Corruzione e della Trasparenza - Piano Triennale di Prevenzione della
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INDICE 1. INTRODUZIONE: Il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (PTPCT)………………………………………………………………………………………………………. p. 2 1.1 Obiettivi……………………………………………………………………………………………………... p. 4 1.2 Normativa di riferimento…………………………………………………………………………………... p. 5 1.3 Modalità di aggiornamento………………………………………………………………………………... p. 7 1.4 Metodologia dell’analisi dei rischi………………………………………………………………………… p. 10 1.5 Concetto di corruzione e prevenzione…………………………………………………………………… p. 12 1.6 Reati………………………………………………………………………………………………………… p. 13 2. ANALISI DEL CONTESTO INTERNO ED ESTERNO………………………………………………….. p. 15 2.1 Presentazione dell’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda……………………………….. p. 15 2.2 Il nostro organigramma aziendale……………………………………………………………………….. p. 16 2.3 Lo stato di salute dell’Azienda……………………………………………………………………………. p. 17 2.4 Un anno di Covid…………………………………………………………………………………………... p. 19 2.5 Il Capitale Umano………………………………………………………………………………………….. p. 26 2.6 La percezione della corruzione…………………………………………………………………………... p. 29 3. ANALISI AREE DI RISCHIO (2021-2022)………………………………………………………………... p. 37 3.1 S.C. Risorse Umane e Relazioni Sindacali……………………………………………………………... p. 37 3.2 S.C. Accoglienza, Marketing e Area Privata……………………………………………………………. p. 41 3.3 S.C. Gestione della Concessione e Logistica - Area Approvvigionamenti………………………….. p. 43 3.4 S.C. Ingegneria Clinica……………………………………………………………………………………. p. 48 3.5 Ufficio Legale – Avvocatura………………………………………………………………………………. p. 49 4. PROGRAMMAZIONE ANALISI AREE DI RISCHIO (2022-2023)…………………………………….. p. 51 4.1 S.C. Risorse Finanziarie………………………………………………………………………………….. p. 51 4.2 S.C. Farmacia……………………………………………………………………………………………… p. 55 4.3 S.C. Direzione Infermieristica Tecnica Riabilitativa Aziendale – DITRA…………………………….. p. 56 4.4 Dipartimento Alta Formazione Ricerca e Sviluppo…………………………………………………….. p. 58 5. RACCORDO CON ALTRI STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE AZIENDALE……………………. p. 59 5.1 Il Piano della Performance (2021-2023)………………………………………………………………… p. 59 5.2 Trasparenza e Integrità…………………………………………………………………………………… p. 62 5.3 Whistleblowing…………………………………………………………………………………………….. p. 67 5.4 Codice di Comportamento……………………………………………………………………………….. p. 68 5.5 Conflitto di interessi……………………………………………………………………………………….. p. 69 1
1 Introduzione: Il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (PTPCT) Il presente Piano costituisce un aggiornamento del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza 2020-2022 (di seguito anche PTPCT), prendendo atto dello stato di attuazione delle misure contenute nei piani precedenti con le diverse fasi “evolutive” e le criticità riscontrate, senza tralasciare la previsione di nuove azioni e possibili soluzioni. L’elaborazione e la redazione del presente Piano ha risentito delle misure urgenti in materia di gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19 che hanno impattato in maniera significativa sull’attività dell’ASST Niguarda ed in particolare nell’ambito dei settori a rischio individuati dal Piano stesso. In tale contesto, e anche in ragione di processi decisionali dettati dall’emergenza in continua evoluzione, nel corso del 2020 il percorso di rivalutazione della mappatura dei rischi, previsto nel PTPCT 2020-2022, non si è potuto pienamente sviluppare e pertanto dovrà essere perfezionato e implementato nel corso del prossimo triennio, anche attraverso nuove metodologie di analisi seguite da fattive azioni correttive. Inoltre nel corso dell’anno 2020 l’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda nel rispetto dei principi posti in materia di rotazione degli incarichi ha provveduto, con deliberazione n. 518 del 22.05.2020, alla nomina un di nuovo Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza, individuato nella persona dell’Avv. Marco Finotti. La verifica posta in essere nel corso del secondo semestre del 2020, circa l’andamento della qualità delle misure attuate e dei dati riferiti alle annualità precedenti, se da un lato conferma la crescente adesione al modello della legge 6 novembre 2012, n. 190 - sia da parte della Direzione Strategica, sia da parte dei dirigenti che del personale del comparto - impone di implementare azioni di formazione e sensibilizzazione sul tema che consentano di effettuare, oltre ad analisi dei contesti interni ed esterni, anche valutazioni concrete dei rischi a cui conseguano tangibili e costanti attività di monitoraggio. Per tali ragioni e nell’ottica dell’avvio di un percorso sempre più aderente al dettato normativo, viene ritenuto necessario agire attraverso una programmazione di breve periodo tale da consentire l’individuazione e il completamento di una serie circoscritta di attività di controllo al cui esito - fermo restando gli obblighi di monitoraggio - sarà possibile estendere ulteriormente il campo di azione. Degno di nota risulta essere il crescente numero di accessi al sito aziendale nell’ambito del quale, sempre con maggiore cura e tempestività, risultano pubblicati i documenti e i dati previsti dalla normativa vigente; ciò da un lato rappresenta un valido modello di informazione e comunicazione all’utenza in special modo in un contesto caratterizzato dal rapido susseguirsi di specifiche disposizioni per il contrasto alla pandemia mentre dall’altro contribuisce a consolidare ed accrescere il complessivo livello di trasparenza dell’Amministrazione. Rispetto al tema della formazione e sensibilizzazione, nell’ottica di un approccio etico e non sanzionatorio, le iniziative formative specifiche programmate per l’anno 2020 hanno inevitabilmente subito una flessione fino alla loro totale sospensione. Nel corso dell’anno 2021, compatibilmente con lo stato emergenziale ancora in atto, si intende riavviare ed implementare l’attività sopra citata, attraverso un progetto di miglioramento del sistema di integrità aziendale, teso a rendere lo stesso più efficace ed aderente anche alle recenti indicazioni normative. Tale attività verrà realizzata anche attraverso il coinvolgimenti di qualificati esperti del settore che possano fornire ulteriori strumenti metodologici e le conoscenze necessarie a far rilevare i mutamenti del contesto interno ed esterno, favorendo le attività di identificazione, analisi e ponderazione dei rischi. 2
