COSTITUZIONE IN ATS BRIANZA - SPI CGIL BRIANZA
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SPI CGIL BRIANZA Via Premuda, 17 20900 Monza Tel. 039 2731132 E-mail: spibrianza@cgil.lombardia.it COSTITUZIONE IN ATS BRIANZA Delle Unità Speciale di Continuità Assistenziale (USCA) A seguito dell’emergenza COVID, il Governo ha emanato il Decreto Legge n. 14 del 9/3/2020 dove ha previsto all’art.8 l’istituzione da parte delle Regioni delle USCA, una presa in carico rivolta al territorio, alla domiciliarità, di fattiva collaborazione con i Medici di Famiglia, i Pediatri, gli Operatori della Continuità Assistenziale previsti nei casi specifici. Il Decreto Legge prevede la creazione di queste Unità ogni 50.000 abitanti con operatività dalle ore 8 alle 20 per7 giorni su 7. Va ricordata la dannosa DGR n.2926 dell’8 marzo 2020 che aveva previsto di accogliere, anche in strutture sociosanitarie, i ricoveri di pazienti COVID post acuzie, procurando tanti decessi nelle RSA lombarde degli ospiti e ricadute di contagio sugli operatori. Ciò non è servito da lezione: infatti con la Dgr n. 3020 del 30 marzo 2020 si incaricano ancora le ATS di promuovere manifestazione di interesse in reparti dedicati ospedalieri, in strutture sociosanitarie con servizio di degenza su proposta dei MMG, dei P.S., delle USCA per i pazienti che non possono restare o tornare al proprio domicilio, con bassa intensità COVID ma che necessitano di ossigeno terapia e monitoraggio costante. L’esame della Dgr del 23 marzo 2020 n. 2986 che costituisce le USCA impone la verifica dei numerosi allegati, le conseguenti circolari interpretative che non semplificano, ma che si sovrappongono e generano confusione. Le USCA sono organizzate dalle ATS, secondo la propria disponibilità, operando la copertura assistenziale per almeno 4% dei residenti per ogni Distretto. Ogni USCA dovrebbe garantire, di norma, 20 accessi domiciliari nelle 12 ore, salvo diversa valutazione da parte delle ATS, tenendo conto 1
dei tempi di spostamento, delle registrazioni. La prestazione è gratuita e resterà in vigore fino alla fine del 2020. L’ATS Brianza ha costituito per ora sono 3 USCA con sedi a Lecco, Monza e Concorezzo. Esse dispongono di 3 coordinatori, 36 medici e si è in presenza di un bando per l’assunzione di altro personale. Gli orari definiti sono dalle ore 8 alle 20 da lunedì a venerdì. In relazione alla popolazione di tutta la nostra Provincia, appare evidente che siamo purtroppo lontani dall’obbiettivo di una più consistente presa in carico. SOGGETTI INTERESSATI: COVID positivi dimessi da strutture Ospedaliere, da Pronto Soccorso verso il domicilio, COVID positivi già al proprio domicilio per il periodo obbligatorio di isolamento dopo aver effettuato il tampone, Pazienti mai ricoverati ma con sintomatologia simil influenzale di cui non è nota la positività che debbono essere considerati come sospetti casi di al COVID. CHI ATTIVA L’INTERVENTO: L’intervento delle USCA di norma è attivato dai Medici di Famiglia che, attraverso un triage telefonico, valutano il bisogno del proprio assistito. Inoltre i MMG e i Pediatri possono essere contattati dal loro assistito in quarantena (disposto da ATS o da struttura ospedaliera e in questo ultimo caso la struttura fornisce al paziente il referto. Per consentire la razionalizzazione di queste funzioni si ritiene utile definire, presso le ATS, la creazione di modalità chiare per la ricezione delle richieste da parte dei MMG e i Pediatri. L’esito degli interventi delle USCA dopo la valutazione del caso, possono prevedere l’attivazione di altre offerte aggiuntive di cura (ADI COVID e SUPPORTO PALLIATIVO). L’esito viene riportato ai MMG con le modalità previste da ATS. Alle USCA dovrà essere fornito l’elenco dei recapiti telefonici e di posta elettronica dei MMG a cui dovranno fare riferimento. Le USCA, attraverso i sistemi di governo delle ATS, proporranno l’attivazione di servizi di telemonitoraggio, ove presenti e cureranno la relativa formazione dei pazienti e dei caregiver. Non rientrano nelle attività delle USCA quelle CERTIFICATIVE (ad es. certificati di malattia). 2
