Comunicato CDC: sull'Italian Food ci vuole trasparenza e impegno - Gruppo 2019
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Comunicato CDC: sull’Italian Food ci vuole trasparenza e impegno Nel mese scorso abbiamo interpellato il Sindaco per conoscere quale fosse lo stato di attuazione dell’accordo sottoscritto nel 2011 tra enti pubblici, produttori agricoli e Italian Food per il trasferimento dello stabilimento di Coltie nella zona industriali di Campo alla Croce. Quel l’accordo non fu mai sottoposto all’approvazione del Consiglio Comunale, ma noi lo abbiamo condiviso con la massima convinzione perché il potenziamento dello stabilimento per la trasformazione dei pomodori prodotti in Val di Cornia e in Toscana rappresenta un contributo concreto al consolidamento dell’agricoltura di qualità e, soprattutto, allo sviluppo della filiera corta che tutti ritengono oggi la strategia del futuro. Ci preoccupava però il silenzio che era calato sulla vicenda e avevamo ragione. Le risposte del Sindaco misero in evidenza il completo stallo degli impegni assunti, primo tra tutti la mancata concessione dei finanziamenti richiesti al Ministero dello Sviluppo Economico, i cui esiti dovevano essere resi noti entro la fine del 2012.
Apprendiamo ora che le difficoltà dell’Italian Food crescono per la concorrenza dei prodotti esteri, per l’assenza di strategie a sostegno della filiera corta e dei marchi di qualità ed anche per difficoltà logistiche dello stabilimento delle Coltie, chiuso ormai da un’urbanizzazione che non rende possibili adeguamenti e ampliamenti. Ci sono elementi a sufficienza per un deciso intervento del Comune, prima di tutto verso i Ministeri interessati e poi verso tutti coloro che hanno preso impegni per attuare quell’accordo che, lo ricordiamo, prevede la presentazione del progetto per il nuovo stabilimento nel 2014. Ribadiamo che un obiettivo di questa rilevanza va ben oltre gli interessi e i confini del solo Comune di Campiglia. Se la Val di Cornia fosse stata in grado di elaborare un progetto unico di riconversione economica, questo intervento doveva stare tra le priorità sui tavoli nazionali in cui si discute del futuro dell’ economia e dell’occupazione in questi territori caratterizzati da pesanti crisi industriali. Invece ciascun Comune si muove per conto proprio o, peggio ancora, non si muove proprio, come il Comune di Campiglia. Chiediamo che Sindaco e Giunta si facciano promotori di una immediata discussione in Consiglio. Da parte nostra avranno il massimo sostegno, non per vivacchiare rinviando il problema, ma per un forte impegno per attuare i propositi contenuti negli accordi sottoscritti. 18 aprile 2013 Comune dei Cittadini
Comunicato CDC: « Nel PD bravi a fare gli annunci, ma i fatti poi sono un disastro» Al Pd di Venturina dicono che bisogna rafforzare i legami tra i Comuni della Val di Cornia, ma hanno distrutto ogni forma di collaborazione istituzionale. Ogni Comune va per conto proprio con fusioni, associazioni di funzioni e convenzioni a macchia di leopardo. Non hanno fatto l’unica cosa utile e possibile: l’Unione dei Comuni. Oggi in Val di Cornia non c’è più coesione e in queste condizioni il rapporto con altri territori è una chimera. Il danno è gravissimo. Parlano di “sistema integrato tra pubblico e privato”, ma sono i primi a non farlo. Nel solo Comune di Campiglia propongono agli operatori turistici un rapporto con tre soggetti pubblici: BIC, SeFI e Parchi s.p.a. Almeno due sono di troppo. Se ne sarebbero dovuti accorgere da tempo e invece ripropongono il modello che ha fallito. Sul rapporto con gli operatori turistici parlano i fatti. Sono stati coinvolti tardivamente nel 2102 per comunicargli la decisione, già assunta, d’istituire la tassa di soggiorno. Per fargli digerire una tassa sbagliata hanno fatte promesse senza mantenerle. Hanno fatto fare pessime figure per ottenere entrate di circa 50.000 euro. Forse abbiamo speso più in burocrazia di quanti sono stati i ricavi della tassa. Ma su questo il PD non fa nessuna riflessione autocritica.
A fasi alterne riscoprono “Venturina Terme” senza concludere nulla. Le terme sono una delle risorse essenziali dell’offerta turistica, ma più del nome conta lo sviluppo del comparto. Il Comune ha due strumenti: l’uso razionale delle acque termali e politiche urbanistiche che valorizzino il territorio delle terme. Delle concessioni termali non sappiamo nulla perché non ne parlano. Sappiamo invece che nel 2012 hanno previsto un’ enorme colata di cemento intorno ai laghetti di Tufaia, davanti alle Terme di Caldana. L’opposto di quello che serve. Non fanno quello che serve, ma compiono scelte gravi per il turismo. Nelle campagne hanno fatto costruire di tutto, dai cementifici ai grandi impianti industriali energetici. Non sappiamo ancora se il Comune confermerà il parere contrario sulle sei grandi pale eoliche di 145 metri nelle campagne delle Lavoriere, di Campo all’Olmo, dei Granai e di Populonia, tra case di agricoltori e agriturismi. Nelle aree naturali protette hanno fatto il contrario di quello che hanno previsto. A Montorsi si riapre la miniera ex Maffei dopo che era già stata chiusa e ripristinata; a Monte Calvi, sopra il parco di san Silvestro, sono stati raddoppiati i volumi da scavare; nelle cave di Monte Valerio e di Monte Calvi i ripristini ambientali sono in grave ritardo e hanno lasciato in vista ferite che potevano essere contenute, con buona pace del turismo. Non si discute del futuro delle cave. La stazione di Campiglia sprofonda: non sono stati fatti gli studi per collegarla meglio con il porto; vengono soppressi treni nel silenzio del Comune; non c’è nessun servizio per l’informazione turistica. Chi scende a Campiglia percepisce solo il degrado, aggravato dallo stato d’abbandono di via Cerrini e degli ex magazzini comunali. Al PD diciamo: i documenti sono utili, ma ancora più utile è l’azione di governo, quella per cui avete la maggioranza. Le vostre capacità si misurano da quello che fate e non da quello che dite. In mancanza di risultati e con tanti danni, il PD
