio Bellucci,
Filpucci e Filatura Biagioli.

La cerimonia del Premio Santo Stefano sarà trasmessa in
versione integrale domani sera, domenica 2 febbraio, alle ore
21 su Tv Prato (canale 74 del digitale terrestre).

Gli Stefanini. Anche quest’anno i premi sono stati realizzati
dall’artista pratese di fama nazionale Gabriella Furlani. «Per
onorare il decimo anniversario ho fatto esplodere il colore»,
ha detto la scultrice parlando delle opere. «Io ho lavorato a
otto edizioni – ha aggiunto – e l’indicazione del comitato è
sempre stata la stessa: valorizzare l’unicità e la specificità
delle aziende. Per questo ho sempre fatto opere uniche per
ciascun vincitore perché penso sia importante valorizzare
l’unicità in un mondo omologato come il nostro, che potrà
essere salvato soltanto dalla bellezza».

Furlani ha voluto sottolineare che per realizzare gli
Stefanini sono stati usati solo materiali di riciclo. I
simboli delle opere sono rimasti inalterati rispetto alle
passate edizioni: la palma del martirio di Santo Stefano, la
Sacra Cintola, i sassi del fiume Bisenzio e il marmo verde di
Prato.

Prato, primo febbraio 2020

LE MOTIVAZIONI

IL PREMIO realizzato da Gabriella Furlani
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