Dal paesaggio perduto ai progetti di paesaggio - note a margine di una proposta di Donatella Blunda per Alcamo Marina - Città del Vino

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Dal paesaggio perduto ai progetti di paesaggio - note a margine di una proposta di Donatella Blunda per Alcamo Marina - Città del Vino
Dal paesaggio
perduto ai progetti
di paesaggio
note a margine di una proposta di Donatella Blunda per
Alcamo Marina

                                                                 Ferdinando Trapani
                                                         Dipartimento di Architettura
                                                                  Scuola Politecnica
Dal paesaggio perduto ai progetti di paesaggio - note a margine di una proposta di Donatella Blunda per Alcamo Marina - Città del Vino
Dalle regole alla visione
1. Introduzione

2. Paesaggio, Patria, Identità
3. Che fare? La legge urbanistica nazionale
4. Come fare? Il codice dei Beni Culturali individua i limiti allo sprawl e la tutela della
    campagna
5. I tentativi della Regione Toscana per lo spreco di suolo
6. Una ipotesi per gestire il territorio già nei primi momenti in cui si manifestò
    l’abusivismo: La città in estensione di Giuseppe Samonà (1976-1980)
7. Tutta la città ha un valore da conoscere per cambiarla. Ma qual è e come si può
    misurare?
8. Caracas
9. Alcamo Marina
10. Istambul
11. Conclusioni: premesse ad un elogio dell’abusivismo. Tracce per la rigenerazione
    urbana dell’abusivismo tutto da re-interpretare in chiave di inconscio collettivo
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Alle origini dell'abusivismo in Italia

I paesaggi urbani, rurali e naturali dei
territori si consolidano nei tempi che
precedono il secondo conflitto
mondiale fino a quasi la fine degli
anni sessanta. Poi accade qualcosa
che determina l'avvento di un
cambiamento profondo e che chiude
per sempre il lungo periodo del
rapporto biunivoco tra città e
campagna sullo sfondo delle aree
naturali.
L'avvento della crisi energetica, dal
1973, coincide con ondate di
trasformazioni sociali ed economiche
che provocano effetti sugli assetti
fisici ovunque.
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Nelle aree costiere di tutto il mondo si vanno a
concentrare le forti spinte all'urbanizzazione
stanziale dovute sia alla costruzione di vere e
proprie nuove città          o per la residenza
stagionale e per il turismo.
Nel Mezzogiorno italiano, ma non solo, si concentra
una massa di cementificazione creata soprattutto
          leva delle rimesse
sulla base della
dell'emigrazione di ritorno grazie alla
disponibilità di valuta pregiata a fronte di una
fortissima svalutazione della lira.
          stravolgimento del
La spinta allo
territorio italiano e soprattutto di quello
costiero del Mezzogiorno ha determinato oggi una
situazione paradossale: la principale risorsa locale
di crescita e sviluppo, ossia il mare, la costa e il
                       fonte di
turismo, sono diventati una crescente
costi e di impoverimento delle
collettività.
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Dopo i tentativi da parte dello Stato di affrontare
l'abusivismo con  i condoni e le
sanatorie, emerge una nuova domanda sociale
di qualità dell'abitare, non solo in termini di nuove
leggi in urbanistica. I paesaggi urbani, rurali e
naturali dei territori dell'Occidente si consolidano in
modo equilibrato tra tradizione e modernità nei
tempi che precedono il secondo conflitto mondiale
-nonostante le distruzioni belliche- fino a quasi la
fine degli anni sessanta.Emerge una nuova
domanda sociale di qualità
dell'abitare che non si esaurisce nei tentativi
di una nuova legge urbanistica ma soprattutto di
recupero della bellezza del paesaggio perduto.
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Oggi, le politiche emergenti di   rigenerazione
urbana ecosostenibili dimostrano che bisogna
avere qualche idea di innovazione sociale
prima di agire sui comportamenti e riflettere, dopo,
      della giustizia distributiva e
sui temi
redistributiva. Quello che manca è un
progetto di paesaggio come obiettivo
finale delle azioni di contrasto all'abusivismo in una
chiave di riuso e rigenerazione di tessuti e morfologie
edificate che non sono mai state vere e proprie parti
urbane.
Quello che rimane  di una 'città diffusa'
alla maniera meridionale, ossia una 'città dispersa',
deve in effetti essere oggetto di interventi che invece,
ancora una volta, potrebbero costituire nuove parti
diuna 'città in estensione'                come la
vedeva Giuseppe Samonà proprio alla fine degli anni
'70 (guarda caso).
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Il contributo al convegno punta ad esaltare l'importanza degli
studi sugli assetti del paesaggio antecedenti il secondo conflitto
mondiale così come voleva l'ispirazione della   'città bella'
di Pierluigi Cervellati e che per una prospettiva
futura vede invece le pratiche e le politiche di progetto di
territorio e di paesaggio (con riferimento alle impostazioni
territorialiste di Magnaghi).
        Caracas
I casi di              e di Istambul        dimostrano che la
partecipazione attiva dei cittadini nel recupero e la
determinazione sociale sulle politiche di vertice costituiscono
elementi decisivi per la gestione sostenibile delle trasformazioni
urbane.
Per il territorio alcamese l'ipotesi di recupero di   Alcamo
Marina di Donatella Blunda presenta aspetti interessanti
per nuove traiettorie di senso.
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Paesaggio, Patria, Identità

