"Culture del libro e del documento": incontri di studio all'Università di Torino

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«Culture del libro e del documento»:
incontri di studio all’Università
di Torino
Alessandra Panzanelli
Università degli studi di Torino

Introduzione                                          nuovi mezzi e sapranno utilizzarli sapiente-

«C       ulture del libro e del documento. Temi,      mente, o almeno sapendo chiedere e ottenere
         questioni linee di evoluzione» è il tito-    da essi quello di cui hanno bisogno, è che gli
lo d’insieme di un ciclo di incontri di studio        incontri sono stati ritmati da interferenze e in-
dedicati a presentare e discutere pubblicazio-        terruzioni, per microfoni gestiti maldestra-
ni e progetti sui temi propri delle Scienze del       mente; da pause troppo lunghe, per non sa-
libro, del documento, del patrimonio cultura-         per condividere le presentazioni evitando di
le, titolo del Corso di laurea magistrale in pri-     incappare nelle trappole tecniche.
ma attivazione nel corrente anno accademico           I quattro incontri di cui si dà conto qui sono
(2020/21) presso il Dipartimento di Studi             anche la testimonianza di questo periodo di
storici dell’Università di Torino. Il ciclo di in-    rodaggio: segnati da alcuni errori tecnici, più
contri nasce infatti a corredo dell’attivazione       o meno importanti, nessuno dei quali tuttavia
del corso ed è promosso col fine di comunica-         così grave da impedire di godere dei contenu-
re i temi degli insegnamenti e i metodi con cui       ti di ciascuno. Tali contenuti affrontano, cia-
sono affrontati. L’iniziativa, concepita per          scuno, i temi propri di una delle discipline del
svolgersi tra marzo e giugno, è stata letteral-       libro e del documento, con attenzione parti-
mente travolta dalla pandemia causata dal vi-         colare agli aspetti di metodo, alle prospettive
rus Covid-19, costringendo a rivedere il calen-       di sviluppo, al rapporto con le tecnologie digi-
dario, e anche l’organizzazione interna di            tali. Le riflessioni proposte muovono da occa-
quella che avrebbe dovuto essere la prima             sioni puntuali, e a loro modo tradizionali, co-
giornata. Gli incontri si sono svolti tra il 3 giu-   m’è la presentazione di un libro di recente
gno e il 3 settembre, necessariamente tutti           pubblicazione. Nel prosieguo di questo arti-
online, utilizzando uno strumento che fino a          colo si darà conto in modo sintetico di ogni
pochi mesi prima quasi nessuno di noi cono-           iniziativa, dedicando a ciascuna un paragrafo.
sceva, una piattaforma web – una delle tante
adottate dagli atenei, e dalle scuole, per di-
ventare il luogo in cui tutto si svolge: lezioni,     3 giugno: L’anno 2440 (dopo il
esami, seminari, convegni. Non è stato facile         COVID?). Futuro della città e
imparare in fretta a sfruttarne tutte le poten-       futuro della biblioteca
zialità, per gestire al meglio gli incontri di stu-   Traendo ispirazione dal romanzo utopistico
dio, così come le lezioni, tenendo sotto con-         di Louis-Sebastien Mercier (L’an 2440. Rêve
trollo audio, video, condivisione di contenuti.       s’il en fut jamais, 1771) l’incontro intendeva
Il risultato, che farà sorridere quando l’emer-       esplorare, adottando il medesimo sguardo, il
genza sarà rientrata e tutti avranno avuto il         futuro delle biblioteche. L’arrivo della pande-
tempo di prendere confidenza con questi               mia, sottolinea Vivarelli nell’introdurre l’in-