INDICAZIONI PER L’ATTIVAZIONE DELL’ADI COVID (ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA) AI PAZIENTI COVID. Le singole ATS valutano l’opportunità di attivare un numero unico per i MMG, i Pediatri, gli Ospedali, che mediante colloquio telefonico, possono individuare il percorso domiciliare più appropriato alla luce delle condizioni cliniche, di problematiche sociali. In questo caso, debbono collegarsi con gli Ambiti Territoriali/Comuni per intervenire a sostegno delle persone con patologia e con difficoltà socio- economica e famigliare per la permanenza al domicilio. In taluni casi, l’ATS si attiva con le modalità previste con la Prefettura. PRESTAZIONI DELL’ADI COVID E DELLE CURE PALLIATIVE L’attivazione di questi servizi, dopo l’esito di intervento delle USCA, viene riportato dai sanitari delle USCA ai MMG/PEDIATRI, con le modalità stabilite dall’ATS. Alle USCA dovrà essere fornito l’elenco dei recapiti telefonici e di posta elettronica degli MMG/PEDIATRI a cui dovranno fare riferimento. Gli interventi possono altresì essere attivati dal medico di reparto ospedaliero in dimissioni protette e o dalla Centrale Operativa ATS. L’osservazione e l’assistenza di bassa intensità sono particolarmente dirette a pazienti cronici/fragili in assenza di gravi compromissioni. Agli utenti e ai caregiver deve essere prevista la formazione per la gestione dell’isolamento e la prevenzione del contagio. Le ATS, in base alle direttive regionali previste pe il COVID, stabiliscono l’accreditamento e gli eventuali accordi con prestatori d’opera per la presa in carico dell’ADI COVID. L’ATS Brianza ha accreditato 12 EROGATORI COVID che, in media, hanno assistito 65 pazienti al giorno. Per questi pazienti l’EROGATORE, (si accennano solo alcune prescrizioni), deve garantire il primo accesso dell’infermiere entro le 24 ore dalla segnalazione per la valutazione dall’assistito, di quella socio-abitativa, informazioni delle eventuali modalità di trasmissione dell’infezione, valuta l’impossibilità della domiciliazione e può proporre soluzioni alternative di isolamento extradomiciliare d’intesa con l’ATS. Inoltre l’EROGATORE deve garantire tutti gli ausili necessari per l’effettuazione di prelievi, se necessario, effettuazione di tampone nasofaringeo e, su disposizione del MMG, per la verifica di guarigione (due tamponi negativi di durata di 24 ore), la reperibilità telefonica per ricevere 3
le chiamate del paziente/caregiver almeno nelle 12 ore previste dalle ore 8 alle 20. CURE PALLIATIVE Le prescrizioni sono alquanto complesse, basterà tenere presente che nel nostro territorio è attivo questo servizio anche a livello domiciliare, già prima dell’epidemia di supporto ai malati oncologici. Per questa particolare attività di Cure Palliative COVID ogni ATS dovrebbe prevedere: ▪ I soggetti EROGATORI sono dotati di equipe di Cure Palliative delle STRUTTURE accreditate e a contratto con le norme stabilite dalle disposizioni regionali; ▪ Per i pazienti COVID la misura viene erogata a soggetti complessi cronici e fragili in dimissione dalle strutture sanitarie, ivi comprese quelli assistiti ai P.S., dalle strutture sociosanitarie segnalati alle Unità di cure Palliative, dagli specialisti di riferimento, dal Sistema ADI COVID, dal MMG, con diagnosi certa e terapia impostata, in fase di stabilità e non di acuzie. La fase di rimodulazione del servizio dovrebbe includere un percorso formativo rivolto ai professionisti delle varie strutture sanitarie/sociosanitarie, a partire da medici e infermieri, gli operatori del Sistema COVID 19, ai MMG. In particolare nelle aree della identificazione precoce e tempestiva del bisogno di cure palliative, del migliore controllo dei sintomi e della Sedazione Palliativa privilegiando sin da subito la modalità del consulto telefonico con la Rete predisposta da ATS. Nella medesima Dgr di allestimento delle USCA viene previsto anche il servizio di TELEMEDICINA COVID. Il servizio ha l’obbiettivo, rivolto ai MMG/PEDIATRI, ai medici delle Strutture sanitarie, di ridurre il numero di contatti con i pazienti ad alto rischio, riducendo allo stesso tempo la possibilità da parte dei pazienti di entrare in contatto, presso le strutture di assistenza, con il Virus e quindi con forme di contagio. Il servizio risponde non solo ai pazienti COVID positivi, ma anche a quelli non ancora testati ma che hanno sintomatologia influenzale riconducibile al VIRUS. Il sistema potrebbe poi essere esteso anche ai pazienti cronici e fragili che potrebbero, in caso di contagio, vedere aggravarsi la propria situazione di salute fino a rischio vita. Proprio per questi ultimi pazienti vi 4
