Contributo delle Categorie PMI, Professioni, Artigianato ed Economia Sociale Mandato CESE 2006-2010 Versione Italiana

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Contributo delle Categorie PMI, Professioni, Artigianato
                 ed Economia Sociale
                          per il

               Mandato CESE 2006-2010
                      COMPENDIO

                     Versione Italiana

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INDICE

CAPITOLO I - Raggiungere lo sviluppo completo del mercato interno, anticipando il
cambiamento industriale

CAPITOLO II - Rafforzare la coesione economica e sociale

CAPITOLO III - Assicurare una competitività crescente all’interno e all’esterno
dell’Unione Europea

CAPITOLO IV - Migliorare le politiche a favore dell’efficienza energetica

CAPITOLO V - Relazioni Esterne

CAPITOLO VI – Impiego, Affari Sociali, Cittadinanza

Allegato 1 - Altri Pareri relativi alle PMI e all’Artigianato – Economia Sociale

Allegato 2 – Principali raccomandazioni da workshops o conferenze

Allegato 3 – Lista dei membri delle Categorie PMI, Professioni, Artigianato ed Economia
Sociale - link

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INTRODUZIONE di Staffan Nilsson, Presidente del Gruppo III – Interessi vari

Questa pubblicazione è il risultato concreto del lavoro congiunto svolto da due delle cinque
Categorie del CESE, precisamente da quella “PMI, Artigianato e Professioni” e dalla Categoria
"Economia Sociale"1[1]. Tali Categorie sono organi informali che riuniscono membri del CESE
che condividono lo stesso ambito di competenze e provengono da gruppi diversi. Il loro scopo
è di controllare i lavori del CESE, presentare nuove proposte, incontrare e discutere con i
rappresentanti delle principali organizzazioni europee e nazionali al fine di fornire degli input
specifici a nome deli vari interessi economici e sociali che esse rappresentano.
Il Compendio tocca una vasta gamma di tematiche, tra cui la competitività, la coesione sociale
ed economica, la ricerca e sviluppo, l’efficienza energetica, le politiche per le PMI, le relazioni
esterne, l’occupazione e la responsabilità sociale d’impresa. Esso costituisce un interessante
estratto dei lavori svolti dal CESE e può senza dubbio essere particolarmente prezioso per
organizzazioni e individui che lavorano nel campo delle PMI, dell’Artigianato, delle Professioni
e dell’Economia Sociale.

Staffan NILSSON
Presidente del Gruppo III

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INTRODUZIONE di Claudio Cappellini, Portavoce della Categoria PMI, Professioni e
Artigianato

Caro lettore,

Il mandato 2006 – 2010 del CESE è giunto alla sua fase finale. Molti sono stati gli sforzi profusi
dal CESE nel suo complesso, e in particolare dalla sua Categoria PMI, Professioni e
Artigianato, presieduta da un membro del Gruppo III, per realizzare Opinioni condivise e
Rapporti, per promuovere workshop e conferenze riguardo alla vita quotidiana delle imprese e
alle prospettive della spina dorsale dell’economia dell’UE rappresentata dalle PMI. La richiesta
crescente di misure concrete di semplificazione, di accesso al credito e a nuovi mercati
europei e globali ha determinato svariate proposte politiche realizzate attraverso diverse
Opinion che sono sintetizzate nella prima edizione. Questa pubblicazione, in particolare in
questi tempi di crisi economica e sociale, si rivolge alle PMI interessate e alle loro
organizzazioni di rappresentanza, alle Autorità competenti che desiderano analizzarla per
scopi di ricerca, per un follow-up permanente delle nostre Opinioni e per rafforzare questo
contributo per l’attuazione dell’agenda legislativa dell’UE e la strategia Europa 2020. Per i
nuovi membr del CESE e per le nuove Sezioni e i nuovi osservatori del Comitato potrebbe
rappresentare un “compendio aperto” per migliorare la consapevolezza sui risultati consegnati
alle Istituzioni Europee e alla Società civile organizzata nel suo complesso e per la qualità
delle nostre funzioni consultive, cme previsto dal nuovo Trattato di Lisbona.

Ringraziamo sinceramente tutti i colleghi e collaboratori, in particolare Paolo Montini, che
hanno lavorato con la nostra Categoria con impegno costante e siamo sicuri che le nuove
sfide e i nuovi compiti nell’interesse delle PMI e dell’artigianato saranno svolti per aumentare
queste informazioni, il monitoraggio dei dati e questo patrimonio comune. Ogni suggerimento è
più che gradito. Siete pregati di rivolgerlo a group3@eesc.europa.eu.

Cordiali saluti,

Claudio Cappellini, Portavoce della Categoria PMI, Professioni e Artigianato

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PREFAZIONE

Il nostro mandato 2006-2010 sta giungendo al termine. Su questo sfondo e nel contesto della
nostra collaborazione, la Categoria delle PMI e quella dell’Economia Sociale hanno pensato
che sia il momento giusto per guardare indietro e fare il punto del lavoro svolto durante questi
anni, identificando i contributi più importanti che il CESE ha fatto in relazione alle nostre
categorie. Nel caso della Categoria Economia Sociale (la più grande del CESE) che ho avuto
l’onore di presiedere, penso che il mandato attuale possa considerarsi fruttuoso e produttivo.
Oltre alle nostre iniziative (come lo Studio sull’Economia Sociale nell’UE pubblicato nel 2007 o
i vari seminari su una vasta gamma di argomenti – non discriminazione, servizi di interesse
generale, ripresa economica), i membri della Categoria Economia Sociale hanno collaborato a
una miriade di opinioni che, direttamente o indirettamente, toccano l’economia sociale e
generano nuove proposte politiche e raccomandazioni. In questa pubblicazione elenchiamo e
sistematizziamo le più rilevanti. Speriamo possa diventare un utile strumento di riferimento per
tutti quelli che, come la nostra Categoria, stanno lavorando duramente per permettere
all’Economia Sociale di ottenere il riconoscimento politico e legale che merita. Come ultimo
punto, ma non per importanza, desidero ringraziare Claudio Cappellini per il suo grande
entusiasmo, Jose Juan Cabezuelo del CIRIEC per la sua approfondita ricerca e il mio sostituto
Pablo Lopez-Alvarez per il suo sostegno impagabile. Senza di loro questa modesta
pubblicazione non sarebbe mai venuta alla luce.

