COPERTURA AUTOPORTANTE E DOPPIA CURVATURA: NEST HILO DELL'ETH ZURICH

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COPERTURA AUTOPORTANTE E DOPPIA CURVATURA: NEST HILO DELL'ETH ZURICH
Copertura   autoportante  e
doppia curvatura: NEST HiLo
dell’ETH Zurich
“HiLo” è il prototipo, in scala 1:1, di una copertura
autoportante a doppia curvatura in calcestruzzo TRC, ottenuta
combinando le nuove possibilità offerte dalla modellazione
parametrica/computazionale alla robotica, così come alle
avanzate metodologie di fabbricazione. Il processo progettuale
si sviluppò partendo da un modello parametrico integrato
utilizzato per l’ottimizzazione evolutiva della forma,
calibrata questa su più step, e la successiva analisi del
comportamento non lineare. Questi venne a realizzarsi in
Grasshopper, a cui si sommarono diversi altri plugin, quali
Karamba (per l’analisi strutturale e l’ottimizzazione degli
spessori), Kangaroo (per un successivo affinamento del form-
finding) e Octopus (per l’ottimizzazione multi-obiettivo).
Alta 7,5 m complessivi e con una superficie di 160 m2 (che
copre un’area di 120 m2), tale superficie anticlastica è data
da una parabola gaussiana a curvatura negativa, il cui
calcestruzzo possedeva uno spessore medio di soli 5 cm. Esso,
infatti, variava dai 3 cm nelle aree prossime alle selle fino
ad a giungere ai 12 cm nelle superfici prossime agli appoggi.

Per approfondire, leggi anche l’articolo di Fabrizio Aimar:
“Beyond Bending: come costruire ‘a sola compressione’ grazie
alla catenaria”
COPERTURA AUTOPORTANTE E DOPPIA CURVATURA: NEST HILO DELL'ETH ZURICH
Nest HiLo – courtesy Naida Iljazovic

Continuando il filone di ricerca portato a conoscenza del

grande pubblico internazionale durante la scorsa 15 a Mostra
Internazionale di Architettura a Venezia tramite la “Armadillo
Vault”, la “NEST HiLo” ambisce alla significativa
razionalizzazione nella fornitura delle materie prime, della
manodopera e dell’energia grigia. In tale ottica, il processo
costruttivo predispose la quasi sostituzione integrale di
potenziali casseforme in legno, funzionali al contenimento dei
getti in cls, con sistemi di sospensione con cavetti in
acciaio. Dapprima, 5 travi in legno lamellare a sezione
rettangolare vennero sagomate con l’ausilio di macchine CNC a
controllo numerico, la cui necessità di posa in opera lungo il
perimetro, mediante carpenteria metallica (barre filettate,
dadi, rondelle, bullonature a testa esagonale e piastre forate
di connessione), risiedette nella necessità di confinare i
getti delle altrettante zone convesse. Ognuna di esse è stata
suddivisa lungo direzioni radiali e concentriche rispetto alle
posizioni dei vari supporti.
COPERTURA AUTOPORTANTE E DOPPIA CURVATURA: NEST HILO DELL'ETH ZURICH
Approfondimenti

I professionisti del BIM
Fabrizio Aimar
L’ebook accoglie, per la prima volta, l'esperienza diretta
delle figure sopra citate, operative nei grandi studi di
progettazione quali società di architettura e ingegneria a
livello mondiale, oltre al campo accademico e della libera
ricerca. Oltre a queste figure, sarà importante capire anche
come il progettista "tradizionale" si interfacci con questa
nuova realtà del BIM, e quali strumenti utilizzi per
allinearsi a tale rivoluzione, che pare essere copernicana,
del comparto edile.

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Successivamente, la citata teoria di cavi, regolabili e a
bloccaggio rapido, funse da supporto ad un tessuto polimerico,
quest’ultimo nuova cassaforma per il getto del calcestruzzo
fibro-rinforzato in opera. I nodi vennero progettati con
l’obiettivo di garantire che il cavo avesse i necessari gradi
di libertà alla costituzione della rete. Detto vantaggio
realizzativo ha consentito anche all’area sottostante di
essere relativamente sgombra da centine o puntelli,
permettendo ad eventuali lavori in fieri di poter procedere.
Tale scelta consentì di poter considerare il riutilizzo futuro
degli stessi anche in opere tipologicamente differenti, grazie
all’adattabilità del presente sistema a nuove topologie. Esso,
infatti, offrirebbe un più preciso grado di controllo sulla
forma, facilmente ottimizzabile al fine di migliorarne il
comportamento     strutturale    rispetto alle   geometrie
tradizionali, come nelle strutture laminari in calcestruzzo
generabili da un paraboloide iperbolico.

Nest HiLo – courtesy Naida Iljazovic

Precisamente, i cavi tensionati di tale rete furono progettati
al fine di assumere la forma desiderata al di sotto del peso
del calcestruzzo bagnato, grazie a un preciso metodo di
calcolo algoritmico sviluppato dal gruppo di ricerca del Prof.
Block e dallo svizzero Centro Nazionale Ricerche (NCCR) per la
fabbricazione digitale. Infatti, in collaborazione con il
Laboratorio a Controllo Automatico presso l’ETH, venne
implementato un algoritmo con lo scopo di determinare la
tensione necessaria da applicare a ciascun cavo, il quale
permise, in un solo ciclo di controllo e di ri-tensionamento,
di ridurre del 50% gli abbassamenti indesiderati con una media
di 40 mm.
Approfondimenti

Strutture esistenti in muratura
Campagna Graziella
Partendo dalla classificazione per tipologia e per tecniche
costruttive degli edifici esistenti in muratura, l’Autore
fornisce indicazioni utili per operare l’indagine della
struttura, individuare il metodo di calcolo più adeguato e
verificare i meccanismi di collasso dell’edificio.