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contro, ha fatto fare una sterzata tanto im-         della prima edizione de Le città invisibili di
prevista quanto potente. Cosa sarà il futuro         Calvino (Torino: Einaudi, 1972) che mostra
non solo della biblioteca, ma della socialità,       l’opera visionaria di Claude-Nicolas Ledoux,
dopo questa esperienza, nella quale siamo            architetto contemporaneo di Mercier cui si
ancora immersi? L’incontro avrebbe dovuto            deve anche l’immagine dell’occhio che tiene
svolgersi al Salone del Libro, il palcoscenico       insieme passato e futuro, esterno e interno,
italiano forse più importante per eventi che         alla quale è ispirata la biblioteca di Tianjin,
riguardano il settore editoriale, luogo di in-       inaugurata nel 2017. Per tornare al 2020,
contro per eccellenza, tra autori e lettori,         Vivarelli presenta un’agenda per il futuro in
editori ed autori, editori e librai. Nulla di tut-   cui i temi fondamentali sono: gli spazi da rior-
to questo è stato possibile, il Salone si è          ganizzare nel post pandemia; i modelli cultu-
spostato online, la città svuotata. La rifles-       rali in relazione alla socialità; il diritto allo stu-
sione sul futuro delle biblioteche dovrà quin-       dio e all’accesso alle informazioni; la qualifica-
di nutrirsi di questo ulteriore elemento: la         zione delle competenze professionali.
nostra società dell’informazione, così avan-         Quest’ultimo punto porta l’attenzione alla oc-
zata, può ancora essere messa in ginocchio           casione per la quale il ciclo di incontri è orga-
da una pandemia, come in pieno Trecento.             nizzato: il lancio del nuovo corso di laurea
Quale sarà il suo impatto sul ripensamento           magistrale di cui si sintetizzano le linee princi-
dei luoghi della socialità culturale?                pali e le specificità.
Su questo sono invitati a riflettere e a dialo-      Alle sollecitazioni di Vivarelli risponde, per
gare insieme a Vivarelli gli ospiti del primo in-    primo, Giovanni Solimine proponendo una ri-
contro di studio: Giovanni Solimine, Franco          flessione che muove da considerazioni su
Bianchini e Alessandro Bollo. Le sollecitazioni      quanto avvenuto già prima del Covid, nei pri-
offerte da Vivarelli nel suo intervento iniziale     mi venti anni del nuovo secolo, in cui si sono
propongono due elementi di riflessione: un           prodotti cambiamenti profondi nel comporta-
profilo storico di lungo periodo evidenzia le        mento e nelle abitudini delle persone. Ci si
costanti, i temi fondativi con cui le biblioteche    domanda quindi se i mutamenti provocati dal
si sono confrontate e devono continuare a            Covid, essendosi innestati in una realtà già in
confrontarsi, pure continuando ad evolvere.          forte mutamento, non si debbano considera-
Sul cambiamento s’innesta quindi l’emergen-          re già nuovi modelli di vita, non solo di par-
za, che oggi è il Covid, ma che ha assunto nel       tecipazione culturale. Il trasferimento in rete
tempo diversi volti. Gli antagonisti delle bi-       di tutto quanto era possibile trasferire ha fat-
blioteche – ricorda Vivarelli – sono stati e so-     to sì che i centri urbani vengano via via sosti-
no tanti altri: cause naturali o, più spesso,        tuiti dall’infrastruttura. Si osserva altresì co-
umane (guerre e persecuzioni per cause reli-         me nella dimensione territorializzata della re-
giose o razziali) che hanno periodicamente           te si riproducono i gruppi sociali e internet
messo in pericolo le raccolte e la loro fruibili-    diventa il luogo in cui le comunità si organiz-
tà. La reazione all’emergenza è legata a un          zano e organizzano la propria vita. Su questo
“principio speranza”, concetto elaborato da          scenario è planata la pandemia da Covid-19,
Ernst Bloch e che tiene insieme utopia e real-       costringendo alla clausura e ad affidare la cu-
tà, agganciate insieme per formare la base su        ra delle relazioni unicamente alla rete; e chis-
cui ridisegnare il futuro.                           sà cosa sarebbe successo se non ci fosse sta-
Da qui, dall’esigenza di tenere insieme reale e      ta, si dice, quasi pensando a voce alta. Nel
utopia, si osserva come lo spazio della biblio-      trattare del Covid e delle sue conseguenze,
teca nella città possa essere il frutto di una       Solimine continua a usare il passato, il che
ipotesi immaginifica. Significativa la copertina     appare interessante, a mesi di distanza, stan-

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te che la cosa è ancora del tutto e drammati-         menti umani, nel ripensamento delle città, in
camente attuale. L’uso del passato però non           cui si vede la critica ai modelli di sviluppo che
serve a dire che le cose sono tornate a come          sempre più devono tenere conto del benessere,
erano, ché anzi si ritiene che molto continue-        della difesa dell’ambiente. In questo contesto il
rà in questa forma: il lavoro agile e la condu-       ruolo delle biblioteche diventa molto impor-
zione in piattaforma della vita di relazione.         tante in relazione ai temi di: esclusione sociale
Quanto alle biblioteche, la loro funzione – si        e digital divide, di luoghi fondamentali per l’in-
ribadisce – è anzitutto identitaria e il loro         clusione e anche per il ripensamento dei luoghi
ruolo non si può risolvere nell’aggregazione          stessi, con un riferimento al ruolo di nuove bi-
sociale, che pure esse certamente favorisco-          blioteche create in quartieri poveri – portando
no. Circa la necessità di riposizionarsi nel          ad esempio gli Idea store di Londra. Da ultimo,
post-Covid, ciò dipenderà, dice Solimine, dal-        e molto interessante, Bianchini sottolinea il
la tipologia delle biblioteche: le biblioteche        ruolo che le biblioteche possono avere nel for-
storiche e di ricerca non saranno messe in di-        nire supporto per la gestione dell’impatto emo-
scussione nella loro funzione propria: utenza         tivo causato dalla pandemia, per i tanti lutti
e funzioni possono essere rimodulate ma an-           non elaborati, per aiutare le comunità a meta-
che confermate. Più a rischio sembrano esse-          bolizzare lo choc e gli effetti negativi della crisi
re le biblioteche pubbliche, la cui identità è        sanitaria.
strettamente legata alla città: «o saranno ca-        L’ultimo intervento programmato è quello di
paci di trovare i propri spazi o saranno emar-        Alessandro Bollo, direttore del Polo del ‘900,
ginate». Tessuto urbano e mobilità, infatti,          che propone una riflessione conclusiva ricol-
saranno molto diversi e in funzione di questi         legandosi a tutti gli argomenti proposti dai
le biblioteche pubbliche dovranno rivedersi e         relatori che lo hanno preceduto. Bollo si sof-
riproporsi. Molto dipenderà quindi dall’idea          ferma in particolare sulla necessità di pensare
di città che verrà sviluppata dai governanti e        alle biblioteche del futuro in stretta relazione
molto però anche da bibliotecari e biblioteco-        al modello di città, e quindi tenendo presenti
nomi, che devono farsi parte attiva nel ridise-       le urgenze attuali, tra cui sostenibilità am-
gnare il ruolo e lo spazio delle biblioteche.         bientale e sociale, come pure i temi della di-
Alle riflessioni di Solimine fanno seguito quelle     seguaglianza, del cultural e digital divide. Le
di Franco Bianchini, italiano residente nello         biblioteche, ricorda Bollo, sono i luoghi in cui
Yorkshire (Regno Unito), esperto di urbanistica       ci si allena alla complessità, luoghi che abili-
e che di biblioteche si è occupato in alcuni pro-     tano al confronto, purché si riesca a ripensar-
getti specifici. Bianchini presenta e commenta        le centrali e rilevanti nel contesto che cambia;
quattro diversi scenari futuri disegnati da due       ci si chiede allora quale patto debba essere
istituti, lo ZukunftsInstitut1 di Francoforte e       stretto con la città. Con la città si dovrà dun-
Nesta2 di Londra. I quattro scenari delineano         que progettare un’alleanza, per gestire insie-
altrettanti paesaggi umani, tra loro molto di-        me la mobilità, la scuola e creare legami con
versi, caratterizzati rispettivamente da: (1) au-     altre realtà culturali. Note di commento finali
tarchia e de-urbanizzazione; (2) svolta autori-       sono lasciate da Cecilia Cognigni, a diretta
taria e crisi permanente; (3) formazione di           testimonianza del lavoro svolto nel sistema
nuove tribù [urbane], decrescita, economie cir-       bibliotecario cittadino e in qualità di coordi-
colari, post-turismo; (4) società resiliente, post-   natrice della Commissione nazionale delle bi-
coronavirus settlement. Aspetti di questi mo-         blioteche pubbliche dell’Associazione Italiana
delli si stanno già osservando, nei comporta-         Biblioteche.
1
    https://www.zukunftsinstitut.de/.
2
    https://www.nesta.org.uk/.

