Comunicato CDC: sull'Italian Food ci vuole trasparenza e impegno - Gruppo 2019

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Comunicato CDC: sull'Italian Food ci vuole trasparenza e impegno - Gruppo 2019
Comunicato CDC: sull’Italian
Food ci vuole trasparenza e
impegno
Nel mese scorso abbiamo interpellato il Sindaco per conoscere
quale fosse lo stato di attuazione dell’accordo sottoscritto
nel 2011 tra enti pubblici, produttori agricoli e Italian Food
per il trasferimento dello stabilimento di Coltie nella zona
industriali di Campo alla Croce.

Quel l’accordo non fu mai sottoposto all’approvazione del
Consiglio Comunale, ma noi lo abbiamo condiviso con la massima
convinzione perché il potenziamento dello stabilimento per la
trasformazione dei pomodori prodotti in Val di Cornia e in
Toscana rappresenta un contributo concreto al consolidamento
dell’agricoltura di qualità e, soprattutto, allo sviluppo
della filiera corta che tutti ritengono oggi la strategia del
futuro.

Ci preoccupava però il silenzio che era calato sulla vicenda e
avevamo ragione.

Le risposte del Sindaco misero in evidenza il completo stallo
degli impegni assunti, primo tra tutti la mancata concessione
dei finanziamenti richiesti al Ministero dello Sviluppo
Economico, i cui esiti dovevano essere resi noti entro la fine
del 2012.
Apprendiamo ora che le difficoltà dell’Italian Food crescono
per la concorrenza dei prodotti esteri, per l’assenza di
strategie a sostegno della filiera corta e dei marchi di
qualità ed anche per difficoltà logistiche dello stabilimento
delle Coltie, chiuso ormai da un’urbanizzazione che non rende
possibili adeguamenti e ampliamenti.

Ci sono elementi a sufficienza per un deciso intervento del
Comune, prima di tutto verso i Ministeri interessati e poi
verso tutti coloro che hanno preso impegni per attuare
quell’accordo che, lo ricordiamo, prevede la presentazione del
progetto per il nuovo stabilimento nel 2014.

Ribadiamo che un obiettivo di questa rilevanza va ben oltre
gli interessi e i confini del solo Comune di Campiglia. Se la
Val di Cornia fosse stata in grado di elaborare un progetto
unico di riconversione economica, questo intervento doveva
stare tra le priorità sui tavoli nazionali in cui si discute
del futuro dell’ economia e dell’occupazione in questi
territori caratterizzati da pesanti crisi industriali.

Invece ciascun Comune si muove per conto proprio o, peggio
ancora, non si muove proprio, come il Comune di Campiglia.

Chiediamo che Sindaco e Giunta si facciano promotori di una
immediata discussione in Consiglio. Da parte nostra avranno il
massimo sostegno, non per vivacchiare rinviando il problema,
ma per un forte impegno per attuare i propositi contenuti
negli accordi sottoscritti.

18 aprile 2013

Comune dei Cittadini
Comunicato CDC: « Nel PD
bravi a fare gli annunci, ma
i fatti poi sono un disastro»
Al Pd di Venturina dicono che bisogna rafforzare i legami tra
i Comuni della Val di Cornia, ma hanno distrutto ogni forma di
collaborazione istituzionale. Ogni Comune va per conto proprio
con fusioni, associazioni di funzioni e convenzioni a macchia
di leopardo. Non hanno fatto l’unica cosa utile e possibile:
l’Unione dei Comuni. Oggi in Val di Cornia non c’è più
coesione e in queste condizioni il rapporto con altri
territori è una chimera. Il danno è gravissimo.

Parlano di “sistema integrato tra pubblico e privato”, ma sono
i primi a non farlo. Nel solo Comune di Campiglia propongono
agli operatori turistici un rapporto con tre soggetti
pubblici: BIC, SeFI e Parchi s.p.a.       Almeno due sono di
troppo. Se ne sarebbero dovuti accorgere da tempo e invece
ripropongono il modello che ha fallito.

Sul rapporto con gli operatori turistici parlano i fatti. Sono
stati coinvolti tardivamente nel 2102 per comunicargli la
decisione, già assunta, d’istituire la tassa di soggiorno. Per
fargli digerire una tassa sbagliata hanno fatte promesse senza
mantenerle. Hanno fatto fare pessime figure per ottenere
entrate di circa 50.000 euro. Forse abbiamo speso più in
burocrazia di quanti sono stati i ricavi della tassa. Ma su
questo il PD non fa nessuna riflessione autocritica.
A fasi alterne riscoprono “Venturina Terme” senza concludere
nulla. Le terme sono una delle risorse essenziali dell’offerta
turistica, ma più del nome conta lo sviluppo del comparto. Il
Comune ha due strumenti: l’uso razionale delle acque termali e
politiche urbanistiche che valorizzino il territorio delle
terme. Delle concessioni termali non sappiamo nulla perché non
ne parlano. Sappiamo invece che nel 2012 hanno previsto un’
enorme colata di cemento intorno ai laghetti di Tufaia,
davanti alle Terme di Caldana. L’opposto di quello che serve.

Non fanno quello che serve, ma compiono scelte gravi per il
turismo. Nelle campagne hanno fatto costruire di tutto, dai
cementifici ai grandi impianti industriali energetici. Non
sappiamo ancora se il Comune confermerà il parere contrario
sulle sei grandi pale eoliche di 145 metri nelle campagne
delle Lavoriere, di Campo all’Olmo, dei Granai e di Populonia,
tra case di agricoltori e agriturismi.

Nelle aree naturali protette hanno fatto il contrario di
quello che hanno previsto. A Montorsi si riapre la miniera ex
Maffei dopo che era già stata chiusa e ripristinata; a Monte
Calvi, sopra il parco di san Silvestro, sono stati raddoppiati
i volumi da scavare; nelle cave di Monte Valerio e di Monte
Calvi i ripristini ambientali sono in grave ritardo e hanno
lasciato in vista ferite che potevano essere contenute, con
buona pace del turismo. Non si discute del futuro delle cave.

La stazione di Campiglia sprofonda: non sono stati fatti gli
studi per collegarla meglio con il porto; vengono soppressi
treni nel silenzio del Comune; non c’è nessun servizio per
l’informazione turistica. Chi scende a Campiglia percepisce
solo il degrado, aggravato dallo stato d’abbandono di via
Cerrini e degli ex magazzini comunali.

Al PD diciamo: i documenti sono utili, ma ancora più utile è
l’azione di governo, quella per cui avete la maggioranza. Le
vostre capacità si misurano da quello che fate e non da quello
che dite. In mancanza di risultati e con tanti danni, il PD
vede ora la salvezza nel disastro della Concordia. L’ennesima
svolta epocale e volano per il turismo? Non facciamo commenti.

12 aprile 2012

Comune dei Cittadini

Il comunicato del PD sulle politiche sul turismo:

Fra terme e storia, così il Pd di Venturina rilancia il
turismo

«La Val di Cornia deve salire almeno un gradino per lo
sviluppo del turismo e della nuova economia ad essa
collegata». È il circolo Pd di Venturina che si rivolge a
operatori, amministrazion e partiti. «Per programmare e
guidare questa crescita – si spiega – si debbono rafforzare i
legami tra le amministrazioni. La fusione tra i Comuni di
Suvereto e Campiglia sia il primo passo per il Comune Unico
della Val di Cornia ed intanto si pratichi almeno il pieno
coordinamento delle politiche di sviluppo». Il circolo di
Venturina intende aprire un dibattito.