Tale progetto verrà realizzato nel triennio 2021-2023 per fasi, come di seguito descritte. FASE 1: Realizzazione di un monitoraggio rivolto a tutti i dipendenti finalizzato a conoscere il grado di percezione del fenomeno corruttivo e degli strumenti di prevenzione. Tale attività risulta necessaria per rilevare il reale grado di conoscenza, così da poter calibrare ogni successiva azione nel rispetto dei principi finalistici indicati da ANAC, in particolare quello dell’effettività che prevede che la gestione del rischio deve tendere ad una affettiva riduzione del livello di esposizione dell’organizzazione ai rischi corruttivi e coniugarsi con criteri di efficienza e efficacia complessiva dell’Amministrazione, evitando di generare oneri organizzativi inutili o ingiustificati e privilegiando misure specifiche che agiscano sulla semplificazione delle procedure e sullo sviluppo di una cultura organizzativa basata sull’integrità. L’attività di monitoraggio, che potrà essere ciclicamente replicata, verrà attuata attraverso la compilazione di questionari on line, di carattere anonimo e riservato, accessibili direttamente dal portale intranet aziendale oppure attraverso un link dedicato. Le risultanze del monitoraggio, che prevede la risposta a domande di carattere generale a risposta chiusa - sul tema della trasparenza e anticorruzione - non verranno divulgate se non in forma aggregata. FASE 2: Svolgimento di incontri formativi diretti ad accrescere ed ampliare la conoscenza del personale rispetto ai fenomeni legati a frode e corruzione, conflitto di interesse e strategie di prevenzione. Questa tipologia di incontri formativi avrà come destinatari trenta discenti per gruppo, provenienti dalla medesima struttura e ciò al fine di meglio calibrare le specifiche tematiche del corso. Nell’anno 2021 verranno coinvolte principalmente cinque Strutture aziendali, preferendo così agire settorialmente nell’ambito delle singole specificità (SSCC Risorse Umane e Relazioni Sindacali, Gestione della Concessione e Logistica - Area Approvvigionamenti, Ingegneria Clinica, Sistemi Informativi Aziendali (SIA), Innovazione e Progetti Speciali e Ufficio Legale - Avvocatura). Nel corso degli incontri verranno presentati e approfonditi i risultati del monitoraggio effettuato in Fase 1 e verranno trattate le seguenti tematiche: Etica & Integrità, la corruzione e la trasparenza sia sotto il profilo giuridico che sociologico, il PTPCT e gli strumenti di prevenzione, il conflitto di interessi. FASE 3: Coinvolgimento diretto dei medesimi soggetti presenti nella Fase 2 nell’ambito di laboratori interattivi al fine di fornire consapevolezza del processo di realizzazione di una strategia di prevenzione, da realizzarsi attraverso l’acquisizione di metodologie precise per mappare i processi e analizzarne i rischi. 3
1.1 Obiettivi del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza L’Azienda Socio Sanitaria Territoriale Grande Ospedale Metropolitano Niguarda (di seguito: ASST Niguarda), consapevole delle gravi conseguenze degli eventi corruttivi sulla corretta gestione della propria attività oltre che di riflesso sulla propria reputazione, intende agire non solo in termini repressivi ma anche, e soprattutto, in termini preventivi, incidendo sulla sensibilità degli operatori e sui valori etici, proponendosi le seguenti azioni: - ridurre le opportunità in cui si manifestino casi di corruzione; - aumentare la capacità di individuazione e corretta gestione degli eventuali casi di corruzione; - creare un contesto sfavorevole ai fenomeni corruttivi. Il presente Piano s’inserisce proprio in questo contesto ponendosi l’obiettivo di responsabilizzare il personale, attraverso l’attivazione di percorsi di formazione e verificando che lo stesso rispetti quanto previsto in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza. Il raccordo tra il momento della predisposizione di regole e obiettivi e il loro raggiungimento o non raggiungimento avviene tramite l’integrazione con i sistemi di controllo interni. Il Piano contiene la strategia di prevenzione della corruzione aziendale e i suoi destinatari sono coloro che prestano a qualunque titolo servizio presso l’Amministrazione. Pertanto, la violazione da parte del personale delle misure di prevenzione della corruzione - oltre a configurare eventuale responsabilità penale, civile e amministrativa - è possibile fonte di responsabilità disciplinare. Resta inteso che l’obiettivo è la prevenzione del fenomeno della corruzione, da realizzarsi attraverso un approccio multidisciplinare, nel quale gli strumenti sanzionatori si configurano come alcuni dei fattori - ma non gli unici - per la lotta alla corruzione e all’illegalità nell’azione amministrativa. La programmazione triennale si soffermerà - nel corso dell’anno 2021 - sul monitoraggio di specifiche aree, attraverso l’analisi di alcuni processi identificati con un elevato grado di rischio. Le risultanze di tale valutazione, per le aree di seguito riportate, saranno oggetto di revisione nel corso dell’anno 2022. - S.C. Risorse Umane e Relazioni Sindacali; - S.C. Accoglienza, Marketing e Area Privata; - S.C. Gestione della Concessione e Logistica - Area Approvvigionamenti; - S.C. Ingegneria Clinica; - Ufficio Legale - Avvocatura. Parimenti, analogo monitoraggio verrà svolto nel corso dell’anno 2022 nei confronti di altri processi, oggetto di rivalutazione nell’anno 2023, afferenti ma non limitati alle seguenti aree di rischio: - S.C. Risorse Finanziarie; - S.C. Tecnico Patrimoniale; - S.C. Farmacia; - S.C. DITRA; - Dipartimento Alta Formazione Ricerca e Sviluppo. 4