Miguel Ángel Cabra de Luna, Portavoce della Categoria Economia Sociale

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CAPITOLO I

  Raggiungere lo sviluppo completo del mercato interno, anticipando il cambiamento
                                          industriale

 1.1 Partecipazione delle imprese – 7° Programma Quadro 2007-2013
 1.2 Partecipazione delle imprese – 7° Programma Quadro 2007-2011 (Euratom)
 1.3 Statistiche sulla struttura delle imprese
 1.4 Procedure di revisione per l’assegnazione di contratti pubblici
 1.5 Il potenziale delle imprese, in particolare delle PMI
 1.6 Rapporto sulla Concorrenza
 1.7 Programmi di Ricerca e Sviluppo per le PMI
 1.8 Appalti pubblici internazionali
 1.9 Sviluppi nel settore dei servizi alle imprese in Europa
1.10 Politiche per le PMI
1.11 Un mercato unico per l’Europa del 21esimo secolo
1.12 Obblighi di pubblicazione e traduzione per certe categorie di imprese
1.13 Requisiti di divulgazione per imprese di media dimensione e obblighi di compilazione
1.14 Un’iniziativa europea per lo sviluppo del micro-credito a sostegno della crescita e
        dell’occupazione
1.15 Revisione di medio termine della politica per le PMI
1.16 Cooperazione e trasferimento di conoscenze tra istituti di ricerca, industrie e PMI
1.17 Strumento Europeo di Microfinanziamento
1.18 Diverse categorie d’impresa
1.19 Conti annuali di alcuni tipi di società per quanto riguarda le microentità
1.20 Small Business Act
1.21 Ritardi di pagamenti nelle transazioni commerciali
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1.22 Nomenclatura tessile e relativa etichettatura dei prodotti tessili
1.23 Industruie culturali e creative
1.24 Migliorare i modelli di “partenership partecipative pubblico-private” nel dispiegamento di
        “e-services” per tutti nell’UE a 27

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La Sezione INT

Le opinioni del comitato che potete trovare in questo capitolo fanno riferimento al lavoro della Sezione per il
Mercato Unico, Produzione e Consumo (Sezione INT). L’obiettivo di questa sezione è contribuire al
completamento e all’armonioso funzionamento del Mercato Unico. Le aree in cui questa sezione lavora per
ottenere tale risultato sono: Piccole e Medie Imprese, politica industriale, politiche di mercato e della
concorrenza, servizi, economia sociale, professioni, diritto d’impresa, ricerca, proprietà intellettuale, protezione
dei consumatori e sindacati.
La Sezione ha anche un Osservatorio sul Mercato Unico, che è un’unità specifica che monitora il
funzionamento del Mercato Unico e propone soluzioni per eliminare gli ostacoli o introdurre miglioramenti.

Punti di contatto della Sezione INT

Presidente: Mr. Bryan Cassidy (Gruppo I, Regno Unito)
Capo Unità: Mr. Luís Lobo
Tel: +32 (0) 2-546.97.17 (Capo Unità)
e-mail: int@eesc.europa.eu

1.1 Partecipazione delle imprese – 7° Programma Quadro 2007-2013

Documento di riferimento: INT 309 – CESE 956/2006

Data: 11.07.2006
Relatore: Mr Gerd Wolf

In merito alla proposta della Commissione riguardo alle condizioni, regole e procedure secondo cui imprese,
università, centri di ricerca e altre persone giuridiche ricevono finanziamenti nel’ambito del Settimo Programma
Quadro ((2007-2013)COM(2005) 705 final – 2005/0277 (COD)), il CESE accoglie favorevolmente la maggior
parte dei regolamenti proposti e anche la pianificazione di un nuovo tetto massimo di sovvenzioni per i
beneficiari delle stesse e per le loro rispettive aree di attività, e si compiace del fatto che questo porterà a

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miglioramenti nel sostegno alle PMI. Il Comitato raccomanda che in futuro venga data alle parti contrattuali
una maggiore libertà nelle trattive e anche nella scelta degli strumenti.

1.2 Participazione delle imprese – 7° Programma Quadro 2007-2011 (EURATOM)

Documento di riferimento: INT 314 – CESE 957/2006
Data: 12.07.2006
Relatore: Mr Antonio Pezzini

In merito alla Proposta di un Regolamento del Consiglio (Euratom) che stabilisca le regole per la
partecipazione di imprese, centri di ricerca e università ad azioni nell’ambito del Settimo Programma Quadro
della Comunità Europea per l’Energia Atomica e per la disseminazione dei risultati delle ricerche (2007-2011),
il CESE accoglie con favore la proposta della Commissione. Crede che per permettere la partecipazione a
EURATOM FP7 e ai suoi programmi specifici, è cruciale fornire un quadro normativo semplice, comprensibile,
preciso e trasparente e che, soprattutto, possa dare certezze ai potenziali partecipanti. Inoltre, il Comitato
ritiene che un livello appropriato di finanziamenti della Comunità sia destinato a ricerca, formazione, azioni
dimostrative, coordinamento e supporto, reti di eccellenza e alla sovvenzione delle ricerche sull’energia di
fusione.

1.3 Statistiche sulla struttura delle imprese

Documento di riferimento: INT 315 – CESE 1156/2006
Data: 21.09.2006
Relatrice: Ms Susanna Florio

Il CESE, chiamato a dare un’opinione sulla Proposta di Regolamento a riguardo delle Statistiche strutturate
delle imprese (COM(2006)66 finale - 2006/0020(COD), sottolinea il ruolo chiave di Eurostat in qualità di
strumento per il monitoraggio delle politiche dell’Unione Europea e crede che il lavoro di Eurostat debba
essere rafforzato. Il Comitato ritiene che le statistiche debbano basarsi su dati aggiornati. Sono fortemente
necessarie statistiche mirate e aggiornate sulla struttura delle imprese e delle loro attività produttive, tenendo
in considerazione il volume e la varietà delle attività (produzione, commercio, distribuzione) che a volte
vengono svolte da un’unica impresa. Il Comitato fa notare che le statistiche sulla struttura delle imprese,

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incluse quelle sulla demografia, devono sempre includere un’analisi accurata della qualità dell’impiego. Per
quanto riguarda la questione degli acquisti di energia e degli investimenti in risorse umane nel settore della
ricerca e sviluppo, il CESE ritiene sia importante verificare sia la rilevanza qualitativa che quella quantitativa
che questi hanno nella vita delle imprese.

1.4 Procedure di revisione per l’assegnazione di contratti pubblici

Documento di riferimento: INT 318 – CESE 87/2007
Data: 25.01.2007
Relatore: Mr Joost van Iersel

Nel 1991 e nel 1993 sono entrate in vigore due direttive riguardanti l’applicazione di procedure di revisione
rispettivemanete per le Direttive sui servizi pubblici e classici. Dato che le Direttive sugli acquisti pubblici sono
dirette a creare un’atmosfera aperta, leale e trasparente affinché le imprese in Europa possano competere su
base egualitaria, queste Direttive di Rimedio forniscono procedure per le imprese che desiderano presentare
un reclamo sulla partecipazione e aggiudicazione di contratti pubblici cui sono interessate. Il CESE è chiamato
a dare un’opinione sulla Proposta di Direttiva che modifica le due Direttive del Consiglio summenzionate
(COM(2006)195 finale/2 – 2006/0066 (COD), in cui le proposte principali sono costituite dall’introduzione di un
periodo di congelamento di 10 giorni tra la decisione di assegnazione di un contratto e la sua finalizzazione e
l’abrogazione dell’attestazione e le procedure di conciliazione. Il CESE è d’accordo con il documento della
Commissione e ritiene che il periodo di congelamento debba essere definito in giorni lavorativi, e che la
necessità di sviluppare uno strumento automatico di ricerca da utilizzare in tale sede per avvertire gli offerenti
della pubblicazione di notifiche cui potrebbero essere interessati migliorerebbe indubbiamente l’efficacia di tali
notifiche.

