Comorbilità psicopatologica nei disturbi del comportamento in età evolutiva - Dott.ssa Alessia De Luca - Istituto Comprensivo ...
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Comorbilità psicopatologica nei disturbi del comportamento in età evolutiva Dott.ssa Alessia De Luca Psicologa
EZIOLOGIA I disturbi del comportamento hanno un’eziologia multifattoriale. I fattori responsabili della sua manifestazione sono diversi: genetici, neuro-biologici, ambientali.
L’INTERVENTO Ogni intervento deve essere adattato alle caratteristiche del bambino in base: • all’età; • alla gravità dei sintomi; • ai disturbi associati; • alle risorse cognitive; • alla situazione familiare, scolastica e sociale.
Il meccanismo della 'tentata soluzione' Spesso tendiamo a ripetere delle strategie che ci hanno permesso di superare degli ostacoli. Quando queste strategie diventano dei copioni rigidi e vengono applicati senza adattamento specifico, vanno ad incrementarne la resistenza al cambiamento. La soluzione tentata complica il problema.
VALUTAZIONE Famiglia: struttura, modelli transazionali, eventi normativi e paranormativi, fase del ciclo vitale, dati di contesto, storia del sintomo, significato relazionale.
VALUTAZIONE Scuola: struttura, modelli transazionali, eventi normativi e paranormativi, dati di contesto, storia del sintomo
IL SISTEMA FAMIGLIA La famiglia è un sistema aperto in continua evoluzione. La famiglia ha una propria struttura ed ogni componente appartiene a diversi sottosistemi che sono demarcati da confini. Essa affronta tutte le fasi del ciclo vitale, durante le quali vi possono essere momenti di grande difficoltà che si ripercuotono su tutta la famiglia, subendo delle alterazioni nella struttura.
IL SISTEMA FAMIGLIA LA STRUTTURA Insieme di aspettative che determina il comportamento di ogni membro all’interno del sistema. La famiglia fornisce la matrice dell’identità: • Area di appartenenza: regole e miti; • Individuazione: attraverso l’appartenenza a sottosistemi familiari e ad gruppi extrafamiliari.
IL SISTEMA FAMIGLIA I SOTTOSISTEMI La famiglia è composta da: Sottosistema CONIUGALE Sottosistema GENITORIALE Sottosistema FILIALE
IL SISTEMA FAMIGLIA SOTTOSISTEMI E CONFINI Ogni sottosistema è demarcato da confini. Famiglie invischiate Famiglie funzionali Famiglie disimpegnate
IL SISTEMA FAMIGLIA FASI DEL CICLO VITALE CORTEGGIAMENTO PENSIONAMENTO SVINCOLO DEI GIOVANE COPPIA FIGLI FIGLI ADOLESCENTI NASCITA DEI FIGLI ENTRATA NEL MONDO DELLA SCUOLA DEI FIGLI
PERCHE’ PARLARE DI SISTEMA FAMIGLIA ? Serve a definire il binario su cui impostare l’intervento.
Gli scopi degli interventi … • migliorare le relazioni interpersonali con genitori, fratelli, insegnanti e coetanei; • diminuire i comportamenti dirompenti e inadeguati; • migliorare le capacità di apprendimento scolastico; • aumentare le autonomie e l’autostima; • migliorare la qualità della vita dei bambini.
Per capire il problema di un alunno con difficoltà di comportamento in classe, occorre innanzitutto allargare il campo di osservazione.
Bisogna allargare il campo di osservazione perché…. ….il rischio è quello di separare in piccole parti l’intero sistema, perdendo il senso della sua complessità e dunque del totale delle relazioni.
