Dante a Verona 1321-2021: appuntamenti con l'arte

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Dante a Verona 1321-2021: appuntamenti con l’arte

Nel programma Dante a Verona 1321-2021 trova ampio spazio l’arte, con una nutrita serie di appuntamenti
che celebrano la figura del Sommo Poeta e il suo rapporto con Verona, con proposte pensate per un
pubblico ampio, di tutte le età.

Cuore dei progetti di ambito artistico – che vedono coinvolti il Comune di Verona, i Musei Civici, l’Università
di Verona e le altre istituzioni aderenti al Protocollo di intesa dantesco – è un’inedita mostra diffusa
appositamente ideata per le celebrazioni del centenario del 2021.

L’anno dantesco, infatti, prevede il duplice omaggio al Poeta, quale letterato e intellettuale di insuperabile
fama attraverso il tempo, e alla città di Verona, che gli diede “lo primo tuo refugio e ’l primo ostello”
(Paradiso, XVII, 70): il poeta vi giunse una prima volta tra il 1303 e il 1304, ospite di Bartolomeo della Scala e
una seconda volta alla corte di Cangrande, in un periodo che è difficile determinare con sicurezza, ma
compreso tra il 1312 e il 1320. Il legame con la città e con gli Scaligeri fu quindi forte e duraturo: e di questo
è la città stessa di Verona che costituisce la prima e più importante testimonianza.

È Verona infatti – nel suo tessuto urbano, nelle sue emergenze architettoniche civili e religiose, nelle sue
preziose testimonianze artistiche e documentarie, seppur stratificate nel corso dei secoli – che parla ancora
dell’epoca di Dante, consentendo di percorrere le stesse strade, entrare nei palazzi e nelle chiese, vedere le
immagini dipinte e scolpite che, oltre settecento anni fa, il Poeta esiliato ammirò nel corso del suo
soggiorno, durante il quale prese forma e fu scritta una buona parte della Commedia.

La città, quindi, non solo fa da sfondo alla vicenda dantesca, ma ne diventa essa stessa protagonista: proprio
per cogliere e valorizzare questa specificità, che distingue e caratterizza Verona rispetto alle altre città
dell’esilio, il progetto Dante a Verona 1231-2021 si costituisce come mostra diffusa, scegliendo di puntare
sulla riscoperta dei luoghi della presenza e della tradizione dantesca, mediante la predisposizione di un
itinerario cittadino.

Il percorso e le tappe della mostra diffusa sono contenuti in un'agile mappa cartacea, distribuita
gratuitamente alla cittadinanza, preziosa guida che conduce i visitatori attraverso una trama di itinerari alla
scoperta dei luoghi direttamente legati alla presenza del Poeta in città; a quella dei suoi figli e degli eredi,
che ancora oggi risiedono a Gargagnago in Valpolicella; alla tradizione dantesca, che nei secoli continuò ad
alimentarsi e a crescere, fino a diventare, nell'Ottocento, un imprescindibile punto di riferimento per
l’identità civica e nazionale. Sono parte dell'itinerario i principali monumenti civili e religiosi di Verona e
alcune emergenze del territorio, che il visitatore è invitato a rileggere alla luce dello “sguardo di Dante”, al
fine di cogliere, nella piacevolezza di una passeggiata, quanto della città al tempo del Poeta rimanga ancora
oggi e quanto sia stato invece radicalmente trasformato e modificato nel corso dei secoli.
Ogni luogo dantesco della mappa verrà segnalato in situ con un apposito totem; qui, tramite un semplice
tocco sul proprio cellulare tramite QRcode, il visitatore potrà comodamente accedere a un'espansione
digitale dei contenuti della mappa, a ulteriore approfondimento del proprio itinerario in compagnia del
Poeta.

La mostra diffusa trova un'articolata selezione di sviluppi tematici a carattere storico-artistico nelle
esposizioni in programma alla Galleria d’Arte Moderna “Achille Forti” di Palazzo della Ragione e al Museo di
Castelvecchio.

