Consiglio Nazionale dei Geologi - 24 giugno 2020 - Consiglio Nazionale dei ...
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Rifiuti e discariche abusive, Capitano Ultimo: “La bonifica delle aree contaminate è un problema nazionale ed europeo” meteoweb.eu/2020/06/rifiuti-discariche-abusive-capitano-ultimo-bonifica-aree-contaminate-problema- nazionale-europeo/1448012 Filomena Fotia 24 Giugno 2020 10:24 “L’identificazione e la bonifica delle aree contaminate costituiscono oggi un problema ambientale di prioritaria importanza, sia a livello nazionale, sia a livello europeo” ha sottolineato il Colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio, assessore all’Ambiente e all’energia della Regione Calabria aprendo il Convegno online “Caratterizzazione, Progettazione ed Esecuzione di interventi di risanamento ambientale e discariche abusive: aspetti giuridici e tecnici”, organizzato dal Consiglio Nazionale dei Geologi, in collaborazione con l’Ordine dei Geologi della Regione Calabria, il 25 giugno dalle ore 10 alle 12.30. “Le prime gravi manifestazioni di inquinamento delle matrici acqua e suolo, – prosegue – negli anni Settanta, hanno portato in luce una crescente coscienza sociale del problema. Oggi è evidente come la qualità dell’ambiente sia precondizione per la salute fisica dei suoi abitanti, non solo umani. È giunto il tempo di considerare anche nell’azione amministrativa di ogni giorno l’ecosistema quale unità indivisibile e tutelarlo, quale risorsa, anche economica”. Il dipartimento dell’ambiente e territorio della Regione Calabria ha così illustrato la situazione delle bonifiche e le prospettive alla luce del piano vigente delle bonifiche e da ultimo è stato esaminato il caso studio della Piana di Lamezia nell’ambito dei valori di fondo nella caratterizzazione ambientale. “La Calabria vuole vivere i suoi territori” conclude l’Assessore De Caprio: “Il nostro impegno è quello di affiancare i Comuni in questo percorso, programmando al meglio interventi e risorse”. Tra gli argomenti affrontati in modalità telematica: lo smaltimento illecito di rifiuti, spesso pericolosi; la lotta alle discariche abusive su tutto il territorio nazionale; la messa in sicurezza e la bonifica dei siti inquinati; il risanamento ambientale di aree 1/2
particolarmente degradate. Al centro dell’incontro anche il ruolo, le funzioni e la gestione degli appalti nelle gare di lavori pubblici di cui ha parlato l’esponente dell’Anac, Filippo Romano. Tra i partecipanti, il Generale di Brigata dei Carabinieri, Giuseppe Vadalà, Commissario straordinario per la bonifica delle discariche abusive. “La mia adesione nasce dalla condivisione delle finalità dell’evento ovvero lo spirito di promuovere il valore del risanamento del territorio e del recupero ambientale che è poi quello che ci indirizza per la nostra missione di bonifica delle discariche abusive” afferma il Generale dei Carabinieri Giuseppe Vadalà, Commissario Straordinario per la Bonifica delle Discariche Abusive. “L’obiettivo del nostro incontro oggi è quello di poter comunicare, divulgare e ribadire il concetto che ‘fare sistema è l’arma vincente per il Paese’ – sottolinea – ringrazio il Consiglio Nazionale dei Geologi per il valido sostegno che ci sta dando nei lavori per la messa in sicurezza e bonifica delle discariche in infrazione specialmente nelle fasi di caratterizzazione e progettazione degli interventi. Infatti, ho voluto fin da subito stipulare un protocollo con il CNG al fine di poter porre la professionalità dei geologi come riferimento delle dinamiche attuative della nostra missione, la compartecipazione a questi eventi tecnici nasce anche dalla viva collaborazione che abbiamo instaurato con il Consiglio Nazionale” conclude il Commissario Straordinario Bonifica Discariche Abusive. La grande quantità di rifiuti che produciamo ogni giorno può essere trasformata in risorsa: è questa la frontiera dell’economia circolare. “Il risanamento e il recupero delle aree inquinate consentono di ripensare il territorio portando le scelte urbanistiche verso il riuso, la rigenerazione del costruito, riducendo in tal senso il consumo di suolo” spiega Arcangelo Francesco Violo, Segretario del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Il recupero di aree inquinate diventa un intervento di interesse pubblico – continua – che porta con sé la riqualificazione di aree che altrimenti sarebbero destinate all’abbandono ed al degrado, con le relative conseguenze anche dal punto di vista sociale“. “Per raggiungere l’obiettivo di realizzare le bonifiche con tecniche adeguate, è necessario dare un ruolo chiave alle specializzazioni tecniche che operano in un settore che vede nella multidisciplinarietà un arricchimento culturale. In questo quadro, i geologi svolgono un ruolo fondamentale poiché sono dei professionisti tecnici capaci di leggere il territorio nella sua evoluzione ed interezza e sanno, quindi, proporre soluzioni concrete per trasformare la gestione delle bonifiche ambientali da mera passività ad opportunità di crescita. A tal fine bisogna progettare un modello di sviluppo, basato su un piano straordinario di interventi utili e sostenibili, di cui le bonifiche ambientali devono far parte integrante, superando le rigidità strutturali di un sistema che ha impedito un adeguato sviluppo agli investimenti pubblici e privati” conclude Violo. 2/2
Rifiuti e discariche abusive, Capitano Ultimo: “Bonifica è problema europe” “L’identificazione e la bonifica delle aree contaminate costituiscono oggi un problema ambientale di prioritaria importanza, sia a livello nazionale, sia a livello europeo” ha sottolineato il Colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio, assessore all’Ambiente e all’energia della Regione Calabria aprendo il Convegno online “Caratterizzazione, Progettazione ed Esecuzione di interventi di risanamento ambientale e discariche abusive: aspetti giuridici e tecnici”, organizzato dal Consiglio Nazionale dei Geologi, in collaborazione con l’Ordine dei Geologi della Regione Calabria, il 25 giugno dalle ore 10 alle 12.30. “Le prime gravi manifestazioni di inquinamento delle matrici acqua e suolo, – prosegue – negli anni Settanta, hanno portato in luce una crescente coscienza sociale del problema. Oggi è evidente come la qualità dell’ambiente sia precondizione per la salute fisica dei suoi abitanti, non solo umani. È giunto il tempo di considerare anche nell’azione amministrativa di ogni giorno l’ecosistema quale unità indivisibile e tutelarlo, quale risorsa, anche economica”. Il dipartimento dell’ambiente e territorio della Regione Calabria ha così illustrato la situazione delle bonifiche e le prospettive alla luce del piano vigente delle bonifiche e da ultimo è stato esaminato il caso studio della Piana di Lamezia nell’ambito dei valori di fondo nella caratterizzazione ambientale. “La Calabria vuole vivere i suoi territori” conclude l’Assessore De Caprio: “Il nostro impegno è quello di affiancare i Comuni in questo percorso, programmando al meglio interventi e risorse”. Tra gli argomenti affrontati in modalità telematica: lo smaltimento illecito di rifiuti, spesso pericolosi; la lotta alle discariche abusive su tutto il territorio nazionale; la messa in sicurezza e la bonifica dei siti inquinati; il risanamento ambientale di aree particolarmente degradate. Al centro dell’incontro anche il ruolo, le funzioni e la gestione degli appalti nelle gare di lavori pubblici di cui ha parlato l’esponente dell’Anac, Filippo Romano. Tra i partecipanti, il Generale di Brigata dei Carabinieri, Giuseppe Vadalà, Commissario straordinario per la bonifica delle discariche abusive. 1/2
