Cosa è Internet e cosa significa oggi "essere in rete": il digital divide

Pagina creata da Federica Gargiulo
 
CONTINUA A LEGGERE
Cosa è Internet e cosa significa oggi "essere in rete": il digital divide
«Le tecnologie della comunicazione e i musei:
                       un dialogo in corso fra virtualità e partecipazione»
                      Macerata – Università degli Studi, 13 ottobre 2014

          Cosa è Internet e cosa significa oggi
            “essere in rete”: il digital divide

Elisa Bonacini
Istituto Euro Mediterraneo di Scienza e Tecnologia (IEMEST)
Cosa è Internet e cosa significa oggi "essere in rete": il digital divide
Internet è
«la leva per la transizione a una nuova forma di società
[…] e con essa a una nuova economia»
                                   Manuel Castells 2001
Cosa è Internet e cosa significa oggi "essere in rete": il digital divide
Evoluzione del Web – 1.0

Publishing and push medium
Cosa è Internet e cosa significa oggi "essere in rete": il digital divide
Evoluzione del Web – 2.0

Communication and pull medium
Cosa è Internet e cosa significa oggi "essere in rete": il digital divide
Evoluzione del Web – 3.0

Linking and semantic medium
Cosa è Internet e cosa significa oggi "essere in rete": il digital divide
Evoluzione del Web – 4.0

Ultra-intelligent and three-dimensional medium
Cosa è Internet e cosa significa oggi "essere in rete": il digital divide
Evoluzione del Web
Il web 3.0 si orienterebbe in misura maggiore verso un’intelligenza artificiale in
grado di organizzare la conoscenza per “concetti” e non più per “parole”,
trasformando dati e contenuti e rendendoli più usable e searchable.

Con la fase 4.0, il web si trasformerebbe in un’ampia piattaforma capace di
ospitare spazi virtuali e tridimensionali multi-utente in cui gli utenti agiscano
attraverso la mediazione “figurata” dei loro avatar (o io-digitali).

In realtà siamo già in una fase intermedia, per il passaggio dall’interattività e
multilinearità del web 2.0 al pieno collaborativismo e alla piena ipertestualità
del web 3.0.

All’accelerazione nell’uno e nell’altro senso contribuiscono la multimedialità, i
digital tools di comunicazione sociale (social network), di condivisione di
contenuti e informazioni (content sharing, blog, wiki, newsletter, feed RSS)
e il rapido processo di ubiquità informazionale legato alla diffusione dei
dispositivi mobile. Con strumenti di comunicazione mediata da forme di
“spersonalizzazione digitale” come Second Life (che consente di avere una
seconda possibilità virtuale di vita) siamo già entrati anche nel web 4.0.
Cosa è Internet e cosa significa oggi "essere in rete": il digital divide
Evoluzione del Web
Cosa è Internet e cosa significa oggi "essere in rete": il digital divide
La penetrazione
 di internet nel
     mondo
(elaborazione dati da Miniwatts
    Marketing Group 2012)

                                  9
Cosa è Internet e cosa significa oggi "essere in rete": il digital divide
Il peso economico di internet nel mondo
              (da McKinsey 2011)
Il contributo economico di internet al PIL del mondo
                    (da McKinsey 2011)
Internet nel mondo
   (da Miniwatts 2013)
Internet nel mondo
   (da Miniwatts 2013)
Internet in Italia
Internet in Italia
Internet in Italia
Crescita di Facebook nel mondo
          (da Statista 2013)
Crescita di utenti mobile nel mondo
            (da Facebook 2014)
Internet, Facebook e il mobile in Italia
Internet, Facebook e il mobile in Italia
Basterebbero questi numeri per capire cosa significa essere o
non essere sul web.

Un’adeguata visibilità sul web, e su tutte le piattaforme sociali
più in uso costituisce un fattore fondamentale per qualsiasi
istituzione culturale, in una prospettiva strategica di crescita
funzionale allo sviluppo locale.