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4 giugno: Nuove prospettive di                       dunque, l’archivista conquista un ruolo di
storia degli archivi                                 mediazione tra la ricerca professionale e il
Enrico Artifoni e Pierangelo Gentile ne discu-       pubblico colto, che si esprime nel fiorire di
tono con Andrea Giorgi, Stefano Moscadelli,          riviste che si caratterizzano appunto per lo
Gian Maria Varanini e Stefano Vitali, curatori       spazio dedicato alla edizione dei documenti.
della raccolta di saggi Erudizione cittadina e       Se ne forniscono due esempi a partire dalla
fonti documentarie (Firenze: Florence                rivista «Curiosità e ricerche di storia subalpi-
University Press, 2019), la cui presentazione        na» (uscita tra 1874 e 1883) animata da
costituisce il cuore dell’incontro, introdotto e     Nicomede Bianchi, direttore dell’Archivio di
moderato da Giovanni Paoloni.                        Stato di Torino e figura assai presente in
A un saluto iniziale di Stefano Benedetto, di-       molti dei saggi pubblicati nei volumi che si
rettore dell’Archivio di Stato di Torino, fa se-     presentano. Specchio del ruolo che gli archi-
guito la prima relazione, di Enrico Artifoni,        vi avevano oramai assunto, ben lontani dal-
che chiarisce bene, contestualizzandolo in           l’essere solo arsenali di autorità, il program-
un arco di tempo allargato, il senso del sot-        ma editoriale di Bianchi individuava uno spa-
totitolo dell’opera: Archivi e ricerca storica       zio che bisognava ancora riempire: volgariz-
nell’Ottocento italiano (1840-1880). Artifoni        zare, popolarizzare la ricerca, in parole di og-
porta l’attenzione sulla dialettica tra i tanti      gi divulgare. Il secondo esempio scelto da
enti di ricerca storica locale e l’Istituto stori-   Artifoni è la «Miscellanea fiorentina di erudi-
co italiano per il medio evo (ISIME) costitui-       zione e storia» (1886-1902) diretta da
to nel 1883 al fine di coordinarne i lavori.         Iodoco Del Badia. Pubblicata anche questa a
Una resistenza argomentata e giustificata,           fascicoli, la rivista si proponeva come uno
bene espressa dal barone Carutti in una let-         strumento di uso quotidiano per studiosi, il
tera al ministro Bonghi che essendo stata            luogo in cui depositare l’edizione o la notizia
l’Italia medievale animata da tanti centri in-       del documento appena ritrovato, «erigendo
dipendenti la pubblicazione delle fonti pote-        quella che altrove era la parte» (ad esempio
va e doveva essere affidato alle Deputazioni         la rubrica dedicata a notizie e documenti) «in
locali. Una dialettica già nota, quella tra cen-     un tutto programmatico», così che la raccolta
tro e periferia, rispetto alla quale l’opera che     dei fascicoli restituisce autentica l’atmosfera
si presenta – aggiunge Artifoni – apporta un         tipica della sala di studio nella quale si ritro-
contributo importante, perché «fa capire la          vano nomi di peso della storiografia del-
profondità dei sedimenti e dei sentimenti lo-        l’epoca. Si evidenzia bene così il peso che
cali di ricerca che rendevano un patrio dove-        «l’apprentissage in archivio», formazione e
re pubblicare in libertà le fonti per la storia      pratica, ebbe nella definizione dei formati di
locale». Gli archivi, grandi protagonisti del-       comunicazione storica.
l’opera di cui si tratta, sono trattati con oc-      Un intervento «molto diverso» da quello di
chio non interno alla disciplina, ma sfruttan-       Artifoni è dichiaratamente proposto da
done alcune categorie interpretative, tra cui        Pierangelo Gentile, che tenta di restituire nel
l’idea dell’archivista sul confine, mutuata da       suo insieme la ricchezza della raccolta, tren-
un libro di Isabella Zanni Rosiello. Il confine      tasei saggi per quasi mille pagine. Un lavoro
è il luogo naturale dell’archivista, sostiene        corale, frutto di una accurata costruzione di
Artifoni, essendo il suo un ruolo sempre limi-       atti di convegno per trasformarli in un’opera
nale che cambia profondamente proprio nel            organica, operazione editoriale delle più fati-
periodo considerato quando da arsenale di            cose e difficili, commenta Gentile, il cui suc-
autorità l’archivio diventa dispositivo di co-       cesso è sottolineato anche dagli altri interve-
noscenza storica. Da guardiano dell’arsenale,        nuti, a partire dal moderatore. Gentile propo-