vede ora la salvezza nel disastro della Concordia. L’ennesima svolta epocale e volano per il turismo? Non facciamo commenti. 12 aprile 2012 Comune dei Cittadini Il comunicato del PD sulle politiche sul turismo: Fra terme e storia, così il Pd di Venturina rilancia il turismo «La Val di Cornia deve salire almeno un gradino per lo sviluppo del turismo e della nuova economia ad essa collegata». È il circolo Pd di Venturina che si rivolge a operatori, amministrazion e partiti. «Per programmare e guidare questa crescita – si spiega – si debbono rafforzare i legami tra le amministrazioni. La fusione tra i Comuni di Suvereto e Campiglia sia il primo passo per il Comune Unico della Val di Cornia ed intanto si pratichi almeno il pieno coordinamento delle politiche di sviluppo». Il circolo di Venturina intende aprire un dibattito. Tour operator. «Necessario – prosegue il Pd – raggiungere la rete dei tour-operator, invece di rimanere sostanzialmente alla raccolta di clientela o casuale o per abitudine. Dunque organizzare un’offerta unica al mercato turistico, che integri residenza, servizi turistici, escursioni, benessere, enogastronomia, sistema dei parchi e la “Toscana intorno”, cioè quel territorio unico al mondo costituito soprattutto dalla toscana meridionale, da Siena alla Maremma. Per questo gli operatori privati, insieme alla Parchi, alla Se.fi e alla BIC devono organizzare un punto unico per integrare le singole offerte e farne della “merce” per il mercato mondiale». Professionalità. «Gli enti locali – si aggiunge – devono favorire la qualificazione degli operatori, organizzando corsi e proponendo la partecipazione a pacchetti integrati di offerta. Importante istituire nuovi corsi di studio per i
servizi turistici a Piombino». Ristrutturazione Parchi s.p.a. Si ritiene urgente « una profonda ristrutturazione della Parchi che soffre di gigantismo burocratico e di una missione troppo circoscritta alla gestione dell’esistente». Venturina Terme. Come circolo si sollecita «la trasformazione del nome della nostra comunità in “Venturina Terme”». Tutto per sottolineare «la necessaria qualificazione del comparto termale. L’offerta termale e nel settore del benessere che Venturina Terme può offrire, sè una ricchezza per tutto il comparto turistico della Val di Cornia e componente essenziale nella formazione di quell’offerta integrata che può essere collocata sul mercato mondiale del turismo». Crociere. Completo appoggio al tentativo del Comune e dell’Autorità Portuale di Piombino «di ospitare la demolizione della Costa Concordia e comunque ogni investimento che possa qualificare il nostro porto e renderlo idoneo ad ospitare le navi da crociera che volessero includere la Toscana meridionale nel loro circuito». «L’area da Volterra a Siena, dai nostri Parchi a quello della Maremma, da Massa Marittima a Larderello siano, anche per il mercato croceristico, più che sufficienti per fare di Piombino un porto di approdo conveniente. Questo impone anche una nuova e più efficiente viabilità». Assistenza ai visitatori. «Da stimolare – si conclude – la crescita dei servizi di assistenza ai turisti per qualificare l’intera Val di Cornia ed anche questi sono servizi che possono essere gestiti solo a livello territoriale. Nuovi portali telematici, nuovi punti di informazione, novi sistemi digitali di promozione nei punti di contatto dei turisti con il nostro territorio (centri urbani, stazione FFSS e nel nuovo centro servizi dell’autostrada a Venturina)». Il Tirreno 12.04.2013 Sulla stampa: «Bravi a fare gli annunci, ma i fatti poi sono un disastro»
«BRAVI ad enunciare, disastrosi nel governare». A sostenerlo, riferendosi al Pd, è la lista Comune dei cittadini che replica all’articolo sul turismo del Pd di Venturina. «Sostengono che bisogna rafforzare i legami tra i Comuni della Val di Cornia, ma hanno distrutto ogni forma di collaborazione istituzionale. Ogni Comune va per conto proprio con fusioni, associazioni di funzioni e convenzioni a macchia di leopardo. Non hanno fatto l’unica cosa utile e possibile: l’Unione dei Comuni. Parlano di “sistema integrato tra pubblico e privato”, ma sono i primi a non farlo. Nel solo Comune di Campiglia propongono agli operatori turistici un rapporto con tre soggetti pubblici: Bic, SeFI e Parchi. Almeno due sono di troppo. SUL RAPPORTO con gli operatori turistici parlano i fatti. Sono stati coinvolti tardivamente nel 2102 per comunicargli la decisione, già assunta, d’istituire la tassa di soggiorno. A fasi alterne riscoprono “Venturina Terme” senza concludere nulla. Nelle campagne hanno fatto costruire di tutto, dai cementifici ai grandi impianti industriali energetici. Non sappiamo ancora se il Comune confermerà il parere contrario sulle sei grandi pale eoliche di 145 metri nelle campagne tra case di agricoltori e agriturismi. Nelle aree naturali protette hanno fatto il contrario di quello che hanno previsto. Non si discute del futuro delle cave. La stazione di Campiglia sprofonda. I documenti sono utili, ma ancora più utile è l’azione di governo. La Nazione 13.04.2013 «Nel Pd bravi a enunciare e disastrosi nel governare» «Bravi a enunciare, disastrosi nel governare», è la risposta della lista civica Comune dei Cittadini alle proposte del locale Pd per rilanciare il turismo. Si parte dal profilo istituzionale e dai legami tra i Comuni della Val di Cornia, giudicati compromessi dalla prospettiva della fusione tra Campiglia e Suvereto, che cancellerebbe ogni coesione e renderebbe «una chimera» il rapporto con altri territori. Sul sistema integrato tra pubblico e privato, che prevedrebbe il rapporto tra operatori turistici e tre soggetti pubblici, la Bic, la Sefi, e la Parchi, Comune dei Cittadini sostiene che
«almeno due sono di troppo; se ne sarebbero dovuti accorgere da tempo». Sarebbe inutile inoltre corteggiare gli operatori turistici, dopo il mancato rispetto riservato loro con l’imposta di soggiorno: «Sono stati coinvolti tardivamente nel 2012 per comunicare loro la decisione, già assunta». Si prosegue con Venturina Terme, che, ad avviso della lista civica, viene riscoperta a fasi alterne «senza concludere nulla». Gli strumenti a disposizione del Comune sono due, viene sottolineato, l’uso razionale delle acque termali e le politiche urbanistiche di valorizzazione. «Delle concessioni termali non sappiamo nulla», lamenta la lista civica «perché non ne parlano. Sappiamo invece che nel 2012 hanno previsto un’enorme colata di cemento intorno ai laghetti di Tufaia, davanti alle Terme». A seguire, si snodano una serie di attacchi sulla politica agricola, «nelle campagne hanno fatto costruire di tutto, dai cementifici ai grandi impianti industriali energetici»; e le aree naturali protette, «a Monte Calvi sono stati raddoppiati i volumi da scavare, a Monte Valerio e Monte Calvi i ripristini ambientali sono in grave ritardo». Francesco Rossi Il Tirreno 13.04.2013