Oggi sono la qualità e quantità di contenuti digitali a fare la
differenza in termini di strategie culturali e turistiche: il web,
infatti, se da un lato è in grado di potenziare, amplificandolo, un
messaggio e una presenza, dall’altro punisce impietosamente
l’assenza di coerenti strategie di web-marketing.
«Il patrimonio culturale del vecchio continente ha
nutrito l’istruzione, la formazione e lo spirito delle
generazioni che ci hanno preceduto e noi sentiamo la
responsabilità di trasmettere questo ricco […]
patrimonio alle future generazioni e di assicurarci che
esso venga preservato, arricchito e condiviso»
                             EU, The New Renaissance 2011
I settori di investimento europeo 2000-2012
                                                         1.Sviluppo della fruizione
                     Ricerca e
                     Università
                                                         museale, attraverso tutte
                                                         le potenzialità offerte dal
                                                         mercato del merchandising
                                                         museale e da una migliore
  Digitalizz.
del patrimonio
   culturale
                   Settori di
                                            Inclusione
                                             sociale e
                                                         gestione degli orari di
                 investimento                culturale   apertura e
                   europeo                               dall’allargamento dei
                                                         servizi collegati
       Innovazione                  Sistema              1.Applicazione di nuove
       tecnologica                informativo
                                                         tecnologie a supporto
                                                         della cultura lungo tutta la
                                                         catena economica del
                                                         valore
Vantaggi della digitalizzazione dei contenuti

                      Riproducibilità

      Accessibilità                     Diffusione

            Qualità                Efficienza
I numeri di Google Art Project

1 febbraio 2011 - 17 musei, per un totale di 1.061 opere di 486 artisti.

Galleria degli Uffizi
I numeri di Google Art Project

22 settembre 2014 - 433 musei, per un totale di 75.709 opere, di 10.464
artisti e ben 43 musei italiani (1/10)
Musei Capitolini di Roma, Fondazione dei Musei Senesi e Palazzo Vecchio a Firenze ,
Museo di Strada Nuova a Genova, Museo Poldi Pezzoli a Milano,
Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, Reggia di Venaria Reale (To),
Museo Diocesano di Milano, Museo Bagatti Valsecchi a Milano
Museo del Vetro, Museo Correr , Ca’ Pesaro e Palazzo Grassi a Venezia,
Musei Civici di Reggio Emilia, Rete dei Musei di Torino, MiC di Roma, MAXXI, MART….
Impatto di Google Art Project
A soli otto mesi dall’inaugurazione del progetto :

•        impatto diretto e indiretto sui visitatori remoti e sulla visibilità del
museo: un milione e mezzo di utenti remoti ha visualizzato la sezione degli
Uffizi su Google Art Project; il link al sito ufficiale (quello del Polo Museale
Fiorentino) ha moltiplicato visibilmente le sue visite remote, passando da
circa 3.000 visite al mese a una media di 500 visite al giorno, per un totale di
15.000 visite

•         impatto diretto sui visitatori fisici: un’aumentata visibilità del sito
ufficiale e una sua più facile identificazione ha consentito un aumento di visite
reali, grazie al numero crescente di prenotazioni on-line;

•         impatto economico diretto: l’impatto economico della bigliettazione
elettronica effettuata sul sito ufficiale ha comportato un vistoso aumento
degli introiti, dal momento che alcuni siti web non ufficiali (ma che hanno
nell’URL il nome degli Uffizi e, di conseguenza, possono essere percepiti
dall’utenza remota come siti ufficiali) fanno concorrenza diretta in questo
settore, causando ingenti danni per la Galleria.
Le lingue di Internet
(da Miniwatts Marketing Group 2013)
Le lingue di Internet
(da Miniwatts Marketing Group 2013)
L’indice di penetrazione di Internet nei Top 58
            (da Miniwatts Marketing Group 2011)
L’indice di penetrazione di Internet nei Top 50
            (da Miniwatts Marketing Group 2011)
L’indice di utilizzo di Internet nei Top 20
         (da Miniwatts Marketing Group 2012)
La crescita di Internet in Europa e in Italia
          (da Miniwatts Marketing Group 2011)
Il peso economico di Internet sul PIL europeo
             (da Miniwatts McKinsey 2011)
La diffusione di Internet in Europa e in Italia
           (da Miniwatts Marketing Group 2013)
Gap italiano nella digitalizzazione del paese

 «[…] paghiamo le non mantenute promesse, minimali e
scontate ovvietà direi, delle ‘3 I’, Impresa-Inglese-
Internet. Un trinomio che avrebbe avuto negli ultimi
dieci anni un suo perché e una sua comunque sicura
efficacia in tutti i comparti del Paese, ma che è stato
paradossalmente quasi una dichiarazione freudiana, una
rimozione inconscia di quello che esattamente non si
voleva fare, ma non si osava dirlo»
                                      Edoardo Fleischer
Gap italiano nella digitalizzazione del paese
2004:    Legge Gasparri (L. 112 del 3 maggio 2004)
         - limiti allo sviluppo delle web tv e della banda larga

