Cosa è Internet e cosa significa oggi "essere in rete": il digital divide
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«Le tecnologie della comunicazione e i musei: un dialogo in corso fra virtualità e partecipazione» Macerata – Università degli Studi, 13 ottobre 2014 Cosa è Internet e cosa significa oggi “essere in rete”: il digital divide Elisa Bonacini Istituto Euro Mediterraneo di Scienza e Tecnologia (IEMEST)
Internet è «la leva per la transizione a una nuova forma di società […] e con essa a una nuova economia» Manuel Castells 2001
Evoluzione del Web Il web 3.0 si orienterebbe in misura maggiore verso un’intelligenza artificiale in grado di organizzare la conoscenza per “concetti” e non più per “parole”, trasformando dati e contenuti e rendendoli più usable e searchable. Con la fase 4.0, il web si trasformerebbe in un’ampia piattaforma capace di ospitare spazi virtuali e tridimensionali multi-utente in cui gli utenti agiscano attraverso la mediazione “figurata” dei loro avatar (o io-digitali). In realtà siamo già in una fase intermedia, per il passaggio dall’interattività e multilinearità del web 2.0 al pieno collaborativismo e alla piena ipertestualità del web 3.0. All’accelerazione nell’uno e nell’altro senso contribuiscono la multimedialità, i digital tools di comunicazione sociale (social network), di condivisione di contenuti e informazioni (content sharing, blog, wiki, newsletter, feed RSS) e il rapido processo di ubiquità informazionale legato alla diffusione dei dispositivi mobile. Con strumenti di comunicazione mediata da forme di “spersonalizzazione digitale” come Second Life (che consente di avere una seconda possibilità virtuale di vita) siamo già entrati anche nel web 4.0.
Il contributo economico di internet al PIL del mondo (da McKinsey 2011)
Internet nel mondo (da Miniwatts 2013)
Internet nel mondo (da Miniwatts 2013)
Internet in Italia
Internet in Italia
Internet in Italia
Crescita di Facebook nel mondo (da Statista 2013)
Crescita di utenti mobile nel mondo (da Facebook 2014)
Internet, Facebook e il mobile in Italia
Internet, Facebook e il mobile in Italia
Basterebbero questi numeri per capire cosa significa essere o non essere sul web. Un’adeguata visibilità sul web, e su tutte le piattaforme sociali più in uso costituisce un fattore fondamentale per qualsiasi istituzione culturale, in una prospettiva strategica di crescita funzionale allo sviluppo locale. Oggi sono la qualità e quantità di contenuti digitali a fare la differenza in termini di strategie culturali e turistiche: il web, infatti, se da un lato è in grado di potenziare, amplificandolo, un messaggio e una presenza, dall’altro punisce impietosamente l’assenza di coerenti strategie di web-marketing.
«Il patrimonio culturale del vecchio continente ha nutrito l’istruzione, la formazione e lo spirito delle generazioni che ci hanno preceduto e noi sentiamo la responsabilità di trasmettere questo ricco […] patrimonio alle future generazioni e di assicurarci che esso venga preservato, arricchito e condiviso» EU, The New Renaissance 2011
I settori di investimento europeo 2000-2012 1.Sviluppo della fruizione Ricerca e Università museale, attraverso tutte le potenzialità offerte dal mercato del merchandising museale e da una migliore Digitalizz. del patrimonio culturale Settori di Inclusione sociale e gestione degli orari di investimento culturale apertura e europeo dall’allargamento dei servizi collegati Innovazione Sistema 1.Applicazione di nuove tecnologica informativo tecnologie a supporto della cultura lungo tutta la catena economica del valore
Vantaggi della digitalizzazione dei contenuti Riproducibilità Accessibilità Diffusione Qualità Efficienza
I numeri di Google Art Project 1 febbraio 2011 - 17 musei, per un totale di 1.061 opere di 486 artisti. Galleria degli Uffizi
I numeri di Google Art Project 22 settembre 2014 - 433 musei, per un totale di 75.709 opere, di 10.464 artisti e ben 43 musei italiani (1/10) Musei Capitolini di Roma, Fondazione dei Musei Senesi e Palazzo Vecchio a Firenze , Museo di Strada Nuova a Genova, Museo Poldi Pezzoli a Milano, Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, Reggia di Venaria Reale (To), Museo Diocesano di Milano, Museo Bagatti Valsecchi a Milano Museo del Vetro, Museo Correr , Ca’ Pesaro e Palazzo Grassi a Venezia, Musei Civici di Reggio Emilia, Rete dei Musei di Torino, MiC di Roma, MAXXI, MART….
Impatto di Google Art Project A soli otto mesi dall’inaugurazione del progetto : • impatto diretto e indiretto sui visitatori remoti e sulla visibilità del museo: un milione e mezzo di utenti remoti ha visualizzato la sezione degli Uffizi su Google Art Project; il link al sito ufficiale (quello del Polo Museale Fiorentino) ha moltiplicato visibilmente le sue visite remote, passando da circa 3.000 visite al mese a una media di 500 visite al giorno, per un totale di 15.000 visite • impatto diretto sui visitatori fisici: un’aumentata visibilità del sito ufficiale e una sua più facile identificazione ha consentito un aumento di visite reali, grazie al numero crescente di prenotazioni on-line; • impatto economico diretto: l’impatto economico della bigliettazione elettronica effettuata sul sito ufficiale ha comportato un vistoso aumento degli introiti, dal momento che alcuni siti web non ufficiali (ma che hanno nell’URL il nome degli Uffizi e, di conseguenza, possono essere percepiti dall’utenza remota come siti ufficiali) fanno concorrenza diretta in questo settore, causando ingenti danni per la Galleria.