Tour operator. «Necessario – prosegue il Pd – raggiungere la
rete dei tour-operator, invece di rimanere sostanzialmente
alla raccolta di clientela o casuale o per abitudine. Dunque
organizzare un’offerta unica al mercato turistico, che integri
residenza, servizi turistici, escursioni, benessere,
enogastronomia, sistema dei parchi e la “Toscana intorno”,
cioè quel territorio unico al mondo costituito soprattutto
dalla toscana meridionale, da Siena alla Maremma. Per questo
gli operatori privati, insieme alla Parchi, alla Se.fi e alla
BIC devono organizzare un punto unico per integrare le singole
offerte e farne della “merce” per il mercato mondiale».

Professionalità. «Gli enti locali – si aggiunge – devono
favorire la qualificazione degli operatori, organizzando corsi
e proponendo la partecipazione a pacchetti integrati di
offerta. Importante istituire nuovi corsi di studio per i
servizi turistici a Piombino». Ristrutturazione Parchi s.p.a.
Si ritiene urgente « una profonda ristrutturazione della
Parchi che soffre di gigantismo burocratico e di una missione
troppo circoscritta alla gestione dell’esistente». Venturina
Terme. Come circolo si sollecita «la trasformazione del nome
della nostra comunità in “Venturina Terme”». Tutto per
sottolineare «la necessaria qualificazione del comparto
termale. L’offerta termale e nel settore del benessere che
Venturina Terme può offrire, sè una ricchezza per tutto il
comparto turistico della Val di Cornia e componente essenziale
nella formazione di quell’offerta integrata che può essere
collocata sul mercato mondiale del turismo».

Crociere.   Completo    appoggio   al   tentativo   del   Comune   e
dell’Autorità Portuale di Piombino «di ospitare la demolizione
della Costa Concordia e comunque ogni investimento che possa
qualificare il nostro porto e renderlo idoneo ad ospitare le
navi da crociera che volessero includere la Toscana
meridionale nel loro circuito». «L’area da Volterra a Siena,
dai nostri Parchi a quello della Maremma, da Massa Marittima a
Larderello siano, anche per il mercato croceristico, più che
sufficienti per fare di Piombino un porto di approdo
conveniente. Questo impone anche una nuova e più efficiente
viabilità». Assistenza ai visitatori. «Da stimolare – si
conclude – la crescita dei servizi di assistenza ai turisti
per qualificare l’intera Val di Cornia ed anche questi sono
servizi che possono essere gestiti solo a livello
territoriale. Nuovi portali telematici, nuovi punti di
informazione, novi sistemi digitali di promozione nei punti di
contatto dei turisti con il nostro territorio (centri urbani,
stazione FFSS e nel nuovo centro servizi dell’autostrada a
Venturina)».

Il Tirreno 12.04.2013

Sulla stampa:

«Bravi a fare gli annunci, ma i fatti poi sono un disastro»
«BRAVI ad enunciare, disastrosi nel governare». A sostenerlo,
riferendosi al Pd, è la lista Comune dei cittadini che replica
all’articolo sul turismo del Pd di Venturina. «Sostengono che
bisogna rafforzare i legami tra i Comuni della Val di Cornia,
ma hanno distrutto ogni forma di collaborazione istituzionale.
Ogni Comune va per conto proprio con fusioni, associazioni di
funzioni e convenzioni a macchia di leopardo. Non hanno fatto
l’unica cosa utile e possibile: l’Unione dei Comuni. Parlano
di “sistema integrato tra pubblico e privato”, ma sono i primi
a non farlo. Nel solo Comune di Campiglia propongono agli
operatori turistici un rapporto con tre soggetti pubblici:
Bic, SeFI e Parchi. Almeno due sono di troppo.
SUL RAPPORTO con gli operatori turistici parlano i fatti. Sono
stati coinvolti tardivamente nel 2102 per comunicargli la
decisione, già assunta, d’istituire la tassa di soggiorno. A
fasi alterne riscoprono “Venturina Terme” senza concludere
nulla. Nelle campagne hanno fatto costruire di tutto, dai
cementifici ai grandi impianti industriali energetici. Non
sappiamo ancora se il Comune confermerà il parere contrario
sulle sei grandi pale eoliche di 145 metri nelle campagne tra
case di agricoltori e agriturismi. Nelle aree naturali
protette hanno fatto il contrario di quello che hanno
previsto. Non si discute del futuro delle cave. La stazione di
Campiglia sprofonda. I documenti sono utili, ma ancora più
utile è l’azione di governo.
La Nazione 13.04.2013
«Nel Pd bravi a enunciare e disastrosi nel governare»
«Bravi a enunciare, disastrosi nel governare», è la risposta
della lista civica Comune dei Cittadini alle proposte del
locale Pd per rilanciare il turismo. Si parte dal profilo
istituzionale e dai legami tra i Comuni della Val di Cornia,
giudicati compromessi dalla prospettiva della fusione tra
Campiglia e Suvereto, che cancellerebbe ogni coesione e
renderebbe «una chimera» il rapporto con altri territori. Sul
sistema integrato tra pubblico e privato, che prevedrebbe il
rapporto tra operatori turistici e tre soggetti pubblici, la
Bic, la Sefi, e la Parchi, Comune dei Cittadini sostiene che
«almeno due sono di troppo; se ne sarebbero dovuti accorgere
da tempo».

Sarebbe inutile inoltre corteggiare gli operatori turistici,
dopo il mancato rispetto riservato loro con l’imposta di
soggiorno: «Sono stati coinvolti tardivamente nel 2012 per
comunicare loro la decisione, già assunta». Si prosegue con
Venturina Terme, che, ad avviso della lista civica, viene
riscoperta a fasi alterne «senza concludere nulla». Gli
strumenti a disposizione del Comune sono due, viene
sottolineato, l’uso razionale delle acque termali e le
politiche urbanistiche di valorizzazione. «Delle concessioni
termali non sappiamo nulla», lamenta la lista civica «perché
non ne parlano. Sappiamo invece che nel 2012 hanno previsto
un’enorme colata di cemento intorno ai laghetti di Tufaia,
davanti alle Terme». A seguire, si snodano una serie di
attacchi sulla politica agricola, «nelle campagne hanno fatto
costruire di tutto, dai cementifici ai grandi impianti
industriali energetici»; e le aree naturali protette, «a Monte
Calvi sono stati raddoppiati i volumi da scavare, a Monte
Valerio e Monte Calvi i ripristini ambientali sono in grave
ritardo».

Francesco Rossi

Il Tirreno 13.04.2013
Comunicato CDC, Spinelli: 7
minuti è il massimo della
partecipazione per il PD
La partecipazione? 7 minuti!

Questa è la concezione di partecipazione e coinvolgimento che
ha la maggioranza di Campiglia Democratica, che poi chiamarla
democratica è come definire pacifico Charles Manson.