1.5 Il potenziale delle imprese, in particolare delle PMI

Documento di riferimento: INT 324 – CESE 982/2007
Data: 26.07.2007

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Relatrice: Ms Faes

Il CESE ha formulato di sua iniziativa un’opinione sul “Potenziale delle imprese, in particolare delle PMI
(Strategia di Lisbona)”. In merito alla Strategia di Lisbona va detto che, nonostante abbia prodotto risultati
positivi, essa non ha finora avuto piena efficacia in particolare nei settori della crescita economica e industriale
e nella creazione di maggiori e migliori posti di lavoro. Infatti, le imprese europee si trovano di fronte a un
mercato unico incompleto in cui operare, nonostante le PMI rivestano un ruolo chiave per raggiungere gli
obiettivi di Lisbona. A tale riguardo il CESE è a favore di linee guida più mirate alle PMI, efficaci ed integrate,
specialmente per le riforme micro-economiche; il principio "pensare anzitutto in piccolo" sarà il principio guida
di tutte le leggi più importanti. Il Comitato richiede un “Anno dell’Imprenditore” nel 2009; cercherà di assicurare
un efficace Programma per la Competitività e l’Innovazione, che fornisca un sostegno efficiente e sia di facile
accesso alle PMI, e un 7° Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo e Fondi Strutturali che semplificano la
partecipazione delle PMI e allo stesso tempo richiede di fare un’analisi del coinvolgimento delle PMI nei
programmi comunitari. Tutto questo ha come obiettivo quello di promuovere e utilizzare le buone pratiche nel
campo delle PMI e delle crescita della competitività.

1.6 Rapporto sulla Concorrenza

Documento di riferimento: INT 371 – CESE 262/2008
Data: 13.02.2008
Relatore: Mr Franco Chiriaco

Ristabilendo interi settori economici secondo le logiche e dinamiche del mercato, la politica della concorrenza
ha dato un contributo pratico alla creazione di un mercato unico europeo coeso, con poche norme e
regolamenti. Il CESE apprezza la strategia di modernizzazione della Commissione riguardo al piano d’azione
sugli aiuti di Stato, che si basa su: aiuto di Stato mirato, analisi economica, procedure efficaci e responsabilità
condivisa tra la Commissione e gli Stati Membri. Sostiene inoltre la posizione adottata dalla Commissione che
permette aiuti di Stato per il trasferimento di tecnologie, innovazioni e la struttura multisettoriale per i maggiori
progetti di investimento e che tratta tali aiuti in modo differente. Nel verificare i casi di aiuti di Stato, la
Commissione dovrebbe accettare, poiché giustificato, lo speciale trattamento fiscale adottato dagli Stati
Membri per le società mutuali, come le cooperative e le imprese con maggiore impatto sociale.

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1.7 Programmi di Ricerca e Sviluppo per le PMI

Documento di riferimento: INT 397 – CESE 977/2008
Data: 03.06.2008
Relatore: Mr Claudio Cappellini

Al CESE è stata richiesta un’opinione su una Proposta di Decisione del Parlamento Europeo e del Consiglio
sulla partecipazione della Comunità a un programma di ricerca e sviluppo volto a sostenere le PMI impegnate
in ricerca e sviluppo intrapreso da diversi Stati Membri (COM(2007)514 finale - 2007/0188(COD). Il Comitato
accoglie positivamente la poposta degli Stati Membri sull’adozione del programma Congiunto Eurostars in
supporto delle cosi dette "PMI impegnate in R&S" e fa una serie di considerazioni e raccomandazioni: il
programma dovrebbe essere aperto a tutte le PMI; dovrebbe essere rivisto il criterio di eleggibilità del
programma e i criteri che stabiliscono la partecipazione delle PMI; i progetti dovrebbero essere selezionati in
base all’eccellenza del loro contenuto e in base all’esperienza manageriale in R&S; dovrebbe esserci piena
trasparenza in merito ai risultati della selezione dei progetti che dovrebbe essere resa pubblica in Internet
attraverso il network Eureka. Inoltre, il CESE chiede che si presti maggiore attenzione alla sproporzione degli
oneri regolamentari che grava sulle PMI e crede sia necessario ridurre i costi di gestione e semplificare le
procedure di partecipazioone delle PMI.

1.8 Appalti pubblici internazionali

Documento di riferimento: INT 394 – CESE 979/2008
Data: 05.06.2008
Relatore: Mr Henri Malosse

Il CESE ha fornito un contributo sulla rinegoziazione del GPA. Raccomanda che la Commissione si opponga
con forza alle pratiche protezionistiche di alcuni Stati parti dell’accordo. In merito agli aiuti pubblici allo
sviluppo, il CESE è a favore di un graduale e reciproco abbandono dei sistemi di “aiuto-legato”. Diversamente,
il Comitato è contrario all’introduzione di un sistema a quote per le PMI come quello applicato sulla base dello
Small Business Act americano, ma a favore di un piano di azione per le PMI europee, in particolare per le

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imprese molto piccole, che contenga iniziative concrete, un’agenda e un budget pluriennale e si rivolga alla
promozione dell’innovazione e delle imprese start-up, in particolare nelle aree chiave dell’efficienza energetica
e della protezione ambientale.

1.9 Sviluppi nel settore dei servizi alle imprese in Europa

Documento di riferimento: INT 412 – CESE 1192/2008
Data: 16.07.2008
Relatore: Mr Edwin Calleja

Il CESE, chiamato a fornire un’opinione in merito agli sviluppi del settore dei servizi alle imprese in Europa,
riconosce l’importanza del settore dei servizi nello sviluppo economico e sociale in una società sottoposta a
grandi cambiamenti. Il Comitato sostiene che, data la vasta gamma di possibili azioni in aree politiche legate ai
servizi alle imprese, è molto importante stabilire delle priorità nel seguente ordine: azioni sulle politiche dei
servizi alle imprese e un gruppo di alto livello; politiche del mercato del lavoro nei servizi alle imprese; servizi
alle imprese nelle politiche dell’innovazione; sviluppo degli standard per i servizi alle imprese; il mercato
interno e i regolamenti che incidono sui servizi alle imprese; ulteriori miglioramenti nelle statistiche sui servizi
alle imprese.

1.10 Politiche per le PMI

Documento di riferimento: INT 390 – CESE 1187/2008
Data: 17.07.2008
Relatore: Mr Claudio Cappellini

Il CESE, chiamato a fornire un’opinione sulle diverse misure politiche, a parte quelle sui finanziamenti
appropriati, ritiene che lo Small Business Act per l’Europa (SBAE) dovrebbe rendere possibile il rilancio della
Carta Europea delle Piccole Imprese; inoltre, ritiene che lo SBAE non rappresenti soltanto una notevole
opportunità per sviluppare il potenziale delle piccole imprese, ma permetterà di valutare anche in quale misura
le istituzioni europee e gli Stati Membri desiderino lanciare una genuina politica di sostegno volontario e
durevole per le PMI e le imprese più piccole. Il Comitato raccomanda 10 misure chiave per sostenere e
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rilanciare lo sviluppo delle PMI, come: avere una buona conoscenza del panorama europeo; assicurare che la
legislazione rispetti i quattro seguenti principi fondamentali: 1) efficaci analisi di impatto, 2) proporzionalità, 3)
"solo uno," e 4) principio di garanzia; assicurare che ogni livello di legislazione consideri la situazione e i
bisogni dei vari tipi di PMI e applichi il principio "pensare anzitutto in piccolo"; rilanciare la cooperazione e lo
scambio tra organizzazioni; introdurre una politica dell’innovazione più ampia e duratura incentrata sulle
piccole imprese; semplificare e promuovere l’accesso delle PMI ai programmi europei; lanciare una politica per
il trasferimento della proprietà d’impresa.

