CORSO REGIONALE SUI TEMI DELLA DISABILITA' E DELLA INCLUSIONE - GORIZIA - UDINE - TRIESTE - PORDENONE - USR FVG
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CORSO REGIONALE SUI TEMI DELLA DISABILITA’ E DELLA INCLUSIONE GORIZIA - UDINE - TRIESTE - PORDENONE 21 novembre 2018 Scuola secondaria 1° «P. Valussi» - Udine A cura di: D.T. dott.ssa Paola Floreancig dott.ssa Giovanna Berizzi
ORGANIZZAZIONE DELLA GIORNATA: 9.00 -13.00 9.30-11.45 - 9.00-9.30 – prof. Lucio 11.00-12.00 dott.ssa Cottini - prof.ssa Maria Paola Didattica e Chiara 12.00-13.00-prof. Floreancig, Pedagogia Passolunghi- Daniele Fedeli, dirigente speciale Psicologia dello Pedagogia 10.45- tecnico UNIUD - 11.00 Sviluppo e Speciale- UNIUD - dell’USR FVG BREAK dell'Educazione - “L’autoregolazione “La qualità emotiva in – dell’inclusione: UNITS - “Emozione Presentazion e cognizione contesto quale futuro scolastico” e della per nell’apprendiment giornata l’insegnante di o matematico” sostegno?”
ORGANIZZAZIONE DELLA GIORNATA: 14.30-18.30 14.30-15.15 – dott.ssa 15.15-16.15 - a c. d. USR-FVG: 16.30- 17.20 Paola Floreancig, dirigente Confronto • P.I.P.P.I (Programma di interventi Tecnico dell’USR FVG per prevenire l’istituzionalizzazione) tra • Restituzione lavoro dei gruppi GO- partecipanti: • “Il protocollo regionale FVG UD-TS-PN sulla bozza “PIANO “Riflessioni per le adozioni: gli impegni DELL’INCLUSIONE” della scuola” sul percorso • dott.ssa Giovanna Berizzi 16.15- e indicazioni • “Le linee guida per il diritto 16.30 di sviluppi • «Visione di alcuni esempi di video allo Studio delle alunne e modeling realizzati dai corsisti» BREAK futuri” degli alunni fuori dalla prof.ssa Barbara Nassivera, prof. 17.20-18-20 famiglia di origine" Elena Vecchi, prof. Graziano Demarchi Restituzione • “Il D.D. n. 1352/ 2017: ausili in plenaria per gli allievi con disabilità, • «Sintesi delle tematiche affrontate 18.20 indicazioni generali e attività svolte nel presente corso» Conclusione dott.ssa Sonja BuKavec dell’incontro
CONOSCERE E RIFLETTERE: Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati (dicembre 2014) Il protocollo regionale FVG per le adozioni e linee guida per l’adozione nazionale e internazionale in Friuli Venezia Giulia (delibera n. 565 del 15 marzo 2018) Linee guida per il diritto allo studio delle alunne e degli alunni fuori dalla famiglia di origine (11 dicembre 2017)
Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati (dicembre 2014) Vissuto comune: * doloroso distacco dai genitori di nascita, da eventuali fratelli, Presenza di aree critiche: * condizioni di solitudine, ^ difficoltà di apprendimento * lunghi periodi di istituzionalizzazione, (percentuale di DSA superiore a quella dei b/i non adottati), * esperienze di maltrattamenti fisico e/o psicologico, ^ difficoltà psico-emotive, * numerosi cambiamenti (ambientali, climatici, ^ spesso esigua scolarizzazione nei alimentari,…) paesi di origine, ^ b/i segnalati con bisogni educativi speciali o particolari, ^ età presunta, ^ preadolescenza o adolescenza, ^ italiano come L2 (modalità L’ALUNNO «sottrattiva» di apprendimento della nuova lingua), ADOTTATO ^ identità etnica (tratti somatici tipici e riconoscibili – compito dei b/i adottati di integrare l’originaria appartenenza etnico/culturale con quella della famiglia di origine).
Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati (dicembre 2014) ACCOGLIENZA - BUONE PRASSI: ACCOGLIENZA - BUONE PRASSI: Ambito Ambito amministrativo burocratico comunicativo relazionale Soluzioni mirate riguardo: * «Buona accoglienza» per un’azione preventiva di eventuali disagi nelle tappe successive del percorso ^ le modalità e i tempi di iscrizione scolastico. (procedure semplificate per l’iscrizione alle prime classi), * Collaborazione tra scuola, famiglia e associazioni, enti, ecc.: LAVORO IN RETE ACCOGLIENZA - BUONE ^ i tempi di inserimento (tempistiche personalizzate e decise dal DS in accordo * L’insegnante referente: importante raccordo con la PRASSI: Continuità con team dei docenti, la famiglia, i servizi, famiglia (raccoglie informazioni utili al buon inserimento, eventuale predisposizione di un PDP, ^ procedure di valutazione informale e/o collabora con i docenti di riferimento del minore, ° Continuità nel percorso strutturata di specifici fattori di rischio, del monitora il percorso educativo/didattico). scolastico (essere adottati livello di sviluppo / competenze è una condizione neuropsicologiche/funzionali) * Adozioni internazionali: Cura del passaggio tra lingua 1 e Lingua 2 (lingua della quotidianità vs lingua esistenziale che dura tutta la ^ la scelta delle classi dove inserire gli per l’apprendimento scolastico). vita). alunni (tenendo conto delle informazioni ° Continuità con le risorse raccolte nel dialogo Scuola/Famiglia e delle del territorio (lavoro relazioni dei servizi pubblici e privati, coordinato tra Scuola- possibilità di inserimento in una classe Famiglia-Servizi inferiore di un anno rispetto a quella corrispondente all’età anagrafica). socio/sanitari, Associazioni, rete di coordinamento, ^ Accertamento delle vaccinazioni obbligatorie e richiesta della certificazione L’ALUNNO stipula di protocolli d’intesa tra i soggetti territoriali, rete (importante facilitare questo passaggio decisivo nei termini di diritto alla salute). ADOTTATO capillare di accordi a livello nazionale).
Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati (dicembre 2014) - L’insegnante - I docenti: referente d’istituto: sostengono è informato sulle l’inclusione e pratiche adottive, favoriscono il - Le famiglie: - I dirigenti scolastici raccoglie tutte le benessere forniscono tutte le informazioni promuovono e informazioni utili al scolastico necessarie a una conoscenza sostengono azioni per il buon inserimento, del minore, pieno inserimento nella ha un collaborano con la scuola, scuola ruolo di supporto ai sollecitano la motivazione e colleghi, alle famiglie l’impegno nello studio del figlio nel rispetto dei tempi e modalità di apprendimento. - Il MIUR. - Gli USR: attiva uno spazio nel sito per ruolo di indirizzo e di raccogliere e diffondere quanto è coordinamento utile per la FORMAZIONE continua RUOLI del personale della scuola (contributi scientifici, didattici e metodologici, schede di approfondimento, buone pratiche).
Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati (dicembre 2014) Oltre a fornire strumenti Formazione di base teorico-pratici per A tutto il personale sulle peculiarità agevolare l’inserimento la scolastico, aspetto dell’adozione e delle formazione dovrà, imprescindibile per attenzioni specifiche stimolando la riflessione, garantire il successo da riservare agli accrescere i livelli di formativo di questi alunni. studenti adottati e consapevolezza dei alle loro famiglie Formazione in rete mirata attivata docenti. dagli Uffici Scolastici Regionali in sinergia con i Servizi socio-sanitari Alcune tematiche da affrontare: territoriali, le Università, e altri enti. * La cornice contestuale di . riferimento * La complessità del fenomeno adottivo * Il post-adozione * Il minore adottivo e la scuola * L’accoglienza nella scuola italiana * Possibili difficoltà Formazione per i docenti ad ampio * L’alunno adottato nella classe raggio che non si limiti all’aspetto didattico-educativo ma comprenda anche * Strategie educative e didattiche Parlare a scuola di famiglia, di FORMAZIONE quello psico-sociale e che sia condotta da adozione, della propria storia ESPERTI con competenze specifiche personale sulle tematiche adottive. * La differenza etnica
Il protocollo regionale FVG per le adozioni e linee guida per l’adozione nazionale e internazionale in Friuli Venezia Giulia (delibera n. 565 del 15 marzo 2018). PREMESSA • Ha apportato modifiche ed integrazioni sostanziali alla disciplina e alle misure adottive delineate dalla L n. 184 del 1983. L. 476/88 • Affida alle regioni il compito di potenziare e promuovere la rete di servizi pubblici e privati che si occupano di adozione, di vigilare sul funzionamento delle strutture, di promuovere la definizione di protocolli operativi tra gli Enti autorizzati, i servizi e gli Organi Giudiziari minorili (costruzione di un sistema integrato di servizi). • Ha il compito di informazione e accompagnamento delle coppie che si avvicinano all’adozione, per sostenerle in questa scelta di vita durante tutte le fasi del percorso, fino all’accoglimento del minore nel suo contesto familiare e sociale, favorendo la sua integrazione e l’equilibrato sviluppo della sua persona. Sistema • Ha l’impegno di concorrere a formare una corretta cultura dell’adozione e della solidarietà, di sviluppare azioni integrato rivolte alla prevenzione dell’abbandono, con l’impegno di mantenere il minore, per quanto possibili, nel proprio di servizi nucleo familiare, approntare misure rivolte ad integrare il minore alla sua famiglia di origine. Art. 3 L. • La Regione FVG promuove la definizione di protocolli operativi e convenzioni tra Enti autorizzati, Servizi, organi regionale giudiziari minorili, e convenzioni tra Servizi e scuole al fine di un miglior inserimento dei minori nelle famiglie e 11/2006 nel contesto sociale , nonché alla prevenzione dei fallimenti adottivi.