Nel Consiglio Comunale di sabato si è discussa la fusione del
comune di Campiglia con quello di Suvereto partendo dal diktat
imposto dal Partito Democratico, in meno di un mese e senza
sapere realmente a cosa andremo incontro, sanno già che la
fusione s’ha da fare e per farla si deve propagandare che è
giusta, innovativa ed economicamente favorevole.

Per dirlo si è mobilitata tutta la claque della maggioranza,
tesserati di partito, consiglieri di altri comuni, segretari
etc etc. Risultato: nessuna informazione per chi avesse voluto
approfondire il tema e capirlo ma sola propaganda, volta ad
enfatizzare i pro e celando i contro di un evento storico che
porta non poche conseguenze negative.

A noi consiglieri di CDC, unici ad avere una posizione non
omologata, sono stati concessi 7 minuti senza diritto di
replica per spiegare i problemi, i punti critici e le
possibili conseguenze per l’intera Val di Cornia. Uno schifo.

Un progetto, quello della fusione dei due Comuni, in netta
contraddizione con un ordine del giorno, presentato da noi a
Gennaio e votato all’unanimità, in cui si chiedeva alla Giunta
di aprire una discussione sull’Unione dei Comuni di tutta la
Val di Cornia.

Al Consiglio Comunale, organo che sarebbe deputato alla
discussione e   alla legiferazione, si va solo per ratificare le
scelte prese    da altri, in questo caso dalle segreterie di
partito, una    roba da terzo mondo e da regimi partitocratici
mascherati da   democrazie.

In base a quanto detto in Consiglio non si è capito nulla di
quel che ci attende, di quelle che sono le alternative, le
prospettive, le tempistiche, le difficoltà e le problematiche.
Avevamo tante domande da porre, ma non ce lo hanno permesso.
Si sa, in democrazia è meglio se non c’è chi la pensa
diversamente…

A Suvereto, almeno, Il Sindaco Pioli si è preso l’onere di
illustrare l’iter ai propri cittadini, si è messo in
discussione, da noi il nulla, come al solito. “Tanto c’è il
referendum”, questo è quello che dicono, ma non dicono che il
suo esito non è vincolante e tacciono il fatto che il
referendum è obbligatorio per legge, non è che ce lo concedono
perché sensibili al nostro pensiero.

Fàcciano una cosa i sindaci, abbiano il coraggio di indire un
referendum per chiedere ai “sudditi” se preferiscono le
attuali aggregazioni confuse tra comuni o se non preferiscano
l’Unione dei Comuni di tutta la Val di Cornia, poi vediamo.

Altra nota dolente è il PDL, che nei due Comuni non ha neanche
saputo tenere una posizione univoca, a Suvereto si è astenuto,
a Campiglia sembrava più entusiasta del Pd. È questo il
risultato, la confusione totale e la propaganda al posto
dell’informazione. Terzo mondo, appunto.

Giacomo Spinelli, Consigliere cdc

Sulla stampa:

«Il solito diktat del Pd»

NEL CONSIGLIO Comunale di sabato si è discussa la fusione del
comune di Campiglia con quello di Suvereto partendo dal diktat
imposto dal Pd, in meno di un mese e senza sapere realmente a
cosa andremo incontro». A criticare i sette minuti di tempo
dati in consiglio, per esporre il parere contrario alla
fusione, è il consigliere comunale del Comune dei cittadini
Giacomo Spinelli.
«SI È mobilitata tutta la claque della maggioranza, tesserati
di partito, consiglieri di altri comuni, segretari etc etc.
Risultato: nessuna informazione per chi avesse voluto
approfondire il tema e capirlo ma sola propaganda, volta ad
enfatizzare i pro e celando i contro. A noi consiglieri di
CdC, unici ad avere una posizione non omologata, sono stati
concessi 7 minuti senza diritto di replica. Uno schifo. Un
progetto, quello della fusione dei due Comuni, in netta
contraddizione con un ordine del giorno, presentato da noi a
gennaio e votato all’unanimità, in cui si chiedeva alla Giunta
di aprire una discussione sull’Unione dei Comuni di tutta la
Val di Cornia. Al Consiglio Comunale, organo che sarebbe
deputato alla discussione e alla legiferazione, si va solo per
ratificare le scelte prese da altri, in questo caso dalle
segreterie di partito.
AVEVAMO tante domande da porre, ma non ce lo hanno permesso. A
Suvereto, almeno, il sindaco Pioli si è preso l’onere di
illustrare l’iter ai propri cittadini, si è messo in
discussione, da noi il nulla, come al solito. «Tanto c’è il
referendum», questo è quello che dicono, ma non dicono che il
suo esito non è vincolante e tacciono il fatto che il
referendum è obbligatorio per legge, non è che ce lo
concedono. Facciano una cosa i sindaci, abbiano il coraggio di
indire un referendum per chiedere ai “sudditi” se preferiscono
le attuali aggregazioni confuse tra comuni o se non
preferiscano l’Unione dei Comuni, poi vediamo. Altra nota
dolente è il Pdl, che nei due Comuni non ha neanche saputo
tenere una posizione univoca, a Suvereto si è astenuto, a
Campiglia sembrava più entusiasta del Pd».

La Nazione 09.04.2013
Comunicato CDC, fusione dei
comuni: una decisione così
importante senza processo
democratico
Il 6 aprile il Consiglio Comunale di Campiglia voterà
l’autorizzazione al Sindaco per chiedere alla Regione di
avviare il processo per la fusione dei Comuni di Campiglia e
Suvereto. Il nuovo Comune si chiamerà CAMPIGLIA-SUVERETO. Si
arriva ad una decisione così importante senza neppure aver
convocato l’apposita commissione consiliare. E’ uno scandalo.

Ci chiediamo, e chiediamo ai cittadini, come possa chiamarsi
“democratica” una maggioranza che non sente il bisogno di
confrontarsi neppure sullo scioglimento del proprio Comune. E
non basta dire che tanto ci sarà il referendum: già decidere
di andare al referendum è una decisione politica fondamentale.

Chiediamo ai cittadini cosa ne pensano. La risposta ricorrente
è che non ne sanno nulla e che, in ogni caso, la fusione tra
Campiglia e Suvereto non risolverà nessuno dei problemi che
assillano famiglie e imprese.       Del resto nei programmi
elettorali del PD c’era la proposta di istituire l’Unione di
tutti i Comuni della Val di Cornia, non la fusione di
Campiglia e Suvereto.

Manifestano poi sconcerto per il fatto che Piombino stia
discutendo da solo il trasferimento nella provincia di
Grosseto, mentre San Vincenzo e Sassetta si associano ai
Comuni della bassa Val di Cecina come Castagneto e Bibbona.

I cittadini sentono che la Val di Cornia non esiste più, che è
venuto meno lo sforzo per lavorare insieme sui tanti problemi
che affliggono quest’area, primo tra tutti quello di dare
prospettive di lavoro ai giovani.