Il disegno botticelliano, Dante e Beatrice. Paradiso II (Kupferstichkabinett, Berlino) - opera in mostra alla
Galleria d’Arte Moderna “Achille Forti” - è stato scelto come immagine coordinata della mostra diffusa,
infatti, sviluppando graficamente il tema dell’itinerario dantesco nel Paradiso lo traduce nel cammino del
Poeta, guidato da Beatrice, lungo le strade di Verona, alla scoperta dei luoghi legati alla sua memoria.
Dante negli archivi. L'Inferno di Mazur
Museo di Castelvecchio, Sala Boggian, 8 marzo - 3 ottobre 2021
Mostra a cura di Francesca Rossi, Daniela Brunelli, Donatella Boni

La prima mostra in programma costituisce un tributo alla Commedia attraverso la lente privilegiata di un
libro d'artista contemporaneo.
Sala Boggian al Museo di Castelvecchio ospita quarantuno acqueforti e acquetinte che l’artista americano
Michael Mazur (1935-2009) produsse ispirandosi alla prima cantica della Divina Commedia per comporre il
libro d’artista Michael Mazur. Etchings. L’Inferno. Dante, stampato in tiratura limitata di 50 copie in
collaborazione con il maestro tipografo Robert Townsend. L’opera grafica è accompagnata dai corrispettivi
brani del testo originale di Dante Alighieri con, a fronte, la fortunata traduzione in inglese dell’Inferno
realizzata dal poeta Robert Pinsky.
L’esemplare del portfolio contrassegnato come “Artist’s proof set for Castelvecchio” - in esposizione - è stato
infatti donato dall’autore al Gabinetto Disegni e Stampe del Museo, a seguito di una prima mostra tenutasi
nell’anno 2000, sempre in sala Boggian. Fu lo stesso Mazur a dichiarare, in una lettera custodita nell’archivio
del Museo, che tale esposizione rappresentava per lui “un sogno che veniva a compimento”, evidentemente
consapevole della centralità di Verona nell’immaginario legato a Dante. All’interno delle splendide teche
disegnate da Carlo Scarpa (1906-1978), il pubblico può ammirare l’interpretazione decisamente originale e
intimamente sentita del viaggio di Dante, frutto della lunga meditazione di Mazur sui significati del poema e
sul rapporto tra testo e immagine. Alle possibilità espressive delle tecniche utilizzate è affidata una vera e
propria “traduzione visiva” del testo, in parallelo a quella letteraria.
Dall’archivio che le custodisce, le acqueforti e acquetinte contenute nel libro d’artista sono esposte per
testimoniare il confronto tra un interprete contemporaneo e l’immaginario medievale, tra segno grafico e
linguaggio poetico.
Tra Dante e Shakespeare: il mito di Verona
Galleria d’Arte Moderna “Achille Forti”, 7 maggio-3 ottobre 2021
Mostra a cura di Francesca Rossi, Tiziana Franco, Fausta Piccoli

Realizzata con il patrocinio e il contributo del Comitato Nazionale per la celebrazione dei 700 anni dalla
morte di Dante Alighieri, la mostra costituisce un omaggio all'esilio veronese di Dante e al legame tra
Verona e il Poeta che, nel corso dei secoli, continuò ad alimentarsi dando origine a una ricca produzione
artistica. Il progetto espositivo prevede una selezione di oltre 100 opere tra dipinti, sculture, opere su carta,
tessuti e testimonianze materiali dell’epoca scaligera, codici manoscritti, incunaboli e volumi a stampa in
originale e in formato digitale provenienti dalle collezioni civiche, dalle biblioteche cittadine, da biblioteche
e musei italiani ed esteri. La mostra copre un arco cronologico compreso tra Trecento e Ottocento e si
articola in 6 sezioni, che sviluppano due nuclei tematici principali.

Il primo intende ricostruire il rapporto tra Dante, Verona e il territorio veneto nel primo Trecento. La
rievocazione del leggendario, presunto incontro tra Giotto e Dante a Padova consente di ripercorrere la
cultura artistica scaligera nel grande snodo della rivoluzione giottesca (sezione 1); il profondo vincolo che
unì Dante e Cangrande della Scala si concentra su testimonianze legate alla figura dello Scaligero,
allargandosi a cogliere il contesto storico-culturale in cui il Poeta visse negli anni dell’esilio e della creazione
del suo Poema (sezione 2). Una pregevole selezione di testi decorati della Commedia, manoscritti e a
stampa, traghetta i visitatori dall’epoca di Dante alla fine del Settecento, attestando la costante e qualificata
attenzione che in particolare Verona e il Veneto rivolsero al Poeta e alla sua Opera (sezione 3).