Comunicato CDC, Spinelli: 7 minuti è il massimo della partecipazione per il PD La partecipazione? 7 minuti! Questa è la concezione di partecipazione e coinvolgimento che ha la maggioranza di Campiglia Democratica, che poi chiamarla democratica è come definire pacifico Charles Manson. Nel Consiglio Comunale di sabato si è discussa la fusione del comune di Campiglia con quello di Suvereto partendo dal diktat imposto dal Partito Democratico, in meno di un mese e senza sapere realmente a cosa andremo incontro, sanno già che la fusione s’ha da fare e per farla si deve propagandare che è giusta, innovativa ed economicamente favorevole. Per dirlo si è mobilitata tutta la claque della maggioranza, tesserati di partito, consiglieri di altri comuni, segretari etc etc. Risultato: nessuna informazione per chi avesse voluto approfondire il tema e capirlo ma sola propaganda, volta ad enfatizzare i pro e celando i contro di un evento storico che porta non poche conseguenze negative. A noi consiglieri di CDC, unici ad avere una posizione non omologata, sono stati concessi 7 minuti senza diritto di replica per spiegare i problemi, i punti critici e le possibili conseguenze per l’intera Val di Cornia. Uno schifo. Un progetto, quello della fusione dei due Comuni, in netta contraddizione con un ordine del giorno, presentato da noi a Gennaio e votato all’unanimità, in cui si chiedeva alla Giunta di aprire una discussione sull’Unione dei Comuni di tutta la Val di Cornia. Al Consiglio Comunale, organo che sarebbe deputato alla
discussione e alla legiferazione, si va solo per ratificare le scelte prese da altri, in questo caso dalle segreterie di partito, una roba da terzo mondo e da regimi partitocratici mascherati da democrazie. In base a quanto detto in Consiglio non si è capito nulla di quel che ci attende, di quelle che sono le alternative, le prospettive, le tempistiche, le difficoltà e le problematiche. Avevamo tante domande da porre, ma non ce lo hanno permesso. Si sa, in democrazia è meglio se non c’è chi la pensa diversamente… A Suvereto, almeno, Il Sindaco Pioli si è preso l’onere di illustrare l’iter ai propri cittadini, si è messo in discussione, da noi il nulla, come al solito. “Tanto c’è il referendum”, questo è quello che dicono, ma non dicono che il suo esito non è vincolante e tacciono il fatto che il referendum è obbligatorio per legge, non è che ce lo concedono perché sensibili al nostro pensiero. Fàcciano una cosa i sindaci, abbiano il coraggio di indire un referendum per chiedere ai “sudditi” se preferiscono le attuali aggregazioni confuse tra comuni o se non preferiscano l’Unione dei Comuni di tutta la Val di Cornia, poi vediamo. Altra nota dolente è il PDL, che nei due Comuni non ha neanche saputo tenere una posizione univoca, a Suvereto si è astenuto, a Campiglia sembrava più entusiasta del Pd. È questo il risultato, la confusione totale e la propaganda al posto dell’informazione. Terzo mondo, appunto. Giacomo Spinelli, Consigliere cdc Sulla stampa: «Il solito diktat del Pd» NEL CONSIGLIO Comunale di sabato si è discussa la fusione del comune di Campiglia con quello di Suvereto partendo dal diktat
imposto dal Pd, in meno di un mese e senza sapere realmente a cosa andremo incontro». A criticare i sette minuti di tempo dati in consiglio, per esporre il parere contrario alla fusione, è il consigliere comunale del Comune dei cittadini Giacomo Spinelli. «SI È mobilitata tutta la claque della maggioranza, tesserati di partito, consiglieri di altri comuni, segretari etc etc. Risultato: nessuna informazione per chi avesse voluto approfondire il tema e capirlo ma sola propaganda, volta ad enfatizzare i pro e celando i contro. A noi consiglieri di CdC, unici ad avere una posizione non omologata, sono stati concessi 7 minuti senza diritto di replica. Uno schifo. Un progetto, quello della fusione dei due Comuni, in netta contraddizione con un ordine del giorno, presentato da noi a gennaio e votato all’unanimità, in cui si chiedeva alla Giunta di aprire una discussione sull’Unione dei Comuni di tutta la Val di Cornia. Al Consiglio Comunale, organo che sarebbe deputato alla discussione e alla legiferazione, si va solo per ratificare le scelte prese da altri, in questo caso dalle segreterie di partito. AVEVAMO tante domande da porre, ma non ce lo hanno permesso. A Suvereto, almeno, il sindaco Pioli si è preso l’onere di illustrare l’iter ai propri cittadini, si è messo in discussione, da noi il nulla, come al solito. «Tanto c’è il referendum», questo è quello che dicono, ma non dicono che il suo esito non è vincolante e tacciono il fatto che il referendum è obbligatorio per legge, non è che ce lo concedono. Facciano una cosa i sindaci, abbiano il coraggio di indire un referendum per chiedere ai “sudditi” se preferiscono le attuali aggregazioni confuse tra comuni o se non preferiscano l’Unione dei Comuni, poi vediamo. Altra nota dolente è il Pdl, che nei due Comuni non ha neanche saputo tenere una posizione univoca, a Suvereto si è astenuto, a Campiglia sembrava più entusiasta del Pd». La Nazione 09.04.2013
Comunicato CDC, fusione dei comuni: una decisione così importante senza processo democratico Il 6 aprile il Consiglio Comunale di Campiglia voterà l’autorizzazione al Sindaco per chiedere alla Regione di avviare il processo per la fusione dei Comuni di Campiglia e Suvereto. Il nuovo Comune si chiamerà CAMPIGLIA-SUVERETO. Si arriva ad una decisione così importante senza neppure aver convocato l’apposita commissione consiliare. E’ uno scandalo. Ci chiediamo, e chiediamo ai cittadini, come possa chiamarsi “democratica” una maggioranza che non sente il bisogno di confrontarsi neppure sullo scioglimento del proprio Comune. E non basta dire che tanto ci sarà il referendum: già decidere di andare al referendum è una decisione politica fondamentale. Chiediamo ai cittadini cosa ne pensano. La risposta ricorrente è che non ne sanno nulla e che, in ogni caso, la fusione tra Campiglia e Suvereto non risolverà nessuno dei problemi che assillano famiglie e imprese. Del resto nei programmi elettorali del PD c’era la proposta di istituire l’Unione di tutti i Comuni della Val di Cornia, non la fusione di