LINEE GUIDA per l’adozione nazionale e internazionale in Friuli Venezia Giulia (delibera n. 565 del 15 marzo 2018) FASE 3. CONFERIMENTO FASE 4: L’ABBINAMENTO E FASE 2 - ITER ADOTTIVO: DELL’INCARICO all’ente L’ADOZIONE: momento molto Presentazione della domanda di adozione al autorizzato nell’adozione significativo, di incontro della tribunale, valutazione (studio di coppia) e internazionale e tempo dell’attesa coppia con il minore, passaggio decreto di idoneità all’adozione nella nazionale e dalla fase propedeutica a internazionale). nell’internazionale. quella dell’effettiva origine di SOGGETTI COINVOLTI: il Tribunale per i Minorenni Il tempo dell’attesa è un momento (TM), i Consultori familiari/equipe adozioni (CF), Servizi una nuova famiglia. Sanitari (AAS) particolarmente delicato, a cui va dato riconoscimento e dignità. SOGGETTI COINVOLTI: SOGGETTI COINVOLTI: il Tribunale per i il Tribunale per i Minorenni (TM), i Minorenni (TM), i Consultori Consultori familiari/equipe adozioni familiari/equipe adozioni (CF), gli Enti (CF), gli Enti autorizzati (EA), Servizi autorizzati (EA), Servizi Sanitari (AAS) Sanitari (AAS), USR FVG. FASE 1- INFORMAZIONE (per sensibilizzare le coppie all’apertura alle varie forme di accoglienza e solidarietà nei confronti dei minori in situazione di abbandono) E FASE 5: ILPOST ADOZIONE FORMAZIONE sull’adozione (permette di Ha inizio a conclusione dell’anno preadottivo entrare nel merito del percorso adottivo, min. 12 FASI E per l’adozione nazionale, per l’internazionale, ore – max 15 ore per un periodo non superiore COMPETENZE DEI dal momento del rilascio dell’autorizzazione ai due mesi). all’ingresso del minore. Insieme di interventi SOGGETTI CHE e di pratiche di accompagnamento e SOGGETTI COINVOLTI: il Tribunale per i Minorenni INTERVENGONO sostegno del minore e della famiglia adottiva. (TM), i Consultori familiari/equipe adozioni (CF) e gli Enti autorizzati (EA) NEL SOGGETTI COINVOLTI: il Tribunale per i Minorenni (TM), i Consultori familiari/equipe PROCEDIMENTO adozioni (CF), gli Enti autorizzati (EA), Servizi ADOTTIVO Sanitari (AAS)
Linee guida per il diritto allo studio delle alunne e degli alunni fuori dalla famiglia di origine (11 dicembre 2017) Le linee sono uno strumento specifico per Le linee offrono: l’accoglienza all’interno del sistema di Sono indicati strumenti * elementi di conoscenza generali istruzione, una cassetta degli attrezzi, operativi per strutturare sul funzionamento del sistema di una bussola pedagogica per gli percorsi didattici ed tutela dei minorenni insegnanti sulla via dell’inclusione. educativi che mirino al pieno * indicazioni utili per semplificare, sviluppo di ogni studente al rendere possibili e strettamente di là della sua storia personale, aderenti alle necessità personali, delle condizioni economiche * le attività connesse alle varie fasi FINALITA’: «pari opportunità della sua famiglia, della sua del percorso scolastico (iscrizione, nell’istruzione per le persone minori provenienza geografica. scelta della classe d’ingresso, di età». definizione dei tempi di inserimento, scelta dell’orientamento scolastico). SOGGETTI A CUI E’ RIVOLTO: a tutti * Suggerimenti concreti su: «chi fa le alunne/i che si trovano in modo cosa», la gestione della classe e delle definitivo oppure provvisorio fuori relazioni, … dalla famiglia d’origine e quindi: LINEE PER IL ^ in affidamento familiare DIRITTO ALLO ‘ospiti nelle strutture dei sistemi di protezione Le linee sono state elaborate da un STUDIO DELLE (comunità, case famiglia, comunità educative, gruppo composto da ALUNNE E DEGLI comunità socio-sanitarie) rappresentanti del MIUR e ALUNNI FUORI ^ minori stranieri non accompagnati dall’Autorità garante per l’infanzia ^ soggetti sottoposti a provvedimenti DALLA FAMIGLIA DI e la preadolescenza con l’apporto dell’autorità giudiziaria minorile in ambito ORIGINE prezioso di associazioni impegnate penale. su questi temi.