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ne una disamina delle principali linee di ricer-         vuole una sola storia per una sola Italia». Gli
ca che sono alla base dei contributi che occu-           anni del Risorgimento vedono ridefinirsi la
pano i due corposi volumi, atti di un conve-             maglia amministrativa del Paese: città, ex ca-
gno a sua volta frutto di un PRIN (Progetto              pitali, province create ex lege, i cui confini
di ricerca di rilevanza nazionale) dedicato a            quasi mai coincidono con quelli delle diocesi,
Concetti pratiche istituzioni di una disciplina:         che si configurano come altrettante province,
la medievistica italiana tra i secoli XIX e XX.          ciascuna coi suoi confini e i suoi archivi e gli
Nelle varianti dei titoli, da quello della ricerca       altri istituti della memoria e del sapere (bi-
a quello del volume, si annidano i percorsi di           blioteche e musei). Su questa maglia già
studio, che denunciano una quantità di piste             complessa si posa quella degli Archivi di
e di livelli di analisi in cui si riflette il rapporto   Stato, ripristinati con la Restaurazione per
complesso tra storia e politica, tra ricerca sto-        tornare ad essere quello che erano stati, arse-
rica e costruzione dello stato nazionale.                nali dell’autorità, per acquisire nel corso del
L’indagine sulle origini di una disciplina, la           secolo istituti (tesori del principe) ma che
medievistica, passa attraverso la ricostruzione          vengono via via assediati dai tanti che vo-
di una vicenda complessa, in cui la storia si            gliono fare storia. In questo panorama si
mette al servizio della politica e in cui gli ar-        muovono gli eruditi e gli storici locali, talvolta
chivi, che sono i veri protagonisti dei due vo-          guardinghi e gelosi, talaltra motori di reti di
lumi, subiscono una trasformazione epocale               relazioni, promotori di società, per la scrittura
che da arsenali dell’autorità li porta a diven-          di una storia che è sempre a un passo dalla
tare i luoghi della ricerca storica, assaltati da        politica. Alla ricostruzione del panorama ge-
una pletora di studiosi, in cui l’erudizione lo-         nerale Gentile fa seguire quella dei quadri
cale si ammanta di un compito alto qual è                macroregionali, dando conto della ricchezza
quello della costruzione dell’identità naziona-          del lavoro con singoli esempi in cui grande
le. Gentile si sofferma e illustra con forza l’af-       peso ha l’area piemontese di cui Gentile è
fastellarsi delle maglie amministrative, che si          specialista e che serve a sottolineare bene
sovrappongono, ciascuna con il suo corredo               l’uso politico e consapevole della storia da
di archivi. Fondamentali sono infine, nella vi-          parte soprattutto di Carlo Alberto. La rete di
sione di Gentile, gli epistolari, le fonti che           studiosi e politici, non di rado figure sovrap-
meglio di tutte sono capaci di restituire la re-         ponibili, è ben testimonianza e può studiarsi
te complicata delle relazioni umane, politiche           attraverso i carteggi, il cui studio accresce
e scientifiche. Importante e molto chiara la             «veramente» la conoscenza storica.
periodizzazione, per i due termini già chiariti          A conclusione di una riflessione di lungo perio-
nel titolo, che non impedisce tuttavia di                do sul ruolo della storia Gentile sintetizza e poi
muoversi «liberamente tra tramonto                       chiede: «dunque in principio fu l’archivio. Poi
dell’Antico Regime e l’alba del secolo breve»,           venne la storia fuori l’università, poi la storia
pur tenendo presente la cesura costituita                dentro l’università; oggi, in tempi di public hi-
dall’Unità nazionale. Importante la riflessione          story c’è crisi di legittimazione: a chi appartie-
metodologica sugli spazi, concetto filo con-             ne la storia? A chi compete la storia? Quali
duttore del volume, dove compare l’Italia in-            profili hanno i frequentatori delle sale di studio
tera, concepita come penisola plurale: le cen-           del 2020? Una riflessione che mi sembra ne-
to città dei mille studiosi che scrivono la sto-         cessaria alla luce di quanto abbiamo discusso».
ria di mille patrie, «prima che tutto venga              Alle dense presentazioni offerte da Artifoni
convogliato nella teleologia di un destino               e Gentile fanno eco, con commenti risposte
condiviso sotto l’egida di una dinastia nazio-           e integrazioni i curatori dei volumi e il mo-
nalizzata ad hoc da una classe dirigente che             deratore.