24/6/2020 Rifiuti e discariche abusive, Capitano Ultimo: "Bonifica è problema europe" - Salernonotizie.it “La mia adesione nasce dalla condivisione delle finalità dell’evento ovvero lo spirito di promuovere il valore del risanamento del territorio e del recupero ambientale che è poi quello che ci indirizza per la nostra missione di bonifica delle discariche abusive” afferma il Generale dei Carabinieri Giuseppe Vadalà, Commissario Straordinario per la Bonifica delle Discariche Abusive. “L’obiettivo del nostro incontro oggi è quello di poter comunicare, divulgare e ribadire il concetto che ‘fare sistema è l’arma vincente per il Paese’ – sottolinea – ringrazio il Consiglio Nazionale dei Geologi per il valido sostegno che ci sta dando nei lavori per la messa in sicurezza e bonifica delle discariche in infrazione specialmente nelle fasi di caratterizzazione e progettazione degli interventi. Infatti, ho voluto fin da subito stipulare un protocollo con il CNG al fine di poter porre la professionalità dei geologi come riferimento delle dinamiche attuative della nostra missione, la compartecipazione a questi eventi tecnici nasce anche dalla viva collaborazione che abbiamo instaurato con il Consiglio Nazionale” conclude il Commissario Straordinario Bonifica Discariche Abusive. La grande quantità di rifiuti che produciamo ogni giorno può essere trasformata in risorsa: è questa la frontiera dell’economia circolare. “Il risanamento e il recupero delle aree inquinate consentono di ripensare il territorio portando le scelte urbanistiche verso il riuso, la rigenerazione del costruito, riducendo in tal senso il consumo di suolo” spiega Arcangelo Francesco Violo, Segretario del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Il recupero di aree inquinate diventa un intervento di interesse pubblico – continua – che porta con sé la riqualificazione di aree che altrimenti sarebbero destinate all’abbandono ed al degrado, con le relative conseguenze anche dal punto di vista sociale. “Per raggiungere l’obiettivo di realizzare le bonifiche con tecniche adeguate, è necessario dare un ruolo chiave alle specializzazioni tecniche che operano in un settore che vede nella multidisciplinarietà un arricchimento culturale. In questo quadro, i geologi svolgono un ruolo fondamentale poiché sono dei professionisti tecnici capaci di leggere il territorio nella sua evoluzione ed interezza e sanno, quindi, proporre soluzioni concrete per trasformare la gestione delle bonifiche ambientali da mera passività ad opportunità di crescita. A tal fine bisogna progettare un modello di sviluppo, basato su un piano straordinario di interventi utili e sostenibili, di cui le bonifiche ambientali devono far parte integrante, superando le rigidità strutturali di un sistema che ha impedito un adeguato sviluppo agli investimenti pubblici e privati” conclude Violo. 2/2
IL GAZZETTINO DI BRINDISI / POLITICA / POLITICA / RIFIUTI E DISCARICHE ABUSIVE, CAPITANO ULTIMO: BONIFICA AREE CONTAMINATE È PROBLEMA AMBIENTALE NAZIONALE ED EUROPEO Cerca... Rifiuti e discariche abusive, Capitano Ultimo: Bonifica aree contaminate è problema ambientale nazionale ed europeo Mercoledì, 24 Giugno 2020 10:41 Scritto da Redazione dimensione font Redazione “L’identificazione e la bonifica delle aree contaminate costituiscono oggi un problema ambientale di prioritaria importanza, sia a livello nazionale, sia a livello europeo” ha sottolineato il Colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio, assessore all’Ambiente e all’energia della Regione Calabria aprendo il Convegno online “Caratterizzazione, Progettazione ed Esecuzione di interventi di risanamento ambientale e discariche abusive: aspetti giuridici e tecnici”, organizzato dal Consiglio Nazionale dei Geologi, in collaborazione con l’Ordine dei Geologi della Regione Calabria, il 25 giugno dalle ore 10 alle 12.30. “Le prime gravi manifestazioni di inquinamento delle matrici acqua e suolo, - prosegue - negli anni Settanta, hanno portato in luce una crescente coscienza sociale del problema. Oggi è evidente come la qualità dell’ambiente sia precondizione per la salute fisica dei suoi abitanti, non solo umani. È giunto il tempo di considerare anche nell’azione amministrativa di ogni giorno l’ecosistema quale unità indivisibile e tutelarlo, quale risorsa, anche economica”. Il dipartimento dell'ambiente e territorio della Regione Calabria ha così illustrato la situazione delle bonifiche e le prospettive alla luce del piano vigente delle bonifiche e da ultimo è stato esaminato il caso studio della Piana di Lamezia nell'ambito dei valori di fondo nella caratterizzazione ambientale. “La Calabria vuole vivere i suoi territori” conclude l’Assessore De Caprio: “Il nostro impegno è quello di affiancare i Comuni in questo percorso, programmando al meglio interventi e risorse”. Tra gli argomenti affrontati in modalità telematica: lo smaltimento illecito di rifiuti, spesso pericolosi; la lotta alle discariche abusive su tutto il territorio nazionale; la messa in sicurezza e la bonifica dei siti inquinati; il risanamento ambientale di aree particolarmente degradate. Al centro dell’incontro anche il ruolo, le funzioni e la gestione degli appalti nelle gare di lavori pubblici di cui ha parlato l’esponente dell’Anac, Filippo Romano. Tra i partecipanti, il Generale di Brigata dei Carabinieri, Giuseppe Vadalà, Commissario straordinario per la bonifica delle discariche abusive. “La mia adesione nasce dalla condivisione delle finalità dell’evento ovvero lo spirito di promuovere il valore del risanamento del territorio e del recupero ambientale che è poi quello che ci indirizza per la nostra missione di bonifica delle discariche abusive” afferma il Generale dei Carabinieri Giuseppe Vadalà, Commissario Straordinario per la Bonifica delle Discariche Abusive. “L’obiettivo del nostro incontro oggi è quello di poter comunicare, divulgare e ribadire il concetto che ‘fare sistema è l’arma vincente per il Paese’ - sottolinea - ringrazio il Consiglio Nazionale dei Geologi per il valido sostegno che ci sta dando nei lavori per la messa in sicurezza e bonifica delle discariche in infrazione specialmente nelle fasi di caratterizzazione e progettazione degli interventi. Infatti, ho voluto fin da subito stipulare un protocollo con il CNG al fine di poter porre la professionalità dei geologi come riferimento delle dinamiche attuative della nostra missione, la compartecipazione a questi eventi tecnici nasce anche dalla viva collaborazione che abbiamo instaurato con il Consiglio Nazionale” conclude il Commissario Straordinario Bonifica Discariche Abusive. La grande quantità di rifiuti che produciamo ogni giorno può essere trasformata in risorsa: è questa la frontiera dell’economia circolare. "Il risanamento e il recupero delle aree inquinate consentono di ripensare il territorio portando le scelte urbanistiche verso il riuso, la
rigenerazione del costruito, riducendo in tal senso il consumo di suolo” spiega Arcangelo Francesco Violo, Segretario del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Il recupero di aree inquinate diventa un intervento di interesse pubblico – continua - che porta con sé la riqualificazione di aree che altrimenti sarebbero destinate all'abbandono ed al degrado, con le relative conseguenze anche dal punto di vista sociale. "Per raggiungere l’obiettivo di realizzare le bonifiche con tecniche adeguate, è necessario dare un ruolo chiave alle specializzazioni tecniche che operano in un settore che vede nella multidisciplinarietà un arricchimento culturale. In questo quadro, i geologi svolgono un ruolo fondamentale poiché sono dei professionisti tecnici capaci di leggere il territorio nella sua evoluzione ed interezza e sanno, quindi, proporre soluzioni concrete per trasformare la gestione delle bonifiche ambientali da mera passività ad opportunità di crescita. A tal fine bisogna progettare un modello di sviluppo, basato su un piano straordinario di interventi utili e sostenibili, di cui le bonifiche ambientali devono far parte integrante, superando le rigidità strutturali di un sistema che ha impedito un adeguato sviluppo agli investimenti pubblici e privati” conclude Violo.