Nonostante le spiegazioni che tenteranno    di dare (contributi
regionali, sblocco per tre anno del patto   di stabilità, ecc,)
non sono affatto chiare le ragioni di       una decisione così
improvvisata. Neppure lo spauracchio del    commissariamento di
Suvereto regge: entro il 2013 i Comuni sotto 5.000 abitanti
devono associare le funzioni amministrative (esclusa
l’anagrafe) con altri Comuni contermini, non fondersi. Esclusa
l’anagrafe, perché quella comporterà un lavoro complesso, e
costoso, per la riorganizzazione degli uffici e dei documenti
di tutti i residenti al quale pare che nessuno stia pensando.

Un pasticcio che ci costerà mesi e mesi di discussioni
burocratiche, di lavoro aggiuntivo e un referendum prima delle
elezioni amministrative del 2014. Si poteva evitare tutto
associando le funzioni dei due Comuni entro il 2013 ( già
fatto per polizia municipale, viabilità, catasto e personale,)
per affrontare poi seriamente il problema della riforma delle
istituzioni locali dopo le elezioni amministrative.

Per noi, è noto, si deve ripartire dalla Val di Cornia, non
dal Comune di Campiglia-Suvereto.

2 aprile 2013

Comune dei Cittadini

Sulla Stampa:
«Una scelta così importante senza neppure discutere»
FUSIONE Campiglia e Suvereto: «Si arriva ad una decisione così
importante senza neppure aver convocato l’apposita commissione
consiliare». Così commenta la lista Comune dei Cittadini
subito dopo la convocazione del consiglio comunale aperto.
«Ci chiediamo, e chiediamo ai cittadini, come possa chiamarsi
“democratica” una maggioranza che non sente il bisogno di
confrontarsi neppure sullo scioglimento del proprio Comune –
incalza la lista -E non basta dire che tanto ci sarà il
referendum: già decidere di andare al referendum è una
decisione politica fondamentale. Chiediamo ai cittadini cosa
ne pensano. La risposta ricorrente è che non ne sanno nulla e
che, in ogni caso, la fusione tra Campiglia e Suvereto non
risolverà nessuno dei problemi che assillano famiglie e
imprese.Del resto nei programmi elettorali del Pd c’era la
proposta di istituire l’Unione di tutti i Comuni della Val di
Cornia, non la fusione di Campiglia e Suvereto.
MANIFESTANO poi sconcerto per il fatto che Piombino stia
discutendo da solo il trasferimento nella provincia di
Grosseto, mentre San Vincenzo e Sassetta si associano ai
Comuni della bassa Val di Cecina come Castagneto e Bibbona. I
cittadini sentono che la Val di Cornia non esiste più, che è
venuto meno lo sforzo per lavorare insieme sui tanti problemi
che affliggono quest’area, primo tra tutti quello di dare
prospettive di lavoro ai giovani.
Nonostante le spiegazioni che tenteranno di dare non sono
affatto chiare le ragioni di una decisione così improvvisata.
Neppure lo spauracchio del commissariamento di Suvereto regge:
entro il 2013 i Comuni sotto 5.000 abitanti devono associare
le funzioni amministrative (esclusa l’anagrafe) con altri
Comuni contermini, non fondersi. Esclusa l’anagrafe, perché
quella comporterà un lavoro complesso, e costoso, per la
riorganizzazione degli uffici e dei documenti di tutti i
residenti al quale pare che nessuno stia pensando».
La Nazione 03.04.2013
Fusione   fredda tra Campiglia e Suvereto
     Il 6 aprile il   Consiglio Comunale di Campiglia voterà
l’autorizzazione al   sindaco per chiedere alla Regione di avviare
 il processo per la   fusione dei Comuni di Campiglia e Suvereto.
  Il nuovo Comune si chiamerà Campiglia-Suvereto. E Comune dei
    cittadini si chiede come si arriva ad una decisione così
 importante senza neppure aver convocato l’apposita commissione
consiliare. «E’ uno scandalo. Ci chiediamo – afferma la lista –
come possa chiamarsi “democratica” una maggioranza che non sente
   il bisogno di confrontarsi neppure sullo scioglimento del
    proprio Comune». Per CdC non basta dire che ci sarà il
    referendum: «già decidere di andare al referendum è una
decisione politica fondamentale. Chiediamo ai cittadini cosa ne
pensano. La risposta ricorrente è che non ne sanno nulla e che,
in ogni caso, la fusione tra Campiglia e Suvereto non risolverà
    nessuno dei problemi che assillano famiglie e imprese».
 La lista ricorda che nei programmi elettorali del Pd c’era la
 proposta di istituire l’Unione di tutti i Comuni della Val di
Cornia, non la fusione di Campiglia e Suvereto. E sottolinea che
     si percepisce sconcerto per il fatto che Piombino stia
discutendo da solo il trasferimento nella provincia di Grosseto,
  mentre San Vincenzo e Sassetta si associano ai Comuni della
 bassa Val di Cecina come Castagneto e Bibbona. Tra la gente ci
   sarebbe la percezione che la Val di Cornia non esista più.
 «Nonostante le spiegazioni che tenteranno di dare (contributi
 regionali, sblocco per tre anno del patto di stabilità, ecc,)
    non sono affatto chiare le ragioni di una decisione così
  improvvisata. Neppure lo spauracchio del commissariamento di
  Suvereto regge: entro il 2013 i Comuni sotto 5.000 abitanti
devono associare le funzioni amministrative (esclusa l’anagrafe)
   con altri Comuni contermini, non fondersi. Un pasticcio –
    prosegue CdC – che ci costerà mesi e mesi di discussioni
 burocratiche, di lavoro aggiuntivo e un referendum prima delle
                   amministrative del 2014.
 Si poteva evitare tutto associando le funzioni dei due Comuni
 entro il 2013 ( già fatto per polizia municipale, viabilità,
catasto e personale,) per affrontare poi seriamente il problema
  della riforma dopo il voto. Si deve ripartire dalla Val di
        Cornia, non dal Comune di Campiglia-Suvereto».
                     Il Tirreno 03.04.2013
Botta-risposta     tra    il
Consigliere Scafaro e l’ass.
Bertocchi    sulle    Coltie
(pubblicato sulla stampa)
Dopo la risposta dell’assessore Bertocchi è tutto chiaro. I
firmatari della petizione per i giardini di Coltie non
otterranno quello che avevano chiesto. Ora si capisce perché
non hanno voluto elaborare un progetto, come da noi richiesto.
Era il modo per non dire quello che avevano intenzione di
fare, limitandosi poi a piccoli lavoretti di manutenzione.
Tesi avvalorata anche dal fatto che nessuno del Comune si è
messo in contatto con i proponenti la petizione per valutare
quali strutture potrebbero meglio adattarsi allo spazio a
disposizione e agli sport di riferimento. Purtroppo, ormai, i
cittadini sono quotidianamente ingannati da una dialettica
degli amministratori il cui unico scopo è quello di eludere le
richieste della gente. L’assessore chiama“sistemazione e messa
in sicurezza della rampa in cemento” piccoli rattoppi che
stanno già cedendo.

Vada a vedere. La stessa cosa vale per la “regimentazione
delle acque piovane” che altro non è che l’aver tolto da un
paio di tombini la terra che si era depositata a causa dello
stato di incuria in cui i giardini di Coltie versavano da
anni. Grandi parole per piccoli lavori di manutenzione. Sono
passati 13 mesi da quando la petizione e l’ordine del giorno
sono stati presentati e approvati in Consiglio Comunale. Dare
ora la colpa dei ritardi alle condizioni meteorologiche a
nostro parere non è più accettabile. Chiunque lo capisce.
Mancano le panchine, manca la fontana dell’acqua, c’è
un’intera superficie in asfalto da adattare alle esigenze
degli sport che vengono praticati in quel luogo e non sono
state aggiunte le nuove strutture richieste.