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23 giugno: Strumenti digitali e                             dovuto essere ripensato del tutto per la tragi-
metodi innovativi per la storia                             ca scomparsa del prof. Sharpe, avvenuta pre-
delle biblioteche                                           maturamente il 22 marzo 2020, causando un
Ne parlano Cristina Dondi e Matilde                         vuoto scientifico e umano incolmabile. Nel ri-
Malaspina; interventi di apertura di Gianluca               pensare l’evento non si è neanche tentato di
Cuniberti e Maurizio Vivarelli; introduce e co-             colmare quel vuoto, si è anzi voluto mantene-
ordina Alessandra Panzanelli.                               re inalterato il titolo originario, anche se i
Su questo incontro, più che sugli altri, ha pe-             contenuti dei due interventi, in particolare
santemente impattato la pandemia.                           quello di Matilde Malaspina che ha affiancato
Programmato per il 10 marzo, nella formula-                 Cristina Dondi, hanno toccato temi che non
zione originaria esso prevedeva, accanto a                  rientrano perfettamente o esclusivamente nel
quello di Cristina Dondi, l’intervento di                   perimetro della storia delle biblioteche. Si è
Richard Sharpe, noto storico del medioevo e                 trattato infatti di temi che riguardano la storia
professore di Paleografia e Diplomatica a                   del libro in senso lato, come pure discipline
Oxford. Era stato invitato a parlare del pro-               quali la filologia e la storia dell’arte, approc-
getto MLGB3, Medieval Libraries of Great                    ciate da una prospettiva e con un metodo che
Britain, raffinata edizione digitale delle fonti            fa un uso sapiente e innovativo delle tecnolo-
per lo studio delle biblioteche monastiche in-              gie digitali, collocandoci a pieno titolo nell’al-
glesi: inventari e cataloghi storici tra cui il ce-         veo delle digital humanities6.
lebre Registrum Angliae, pionieristica realiz-              Cristina Dondi propone una densa e corposa
zazione di catalogo unificato3. Reso famoso in              riflessione di carattere metodologico sul tema
Italia grazie soprattutto alla traduzione del               della prima stagione della stampa, da lei
suo fondamentale Titulus. Identifying                       esplorato a lungo e di cui si tratta qui alla luce
Medieval Latin texts. An Evidence-Based                     dei risultati raggiunti con un progetto ERC (fi-
Approach4, Sharpe avrebbe parlato delle gran-               nanziato cioè dallo European Research
di linee di un progetto che è anche un’eccel-               Council) sviluppatosi nel quinquennio 2014-
lente esemplificazione delle potenzialità of-               19. Il contesto internazionale della ricerca è
ferte dal digitale quando sapientemente co-                 uno dei temi sui quali s’appunta l’attenzione
niugato con la conoscenza di discipline tanto               di Gianluca Cuniberti, cui si deve l’intervento
tradizionali quanto fondamentali (per gli studi             di apertura e che parla nella duplice veste di
storici, filologici e in sé stesse) quali solo la           direttore del Dipartimento di Studi storici e vi-
paleografia e la diplomatica5. La pandemia è                ce-rettore alla ricerca nel campo delle scienze
arrivata mentre si ultimavamo i preparativi per             umane. Cuniberti sottolinea quanto l’Ateneo
l’incontro, che è stato prima rinviato e poi ha             torinese investa in progetti internazionali e in-

3
    MLGB3 porta in digitale l’edizione tradizionale approntata da Neil Ker; nella direzione del progetto Richard
    Sharpe è stato affiancato da James Willoughby; sulle linee di programma, gli sviluppi, i finanziamenti, si
    vedano le pagine introduttive del sito: .
4
    Pubblicato da Brepols nel 2003 è uscito due anni dopo in Italia grazie a Marco Palma: Richard Sharpe,
    Titulus: i manoscritti come fonte per l’identificazione dei testi mediolatini, ed. italiana a cura di M. Palma,
    Roma: Viella, 2005.
5
    Una ricostruzione approfondita dei temi, metodi, risultati degli anni di lavoro dedicati alle biblioteche
    medievali inglesi hanno formato l’oggetto delle Lyell Lectures, che nel 2019 sono state tenute da Sharpe;
    interamente registrate sono pubblicate tra i BODcasts (podcast delle Bodleian Libraries):
    .
6
    Su questo si veda la recente riflessione: Maurizio Vivarelli, Digital humanities e culture documentarie: un
    modello di analisi, valutazione, interpretazione, «AIB studi», 60, (settembre/dicembre 2020), n. 3, p. 553-
    589. DOI 10.2426/aibstudi-12471.

                                                       208
Eventi

tenda rafforzare la rete di relazioni scientifi-             sottolineare. La cooperazione sta infatti alla
che e l’uso delle tecnologie digitali.                       base della raccolta di una significativa massa
A quello del vice-rettore segue l’intervento di              di dati prodotti in alcune delle più importanti
Maurizio Vivarelli, registrato in anticipo per un            biblioteche europee e americane da editors
impedimento a partecipare in diretta, dove si                altamente qualificati con competenze ampie
ripercorre a grandi linee la tradizione degli                e specifiche per lavorare con fonti primarie.
studi nella quale si inscrivono le ricerche delle            Tale rete è al contempo risultato di un’opera
ospiti, sintetizzata con un richiamo al capola-              di disseminazione e formazione all’uso delle
voro di Febvre e Martin (L’apparition du livre,              basi di dati condotta dal team del progetto
1958). Facendo quindi il focus sui temi speci-               con workshop, summer school, incontri di
fici che si andranno a trattare, Vivarelli propo-            formazione dedicati e che ha contribuito ad
ne di aprire un ulteriore fronte, basato sulla               ampliare in modo assai significativo la parte-
considerazione che la massa di dati raccolti                 cipazione a MEI Material Evidence in
dalla ricerca, oltre alle relazioni evidenziate              Incunabula7. Dal 2014 al 2020 la base dati è
dalla ricerca stessa, possono entrare in rap-                cresciuta in modo significativo raggiungendo
porto con dati prodotti in altri ambiti dando                oltre 51.000 esemplari di oltre 14.000 edizio-
vita a relazioni che possono farsi emergere                  ni, con descrizioni prodotte da oltre duecento
con tecniche di data analysis e applicando i                 editors, da quaranta che erano attivi nel
metodi della Network science, che andrebbe-                  2014. Un approccio rivoluzionario è proposto
ro così a espandere i risultati della ricerca in             in MEI (l’aggettivo è di chi scrive) dato dai
direzioni non previste a priori.                             seguenti fattori: oggetto della descrizione è
Un richiamo alle reti di relazioni si trova d’al-            l’esemplare: non si ripetono informazioni già
tro canto esplicito anche nel titolo dell’inter-             presenti nella base di dati ISTC8 alla quale
vento cuore dell’incontro dove, insieme al fo-               MEI è collegata direttamente, e attraverso
cus della ricerca, se ne evidenziano scopo e                 essa al Gesamtkatalog der Wiegendrucke9 e a
metodi: Riscrivere la rivoluzione della stampa:              tutti gli altri repertori e cataloghi online. Le
Il 15cBOOKTRADE, un patrimonio di risorse,                   nuove descrizioni si inseriscono così in una
un network internazionale di biblioteche e di                rete coerente, in cui ciascuno strumento svi-
ricercatori. La cooperazione tra ricercatori e               luppa aspetti complementari agli altri, con un
curatori, tra università e biblioteche, in una               meccanismo di rinvio vicendevole che il
ampia rete internazionale che si sviluppa tra                15cBOOKTRADE ha contribuito a esaltare e
Europa e America è tra i dati che si vogliono                rafforzare10.