1.2 Normativa di riferimento Il quadro delle fonti nazionali di diritto in materia di prevenzione della corruzione, oltre al Codice penale, è composto dalle seguenti disposizioni normative di riferimento: 1. Legge 7 agosto 1990, n. 241 “Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi”; 2. D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165 “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”; 3. D.Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 “Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica”; 4. D.Lgs. 27 ottobre 2009, n. 150 “Attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni”; 5. Legge 6 novembre 2012, n. 190 “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella Pubblica Amministrazione”; 6. D.Lgs. 14 marzo 2013, n. 33 “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”; 7. D.Lgs. 8 aprile 2013, n. 39 “Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico”; 8. D.Lgs. 24 giugno 2014, n. 90 “Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l’efficienza degli uffici giudiziari”, convertito in legge n. 144 del 11 agosto 2014”; 9. D.Lgs. 18 aprile 2016, n. 50 “Attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture”; 10. D.Lgs. 25 maggio 2016, n. 97 “Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza”; 11. Legge 30 novembre 2017, n. 179 “Disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell'ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato”; 12. Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), Regolamento (UE) 679/2016, 27 aprile 2016; 13. D.M. 7 marzo 2018, n. 4 - Regolamento recante “Approvazione delle linee guida sulle modalità di svolgimento delle funzioni del direttore dei lavori e del direttore dell'esecuzione”; 14. Delibera ANAC 30 ottobre 2018, n. 1033 “Regolamento sull'esercizio del potere sanzionatorio in materia di tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell'ambito di un rapporto di lavoro di cui all'art. 54-bis del decreto legislativo n. 165/2001 (c.d. whistleblowing)”; 15. Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) approvato con Delibera ANAC n. 12 del 28 ottobre 2015, aggiornato con Delibere n. 831 del 03 agosto 2016, n. 1208 del 22 novembre 2017, n. 1074 del 21 novembre 2018 e, da ultima, n. 1064 del 13 novembre 2019; 16. Delibera ANAC n. 215 del 26 marzo 2019 “Linee guida in materia di applicazione della misura della rotazione straordinaria di cui all’art. 16, comma 1, lettera l - quater, del D.Lgs. n. 165 del 2001”; 17. D.G.R. 17 giugno 2019, n. XI/1751 “Patto di integrità in materia di contratti pubblici della Regione Lombardia e degli enti del sistema regionale di cui all’all. A1 alla L.R. 27 dicembre 2006, n. 30”; 18. Circolare del Ministro per la Pubblica Amministrazione n. 1/2019, concernente “Attuazione delle norme sull’accesso civico generalizzato (c.d. Foia)”; 5
19. Schema di Linee Guida ANAC in materia di tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza in ragione di un rapporto di lavoro, ai sensi dell'art. 54-bis, del D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165 - cd. Whistleblowing. Rispetto alla rilevazione del grado di conoscenza rispetto alla normativa in materia di anticorruzione, emerge la scarsa conoscenza della normativa di riferimento. Quesito “quanto conosce la legge anticorruzione?” 6
1.3 Modalità di aggiornamento Tenuto conto dell’emergenza sanitaria da Covid 19, il Consiglio dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) nella seduta del 2 dicembre 2020 ha ritenuto opportuno differire, al 31 marzo 2021, il termine ultimo per la predisposizione e la pubblicazione della Relazione annuale 2020 che i Responsabili della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza sono tenuti ad elaborare, ai sensi dell’art. 1, co. 14, della legge 190/2012. Analogamente, al fine di consentire ai Responsabili della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza di svolgere adeguatamente tutte le attività connesse all’elaborazione dei Piani triennali per la prevenzione della corruzione e della trasparenza, ANAC ha deliberato di differire alla medesima data il termine ultimo per la predisposizione e la pubblicazione dei Piani Triennali per la prevenzione della corruzione e della trasparenza 2021-2023. L’ASST Niguarda, in ottemperanza alle disposizioni ANAC ha avviato l’attività di aggiornamento del PTCT e, come indicato in premessa, seguirà un percorso articolato in fasi non sincrone: a fronte di un monitoraggio generale dei vari processi aziendali, l’obiettivo perseguito è quello di attenzionare nel 2021 alcune aree ritenute maggiormente esposte al fenomeno corruttivo oggetto di successiva rivalutazione nel corso dell’anno 2022. Analogamente nel corso dell’anno 2022 verranno individuate ulteriori aree di rischio da sottoporre alle medesime attività di controllo. Il percorso sopra rappresentato si rende necessario anche a fronte dell’esito di una specifica analisi del contesto aziendale realizzata attraverso un questionario anonimo somministrato a tutti i dipendenti nei mesi di febbraio-marzo del corrente anno. Le risultanze della rilevazione effettuata su un campione di 511 dipendenti intervistati, come mostrano i grafici che seguono, evidenziano una limitata conoscenza da parte del personale del PTPCT nonché la scarsa propensione dello stesso ad un coinvolgimento attivo nelle varie fasi della sua predisposizione. Quesito: “Conoscenza del PTPC”; emerge sostanzialmente una percentuale elevata di dipendenti che non hanno una conoscenza del Piano. L'ho letto e lo conosco molto bene 4% 16% Ho letto e conosco bene la parte 1% che riguarda la mia area/struttura L'ho letto e lo conosco in modo generico 47% L'ho guardato e lo conosco poco 14% Lo conosco pochissimo Non l'ho mai guardato 18% 7