CONOSCERE E RIFLETTERE: DECRETO DIPARTIMENTALE n. 1352 del 5-12-2017
Dal DECRETO DIPARTIMENTALE n. 1352 del 5-12-2017: LA RAGIONE DEL DECRETO (arti. 7 c. 3 D. L.g.s. 13 I SOGGETTI ATTUATORI FINANZIAMENTO aprile 2017, n. 63) • disciplina i criteri e le modalità per l'erogazione i Centri territoriali di supporto (CTS), dei finanziamenti finalizzati all’acquisto di Al fine di concorrere alla dotazione di cui alla Direttiva 27-12- 2012, sussidi didattici (di cui all'art. 13, c. 1, lettera b di sussidi didattici per le istituzioni della legge 5 -2- 1992, n. 104) per le istituzioni punto 2.1, sono stati individuati scolastiche, è ripartita su base scolastiche che accolgano alunne e alunni, dagli Uffici Scolastici Regionali fra le provinciale, per l’anno scolastico studentesse e studenti con abilità diversa, scuole con maggiore e consolidata 2017/2018, la somma di euro 10 certificata ai sensi della legge n. 104, nonché le esperienza nel campo dei sussidi milioni, in attuazione dell’art. 7, c. 3, modalità di erogazione del servizio, di didattici per gli alunni con disabilità, individuazione dei beneficiari e di monitoraggio. al fine di fornire ausili e software in del D. Lgs. 13 aprile 2017, n. 63. Obiettivo del finanziamento è comodato d’uso agli alunni e agli migliorare l'efficacia delle proposte studenti, sulla base delle richieste e educative e didattiche specifiche delle loro necessità, nonché di fornire mediante l'uso di strumentazioni informazione e consulenza agli idonee a facilitare l'apprendimento operatori scolastici e alle famiglie sull’uso delle tecnologie assistive, delle alunne e degli alunni, delle D.I. N. 1352 sulla base delle esigenze delle scuole studentesse e degli studenti con disabilità sulla base dei loro specifici (5-12-2017) e dell’utenza e vengono individuati bisogni formativi. anche per quanto previsto dall’art.7 comma 3 del D. Lgs. 63/2017.
Dal DECRETO DIPARTIMENTALE n. 1352 del 5-12-2017: PROCEDURA DI INDIVIDUAZIONE DEI BENEFICIARI ANAGRAFE DEGLI STRUMENTI E DEGLI AUSILI NELL’AMBITO DELLE TECNOLOGIE ASSISTIVE PER ^ Gli USR emanano specifici bandi rivolti alle LA DIDATTICA degli alunni con disabilità: istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, statali e paritarie. 1. finalizzata alla ricognizione delle dotazioni in ^ Le istituzioni scolastiche, tenuto conto delle possesso delle Istituzioni scolastiche, nonché ai erogazioni di benefici similari da parte delle Regioni e fabbisogni di adattamento e trasformazione degli stessi. degli Enti locali, predispongono, sulla base delle 2. costituisce altresì strumento di consultazione, per le necessità individuate nel Piano Educativo Individualizzato (PEI), specifici progetti nelle seguenti scuole e le famiglie, dei sussidi didattici e degli ausili aree: nell’ambito delle tecnologie assistive per la didattica a) acquisizione in comodato d’uso di sussidi didattici; inclusiva ed è inserita nel Portale nazionale per b) adattamento o trasformazione di sussidi didattici già l’inclusione scolastica del MIUR. in dotazione all’Istituzione scolastica; 3. è ripartita in una sezione pubblica e in una riservata, c) qualsiasi servizio necessario a rendere il sussidio cui accedono le istituzioni scolastiche, gli uffici didattico effettivamente utilizzabile dell’Amministrazione centrale e periferica del MIUR e gli (installazione/personalizzazione, formazione all’utilizzo, manutenzione e costi tecnici di funzionamento, ecc.), uffici competenti degli Enti locali per la gestione anche mediante convenzioni con centri specializzati, coordinata del servizio, anche ai fini del’ottimizzazione aventi funzione di consulenza pedagogica, di delle azioni poste in essere dalle diverse amministrazioni D.I. N. 1352 produzione e adattamento di specifico materiale didattico. 5-12-2017 ^ Le istituzioni scolastiche trasmettono i suddetti progetti agli Uffici Scolastici Regionali ai fini della loro valutazione