Campiglia e Suvereto. Manifestano poi sconcerto per il fatto che Piombino stia discutendo da solo il trasferimento nella provincia di Grosseto, mentre San Vincenzo e Sassetta si associano ai Comuni della bassa Val di Cecina come Castagneto e Bibbona. I cittadini sentono che la Val di Cornia non esiste più, che è venuto meno lo sforzo per lavorare insieme sui tanti problemi che affliggono quest’area, primo tra tutti quello di dare prospettive di lavoro ai giovani. Nonostante le spiegazioni che tenteranno di dare (contributi regionali, sblocco per tre anno del patto di stabilità, ecc,) non sono affatto chiare le ragioni di una decisione così improvvisata. Neppure lo spauracchio del commissariamento di Suvereto regge: entro il 2013 i Comuni sotto 5.000 abitanti devono associare le funzioni amministrative (esclusa l’anagrafe) con altri Comuni contermini, non fondersi. Esclusa l’anagrafe, perché quella comporterà un lavoro complesso, e costoso, per la riorganizzazione degli uffici e dei documenti di tutti i residenti al quale pare che nessuno stia pensando. Un pasticcio che ci costerà mesi e mesi di discussioni burocratiche, di lavoro aggiuntivo e un referendum prima delle elezioni amministrative del 2014. Si poteva evitare tutto associando le funzioni dei due Comuni entro il 2013 ( già fatto per polizia municipale, viabilità, catasto e personale,) per affrontare poi seriamente il problema della riforma delle istituzioni locali dopo le elezioni amministrative. Per noi, è noto, si deve ripartire dalla Val di Cornia, non dal Comune di Campiglia-Suvereto. 2 aprile 2013 Comune dei Cittadini Sulla Stampa:
«Una scelta così importante senza neppure discutere» FUSIONE Campiglia e Suvereto: «Si arriva ad una decisione così importante senza neppure aver convocato l’apposita commissione consiliare». Così commenta la lista Comune dei Cittadini subito dopo la convocazione del consiglio comunale aperto. «Ci chiediamo, e chiediamo ai cittadini, come possa chiamarsi “democratica” una maggioranza che non sente il bisogno di confrontarsi neppure sullo scioglimento del proprio Comune – incalza la lista -E non basta dire che tanto ci sarà il referendum: già decidere di andare al referendum è una decisione politica fondamentale. Chiediamo ai cittadini cosa ne pensano. La risposta ricorrente è che non ne sanno nulla e che, in ogni caso, la fusione tra Campiglia e Suvereto non risolverà nessuno dei problemi che assillano famiglie e imprese.Del resto nei programmi elettorali del Pd c’era la proposta di istituire l’Unione di tutti i Comuni della Val di Cornia, non la fusione di Campiglia e Suvereto. MANIFESTANO poi sconcerto per il fatto che Piombino stia discutendo da solo il trasferimento nella provincia di Grosseto, mentre San Vincenzo e Sassetta si associano ai Comuni della bassa Val di Cecina come Castagneto e Bibbona. I cittadini sentono che la Val di Cornia non esiste più, che è venuto meno lo sforzo per lavorare insieme sui tanti problemi che affliggono quest’area, primo tra tutti quello di dare prospettive di lavoro ai giovani. Nonostante le spiegazioni che tenteranno di dare non sono affatto chiare le ragioni di una decisione così improvvisata. Neppure lo spauracchio del commissariamento di Suvereto regge: entro il 2013 i Comuni sotto 5.000 abitanti devono associare le funzioni amministrative (esclusa l’anagrafe) con altri Comuni contermini, non fondersi. Esclusa l’anagrafe, perché quella comporterà un lavoro complesso, e costoso, per la riorganizzazione degli uffici e dei documenti di tutti i residenti al quale pare che nessuno stia pensando». La Nazione 03.04.2013
Fusione fredda tra Campiglia e Suvereto Il 6 aprile il Consiglio Comunale di Campiglia voterà l’autorizzazione al sindaco per chiedere alla Regione di avviare il processo per la fusione dei Comuni di Campiglia e Suvereto. Il nuovo Comune si chiamerà Campiglia-Suvereto. E Comune dei cittadini si chiede come si arriva ad una decisione così importante senza neppure aver convocato l’apposita commissione consiliare. «E’ uno scandalo. Ci chiediamo – afferma la lista – come possa chiamarsi “democratica” una maggioranza che non sente il bisogno di confrontarsi neppure sullo scioglimento del proprio Comune». Per CdC non basta dire che ci sarà il referendum: «già decidere di andare al referendum è una decisione politica fondamentale. Chiediamo ai cittadini cosa ne pensano. La risposta ricorrente è che non ne sanno nulla e che, in ogni caso, la fusione tra Campiglia e Suvereto non risolverà nessuno dei problemi che assillano famiglie e imprese». La lista ricorda che nei programmi elettorali del Pd c’era la proposta di istituire l’Unione di tutti i Comuni della Val di Cornia, non la fusione di Campiglia e Suvereto. E sottolinea che si percepisce sconcerto per il fatto che Piombino stia discutendo da solo il trasferimento nella provincia di Grosseto, mentre San Vincenzo e Sassetta si associano ai Comuni della bassa Val di Cecina come Castagneto e Bibbona. Tra la gente ci sarebbe la percezione che la Val di Cornia non esista più. «Nonostante le spiegazioni che tenteranno di dare (contributi regionali, sblocco per tre anno del patto di stabilità, ecc,) non sono affatto chiare le ragioni di una decisione così improvvisata. Neppure lo spauracchio del commissariamento di Suvereto regge: entro il 2013 i Comuni sotto 5.000 abitanti devono associare le funzioni amministrative (esclusa l’anagrafe) con altri Comuni contermini, non fondersi. Un pasticcio – prosegue CdC – che ci costerà mesi e mesi di discussioni burocratiche, di lavoro aggiuntivo e un referendum prima delle amministrative del 2014. Si poteva evitare tutto associando le funzioni dei due Comuni entro il 2013 ( già fatto per polizia municipale, viabilità, catasto e personale,) per affrontare poi seriamente il problema della riforma dopo il voto. Si deve ripartire dalla Val di Cornia, non dal Comune di Campiglia-Suvereto». Il Tirreno 03.04.2013
Botta-risposta tra il Consigliere Scafaro e l’ass. Bertocchi sulle Coltie (pubblicato sulla stampa) Dopo la risposta dell’assessore Bertocchi è tutto chiaro. I firmatari della petizione per i giardini di Coltie non otterranno quello che avevano chiesto. Ora si capisce perché non hanno voluto elaborare un progetto, come da noi richiesto. Era il modo per non dire quello che avevano intenzione di fare, limitandosi poi a piccoli lavoretti di manutenzione. Tesi avvalorata anche dal fatto che nessuno del Comune si è messo in contatto con i proponenti la petizione per valutare quali strutture potrebbero meglio adattarsi allo spazio a disposizione e agli sport di riferimento. Purtroppo, ormai, i cittadini sono quotidianamente ingannati da una dialettica degli amministratori il cui unico scopo è quello di eludere le richieste della gente. L’assessore chiama“sistemazione e messa in sicurezza della rampa in cemento” piccoli rattoppi che stanno già cedendo. Vada a vedere. La stessa cosa vale per la “regimentazione