7
     Lanciata nel 2009, MEI è stata ideata da Cristina Dondi e realizzata da Alex Jahnke del Data Conversion
     Group della Università di Göttingen. Una seconda release della base dati è stata lanciata nel 2015 per
     potenziare lo strumento anche raccogliendo osservazioni e desiderata da chi vi aveva lavorato nei primi
     anni. Sul team del progetto (Geri Della Rocca de Candal, Matilde Malaspina, Sabrina Minuzzi e l’autrice di
     questo contributo) e le attività svolte nel quinquennio si vedano le pagine del sito web, dove pure sono
     da cercarsi le informazioni sulle basi di dati: .
8
     Si veda: John Goldfinch — Karen Limper-Herz, The Incunabula Short-Title Catalogue (ISTC). Past, pres-
     ent and Future, in: Printing Revolution and Society. Fifty Years that Changed Europe, ed. by C. Dondi,
     Venezia: Edizioni Ca’ Foscari, 2020, p. 899-909, .
9
     La bibliografia generale degli incunaboli () nella
     quale sono da cercarsi tutte le informazioni relative agli aspetti tipografici, quali quelli che si trovano nel
     repertorio dei tipi (il Typenrepertorium der Wiegendrucke) a sua volta accessibile tramite GW:
     .
10
     Nel corso del quinquennio di progetto il 15cBOOKTRADE ha agito in direzione di rafforzare la collabora-
     zione e agendo su ISTC promuovendone una nuova release e portandolo nella piattaforma del CERL
     (Consortium of European Research Libraries).

                                                        209
Eventi

Dell’esemplare MEI trae e valorizza tutti i dati         do di riconoscere immagini identiche, frutto
specifici di copia, ogni traccia d’uso, note di          della stessa matrice, distinguendole da quelle
lettura, ex libris, ma anche interventi di finitu-       simili, frutto di imitazione, rilevando gradi di-
ra a mano, rubricatura, decorazione, miniatura,          versi di somiglianza. Quali siano le potenziali-
che non sono semplicemente descritti ma geo-             tà di questo approccio, che coniuga le com-
referenziati e collegati a un agente, ente o             petenze della bibliografia e della storia del-
persona, e questi categorizzati, per status, ti-         l’arte con quelle dell’ingegneria informatica,
pologia, professione, genere. Tracce materiali           viene bene illustrato nel corso della presenta-
diventano in tal modo evidenze storiche e i              zione di Malaspina11, alla quale fa seguito una
singoli dati, così strutturati, informano, nell’in-      terza e ultima parte dedicata alla organizza-
sieme, sul reale impatto prodotto dai primi libri        zione di una mostra conclusiva finalizzata a
a stampa sul pubblico dei lettori coevi e su             comunicare i risultati della ricerca al grande
quello dei secoli successivi, consentendo studi          pubblico, attività di terza missione, per usare
sulla storia delle collezioni librarie, sulle prati-     l’espressione più in uso. La mostra – spiega
che del collezionismo o i trasferimenti in massa         Cristina Dondi – non era nel progetto iniziale,
dei patrimoni librari, come quelli conseguenti           ma è presto emerso il desiderio di condividere
alle soppressioni religiose. Lo studio degli             i frutti del lavoro non solo con gli specialisti e
esemplari è affiancato e rafforzato con quello           la comunità scientifica, cosa avvenuta in un
dei testi, ai quali è dedicato TEXT-inc, databa-         convegno finale oltre che in interventi pun-
se che consente di esplorare nel dettaglio la            tuali a diversi consessi accademici nel corso
composizione testuale delle edizioni e svilup-           degli anni. Si è così pensato di organizzare
pato a partire dal catalogo degli incunaboli             una mostra negli spazi storici del Museo
della Bodleian Library (circa 5.500 edizioni).           Correr, mentre il convegno finale s’è tenuto in
Sono parte costitutiva del testo, e come il te-          Palazzo ducale (la scelta di chiudere il proget-
sto prodotti con materiali tipografici, gli appa-        to a Venezia, e forse non serve spiegarlo, è le-
rati decorativi e le illustrazioni – ad esempio          gata al ruolo di grande capitale del libro as-
cornici e vignette xilografiche. A questo tema,          sunto dalla Serenissima nella prima stagione
di per sé ammantato di indubbio fascino, il              della stampa), e l’operazione è stata salutata
15cBOOKTRADE ha dedicato uno spazio spe-                 da un grande successo di pubblico, con oltre
ciale e le energie di una ricercatrice, Matilde          190.000 visitatori.
Malaspina, la cui relazione si incentra appunto
sul 15cILLUSTRATION, il progetto nel proget-
to sviluppato per applicare anche qui un me-             3 settembre: L’opera e l’eredità
todo rigoroso di raccolta delle informazioni. I          di Armando Petrucci: tra paleo-
dati relativi alle singole componenti l’illustra-        grafia, letteratura, storia e
zione sono immagazzinati e meta-datati con               impegno civile
riferimento a edizione ed esemplare mentre               Ne parlano Jacques Dalarun, Attilio Bartoli
un software di image-matching è sviluppato               Langeli, Antonio Ciaralli, Marco Palma,
per gestire la comparazione sistematica delle            Augusto Cherchi, curatori di recenti pubblica-
componenti, così che la sensibilità e l’occhio           zioni realizzate per riproporre, in forma diver-
dello studioso sono potenziati dalla capacità            sa (tre raccolte ragionate e una traduzione)
computazionale della macchina messa in gra-              una importante selezione di opere di