1.11 Un mercato unico per l’Europa del 21esimo secolo

Documento di riferimento: INT 409 – CESE 1502/2008
Data: 18.09.2008
Relatori: Mr Bryan Cassidy, Mr Raymond Hencks e Mr Claudio Cappellini

Il CESE sottolinea l’importanza della Strategia di Lisbona come strumento di aiuto per il mantenimento dei
benefici del Mercato Unico e del suo sviluppo e consolidamento. Un Mercato Unico ben funzionante,
competitivo e promotore di innovazioni è fondamentale affinché l’Europa possa trarre il massimo vantaggio
dalla globalizzazione e al contempo garantire i suoi standard sociali. L’innovazione nell’amministrazione delle
politiche sociali dovrebbe comprendere l’insieme delle organizzazioni dell’economia sociale (come ad esempio
le cooperative) che possono provvedere alla fornitura di servizi più vicini alle comunità di utenti sotto la
supervisione di regolamenti appropriati. Il CESE, pertanto, propone un approccio multisfaccettato e graduale,
che combini gli aspetti specifici del settore e del caso, che condurranno all’adozione di iniziative legislative
dove richiesto e/o di quei principi e condizioni adatti ai diversi settori interessati.

1.12 Obblighi di pubblicazione e traduzione per certe categorie di imprese

Document reference: INT 430 – CESE 1505/2008
Date : 22.09.2008
Rapporteur: Mr Edgardo Maria Iozia

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Il CESE, chiamato a fornire un’opinione in merito alla proposta di Direttiva del Parlamento Europeo e del
Consiglio, che modifica le Direttive del Consiglio 68/151/EEC e 89/666/EEC riguardanti gli obblighi di
pubblicazione e traduzione di certe categorie di imprese (COM(2008)194 finale - 2008/0083(COD)), ha
approvato il contenuto di quel documento. Il Comitato fa notare che la proposta vuole semplificare e ridurre gli
oneri amministrativi nelle aree sensibili degli obblighi di pubblicazione e traduzione per certe categorie di
imprese su cui spesso gravano costi sproporzionati e spesso non necessari. A tal proposito il CESE
raccomanda che la Commissione incoraggi gli Stati Membri a seguire semplificazioni amministrative per le
imprese trasferendo online tutte le informazioni che sono richieste per essere pubblicate sotto la presente
legislatura.

1.13 Requisiti di divulgazione per imprese di medie dimensioni e obblighi di
compilazione

Documento di riferimento: INT 431 – CESE 1506/2008
Data: 22.09.2008
Relatore: Mr Claudio Cappellini

Il CESE, chiamato a fornire un’opinione in merito alla proposta di Direttiva (COM(2008)195 finale – 2008/0084
(COD) che modifica la Quarta Direttiva sul Diritto Societario (78/660/EEC) e la Settima Direttiva (83/349/EEC),
in riguardo a certi requisiti di divulgazione per piccole e medie imprese nonché obblighi di compilazione di
conti consolidati, accoglie positivamente il fatto che le eccezioni previste per le piccole imprese sono estese
alle medie in quanto comportano una riduzione degli oneri derivanti dagli obblighio di reporting per tali
imprese. La semplificazione proposta si basa sui bisogni delle PMI e degli utilizzatori delle informazioni
finanziarie. Tuttavia, finora c’è stata una mancanza di ricerca e di prove di supporto per determinare I bisogni
degli utilizzatori, che possono variare tra I diversi Stati Membri dell’UE. Prima di introdurre ulteriori modifiche ai
requisiti finanziari delle PMI, dovrebbe essere considerata la posizione attuale in termini di sollevamento di
opzioni nel quadro della Quarta e Settima Direttiva. Pertanto il CESE raccomanda una ricerca in quest’area.

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1.14 Un’iniziativa europea per lo sviluppo del micro-credito a sostegno della crescita e
dell’occupazione

Documento di riferimento: INT 423 – CESE 1503/2008
Data: 25.09.2008
Relatore: Mr Antonio Pezzini

Il principale ostacolo per le PMI europee contro una maggiore innovazione di processi e prodotti risiede nella
conquista dell’accesso al credito. Il CESE, chiamato a fornire un’opinione in merito alla Comunicazione della
Commissione su “Un’iniziativa europea per lo sviluppo del micro-credito a sostegno della crescita e
dell’occupazione” (COM(2007)708 finale/2), ritiene che l’iniziativa della Commissione sia un importante
sostegno per aumentare la stabilità e la crescita delle micro-imprese e definire una nuova struttura comunitaria
di assistenza per il microcredito. Tuttavia, il Comitato crede che il mero incoraggiamento agli Stati Membri non
sia sufficiente. Il Comitato è convinto che il sostegno al microcredito debba andare di mano in mano con la
formazione al credito di coloro che ne fanno richiesta, e che questo sia necessario per stimolare il Sistema
europeo di riferimento attraverso, per esempio, l’istituzione di un network di accordi sugli investimenti
socialmente responsabili; la creazione di un sistema di rating europeo per le banche e gli istituti microfinaziari
non bancari; l’introduzione di misure europee finalizzate alla formazione continua e al capacity building del
personale manageriale di banche e istituti microfinaziari non bancari; infine anche attraverso l’istituzione di un
network europeo di banche dati.

1.15 Revisione di medio termine della politica per le PMI

Documento di riferimento: INT 392– CESE 1657/2008
Data: 30.10.2008
Relatore: Mr Brendan Burns

Il CESE, chiamato a fornire un’opinione in merito alla Comunicazione della Commissione sulla revisione di
medio termine della politica per le PMI (COM (2007) 592 finale), adottata dalla Commissione nel 2005, ritiene
importante la necessità di sviluppare l’imprenditorialità degli studenti. Il CESE crede che la Commissione
debba incoraggiare i vari governi nazionali a cooperare con organizzazioni come CEDEFOP, le varie
organizzazioni di PMI e il CESE per sviluppare un Sistema di qualifiche della formazione professionale

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credibile, trans-europeo e orientato agli affari, che incontri i bisogni delle imprese, in particolare delle PMI. Il
CESE ritiene anche che la definizione di PMI debba essere rivista e debba essere fornita la prova che dimostri
quale sarebbe l’effetto se il fatturato annuale alternativo e i bilanci annuali fossero usati per definire le
microimprese e le PMI, e quelle procedure speciali dovrebbero essere implementate in merito all’accesso a
fondi europei e finanziamenti per microimprese e PMI.

1.16 Cooperazione e trasferimento di conoscenze tra istituti di ricerca, industrie e PMI

Documento di riferimento: INT 448 – CESE 330/2009
Data: 03.03.2009
Relatore: Mr Gerd Wolf

Il CESE ha redatto di sua iniziativa un’opinione sulla cooperazione e il trasferimento di conoscenze tra istituti
di ricerca, industrie e PMI, come prerequisito importante per l’innovazione. Questa opinione riguarda la
cooperazione e il trasferimento di conoscenze tra organizzazioni che fanno ricerca, industrie e PMI. A tale fine,
il CESE raccomanda che coloro che lavorano nell’industria e nelle PMI siano sistematicamente informati su
quali risorse di conoscenza e tecnologiche sono disponibili nelle università e nei centri di ricerca nell’UE e
come possano essere stabiliti contatti rilevanti, che la Commissione debba lavorare per redigere un motore di
ricerca su scala europea (internet), che complementi il sistema di informazioni esistente. Il CESE sostiene che
vada introdotto un Brevetto comunitario europeo, con un periodo di grazia appropriato che non violi lo status di
novità.