Il secondo nucleo tematico si concentra sul revival ottocentesco di un medioevo ideale tra Verona e il
Veneto, destinato in particolare a mutare il volto e la percezione della città scaligera fino ad oggi.
Protagonista di tale revival fu l’esaltante riscoperta del mito di Dante nella stagione del Romanticismo,
incarnazione sia dei nascenti ideali risorgimentali sia del tormento creativo dell’intellettuale esiliato. Per
illustrare questo snodo, la mostra si sofferma sulla fortuna iconografica del poeta esiliato cantore della
Commedia (sezione 4) e su quella dei suoi personaggi, a partire da Beatrice e Gaddo. Una particolare
attenzione viene riservata alle immagini femminili e alle tragiche vicende, legate al tema dell’amore e degli
amanti sfortunati, di Pia de’ Tolomei e Paolo e Francesca (sezione 5), che testimoniano anche una fitta
circolazione di opere e temi iconografici, con particolare attenzione all’ambito veneto e lombardo.
Ciò consente di introdurre il mito di Giulietta e Romeo(sezione 6), cantata da Luigi da Porto nel
Cinquecento, resa celebre da William Shakespeare e fondamentale per cogliere il costituirsi dell’identità
della Verona ottocentesca, che si nutrì in parallelo della presenza storicamente fondata di Dante alla corte di
Cangrande e di quella immaginaria dei due sfortunati amanti, creati nella cornice di un Trecento cortese.
Alla duplice presenza di un medioevo ideale dantesco e shakespeariano, nutrito dalla memoria reale del
medioevo scaligero, si legano ancor oggi la fisionomia urbana e culturale di Verona: in tal modo, la mostra si
lega intimamente al percorso di visita nella “mostra diffusa” che è la città stessa, nei monumenti e nelle
testimonianze urbanistiche e architettoniche legate alla memoria di Dante e di Romeo e Giulietta.
Le sezioni della mostra
Sezione 1 – Dante e Giotto. La mostra offre una raffinata e rappresentativa selezione di manoscritti,
pitture e sculture che documentano la grande stagione del primo Trecento veronese, che si confrontò
precocemente e in modo originale con il nuovo, rivoluzionario paradigma giottesco. Sono presenti alcuni
preziosi codici che nelle loro miniature testimoniano del passaggio, proprio negli anni danteschi, dalla
cultura duecentesca alle novità giottesche: la Leggenda dei Santi Giorgio e Margherita (Verona, Biblioteca
Civica, Ms. 1835), l’Historia imperialis di Giovanni Mansionario (Verona, Biblioteca Capitolare, Ms. CCIV),
gli Statuti del Comune di Verona (Verona, Biblioteca Civica, Ms. 3036), le Costituzioni del Capitolo
Canonicale (Verona, Biblioteca Capitolare, Ms. DCCLXV). A testimonianza della prima stagione giottesca,
sono presenti due opere del cosiddetto maestro del Coro degli Scrovegni, pittore della più stretta cerchia
del maestro fiorentino: la lunetta della tomba di Giuseppe della Scala, dall’abazia di San Zeno, raffigurante
la Madonna con Bambino tra i santi Benedetto e Zeno e i frammenti della Crocifissione (Padova, Veneranda
Arca di Sant’Antonio), cui si aggiunge lo Sposalizio mistico di Santa Caterina del cosiddetto Maestro del
Redentore, il pittore di più stretto seguito giottesco a Verona (Museo di Castelvecchio). In mostra saranno
anche due pregevoli opere di scultura, la Madonna con Bambino del cosiddetto Maestro di Sant’Anastasia
(Museo di Castelvecchio) e una Madonna con Bambino dello stesso scultore del noto San Zen che ride
(Barbarano Vicentino, parrocchiale).