Le lingue di Internet (da Miniwatts Marketing Group 2013)
Le lingue di Internet (da Miniwatts Marketing Group 2013)
L’indice di penetrazione di Internet nei Top 58 (da Miniwatts Marketing Group 2011)
L’indice di penetrazione di Internet nei Top 50 (da Miniwatts Marketing Group 2011)
L’indice di utilizzo di Internet nei Top 20 (da Miniwatts Marketing Group 2012)
La crescita di Internet in Europa e in Italia (da Miniwatts Marketing Group 2011)
Il peso economico di Internet sul PIL europeo (da Miniwatts McKinsey 2011)
La diffusione di Internet in Europa e in Italia (da Miniwatts Marketing Group 2013)
Gap italiano nella digitalizzazione del paese «[…] paghiamo le non mantenute promesse, minimali e scontate ovvietà direi, delle ‘3 I’, Impresa-Inglese- Internet. Un trinomio che avrebbe avuto negli ultimi dieci anni un suo perché e una sua comunque sicura efficacia in tutti i comparti del Paese, ma che è stato paradossalmente quasi una dichiarazione freudiana, una rimozione inconscia di quello che esattamente non si voleva fare, ma non si osava dirlo» Edoardo Fleischer
Gap italiano nella digitalizzazione del paese 2004: Legge Gasparri (L. 112 del 3 maggio 2004) - limiti allo sviluppo delle web tv e della banda larga 2005: Decreto Pisanu (D. Legs. 144 del 27 luglio 2005) - limiti allo sviluppo delle connessioni Wi-Fi e della banda larga 2010: Decreto Romani (D. Legs. 44 del 15 marzo 2010) – e modifiche successive - limiti allo sviluppo della libertà di diffusione delle informazioni su internet, delle web tv, della banda larga 2010: Decreto Milleproroghe (D. Legs. 225 del 29 dicembre 2010) - prevista parziale abrogazione Decreto Pisanu (INATTUATO) 2011: Piano Digitale per l’Italia (INATTUATO) 2012: Decreto Sviluppo (L. 134 del 7 agosto 2012) - prevista istituzione dell’Agenzia per l’Italia Digitale - € 150 milioni per diffusione della banda larga 2012: Decreto Sviluppo bis o Decreto Crescita 2.0 (L. 221 del 13 dicembre 2012) - misure urgenti per la crescita con le ICT
Gap italiano nella digitalizzazione del paese 2013: Decreto del fare (D.L. n. 69 del 21 giugno 2013) - art. 10 abolisce l’obbligo di richiedere l’identificazione personale degli utilizzatori di reti wifi (in via di approvazione) Con le stesse modifiche, tuttavia, per garantire la copertura finanziaria al Decreto del Fare le due Commissioni hanno deciso di ridimensionare gli stanziamenti stabiliti dal decreto Crescita 2.0 per la diffusione della banda larga, dirottando al finanziamento delle tv locali € 20 milioni dei € 150 milioni previsti nell’Agenda Digitale e necessari al Ministero dello Sviluppo Economico per il superamento del digital divide nelle regioni centro-settentrionali d’Italia. Internet e lo sviluppo economico e sociale che da esso dipende appaiono sempre, in questo paese, una priorità di nome, ma non di fatto.
Gap italiano nella digitalizzazione del paese L’indagine commissionata dal presidente francese N. Sarkozy al McKinsey Global Institute, in occasione del primo e-G8 svoltosi a Parigi il 24 e 25 maggio 2011, sulla vitalità di Internet e del suo ruolo come strumento di crescita economica e culturale, ha ribadito la posizione da ultima in classifica dell’Italia rispetto agli altri paesi del G8 (Stati Uniti, Giappone, Germania, Regno Unito, Francia, Canada e Russia) e a Cina, Brasile, Corea del Sud, India e Svezia, rivelandone il carattere di una vera e propria anomalia nel panorama dello sviluppo digitale dei paesi industrializzati.
Gap italiano nella digitalizzazione del paese (da Sacco 2011)
Gap italiano nella digitalizzazione del paese (da Web Index 2012) La mancanza di politiche di strategia digitale è stata a lungo talmente evidente che, nel Web Index del settembre 2012, su un totale di 61 paesi presi in analisi, l’Italia è 58a per livello di priorità dato alle ICT a livello governativo (con un punteggio di 3.8, come il Venezuela, mentre più attento a politiche a favore delle ICT si rivela persino lo Zimbabwe, che registra un punteggio di 4)
Gap italiano nella digitalizzazione del paese (da The Boston Consultimg Group 2011)
Digital divide regionale (da #chewifi 2013) La mancanza di dimestichezza con le nuove tecnologie significa mancanza di quel valore aggiunto tecnologico che può fornire un vantaggio competitivo ai singoli e alle intere società, condannando fasce di popolazioni e di generazioni all’emarginazione sociale ed economica.
Il vero significato del digital divide “Il digital divide fondamentale non si misura con il numero di connessioni a Internet, ma con le conseguenze sia della connessione, sia della mancata connessione. […] Essere sconnessi o superficialmente connessi a Internet equivale a essere marginalizzati nel sistema globale. Lo sviluppo senza Internet sarebbe come l’industrializzazione senza elettricità nell’era industriale. […] Senza un’economia e un sistema di gestione basati su Internet qualunque paese ha poche possibilità di generare le risorse necessarie a soddisfare i suoi bisogni legati allo sviluppo, su un terreno sostenibile da un punto di vista economico, sociale e ambientale”. Manuel Castells
#fine
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