Quesito: “Elementi essenziali del Piano”; emerge una scarsa conoscenza degli elementi essenziali costituenti il Piano. 21% 42% 18% 19% Descrizione del rischio, ponderazione del rischio, misure di prevenzione Valutazione del rischio, ponderazione del rischio, indicatori per il monitoraggio Processi ≥40, ponderazione del rischio, tempi di attuazione Misure di prevenzione, aggiornamento PTPC, descrizione del rischio Non so Quesito: “Chi deve partecipare all’elaborazione del Piano?”; emerge la scarsa percezione del ruolo dei dipendenti nell’elaborazione del Piano. Il Responsabile per la prevenzione della corruzione dell’ente Organi di vertice (DIRETTORE GENERALE, AMMINISTRATIVO… Organismo di vigilanza Direttori strutture complesse, semplici e di dipartimento Tutti i dirigenti Ufficio procedimenti disciplinari Tutti i dipendenti Non so Le associazioni della società civile I pazienti I fornitori Altro Quesito: “Disponibilità a partecipare all’elaborazione del Piano”; emerge che 1/3 dei dipendenti ritiene di non avere le competenze per un proprio coinvolgimento. 8
L’esito della rilevazione condotta impone la necessità di avviare un percorso formativo finalizzato alla progressiva diffusione di competenze specifiche nell’ambito dei vari ed eterogenei settori che compongono la compagine aziendale (sanitario, tecnico e amministrativo). Inoltre appare fondamentale realizzare un sistema capillare in cui ogni singolo referente individuato svolga, attraverso il coordinamento del Responsabile della Prevenzione delle Corruzione e della Trasparenza (RPCT), un monitoraggio proattivo e costante rispetto ai processi afferenti la propria area di competenza. 9
1.4 Metodologia dell’analisi dei rischi Il Piano elaborato vuole considerare progressivamente tutte le aree di attività aziendali ai fini della mappatura del rischio di corruzione/mala gestio, nonché le azioni e gli strumenti necessari per prevenire i rischi di livello alto, stabilendo priorità di trattamento. Degna di attenzione risulta l’indispensabile correlazione tra prevenzione del rischio e il miglioramento organizzativo dei processi oggetto di analisi. In tutti gli incontri svolti sul tema è emersa, al di là della presenza o meno del rischio di corruzione, la necessità di migliorare l’efficienza dell’organizzazione delle attività aziendali da attuarsi attraverso l'implementazione del processo di informatizzazione e dematerializzazione dei processi aziendali al fine di consentire la messa in atto di una revisione periodica dei percorsi - sia tecnico-amministrativi che sanitari - favorendone la tracciabilità, la verificabilità e l’efficienza. Nel processo aziendale di gestione del rischio vengono coinvolti tutti i Dirigenti responsabili delle strutture e tutti i dipendenti che a vario titolo sono interessati ai processi oggetto di analisi. Il processo di gestione del rischio è un processo circolare che comprende: - la mappatura e analisi dei processi di ogni area aziendale considerata; - l’individuazione delle criticità e delle attività a rischio (maladministration); - la valutazione e ponderazione del rischio emerso per ogni processo; - la definizione delle misure per la sua prevenzione, valutando quelle già in essere e quelle nuove da adottare; - la valutazione del rischio residuo a seguito dell'attuazione delle misure proposte; - l’attività di monitoraggio, controllo e valutazione delle misure adottate, che ha lo scopo di verificarne l'attuazione, la successiva efficacia e la necessaria implementazione. Di seguito riportata una tabella riassuntiva delle fasi di analisi dei processi aziendali in chiave preventiva. 10
Nell'eventualità che il rischio residuo, individuato dal gruppo di lavoro che ha affrontato l’analisi, non raggiunga una considerevole riduzione del rischio corruttivo, (rischio medio/basso), neanche a seguito delle misure di contenimento proposte, lo stesso processo sarà sottoposto a una ulteriore analisi di approfondimento nell'anno successivo per valutare le misure necessarie da programmare. Il corrente anno, vedrà progressivamente, quale ambito prioritario di interesse, con il coinvolgimento diretto dei professionisti: - il prosieguo dell’analisi dei processi trasversali (che interessano trasversalmente più aree di attività aziendali ritenute impattanti sulle aree a rischio specifico); - la mappatura delle aree di rischio specifico; - un progressivo approfondimento di analisi delle aree di rischio obbligatorio e generale, con particolare riferimento a quelle in cui si siano verificate nel corso di questi anni situazioni di mala- amministrazione portate all’attenzione del Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (RPCT) o di particolare interesse della Direzione Strategica, allo scopo di valutare l’efficacia delle misure di contenimento adottate dai dirigenti interessati e prevedere comunque azioni di miglioramento. La mappatura dei processi e l’analisi dei rischi di corruzione verrà realizzata dai dipendenti dell’ASST anche grazie al contributo formativo di professionisti che forniranno al Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza e al suo staff valide metodologie di azione per guidare i dipendenti in questa attività. Le competenze che il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza e il personale acquisiranno, saranno utili per adeguare il Piano agli aggiornamenti metodologici indicati da ANAC all’interno dell’All. 1 del PNA 2019. 11