MODELLO ECOLOGICO MACROSISTEMA • Il Microsistema è un modello di attività, ruoli e relazioni che favoriscono il ESOSISTEMA coinvolgimento di relazioni via via sempre più complesse. MESOSISTEMA • Il Mesosistema, relazione tra gli ambienti di sviluppo MICRO prossimale (scuola, SISTEMA famiglia, gruppi dei pari). • L'Esosistema si riferisce a situazioni in cui il soggetto non è direttamente coinvolto, ma da cui viene comunque influenzato. • Il Macrosistema, infine, costituisce la situazione culturale complessiva in cui sono inseriti i precedenti sistemi. Bronfenbrenner
A chi deve essere rivolto l’intervento? Famiglia Scuola Bambino
Perché intervenire sui sistemi ? Tutti i comportamenti umani assumono significato in rapporto alla situazione, cioè a quelle particolari circostanze che in un certo momento, circondano uno o più persone e ne influenzano il comportamento.
CONTESTO Ogni comportamento rimane inspiegabile fin quando non riusciamo ad allargare il campo di osservazione e ad includervi il CONTESTO in cui quel dato comportamento si verifica.
CONTESTO = MATRICE DEI SIGNIFICATI Senza tener presente o analizzare in quale contesto, in quale ambiente, in che luogo e in che tempo, in quale cultura, avviene un comportamento non è possibile comprenderlo e attribuirgli un significato. Infatti, un dato comportamento preso al di fuori del suo contesto di riferimento, non può essere decodificato, può avere nessuno o centomila significati.
CONTESTO Il bambino non è un'isola di cui si studiano le caratteristiche come se fossero aspetti indipendenti dai legami in cui emergono ed assumono senso, ma è una persona che si costruisce a partire dalle matrici psicologiche del pensiero familiare/sociale in cui è cresciuto e vive.
Bisogna esaminare i sistemi nella loro interezza, trovando delle soluzioni che si basino su…. relazione tra causalità la parte e il circolare tutto
Nessuna parte di un sistema può avere un controllo o un potere unilaterale su un’altra parte. Ciascun individuo, all’interno di qualsivoglia sistema relazionale, partecipa a spirali circolari di causazione: è coinvolto in relazioni che mostrano sempre una natura circolare.
I problemi a scuola Non possono essere affrontati concentrandosi esclusivamente sul bambino problematico.
perché….. Non risolveremmo il problema Andremmo a designare il bambino
A scuola è necessario…. ….mettere in relazione i comportamenti del bambino e quello dei vari “attori”, cercando di dare un senso ad ogni singolo messaggio e comportamento.
Bisogna scoprire il gioco che si è instaurato Un analisi relazionale permette di pensare “per relazioni” invece che “per individui”, per cui i singoli comportamenti disturbanti acquistano un nuovo significato e dimensione se integrati in circuiti interpersonali di azioni e reazioni circolari. (Cirillo, 1991; Boldrini, 1993; Folgheraiter, 1998)
Il modo migliore per affrontare questi disturbi è attraverso una rieducazione funzionale globale che dovrebbe passare per i sistemi educativi primari come la scuola e la famiglia.
I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO COME SINTOMI I sintomi e il disagio del singolo individuo sono il risultato di un intersecarsi complesso tra esperienza soggettiva e qualità delle relazioni interpersonali più significative. I sintomi assumono una funzione precisa per il funzionamento relazionale all’interno di un sistema.
I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO COME SINTOMI Un modo particolare per mantenere “inalterata” una struttura familiare disfunzionale è quello di “scegliere” un suo componente e farlo diventare “il problema”. Spesso, per una complessa combinazione di spinte sociali, modelli culturali, collocazione ambientale, fase particolare del ciclo vitale familiare, situazione psicologica individuale, “ il problema” è costituito dal bambino. (Ackerman N. W., 1988)
I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO COME SINTOMI CONFINI RIGIDI famiglia disimpegnata (no affettività) La famiglia non sembra avere altro problema al di fuori della malattia del bambino. In questo modo nega le altre problematiche e difende i modelli relazionali abituali.
I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO COME SINTOMI CONFINI DIFFUSI famiglia invischiata (difficoltà di autonomia) I membri della famiglia sono ipercoinvolti: essi intrudono nei pensieri, nei sentimenti e nelle attività degli altri. L’autonomia individuale è quasi assente e c’è grande confusione dei ruoli.