Geologi: Convegno online su risanamento ambientale e discariche abusive: aspetti giuridici e tecnici friulisera.it/geologi-convegno-online-su-risanamento-ambientale-e-discariche-abusive-aspetti-giuridici-e-tecnici Redazione 23 giugno 2020 Lo smaltimento illecito di rifiuti, spesso pericolosi; la lotta alle discariche abusive su tutto il territorio nazionale; la messa in sicurezza e la bonifica dei siti inquinati; il risanamento ambientale di aree particolarmente degradate. Questi i temi che saranno affrontati nel corso del Convegno online “Caratterizzazione, Progettazione ed Esecuzione di interventi di risanamento ambientale e discariche abusive: aspetti giuridici e tecnici”, organizzato dal Consiglio Nazionale dei Geologi, in collaborazione con l’Ordine dei Geologi della Regione Calabria, che si terrà il 25 giugno dalle ore 10 alle 12.30. Tra gli argomenti analizzati anche il ruolo, le funzioni e la gestione degli appalti nelle gare di lavori pubblici. “I rifiuti fanno parte della nostra quotidianità, ne produciamo a dismisura, per questo motivo dobbiamo imparare, sulla scia dei paesi più virtuosi, a trasformarli in risorse” afferma Vincenzo Giovine, Vice Presidente e componente della Commissione “Ambiente” del Consiglio Nazionale dei Geologi. “I temi ambientali ed in particolare le bonifiche dei siti contaminati – continua Giovine - assumono un’importanza notevole per le correlazioni tra rifiuti pericolosi e la salute delle persone, senza considerare lo smaltimento illegale dei rifiuti con il relativo stoccaggio degli stessi nelle discariche abusive”. Sulla questione spiega: “Le metodologie di carattere tecnico e l’applicazione di procedure corrette secondo le norme di legge consentono di ottenere sia la risoluzione dei problemi di contaminazione dei siti in aree urbane o extraurbane con immediati benefici dal punto di vista sanitario, sia il recupero e la riqualificazione di aree degradate che possono essere riconvertite o restituite a nuova destinazione a verde o abitativa migliorando la qualità della vita di coloro che vivono nei pressi delle stesse. Inoltre il recupero di settori urbani di aree ex industriali permette di ridurre l’utilizzo di terreni liberi concorrendo a ridurre il consumo di suolo” dichiara il Vice Presidente CNG. “La bonifica delle discariche abusive, oggetto della seconda sentenza dell’Unione Europea del 2014, ha avuto origine nel nostro Paese negli anni ‘80 ed è una vicenda di sostenibilità ambientale e di buon uso del territorio che l’Italia sta avviando a una soluzione attraverso l’apporto e il supporto della Commissione Europea” afferma Alfonso Aliperta, Presidente dell’Ordine dei Geologi della Calabria. L’Italia, infatti, con la procedura di infrazione ‘Discariche abusive’, - prosegue - è stata soggetta ad una doppia condanna della Corte di Giustizia UE per 200 siti irregolari. Tale seconda sentenza ha comportato l’imposizione di ingenti sanzioni pecuniarie che sono da corrispondere fino alla completa regolarizzazione dei siti. Sei anni fa le 200 discariche erano distribuite in 18 regioni italiane, tranne il Trentino Alto Adige e la Valle d’Aosta, tutte le altre regioni italiane avevano ospitato una o più discariche abusive: dal 2014 ad oggi ne sono state bonificate 160”.
Una situazione particolare a livello nazionale è quella della Regione Calabria. “Nello specifico la Calabria è presente nell’elenco della sentenza di condanna con 43 siti distribuiti nelle varie province calabresi” evidenzia Aliperta. “Oggi, dopo cinque anni, sono stati regolarizzati 26 siti, dei rimanenti 17 ancora in procedura, per cinque i lavori si sono conclusi e per dodici le attività di messa in sicurezza e di bonifica sono in corso. Nella maggior parte dei casi si tratta di vecchi siti di sversamento di rifiuti prima del D.Lgs 36/2003, ma si sono rese necessarie attività di caratterizzazione, messa in sicurezza e in alcuni casi di vera e propria bonifica per eliminare la possibilità che possano divenire un pericolo per la salute umana e l’ambiente. L’obiettivo di tutti coloro che sono coinvolti nella vicenda deve essere quello di strappare territori all’illegalità e all’incuria e in quest’ottica il CNG e l’Ordine dei Geologi della Calabria affiancano e collaborano con tutti gli attori istituzionali per la sensibilizzazione delle persone ai temi della sostenibilità ambientale e al contrasto all’illegalità in campo ambientale” conclude il Presidente dell’Ordine dei Geologi della Calabria.