1.5 Concetto di corruzione e prevenzione L’ordinamento giuridico non fornisce una definizione della corruzione. Sia la dottrina che la giurisprudenza la ritengono infatti un fenomeno più ampio rispetto alla disciplina prevista dal codice penale. Il fenomeno corruttivo - già oggetto di interpretazione da parte del Dipartimento della funzione pubblica con la circolare 1/2013 - ricomprende, oltre i delitti contro la Pubblica Amministrazione (vedi Par. 1.6), anche ogni evento da cui, a prescindere dalla rilevanza penale, emerga un malfunzionamento dell’Amministrazione causato dall’abuso delle funzioni pubbliche attribuite ad un soggetto che se ne avvantaggia per fini privati. Sul punto l’ANAC, con il PNA - aggiornamento 2019, si riferisce alla corruzione (anche detta maladministration), come assunzione di decisioni devianti dalla cura dell’interesse generale a causa del condizionamento improprio, diretto o indiretto, da parte di interessi particolari del dipendente pubblico. Tale concetto è stato confermato dall’Autorità nei successivi PNA. Il concetto di corruzione viene perciò affrontato nel presente PTPCT in senso lato, considerando, quale oggetto di analisi, ogni azione che possa concretizzare maladministration prima ancora che un’ipotesi di reato in senso stretto. Il concetto di “prevenzione della corruzione”, ispiratore dei PTCT, risulta delineato nella legge 190/2012 la quale annovera una vasta serie di misure con cui si creano le condizioni per rendere sempre più difficile l’adozione di comportamenti “riconducibili anche a forme di cattiva amministrazione che potrebbero essere prodromiche ovvero costituire un ambiente favorevole alla commissione di fatti corruttivi in senso proprio”, così come ripetutamente ribadito dall’ANAC. Sulla scorta di tale assunto il presente Piano intende implementare azioni finalizzate ad agire sul lato della prevenzione, garantendo alle Autorità competenti la più ampia e fattiva collaborazione in merito al raggiungimento delle finalità repressive di loro esclusiva competenza. Occorrerà quindi valutare atti e comportamenti che, anche se non consistenti in specifici reati, potrebbero contrastare con la necessaria cura dell’interesse pubblico, pregiudicando l’affidamento dei cittadini nell’imparzialità dei soggetti e delle amministrazioni che esercitano attività di pubblico interesse. 12
1.6 Reati Il codice penale, tra i reati contro la Pubblica Amministrazione, prevede le seguenti fattispecie - così come modificate dalla legge n. 190 del 06/11/2012 “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella Pubblica Amministrazione” - rilevanti per quanto interessa al presente Piano: L’articolo 314 c.p. - Peculato, il quale dispone: “Il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria, è punito con la reclusione da quattro a dieci anni e sei mesi. Si applica la pena della reclusione da sei mesi a tre anni quando il colpevole ha agito al solo scopo di fare uso momentaneo della cosa, e questa, dopo l'uso momentaneo, è stata immediatamente restituita”; L’articolo 317 c.p. - Concussione, il quale dispone: “Il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, costringe taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denaro od altra utilità, è punito con la reclusione da sei a dodici anni.”; L’articolo 318 c.p. - Corruzione per l'esercizio della funzione, il quale dispone: “Il pubblico ufficiale che, per l'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, indebitamente riceve, per sè o per un terzo, denaro o altra utilità o ne accetta la promessa è punito con la reclusione da uno a sei anni.”; L’articolo 319 c.p. - Corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio, il quale dispone: “Il pubblico ufficiale, che, per omettere o ritardare o per aver omesso o ritardato un atto del suo ufficio, ovvero per compiere o per aver compiuto un atto contrario ai doveri di ufficio, riceve, per sé o per un terzo, denaro od altra utilità, o ne accetta la promessa, è punito con la reclusione da sei a dieci anni.”; L’articolo 319-ter c.p. - Corruzione in atti giudiziari, il quale dispone: “Se i fatti indicati negli articoli 318 e 319 sono commessi per favorire o danneggiare una parte in un processo civile, penale o amministrativo, si applica la pena della reclusione da sei a dodici anni. Se dal fatto deriva l'ingiusta condanna di taluno alla reclusione non superiore a cinque anni, la pena è della reclusione da sei a quattordici anni; se deriva l'ingiusta condanna alla reclusione superiore a cinque anni o all'ergastolo, la pena è della reclusione da otto a venti anni.”; L’articolo 319-quater c.p. - Induzione indebita a dare o promettere utilità, il quale dispone: “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induce taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità è punito con la reclusione da sei anni a dieci anni e sei mesi. Nei casi previsti dal primo comma, chi dà o promette denaro o altra utilità è punito con la reclusione fino a tre anni ovvero con la reclusione fino a quattro anni quando il fatto offende gli interessi finanziari dell'Unione europea e il danno o il profitto sono superiori a euro 100.000.”; L’articolo 323 c.p. - Abuso d’ufficio, il quale dispone: “Salvo che il fatto non costituisca un più grave reato, il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge o da atti aventi forza di legge e dalle quali non residuino margini di discrezionalità, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto, è punito con la reclusione da uno a quattro anni. La pena è aumentata nei casi in cui il vantaggio o il danno hanno carattere di rilevante gravità.”; 13