è la necessità di maggiore accesso al servizio sanitario, ma senza doverli esporre al contatto fisico in un luogo che è da considerarsi in questo momento ad alto rischio. Il servizio comprende l’attivazione di una Centrale Medica, di una Piattaforma Applicativa, di un Centro di Supporto tecnologico ATS. Tutti i soggetti in grado di esercitare il servizio sono accreditati e a contratto. Si prevedono 14 giorni di monitoraggio per paziente. Si precisa che per l’attivazione del servizio è prevista una prima base massima di 20.000 pazienti costituendo un fondo di 5,4 milioni di Euro che verranno in parte utilizzati per l’integrazione dei contratti esistenti con i soggetti accreditati, le cooperative, gli Erogatori ADI e in parte per i servizi attivati dai fornitori selezionati. AI PAZIENTI DEVE ESSERE FORNITO UN KIT DI STRUMENTI Il Kit comprende: dispositivo mobile tablet o smartphone compreso di connettività internet tramite la rete mobile device per la misura dei parametri oggetto di monitoraggio, termometro, sfignomanometro, il saturimetro (pulsossimetro), lo spirometro. GLI ATTORI COINVOLTI SONO: ➢ MMG , Medici Ospedalieri delle Strutture dimettenti, gli operatori USCA, la Centrale Medica ATS etc; ➢ Pazienti sospetti o accertati positivi al COVID 19 così classificati: 1) Paziente sospetto positivo in auto-isolamento o paziente accertato positivo in quarantena; 2) Paziente dimesso da ricovero ospedaliero; 3) Pazienti entrambi che necessitano di cura e assistenza a bassa intensità presso il proprio domicilio; 4) Pazienti sottoposti a monitoraggio preventivo, considerati ad alto rischio a causa delle condizioni di salute (es cronici immunodepressi), che qualora contagiati potrebbero essere in condizioni di rischio di vita. EROGAZIONE DEL SERVIZIO Per i pazienti in isolamento sospetti COVID il MMG richiede alla Continuità Assistenziale l’attivazione del servizio di visita domiciliare per il paziente, la quale prendendo atto dello stato di salute dello stesso gli consegna eventualmente il Kit di telemonitoraggio formandolo al suo utilizzo, ne consegue il collegamento con la Centrale Medica , il tutto reso visibile al MMG; 5
Per i pazienti COVID dimessi da struttura al domicilio: ✓ alla dimissione del paziente, il medico ospedaliero laddove reputi necessario l’attivazione di un servizio di telesorveglianza, effettua la prescrizione, consegna al paziente il kit di telemonitoraggio formandolo per il suo utilizzo e avvia il servizio; ✓ la Cerntrale Medica ATS, attivando il sevizio, rende visibili i dati al MMG, ai medici di reparto dimettente ed eventualmente all’Erogatore ADI; ✓ al termine del periodo di monitoraggio il paziente si reca all’ambulatorio per fare il tampone di controllo e restituisce il kit. CRITICITÀ DEL SISTEMA SANITARIO LOMBARDO E DELL’IMPIANTO DELLE USCA. Il sistema lombardo e la pandemia L’emergenza COVID 19 ha messo in difficoltà tante Istituzioni nazionali ma soprattutto la nostra regione che si è trovata al centro del contagio, nel fronteggiare il picco dell’epidemia e la gestione complessiva. Nel campo della gestione sanitaria la Lombardia, a differenza di altre regioni, ha evidenziato drammaticamente con scelte sbagliate e provvedimenti incongrui la propria incapacità nel reggere ad una sfida tanto difficile. LE CAUSE PRINCIPALI: Una rilevante parte di responsabilità va ricercata nell’abbandono delle Cure Primarie. La solitudine dei MMG sprovvisti di strumenti atti alla prevenzione del contagio, la pressoché mancanza dell’Attività dell’Igiene Pubblica e della Gestione Territoriale sociosanitaria e sociale. Ciò ha ingenerato mancanza di contatti, di coordinamento di rete, di presa in carico dell’emergenza; Il mancato governo del territorio ha determinato la saturazione dei posti letto ospedalieri, con la carenza di posti letto adeguati alle cure Intensive; I PressT (assimilabili alle Case della Salute) che dovevano fra l’altro assistere i malati cronici, hanno visto linee guida tardive e ridondanti, mancati investimenti di risorse e personale, sono rimasti solo in forme parziali e particolari, quasi simboliche e lontane dalle ultime linee guida come nella nostra ATS. 6