1.17 Strumento Europeo di Microfinanziamento

Documento di riferimento: INT 494 – CESE 1457/2009
Data: 01.10.2009
Relatore: Mr Gabriele Bischoff

Strutture finanziarie appropriate per le imprese sono un prerequisito chiave per la crescita economica, non
ultimo per quella delle microimprese nell’economia sociale. Lo sviluppo del microcredito va quindi benvenuto,
dato che potrebbe rappresentare un nuovo modo per promuovere lo spirito imprenditoriale e creare nuovi posti
di lavoro nelle microimprese. La proposta della Commissione del 2 Luglio 2009 sull’istituzione di uno

                                                        17
Strumento Europeo di Microfinanziamento per l’Occupazone e l’Inclusione Sociale ha come obiettivo, in vista
della crisi economica e finanziaria e del seguente impatto sui livelli di occupazione e sulla disponibilità del
credito, la creazione di una nuova struttura UE di microfinanziamento per assistere le persone
(potenziamlmente) disoccupate e i gruppi emarginati nell’istituzione di microimprese o nel diventare lavoratori
autonomi, attraverso la fornitura di micro-crediti fino a 25 000 EUR. Il sostegno può essere fornito anche alle
microimprese dell’economia sociale che danno lavoro a persone disoccupate ed emarginate. Lo scopo di tale
iniziativa è quello di preparare la strada a disoccupati e gruppi emarginati affinché diventino imprenditori.

1.18 Diverse categorie d’impresa

Documento di riferimento: INT 447 – CESE 1454/2009
Data: 01.10.2009
Relatori: Mr Miguel Ángel Cabra de Luna e Ms Marie Zvolská

Proteggere e preservare le diverse categorie di imprese è estremamente importante per realizzare il mercato unico e
mantenere il modello sociale europeo, così come per concretizzare gli obiettivi della Strategia di Lisbona per
occupazione, competitività e coesione sociale. In questa diversità, c’è una vasta gamma di imprese private che svolgono
le loro attività per scopi sociali, con l’obiettivo primario di rispondere alle esigenze delle persone piuttosto che fornire
profitti agli investitori di capitale. Queste imprese sono identificate principalmente come cooperative, centri di assistenza,
associazioni e fondazioni e tutte insieme formano la categoria delle imprese dell’economia sociale (SEE). L’economia
sociale rappresenta il 10% della totalità delle imprese europee (2 milioni di imprese), e il 7% dei lavoratori salariati. Le
cooperative hanno 143 milioni di membri, i centri di assistenza 120 milioni e le associazioni riuniscono il 50% della
popolazione dell’UE. Sia grandi che piccole, queste imprese si trovano in aree con problemi e sfide che minacciano il
mercato interno e la coesione sociale. Il CESE esorta la Commissione a rispettare l’identità delle cooperative in materia
di contabilità e a trattare il capitale condiviso dei membri come quota di capitale e non come debito fino al momento in
cui i membri non diventino creditori quando lasciano la cooperativa. Il CESE chiede in particolare la preparazione di
conti satelliti, secondo i criteri armonizzati del Sistema europeo di contabilità (ESA) del 1995 presentati in dettaglio nel
Manuale per redigere conti satelliti di imprese nell’economia sociale: Cooperative e Centri di assistenza e nel Rapporto
del CESE su L’Economia Sociale nell’Unione europea.

                                                            18
1.19 Conti annuali di alcuni tipi di società per quanto riguarda le microentità

Documento di riferimento: INT 482 – CESE 1192/2009
Data: 03.11.2009
Relatore: Mr Antonello Pezzini

Il CESE, chiamato a fornire un’opinione sulla Proposta di Direttiva che modifica la Direttiva del Consiglio
78/660/EEC sui conti annuali di taluni tipi di società per quanto riguarda le microentità (COM(2009) 83 finale/2
- 2009/0035 (COD), notando l’inziativa della Commissione che esenta le microentità dai requisiti amministrativi
e contabili, ritiene importante che tale iniziativa sia: obbligatoria, flessibile, semplice e trasparente. Il CESE
crede che, al fine di preservare l’integrità del Mercato Unico e evitare discriminazioni tra entità che vi operano,
le concessioni garantite nelle misure future che revisionano la Quarta e Settima Direttiva del Diritto Societario
dovrebbero applicarsi automaticamente microimprese nell’UE, in conformità ai criteri chiaramente definiti da
ciascuno Stato Membro. A tale riguardo, il CESE chiede un accordo interistituzionale che applichi il principio
guida “Pensare anzitutto in piccolo” e disponga una serie di impegni chiari e trasparenti a tutti i livelli per
elimionare/tagliare l’eccesso di burocrazia, assicurando che il principio sia applicato sistematicamente in
entrambi i processi legislativo e attuativo, specialmente nei confronti di micro e piccole imprese.

1.20 Small Business Act

Documento di riferimento: INT 445 – CESE 38/2009
Data: 20.11.2009
Relatori: Mr Henri Malosse e Mr Claudio Cappellini

Il CESE, chiamato a fornire un’opinione sulla Comunicazione della Commissione su “Pensare anzitutto al
piccolo: Small Business Act per l’Europa” (COM(2008)394 finale), crede che la proposta della Commissione
non raggiunga lo scopo per cui è richiesta, in particolare in questo difficile periodo economico e finanziario. A
tal riguardo, il CESE propone un ambizioso SBA che include: uno strumento legalmente vincolante che
controlli l’applicazione del principio “Pensare anzitutto in piccolo”, assicurando l’attuazione pratica e effettiva di
questi principi di governance; una roadmap; la riorganizzazione dei servizi della Commissione per fornire alle
PMI un partner autentico e degli strumenti per promuovere l’europeizzazione delle imprese; strumenti europei
che facciano da leva per promuovere la capitalizzazione, il networking, gli investimenti e l’apprendimento

                                                         19
permanente nelle PMI; infine, anche un quadro politico coerente tra le diverse politiche UE di modo che le PMI
siano considerate la regola e non l’eccezione.

1.21 Ritardi di pagamenti nelle transazioni commerciali

Documento di riferimento: INT 483 – CESE 1930/2009
Data: 18.12.2009
Relatore: Ms Ana Bontea

In riferimento alla Proposta di Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio di combinare i ritardi di
pagamenti nelle transazioni commercali con l’implementazione dello Small Business Act (SBA)(COM (2009)
126 final-2009/0054 (COD)), il CESE accoglie con favore l’implementazione dello SBA e la proposta di
direttiva. Il CESE sostiene la necessità di fissare un periodo di pagamento per tutte le autorità e istituzioni
pubbliche a tutti i livelli (Europeo, nazionale, regionale e locale) e ritiene che anche la proposta di direttiva
richiede miglioramenti: per i contratti sugli appalti pubblici un regolamento specifico che richieda che i
pagamenti vengano eseguiti entro un periodo massimo di 30 giorni, e la rimozione dell’eccezione che riguarda
la durata massima di 30 giorni delle procedure di approvazione; per tutti i ritardi di pagamenti nelle transazioni
commerciali, l’istituzione di un obbligo a pagare un certo interesse, compenso e costi interni minimi, a meno
che il contratto includa altre clausole più favorevoli per il creditore. Il CESE raccomanda che gli Stati Membri
forniscano informazioni congiunte e misure di supporto rivolte alle PMI con riferimento ai ritardi di pagamenti
per le transazioni transfrontaliere attraverso one-stop shop e organizzazioni di PMI.