L’articolo 346-bis c.p. - Traffico di influenze illecite, il quale dispone: “Chiunque, fuori dei casi di concorso nei reati di cui agli articoli 318, 319, 319-ter e nei reati di corruzione di cui all'articolo 322-bis, sfruttando o vantando relazioni esistenti o asserite con un pubblico ufficiale o un incaricato di un pubblico servizio o uno degli altri soggetti di cui all'articolo 322-bis, indebitamente fa dare o promettere, a sé o ad altri, denaro o altra utilità, come prezzo della propria mediazione illecita verso un pubblico ufficiale o un incaricato di un pubblico servizio o uno degli altri soggetti di cui all'articolo 322-bis, ovvero per remunerarlo in relazione all'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, è punito con la pena della reclusione da un anno a quattro anni e sei mesi. La stessa pena si applica a chi indebitamente dà o promette denaro o altra utilità. La pena è aumentata se il soggetto che indebitamente fa dare o promettere, a sé o ad altri, denaro o altra utilità riveste la qualifica di pubblico ufficiale o di incaricato di un pubblico servizio. Le pene sono altresì aumentate se i fatti sono commessi in relazione all'esercizio di attività giudiziarie, o per remunerare il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio o uno degli altri soggetti di cui all'articolo 322-bis in relazione al compimento di un atto contrario ai doveri d'ufficio o all'omissione o al ritardo di un atto del suo ufficio. Se i fatti sono di particolare tenuità, la pena è diminuita”. 14
2 Analisi del contesto interno ed esterno1.6 Reati contesto i 2.1 Presentazione dell’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda Niguarda oggi è un Grande Ospedale Metropolitano di nome e di fatto, riferimento regionale e, per moltissime attività specialistiche, nazionale. Negli ultimi decenni, in particolare, ha intrapreso un importante programma di ristrutturazione edilizia e ammodernamento tecnologico e organizzativo che ha portato al superamento del concetto tradizionale di reparto a favore di un approccio multidisciplinare adeguato alle differenti necessità del paziente. Dai numerosi padiglioni del progetto originale, l’ospedale si è riorganizzato in tre grandi poli, Blocco DEA, Blocco Sud e Blocco Nord, che corrispondono rispettivamente ad aree a differente intensità di cura: emergenza- urgenza, alta intensità (fra cui trapianti, oncoematologia e chirurgia specialistica) media intensità e materno infantile. Inoltre, a seguito della riforma e del nuovo assetto del sistema sanitario lombardo, a partire dal 2016 l’ospedale ha superato i propri confini fisici e ampliato la propria mission, integrando alle attività specialistiche ospedaliere anche una serie di servizi territoriali e sociosanitari, per la realizzare un percorso di continuità di cura e presa in carico globale degli assistiti. 15
2.2 Il nostro organigramma aziendale 16
2.3 Lo stato di salute dell’Azienda Lo schema seguente mostra l’andamento della produzione e dei ricavi 2020, secondo il bilancio preventivo. 17
Lo schema seguente mostra l’andamento dell’attività clinica 2020. 18
2.4 Un anno di Covid Tra giovedì 20 e venerdì 21 febbraio 2020 la Lombardia si è improvvisamente trovata al centro di quella che in pochi giorni sarebbe diventata una delle più gravi emergenze sanitarie degli ultimi anni: la pandemia da coronavirus. Un’infezione virale sconosciuta, tranne che per la sua evidente velocità di diffusione, ha rapidamente cambiato la vita di tutti. Il Sistema sanitario e gli ospedali in prima linea come il Niguarda hanno dovuto in poche ore valutare, pianificare e attuare una serie di interventi per cercare di far fronte all’avanzata del virus. Dalla fine di febbraio il nostro ospedale è andato incontro ad una serie di cambiamenti e “rivoluzioni” quasi quotidiane. 19
Per poter coordinare le azioni necessarie, pianificare le strategie e gestire le diverse priorità, da fine febbraio è stata istituita un’Unità di Crisi aziendale. Confronti quotidiani, più volte al giorno, 7 giorni su 7, con la Direzione Strategica e le diverse figure a rappresentare tutte le aree interessate dall’emergenza. Tutti gli operatori di ogni area si sono misurati con qualcosa di difficile e nuovo, con un grande spirito di collaborazione e di responsabilità. Si andava dove c’era più bisogno, imparando cose nuove, mettendosi al servizio degli altri. Alcuni hanno dovuto fare i conti con carichi di lavoro maggiori, con condizioni appesantite dall’utilizzo di dispositivi di protezione indossati per lungo tempo, con ambienti nuovi e soprattutto con una patologia sconosciuta e che obbliga ad un approccio molto diverso con il paziente e con la sua famiglia. Da fine febbraio 2020, in poche settimane sono stati più che raddoppiati i posti letto di terapia intensiva: tra ristrutturazioni di aree dismesse e riconversione di altre strutture, nei giorni del picco dell’emergenza erano operativi 5 reparti di terapia intensiva dedicati all’assistenza di pazienti con grave compressione respiratoria a causa del virus, e circa 10 reparti per le degenze con livelli di assistenza diversi (da sub- intensiva a “post-covid”). Il nuovo assetto ha portato l’Ospedale ad ampliare il numero dei posti letto di terapia intensiva passando da 33 a 120. A questi vanno aggiunti i 10 reparti di degenza, quasi 300 posti letto, destinati esclusivamente ai pazienti affetti da covid 19. Grazie a questa dotazione è stato possibile