Se i PressT fossero stati funzionanti seriamente in tutta la regione, avrebbero potuto fronteggiare efficacemente l’emergenza pandemica sul territorio, venendo in aiuto alle strutture ospedaliere. I PressT avrebbero potuto garantire anche con la tracciabilità, la prevenzione rispetto ai sospetti COVID, la presa in carico e la gestione post emergenza. Le scelte della Regione non hanno favorito le forme organizzative, l’innovazione tecnologica, la sburocratizzazione delle procedure come avvenuto in altre Regioni. I MMG ed il territorio sono stati relegati ai margini, si è puntato sull’utente come “cliente”, sulla libera scelta pubblico/privato, con una concorrenza al ribasso. Pure i MMG sono stati marginalizzati per aver puntato tutto sul modello ospedalocentrico; i successivi e tardivi ripensamenti (vedi il fallimento della presa in carico delle cronicità/ fragilità) hanno solo determinato ulteriori confusioni. Le stesse ATS sono state relegate al ruolo di meri controllori a livello burocratico e sui flussi di dati quantitavi e finanziari delle prestazioni. L’emergenza COVID-19 ha dimostrato, soprattutto in Lombardia, la necessità e la priorità sia quella di investire nella sanità pubblica, invertendo le scelte dell’ultimo ventennio; La scelta del mercato e della “libera concorrenza”, a scapito della realtà territoriale sociosanitaria e sociale organizzativa dal basso a livello distrettuale, le stesse AFT, avrebbero potuto meglio garantire la Continuità Assistenziale, supportando le situazioni dell’emergenzialità e della cronicità. Le stesse USCA sono intervenute in modo parziale e tardivo. LE USCA DI ATS BRIANZA: CRITICITÀ E PROPOSTE La popolazione della Provincia di Monza e Brianza assomma circa 900.000 abitanti. Appare assai lontana la realizzazione, in base all’art. 8 del D.L. 14/9 marzo 2020, di una USCA ogni 50.000 abitanti visto che per ora sono due con sede a Monza e Concorezzo. Inoltre esse per ora non sono attive 7 giorni su 7 ma su 5 giorni. E’ evidente che, con questi rapporti, ogni USCA di MB si deve far carico di un bacino di utenti enorme, rendendo di fatto inattuabile la fondamentale sorveglianza territoriale che l’epidemia del COVID-19 richiede. 7
Nel nostro territorio, si è rilevato come molti MMG fossero sprovvisti di dispositivi di salvaguardia personale per cui sono sorti diversi problemi ai quali occorre porre medio. Risulta che diversi MMG abbiano trovato poco chiare le modalità di attivazione delle USCA. Sarebbero necessari ulteriori chiarimenti e si auspica che venga reso operativo tutto ciò che prevede la Dgr, i suoi allegati, le circolari interpretative, servizi, piattaforme, coordinamento. Gli stessi MMG sottolineano come gli interventi non siano tempestivi e spesso non se ne riceve nessun tipo di riscontro e di verifica di casi segnalati. Inoltre, i MMG e altri operatori sollevano il problema della lentezza dei test sierologici ma soprattutto dei tamponi; ciò avviene con grave ritardo rispetto ad altre regioni dove i test e i tamponi sono stati realizzati su larga scala. Occorre garantire l’attivazione di test e tamponi, a partire dagli operatori sanitari e sociosanitari, nelle RSA. La generalizzata riapertura dei luoghi di lavoro, impone il superamento dell’attuale fase di mancanza dei dispositivi, del fai da te sierologici. Il ruolo principale deve essere svolto dal SSR, garantendo in modo definitivo l’accesso ai tamponi, così anche da assicurare la presa in carico dei casi segnalati come sospetti dai MMG. Occorre, dunque, sollecitare l’ATS a rafforzare la rete delle USCA in MB dotandole di adeguato personale ed investendo sulla loro stretta connessione con i MMG che devono essere coinvolti, con protocolli sanitari operativi chiari, anche attraverso un potenziamento della Piattaforma, avvalendosi delle risorse stanziate con il D.L. n.14/20 nelle disposizioni finanziarie. Va garantita l’effettuazione dei tamponi per i COVID 19 a tutte le persone che hanno terminato la quarantena comprendendo anche i sospetti positivi, in modo di verificare l’effettiva guarigione e la riammissione. L’ATS deve aumentare gli operatori sanitari delle USCA per rispondere alla situazione epidemiologica ancora grave nella nostra Provincia. Appare paradossale che sia ancora necessario chiedere ad ATS di garantire per i MMG i dispositivi necessarie e di tutte le dotazioni strumentali per lo screening ed il monitoraggio degli utenti al domicilio. Maggio 2020 8
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