Come isole Secondo anno del Bienno di Grafica d'Arte Prof.ssa Maria Agata Amato - Accademia Belle Arti Bologna

Pagina creata da Giovanni Franco
 
CONTINUA A LEGGERE
Come isole Secondo anno del Bienno di Grafica d'Arte Prof.ssa Maria Agata Amato - Accademia Belle Arti Bologna
Solitari
    come
      isole
Secondo anno del Bienno di Grafica d’Arte
              Prof.ssa Maria Agata Amato

     1
               Accademia di Belle Arti di Bologna
Come isole Secondo anno del Bienno di Grafica d'Arte Prof.ssa Maria Agata Amato - Accademia Belle Arti Bologna
Solitari
come
  isole
Come isole Secondo anno del Bienno di Grafica d'Arte Prof.ssa Maria Agata Amato - Accademia Belle Arti Bologna
Siamo isole, circondati dalle profondità acquose della psiche.

                                             Durante il sonno potremmo essere trasportati dalle onde su un’isola, come
                                             quella dipinta da un’artista svedese: nera come l’ignoto, verde di vita, isolata
                                             e misteriosa.
                                             Le isole sono da sempre punto di approdo delle nostre fantasie consce e
                                             delle nostre proiezioni inconsce; spesso evocano fuga, solitudine, rifugio e
                                             seduzione. I miti e le leggende dei popoli di tutto il mondo sono ricchi di
                                             isole dei morti, tetre e avvolte nella nebbia, o di isole dei beati, eternamente
                                             fertili, dove il miele cola dagli alberi. Ci sono isole di solitudine ed esilio,
                                             isole magiche popolate da esseri favolosi, isole in cui i naufraghi trovano
                                             un terreno solido e vivono avventure inattese. La ninfa Calipso seduce e
                                             tiene prigioniero sulla sua isola di Ogigia l’Ulisse di Omero per sette anni;
                                             il Prospero di Shakespeare scatena una tempesta redentrice dalla sua isola
                                             dalla magia primitiva; re Artù giace morto, o semplicemente addormentato,
                                             nella nebbia che avvolge la magica isola di Avalon.
                                             Le isole si formano quando i continenti si spaccano o per l’accumulo di
                                             sabbia e sedimenti su una piattaforma continentale e sotto l’acqua sono
                                             spesso attaccate alla terraferma. Le isole vulcaniche possono emergere in
                                             mezzo all’oceano quando placche tettoniche si spostano su “punti caldi”
                                             ricchi di vulcani, oppure con l’affioramento di una frattura oceanica, come
                                             nel caso dell’Islanda. Le isole catturano la nostra immaginazione ed evocano
                                             fratture nella coscienza, animate dalle profondità acquose della psiche.
Secondo anno del biennio di Grafica d’Arte
                                             Rappresentano segreti che ci allontanano dagli altri, i sedimenti accumulati
Anno Accademico 2019/2020                    di memorie lontane, desideri tabù e traumi dissociati che possono far morire
                                             prima di salvare.
Progetto                                     Possono essere “attraenti e sfuggenti” e avere un effetto sottile, insidioso. Il
Solitari come isole                          legame tra la nostra personalità e queste formazioni è talmente nascosto da
                                             sembrare inesistente. Nei miti della creazione le isole rappresentano i primi
Corso                                        passi della coscienza, piccoli, vulnerabili pezzi di terra raccolti dal fondo del
Tecniche dell’incisione - Grafica d’Arte     mare cosmico che possono essere nuovamente sommersi con facilità. Un’isola
Prof.ssa Maria Agata Amato                   può esprimere ristrettezza mentale, alienazione, egocentrismo, narcisismo
                                             o inaccessibilitá, ma anche uno stato di introversione, allontanamento
                                             necessario; può essere vista come un luogo sacro dove rifugiarsi per fuggire
Progetto grafico
                                             dall’inondazione di stimoli o il simbolo della capacità
                                                                                             Vogel S. M.,di stareAesthetic,
                                                                                                          African da soli. NY, 1986
Roberta Dibenedetto
                                             L’isola può rappresentare il “locus” di un fattore psichico che priva l’individuo
                                             di quanto c’è di più vitale nel Sé. O, ancora, può essere il simbolo di uno
Revisione testi                              spazio inatteso e inviolabile in cui è nascosto il tesoro di sé stessi.
Elisa Negroni
                                                                                                 The Book of Symbols,Taschen, 2011
In copertina                                                                                     Le fiabe interpretate, M.L. Von Franz