Per capire la nozione di paesaggio prendo a prestito la famosa metafora di John
Ruskin (“Il paesaggio è il volto amato della patria”), aggiornandola così: il paesaggio
è il volto di una comunità ecologica, l’immagine di un sistema vivente in cui tutte le
componenti antropiche e naturali, presenti e passate, sono poste in relazione
(compreso l’osservatore, che ne fa parte integrante). Come scrive Tiziana Banini: il
paesaggio è “l’espressione visibile dell’interazione unica e irrepetibile tra uomo e
ambiente” (Banini).
Tratto da Paesaggio e decrescita di PAOLO CACCIARI 12 Novembre 2012: http://www.eddyburg.it/2012/11/paesaggio-e-
decrescita.html

Nella sua relazione al Senato, Croce si appella ai precedenti americani ed
europei e allude a ciò che è e resta il «doppio cuore» del problema, cioè da
un lato la relazione tra natura e cultura (in Italia tra città e campagne), e
dall’altro l’equilibrio tra interesse pubblico e proprietà privata. Un
«grandissimo interesse morale e artistico legittima l’intervento dello
Stato», scrive Croce, perché il paesaggio «non è nient’altro che la
rappresentazione materiale e visibile della patria». (S. Settis, 2010)
Settis: Perché gli italiani sono diventati nemici dell’arte: http://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/2012/10/114543.html
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Che Fare?
La legge urbanistica italiana (n.1150/1942) partiva dal
contrasto alle spinte di concentrazione urbana
Partiamo dalla legge madre dell’urbanistica italiana,la 1150 del 1942.
L’articolo 1 definisce la “Disciplina dell’attività urbanistica e suoi scopi”:

“L’assetto e l’incremento edilizio dei centri abitati e lo
sviluppo urbanistico in genere nel territorio del Regno sono
disciplinati dalla presente legge. Il Ministero dei lavori
pubblici vigila sull’attività urbanistica anche allo scopo di
assicurare, nel rinnovamento ed ampliamento edilizio delle
città, il rispetto dei caratteri tradizionali, di favorire il
disurbanamento e di frenare la tendenza all’urbanesimo”.
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Come Fare?
Il codice dei beni culturali punta al minor consumo di
suolo
Codice dei beni culturali e del paesaggio, d.lgs 42/2004
Articolo 135 Pianificazione paesaggistica
1. Lo Stato e le regioni assicurano che tutto il territorio sia
adeguatamente conosciuto, salvaguardato, pianificato e gestito in
ragione dei differenti valori espressi dai diversi contesti che lo
costituiscono. A tale fine le regioni sottopongono a specifica normativa
d'uso il territorio mediante piani paesaggistici, (...)
(...)
4. Per ciascun ambito i piani paesaggistici definiscono apposite
prescrizioni e previsioni ordinate in particolare:
a) (...);
b) alla riqualificazione delle aree compromesse o degradate;
c) alla salvaguardia delle caratteristiche paesaggistiche degli altri ambiti
territoriali, assicurando, al contempo, il minor consumo del territorio;
d) alla individuazione delle linee di sviluppo urbanistico ed edilizio, in
funzione della loro compatibilità con i diversi valori paesaggistici
riconosciuti e tutelati, con particolare attenzione alla salvaguardia dei
paesaggi rurali (...).
rigenerare l'abusivismo significa ritrovare una nuova
condizione di equilibrio tra città e campagna
“ (…) Tutto il territorio nazionale, escluse le città, è campagna composta
di due parti: quella coltivata e coltivabile, con case isolate e con piccoli
nuclei edilizi, e quella non abitata in modo permanente, formata da
grandi aree geografiche di riserva ecologica, biologicamente necessaria e
in parte montuosa. (…) Da noi la metà della superficie del territorio è
occupata da imprese capitalistiche e da proprietà assenteista in affittanza
coltivatrice; vi è dunque, dopo l’attuazione della legge stralcio, largo
spazio per l’espansione delle imprese di proprietà direttamente
coltivatrice, che dovrebbero essere costituite in forme associative da
promuovere sulla base dell’esproprio generalizzato, proprietà da istituire
insieme alla trasformazione di ordinamenti produttivi, come unica
condizione per uno sviluppo economico, sociale, civile e culturale del
territorio. (…) Tutto questo programma, per diventare vivo in rapporto
alle esigenze di un habitat adatto al livello civile dell’uomo del nostro
tempo, dipende da una effettiva comparabilità delle condizioni di cultura
dell’habitat contadino con quello urbano, nel momento in cui queste
trasformazioni si attuano. (...) È possibile così dare una forma integrata
alla comunità per tutte le estensioni di campagna, suddivise in modo che
le sue parti possano essere progettate come lo è l’edilizia della città e
concepite in un insieme unitario che abbia, sul piano della forma, un
ordinamento rispondente a norme regolatrici di tutte le aree agricole.”
Da: Giuseppe Samonà (1980), “Come ricominciare. Il territorio della città in estensione secondo una nuova forma di
pianificazione urbanistica”, in: Parametro n. 90.
Una forma di equilibrio tra città e campagna: la città in
estensione
“ È una trasformazione della campagna in cui tutte le cose del suo
territorio, assumono un particolare valore insediativo di posizione
analogo alla tipologia della città. Così gli spazi della campagna
sono organizzati per parti con norme che la vincolano anche
formalmente alle parti stesse, modellandole sulla estensione e la
qualità dei processi agricoli legati alla presenza umana accentrata
e sparsa. Si forma in tal modo un insieme stanziale in prevalenza
agricolo contadino, rappresentato con sistemi di spazio territoriale
che, associati a quelli industriali e infrastrutturali, potrebbero
essere espressi con senso architettonico e dare alla campagna
artificializzata il carattere di città, qualora l’insieme stanziale della
campagna assumesse gli aspetti di civiltà urbana, organizzando le
tappe conflittuali della partecipazione degli abitanti alla
configurazione di questa nuova città.”
Da: Giuseppe Samonà (1980), “Come ricominciare. Il territorio della città in estensione secondo una nuova forma di
pianificazione urbanistica”, in: Parametro n. 90.
I tentativi in Toscana per limitare lo spreco di suolo
“(...) Al fine di contrastare e ridurre al minimo strettamente necessario il consumo di
suolo ciò che nel testo vigente e' soltanto un enunciato di principio viene pertanto
tradotto in una serie di dispositivi operativi concreti:
- si definisce in modo puntuale il territorio urbanizzato, differenziando le procedure
per intervenire all'interno dello stesso da quelle per la trasformazione in aree
esterne, con particolare riferimento alla salvaguardia del territorio rurale e al fine di
promuovere il riuso e la riqualificazione delle aree urbane degradate o dismesse;
- in aree esterne al territorio urbanizzato non sono consentite nuove edificazioni
residenziali. Limitati impegni di suolo per destinazioni diverse da quella residenziale
sono in ogni caso assoggettati al parere obbligatorio della conferenza di
copianificazione d'area vasta, chiamata a verificare puntualmente, oltre alla
conformità al PIT, che non sussistano alternative di riutilizzazione o riorganizzazione di
insediamenti e infrastrutture esistenti;
- nel territorio urbanizzato, per promuoverne il riuso e la riqualificazione, ferme
restando una serie di condizioni generali sono introdotte alcune semplificazioni.”