Sarebbe   stato   molto   più   corretto   dire   quali   lavori
s’intendevano realizzare e in quali tempi certi. Ma questo
metodo non appartiene ai nostri amministratori, come
dimostrano i lavori iniziati da anni e mai terminati alla
stazione, gli impegni sottoscritti con i privati e poi
disattesi per la riqualificazione di via Cerrini e dei vecchi
magazzini comunali e tanti altri interventi mai compiuti.

Aspetteremo il finire della primavera prima di tornare ad
analizzare i fatti. Ci auguriamo vivamente di essere smentiti
e che il Comune faccia gli interventi chiesti dai ragazzi che
hanno firmato la petizione. Chiedono poco. Chiedono un piccolo
spazio e piccole attrezzature per lo sport in un quartiere
degradato e in un paese, Venturina, che sta morendo giorno
dopo giorno.

Daniele Scafaro
Consigliere CDC

Sulla Stampa:

La risposta di Bertocchi al primo Comunicato del Consigliere
Scafaro:

Coltie, lavori quasi ultimati
«I LAVORI sono quasi ultimati, ciò che manca dipende dalle
condizioni metereologiche avverse che hanno impedito le opere
di movimento terra». A dichiararlo è l’assessore Jacopo
Bertocchi che risponde a nome della giunta al gruppo CdC sul
parco di Coltie. «Accusare di continuo e spesso gratuitamente
l’amministrazione è un esercizio che ormai ci trova preparati,
specie quando si affermano cose poco rispondenti alla realtà.
Sarebbe bastato che il consigliere del CdC avesse portato i
suoi al parco per rendersi conto che gli interventi tanto
agognati in realtà sono stati quasi tutti ultimati. Anche se
le mezze stagioni non esistono più, dire che i lavori saranno
svolti dagli operai comunali entro la primavera non significa
dare come data di fine esecuzione lavori il 21 marzo, anche
perché la primavera finisce il 21 giugno. Alcuni interventi
alle Coltie, come riportare la terra nel campo da gioco e
nelle aree disconnesse, sono stati rimandati a causa delle
condizioni meteo avverse».
AGGIUNGE Bertocchi: «Per le asfaltature invece abbiamo un
programma che comprende anche altre zone del Comune e
ovviamente ogni cosa sarà fatta tenendo conto dell’opera
complessiva. Aggiungo che non si è mai visto asfaltare
d’inverno o quando piove. L’amministrazione ha provveduto a
“mantenere le promesse” operando in economia e con le esigue
risorse a disposizione. Abbiamo provveduto: al rifacimento
dell’illuminazione pubblica, alla sistemazione e messa in
sicurezza della rampa in cemento, alla regimentazione delle
acque piovane, intervenendo anche con il rifacimento di una
parte delle fognature. Il progetto comprende anche un’area di
sosta a fine lavori e il tutto sarà fatto così come detto in
consiglio comunale».

 La Nazione 29.03.2013
Petizione ignorata dal Comune
NON È SODDISFATTO, il consigliere comunale della lista civica
Comune dei Cittadini, Daniele Scafaro, della risposta
dell’assessore Jacopo Bertocchi in merito alla vicenda dei
giardini di Coltie. «Ora è tutto chiaro. I firmatari della
petizione per i giardini di Coltie non otterranno quello che
avevano chiesto. Ora si capisce perché non hanno voluto
elaborare un progetto, come da noi richiesto – incalza Scafaro
– Era il modo per non dire quello che avevano intenzione di
fare, limitandosi poi a piccoli lavoretti di manutenzione.
Tesi avvalorata anche dal fatto che nessuno del Comune si è
messo in contatto con i proponenti la petizione per valutare
quali strutture potrebbero meglio adattarsi allo spazio a
disposizione e agli sport di riferimento. Purtroppo, ormai, i
cittadini sono quotidianamente ingannati da una dialettica
degli amministratori il cui unico scopo è quello di eludere le
richieste della gente. L’assessore chiama “sistemazione e
messa in sicurezza della rampa in cemento”, piccoli rattoppi
che stanno già cedendo».
«VADA A VEDERE. La stessa cosa vale per la “regimentazione
delle acque piovane” che altro non è che l’aver tolto da un
paio di tombini la terra che si era depositata a causa dello
stato di incuria in cui i giardini di Coltie versavano da
anni. Grandi parole per piccoli lavori di manutenzione. Sono
passati 13 mesi da quando la petizione e l’ordine del giorno
sono stati presentati e approvati in Consiglio Comunale».
«DARE ORA la colpa dei ritardi alle condizioni meteorologiche
a nostro parere non è più accettabile. Chiunque lo capisce.
Mancano le panchine, manca la fontana dell’acqua, c’è
un’intera superficie in asfalto da adattare alle esigenze
degli sport che vengono praticati in quel luogo e non sono
state aggiunte le nuove strutture richieste. Sarebbe stato
molto più corretto dire quali lavori s’intendevano realizzare
e in quali tempi certi. Ma questo metodo non appartiene ai
nostri amministratori, come dimostrano i lavori iniziati da
anni e mai terminati alla stazione, gli impegni sottoscritti
con i privati e poi disattesi per la riqualificazione di via
Cerrini e dei vecchi magazzini comunali e tanti altri
interventi mai compiuti».
«ASPETTEREMO il finire della primavera prima di tornare ad
analizzare i fatti. Ci auguriamo vivamente di essere smentiti
e che il Comune faccia gli interventi chiesti dai ragazzi che
hanno firmato la petizione. Chiedono poco. Chiedono un piccolo
spazio e piccole attrezzature per lo sport in un quartiere
degradato e in un paese, Venturina, che sta morendo giorno
dopo giorno».
La Nazione 02.04.2013
Comunicato CDC: sul nuovo
stabilimento Italian Food è
tutto fermo
Non è facile per nessuno reagire alla crisi, ma il presupposto
è volerlo con idee forti e determinazione nel sostenerle. La
Giunta di Campiglia in questi anni non ha messo in campo
nessun progetto utile per la nostra economia. Non lo diciamo
per spirito di parte, ma con il senso di responsabilità verso
i nostri cittadini. Non è certo il recupero dei “vecchi
macelli” di Campiglia (senza sapere per quali scopi) a
risollevarci dalla crisi, ne tantomeno il rifacimento con
soldi dei contribuenti della strada delle Lavoriere, distrutta
dalla scellerata decisione di far costruire un impianto di
betonaggio privato in mezzo ai campi.

Nel vuoto d’idee che ha contraddistinto questa Giunta, una
proposta concreta è stata avanzata in collaborazione con
imprenditori e associazioni agricole della Toscana: è il
programma per la costruzione di un moderno stabilimento per la
trasformazione dei prodotti agricoli della Val di Cornia e
della Toscana, in sostituzione dell’attuale Italian Food
collocata in una zona urbana che non gli consentirà più di
potersi sviluppare in modo adeguato.