delle acque piovane” che altro non è che l’aver tolto da un paio di tombini la terra che si era depositata a causa dello stato di incuria in cui i giardini di Coltie versavano da anni. Grandi parole per piccoli lavori di manutenzione. Sono passati 13 mesi da quando la petizione e l’ordine del giorno sono stati presentati e approvati in Consiglio Comunale. Dare ora la colpa dei ritardi alle condizioni meteorologiche a nostro parere non è più accettabile. Chiunque lo capisce. Mancano le panchine, manca la fontana dell’acqua, c’è un’intera superficie in asfalto da adattare alle esigenze degli sport che vengono praticati in quel luogo e non sono state aggiunte le nuove strutture richieste. Sarebbe stato molto più corretto dire quali lavori s’intendevano realizzare e in quali tempi certi. Ma questo metodo non appartiene ai nostri amministratori, come dimostrano i lavori iniziati da anni e mai terminati alla stazione, gli impegni sottoscritti con i privati e poi disattesi per la riqualificazione di via Cerrini e dei vecchi magazzini comunali e tanti altri interventi mai compiuti. Aspetteremo il finire della primavera prima di tornare ad analizzare i fatti. Ci auguriamo vivamente di essere smentiti e che il Comune faccia gli interventi chiesti dai ragazzi che hanno firmato la petizione. Chiedono poco. Chiedono un piccolo spazio e piccole attrezzature per lo sport in un quartiere degradato e in un paese, Venturina, che sta morendo giorno dopo giorno. Daniele Scafaro Consigliere CDC Sulla Stampa: La risposta di Bertocchi al primo Comunicato del Consigliere Scafaro: Coltie, lavori quasi ultimati
«I LAVORI sono quasi ultimati, ciò che manca dipende dalle condizioni metereologiche avverse che hanno impedito le opere di movimento terra». A dichiararlo è l’assessore Jacopo Bertocchi che risponde a nome della giunta al gruppo CdC sul parco di Coltie. «Accusare di continuo e spesso gratuitamente l’amministrazione è un esercizio che ormai ci trova preparati, specie quando si affermano cose poco rispondenti alla realtà. Sarebbe bastato che il consigliere del CdC avesse portato i suoi al parco per rendersi conto che gli interventi tanto agognati in realtà sono stati quasi tutti ultimati. Anche se le mezze stagioni non esistono più, dire che i lavori saranno svolti dagli operai comunali entro la primavera non significa dare come data di fine esecuzione lavori il 21 marzo, anche perché la primavera finisce il 21 giugno. Alcuni interventi alle Coltie, come riportare la terra nel campo da gioco e nelle aree disconnesse, sono stati rimandati a causa delle condizioni meteo avverse». AGGIUNGE Bertocchi: «Per le asfaltature invece abbiamo un programma che comprende anche altre zone del Comune e ovviamente ogni cosa sarà fatta tenendo conto dell’opera complessiva. Aggiungo che non si è mai visto asfaltare d’inverno o quando piove. L’amministrazione ha provveduto a “mantenere le promesse” operando in economia e con le esigue risorse a disposizione. Abbiamo provveduto: al rifacimento dell’illuminazione pubblica, alla sistemazione e messa in sicurezza della rampa in cemento, alla regimentazione delle acque piovane, intervenendo anche con il rifacimento di una parte delle fognature. Il progetto comprende anche un’area di sosta a fine lavori e il tutto sarà fatto così come detto in consiglio comunale». La Nazione 29.03.2013 Petizione ignorata dal Comune NON È SODDISFATTO, il consigliere comunale della lista civica Comune dei Cittadini, Daniele Scafaro, della risposta dell’assessore Jacopo Bertocchi in merito alla vicenda dei giardini di Coltie. «Ora è tutto chiaro. I firmatari della petizione per i giardini di Coltie non otterranno quello che
avevano chiesto. Ora si capisce perché non hanno voluto elaborare un progetto, come da noi richiesto – incalza Scafaro – Era il modo per non dire quello che avevano intenzione di fare, limitandosi poi a piccoli lavoretti di manutenzione. Tesi avvalorata anche dal fatto che nessuno del Comune si è messo in contatto con i proponenti la petizione per valutare quali strutture potrebbero meglio adattarsi allo spazio a disposizione e agli sport di riferimento. Purtroppo, ormai, i cittadini sono quotidianamente ingannati da una dialettica degli amministratori il cui unico scopo è quello di eludere le richieste della gente. L’assessore chiama “sistemazione e messa in sicurezza della rampa in cemento”, piccoli rattoppi che stanno già cedendo». «VADA A VEDERE. La stessa cosa vale per la “regimentazione delle acque piovane” che altro non è che l’aver tolto da un paio di tombini la terra che si era depositata a causa dello stato di incuria in cui i giardini di Coltie versavano da anni. Grandi parole per piccoli lavori di manutenzione. Sono passati 13 mesi da quando la petizione e l’ordine del giorno sono stati presentati e approvati in Consiglio Comunale». «DARE ORA la colpa dei ritardi alle condizioni meteorologiche a nostro parere non è più accettabile. Chiunque lo capisce. Mancano le panchine, manca la fontana dell’acqua, c’è un’intera superficie in asfalto da adattare alle esigenze degli sport che vengono praticati in quel luogo e non sono state aggiunte le nuove strutture richieste. Sarebbe stato molto più corretto dire quali lavori s’intendevano realizzare e in quali tempi certi. Ma questo metodo non appartiene ai nostri amministratori, come dimostrano i lavori iniziati da anni e mai terminati alla stazione, gli impegni sottoscritti con i privati e poi disattesi per la riqualificazione di via Cerrini e dei vecchi magazzini comunali e tanti altri interventi mai compiuti». «ASPETTEREMO il finire della primavera prima di tornare ad analizzare i fatti. Ci auguriamo vivamente di essere smentiti e che il Comune faccia gli interventi chiesti dai ragazzi che hanno firmato la petizione. Chiedono poco. Chiedono un piccolo spazio e piccole attrezzature per lo sport in un quartiere degradato e in un paese, Venturina, che sta morendo giorno dopo giorno». La Nazione 02.04.2013