Confusione
Jun Liu
                                                                                       5
Come isole Secondo anno del Bienno di Grafica d'Arte Prof.ssa Maria Agata Amato - Accademia Belle Arti Bologna
“Mi corse per la schiena il brivido d’un ricordo lontano: di quand’ero ragazzo,
che andando sopra pensiero per la campagna m’ero visto ad un tratto smarrito,
                                                                                              Antonluca Cavicchia
fuori di ogni traccia, in una remota solitudine tetra di sole e attonita; lo
                                                                                                    Dario Cecchin
sgomento che ne avevo avuto e che allora non avevo saputo chiarirmi. Era
                                                                                                 Francesco Levoni
questo: l’orrore di qualche cosa che da un momento all’altro potesse scoprirsi a
                                                                                                     Elisa Negroni
me solo, fuori della vista degli altri. Sempre che ci avvenga di scoprire qualcosa
                                                                                                       Shiyang Fu
che gli altri supponiamo non abbiano mai veduta, non corriamo a chiamare
                                                                                                          Jun Liu
qualcuno perché subito la veda con noi? […] Ove la vista degli altri non ci
                                                                                                     Denise Duina
soccorra a costituire comunque in noi la realtà di ciò che vediamo, i nostri occhi
                                                                                                    Alberto Fanni
non sanno più quello che vedono; la nostra coscienza si smarrisce, perché
                                                                                                          Xi Chen
questa che crediamo la cosa più intima nostra, la coscienza, vuol dire gli altri
                                                                                              Roberta Dibenedetto
di noi; e non possiamo sentirci soli. […] Sapevo, sapevo la mia solitudine; ma
                                                                                                  Silvia Benedetti
ora soltanto ne sentivo e toccavo veramente l’orrore, davanti a me stesso, per
                                                                                               Alessandro Martufi
ogni cosa che vedevo, se alzavo la mano e me la guardavo. Perché la vista degli
                                                                                                  Lorenzo Marzola
altri non è e non può essere nei nostri occhi se non per un’illusione a cui non
                                                                                                Maya Adar Walling
potevo più credere; […] La solitudine non è mai con voi; è sempre senza di voi,
                                                                                                    Mingwei Song
è soltanto possibile con un estraneo attorno: luogo o persona che sia, che del
                                                                                                      Jiagen Zhou
tutto vi ignorino, che del tutto vi ignoriate, così che la vostra volontà e il vostro
                                                                                                 Riccardo Liberini
sentimento restino sospesi e smarriti in un’incertezza angosciosa e, cessando
                                                                                                       Cong Miao
ogni affermazione di voi, cessi l’intimità stessa della vostra coscienza. La vera
solitudine è in un luogo che vive per sé e che per voi non ha traccia né voce,

                                                                                            Solitari
e dunque l’estraneo siete voi. Così volevo io esser solo. Senza me. Voglio dire

                                                                                        come
senza quel me ch’io già conoscevo, o che credevo di conoscere. Solo con un
certo estraneo, che già sentivo oscuramente di non poter più levarmi di torno
e ch’ero io stesso: l’estraneo inseparabile da me. […] seguitando, sprofondai in
quest’altra ambasciata: che non potevo, vivendo, rappresentarmi a me stesso
negli atti della mia vita; vedermi come gli altri mi vedevano; pormi davanti al
mio corpo e vederlo vivere come quello d’un altro. Quando mi ponevo davanti a

                                                                                          isole
uno specchio, avveniva come un arresto in me; ogni spontaneità era finita, ogni
mio gesto appariva a me stesso fittizio o rifatto. Io non potevo vedermi vivere.
[…] A toccarmi, strizzarmi le mani, sì, dicevo io, ma a chi lo dicevo? E per chi?
Ero solo. In tutto il mondo, solo. Per me stesso, solo. E nell’attimo del brivido che
ora mi faceva fremere alle radici i capelli, sentivo l’eternità e il gelo di questa
infinita solitudine”.