2005:    Decreto Pisanu (D. Legs. 144 del 27 luglio 2005)
         - limiti allo sviluppo delle connessioni Wi-Fi e della banda larga

2010:    Decreto Romani (D. Legs. 44 del 15 marzo 2010) – e modifiche successive
         - limiti allo sviluppo della libertà di diffusione delle informazioni su internet,
          delle web tv, della banda larga

2010:    Decreto Milleproroghe (D. Legs. 225 del 29 dicembre 2010)
         - prevista parziale abrogazione Decreto Pisanu (INATTUATO)

2011:    Piano Digitale per l’Italia (INATTUATO)

2012:    Decreto Sviluppo (L. 134 del 7 agosto 2012)
         - prevista istituzione dell’Agenzia per l’Italia Digitale
         - € 150 milioni per diffusione della banda larga

2012:    Decreto Sviluppo bis o Decreto Crescita 2.0 (L. 221 del 13 dicembre 2012)
         - misure urgenti per la crescita con le ICT
Gap italiano nella digitalizzazione del paese
2013:   Decreto del fare (D.L. n. 69 del 21 giugno 2013)
         - art. 10 abolisce l’obbligo di richiedere l’identificazione personale
        degli utilizzatori di reti wifi (in via di approvazione)

Con le stesse modifiche, tuttavia, per garantire la copertura
finanziaria al Decreto del Fare le due Commissioni hanno deciso di
ridimensionare gli stanziamenti stabiliti dal decreto Crescita 2.0 per
la diffusione della banda larga, dirottando al finanziamento delle tv
locali € 20 milioni dei € 150 milioni previsti nell’Agenda Digitale e
necessari al Ministero dello Sviluppo Economico per il
superamento del digital divide nelle regioni centro-settentrionali
d’Italia.

       Internet e lo sviluppo economico e sociale
        che da esso dipende appaiono sempre,
 in questo paese, una priorità di nome, ma non di fatto.
Gap italiano nella digitalizzazione del paese

L’indagine commissionata dal presidente francese N.
Sarkozy al McKinsey Global Institute, in occasione del
primo e-G8 svoltosi a Parigi il 24 e 25 maggio 2011, sulla
vitalità di Internet e del suo ruolo come strumento di crescita
economica e culturale, ha ribadito la posizione da ultima in
classifica dell’Italia rispetto agli altri paesi del G8 (Stati
Uniti, Giappone, Germania, Regno Unito, Francia, Canada
e Russia) e a Cina, Brasile, Corea del Sud, India e Svezia,
rivelandone il carattere di una vera e propria anomalia nel
panorama dello sviluppo digitale dei paesi industrializzati.
Gap italiano nella digitalizzazione del paese
                 (da Sacco 2011)
Gap italiano nella digitalizzazione del paese
                     (da Web Index 2012)

La mancanza di politiche di strategia digitale è stata
a lungo talmente evidente che, nel Web Index del
settembre 2012, su un totale di 61 paesi presi in
analisi, l’Italia è 58a per livello di priorità dato alle
ICT a livello governativo (con un punteggio di 3.8,
come il Venezuela, mentre più attento a politiche a
favore delle ICT si rivela persino lo Zimbabwe, che
registra un punteggio di 4)
Gap italiano nella digitalizzazione del paese
         (da The Boston Consultimg Group 2011)
Digital divide regionale
           (da #chewifi 2013)

La mancanza di dimestichezza con le
nuove tecnologie significa mancanza di
quel valore aggiunto tecnologico che può
fornire un vantaggio competitivo ai
singoli e alle intere società, condannando
fasce di popolazioni e di generazioni
all’emarginazione sociale ed economica.
Il vero significato del digital divide
“Il digital divide fondamentale non si misura con il numero di
connessioni a Internet, ma con le conseguenze sia della
connessione, sia della mancata connessione.

[…] Essere sconnessi o superficialmente connessi a Internet
equivale a essere marginalizzati nel sistema globale. Lo sviluppo
senza Internet sarebbe come l’industrializzazione senza elettricità
nell’era industriale.

[…] Senza un’economia e un sistema di gestione basati su Internet
qualunque paese ha poche possibilità di generare le risorse
necessarie a soddisfare i suoi bisogni legati allo sviluppo, su un
terreno sostenibile da un punto di vista economico, sociale e
ambientale”.
                                                       Manuel Castells
#fine
Puoi anche leggere