Comunicato CDC: sul nuovo stabilimento Italian Food è tutto fermo Non è facile per nessuno reagire alla crisi, ma il presupposto è volerlo con idee forti e determinazione nel sostenerle. La Giunta di Campiglia in questi anni non ha messo in campo nessun progetto utile per la nostra economia. Non lo diciamo per spirito di parte, ma con il senso di responsabilità verso i nostri cittadini. Non è certo il recupero dei “vecchi macelli” di Campiglia (senza sapere per quali scopi) a risollevarci dalla crisi, ne tantomeno il rifacimento con soldi dei contribuenti della strada delle Lavoriere, distrutta dalla scellerata decisione di far costruire un impianto di betonaggio privato in mezzo ai campi. Nel vuoto d’idee che ha contraddistinto questa Giunta, una proposta concreta è stata avanzata in collaborazione con imprenditori e associazioni agricole della Toscana: è il programma per la costruzione di un moderno stabilimento per la trasformazione dei prodotti agricoli della Val di Cornia e della Toscana, in sostituzione dell’attuale Italian Food collocata in una zona urbana che non gli consentirà più di potersi sviluppare in modo adeguato. E’ un programma serio, concreto, che risponde ad esigenze
dell’economia reale, che prevede la creazione della filiera corta tra produzione e trasformazione per uno dei prodotti di qualità delle nostre campagne come il pomodoro. Altri prodotti, probabilmente, potrebbero aggiungesi. Abbiamo salutato con favore il protocollo tra enti pubblici e privati che, nel 2011, prevedeva la cessione di aree comunali all’Italian Food nella zona industriale di Campo alla Croce (i terreni sono disponibili), la richiesta di finanziamenti su un bando del Ministero dello Sviluppo Economico e la presentazione del progetto per il nuovo stabilimento entro il 2014. Da allora non abbiamo più avuto notizie. Per questo abbiamo presentato un’interpellanza per conoscere i fatti. Il Sindaco ci ha informati che l’Italian Food, come previsto, ha presentato domanda al Ministero dello Sviluppo Economico per il finanziamento, che l’istanza è stata accolta ma che “nel dicembre del 2011 l’iter istruttorio è stato sospeso dal Ministero dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture per mancanza di risorse finanziarie”. Ci ha altresì detto che “nessun atto è stato sottoscritto per la cessione dei terreni” di Campo alla Croce e che “non siamo a conoscenza di successivi aggiornamenti progettuali”. Insomma è tutto fermo. Ci chiediamo quali siano state le azioni intraprese dal Comune, dalla Provincia, dalla Regione, dai nostri deputati locali, per sbloccare l’istruttoria sui finanziamenti. Le risorse finanziare pubbliche sono sicuramente poche, ma ci chiediamo se quelle poche vengono correttamente finalizzate. Chiediamo qual è l’entità del finanziamento richiesto, se questo progetto è divenuto materia di contrattazione dell’intera Val di Cornia (i pomodori si producono in tutta la vallata e non solo a Campiglia), se il nostro Sindaco ha fatto qualche viaggio ai Ministeri per capire cosa accade e sostenere con forza l’urgenza di questo intervento, se ha chiesto il sostegno degli altri Sindaci, se è stata fatta una
scala di priorità degli investimenti a sostegno dello sviluppo economico in Val di Cornia, se l’agricoltura occupa il giusto peso in questa scala o se è considerata marginale. La nostra impressione è che nulla di tutto questo stia accadendo e che ciascuna amministrazione in Val di Cornia agisca per conto proprio. E anche così che si lascia affondare un territorio. Comune dei Cittadini Sulla stampa: Comune dei cittadini accusa la giunta di immobilismo Benedettini: «Non possiamo mettere alle strette l’azienda» Comune dei Cittadini riaccende il dibattito sull’Italian Food e sull’agricoltura. Nel corso dell’ultimo consiglio comunale, la lista civica aveva ottenuto dalla giunta la risposta scritta su quanto richiesto, vale a dire l’adempimento del protocollo firmato nel 2011 tra enti pubblici e privati, in base al quale l’Italian Food si sarebbe trasferita a Campo alla Croce nel 2014, con l’aiuto di un finanziamento che avrebbe dovuto essere erogato direttamente dal ministero dello Sviluppo economico. «Qual è lo stato di attuazione del protocollo?», aveva chiesto Comune dei Cittadini in sintesi nella sua interrogazione. «Il sindaco ci ha informati che l’Italian Food, come previsto, ha presentato domanda al ministero dello Sviluppo economico – dice la lista civica – che l’istanza è stata accolta ma che nel dicembre del 2011 l’iter istruttorio è stato sospeso dal ministero per mancanza di risorse finanziarie». «Ci ha altresì spiegato – prosegue Comune dei cittadini – che nessun atto è stato sottoscritto per la cessione dei terreni di Campo alla Croce e che non siamo a conoscenza di successivi aggiornamenti progettuali. Insomma è tutto fermo». Il gruppo d’opposizione si chiede quali azioni abbiano intrapreso il Comune di Campiglia, la Provincia e la Regione
per sbloccare l’istruttoria sui finanziamenti, quale sia l’entità di quelli richiesti dall’Italian Food; e ancora se «il progetto è divenuto materia di contrattazione dell’intera Val di Cornia visto che i pomodori si producono in tutta la vallata», e se «il nostro sindaco ha fatto qualche viaggio ai ministeri per capire cosa accade e sostenere con forza l’urgenza di questo intervento». La replica per la giunta campigliese è affidata a Gianfranco Benedettini, assessore agli affari generali e assetto del territorio. «Voglio rassicurare la lista civica Comune dei cittadini e chiunque sia interessato alla questione – afferma Benedettini – che lo sviluppo dell’agricoltura è il primo dei nostri pensieri. Lo stesso vale per il trasferimento dell’Italian Food. Basti pensare che le abbiamo lasciato il terreno a Campo alla Croce senza metterlo a bando, proprio perché vogliamo favorire la ricollocazione dell’Italian Food al di fuori del centro abitato. Allo stesso tempo, non possiamo essere indifferenti alle sorti prettamente economiche dell’azienda». «Gli ultimi due esercizi – prosegue Benedettini – non sono stati facili, ci sono stati dei contrasti con gli agricoltori che vendono il prodotto all’azienda e che hanno incrementato il prezzo quando questo veniva richiesto in grande quantità, facendo lievitare i costi di produzione. Anche l’attuale stagione è critica, perché le grandi piogge rendono difficile piantare e quindi i tempi del raccolto si dilatano. Il Comune ha fatto il possibile per non mettere alle strette l’azienda, non ha assunto alcun atto sfavorevole, ma per quanto riguarda i finanziamenti, questa materia è di competenza della Provincia e della Regione». «In ultimo – conclude l’assessore Benedettini – le iniziative sull’azienda e il suo trasferimento non possono essere assunte dall’intera Val di Cornia, anche se il nostro Comune ha l’appoggio degli altri sindaci, perché l’Italian Food si trova nel territorio campigliese e solo il Comune di Campiglia può agire al riguardo».