Sezione 2 – Dante e Cangrande. Il racconto dell’accoglienza veronese all’esule Dante è evocato da una
presenza quasi 'fisica' di Cangrande, raccontata attraverso le stoffe del suo corredo funerario, la spada, il
calco del gisant del suo sepolcro monumentale presso le Arche Scaligere e una selezione di incisioni e
pitture che, tra Settecento e primo Novecento, attestano la secolare fortuna iconografica dell’“amicizia” tra
lo Scaligero e il Poeta. Tra le opere della sezione, si segnalano l’incisione con Cangrande accoglie Dante
Alighieri in esilio di Carlo Canella (Museo di Castelvecchio) e la tela Dante legge la Divina Commedia alla
corte degli Scaligeri di Luigi Melche (Padova, Musei degli Eremitani).

Sezione 3 – La Commedia tra Tre e Settecento: immagine e fortuna in ambito veneto. Una
rappresentativa selezione di preziosi codici miniati, in originale e in formato digitale, illustra la fortuna della
Commedia in ambito veneto tra il XIV e l’inizio del XV secolo: la Commedia Egerton (Londra, British Library,
Ms. 934, in digitale), la Commedia della Biblioteca Comunale di Treviso (Ms. 337, in originale e digitale); la
Commedia della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia (Ms. It. IX, 276 (=6902), in originale e digitale); la
Commedia della Biblioteca Civica di Verona del 1409 (Ms. 2896, in originale); la Commedia del 1431 della
Biblioteca del Seminario di Verona (Ms. 334, in originale), riscoperta in occasione della presente mostra e
finora sconosciuta alla critica storico-artistica. Segue una selezioni di incunaboli e cinquecentine
riccamente illustrate, che introducono alle prime versioni a stampa della Commedia, mentre, per il
Settecento, una Commedia trascritta a mano dai veronesi Giuseppe Torelli e Gian Giacomo Dionisi attesta
la precoce attenzione filologica dedicata dalla città scaligera al Poeta (Verona, Biblioteca Capitolare, Ms.
DCCCXIII, originale).
Sezione 4 – Il mito di Dante e della Commedia dell’Ottocento. La figura di Dante, exul immeritus e padre
del risorgimento italiano, è documentata attraverso una selezione di dipinti, incisioni, monete, busti e
bozzetti di sculture. Tra le opere di pittura, si segnalano: Ecco colui che andò all’Inferno e ritornò, di
Francesco Saverio Altamura (Pescara, collezione privata) e Dante di fronte alla chiesa di Sant’Anastasia di
Verona di Giuseppe Pianeta (Firenze, GAM); tra le sculture, il bozzetto della statua di Dante di Ugo Zannoni
(Verona, Società Letteraria) e il busto di Dante di Luigi Ferrari (Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana).
Una gustosa e rappresentativa selezione di miniature in stile neomedievale del veronese Pietro Nanin,
conservate presso i Musei Civici di Verona, introduce alla fortuna veronese di alcuni episodi dell’Inferno.
Ancora sul tema dell’Inferno, viene presentata per la prima volta una serie inedita di acquerelli di Viscardo
Carton (Milano, collezione privata).

Sezione 5 – Beatrice, Pia de’ Tolomei, Gaddo, Paolo e Francesca: immagine e fortuna dei personaggi
danteschi. La straordinaria presenza di tre disegni botticelliani della Commedia (Paradiso, II, IV, XVII;
Berlino, Kupferstichkabinet) introduce ed esalta la fortuna e la vitalità dell’immaginario dell’opera del Poeta
tra Cinque e Ottocento, che viene documentata in mostra da una pregevole sezione di opere che
approfondiscono, in particolare, le figure di Pia de’ Tolomei, Gaddo, Ugolino, Paolo e Francesca. Tra le
sculture saranno esposte Beatrice, un inedito gesso di Ugo Zannoni, Gaddo e Il conte Ugolino e i figli,
capolavori di Torquato della Torre (Verona, GAM). Tra le pitture, Pia de’ Tolomei condotta in Maremma di
Pompeo Molmenti e Pia de’ Tolomei di Lorenzo Rizzi (Verona, GAM), Il bacio di Paolo e Francesca di
Giuseppe Luigi Poli (Bergamo, Accademia Carrara), Paolo e Francesca sorpresi da Gianciotto (Savona,
Pinacoteca Civica) e Paolo e Francesca nel vortice infernale (Savona, Pinacoteca Civica), entrambi di
Giuseppe Fraschieri, Paolo e Francesca di Gaetano Previati (Bergamo, Accademia Carrara).