Rifiuti e discariche, l'Ordine calabresi dei geologi ne parla in un convegno nazionale Home > CATANZARO Una immagine di rifiuti 22 giugno 2020 13:20 Lo smaltimento illecito di rifiuti, spesso pericolosi; la lotta alle discariche abusive su tutto il territorio nazionale; la messa in sicurezza e la bonifica dei siti inquinati; il risanamento ambientale di aree particolarmente degradate: sono i temi che saranno affrontati nel corso del convegno online "Caratterizzazione, progettazione ed esecuzione di interventi di risanamento ambientale e discariche abusive: aspetti giuridici e tecnici", organizzato dal Consiglio nazionale dei Geologi, in collaborazione con l'Ordine dei Geologi della Regione Calabria, che si terrà il 25 giugno dalle ore 10 alle 12.30. Tra gli argomenti analizzati anche il ruolo, le funzioni e la gestione degli appalti nelle gare di lavori pubblici. "I rifiuti - afferma Vincenzo Giovine, vice presidente e componente della commissione Ambiente del Consiglio nazionale dei Geologi - fanno parte della nostra quotidianità, ne produciamo a dismisura, per questo motivo dobbiamo imparare, sulla scia dei paesi più virtuosi, a trasformarli in risorse. I temi ambientali ed in
particolare le bonifiche dei siti contaminati assumono un'importanza notevole per le correlazioni tra rifiuti pericolosi e la salute delle persone, senza considerare lo smaltimento illegale dei rifiuti con il relativo stoccaggio degli stessi nelle discariche abusive". "La bonifica delle discariche abusive, oggetto della seconda sentenza dell'Unione Europea del 2014 - afferma Alfonso Aliperta, presidente dell'Ordine dei Geologi della Calabria - ha avuto origine nel nostro Paese negli anni '80 ed è una vicenda di sostenibilità ambientale e di buon uso del territorio che l'Italia sta avviando a una soluzione attraverso l'apporto e il supporto della Commissione Europea". Una situazione particolare a livello nazionale è quella della Regione Calabria. "Nello specifico - afferma Aliperta - la Calabria è presente nell'elenco della sentenza di condanna con 43 siti distribuiti nelle varie province. Oggi, dopo cinque anni, sono stati regolarizzati 26 siti, dei rimanenti 17 ancora in procedura, per cinque i lavori si sono conclusi e per dodici le attività di messa in sicurezza e di bonifica sono in corso. Nella maggior parte dei casi si tratta di vecchi siti di sversamento di rifiuti ma si sono rese necessarie attività di caratterizzazione, messa in sicurezza e in alcuni casi di vera e propria bonifica per eliminare la possibilità che possano divenire un pericolo per la salute umana e l'ambiente". Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019. Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Ambiente: rifiuti e bonifiche, convegno nazionale dei Geologi. In Calabria in cinque anni regolarizzati 26 siti, 17 ancora in corso supersud.it/2020/06/22/ambiente-rifiuti-e-bonifiche-convegno-nazionale-dei-geologi-in-calabria-in-cinque- anni-regolarizzati-26-siti-17-ancora-in-corso da Redazione 22 Giugno 2020 Lo smaltimento illecito di rifiuti, spesso pericolosi; la lotta alle discariche abusive su tutto il territorio nazionale; la messa in sicurezza e la bonifica dei siti inquinati; il risanamento ambientale di aree particolarmente degradate: sono i temi che saranno affrontati nel corso del convegno online “Caratterizzazione, progettazione ed esecuzione di interventi di risanamento ambientale e discariche abusive: aspetti giuridici e tecnici”, organizzato dal Consiglio nazionale dei Geologi, in collaborazione con l’Ordine dei Geologi della Regione Calabria, che si terra’ il 25 giugno dalle ore 10 alle 12.30. Tra gli argomenti analizzati anche il ruolo, le funzioni e la gestione degli appalti nelle gare di lavori pubblici. “I rifiuti – afferma Vincenzo Giovine, vice presidente e componente della commissione Ambiente del Consiglio nazionale dei Geologi – fanno parte della nostra quotidianita’, ne produciamo a dismisura, per questo motivo dobbiamo imparare, sulla scia dei paesi piu’ virtuosi, a trasformarli in risorse. I temi ambientali ed in particolare le bonifiche dei siti contaminati assumono un’importanza notevole per le correlazioni tra rifiuti pericolosi e la salute delle persone, senza considerare lo smaltimento illegale dei rifiuti con il relativo stoccaggio degli stessi nelle discariche abusive”. “La bonifica delle discariche abusive, oggetto della seconda sentenza dell’Unione Europea del 2014 – afferma Alfonso Aliperta, presidente dell’Ordine dei Geologi della Calabria – ha avuto origine nel nostro Paese negli
anni ’80 ed e’ una vicenda di sostenibilita’ ambientale e di buon uso del territorio che l’Italia sta avviando a una soluzione attraverso l’apporto e il supporto della Commissione Europea”. Una situazione particolare a livello nazionale e’ quella della Regione Calabria. “Nello specifico – afferma Aliperta – la Calabria e’ presente nell’elenco della sentenza di condanna con 43 siti distribuiti nelle varie province. Oggi, dopo cinque anni, sono stati regolarizzati 26 siti, dei rimanenti 17 ancora in procedura, per cinque i lavori si sono conclusi e per dodici le attivita’ di messa in sicurezza e di bonifica sono in corso. Nella maggior parte dei casi si tratta di vecchi siti di sversamento di rifiuti ma si sono rese necessarie attivita’ di caratterizzazione, messa in sicurezza e in alcuni casi di vera e propria bonifica per eliminare la possibilita’ che possano divenire un pericolo per la salute umana e l’ambiente”.
Rifiuti e discariche abusive, incontro online con i geologi reggiotoday.it/eventi/risanamento-discriche-incontro-online-ordine-geologi.html Redazione 23 giugno 2020 9:36 “Caratterizzazione, Progettazione ed Esecuzione di interventi di risanamento ambientale e discariche abusive: aspetti giuridici e tecnici”.Questo il titolo del convegno online in programma il 25 giugno dalle ore 10 alle 12,30. Si parlerà di smaltimento illecito di rifiuti, spesso pericolosi; lotta alle discariche abusive su tutto il territorio nazionale; messa in sicurezza e la bonifica dei siti inquinati; risanamento ambientale di aree particolarmente degradate, durante l'incontro organizzato dal Consiglio Nazionale dei Geologi, in collaborazione con l’Ordine dei Geologi della Regione Calabria.Tra gli argomenti analizzati anche il ruolo, le funzioni e la gestione degli appalti nelle gare di lavori pubblici. “I rifiuti fanno parte della nostra quotidianità, ne produciamo a dismisura, per questo motivo dobbiamo imparare, sulla scia dei paesi più virtuosi, a trasformarli in risorse” afferma Vincenzo Giovine,vicepresidente e componente della Commissione “Ambiente” del Consiglio Nazionale dei Geologi. “I temi ambientali ed in particolare le bonifiche dei siti contaminati – continua Giovine - assumono un’importanza notevole per le correlazioni tra rifiuti pericolosi e la salute delle persone, senza considerare lo smaltimento illegale dei rifiuti con il relativo stoccaggio degli stessi nelle discariche abusive”. Sulla questione spiega: “Le metodologie di carattere tecnico e l’applicazione di procedure corrette secondo le norme di legge consentono di ottenere sia la risoluzione dei problemi di contaminazione dei siti in aree urbane o extraurbane con immediati benefici dal punto di vista sanitario, sia il recupero e la riqualificazione di aree degradate che possono essere riconvertite o restituite a nuova destinazione a verde o abitativa migliorando la qualità della vita di coloro che vivono nei pressi delle stesse. Inoltre il recupero di settori urbani di aree ex industriali permette di ridurre l’utilizzo di terreni liberi concorrendo a ridurre il consumo di suolo” dichiara il vicepresidente Cng. “La bonifica delle discariche abusive, oggetto della seconda sentenza dell’Unione Europea del 2014, ha avuto origine nel nostro Paese negli anni ‘80 ed è una vicenda di sostenibilità ambientale e di buon uso del territorio che l’Italia sta avviando a una soluzione attraverso l’apporto e il supporto della Commissione Europea” afferma Alfonso Aliperta, presidente dell’Ordine dei Geologi della Calabria. L’Italia, infatti, con la procedura di infrazione ‘Discariche abusive’, - prosegue - è stata soggetta ad una doppia condanna della Corte di Giustizia UE per 200 siti irregolari. Tale seconda sentenza ha comportato l’imposizione di ingenti sanzioni pecuniarie che sono da corrispondere fino alla completa regolarizzazione 1/2