Francesco Rossi Il Tirreno 30.03.2013 Daniele Scafaro, consigliere CDC: le promesse non mantenute dal Comune per i giardini di Coltie (pubblicato sulla stampa) Sul finire del 2011 alcuni giovani ragazzi decisero di impegnarsi, appellandosi all’amministrazione comunale, per far si che il posto che abitualmente frequentano per trascorrere le loro giornate e godersi lo sport che più gli piace, lo
skateboard, acquistasse un aspetto più dignitoso e sicuramente più fruibile dai cittadini. Si tratta dei Giardini di Coltie, una zona dove si può trovare l’unico campetto da calcio pubblico che non versi in dubbio stato di praticabilità e dove storicamente ci sono sempre state le attrezzature per sport come lo skateboarding. Venne preparata una petizione e si adoperarono per la raccolta delle firme in suo sostegno: successivamente, si affidarono alla lista “Comune dei cittadini” affinché quella petizione, supportata da un ordine del giorno, venisse discussa in Consiglio Comunale. Sono rimaste nella mente le parole dell’assessore Bertocchi, il quale affermò che in un Comune di modeste dimensioni come Campiglia non ci fosse bisogno di alzare tutto questo “polverone” per fare delle richieste all’amministrazione, ma sarebbe stato sufficiente bussare alla porta di un assessore o fare una telefonata. L’ indirizzo che il Consiglio dette alla giunta fu chiaro: all’unanimità, i consiglieri, impegnarono l’assessorato competente a “prevedere un tempestivo intervento di risistemazione dell’area in oggetto tenendo conto delle richieste avanzate dai cittadini firmatari”. Dopo otto mesi, a Novembre del 2012, trascorsi i quali poteva essere considerato abbondantemente “violato” il termine “tempestivo”, e appurato che molto poco di quanto rientrava nell’impegno preso dalla giunta era stato realizzato, tornammo in consiglio comunale con un’interpellanza per conoscere i progetti dell’amministrazione per l’area in questione. Ci fu risposto che non c’era bisogno di un progetto, poiché gli interventi previsti non necessitavano di un apposito stanziamento nel bilancio ma sarebbero stati realizzati “in economia” con le risorse a disposizione dell’assessorato. Per quanto riguarda i ritardi, l’assessore Paladini, rispose che entro la Primavera sarebbero stati realizzati gli interventi mancanti. E’ da pochi giorni suonata la Primavera e i fatti sono sotto gli occhi di tutti: non ci sono panchine, non è stata
sistemata la superficie in asfalto, con il rischio che qualcuno possa farsi male seriamente, non è stata installata una fontana e non sono state aggiunte strutture per le attività di skateboard e pattinaggio che storicamente vengono svolte dai ragazzi in quell’area. Si può ora comprendere da dove viene l’apatia dei giovani d’oggi per la politica e tutto ciò che le ruota intorno: infatti, per la prima volta alcuni ragazzi hanno provato a mettersi in contatto con le istituzioni e, nonostante avessero avanzato delle richieste contenute, non sono stati ascoltati dall’amministrazione, ed è normale che nasca in loro un senso di sfiducia. Per quanto riguarda il ruolo del Consiglio Comunale ormai emerge con chiarezza una scomoda verità: come accaduto molte altre volte la giunta non ha rispettato l’impegno che gli veniva imposto dal Consiglio, che è ormai diventato un mero organo di facciata, e che continua ad esistere soltanto perché vogliamo continuare a chiamarci “paese democratico”; se venisse soppresso non se ne accorgerebbe nessuno. Infatti, in pratica, è già stato fatto. Daniele Scafaro Consigliere CDC Sulla Stampa: «Dimenticato il parco alle Coltie» LA SISTEMAZIONE dei Giardini delle Coltie: un impegno non mantenuto dal Comune. Il consigliere Daniele Scafaro della lista Comune dei Cittadini denuncia la situazione e ripercorre la vicenda iniziata con l’appello fatto da un gruppo di ragazzi, era il finire del 2011: chiedevano la sistemazione del giardino per poter praticare lo skateboard. «E’ una zona dove si può trovare l’unico campetto da calcio pubblico che non versi in dubbio stato di praticabilità e dove storicamente ci sono sempre state le attrezzature per sport come lo skateboarding – ricorda Scafaro – venne preparata una
petizione e si adoperarono per la raccolta delle firme in suo sostegno: successivamente, si affidarono alla lista “Comune dei cittadini» affinché quella petizione, supportata da un ordine del giorno, venisse discussa in Consiglio Comunale. SONO RIMASTE nella mente le parole dell’assessore Bertocchi, il quale affermò che in un Comune di modeste dimensioni come Campiglia non ci fosse bisogno di alzare tutto questo “polverone” per fare delle richieste all’amministrazione, ma sarebbe stato sufficiente bussare alla porta di un assessore o fare una telefonata. L’indirizzo che il Consiglio dette alla giunta fu chiaro: all’unanimità, i consiglieri, impegnarono l’assessorato competente a «prevedere un tempestivo intervento di risistemazione dell’area tenendo conto delle richieste avanzate dai cittadini firmatari». Dopo otto mesi, a novembre del 2012, trascorsi i quali poteva essere considerato abbondantemente “violato” il termine “tempestivo”, e appurato che molto poco di quanto rientrava nell’impegno preso dalla giunta era stato realizzato, tornammo in consiglio con un’interpellanza. Ci fu risposto che non c’era bisogno di un progetto, poiché gli interventi previsti non necessitavano di un apposito stanziamento nel bilancio ma sarebbero stati realizzati “in economia”. PER QUANTO riguarda i ritardi, l’assessore Paladini, rispose che entro la primavera sarebbero stati realizzati gli interventi mancanti. E’ da pochi giorni suonata la primavera e i fatti sono sotto gli occhi di tutti: non ci sono panchine, non è stata sistemata la superficie in asfalto, con il rischio che qualcuno possa farsi male, non è stata installata una fontana e non sono state aggiunte strutture per le attività di skateboard e pattinaggio che storicamente vengono svolte dai ragazzi in quell’area. Si può ora comprendere da dove viene l’apatia dei giovani d’oggi per la politica e tutto ciò che le ruota intorno: infatti, per la prima volta alcuni ragazzi hanno provato a mettersi in contatto con le istituzioni e, nonostante avessero avanzato delle richieste contenute, non