E’ un programma serio, concreto, che risponde ad esigenze
dell’economia reale, che prevede la creazione della filiera
corta tra produzione e trasformazione per uno dei prodotti di
qualità delle nostre campagne come il pomodoro. Altri
prodotti, probabilmente, potrebbero aggiungesi.

Abbiamo salutato con favore il protocollo tra enti pubblici e
privati che, nel 2011, prevedeva la cessione di aree comunali
all’Italian Food nella zona industriale di Campo alla Croce (i
terreni sono disponibili), la richiesta di finanziamenti su un
bando del Ministero dello Sviluppo Economico e la
presentazione del progetto per il nuovo stabilimento entro il
2014.

Da allora non abbiamo più avuto notizie. Per questo abbiamo
presentato un’interpellanza per conoscere i fatti. Il Sindaco
ci ha informati che l’Italian Food, come previsto, ha
presentato domanda al Ministero dello Sviluppo Economico per
il finanziamento, che l’istanza è stata accolta ma che “nel
dicembre del 2011 l’iter istruttorio è stato sospeso dal
Ministero dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture per
mancanza di risorse finanziarie”. Ci ha altresì detto che
“nessun atto è stato sottoscritto per la cessione dei terreni”
di Campo alla Croce e che “non siamo a conoscenza di
successivi aggiornamenti progettuali”. Insomma è tutto fermo.

Ci chiediamo quali siano state le azioni intraprese dal
Comune, dalla Provincia, dalla Regione, dai nostri deputati
locali, per sbloccare l’istruttoria sui finanziamenti. Le
risorse finanziare pubbliche sono sicuramente poche, ma ci
chiediamo se quelle poche vengono correttamente finalizzate.

Chiediamo qual è l’entità del finanziamento richiesto, se
questo progetto è divenuto materia di contrattazione
dell’intera Val di Cornia (i pomodori si producono in tutta la
vallata e non solo a Campiglia), se il nostro Sindaco ha fatto
qualche viaggio ai Ministeri per capire cosa accade e
sostenere con forza l’urgenza di questo intervento, se ha
chiesto il sostegno degli altri Sindaci, se è stata fatta una
scala di priorità degli investimenti a sostegno dello sviluppo
economico in Val di Cornia, se l’agricoltura occupa il giusto
peso in questa scala o se è considerata marginale.

La nostra impressione è che nulla di tutto questo stia
accadendo e che ciascuna amministrazione in Val di Cornia
agisca per conto proprio. E anche così che si lascia affondare
un territorio.

Comune dei Cittadini

Sulla stampa:

Comune dei cittadini accusa la giunta di immobilismo
Benedettini: «Non possiamo mettere alle strette l’azienda»

 Comune dei Cittadini riaccende il dibattito sull’Italian Food
e sull’agricoltura. Nel corso dell’ultimo consiglio comunale,
la lista civica aveva ottenuto dalla giunta la risposta
scritta su quanto richiesto, vale a dire l’adempimento del
protocollo firmato nel 2011 tra enti pubblici e privati, in
base al quale l’Italian Food si sarebbe trasferita a Campo
alla Croce nel 2014, con l’aiuto di un finanziamento che
avrebbe dovuto essere erogato direttamente dal ministero dello
Sviluppo economico. «Qual è lo stato di attuazione del
protocollo?», aveva chiesto Comune dei Cittadini in sintesi
nella sua interrogazione. «Il sindaco ci ha informati che
l’Italian Food, come previsto, ha presentato domanda al
ministero dello Sviluppo economico – dice la lista civica –
che l’istanza è stata accolta ma che nel dicembre del 2011
l’iter istruttorio è stato sospeso dal ministero per mancanza
di risorse finanziarie». «Ci ha altresì spiegato – prosegue
Comune dei cittadini – che nessun atto è stato sottoscritto
per la cessione dei terreni di Campo alla Croce e che non
siamo a conoscenza di successivi aggiornamenti progettuali.
Insomma è tutto fermo».

Il gruppo d’opposizione si chiede quali azioni abbiano
intrapreso il Comune di Campiglia, la Provincia e la Regione
per sbloccare l’istruttoria sui finanziamenti, quale sia
l’entità di quelli richiesti dall’Italian Food; e ancora se
«il progetto è divenuto materia di contrattazione dell’intera
Val di Cornia visto che i pomodori si producono in tutta la
vallata», e se «il nostro sindaco ha fatto qualche viaggio ai
ministeri per capire cosa accade e sostenere con forza
l’urgenza di questo intervento». La replica per la giunta
campigliese è affidata a Gianfranco Benedettini, assessore
agli affari generali e assetto del territorio. «Voglio
rassicurare la lista civica Comune dei cittadini e chiunque
sia interessato alla questione – afferma Benedettini – che lo
sviluppo dell’agricoltura è il primo dei nostri pensieri.

Lo stesso vale per il trasferimento dell’Italian Food. Basti
pensare che le abbiamo lasciato il terreno a Campo alla Croce
senza metterlo a bando, proprio perché vogliamo favorire la
ricollocazione dell’Italian Food al di fuori del centro
abitato. Allo stesso tempo, non possiamo essere indifferenti
alle sorti prettamente economiche dell’azienda». «Gli ultimi
due esercizi – prosegue Benedettini – non sono stati facili,
ci sono stati dei contrasti con gli agricoltori che vendono il
prodotto all’azienda e che hanno incrementato il prezzo quando
questo veniva richiesto in grande quantità, facendo lievitare
i costi di produzione. Anche l’attuale stagione è critica,
perché le grandi piogge rendono difficile piantare e quindi i
tempi del raccolto si dilatano. Il Comune ha fatto il
possibile per non mettere alle strette l’azienda, non ha
assunto alcun atto sfavorevole, ma per quanto riguarda i
finanziamenti, questa materia è di competenza della Provincia
e della Regione». «In ultimo – conclude l’assessore
Benedettini – le iniziative sull’azienda e il suo
trasferimento non possono essere assunte dall’intera Val di
Cornia, anche se il nostro Comune ha l’appoggio degli altri
sindaci, perché l’Italian Food si trova nel territorio
campigliese e solo il Comune di Campiglia può agire al
riguardo».
Francesco Rossi

Il Tirreno 30.03.2013

Daniele Scafaro, consigliere
CDC:    le   promesse    non
mantenute dal Comune per i
giardini      di      Coltie
(pubblicato sulla stampa)
Sul finire del 2011 alcuni giovani ragazzi decisero di
impegnarsi, appellandosi all’amministrazione comunale, per far
si che il posto che abitualmente frequentano per trascorrere
le loro giornate e godersi lo sport che più gli piace, lo
skateboard, acquistasse un aspetto più dignitoso e sicuramente
più fruibile dai cittadini. Si tratta dei Giardini di Coltie,
una zona dove si può trovare l’unico campetto da calcio
pubblico che non versi in dubbio stato di praticabilità e dove
storicamente ci sono sempre state le attrezzature per sport
come lo skateboarding. Venne preparata una petizione e si
adoperarono per la raccolta delle firme in suo sostegno:
successivamente, si affidarono alla lista “Comune dei
cittadini” affinché quella petizione, supportata da un ordine
del giorno, venisse discussa in Consiglio Comunale. Sono
rimaste nella mente le parole dell’assessore Bertocchi, il
quale affermò che in un Comune di modeste dimensioni come
Campiglia non ci fosse bisogno di alzare tutto questo
“polverone” per fare delle richieste all’amministrazione, ma
sarebbe stato sufficiente bussare alla porta di un assessore o
fare una telefonata.