11
     Maggiori dettagli in Cristina Dondi — Abishelk Dutta — Matilde Malaspina — Andrew Zisserman, The
     Use and Reuse of Printed Illustrations in 15th-Century Venetian Editions, in Printing Revolution and
     Society. Fifty Years that Changed Europe, ed. by C. Dondi, Venezia: Edizioni Ca’ Foscari, 2020, p. 841-
     871, .

                                                    210
Eventi

Armando Petrucci. L’incontro è coordinato da              in origine come saggio per la Storia dell’arte
Antonio Olivieri; saluto in apertura di                   italiana (Torino: Einaudi, 1979-1983) a
Maurizio Vivarelli; intervento conclusivo di              Federico Zeri per averne un parere. Ne rice-
Massimo Vallerani.                                        vette in risposta una sveglia alle cinque del
L’incontro si muove intorno a tre volumi di re-           mattino, con una telefonata che gli fece Zeri
cente pubblicazione che illustrano, da pro-               per commentare, semplicemente: «Lei è un
spettive diverse, l’importanza e il peso del              genio!». Bartoli Langeli, a sua volta studioso
magistero esercitato da Armando Petrucci per              di fama internazionale e molto amato da allie-
la capacità di affrontare con taglio rivoluzio-           vi e colleghi, ha contribuito in molti modi a
nario temi di storia culturale, affrontati a par-         diffondere l’opera di Petrucci, mediante la cu-
tire da un ambito altamente specialistico, e              ra di nuove edizioni delle sue opere, inclusa
dunque apparentemente di nicchia, quale è la              l’edizione facsimilare degli atti di un celebre
Paleografia. Le tre pubblicazioni sono, rispet-           Seminario permanente, «Alfabetizzazione e
tivamente, l’edizione in francese della celebre           cultura scritta», gemmato da un convegno
Prima lezione di Paleografia, diventata, per              svoltosi a Perugia nel 1980 12. La mano di
volontà dello storico medievista Jacques                  Bartoli si trova nella raccolta di saggi pubbli-
Dalarun che ne ha curato la traduzione,                   cata dall’Associazione Nazionale Archivistica
Promenades aux pays de l’écriture, a esaltare             Italiana in onore di Petrucci all’indomani della
il peso culturalmente rivoluzionario di quel-             sua morte, iniziativa lanciata da Augusto
l’opera bene illustrato da Attilio Bartoli                Cherchi, all’epoca vicepresidente dell’Anai, e
Langeli nella sua introduzione. Dalarun, primo            raccolta felicemente, oltreché da Bartoli, che lì
a intervenire, ha messo in evidenza il peso e             figura esplicitamente, anche da Antonio
l’ampiezza dell’opera di Petrucci, da lui speri-          Ciaralli e Marco Palma che hanno contribuito
mentata nell’impresa della traduzione specie              a costruire il volume Scrittura, documentazio-
in relazione a concetti chiave messi a fuoco              ne, memoria. Dieci scritti e un inedito, 1963-
da Petrucci, e insieme la sua capacità di ren-            2009. Il volume è stato presentato a Roma nel
derli comprensibili. Uno di questi è il concetto          giugno 2019 in una gremita sala della BNCR,
di astrazione, in ambito artistico, nella visione         testimonianza ulteriore della eco che la figura
di Petrucci non un allontanamento dalla realtà            e il pensiero di Petrucci riscuotono. La triade
bensì una concettualizzazione necessaria a                Bartoli Langeli-Ciaralli-Palma è responsabile
spiegare la realtà. La capacità di chiarire i             anche della raccolta dedicata agli Scritti civili
concetti e così renderli comprensibili, appeti-           (Roma: Viella, 2019), frutto della selezione
bili e entusiasmanti per un vasto numero di               dei testi più esplicitamente legati al forte im-
studenti è una delle cifre ricorrenti nel ricordo         pegno civile di Petrucci, espresso in verità in
che di Petrucci viene disegnato da pressoché              tutto il suo magistero, come è stato sottoli-
tutti gli intervenuti, a partire da Attilio Bartoli       neato soprattutto da Marco Palma, al quale si
Langeli, che illustra il profilo del grande stu-          deve una decisa distinzione tra l’essere pro-
dioso nei suoi aspetti di maestro, da un lato, e          fessore universitario e fare il professore uni-
di genio dall’altro, imitabile per un verso, ini-         versitario, per dire che Petrucci aveva operato
mitabile per l’altro, perché capace di intuizioni         da docente senza conformare la propria per-
geniali e rivelatrici. Un aneddoto è a sua volta          sona al ruolo, per trarne un prestigio diversa-
rivelatore: Petrucci aveva inviato il saggio La           mente conquistato. Palma insiste sul signifi-
scrittura tra ideologia e rappresentazione, de-           cato della posizione politica di Petrucci: non
stinato a diventare un volume ma concepito                appartenenza di parte, tantomeno consorte-
12
     Era previsto per la fine di marzo 2020 un convegno che ricordasse, a 40 anni, il convegno che aveva avvia-
     to il seminario, da farsi nello stesso luogo, il convento francescano di Monteripido di Perugia.