Dal DECRETO DIPARTIMENTALE n. 1352 del 5-12-2017: Tipologie di ausili richiesti MONITORAGGIO (macroaree di cui all’Allegato tecnico alla nota prot. N. 621 del 2.02.2018) CONCLUSIONE Progetti presentati 622 Progetti ^ 05 Ausili per l'apprendimento e l'esercizio di abilità 291 approvati (tipologie ex art. 3, c. 2 ^ 09 Ausili per la cura personale 3 D. dip n. 1352/2017) ^ 12 Ausili per la mobilità personale 6 * n. di progetti di acquisizione in ^ 22 Ausili per la comunicazione e la gestione dell'informazione comodato d’uso di sussidi didattici 413 280 ^ 24 Ausili per la manovra di oggetti o dispositivi 3 Le operazioni di acquisto * n. di progetti di adattamento o ^ 28 Ausili per le attività lavorative 9 sono in atto e i contratti di trasformazione di sussidi didattici già in ^ 30 Ausili per le attività ricreative 30 dotazione all’Istituzione scolastica 0 comodato d’uso sono in fase di stipula. * n. di progetti relativi a servizi A breve verrà attivata la necessario a rendere il sussidio didattico effettivamente utilizzabile 0 procedura per il 2018-2019 che sarà simile alla * Altro 0 D.I. N. 1352 precedente. Totale 413 5-12-2017
CONOSCERE E RIFLETTERE: PROGRAMMA P.I.P.P.I (PROGRAMMA DI INTERVENTO PER PREVENIRE L’ISTITUZIONALIZZAZIONE)
PROGRAMMA P.I.P.P.I (PROGRAMMA DI INTERVENTO PER PREVENIRE L’ISTITUZIONALIZZAZIONE)
PROGRAMMA P.I.P.P.I (PROGRAMMA DI INTERVENTO PER PREVENIRE L’ISTITUZIONALIZZAZIONE) • L’acronimo P.I.P.P.I. intende rifarsi a Pippi Calzelunghe, immagine di sfondo che crea un orizzonte di senso centrato sulle possibilità di cambiamento della persona, sull'importanza delle reti sociali, dei legami affettivi, delle possibilità di apprendimento e cambiamento anche nelle situazioni di maggiore vulnerabilità delle famiglie. • Pippi Calzelunghe è una bambina molto forte, «resiliente», grado di «resistere» agli urti, alle difficoltà che la vita, nonostante la sua giovane età, le pone. Così Pippi, figura metaforica delle potenzialità inesauribili dei bambini, non rappresenta la propria realtà esistenziale come quella di una povera orfana, ma come quella di una bambina che può affermare soddisfatta: “Un angelo per mamma e un re di una tribù negra per papà: non capita davvero a tutti i bambini di avere dei genitori tanto distinti!” (Lindgren, 1988, p.6).
PROGRAMMA P.I.P.P.I (PROGRAMMA DI INTERVENTO PER PREVENIRE L’ISTITUZIONALIZZAZIONE) FRAMEWORK DI RIFERIMENTO Il framework teorico di riferimento*, su cui realizzare l’assessment della famiglia e relativa progettazione, si basa sulle forze e sulla resilienza del soggetto umano considerato nella sua ecologia (Bronfenbrenner, 2005): ogni bambino per crescere ha bisogno di una ricca ecologia umana e sociale, entro la quale si possono sviluppare positive relazione sociali e un effettivo sostegno alla crescita. Da questo deriva il framework operativo denominato «Il mondo del bambino», centrato sul minore e che ha come focus la famiglia tutta e il contesto sociale. Importanza dello strumento di rilevamento «RPMonline» per Rilevare la situazione del bambino all’interno del suo «mondo», Progettare il miglioramento e Monitorarlo. *adattamento italiano dell’esperienza del Governo inglese che, a partire dagli anni ’90, ha avviato il Programma governativo «Looking after children» al fine di ottimizzare gli interventi volti al sostegno e allo sviluppo completo dei bambini in carico ai servizi di protezione e tutela.