L’ indirizzo che il Consiglio dette alla giunta fu chiaro:
all’unanimità, i consiglieri, impegnarono l’assessorato
competente a “prevedere un tempestivo intervento di
risistemazione dell’area in oggetto tenendo conto delle
richieste avanzate dai cittadini firmatari”. Dopo otto mesi, a
Novembre del 2012, trascorsi i quali poteva essere considerato
abbondantemente “violato” il termine “tempestivo”, e appurato
che molto poco di quanto rientrava nell’impegno preso dalla
giunta era stato realizzato, tornammo in consiglio comunale
con   un’interpellanza       per   conoscere     i  progetti
dell’amministrazione per l’area in questione. Ci fu risposto
che non c’era bisogno di un progetto, poiché gli interventi
previsti non necessitavano di un apposito stanziamento nel
bilancio ma sarebbero stati realizzati “in economia” con le
risorse a disposizione dell’assessorato. Per quanto riguarda i
ritardi, l’assessore Paladini, rispose che entro la Primavera
sarebbero stati realizzati gli interventi mancanti.

E’ da pochi giorni suonata la Primavera e i fatti sono sotto
gli occhi di tutti: non ci sono panchine, non è stata
sistemata la superficie in asfalto, con il rischio che
qualcuno possa farsi male seriamente, non è stata installata
una fontana e non sono state aggiunte strutture per le
attività di skateboard e pattinaggio che storicamente
vengono svolte dai ragazzi in quell’area. Si può ora
comprendere da dove viene l’apatia dei giovani d’oggi per la
politica e tutto ciò che le ruota intorno: infatti, per la
prima volta alcuni ragazzi hanno provato a mettersi in
contatto con le istituzioni e, nonostante avessero avanzato
delle richieste contenute, non sono stati ascoltati
dall’amministrazione, ed è normale che nasca in loro un senso
di sfiducia. Per quanto riguarda il ruolo del Consiglio
Comunale ormai emerge con chiarezza una scomoda verità: come
accaduto molte altre volte la giunta non ha rispettato
l’impegno che gli veniva imposto dal Consiglio, che è ormai
diventato un mero organo di facciata, e che continua ad
esistere soltanto perché vogliamo continuare a chiamarci
“paese democratico”; se venisse soppresso non se ne
accorgerebbe nessuno. Infatti, in pratica, è già stato fatto.

                                              Daniele Scafaro

                                              Consigliere CDC

                                                Sulla Stampa:

                           «Dimenticato il parco alle Coltie»

     LA SISTEMAZIONE dei Giardini delle Coltie: un impegno non
    mantenuto dal Comune. Il consigliere Daniele Scafaro della
lista Comune dei Cittadini denuncia la situazione e ripercorre
       la vicenda iniziata con l’appello fatto da un gruppo di
   ragazzi, era il finire del 2011: chiedevano la sistemazione
  del giardino per poter praticare lo skateboard. «E’ una zona
   dove si può trovare l’unico campetto da calcio pubblico che
non versi in dubbio stato di praticabilità e dove storicamente
        ci sono sempre state le attrezzature per sport come lo
         skateboarding – ricorda Scafaro – venne preparata una
petizione e si adoperarono per la raccolta delle firme in suo
  sostegno: successivamente, si affidarono alla lista “Comune
   dei cittadini» affinché quella petizione, supportata da un
   ordine del giorno, venisse discussa in Consiglio Comunale.

  SONO RIMASTE nella mente le parole dell’assessore Bertocchi,
  il quale affermò che in un Comune di modeste dimensioni come
         Campiglia non ci fosse bisogno di alzare tutto questo
  “polverone” per fare delle richieste all’amministrazione, ma
sarebbe stato sufficiente bussare alla porta di un assessore o
  fare una telefonata. L’indirizzo che il Consiglio dette alla
   giunta fu chiaro: all’unanimità, i consiglieri, impegnarono
l’assessorato competente a «prevedere un tempestivo intervento
     di risistemazione dell’area tenendo conto delle richieste
avanzate dai cittadini firmatari». Dopo otto mesi, a novembre
        del 2012, trascorsi i quali poteva essere considerato
abbondantemente “violato” il termine “tempestivo”, e appurato
  che molto poco di quanto rientrava nell’impegno preso dalla
       giunta era stato realizzato, tornammo in consiglio con
 un’interpellanza. Ci fu risposto che non c’era bisogno di un
progetto, poiché gli interventi previsti non necessitavano di
     un apposito stanziamento nel bilancio ma sarebbero stati
                                    realizzati “in economia”.

 PER QUANTO riguarda i ritardi, l’assessore Paladini, rispose
         che entro la primavera sarebbero stati realizzati gli
interventi mancanti. E’ da pochi giorni suonata la primavera e
  i fatti sono sotto gli occhi di tutti: non ci sono panchine,
non è stata sistemata la superficie in asfalto, con il rischio
     che qualcuno possa farsi male, non è stata installata una
fontana e non sono state aggiunte strutture per le attività di
  skateboard e pattinaggio che storicamente vengono svolte dai
   ragazzi in quell’area. Si può ora comprendere da dove viene
l’apatia dei giovani d’oggi per la politica e tutto ciò che le
     ruota intorno: infatti, per la prima volta alcuni ragazzi
    hanno provato a mettersi in contatto con le istituzioni e,
   nonostante avessero avanzato delle richieste contenute, non
sono stati ascoltati dall’amministrazione, ed è normale che
    nasca in loro un senso di sfiducia. Per quanto riguarda il
ruolo del Consiglio Comunale, come accaduto molte altre volte,
  la giunta non ha rispettato l’impegno che gli veniva imposto
                                               dal Consiglio».

                                        La Nazione 27.03.2013

     Giardini delle Coltie: tante promesse, nessun intervento

 Il consigliere Daniele Scafaro di Comune dei Cittadini accusa
    l’amministrazione in merito alla gestione dei problemi dei
      giardini delle Coltie. Questi problemi erano stati posti
  all’attenzione nell’autunno del 2007. Si trattava di rendere
          più piacevoli questi giardini, piuttosto malmessi, e
   soprattutto di renderli idonei alla pratica dello sport (in
  particolare dello skateboarding, per il quale già c’erano le
       attrezzature) per il gruppo di giovani che di solito li
       frequentano. Dall’intervento della stampa si passò alla
    raccolta di firme per una petizione, girata poi alla lista
     civica affinché facesse valere le richieste di ragazzi e
                                        ragazze in consiglio.

«Sono rimaste nella mente le parole dell’assessore Bertocchi –
       dichiara Scafaro – il quale affermò che in un comune di
 modeste dimensioni come Campiglia non c’era bisogno di alzare
      tutto questo polverone per fare delle richieste , perché
sarebbe stato sufficiente bussare alla porta di un assessore o
    fare una telefonata». Il consiglio – all’unanimità – dette
  preciso incarico alla giunta ed all’assessore competente, di
        effettuare «un tempestivo intervento di risistemazione
  dell’area in oggetto, tenendo conto delle richieste avanzate
                                     dai cittadini firmatari».