                                                     211
Eventi

ria, invece una moralità ferrea miscelata alla             presentazione del volume13 ha chiaramente
volontà e alla capacità, entrambe potenti, di              mostrato l’apprezzamento dell’iniziativa.
parlare a tutti, di comunicare contenuti di di-            Interviene in conclusione Massimo Vallerani
scipline tradizionalmente elitarie a folte platee          che parla anche in veste di coordinatore del
di studenti, ammassati sugli scalini delle aule            dottorato in Scienze archeologiche, storiche,
pur di seguirne le lezioni.                                storico-artistiche. Vallerani pone l’accento
Testimonianza diretta del magistero di                     sulle questioni di metodo, e parlando anche
Petrucci è fornita da Antonio Ciaralli, che è              sulla scorta della propria esperienza, per aver
stato accanto al maestro fino all’ultimo aiu-              vissuto personalmente gli effetti di un magi-
tandolo nella bella impresa di ripubblicare una            stero rivoluzionario, capace di incidere pro-
imponente raccolta di saggi dalla forte carica             fondamente nella formazione non solo degli
innovativa: Letteratura italiana: una storia at-           specialisti, paleografi e diplomatisti, ma più in
traverso la scrittura (Roma: Carocci, 2017).               generale degli studiosi di medievistica o ancor
Ciaralli, ripete con forza che il suo contributo           più in generale di storia.
a questo volume deve considerarsi un mero
sforzo redazionale, confezionamento di saggi
già editi. Questi ultimi, riorganizzati in capito-         Conclusioni
li, arricchiti da un cospicuo corredo di imma-             Il primo ciclo di incontri s’è chiuso con un bi-
gini e di indici, formano, nell’insieme, una               lancio grandemente positivo dal punto di vi-
storia della letteratura dal taglio originalissi-          sta della partecipazione, con platee che non
mo. L’autore ne era, d’altra parte, ben co-                di rado hanno superato il centinaio di perso-
sciente, come indica, secondo la testimonian-              ne, raccogliendo spettatori da tutta Italia e
za del curatore, l’entusiasta esclamazione con             presenze dall’estero. La richiesta di materiali
cui accolse la fresca pubblicazione del volu-              registrati, arrivata da più parti, testimonia
me: «Questo l’ho fatto io!».                               inoltre un perpetuarsi dell’attenzione verso i
Sul peso e le scelte che determinano una ope-              temi trattati. Approfittiamo allora di questa
razione editoriale si è soffermato Augusto                 occasione per dire che i materiali degli incon-
Cherchi, raccontando come l’ANAI ha deciso                 tri, ovvero le registrazioni, si possono recupe-
di reagire alla notizia della scomparsa del                rare dalle pagine del sito web14, con l’avver-
maestro, facendosi portavoce dei tanti archi-              tenza che la qualità dei materiali è il risultato
visti italiani per i quali Petrucci è stato un rife-       di questo primo periodo di rodaggio, di cui si
rimento non solo con i suoi scritti ma anche               è già detto in introduzione. Nelle stesse pagi-
per la sua statura pubblica, grazie alla quale             ne si trovano materiali e informazioni sui cicli
ha instancabilmente lottato per difendere i                successivi, il primo infatti è stato definito così
luoghi della memoria. Pubblicare una raccolta              perché ha appunto aperto una serie. Intanto,
degli scritti più vicini al tema è, ancora una             in chiusura di questa prima esperienza, e an-
volta, sembrato la scelta migliore. La platea              cora in crisi sanitaria, notiamo come l’obbligo
gremita di persone che erano presenti alla                 a incontri virtuali abbia indubbi effetti positi-

13
     Il 6 aprile 2019 nella sala delle adunanze della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, da cui è nato un
     nuovo volume: Armando Petrucci un maestro nelle parole di amici e colleghi. Roma: Edizioni Anai, 2019
     (Quaderni del Mondo degli archivi, 6), liberamente scaricabile dal sito della rivista:
     .
14
     Il percorso, non proprio lineare, si traduce in un link lunghissimo impossibile da memorizzare per cui con-
     viene segnalare la strada: dalla home page del corso di laurea
     () cercare gli Avvisi e news e quindi i Seminari
     (sotto Tipologie).

                                                      212
Eventi

   vi, nel consentire una partecipazione distan-         ci, grazie, sospesi nell’etere, tra persone che si
   ziata, nello spazio o nel tempo, di eventi altri-     conoscono e altre che invece non si sono mai
   menti destinati a chiudersi in intervalli di po-      viste. Persa completamente la fase successiva
   che ore. Al contempo un dato non proprio              agli incontri durante la quale era possibile
   positivo è emerso con chiarezza: alla presenza        continuare la discussione, a gruppi ristretti,
   del pubblico non si affianca una partecipazio-        fermandosi a bere per commentare o cammi-
   ne attiva; il dibattito raramente è animato, le       nando sulla via del ritorno alle rispettive di-
   domande arrivano scarse anche quando si sa            more. Viene fatto allora di chiedersi cosa ac-
   che vi sono persone competenti o interessate          cadrà quando sarà di nuovo possibile incon-
   tra il pubblico. Negli incontri a distanza man-       trarsi in presenza, se si vorrà tornare alle vec-
   ca proprio lo specifico dell’incontro, lo scam-       chie abitudini, o mantenere quelle sviluppate
   bio diretto; la piattaforma è uno splendido           in questi mesi, continuando ad esempio a
   palcoscenico che però non consente un reale           sfruttare le piattaforme per condividere gli
   rapporto tra tutti i presenti. Più di tutto, ciò si   eventi anche da remoto, e registrarli per fruirli
   avverte al momento della chiusura, con un             successivamente, andando così a creare nuovi
   congedo snocciolato in una serie di arriveder-        archivi digitali di cui poi prenderci cura.

L’ultima consultazione dei siti web è avvenuta nel mese di giugno 2021

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