Anna Marson, Assessore regionale all'urbanistica.
Da: http://www.eddyburg.it/2013/10/legge-urbanistica-regionale-della.html
Tutta la città ha un valore da conoscere per
cambiarla. Ma qual è e come si può misurare?
La rigenerazione dell'abusivismo è solo un pezzo, un brano di un
unico testo: la città nuova e il suo disegno.
Prima di tutto serve la sua piena conoscenza che deve essere
aperta e condivisa. Le nuove tecnologie (Sistemi Informativi
Territoriali, web gis, ecc.) consentono sia alle PA che a tutte le
rappresentanze della Cittadinanza Attiva di verificare se le
trasformazioni della città esistente, l'unica veramente trasformabile
in modo eco-sostenibile, rispondono all'interesse pubblico oltre
che ai legittimi interessi imprenditoriali.
La città da conoscere assomiglia ad una impresa, che ha i suoi
fattori di capitalizzazione :

   Capitale infrastrutturale

   Capitale finanziario

   Capitale naturale

   Capitale umano

   Capitale spaziale/localizzativo

cfr.: Goodwin, N. R. (2003). Five Kinds of Capital: Useful Concepts for Sustainable Development.
     Global Development and Environment Institute.
“Apparentemente si tratta di una sistemazione dei percorsi pedonali all’interno di un abitato
informale; in realtà Esclerologias è un progetto di rigenerazione in grado diattivare le energie
comunitarie della popolazione residente in un barrio di Caracas. La Vega è un esteso insediamento
abusivo di circa 392 ettari situato nella zona sud–est di Caracas in cui abitano circa 95 mila
persone. All’inizio del XX secolo, l’apertura di uno stabilimento per la produzione di cemento
provoca la formazione di piccoli nuclei di abitazioni che vengono edificate nella zona nonostante
l’elevata pendenza (che arriva fino al 40%) e il terreno instabile soggetto a dissesto idrogeologico”.

 Da:http://www.architetturaecosostenibile.it/architettura/progetti/nel-mondo/popolazione-evitare-abusivismo-edilizio-767/
Da:http://www.architetturaecosostenibile.it/architettura/progetti/nel-mondo/popolazione-evitare-abusivismo-edilizio-767/
Da:http://www.architetturaecosostenibile.it/architettura/progetti/nel-mondo/popolazione-evitare-abusivismo-edilizio-767/
Da:http://www.architetturaecosostenibile.it/architettura/progetti/nel-mondo/popolazione-evitare-abusivismo-edilizio-767/
LeRiqualificazione
   b               della costa di Alcamo, Architettura, Università di Firenze, a.a. 2009/2010
  Tesi di Donatella Blunda

  Relatore: prof. Francesco Ventura
  Correlatore: prof. Mauro Marinelli
  donablunda@libero.it

                                 «Le nostre città non sono l’opera delle attuali generazioni,
                                               né di quelle precedenti, né di questo secolo,
                                                                       né di quello passato.
                                                Esse sono l’opera, perseverante e continua,
                                                       di molte generazioni, di molti secoli,
                                                                    di molte civiltà diverse.
                                                      Sono quei monumenti storici ai quali
                                           ogni generazione, ogni secolo ed ogni civiltà ha
                                               aggiunto al suo passaggio una nuova pietra,
                                                        che non è stata posta per capriccio,
                                                             Ma con deliberata intenzione».

                                                                              Ildefonso Cerdà
La costa di Alcamo comprende circa sette chilometri di litorale
marino di natura sabbiosa, l’insediamento urbano arriva a contare circa
30'000 abitanti nella stagione estiva e 800 in quella invernale. Il sito si
trova in una posizione mediana nel golfo di
Castellammare, tra diverse realtà ambientali-paesaggistiche vincolate
e riserve naturali, al confine delle due province di Trapani e Palermo, e in
prossimità dell’aeroporto internazionale Falcone-Borsellino.
La riqualificazione della costa di Alcamo si prefigge di indagare una parte del
territorio del comune alcamese che, pur avendo notevoli qualità
paesaggistiche, è soggetta a un tipo di urbanizzazione, in molti casi,
incontrollata e informale e sprovvista di servizi minimi infrastrutturali.
Il progetto mira a riqualificare       il sito dal punto di vista
ecologico, ambientale, turistico, del trasporto
pubblico, di ordine e decoro urbano, attraverso una linea
strategica finalizzata da un lato, a far emergere le principali
risorse naturali e dall’altro, a potenziare quelle socio-
antropiche più rilevanti.
LIVELLO TERRITORIALE
Potenziamento del
percorso ferroviario della
linea Palermo-Trapani e il
prolungamento di questa fino
all’aeroporto V. Florio di Birgi.
Realizzazione del secondo
binario, l’introduzione dei treni
ad alta velocità e di una linea
tranviaria utilizzante gli stessi
binari. Obiettivo duplice:
ecologico attraverso l’uso di
mezzi su rotaia, e l’altro
economico-sociale con un
sistema di trasporto più
dinamico ed efficiente.