PROGRAMMA P.I.P.P.I (PROGRAMMA DI INTERVENTO PER PREVENIRE L’ISTITUZIONALIZZAZIONE) PROCESSO P.I.P.P.I. è un programma complesso e multidimensionale il cui modello logico, rispetto al modello bio-ecologico dello sviluppo umano, fa riferimento a tre macro categorie: • E = i risultati in termini di cambiamenti attesi e raggiunti, quindi l’Evidenza, gli Esiti del lavoro realizzato (COSA si fa e cosa si raggiunge) – micro e meso sistema; • C = i fattori di Contesto istituzionale, professionale, culturale, ecc. nel quale si implementa il programma (es. la crisi economica, gli assetti organizzativi, i raccordi inter- istituzionali, le politiche, l’organizzazione, le burocrazie, ecc), (DOVE si fa) - meso e macro-sistema; • P = i Processi formativi, organizzativi e di intervento (il Processo formativo svolto dal Gruppo Scientifico con le équipes multidisciplinari) - meso-sistema; il Processo dell’intervento delle équipes multidisciplinari con le Famiglie Target -micro e meso-sistema; il Processo organizzativo realizzato attraverso le relazioni fra Gruppo Scientifico- Gruppo Territoriale soprattutto fra Gruppo Territoriale- équipe multidisciplinare, ecc..
PROGRAMMA P.I.P.P.I (PROGRAMMA DI INTERVENTO PER PREVENIRE L’ISTITUZIONALIZZAZIONE) RISULTATO FINALE Il risultato di un processo di implementazione è efficace e porterà al successo dell’azione, in funzione del rapporto positivo che • si crea tra i seguenti tre insieme di fattori: Evidenza, Contesto, Processo (Ogden 2012), • in quanto il risultato finale in termini di esito sulle famiglie coinvolte è legato al processo della micro-progettazione, realizzato secondo il metodo della valutazione partecipativa e trasformativa, a tutti i livelli dell’eco-sistema.
PROGRAMMA P.I.P.P.I E LE SCUOLE L’obiettivo primario è dunque quello di P.I.P.P.I è un programma di intervento aumentare la sicurezza dei bambini e che vede il partenariato tra IL Ministero del migliorare la qualità del loro sviluppo: Lavoro e delle Politiche Sociali e scommettendo su un’ipotesi di l’Università di Padova e propone linee ^ E’ fondamentale la partecipazione attiva d’azione innovative nel campo della delle istituzioni scolastiche, quali contaminazione, fra l’ambito genitorialità fragile, innovando le pratiche interlocutori di rilievo per la costruzione di * della tutela dei “minori” di intervento nei confronti delle famiglie forme concrete di condivisione e * e quello del sostegno alla cosidette «negligenti» al fine di ridurre il responsabilità fra promozione e prevenzione, genitorialità rischio di maltrattamenti e il protezione amministrativa e protezione conseguente allontanamento dei giudiziaria del bambino. bambini dal nucleo familiare. All’interno delle linee sviluppate dalla Strategia Europa 2020 per quanto ^ Il programma P.I.P.P.I per il biennio riguarda l’innovazione e la 2018/2019 è stato illustrato il giorno 30 sperimentazione sociale come mezzo agosto 2018 dalla Dott.ssa Valentina Dotto per rispondere ai bisogni della ai Dirigenti Scolastici al fine di diffondere la cittadinanza e spezzare il circolo dello conoscenza del programma a tutti i docenti. svantaggio sociale. P.I.P.P.I
LAVORO DI GRUPPO 3-8-11-17 ottobre GO-UD-TS-PN: RESTITUZIONE delle riflessioni sulla bozza “PIANO DELL’INCLUSIONE” CRITICITA’ PUNTI DI FORZA • Nella tabella di sintesi si rileva una certa vaghezza, manca oggettività, gli indicatori - Molto positiva l’indicazione di segnalare e dovrebbero essere meglio dettagliati. valorizzare le azioni che si compiono, altrettanto • Mancano i criteri per la verifica e la valutazione degli obiettivi proposti dal Piano il suggerimento di indicare le risorse ambientali; annuale. - un elemento di qualità certamente è • Necessità di più figure che concorrano alla stesura del Piano annuale. l’indicazione degli atti interni ( vademecum • Maggiore attenzione all’analisi dei bisogni e delle risorse dell’Istituto. ,procedure, … ). • Necessità di pubblicizzare il Piano annuale sul sito della scuola, visibile a tutti, docenti e non. - ULTERIORI SUGGERIMENTI • Utilizzo di questionari da proporre agli insegnanti per evidenziare possibili aree di miglioramento. • Organizzare corsi di formazione sui temi legati all’inclusione e disabilità anche per i docenti curricolari.