1.22 Nomenclatura tessile e relativa etichettatura dei prodotti tessili

Documento di riferimento: INT 477 – CESE 1928/2010
Data: 05.01.2010
Relatore: Mr. Claudio Cappellini

Con riferimento alla proposta di Regolamento sulla nomenclatura tessile e relativa etichettatura dei prodotti
tessili (COM(2009)31 finale/2 – 2009/0006 (COD)), il CESE sostiene l’iniziativa della Commissione europea

                                                       20
sui nomi e sule etichette dei prodotti tessili, e in particolare l’Articolo 4 sul quadro legale nazionale che
riguarda l’origine del prodotto e le leggi di concorrenza. Il CESE chiede alla Commissione europea e agli
stakeholder interessati di monitorare come il Regolamento proposto influenzerà l’agenda europea di Ricerca
Srategica, la semplificazione del quadro legale esistente. Il CESE propone, inoltre, come accompagnamento
all’applicazione diretta del presente Regolamento, una campagna di informazione mirata e specifici studi di
settore da realizzare in cooperazione con organizzazioni di PMI, centri di ricerca, consumatori e produttori
tessili. Il CESE crede che una migliore informazione, anche a riguardo della conservazione e del lavaggio,
permetterà di ridurre di conseguenza il consumo di acqua ed energia.

1.23 Industrie culturali e creative

Documento di riferimento: CCMI 074 - CESE
Data:
Relatore: Claudio Cappellini

Come riconosciuto dalla Strategia dell’UE 2020 le industrie culturali e creative hanno un ruolo centrale nella
crescita, nella competitività e nel futuro dell’Unione Europea e dei suoi cittadini. Per la loro stessa natura
creano innovazione e posti di lavoro e hanno un ruolo di interfaccia tra i vari settori dell’industria. Inoltre,
producono un vantaggio comparativo che non può essere riprodotto da nessun’altra parte, creano fattori per lo
sviluppo locale e rapppresentano l’elemento trainante per lo sviluppo industriale. Il CESE sottolinea , altresì , il
ruolo svolto dalla industrie creative e culturali a sostegno del pluralismo e della diverisità culturale all’interno
della “società Europea” in qualità di promotore dell’ “ identità europea”. Contribuiscono , inoltre, a migliorare la
qualità della vita, contrastando qualsiasi comportamento offensivo della dignità umana, incoraggiando
l’integrazione.

1.24 Migliorare i modelli di “partnership participative pubblico-private” nel
dispiegamento di “e-services” per tutti nell’UE a 27

Documento di riferimento: TEN 402 - CESE
Data:
Relatore: Mr. Claudio Cappellini

                                                        21
Internet è diventata una delle infrastrutture fondamentali del ventunesimo secolo. Ciò nonostante le aree
rurali e le zone più isolate rimangono scarsamente sviluppate e a mala pena si può parlare di mercato eu
ropeo degli e-services. Poiché il settore privato non sembra essere interessato a soddisfare l’intera richiesta di
servizi e il governo, da solo, non è in grado di affrontare questa sfida, la soluzione più idonea sarebbe quella
di coinvolgere entrambi i settori (pubblico e privato ) affinché condividano i rischi e i vantaggi attraverso le
partnership participative pubblico-private. Questo parere d’iniziativa vuole esplorare questo problema e portare
avanti un dibattito per individuare soluzioni sosotenibili per il dispiegamento di e-services a disposizione di
tutti e di tutta l’Europa, e in particolare per quelle aree difficilmente accessibili e per i gruppi più vulnerabili.

                                                          22
II capitolo

                               Migliorare la coesione socio- economico

2.1 JEREMIE

2.2 Creazione di una base imponibile comune e consolidata per le società nell’UE

2.3 Strategia per la tassazione nello Stato di residenza

2.4 Il ruolo delle organizzazioni non governative e le politiche di sviluppo e di coesione tra regioni

2.5 L’impatto dell’invecchiamento sulla popolazione in termini economici e di bilancio

2.6 Politiche economiche a sostegno della strategia industriale europea

2.7 Le Euroregioni

2.8 Il Programma statistico comunitario per gli anni 2008-2012

2.9 Una valida governance della nuova Strategia di Lisbona

2.10 Modifiche dei fondi strutturali

2.11 Piano per una ripresa economica a livello europeo

2.12 La strategia di Lisbona dopo il 2010

2.13 Coesione territoriale

                                                        23
La sezione ECO

Questo capitolo riporta le opinioni espresse dal Comitato in relazione al lavoro svolto dalla sezione ECO (
Unione economico-monetaria e coesione socio-economica). Questa sezione si occupa del coordinamento
delle politiche economiche e monetarie, delle direttive economiche (affidate ad un gruppo di studio
specializzato permanente), della stabilità, del patto di crescita, dell’ allargamento della zona euro e di altre
problematiche relative alla governance economica. Inoltre, affronta anche questioni inerenti i mercati finanziari
e la loro integrazione.

Punti di contatto della sezione ECO:

Presidente: Krzysztof Pater (Gruppo III, Polonia)
Capo Unità :Mr. Alberto Allende
Tel: + 32 (0)2 546 96 79 (Responsabile)
Fax: + 32 (0)2 546 82 27 (Sezione)
e-mail: eco@eesc.europa.eu

2.1 JEREMIE

Documento di riferimento : ECO 174- CESE 4008/2006

Relatore : Antonio Pezzini

JEREMIE – Risorse europee comuni per le micro e medie imprese – è un programma, lanciato dalla
Commissione Europea, per facilitare l’accesso al credito delle micro imprese e delle PMI. Il CESE a tale
proposito, ritiene sia necessario attuare una migliore informazione sulle opportunità di finanziamento che la
Commissione, il BEI , il FEI e le autorità nazionali e regionali offrono in particolar modo alle PMI in
considerazione del fatto che il 20% delle imprese in essere sostengono che lo scarso accesso al credito
ostacoli la loro crescita. Secondo il CESE è fondamentale creare “uno sportello centrale JEREMIE” che
svolga un ruolo di informazione e di coordinamento fra le diverse azioni per ottimizzare i risultati. Inoltre, si
sottolinea la necessità di redigere un rapporto biennale che fornisca un feedback sullo stato di avanzamento e
sull’efficacia del programma. In conclusione, il CESE ritiene indispensabile sostenere gli strumenti finanziari
non garantiti , quali prestiti, garanzie per il debito subordinato, strumenti convertibili e capitale di rischio)
nonché l’utilizzo di garanzie per costruire e rafforzare le infrastrutture che promuovano l’accesso al credito,
supportare i rapporti di garanzia e garanzia reciproca, coinvolgere giovani imprenditori e imprenditrici e infine
incoraggiare e sviluppare l’utilizzo della cartolarizzazione dei debiti.