assistere oltre 1000 pazienti (assistiti tra marzo e giugno 2020) e in particolare Niguarda è stato in grado di accogliere casi provenienti da altri ospedali, come Bergamo e Crema. Il Pronto Soccorso si è “sdoppiato” : in poche ore i professionisti sono riusciti a creare due percorsi completi e separati per assicurare la necessaria assistenza e sicurezza dei pazienti con sospetto covid dal resto degli ammalati. II laboratorio di analisi in poche settimane, lavorando 7 giorni su 7, 24 ore al giorno, è arrivato ad essere la struttura nazionale ad effettuare più tamponi al giorno per la diagnosi dell’infezione. Ma non c’è stato solo il coronavirus. Si perché, nonostante per i primi due mesi l’attività “ordinaria” sia stata sospesa, l’ospedale ha continuato a lavorare incessantemente per dare risposta anche alle “altre” emergenze: in una logica regionale di centri di riferimento per le urgenze, i professionisti del Niguarda hanno saputo mettere in campo nuove strategie per proseguire l’attività dei trapianti, dell’oncologia, dei traumi maggiori, delle urgenze neurologiche, neurochirurgiche ecc. 20
Quando è stato possibile, sono state attivate visite e consulti a distanza per proseguire con l’assistenza e le cure soprattutto dei pazienti cronici e fragili. In particolare, considerando le visite ambulatoriali effettuate in ospedale (urgenza, urgenza breve e area onco-ematologica) e tramite teleconsulto telefonico, sono state eseguite circa il 50% del totale di quelle prenotate. Dopo la prima ondata dell’inverno, in tutto il Paese con l’arrivo dell’autunno la curva dei contagi ha, purtroppo, ripreso a salire. La prima fase della pandemia era stata caratterizzata da una rapida e libera diffusione del virus, fino al marzo 2020, e da un successivo lockdown (9 marzo - 3 maggio) che ha permesso di rallentare in maniera drastica il dilagare del virus. La ripresa delle attività sociali e commerciali, gli spostamenti intra ed extra nazionali e le vacanze hanno fatto sì che durante l’estate il numero totale di contagi prima smettesse di calare (luglio/agosto), per poi riprendere nuovamente a salire (agosto/settembre). Alla riapertura delle scuole (14 settembre 2020) la seconda fase pandemica era ormai in corso, sia pure con una crescita lenta. Però, da metà ottobre la diffusione virale ha avuto un rapido peggioramento,con una progressione maggiore in alcune Regioni italiane, tra cui la Lombardia. A fronte di questo, in Regione Lombardia è stato adottato uno specifico piano ospedaliero, basato sull’individuazione di ospedali di riferimento, Hub, dedicati alle attività di cura e di degenza dei pazienti COVID 19, tra cui l’Ospedale Niguarda, e di ospedali “Spoke”. Per rispondere alle necessità di ricovero dei pazienti COVID positivi (con picchi nel mese di ottobre-novembre di circa 30 ricoveri al giorno) Niguarda ha dovuto necessariamente e gradualmente ridurre una parte dell’attività chirurgica programmata, ad eccezione di quella legata alle reti oncologiche e ‘tempo-dipendenti’ per la cura di patologie neurologiche, cardiovascolari e dei grandi traumi. Sulla base di questo piano regionale e della rapida evoluzione epidemiologica, dal mese di settembre Niguarda ha avviato una progressiva conversione delle degenze ordinarie di vari reparti in “settori COVID”, fino ad accogliere circa 350 pazienti, di cui 35 in terapia intensiva. 21
Sul fronte della terapia intensiva, infatti, sono state prontamente riaperte le unità allestite nella prima fase e, inoltre, gli operatori di Niguarda sono stati coinvolti nella gestione di un modulo di posti letto intensivi (16) nella nuova struttura sanitaria temporanea presso la Fiera di Milano. Obiettivo di questa struttura è l’incremento di posti letto intensivi e ad alta intensità di cura, per massimizzare l’utilizzo delle risorse e alleggerire il carico assistenziale nelle strutture ospedaliere. Non solo ospedale. Per poter dare una migliore risposta di cura e assistenza ai pazienti, è stato potenziato anche il territorio e le strutture afferenti al Niguarda. In particolare, tra ottobre e novembre sono “nati” due nuovi servizi, ossia la Centrale di monitoraggio dei pazienti positivi, in isolamento al domicilio, e la “degenza di comunità covid” per i pazienti dimessi dall’ospedale, in fase di remissione della malattia, che richiedono ancora un’assistenza sanitaria continua. Il servizio di monitoraggio è coordinato da una centrale operativa con sede a Villa Marelli (presidio territoriale di Niguarda) si suddivide tra l’attività di telemonitoraggio telefonico, le visite nell’ambulatorio territoriale e le consulenze telefoniche per i medici di medicina generale e delle RSA. La segnalazione dei casi da seguire arriva da ATS Milano (o in alcuni casi direttamente dal medico di medicina generale) e riguarda quelle persone che, in isolamento a casa, sono in una condizione clinica di maggiore fragilità o hanno un livello di rischio alto. In questi casi, infatti, un monitoraggio costante e un intervento tempestivo sono importanti per evitare un eventuale aggravamento della malattia. Lo staff degli infermieri di comunità contatta i pazienti una volta al giorno (oppure ogni due, in base alla situazione) e verifica le condizioni generali di salute, il livello di saturazione dell’ossigeno (misurato attraverso il saturimetro che viene consegnato a casa) e l’eventuale insorgenza di nuovi sintomi. Qualora vengano rilevati dei “campanelli di allarme”, lo staff può attivare una visita ambulatoriale prioritaria al presidio territoriale di Villa Marelli (ambuIatorio di “fast track”) dove un medico infettivologo effettua la visita e, in caso di necessità, esegue tutti gli accertamenti clinici del caso (dagli esami del sangue, all’ecografia polmonare alla radiografia del torace). Se dal monitoraggio telefonico, invece, emerge una situazione particolarmente grave, il paziente viene inviato direttamente al Pronto Soccorso, per una presa in carico d’urgenza. Alla centrale operativa di Villa Marelli fa riferimento anche l’attività di consulenza telefonica per i medici di medicina generale e per quelli delle RSA, per seguire casi specifici di loro pazienti con problematiche correlate al COVID. 22