LAVORO DI GRUPPO 3-8-11-17 ottobre GO-UD-TS-PN: RESTITUZIONE delle riflessioni ASPETTI GENERALI CRITICITA’ • Mancanza di docenti con specializzazione su sostegno; • eccessivo e cronico turn-over dei docenti anche di sostegno; anche nella continuità il passaggio di informazioni diventa critico; • mancanza di adeguati spazi nelle scuole non solo per aule ordinarie , ma anche per spazi dedicati ( x decompressione, per rapporti 1 a 1 , per lavori di gruppo , …); • mancanza di strumenti (dai giochi ai tappetoni, a materiale strutturato, strumenti multimediali); • una prassi chiara sul passaggio dei documenti (cartella personale alunno), modalità specifiche per la consultazione dei fascicoli riservati; • segnalazione di una inclusione delegata all’insegnante di sostegno; • mancanza di informazioni/ formazione nei docenti curriculari che dovrebbero essere attivi nella stesura dei diversi documenti; è necessaria una programmazione di incontri; • il Piano di inclusione è certamente utile ma dovrebbe essere un documento snello che consideri solo tre parti: quali gruppi di lavoro operano per l’inclusione, la situazione numerica; le proposte di miglioramento; • differenze di stesura nei PAI, alcuni sono documenti snelli, altri, altri più discorsivi;
LAVORO DI GRUPPO – 3-8-11-17 ottobre – GO-UD-TS-PN: RESTITUZIONE delle riflessioni ASPETTI GENERALI CRITICITA’ • La composizione dei GLI può essere diversa (numericamente e per ruolo istituzionale dei componenti); • alcuni docenti ignorano l’esistenza di questi gruppi, il PAI è poco divulgato; • difficoltà a reperire i dati (segreterie sguarnite di personale, sedi sparse sul territorio …); • non univoche le voci nelle tabelle numeriche (un allievo potrebbe essere conteggiato più volte ...); • pericolo che il PAI venga sì approvato , ma come presa d’atto e non come punto di partenza per una riflessione di tutto il Collegio; • le ore di sostegno assegnate solo con mero calcolo numerico; PUNTI DI FORZA • Importanza di una politica inclusiva del Dirigente Scolastico sia per la formazione interna (obbligatoria, estesa e mirata) sia per l’organizzazione degli spazi.
ATTIVITA’ LABORATORIALE SUDDIVIDERSI IN SOTTOGRUPPI: costruire in autonomia dei sottogruppi di circa 5 unità, preferibilmente di differenti ordini scolastici • COLLETTIVAMENTE (50’): all’interno dei sottogruppi, definire un portavoce, un incaricato alla scrittura e avviare il confronto e la riflessione comune sul percorso attuato evidenziano indicazioni di sviluppo per formazione future link per accedere ai documenti del lavoro di gruppo: https://drive.google.com/drive/folders/18iXvAL1NnDc_DwYDwelcvuPGxGh_CegU?usp=sharing • RESTITUZIONE E CONFRONTO COLLETTIVO (40’): in plenaria i sottogruppi avranno alcuni minuti a testa per un breve feedback sulle attività svolte e sul confronto emerso, nonché verrà dedicato uno spazio a domande, scambi e dibattito. CONCLUSIONE DELL’INCONTRO
PER CONTATTI: floreancigpaola@gmail.com giovanna.berizzi@gmail.com PER L’ATTENZIONE!
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