Uno, nessuno, centomila - Luigi Pirandello Ed. Aonia Edizioni

                                                6                                       3
Come isole Secondo anno del Bienno di Grafica d'Arte Prof.ssa Maria Agata Amato - Accademia Belle Arti Bologna
“Si sa, non tutti se la possono permettere: non se la possono
permettere i vecchi, non se la possono permettere i malati.
Non se la può permettere il politico: il politico solitario è un
politico fottuto di solito. Però, sostanzialmente quando si può
rimanere soli con sé stessi, io credo che si riesca ad avere più
facilmente contatto con il circostante, e il circostante non è
fatto soltanto di nostri simili, direi che è fatto di tutto l’univer-
so: dalla foglia che spunta di notte in un campo fino alle stelle.
E ci si riesce ad accordare meglio con questo circostante, si
riesce a pensare meglio ai propri problemi, credo addirittura
che si riescano a trovare anche delle migliori soluzioni, e, sic-
come siamo simili ai nostri simili credo che si possano trovare
soluzioni anche per gli altri.”
Mi collego a questo elogio alla solitudine di Fabrizio De An-
drè per raccontare, attraverso il mio disegno, che non tutti i
mali vengono per nuocere. Nell’opera sono rappresentati due
personaggi legati tra loro al centro, in un contesto di confu-
sione che va a rappresentare la convivenza con la solitudine;
i personaggi sono di umore opposto per sottolineare i diversi
approcci con la condizione, con la propria solitudine. L’inten-
                                                                            Sacrificed Souls - Antonluca Cavicchia
zione è di sottolineare che presa nel modo giusto, la solitudine
può essere una delle maggiori forme di libertà.

Sacrificed Souls
Antonluca Cavicchia
2020

Biro su carta
70x100 cm

                                      4                                 5
Come isole Secondo anno del Bienno di Grafica d'Arte Prof.ssa Maria Agata Amato - Accademia Belle Arti Bologna
“Così volevo io esser solo. Senza me. Voglio dire senza quel
me ch’io già conoscevo, o che credevo di conoscere. Solo con
un certo estraneo, che già sentivo oscuramente di non poter
più levarmi di torno e ch’ero io stesso: l’estraneo inseparabile
da me” L. Pirandello
Matrice formata da acetati componibili di vari spessori
ritagliati e sovrapposti i quali al momento della stampa
verranno inchiostrati e composti insieme secondo l’ordine del
soggetto. La stampa verrà eseguita in una battitura sola quindi
la trasparenza dei colori - creati dalla sovrapposizione degli
acetati che si vede sulla matrice - in stampa sarà coperta in
ordine di successione delle veline inchiostrate in modi diversi.

Angelo
Dario Cecchin
2020

Mixed media
50x35 cm

                                                                       Angelo - Dario Cecchin

                                   6                               7
Come isole Secondo anno del Bienno di Grafica d'Arte Prof.ssa Maria Agata Amato - Accademia Belle Arti Bologna
Il periodo di quarantena che abbiamo recentemente vissuto è
    stato motivo ed occasione di riflessione personale. La conse-
    guente solitudine nel momento di isolamento mi ha portato a
    rivalutare il mio rapporto con l’Altro, spesso dato per sconta-
    to, oltre ad un ripensamento generale sulla socialità che prima
    consideravo semplicemente imprescindibile ed innegabile.