dei siti. Sei anni fa le 200 discariche erano distribuite in 18 regioni italiane, tranne il Trentino Alto Adige e la Valle d’Aosta, tutte le altre regioni italiane avevano ospitato una o più discariche abusive: dal 2014 ad oggi ne sono state bonificate 160”. Una situazione particolare a livello nazionale è quella della Regione Calabria. “Nello specifico la Calabria è presente nell’elenco della sentenza di condanna con 43 siti distribuiti nelle varie province calabresi” evidenzia Aliperta. “Oggi, dopo cinque anni, sono stati regolarizzati 26 siti, dei rimanenti 17 ancora in procedura, per cinque i lavori si sono conclusi e per dodici le attività di messa in sicurezza e di bonifica sono in corso. Nella maggior parte dei casi si tratta di vecchi siti di sversamento di rifiuti prima del D.Lgs 36/2003, ma si sono rese necessarie attività di caratterizzazione, messa in sicurezza e in alcuni casi di vera e propria bonifica per eliminare la possibilità che possano divenire un pericolo per la salute umana e l’ambiente. L’obiettivo di tutti coloro che sono coinvolti nella vicenda deve essere quello di strappare territori all’illegalità e all’incuria e in quest’ottica il Cng e l’Ordine dei Geologi della Calabria affiancano e collaborano con tutti gli attori istituzionali per la sensibilizzazione delle persone ai temi della sostenibilità ambientale e al contrasto all’illegalità in campo ambientale” conclude il presidente dell’Ordine dei Geologi della Calabria. 2/2
24 Giu 2020 Efficienza energetica, ecobonus condizionato anche alla riduzione del rischio incendi Mariagrazia Barletta Ai fini dell'accesso agli incentivi fiscali, vanno individuati specifici requisiti che permettano di integrare gli interventi di efficientamento energetico con le azioni volte alla riduzione del rischio incendi. A stabilire questo nuovo legame tra gli interventi per il risparmio energetico, ammessi all'ecobonus, e gli interventi per la riduzione del rischio incendi, deve essere la strategia di ristrutturazione a lungo termine che l'Italia deve mettere a punto al fine di ottenere un parco immobiliare decarbonizzato e ad alta efficienza energetica entro il 2050. L'obbligo di mettere in connessione l'efficientamento energetico con l'antincendio, utilizzando come veicolo della novità la strategia nazionale di ristrutturazione del parco immobiliare, deriva dal Dlgs 48 del 2020 con il quale l'Italia ha dato attuazione alla direttiva Ue 2018/844 sulla prestazione energetica degli edifici. Saranno i decreti attuativi a delineare nel dettaglio i punti di contatto tra le prestazioni energetiche e la sicurezza antincendio, ma la portata innovativa della nuova misura sta nell'aver messo in collegamento diretto la definizione dei requisiti antincendio con gli sgravi fiscali. Secondo la direttiva Ue 2018/844 «ogni Stato membro può ricorrere alla propria strategia di ristrutturazione a lungo termine per far fronte ai rischi connessi all'intensa attività sismica e agli incendi che interessano le ristrutturazioni destinate a migliorare l'efficienza energetica e la durata degli edifici». L'Italia fa un passo in più e, non solo trasforma in obbligo ciò che nella direttiva è un suggerimento, ma assegna alla strategia nazionale di ristrutturazione il compito di integrare gli interventi di efficientamento energetico degli edifici con quelli per la riduzione del rischio sismico e di incendio, attraverso l'individuazione di precisi requisiti, validi per l'accesso agli sgravi fiscali. Tutto ciò per «ottimizzare la sicurezza, i costi di investimento e la durata degli edifici», si legge nel Dlgs. Inoltre, il Dlgs 48 del 2020 prevede che la strategia di nazionale ristrutturazione venga adottata, su proposta del ministro dello Sviluppo economico, acquisito il parere della Conferenza unificata, entro l'11 luglio 2020 (30 giorni dall'entrata in vigore del Dlgs). La strategia nazionale - che principalmente dovrà passare in rassegna, e rendere più efficienti, le azioni messe in atto finora per migliorare la qualità energetica del parco immobiliare nazionale (pubblico e privato, residenziale e non residenziale) - entra a far parte del piano nazionale integrato per l'energia ed il clima, ossia del documento programmatorio con orizzonte decennale che gli Stati membri presentano alla Commissione Ue e aggiornano ogni tre anni. Il principio di integrazione dei requisiti di efficienza energetica con le azioni di riduzione del 1/2
rischio incendi viene rafforzato dal Dlgs 48 del 2020, sempre in linea con i contenuti della direttiva Ue 2018/844, anche attraverso un'altra previsione. In particolare, il Mise, di concerto con altri dicasteri (il decreto non nomina il Viminale che ha competenza esclusiva sulla prevenzione incendi) e acquisita l'intesa in Conferenza unificata, nell'aggiornare i requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici e delle unità immobiliari, deve definire anche la compatibilità tra i requisiti energetici e quelli di sicurezza antincendio, da rispettare sia nel caso di nuove costruzioni che di ristrutturazioni importanti. Attualmente, va ricordato, nel caso di interventi di efficientamento su condomìni di altezza antincendio superiore a 24 metri, laddove i lavori coinvolgano almeno il 50 per cento della superficie complessiva delle facciate che compongono l'edificio, i progettisti sono tenuti a porre attenzione agli obiettivi primari di protezione dagli incendi sanciti dal Dm del ministero dell'Interno 25 gennaio 2019, tenendo in considerazione anche i contenuti della guida tecnica «Requisiti di sicurezza antincendio delle facciate negli edifici civili» allegata alla lettera circolare 5043 del 2013 della direzione centrale per la Prevenzione e la sicurezza tecnica dei Vigili del Fuoco. Dunque, per gli edifici di civile abitazione, i requisiti antincendio da rispettare in caso di lavori volti al risparmio energetico (ad esempio di coibentazione termica), sono definiti dalla normativa e da una linea guida (di carattere non cogente). Legare i requisiti antincendio agli incentivi fiscali, però, potrebbe generare un'applicazione più diffusa di tali requisiti (ad esempio anche per altezze inferiori a 24 m) e incentivare i condomìni, che dovessero risultare non a norma, a mettersi in regola anche sotto il profilo della prevenzione e protezione dagli incendi. Il Dlgs n.48/2020 pubblicato in Gazzetta P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved 2/2