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Tale sistema sospeso possedeva un peso proprio di 500 kg a cui
si aggiunsero altri 300 kg del tessuto polimerico; dunque, un
totale di soli 800 kg per sorreggere circa 20 tonnellate
                                   3
complessive di cls bagnato (24 kN/m ) e, come detto, rinforzato
in fibre di carbonio. Quest’ultimo venne spruzzato in opera
avvalendosi di apposite lance, grazie ad un metodo sviluppato
ad hoc da Bürgin Creations e Marti in grado di assicurare la
tenuta del tessuto al di sotto del suddetto carico. Fu
delicato compito di Holcim Svizzera determinare il corretto
mix-design del calcestruzzo, il quale doveva combinare
esigenze di una sufficiente fluidità, al fine di essere
spruzzato e vibrato, ma al contempo essere anche abbastanza
viscoso da non scorrere sul tessuto in prossimità dei 5
appoggi.

Ecco il video relativo alle fasi costruttive:
//vimeo.com/234883130

Tale progetto, chiaramente dimostrativo, mira a testare il
contributo dell’ingegnerizzazione nel settore delle
costruzioni, abbinando ad una copertura voltata in
calcestruzzo, di ridotto spessore, la possibilità di essere
termicamente attiva e generatrice di energia al contempo.
Infatti, tale sistema voltato a guscio diverrà la chiusura
orizzontale della soluzione abitativa denominata “HiLo”,
duplex di dimensioni 16×9 m la cui costruzione è in programma
nel 2018 a Dübendorf, comune del Canton Zurigo in Svizzera, e
prevista in otto-dieci settimane.

Nest HiLo – courtesy Block Research Group

In intradosso della volta, verrà posato un sistema accoppiato
di climatizzazione e isolamento, mentre in estradosso saranno
installate celle fotovoltaiche a film sottile. A queste si
aggiungerà una soletta in calcestruzzo prefabbricato, non
rinforzato e termicamente attiva, la quale utilizzerà il 70%
in meno di cls rispetto alle tecniche costruttive
convenzionali. In ultimo, la facciata solare possiederà un
sistema adattativo cinetico, in grado di utilizzare
l’automazione e l’intelligenza artificiale robotica al fine di
produrre la quantità di energia necessaria. Verrà inoltre
ottimizzato l’ombreggiamento e i guadagni solari, così come
modulata la privacy, puntando a zero emissioni in esercizio.
Dunque, nuovi approcci dell’ingegneria strutturale verso il
form-finding degli elementi di calcestruzzo soggetti a sola
compressione, il cui prototipo in questione, dalle superfici
anticlastiche a forma di sella, è stato realizzato fisicamente
nell’arco di 6 mesi ma per la cui gestazione sono stati
necessari, complessivamente, 4 anni. L’intero articolo si è
avvalso dell’uso di tempi verbali al passato in quanto l’opera
è già stata distrutta, volendo essa rappresentare, infatti,
una sorta di “beta test” che anticipa la sua realizzazione
definitiva.

Photogallery

Nest HiLo - courtesy Naida Iljazovic

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Nest HiLo - courtesy Naida Iljazovic

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Nest HiLo - courtesy Naida Iljazovic

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Nest HiLo - courtesy Naida Iljazovic

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Nest HiLo - courtesy Naida Iljazovic

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Nest HiLo - courtesy Naida Iljazovic

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Nest HiLo - courtesy Naida Iljazovic

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Nest HiLo - courtesy Michael-Lyrenmann

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Nest HiLo - courtesy Michael Lyrenmann

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Nest HiLo - courtesy Michael Lyrenmann

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Nest HiLo - courtesy Michael Lyrenmann

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Crediti
Progetto architettonico e strutturale: Block Research Group –
ETH Zurigo (Philippe Block, Tom Van Mele, Tomás Méndez
Echenagucia,     Andrew   Liew,   Ioannis   Mirtsopoulos);
supermanoeuvre       (Dave    Pigram,    Iain    Maxwell);
Bollinger+Grohmann; Geodesia matematica e fisica del
Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Geomatica –
ETH Zurigo; Laboratorio a controllo automatico del
Dipartimento di tecnologia dell’informazione e di Ingegneria
Elettronica – ETH Zurigo;
Realizzazione: Marti (appaltatore); Bürgin Creations (opere in
calcestruzzo); Holcim Svizzera (miscela calcestruzzo); Doka
(carpenterie);
Altri fornitori e posatori: Jakob (cavi); Bruno Lehmann
(raccordi bilanciatori e sistemi di sospensione); Blumer
Lehmann (legname); Dafotech (carpenteria metallica); Bieri
(tessuti polimerici);
Sponsors: ETH Zurigo; NCCR Digital Fabrication; Holcim
Svizzera;
Committente: EMPA (Laboratorio federale svizzero per la
Scienza dei Materiali e la Tecnologia).

Leggi anche: Solai, coperture e altri lavori speciali: guida
alla sicurezza

Approfondimenti

Edifici alti e grattacieli
Fabrizio Aimar
Un'opera in 3 e-Book, acquistabili insieme o separatamente,
che analizza nel dettaglio gli aspetti strutturali, le
facciate e il concept dei grattacieli, utilizzando come esempi
4 casi studio esemplari, costituiti da edifici alti di chiara
fama, universalmente riconosciuti quali icone: il Burj Khalifa
(838 m), a Dubai, la Shanghai Tower (632 m), il One World
Trade Center (541,3 m), a New York,, la Jamsil Lotte World
Tower (554,5 m), a Seoul.

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