TOD, Transit oriented
development, della città di
Ottawa. Si definisce TOD,
un’area residenziale o
commerciale di densità
medio-alta posizionata
entro un raggio pedonale da
una fermata o stazione dei
mezzi pubblici veloci,
progettata in modo da
favorirne e facilitarne l’uso.
Nella cultura siciliana vi è una marcata identità sociale. L’identità
è ciò che distingue l’uno dall’altro attraverso comportamenti, modi di agire e regole. Il
sistema delle regole sociali ha prevalso sul sistema delle regole pubbliche. Nello
stesso PRG, si può notare come gli spazi pubblici più diffusi, a parte l’area demaniale
della spiaggia, siano rappresentati dalle aree dei parcheggi, mai realizzati, e la
zonizzazione di gran lunga più estesa è quella di edilizia-stagionale. Le abitazioni o i
villini prevalgono sulla piazze e sugli slarghi pedonali, il trasporto automobilistico su
quello pubblico, la viabilità veicolare su quella ciclabile e pedonale.

La costa di Alcamo non è solo costituito da edilizia, ma quasi al 50% anche da
verde agricolo e incolto. Ma non solo. Questo paesaggio “nascosto” non è piatto, ma
è costituito da colline, valli e torrenti che nelle stagioni invernali sfociano nel mare. In
una parte della costa il verde si fonde con la spiaggia, divenendo vegetazione dunale
e formando lembi di macchia arborea. Si è di fronte alla realtà paesaggistica.
LIVELLO LOCALE

 Triplice strategia

 Responsabilità sociali
 Attraverso riqualificazioni ambientali ed edilizie,
 piano del colore, incentivazione all’apertura di
 attività ricettive nelle strutture esistenti.

 Realtà nascoste
 Protezione delle aree verdi più rilevanti e delle aree
 con vincolo idrogeologico, rimboschimenti,
 realizzazione di percorsi pedo-ciclabili naturalistici.

 Liberare spazi collettivi
 Realizzazione di spazi di fruizione pubblica in aree
 non edificate, parcheggi, spazi ludici, riqualificazione
 degli slarghi esistenti.
RIGENERAZIONE, SPINTE SPECULATIVE, CONSENSO, PARTECIPAZIONE
Il progetto di trasformazione urbana di Taksi Gezi Park a Istambul e alcune immagini delle proteste
Oltre l'etica: per la rigenerazione
dell'abusivismo forse esistono valori da
interpretare (nonostante tutto)

“Genova (…) Se si osserva il modo con cui sono costruite le città del Nord, impressiona la
legge e il piacere della legalità universalmente diffuso, nonché l'obbedienza: s'indovina
in tutto questo quell'interiore disporsi all'uguaglianza e inserirsi in un ordine che deve
aver dominato l'anima di tutti i costruttori.
Invece qui ad ogni angolo di strada, trovi un uomo che sta per conto proprio, che
conosce il mare, l'avventura e l'Oriente, un uomo che è avverso alla legge e al vicino,
come a qualcosa di tedioso, e che misura tutto il già costituito, il vecchio, con l'invidia
nello sguardo: egli vorrebbe, con una mirabile sottigliezza della fantasia, dare ancora una
volta nuove fondamenta a tutto questo, almeno nel pensiero, porvi mano ed entrarvi
con lo spirito, fosse anche soltanto per l'attimo di un meriggio assolato, quando la sua
anima insaziabile e melancolica si sente per una volta sazia, e ai suoi occhi può mostrarsi
solo qualcosa di suo, e niente più di estraneo”.

Nietzsche, F.N. (1882), Die fröhliche Wissenschaft. Trad. it.: , Idilli di Messina - La Gaia
Scienza - Frammenti postumi (1881-1882), Adelphi, Milano 1995: pag. 209
• Grazie per l’attenzione

• trapanif@gmail.com
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