24 Giu 2020 Efficienza/2. La sfida Ue per «decarbonizzare» lo stock edilizio pubblico e privato Massimo Frontera L'obiettivo di uno stock edilizio "decarbonizzato" entro il 2050, indicato dall'Ue, dovrà essere perseguito attraverso una strategia a lungo termine che il nostro paese dovrà definire entro l'11 luglio. Almeno questa è la scadenza indicata nel Dlgs 48/2020 pubblicato in Gazzetta che recepisce la direttiva n.2018/844, la quale modifica le direttive 2010/31/UE (prestazione energetica nell'edilizia) e 2012/27/UE (efficienza energetica). Scadenza non non perentoria (30 giorni dall'entrata in vigore del Dlgs), che prevede un Dm Mise con il parere della conferenza unificata. Con questo nuovo obiettivo, l'Europa stimola i paesi membri al rinnovo del patrimonio immobiliare, sia pubblico che privato, spianando la strada alla trasformazione degli edifici esistenti in edifici a energia quasi zero (nZEB). Stando alla norma, la strategia italiana per la decarbonizzazione edilizia dovrà prevedere, tra le altre cose, anche una sostanziale integrazione degli interventi di efficientamento energetico degli edifici con gli «interventi per la riduzione del rischio sismico e di incendio volta ad ottimizzare la sicurezza, i costi di investimento e la durata degli edifici, tramite la proposta di requisiti, anche aggiuntivi (...), ai fini dell'accesso agli incentivi». Un'autentica novità, quest'ultima, che apre la strada all'inclusione della riduzione del rischio incendi tra gli elementi progettuali, edilizi e impiantistici tra gli elementi necessari per la fruizione dei benefici fiscali per l'efficienza energetica. Il rinnovato impegno per la decarbonizzazione prevede anche i seguenti elementi: una ricognizione del parco immobiliare nazionale; l'individuazione di approcci alla ristrutturazione efficace in termini di costi in base al tipo di edificio ed alla zona climatica, anche valutando l'introduzione di obblighi di ristrutturazione, e promuovendo l'utilizzo di tecniche che implichino un maggior uso di elementi prefabbricati e la riduzione del tempo dei lavori di cantiere; una rassegna delle politiche e delle azioni in vigore e delle modifiche per migliorarne l'efficacia; la proposta di politiche e azioni, anche di lungo termine finalizzate a stimolare le ristrutturazioni importanti ed efficaci in termini di costi, anche attraverso l'introduzione di un sistema facoltativo di "passaporto" di ristrutturazione degli edifici; la proposta di politiche e azioni, anche di lungo termine, rivolte ad accelerare la riqualificazione energetica di tutti gli edifici pubblici; una stima affidabile del risparmio energetico atteso, nonché dei benefici connessi alla salute, alla sicurezza e alla qualità dell'aria. Tale strategia dovrà inoltre fissare obiettivi indicativi periodici per il 2030, il 2040 e il 2050, «incluso il raggiungimento di un tasso annuale di ristrutturazione degli edifici, al fine del miglioramento della prestazione energetica, pari almeno al 3%». Occorrerà prevedere anche la 1/2
definizione di indicatori di progresso misurabili, oltre a specificare il modo in cui il conseguimento di tali obiettivi contribuisce al conseguimento degli obiettivi di efficienza energetica stabiliti nel Piano integrato per l'energia e il clima. Edifici non residenziali, entro il 1° gennaio 2025 colonnine di ricarica Il Dlgs prevede inoltre l'integrazione negli edifici di impianti tecnici e di infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici, cancellando i precedenti richiami al Dpr 380. L'attuazione avviene con uno o più decreti ministeriali, tenendo conto dell'analisi costi-benefici del ciclo di vita economico degli edifici e delle stime di utilizzo delle infrastrutture di ricarica. Tra le alte cose, il testo fissa al 1° gennaio 2025 il termine entro cui negli edifici non residenziali dotati di più di venti posti auto, dovrà essere installato almeno un punto di ricarica elettrica. Il Dlgs pubblicato in Gazzetta P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved 2/2
24 Giu 2020 Superbonus, quattro modi per recuperare la spesa effettuata dal 1° luglio Gian Paolo Tosoni Sostituire la caldaia con la pompa di calore senza spendere nemmeno un euro. Molti ne parlano, dopo l'introduzione (nel Dl Rilancio) della detrazione del 110% accompagnata dalla opzione della cessione del credito o dello sconto della fattura. E la facoltà di chiedere il trasferimento del beneficio fiscale ai fornitori o a terzi comprende anche altri interventi edilizi non rientranti nel 110%.L'articolo 121 del Dl 34/2020 («Trasformazione delle detrazioni fiscali in sconto sul corrispettivo dovuto e in credito di imposta») in sostanza prevede che il contribuente che effettua la spesa ha quattro possibilità di recupero del bonus fiscale: la detrazione in quinti dall'Irpef (per le spese non previste nel Dl, in dieci anni), la compensazione orizzontale con altre imposte e contributi come ad esempio l'Imu, la richiesta dello sconto fattura finanziario oppure la cessione del credito nei confronti di chiunque. La valutazione di convenienza è legata all'Irpef normalmente dovuta dal contribuente, ricordando che la norma prevede che la quota di credito di imposta non utilizzata nell'anno non può esserlo negli anni successivi.Le spese che possono essere oggetto di richiesta di sconto (o possono generare il credito di imposta con facoltà di cessione) sono:manutenzione straordinaria (per i condomini anche ordinaria) nonché interventi di restauro e risanamento conservativo nonché ristrutturazione edilizia per gli edifici residenziali (detrazione 50% in dieci anni); interventi di efficienza energetica di cui all'articolo 14 del Dl 63/2013 (detrazione 50-65% in dieci anni) nonché quelli appena introdotti con l'articolo 119 del Dl Rilancio con detrazione 110%; interventi relativi all'adozione di misure antisismiche previste dall'articolo 16 del 63/2013 (detrazione dal 50% all'85% in cinque anni) nonché quelle introdotte dall'articolo 119 del Dl Rilancio; recupero e restauro facciata degli edifici esistenti anche limitatamente alla pulitura o tinteggiatura ai sensi della legge 160/2019 (detrazione del 90% in dieci anni); realizzazione di impianti fotovoltaici (detrazione del 50% in dieci anni) o con detrazione del 110% in cinque anni se in concorso con un intervento trainante di cui all'articolo 119 del Dl Rilancio; realizzazione di colonnine di ricarica veicoli elettrici. L'opzione per il trasferimento del beneficio fiscale si applica per le spese sostenute negli anni 2020 e 2021 e quindi retroagisce in confronto alla detrazione del 110%, che parte dal 1° luglio 2020. Per le opere che beneficiano del 110% vengono introdotti i due seguenti importanti adempimenti:visto di conformità rilasciato da un soggetto con i requisiti per la trasmissione telematica delle dichiarazioni (commercialista, consulente del lavoro, periti camerali) o direttore di Caf; il professionista deve attestare la regolarità della documentazione ed i presupposti che danno diritto alla detrazione; asseverazione di tecnici abilitati sul rispetto dei requisiti (comma 3-ter, articolo 14, Dl 63/2013) e la corrispondente congruità delle spese di risparmio energetico; la copia va trasmessa all'Enea con modalità da stabilire con Dm (per il rischio sismico l'asseverazione è rilasciata dai professionisti iscritti negli appositi Ordini o Collegi, incaricati 1/2
della progettazione strutturale, direzione lavori e collaudo statico. Le modalità di cessione del credito attualmente sono regolate dal Provvedimento dell'agenzia delle Entrate del 31 luglio 2019, ma le nuove e più numerose procedure saranno oggetto di uno nuovo, che avrebbe dovuto essere già emanato entro il 20 giugno scorso. P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved 2/2
24 Giu 2020 Appalti, Rebecchini (Acer): nel Lazio priorità alle strade, a Roma servono metrò e case Giorgio Santilli Otto infrastrutture strategiche di mobilità per rilanciare l'economia laziale. Ma non solo. Il piano di opere urgenti che l'Acer, l'associazione dei costruttori edili romani, ha messo a punto comprende anche manutenzioni e housing sociale. «Per infrastrutturare il territorio - dice il presidente dell'Acer, Nicolò Rebecchini - servono anche puntuali interventi di manutenzione e riqualificazione del patrimonio degli enti locali, quali quello stradale, ospedaliero e scolastico, oltre che per gli interventi sul dissesto idrogeologico. Ed è necessario mettere mano a un vasto programma di housing sociale nella Capitale per rispondere al gravissimo problema sociale dell'emergenza abitativa secondo le esigenze e il fabbisogno abitativo rappresentato dal Comune di Roma». La Capitale, grande attrattore dell'economia laziale, fa la parte del leone nelle opere su ferro. Soprattutto va affrontato il «dolente caso delle linee metropolitane di Roma» con tre linee: il prolungamento della linea B da Rebibbia a Casal Monastero, il completamento della linea C e la diramazione della metro B1 da piazza Bologna al Grande raccordo anulare. La Rebibbia- Casalmonastero ha un costo di 508,2 