I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO COME SINTOMI TRIANGOLAZIONI Conflitti latenti o espliciti di un sottosistema che vengono direzionati su un membro di un altro sottosistema.
IL SISTEMA SCUOLA Anche la scuola (classe) è un sistema aperto in continua evoluzione. La scuola possiede una propria struttura ed ogni componente appartiene a diversi sottosistemi che sono demarcati da confini.
Il processo educativo E’ un sistema complesso in quanto coinvolge direttamente o indirettamente più attori (studenti, insegnanti, genitori, educatori, istituzioni).
Il caso di Marco
Il caso di Marco • Richiesta di terapia: 9 anni per un disturbo del comportamento; • Invio: insegnati; • Storia del problema: dall’ingresso alla scuola dell’infanzia ha presentato delle difficoltà.
Il caso di Marco • Famiglia: - genitori divorziati da 5 anni; - il bambino vive con la madre; - sorella Anna (20 anni). vengono convocati al primo colloquio tutti i membri del sistema.
Il caso di Marco • Alto conflitto tra i genitori; • Discordanze nell’educazione del bambino; • Madre iperprotettiva;
Il caso di Marco TESTISTICA • Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD); • Disturbo Specifico dell’ Apprendimento (DSA); • Disturbo d’ansia generalizzato; • Disturbo Depressivo;
Il caso di Marco • Forte designazione (autostima bassissima nel bambino); • Il bambino appare sempre molto teso e pronto ad esplodere; • La madre fa molta fatica a riprenderlo quando necessario.
Il caso di Marco SCUOLA • Forte designazione; • Tecniche comportamentali adottate sporadicamente; • Nessuna considerazione delle dinamiche relazionali all’interno della classe; • Nessun coinvolgimento della famiglia;
Il caso di Marco ….Marco presenta delle difficoltà comportamentali perché è inserito in un contesto disfunzionale e i conflitti dei genitori venivano costantemente direzionati verso il bambino. Inoltre sia a casa che a scuola non venivano adottate delle strategie educative coerenti.
Il caso di Marco L’INTERVENTO • Coinvolgimento attivo della famiglia e della scuola; • Psicoterapia familiare; • Intervento psicoeducativo a scuola.
Cosa fare quando c’è un bambino con un disturbo del comportamento in classe ?
INSEGNANTE/GENITORE L’insegnante dovrebbe cercare di creare un rapporto di collaborazione e di fiducia con i genitori del bambino e proporre loro di richiedere una consulenza presso i servizi territoriali o presso altri specialisti, per ottenere approfondimenti che permettano di definire il quadro clinico.
Per fare ciò è indispensabile….. Evitare creare un conflitto con i genitori. Porre l’accento sul fatto che è bene agire per il benessere del bambino.
INSEGNANTE/BAMBINO • Essere empatici. • Allargare il campo di osservazione. • Adottare una visione di tipo circolare. • Cercare di mantenere i ruoli e le regole all’interno della classe. • Comprendere i processi cognitivi che sottendono i comportamenti. • Modificare gli atteggiamenti didattici tradizionali. • Prestare attenzione alla dimensione psicologica.
Inoltre…. PROGETTO EDUCATIVO COMUNE E’ importante strutturare un lavoro comune a tutti i sistemi nel quale il bambino è inserito.
L’INTERVENTO PSICOEDUCATIVO SUL BAMBINO A SCUOLA
E’ POSSIBILE SE… …analizziamo accuratamente il comportamento del bambino.
ABC L’ABC può essere immaginato come uno schema a tre colonne ( A, B e C) dove ciascuna identifica uno specifico contenuto. • A = evento attivante interno o esterno all’organismo (Activating event). • B = sistema di convinzioni (Belief System). • C = effetti dell’elaborazione cognitiva sul piano emotivo e comportamentale (Consequences).