sono stati ascoltati dall’amministrazione, ed è normale che nasca in loro un senso di sfiducia. Per quanto riguarda il ruolo del Consiglio Comunale, come accaduto molte altre volte, la giunta non ha rispettato l’impegno che gli veniva imposto dal Consiglio». La Nazione 27.03.2013 Giardini delle Coltie: tante promesse, nessun intervento Il consigliere Daniele Scafaro di Comune dei Cittadini accusa l’amministrazione in merito alla gestione dei problemi dei giardini delle Coltie. Questi problemi erano stati posti all’attenzione nell’autunno del 2007. Si trattava di rendere più piacevoli questi giardini, piuttosto malmessi, e soprattutto di renderli idonei alla pratica dello sport (in particolare dello skateboarding, per il quale già c’erano le attrezzature) per il gruppo di giovani che di solito li frequentano. Dall’intervento della stampa si passò alla raccolta di firme per una petizione, girata poi alla lista civica affinché facesse valere le richieste di ragazzi e ragazze in consiglio. «Sono rimaste nella mente le parole dell’assessore Bertocchi – dichiara Scafaro – il quale affermò che in un comune di modeste dimensioni come Campiglia non c’era bisogno di alzare tutto questo polverone per fare delle richieste , perché sarebbe stato sufficiente bussare alla porta di un assessore o fare una telefonata». Il consiglio – all’unanimità – dette preciso incarico alla giunta ed all’assessore competente, di effettuare «un tempestivo intervento di risistemazione dell’area in oggetto, tenendo conto delle richieste avanzate dai cittadini firmatari». Da allora si giunge quasi ai giorni nostri, al novembre 2012 per l’esattezza, quando al consiglio Comune dei Cittadini, avendo maturato consistenti dubbi sulla “tempestività” dell’intervento, chiese di conoscere i progetti per i
giardini. Progetti non ce ne sono perché non c’è alcun bisogno, fu risposto, in quanto l’intervento non avrebbe richiesto un apposito stanziamento, perché sarebbe stato effettuato “in economia”. Ma quando? «L’assessore Paladini – prosegue Scafaro – rispose “entro la primavera”. Ci siamo e i fatti sono sotto gli occhi di tutti: non ci sono panchine, non è stata sistemata la superficie in asfalto, con il rischio che qualcuno possa farsi male, non è stata installata una fontana e non sono state aggiunte strutture per skateboard e pattinaggio che storicamente vengono svolte dai ragazzi in quell’area». Lo scarso peso dimostrato da una petizione prima e da una decisione del consiglio poi, conclude il consigliere, conducono ad un senso di sfiducia verso le istituzioni. Francesco Rossi Il Tirreno 27.03.2013 Zucconi replica a Benedettini sul Comune Unico Mi chiedo perché i cittadini devono pagare le colpe di politici che hanno mentito e di Sindaci che non hanno attuato i programmi elettorali. Gianfranco Benedettini ha vissuto l’impegno politico con
passione e onestà, ma sulla fusione dei Comuni di Campiglia e Suvereto omette molti fatti. E’ un fatto che nel 2009 il PD ha preso i voti dei cittadini di Campiglia, Piombino, San Vincenzo, Suvereto e Sassetta con un programma che prevedeva la costituzione dell’Unione dei Comuni della Val di Cornia. Se avessero rispettato quell’impegno oggi i nostri amministratori potevano dedicarsi a risolvere i molti problemi dell’economia e dei servizi pubblici e non a rincorrere soluzioni improvvisate, mai discusse con i cittadini e nei Consigli Comunali. Il ritardo, gravissimo, non è di chi critica la proposta della fusione, ma di chi non ha attuato scelte che avrebbero permesso di rispettare le leggi che da anni sollecitano i Comuni ad associare le funzioni per ottenere economie e maggiore efficienza nei servizi. Per i piccoli Comuni la sollecitazione era un obbligo almeno dal 2010. Diciamo quindi la verità: se Suvereto e Sassetta rischiano il commissariamento la responsabilità è solo di chi ha amministrato. Benedettini ricorda che i Sindaci Soffritti e Pioli “si sono spesi molto alla ricerca di una possibile Unione”. Non ho motivo per dubitare, ma questo conferma che gli altri Sindaci e il PD hanno cambiato idea. Se ci fosse stata intesa, dopo lo scioglimento del Circondario avrebbero dovuto costituire subito l’Unione e proseguire, migliorandola, l’esperienza delle funzioni associate dei nostri Comuni che, per questo, sono stati per lungo tempo un riferimento regionale e nazionale di cooperazione istituzionale. Di questo, colpevolmente, si è tenuto all’oscuro il Consiglio Comunale, nonostante i ripetuti solleciti
del nostro gruppo. Solleciti caduti nel vuoto, con disprezzo per il ruolo delle minoranze e insofferenza verso la discussione trasparente che caratterizza purtroppo la Giunta di Campiglia, su questo come su altri rilevanti problemi, dalle cave all’autostrada. Ora porteranno la proposta nei Consigli Comunali, prospettando un frettoloso referendum prima delle elezioni comunali del 2014, sotto il ricatto del commissariamento e senza dire ai cittadini che i problemi più rilevanti di questi territori – dall’economia ai servizi essenziali – hanno tutti una dimensione più ampia della somma dei Comuni di Campiglia e Suvereto. Ci auguriamo almeno che lo facciano senza porci di fronte al “prendere o lasciare” perchè soluzioni improvvisate che discendono dall’inerzia di chi ha governato non aiuteranno a risolvere i problemi della nostra gente. Noi abbiamo avanzato proposte e altre ne avanzeremo per evitare danni ancora maggiori. 20 marzo 2013 Massimo Zucconi, capogruppo del Comune dei Cittadini _____________ Leggi l’articolo dell’assessore Benedettini uscito su “La Nazione”: «Nessuno parla del rischiocommissario per i Comuni che non si uniscono» LA CRONACA della Nazione di domenica scorsa registra tre interventi di autorevoli esponenti di Suvereto, circa la
fusione annunciata dal Pd di Piombino. Tutti chiedono l’apertura di un dibattito e propongono l’Unione, la sola capace di garantire la salvaguardia della storia, della autonomia municipale di Campiglia e di Suvereto, così da ovviare alla loro fusione in un solo Comune. Sono tre personaggi di spessore: due sindaci del passato recente e l’attuale capogruppo della minoranza del Consiglio di Suvereto. Mi pare che siano giunti in grande ritardo ad affrontare la questione. I toni sono misurati e, solo nel caso del professor Pazzagli, un po’ esagerati. INFATTI, egli parla di soppressione, di becchini, di incapacità di lavorare insieme, ed altro ancora.Il fatto è che a Campiglia e a Suvereto si parla, almeno da due anni e mezzo, di Unione dei Comuni (il Comune dei Cittadini si è distinto nel portare avanti il tema), senza che dagli altri, cioè Piombino, San Vincenzo e Sassetta, sia giunta una parola al proposito. Rossana Soffritti e Giampaolo Pioli si sono spesi molto alla ricerca di una possibile Unione e, lo scorso anno, hanno concordato l’unificazione di alcune funzioni ampiamente riportate nella cronaca di questo giornale. Piombino, si sa, voleva il Comune Unico che avrebbe cancellato le autonomie e la storia degli altri 4 Comuni. SAN VINCENZO ha nicchiato perché non interessato alla diatriba. Suvereto ha una popolazione inferiore a 5.000 abitanti e corre il rischio di essere commissariato. Curioso che i tre personaggi non abbiano citato il pericolo del commissariamento di Suvereto, ma anche di Bibbona e Sassetta. Una ripugnante legge nazionale (grazie, governo tecnico) prevede questo fatto. Una discutibile legge regionale prevede le Unioni e incoraggia le Fusioni e, i nostri tre illustri, proclamano forme di “resistenza e di mobilitazione popolare” addirittura, per contrastare tali provvedimenti che non lasciano scampo. Se il commissariamento dei tre Comuni non è ancora avvenuto credo lo si debba al senso civico della Prefetto la quale, prima o poi, dovrà procedere in questo senso. E, a quel punto?
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