milioni, è finanziata per 167 milioni con fondi pubblici, per 133 milioni con fondi comunali mentre - dice Rebecchini - «occorre individuare risorse pubbliche atte a colmare il venire meno dei 207 milioni originariamente previsti dalla valorizzazione immobiliare derivante dalla cessione di aree edificabili». Per la linea C è da finanziare la tratta oltre Fori Imperiali. Il valore dell'investimento per la tratta della linea B1 Bologna-Jonio, è di 733 milioni di euro. Il Mit ha messo a disposizione per la suddetta tratta 240 milioni, il resto del finanziamento è a carico di Roma Capitale. Su gomma non si può non partire dall'autostrada Roma-Latina che dal bando del 2001 ha vissuto un vero «calvario delle procedure farraginose e degli intoppi, l'emblema dell'immobilismo del Paese nel campo infrastrutturale». La gara viene lanciata nel 2011 col sistema del project financing, ma i conti non tornano soprattutto per i due miliardi che dovrebbe mettere il gestore con i ricavi da pedaggio. Gara bocciata anche dal Consiglio di Stato. «Risulta difficile - dice Rebecchini - credere che la remunerabilità dell'abnorme investimento privato venga garantita tramite il pagamento del pedaggio autostradale. Si potrebbe allora ipotizzare di utilizzare i 468 milioni resi disponibili dal Cipe e già salvati dalla perenzione una volta, per l'adeguamento e la messa in sicurezza dell'attuale tracciato della Pontina con gara ordinaria suddivisa in lotti per consentire la partecipazione delle Pmi». Occorre, poi, attingere ad altre risorse pubbliche per realizzare anche il collegamento con la A1, la tratta Cisterna- Valmontone.Ancora più paradossale la «parabola» della Civitavecchia-Livorno. «Dopo anni - dice Rebecchini - è stato possibile realizzare solo il tratto autostradale che collega Civitavecchia a Tarquinia, appena 14 km di autostrada». Anni caratterizzati da lentezze nei lavori e ripetute contestazioni Ue in merito alla procedura scelta per l'individuazione del concessionario. 1/2
Un'altra opera che attende di essere ultimata da decenni è la superstrada Orte-Viterbo- Civitavecchia. L'opera è ferma a Montemerano, occorrono 460 milioni per completare il tratto Monte Romano Est-Civitavecchia. «Bisogna completare la progettazione esecutiva e indire la relativa gara». Ferma anche la superstrada Rieti-Torano, per una lunghezza di 61 chilometri. A oggi, dopo infinite polemiche sul tracciato, è stato realizzato solo un sub-stralcio di un chilometro da Grotti a Ponte Figoreto. Infine, il raddoppio della Ss Salaria: attende da anni di essere completato, 18 chilometri di strada da Passo Corese a Rieti, da realizzare con quattro corsie di percorrenza. Il Mit ha comunicato ad Anas la disponibilità a finanziare la progettazione e a commissariare l'opera.Una situazione desolante evidenziata da Rebecchini. «La storia infrastrutturale della Regione Lazio - dice - è una sorta di riassunto delle criticità che affliggono il Paese: procedure di gara impostate non correttamente, intoppi burocratici e passaggi amministrativi interminabili con il corollario dell'inevitabile contenzioso paralizzante dovuto alle inefficienze della Pa». Una storia che si spera finisca con il decreto semplificazioni. P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved 2/2
24 Giu 2020 Fondo salva opere, Ance: bene attivazione ma ora accelerare su pagamenti Q.E.T. A fronte dei 130 milioni previsti dal Fondo salva opere (circa il 70% della somma dovuta ai creditori) sono stati dunque resi disponibili i primi 45,5 milioni, a cui si dovranno aggiungere altri 40 milioni previsti dal decreto rilancio per complessivi 85 milioni. Lo ricorda una nota dell'Ance in cui il presidente Gabriele Buia sottolinea che «sono queste le azioni concrete che ci aspettiamo dalle Istituzioni: misure, risorse e strumenti per risollevare le sorti del settore e rilanciare la crescita del Paese». Il primo riparto, aggiunge il presidente dei costruttori, rappresenta un primo passo importante raggiunto grazie all'impegno di Ance e del nostro sistema associativo territoriale, in particolare di Marche, Umbria, Sardegna e Sicilia, ed allo sforzo del Ministero delle Infrastrutture, dell'Anas e di altri soggetti coinvolti: ora però bisogna dare velocemente seguito accelerando i trasferimenti alle imprese». Esattamente un anno fa, nel giugno 2019, l'associazione dei costruttori aveva denunciato la situazione insostenibile delle imprese a valle di general contractor rimaste senza liquidità a causa della situazione di crisi dei propri mani contractor. Il decreto del Mit e il riparto dei fondi P.I. 00777910159 - Copyright Il Sole 24 Ore - All rights reserved 1/1
Bonus Facciate 2020: spese detraibili e pagamenti in una risposta dell'Agenzia delle Entrate 24/06/2020 Ai fini della fruizione del bonus facciate è possibile portare in detrazione anche le spese sostenute per opere accessorie che servono per l'esecuzione dei lavori, quali, ad esempio, quelle per la direzione lavori, il coordinamento per la sicurezza, la sostituzione dei pluviali? Rientrano nel bonus facciate anche le spese per il solo restauro di balconi, senza interventi sulle facciate e, ove ricorra l'obbligo di isolare la facciata, anche queste opere di isolamento? Per gli interventi iniziati nel 2019 ma i cui pagamenti sono stati effettuati nel 2020, si può usufruire del bonus facciate e nel caso occorre utilizzare una causale particolare? Bonus Facciate 2020: le domande all'Agenzia delle Entrate Sono queste le domande a cui ha provveduto a rispondere l'Agenzia delle Entrate con risposta n. 191 del 23 giugno 2020 con la quale è entrata nel merito della detrazione fiscale del 90% prevista dalla Legge 27 dicembre 2019, n. 160 (c.d. Legge di Bilancio per il 2020) per le spese sostenute per gli interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti (inclusi quelli di sola pulitura o tinteggiatura esterna) ubicati in zona A (centri storici) o B (parti già urbanizzate, anche se edificate in parte). Bonus Facciate 2020: la guida e la circolare dell'Agenzia delle Entrate Ricordiamo che sul bonus facciate l'Agenzia delle Entrate ha già pubblicato la guida e la circolare attuativa 14 febbraio 2020, n. 2/E recante “Detrazione per gli interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti prevista dall'articolo 1, commi da 219 a 224 della legge 27 dicembre 2019 n. 160 (Legge di bilancio 2020)” che riguardano la nuova detrazione fiscale. Sul bonus facciate abbiamo già pubblicato un articolo che definisce chi può usufruire del bonus facciate, per quali interventi e le modalità di pagamento. Bonus Facciate 2020: la risposta dell'Agenzia delle Entrate In risposta al quesito del contribuente, l'Agenzia delle Entrate ha ribadito alcuni concetti chiave che riguardano la nuova detrazione fiscale prevista dall'art. 1, commi da 219 a 223 della legge di Bilancio per il 2020. In particolare, la nuova disciplina prevista per il 2020 ha introdotto una detrazione fiscale dall’imposta lorda pari al 90% delle spese documentate sostenute fino al 31 dicembre 2020 per interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti ubicati in zona A o B ai sensi del decreto del Ministro dei lavori pubblici 2 aprile 1968, n. 1444. Come chiarito nella anche nella citata circolare dell'Agenzia delle Entrate n. 2/E del 2020, la normativa è volta ad incentivare gli interventi edilizi finalizzati al decoro urbano favorendo, altresì, interventi di miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici. In tale ambito, l’esplicito richiamo agli interventi realizzati esclusivamente sulle strutture opache della facciata, sui balconi, ornamenti e fregi, comporta che sono ammessi al “bonus facciate”: gli interventi sull’involucro “esterno visibile dell’edificio, vale a dire sia sulla parte anteriore, frontale e principale dell’edificio, sia sugli altri lati dello stabile (intero perimetro esterno)"; gli interventi sugli elementi della facciata costituenti esclusivamente la “struttura opaca verticale”.