ABC EVENTO ATTIVANTE SISTEMA DI CONVINZIONI CONSEGUENZE REAZIONE PENSIERI SITUAZIONE COMPORTAM IRRAZIONALI ENTALE
I RAGAZZINI CON DISTURBI DEL COMPORTAMENTO A SCUOLA…. • non programmano le attività; • non si prefiggono degli obiettivi; se si riesce ad indirizzarli… • non sono abbastanza motivati; • non riescono a differenziare ciò che è importante da ciò che non lo è per arrivare alla meta; • Non possiedono un metodo.
Inoltre….. …….hanno una bassa tollerabilità per: • le frustrazioni; • gli sbagli; • lo sforzo mentale costante; • l’attesa del risultato.
Le classiche misure disciplinari sono controproducenti, infatti….. minacce di punizione oppositività-chiusura note – rimproveri - punizioni disistima di sè sospensione disinvestimento
Quale intervento psicoeducativo ? • instaurare delle chiare routine; • stabilire delle regole chiare; • offrire informazioni di ritorno immediate.
ROUTINE Tutte le regolarità e le scadenze prestabilite lo aiutano a comprendere…. • cosa • come • ingresso in classe ad un’ora fissa; • quando • routine di inizio lezione (prendere visione di tutto il materiale utile per la lezione); • presentazione delle attività della giornata; • scansione dei tempi di lavoro; • pause concordate; • dettatura compiti per casa e controllo; • routine di saluto e di uscita a fine lezione.
REGOLE Le regole aiutano ad organizzare i propri spazi e i tempi. Permettono all’alunno di sapere in anticipo quali sono le azioni consentire e quelle errate, ed inoltre, aiutano a prevedere con anticipo esiti e conseguenze.
REGOLE • le regole devono essere proposizioni positive e non divieti; • devono essere semplici ed espresse chiaramente; • devono descrivere azioni in modo operativo; • dovrebbero utilizzare simboli pittorici colorati; • devono essere poche e chiare.
E’ IMPORTANTE CHE… le regole siano proposte e non divieti NO Vietato alzarsi dal posto ALZARSI DAL POSTO APPENA LA CAMPANA SUONA prima del suono della campana NO TENERE ALZATA LA MANO PER Vietato parlare senza CHIEDERE LA PAROLA avere alzato al mano
E’ molto importante Enfatizzare i comportamenti positivi ponendo l’accento sui comportamenti positivi, anziché andare sempre ad evidenziare quelli scorretti. Evitare di parlare davanti al bambino delle proprie difficoltà.
TEMPI I ragazzi con ADHD sono poco abili nel fare stime realistiche di grandezze, tempi, quantità, difficoltà QUINDI…. abituarli a lavorare con tempi stabiliti significa aiutarli a valutare meglio e quindi ad essere sempre più efficaci nella pianificazione e nella organizzazione del lavoro.
INFORMAZIONI DI RITORNO • spiegare perché si è verificata una determinata conseguenza; • dare chiare indicazioni sul grado di correttezza del suo comportamento; • riflettere sulle alternative.
Gli insegnanti possono lavorare grazie a …… INTERVENTO PSICOEDUCATIVO- COMPORTAMENTALE
IL RINFORZO Un RINFORZATORE positivo è un evento che quando compare immediatamente dopo un comportamento, induce l’aumento della frequenza di quel comportamento, rendendolo più frequente e probabile in futuro. Vi sono diverse categorie di rinforzi: • di consumo; • tangibili; • simbolici; • sociali.
COME SI UTILIZZA IL RINFORZO 1. scelta del comportamento da incrementare; 2. scelta del rinforzatore; 3. applicazione del rinforzo.
SE ADOTTIAMO QUESTE TECNICHE COMPORTAMENTALI…. • i comportamenti inappropriati andranno man mano diminuendo; • il rendimento scolastico del bambino migliorerà; • tutta la classe potrà beneficiare dei miglioramenti.
MA……..
Il miglior intervento è….. ……un intervento di presa in carico di tipo globale (famiglia, scuola, bambino). Il progetto deve considerare il problema nella sua complessità.
Il miglior intervento è….. Un intervento che miri a coinvolgere e attivare tutte le risorse presenti nei sistemi nei quali il bambino è inserito.
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
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