Sezione 6 – Shakespeare e il mito di Romeo e Giulietta a Verona e in Italia. Una selezione di opere a
stampa, incisioni e dipinti presenta la fortuna della novella di Romeo e Giulietta, ambientata a Verona da
Luigi da Porto a partire dal passo dantesco di Purgatorio, VI, 106 (“vieni a veder Montecchi e Cappelletti”), e
resa celebre da Shakespeare in tutto il mondo. Le cinquecentine della Historia di Da Porto e della Historia di
Verona di Girolamo dalla Corte, prime fonti della novella, sono accompagnate dalle incantevoli miniature di
Gian Battista Gigola, eseguite all’inizio del XIX secolo per Gian Giacomo Trivulzio e il nipote Giuseppe Poldi
Pezzoli (Milano, Biblioteca Trivulziana, Rari Triv. G 20, Rari Triv. E 22, in originale e digitale), cui si affiancano
una selezione di stampe e di dipinti che sintetizzano la grande fortuna iconografica di Romeo e Giulietta:
Giulietta nel prendere il sonnifero di Domenico Scattola (Fondazione Cariverona); due raffinati dipinti di
Pietro Roi, Giulietta (Verona, Casa di Giulietta) e Giulietta e Romeo (Vicenza, Musei Civici); i Funerali di
Giulietta di Scipione Vannutelli (Roma, GAM); Una visita alla tomba di Giulietta di Tranquillo Cremona
(Milano, GAM).
La mano che crea. La galleria pubblica di Ugo Zannoni
Galleria d’Arte Moderna “Achille Forti”, in corso - fino al 5 ottobre 2021
Mostra a cura di Francesca Rossi

Già in corso, la mostra si lega intimamente al percorso della mostra diffusa, con particolare riferimento alla
statua di Dante in Piazza dei Signori, eseguita nel 1865 da Ugo Zannoni (1836-1919) e restaurata in
occasione dell’anno dantesco.
Scultore, collezionista e mecenate, Zannoni fu uno dei maggiori scultori dell’Ottocento veronese, che visse
una lunga carriera all’insegna di relazioni artistiche tra Verona, Milano e Venezia, animata dall’impegno
civile a favore della cultura e dei musei cittadini. Tra il 1905 e il 1918, Zannoni donò ai musei civici veronesi
la sua cospicua collezione di opere d’arte, che contava circa 200 opere, contribuendo così a gettare le basi
per la costituzione di una Galleria d’Arte Moderna a Verona.
La fama dell’artista è legata soprattutto alla realizzazione di un monumento simbolo, la celebre statua di
Dante Alighieri, che, nel centro di piazza dei Signori, rivolge lo sguardo ai palazzi Scaligeri deve il Poeta, fu
accolto nel corso del suo esilio. Zannoni eseguì quest’opera nel 1865: non ancora trentenne, si aggiudicò la
vittoria di un importante concorso promosso per la ricorrenza del VI centenario della nascita del Poeta.
Dante a Verona 1321-2021. Il mito della città tra presenza dantesca e tradizione shakespeariana
catalogo della mostra diffusa, a cura di Francesca Rossi, Tiziana Franco, Fausta Piccoli

Con una nuova formula editoriale, il catalogo scientifico accoglie interventi relativi a tutta la mostra
diffusa, comprensiva di contributi di ricerca relativi alle mostre Tra Dante e Shakespeare: il mito di Verona
presso la Galleria d’Arte Moderna “Achille Forti” e Dante negli archivi. L'Inferno di Mazur presso il Museo di
Castelvecchio, e di schede di approfondimento sui luoghi danteschi presentati nella mappa.
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