Per la fruizione del bonus facciate gli interventi che non siano di sola pulitura o tinteggiatura esterna, ma siano anche influenti dal punto di vista termico o che interessino oltre il 10% dell'intonaco della superficie disperdente lorda complessiva dell'edificio, devono soddisfare: i requisiti indicati nel decreto del Ministro dello sviluppo economico 26 giugno 2015 (decreto “requisiti minimi”) che definisce le modalità di applicazione della metodologia di calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici, ivi incluso l'utilizzo delle fonti rinnovabili, nonché le prescrizioni e i requisiti minimi in materia di prestazioni energetiche degli edifici e delle unità immobiliari; i valori limite della trasmittanza termica delle strutture opache verticali componenti l'involucro edilizio indicati nell’Allegato B alla Tabella 2 del decreto del Ministro dello sviluppo economico 11 marzo 2008. Relativamente agli interventi su balconi o su ornamenti e fregi, nella citata circolare n. 2/E del 2020 viene chiarito che la detrazione spetta per interventi di consolidamento, ripristino, inclusa la mera pulitura e tinteggiatura della superficie, o rinnovo degli elementi costitutivi dei balconi, degli ornamenti e dei fregi. Sono, inoltre, ammessi al bonus facciate lavori riconducibili al decoro urbano quali quelli riferiti alle grondaie, ai pluviali, ai parapetti, ai cornicioni e alla sistemazione di tutte le parti impiantistiche che insistono sulla parte opaca della facciata. Bonus Facciate 2020: le spese detraibili Nella medesima circolare n. 2/E del 2020 viene, inoltre, chiarito che la detrazione spetta anche per: le spese sostenute per l’acquisto dei materiali, la progettazione e le altre prestazioni professionali connesse, comunque richieste dal tipo di lavori (ad esempio, l’effettuazione di perizie e sopralluoghi, il rilascio dell’attestato di prestazione energetica); gli altri eventuali costi strettamente collegati alla realizzazione degli interventi (ad esempio, le spese relative all’installazione di ponteggi, allo smaltimento dei materiali rimossi per eseguire i lavori, l’imposta sul valore aggiunto qualora non ricorrano le condizioni per la detrazione, l’imposta di bollo e i diritti pagati per la richiesta dei titoli abilitativi edilizi, la tassa per l’occupazione del suolo pubblico pagata dal contribuente per poter disporre dello spazio insistente sull’area pubblica necessario all’esecuzione dei lavori). Bonus Facciate 2020: i pagamenti I contribuenti persone fisiche soggetti all'IRPEF sono tenuti, tra l’altro, a disporre il pagamento delle spese mediante bonifico bancario o postale dal quale risulti la causale del versamento, il codice fiscale del beneficiario della detrazione ed il numero di partita IVA ovvero il codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato. Su tali bonifici, le banche, Poste Italiane SPA nonché gli istituti di pagamento autorizzati applicano, all'atto dell'accredito dei relativi pagamenti, la ritenuta d’acconto (attualmente nella misura dell’8%). Bonus Facciate 2020: gli interventi sulle parti comuni Per gli interventi effettuati sulle parti comuni di un edificio in condominio, gli adempimenti necessari ai fini della fruizione del bonus facciate possono essere effettuati da uno dei condomini a ciò delegato o dall’amministratore del condominio che, nella generalità dei casi, provvede all’indicazione dei dati del fabbricato in dichiarazione e agli altri adempimenti relativi alle altre detrazioni spettanti a fronte di interventi di recupero del patrimonio edilizio o di efficienza energetica sulle parti comuni. Bonus Facciate 2020: la risposta ai quesiti In conclusione: rientrano nel bonus facciate anche le spese sostenute per le opere accessorie che servono per l'esecuzione dei lavori agevolabili, comprese quelle indicate dall’Istante, per la direzione lavori, il coordinamento per la sicurezza, la sostituzione dei pluviali; il bonus facciate si applica anche agli interventi di restauro dei balconi senza interventi sulle facciate; ove ricorrano le condizioni indicate nel comma 220 (interventi sulle facciate che non siano di sola pulitura o tinteggiatura esterna, ma siano anche influenti dal punto di vista termico o che interessino oltre il 10% dell'intonaco della superficie disperdente lorda complessiva dell'edificio), le spese relative all’esecuzione di tali opere rientrano nel “bonus facciate” sempreché siano rispettate i requisiti indicati nel citato decreto del Ministro dello sviluppo economico 26 giugno 2015 (decreto “requisiti minimi”) e i valori limite della trasmittanza termica delle strutture opache verticali componenti l'involucro edilizio indicati nell’Allegato B alla Tabella 2 del citato decreto del Ministro dello sviluppo economico 11 marzo 2008; per quanto riguarda, la possibilità di ammettere al bonus facciate le spese sostenute nel 2020 per interventi già iniziati nel 2019, l'Agenzia delle Entrate ricorda che nel comma 219 è utilizzata la locuzione “spese documentate, sostenute nell’anno 2020”, senza altre condizioni volte a circoscrivere l'applicazione del “bonus facciate” alla data di avvio degli interventi. Ciò comporta che, ai fini dell'imputazione delle spese stesse occorre fare riferimento, per le persone fisiche, compresi gli esercenti arti e professioni, e per gli enti non commerciali, al criterio di cassa e, quindi, alla data dell'effettivo pagamento, indipendentemente dalla data di avvio degli interventi cui i pagamenti si riferiscono (d esempio, un intervento ammissibile iniziato a luglio 2019, con pagamenti effettuati sia nel 2019 che nel 2020, consentirà la fruizione del bonus facciate solo con riferimento alle spese sostenute nel 2020); ai fini dell'imputazione al periodo d'imposta, per le spese relative ad interventi sulle parti comuni degli edifici rileva la data del bonifico effettuato dal condominio, indipendentemente dalla data di versamento della rata condominiale da parte del singolo condomino (ad esempio, nel caso di bonifico eseguito dal condominio nel 2019, le rate versate dal condomino nel 2020, non danno diritto al “bonus facciate”; diversamente, nel caso di bonifico effettuato dal condominio nel 2020, le rate versate dal condomino nel 2019, nel 2020 o nel 2021 prima della presentazione della dichiarazione dei redditi relativa al 2020) danno diritto al “bonus facciate”;
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