  Da allora si giunge quasi ai giorni nostri, al novembre 2012
    per l’esattezza, quando al consiglio Comune dei Cittadini,
        avendo maturato consistenti dubbi sulla “tempestività”
         dell’intervento, chiese di conoscere i progetti per i
giardini. Progetti non ce ne sono perché non c’è alcun
      bisogno, fu risposto, in quanto l’intervento non avrebbe
      richiesto un apposito stanziamento, perché sarebbe stato
  effettuato “in economia”. Ma quando? «L’assessore Paladini –
 prosegue Scafaro – rispose “entro la primavera”. Ci siamo e i
fatti sono sotto gli occhi di tutti: non ci sono panchine, non
è stata sistemata la superficie in asfalto, con il rischio che
 qualcuno possa farsi male, non è stata installata una fontana
          e non sono state aggiunte strutture per skateboard e
    pattinaggio che storicamente vengono svolte dai ragazzi in
 quell’area». Lo scarso peso dimostrato da una petizione prima
e da una decisione del consiglio poi, conclude il consigliere,
       conducono ad un senso di sfiducia verso le istituzioni.

                                              Francesco Rossi

                                        Il Tirreno 27.03.2013

Zucconi replica a Benedettini
sul Comune Unico
Mi chiedo perché i cittadini devono pagare le colpe
di politici che hanno mentito e di Sindaci che non
hanno attuato i programmi elettorali. Gianfranco
Benedettini ha vissuto l’impegno politico con
passione e onestà, ma sulla fusione dei Comuni di
Campiglia e Suvereto omette molti fatti. E’ un fatto
che nel 2009 il PD ha preso i voti dei cittadini di
Campiglia, Piombino, San Vincenzo, Suvereto e
Sassetta con un programma che prevedeva la
costituzione dell’Unione dei Comuni della Val di
Cornia.

Se avessero rispettato quell’impegno oggi i nostri
amministratori potevano dedicarsi a risolvere i
molti problemi dell’economia e dei servizi pubblici
e non a rincorrere soluzioni improvvisate, mai
discusse con i cittadini e nei Consigli Comunali. Il
ritardo, gravissimo, non è di chi critica la
proposta della fusione, ma di chi non ha attuato
scelte che avrebbero permesso di rispettare le leggi
che da anni sollecitano i Comuni ad associare le
funzioni per ottenere economie e maggiore efficienza
nei servizi. Per i piccoli Comuni la sollecitazione
era un obbligo almeno dal 2010. Diciamo quindi la
verità: se Suvereto e Sassetta rischiano il
commissariamento la responsabilità è solo di chi ha
amministrato.

Benedettini ricorda che i Sindaci Soffritti e Pioli
“si sono spesi molto alla ricerca di una possibile
Unione”. Non ho motivo per dubitare, ma questo
conferma che gli altri Sindaci e il PD hanno
cambiato idea. Se ci fosse stata intesa, dopo lo
scioglimento del Circondario avrebbero dovuto
costituire subito l’Unione e proseguire,
migliorandola, l’esperienza delle funzioni associate
dei nostri Comuni che, per questo, sono stati per
lungo tempo un riferimento regionale e nazionale di
cooperazione istituzionale.

Di questo, colpevolmente, si è tenuto all’oscuro il
Consiglio Comunale, nonostante i ripetuti solleciti
del nostro gruppo. Solleciti caduti nel vuoto, con
disprezzo per il ruolo delle minoranze e
insofferenza verso la discussione trasparente che
caratterizza purtroppo la Giunta di Campiglia, su
questo come su altri rilevanti problemi, dalle cave
all’autostrada.

Ora porteranno la proposta nei Consigli Comunali,
prospettando un frettoloso referendum prima delle
elezioni comunali del 2014, sotto il ricatto del
commissariamento e senza dire ai cittadini che i
problemi più rilevanti di questi territori –
dall’economia ai servizi essenziali – hanno tutti
una dimensione più ampia della somma dei Comuni di
Campiglia e Suvereto.

Ci auguriamo almeno che lo facciano senza porci di
fronte al “prendere o lasciare” perchè soluzioni
improvvisate che discendono dall’inerzia di chi ha
governato non aiuteranno a risolvere i problemi
della nostra gente. Noi abbiamo avanzato proposte e
altre ne avanzeremo per evitare danni ancora
maggiori.

20 marzo 2013

 Massimo Zucconi,        capogruppo      del   Comune    dei
Cittadini

_____________

Leggi l’articolo dell’assessore Benedettini uscito su “La
Nazione”:

«Nessuno parla del rischiocommissario per i Comuni che non si
uniscono»

LA CRONACA della Nazione di domenica scorsa registra tre
interventi di autorevoli esponenti di Suvereto, circa la
fusione annunciata dal Pd di Piombino. Tutti chiedono
l’apertura di un dibattito e propongono l’Unione, la sola
capace di garantire la salvaguardia della storia, della
autonomia municipale di Campiglia e di Suvereto, così da
ovviare alla loro fusione in un solo Comune. Sono tre
personaggi di spessore: due sindaci del passato recente e
l’attuale capogruppo della minoranza del Consiglio di
Suvereto. Mi pare che siano giunti in grande ritardo ad
affrontare la questione. I toni sono misurati e, solo nel caso
del professor Pazzagli, un po’ esagerati.
INFATTI, egli parla di soppressione, di becchini, di
incapacità di lavorare insieme, ed altro ancora.Il fatto è che
a Campiglia e a Suvereto si parla, almeno da due anni e mezzo,
di Unione dei Comuni (il Comune dei Cittadini si è distinto
nel portare avanti il tema), senza che dagli altri, cioè
Piombino, San Vincenzo e Sassetta, sia giunta una parola al
proposito.
Rossana Soffritti e Giampaolo Pioli si sono spesi molto alla
ricerca di una possibile Unione e, lo scorso anno, hanno
concordato l’unificazione di alcune funzioni ampiamente
riportate nella cronaca di questo giornale. Piombino, si sa,
voleva il Comune Unico che avrebbe cancellato le autonomie e
la storia degli altri 4 Comuni.
SAN VINCENZO ha nicchiato perché non interessato alla
diatriba. Suvereto ha una popolazione inferiore a 5.000
abitanti e corre il rischio di essere commissariato. Curioso
che i tre personaggi non abbiano citato il pericolo del
commissariamento di Suvereto, ma anche di Bibbona e Sassetta.
Una ripugnante legge nazionale (grazie, governo tecnico)
prevede questo fatto. Una discutibile legge regionale prevede
le Unioni e incoraggia le Fusioni e, i nostri tre illustri,
proclamano forme di “resistenza e di mobilitazione popolare”
addirittura, per contrastare tali provvedimenti che non
lasciano scampo. Se il commissariamento dei tre Comuni non è
ancora avvenuto credo lo si debba al senso civico della
Prefetto la quale, prima o poi, dovrà procedere in questo
senso. E, a quel punto?
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