La degenza di comunità è un reparto che rappresenta uno snodo importante tra l’ospedale e il territorio e che va a completare il percorso di cura organizzato per offrire ai pazienti una risposta a 360°. Il servizio si trova all’interno del presidio “ex Paolo Pini”, un’importante risorsa territoriale di Niguarda con quasi 300 mila metri quadrati destinati ad attività socio sanitarie, in un dedalo di viali alberati e giardini. L’organico della “degenza di comunità” può contare sulla presenza di personale infermieristico, socio sanitario e medico dedicato a questa altrettanto delicata fase della malattia. I pazienti accolti sono autosufficienti e con una stabilità cardio-respiratoria adeguata, per cui il ricovero in un ospedale per acuti non è più indicato. Qui il percorso di cura prosegue con il monitoraggio clinico e un’assistenza infermieristica continua, la gestione della terapia farmacologica, l’esecuzione di esami di controllo, visite specialistiche e, se necessario, l’ossigenoterapia a bassi flussi. Si tratta di uno sforzo organizzativo e gestionale enorme messo in campo dal Niguarda per cercare di rispondere sul territorio alle diverse necessità di chi viene colpito dal coronavirus ed evitare il rischio di una saturazione dei posti letto ospedalieri. Inoltre è stato attivato un ambulatorio per il monitoraggio a lungo termine dei pazienti seguiti a Niguarda per sintomatologia acuta dovuta all’infezione. Il Covid, infatti, minaccia di lasciare strascichi nei malati più gravi con esiti come fibrosi polmonare e di sindrome da stress post traumatico, ma anche di ictus, embolia polmonare, infarto, encefaliti e vasculiti. Il paziente, con priorità per coloro che sono stati ricoverati in Rianimazione, viene preso in carico da un team multi-specialistico, che comprende pneumologi, infettivologi e internisti ed effettua una serie di accertamenti diagnostici (elettrocardiogramma, spirometria, test del cammino) e un prelievo ematico per il dosaggio degli anticorpi, con valutazione di una eventuale possibilità di donazione di siero “iperimmune”. Viene inoltre somministrato un questionario clinico, psicologico e riabilitativo da cui è possibile evincere eventuali problematiche emerse successivamente alla dimissione. In caso vengano riscontrate anomalie è previsto l’invio del paziente allo specialista clinico (per esempio neurologo o cardiologo), l’avvio di un percorso di riabilitazione fisioterapica (per il recupero motorio, necessario dopo l’allettamento, o respiratorio, a causa delle lesioni polmonari) oppure l’instradamento verso un percorso psicologico. A seconda delle complicanze riscontrate, potrà essere prevista una successiva rivalutazione da parte degli specialisti dopo un periodo di 3, 6 o 12 mesi. 23
Ricerca I mesi della pandemia hanno visto l’impegno anche sul fronte della ricerca. I professionisti di Niguarda hanno dato vita a diversi studi e lavori scientifici sul fronte dell’innovazione alle cure per i malati colpiti dall’infezione. Tra questi uno studio sul sequenziamento del genoma virale condotto insieme con IRRCS Policlinico San Matteo di Pavia. Lo studio ha tracciato il “percorso seguito dall’epidemia” mostrando come il virus ha colpito la Lombardia nelle prime fasi epidemiche. Il lavoro ha inoltre delineato un potenziale mutageno del virus abbastanza contenuto a suffragio dell’ipotesi che il vaccino fosse una strada percorribile per fermarlo. Sul fronte delle possibili nuove terapie Niguarda è stato coinvolto nello studio TSUNAMI (acronimo di TranSfUsion of coNvaleScentplAsma for the treatment of severe pneuMonIa due to SARS.CoV2), una ricerca coordinata dall’Università di Pisa e approvata dall’Agenzia Italiana del Farmaco con lo scopo di valutare l’efficacia e il ruolo del plasma “iperimmune” ottenuto da pazienti convalescenti da COVID 19. Nello studio TSUNAMI, di tipo “comparativo randomizzato”, i pazienti vengono assegnati in maniera casuale al gruppo che riceve il trattamento sperimentale o al gruppo di controllo che riceve la cura standard. Questa modalità di ricerca e il numero molto ampio di pazienti da coinvolgere (500 su tutto il territorio nazionale) permetteranno di valutare in maniera scientifica se questo tipo di terapia riduca davvero le complicazioni e la mortalità della malattia. Ha aperto una nuova possibilità di trattamento dell’infezione lo studio condotto a Niguarda che ha interessato i pazienti che si sono sottoposti ad un trapianto di fegato. Grazie, infatti, alla collaborazione tra i Centri Trapianto europei, con il coordinamento degli epatologi e del Transplant center di Niguarda, portato a termine un progetto di ricerca per chiarire il ruolo delle terapie immunosoppressive in persone trapiantate di fegato e affette da COVID 19. L’analisi dei dati clinici del lavoro pubblicato sulla rivista scientifica Gastroenterology ha permesso non solo di chiarire la necessità di prosecuzione delle terapie immunosoppressive anti-rigetto, ma anche di dimostrare come alcuni farmaci, il tacrolimus in particolare, siano in grado di prevenire l’evoluzione della malattia COVID verso forme più gravi e, soprattutto, di ridurre significativamente la mortalità. 24
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