                                                      24
2.2 Creazione di una base imponibile comune e consolidata per le società nell’UE

Documento di riferimento : ECO 165 – CESE 241/2006

Data: 20.02.2006

Relatore: Lars Nyberg

Il CESE ha espresso un parere esplorativo sulla creazione di una base imponibile comune per le imposte
societaria, ritiene necessaria la creazione di un’unica base imponibile e aliquote d’imposta comuni. Il CESE
inoltre, sostiene che una base imponibile comune a livello comunitario possa ridurre o addirittura eliminare la
maggior parte di quegli ostacoli, come la doppia tassazione o differenti normative fiscali, che attualmente
limitano le attività transfrontaliere delle imprese dell’Unione Europea. Le società avrebbero l’enorme vantaggio
di dover familiarizzare un unico insieme di norme. IL CESE ha sottolineato l’importanza di un dibattito aperto
su una base imponibile comune anche per discutere altri problemi inerenti le attività transfrontaliere. La
creazione di una base fiscale comune ha anche lo scopo di facilitare le attività di quelle società che operano
nel mercato interno. In conclusione, il CESE sostiene che una comune base fiscale debba esser vincolante
per poter garantire un monitoraggio del pagamento delle imposte.

2.3 Strategia per la tassazione nello Stato di residenza

Documento di riferimento: ECO 176 – CESE 742/2006

Data: 06.07.2006

Relatore: Mendza-Drodz

Il CESE ha espresso un suo parere sulla comunicazione della Commissione Europea sugli ostacoli fiscali che
si trovano ad affrontare le PMI nel mercato interno e sulla possibilità di definire un regime pilota sulla
tassazione nel paese di residenza (COM 2005 702 finale). A giudizio del CESE questo regime porterebbe, a
lungo termine, ad una armonizzazione delle norme fiscali nell’Unione Europea anche se non esclude ostacoli
sulla strada per realizzarlo. Ciò nonostante il CESE esprime il suo apprezzamento per le proposte avanzate
dalla commissione e per gli sforzi fatti per incoraggiare lo sviluppo delle piccole e medie imprese. Inoltre
ribadisce che un esperimento pilota debba essere inquadrato sulla base di esperienze concrete e limitato per
la durata di 5 anni. Per quanto riguarda l’ultimo punto il CESE propone che la commissione europea rediga
uno statuto delle PMI europee.

2.4 Il ruolo delle organizzazioni non governative e politiche di sviluppo e di coesione regionale

Documento di riferimento: ECO 168 – CESE 974/2006

Data: 06.07.2006

Relatore: Mendza-Drodz

La politica di coesione è stata per lungo tempo un argomento di particolare interesse per il CESE. Tuttavia il
CESE prende atto che molto rimane da fare per lo sviluppo delle politiche di coesione all’interno delle

                                                      25
organizzazioni non governative. Il Comitato auspicherebbe ad un allargamento della definizione di
associazione non governativo che comprenda “tutte le strutture organizzative i cui membri abbiano obiettivi e
responsabilità di interesse generale”, ossia le parti sociali, sindacati e associazioni imprenditoriali, e
organizzazioni non governative i cui statuti definiscono lo scopo delle loro attività e la mission: associazioni,
organizzazioni socio-occupazionali, federazioni, forums, reti e fondazioni. Tutte queste organizzazioni
rientrano nella definizione di “enti non governativi”, “organizzazioni non-profit” o il “terzo settore” e svolgono la
loro attività nella salvaguardia dell’ ambiente , nella difesa dei diritti dei consumatori , nello sviluppo locale e
dei diritti umani, nell’ assistenza sociale, lo sviluppo imprenditoriale, nell’economia sociale e in molti altri
settori. Il comitato sostiene l’urgenza di includere queste organizzazioni nel lavoro affinché il comitato possa
rappresentare nel miglior modo le opinioni dei rappresentanti della società civile. Con una definizione chiara di
rappresentatività le organizzazioni non governative avrebbero maggiori diritti , rispetto a quelli attuali, di
partecipazione attiva allo sviluppo della politica di coesione.

2.5 L’impatto dell’invecchiamento della popolazione in termini economici e di bilancio

Documento di riferimento: ECO 186 – CESE 405/2007

Data: 14.03.2007

Relatore: Florio

Il CESE ritiene che vadano perseguiti gli obiettivi di Lisbona che riguardano le politiche demografiche. Inoltre i
rapidi cambiamenti demografici impongono delle misure urgenti. I servizi sociali di interesse generale così
come coloro che operano nell’economia sociale dovrebbero essere supportati e garantiti. Le associazioni di
volontariato, che si avvalgono dell’opera degli anziani, svolgono un’ importante funzione a livello sociale e
dovrebbero essere supportate e messe nella condizione di operare in maniera efficace. Il CESE mette in
evidenza il ruolo importante, a livello sociale, svolto dai servizi sociali e dai suoi operatori anche nel fornire un
sostegno alle famiglie e agli anziani. In considerazione del ruolo socialmente utile che svolgono, il loro lavoro
deve essere riconosciuto e sostenuto concordando le esigenze.

2.6 Politiche economiche a sostegno della strategia industriale europea

Documento di riferimento: ECO 203 – CESE 1263/2007

Data: 01.10.2007

Relatore: Susanna Florio

La sezione ECO ha espresso un parere d’iniziativa sulle politiche europee che puntano a valorizzare il ruolo
delle politiche industriali in Europa, ponendosi come modello gli obiettivi di crescita, innovazione e
occupazione rilanciati dall’Agenda di Lisbona nella primavera del 2000. Il CESE ritiene che si debba
concentrare il lavoro su alcune aree: i Grandi Orientamenti di Ppolitica economica e l’Agenda di Lisbona; il
ruolo e le politiche della Banca centrale Europea; ruolo della BEI; migliori politiche fiscali per una riduzione
degli oneri amministrativi a carico delle PMI, stimolando gli investimenti da parte delle imprese; l’eccessiva
finanziarizzazione delle imprese e misure più efficaci per regolamentare l’ingresso del mondo finanziario nella
gestione delle società; rilancio del modello industriale europeo; ricerca , sviluppo e proprietà intellettuale;

                                                        26
sviluppo dei Business Park negli istituti universitari per incrementare il legame tra industria e istruzione;
dialogo sociale.

2.7 LeEuroregioni

Documento di riferimento: ECO 179– CESE 1002/2007

Data: 11.07.2007

Relatore: José Maria Zufiaur Narvaiza

Le Euroregioni sono strutture permanenti per la cooperazione transfrontaliera tra enti locali e regionali
confinanti o situate lungo confini statali comuni. Il CESE, a tale proposito, rivendica il ruolo chiave delle
Euroregioni nel promuovere la cooperazione territoriale e l’integrazione in Europa riducendo la
frammentazione sociale e culturale provocata dai confini nazionali e incentivando la coesione economica ,
sociale e territoriale. Per convertire le Euroregioni in “ zone di prosperità condivisa” sarebbe opportuno un
maggior coinvolgimento del settore economico privato(inclusa l l’economia sociale) ,nelle iniziative di sviluppo
transfrontaliere, tenendo conto del ruolo importante delle PMI nella strutturazione del tessuto produttivo e nella
creazione di posti di lavoro.

2.8 Programma statistico comunitario per il 2008-2012

Documento di riferimento: ECO 198 – CESE 790/2007

Data: 30.05.2007

Relatore: Sergio Ernesto Santillan Cabeza

Il CESE accoglie favorevolmente la proposta del programma statistico per il 2008-2012 e condivide
l’affermazione secondo cui la disponibilità di statistiche armonizzate e comparabili è fondamentale per una
comprensione da parte di tutti i cittadini del concetto di Europa, per garantirne la partecipazione al dibattito e la
partecipazione degli operatori economici nel mercato unico. Il CESE sottolinea anche la necessità, per
l’Eurostat e gli altri istituti nazionali di statistica, di avvalersi delle migliori risorse umane e materiali, secondo
la disponibilità di bilancio, per andare incontro alla sempre crescente richiesta di informazioni a livello
statistico. E’ fondamentale fornire statistiche relative anche all’economia sociale, in virtù del ruolo
fondamentale nell’Unione Europea . Tuttavia esistono delle aree, come per esempio il settore occupazionale ,
nelle quali i dati statistici disponibili sono insufficienti. Nonostante esistano statistiche sulla popolazione attiva,
sul livello di occupazione e di disoccupazione, la rapida evoluzione del mercato del lavoro - nuove attività
economiche e la creazione di nuove professioni – rende necessario un costante aggiornamento dei metodi di
indagine.

                                                         27
2.9 Una valida governance della nuova Strategia di Lisbona

Documento di riferimento: ECO/LSO 233 – CESE 1928/2008

Data: 04.12.2008

Relatore: Florio

Una risposta adeguata alle sfide globali necessita di forme di governance nuove ed innovative. IL CESE
suggerisce di attuare un dialogo costante tra comitati europei per i valori mobiliari , parti sociali, PMI,
università e parti interessate della società civile , tra cui le organizzazioni dell’economia sociale e coloro che
lavorano per promuovere coesione sociale e le pari opportunità per tutti. L’obiettivo di un dialogo permanente
è quello di identificare quegli elementi che si pongono come ostacoli al processo di attuazione e di
promuovere nuovi incentivi in quelle maggiormente sacrificate. In questo modo i comitati nazionali per i valori
mobiliari o altre organizzazioni simili potranno dare il loro contributo fornendo risposte adeguate alle diverse
problematiche. Il dialogo permanente , con il coordinamento dell’ufficio nazionale di Lisbona, sarà lo
strumento per una efficace governance multilivello.

2.10 Modifiche dei fondi strutturali

Documento di riferimento: ECO245 – CESE 349/2009

Data: 25.02.2009

Relatore: Carmelo Cedrone

Da molti anni il Comitato sostiene la necessità di una semplificazione amministrativa della legislazione
comunitaria e il suo adattamento alle esigenze della realtà. Il comitato, a tale proposito, accoglie positivamente
le proposte della commissione che permetteranno ai Fondi Strutturali dell’Unione Europea di rispondere con
più efficacia alle sfide poste dall’ attuale crisi economico-finanziaria. Il comitato sottolinea che la
semplificazione amministrativa deve portare ad una più rapido stanziamento dei fondi disponibili in modo da
avere un impatto positivo e immediato sulla ripresa dell’economia reale. Il comitato auspica altresì che i fondi
sbloccati da queste misure, possano essere assegnati , prioritariamente alle PMI,( per esempio le aziende del
settore edilizio per quanto riguarda la proposta sull’efficienza energetica dell’edilizia abitativa), nonché alle
aziende dell’economia sociale.

2.11 Piano europeo di ripresa economica

Documento di riferimento: ECO246 -CESE 637/2009

Data: 24.03.2009

Relatore: Delapina

Il Comitato economico e sociale europeo ha dimostrato in vari modi che, nell’attuale crisi finanziaria ,
economica e sociale assolve il suo compito istituzionale di sostegno alle altre istituzioni europee. L’elemento
che contraddistingue l’economia sociale, quale autentica espressione di una società civile organizzata grazie a

                                                       28
modelli organizzativi e sociali, è il metodo innovativo per soddisfare le esigenze sociali combinando profitto e
solidarietà, creando occupazione di alta qualità, rafforzando la coesione territoriale e sociale, combinando
produzione e sviluppo sostenibile e infine promuovendo la cittadinanza attiva e una comune responsabilità
sociale. Tutti questi aspetti , oggi fondamentali per superare l’attuale crisi strutturale, hanno una duplice
valenza: da un lato gli attori dell’economia sociale dovrebbero avere un ruolo chiave nella gestione della crisi,
dall’altro la Commissione dovrebbe dare più risalto al modello sociale di pubblica impresa nei suoi programmi
e politiche.

2.12 La strategia di Lisbona dopo il 2010

Documento di riferimento:LSO-ECO 267/ – CESE 1722/2009

Data: 04.11.2009

Relatore: Greif

Nel Marzo del 2000 Il Consiglio Europeo presentò un ambizioso programma di riforme per l’Europa. L’obiettivo
dell’ Agenda di Lisbona era quello di far diventare, entro il 2010, l’Unione Europea l’economia più competitiva
e dinamica al mondo, in pratica una area economica in grado di raggiungere un livello di crescita economica a
lungo termine con un livello occupazione migliore, a livello qualitativo e quantitativo, e una più ampia coesione
sociale. Le sfide attuali, come la crisi economico-finanziaria, le conseguenti problematiche sociali, la
globalizzazione economica, la necessità di migliorare l’attività del mercato unico, le politiche energetiche,
l’andamento demografico e l’emigrazione richiedono per il dopo 2010 di Lisbona una nuova strategia globale
a livello europeo. Le imprese operanti nell’economia sociale, presenti oggi in tutti i settori di attività che
associano redditività economica e interesse generale e fattori sociali, rappresentano un ottimo esempio di
forme di imprenditorialità e di corporate governance che contribuirà al raggiungimento dei nuovi obiettivi della
Strategia di Lisbona. Il CESE sollecita , quindi , il Consiglio Europeo, la Commissione e gli stati membri
affinché prendano in considerazione le proposte che puntano a mettere in pratica le indicazioni politiche del
Parlamento Europeo , per una migliore competitività delle imprese dell’economia sociale con altre aziende.

2.13 Coesione territoriale

Documento di riferimento: ECO238 – CESE 636/2009

Data: 25.03.2009

Relatore: Jan Olsson

In data 6 ottobre 2008 la Commissione Europea ha adottato il Libro Verde sulla Coesione territoriale che
individua i punti di forza e le sfide della diversità territoriale europea in relazione alle tre principali risposte
politiche - concentrazione, collegamento e cooperazione territoriale – alle quali si aggiungono caratteristiche
geografiche specifiche delle regioni, quali le regioni di montagna, insulari e scarsamente popolate. Questo
documento suggerisce che l’approccio ottimale per conseguire una coesione territoriale consiste nel
coniugare un migliore coordinamento delle politiche settoriali con l’ampliamento del partenariato multilivello.
Per il CESE la coesione territoriale necessita di nuovi attori sulla scena politica ,come i rappresentanti della
economia sociale, portatori di interessi locali , organizzazioni di volontariato e associazioni non governative.
Gli accordi per lo sviluppo territoriale offrono un approccio interessante nella misura in cui la diversità di

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