    Untitled I
    Untitled II
    Francesco Levoni
    2020

    Disegno a matita ed interventi digitali
    50x35 cm

8                                             9
Come isole Secondo anno del Bienno di Grafica d'Arte Prof.ssa Maria Agata Amato - Accademia Belle Arti Bologna
Untitled I - Francesco levoni             Untitled II - Francesco levoni

                                10   11
Come isole Secondo anno del Bienno di Grafica d'Arte Prof.ssa Maria Agata Amato - Accademia Belle Arti Bologna
Il lavoro, lasciato volutamente senza titolo, presenta una serie
di immagini ottenute attraverso l’uso di uno scanner e l’unio-
ne di un mio testo. Le immagini e le parole unite cercano di
rappresentare un momento di deriva paranoica dovuto alla
sensazione di solitudine e di scoramento sentite negli ultimi
tempi. L’utilizzo dello scanner è stato imposto dalla volontà
di ottenere un’immagine prodotta nella completa solitudine
e distanza da altri; l’immagine fotografica anche quando è
autoscatto presuppone sempre un occhio ipotetico, un altro
che guarda attraverso, mentre la macchina fotocopiatrice o
lo scanner non presentano questa caratteristica di personifi-
cazione. Inoltre il limitato raggio di acquisizione di immagini
dello scanner riesce completamente ad isolare il soggetto e a
creare un’immagine fantasmatica.

Senza Titolo
Elisa Negroni
2020

Scannerizzazioni ed elaborazione digitale
50x35 cm

                                                                        Senza Titolo - Elisa Negroni

                                            12                     13
Come isole Secondo anno del Bienno di Grafica d'Arte Prof.ssa Maria Agata Amato - Accademia Belle Arti Bologna
Ogni individuo ha la sua traiettoria diversa. Tutti gli individui in-
teragiscono tra loro ma sono diversi. Ci sono regole e standard
ovunque, ma non tutti soddisfano i requisiti. L’esistenza è ragio-
nevole e anche il barbarismo è un atteggiamento.

Barbarismo
Shiyang Fu
2020

Acquaforte e collage
50x30 cm

                                                                             Barbarismo - Shiyang Fu

                                 14                                     15
Questo lavoro è una foto della mia coinquilina che ho scattato e che
     ho lavorato con Photoshop. Penso che le emozioni umane siano una
     cosa meravigliosa, specialmente in questo particolare periodo in cui
     le persone diventano sensibili e confuse, e quello che voglio espri-
     mere è questo senso di caos, come se l’anima fosse fuori dal corpo.
     In realtà, ognuno è un’isola nel mare della vita, con persone perse,
     persone confuse, persone che hanno trovato delle luci, e credo che in
     questo periodo le persone possano riconoscersi meglio.

     Confusione
     Jun Liu
     2020

     Fotomanipolazioni digitali
     50x30 cm (dittico)

16                                    17
Confusione - Jun Liu

18   19
“Noi viviamo insieme, agiamo e reagiamo gli uni agli altri; ma
sempre, in tutte le circostanze, siamo soli…”
Non siamo altro che piccole componenti, tendenti per natu-
ra alla solitudine, di un composto più grande che talvolta è
responsabile principale della nostra alienazione. Come isole,
spesso distanti e non sempre raggiungibili, che insieme for-
mano un vasto arcipelago in grado di condizionarci costan-
temente.
Siamo noi stessi a isolarci o è la società che ci spinge verso
questa strada?

Incompatibilità
Denise Duina
2020

Xilografia e Haute Pâte
50x35 cm

                                                                      Incompatibilità - Denise Duina

                            20                                   21
Questo progetto, realizzato durante il periodo di quarantena per
contrastare il Covid19, riflette la condizione psicologica di chi si
è dovuto confrontare, forzatamente, con la solitudine. La man-
canza di distrazioni e di vie d’uscita ha costretto tanti a scende-
re a patti con sé stessi, ad indagare e mettere in discussione le
proprie scelte, a fronteggiare le proprie paure, ansie e insicurez-
ze. Tutti hanno dovuto rimodulare le proprie vite, le proprie abi-
tudini, in virtù della distanza, della mancanza di socialità, dell’al-
lontanamento dai propri cari. La casa è diventata protezione ma
anche prigione, costrizione, limite sia sociale che mentale.
Rendendoci dunque prigionieri, isolati, come isole.

Senza Titolo
Alberto Fanni
2020

Puntasecca e acrilico su plexiglass
60x45 cm

                                                                              Senza Titolo - Alberto Fanni

                                      22                                 23
Quello che voglio esprimere è che c’è una sensazione distorta,
e tutti sembrano comunicare con gli altri attraverso una sorta
di gabbia; i sentimenti e la distanza tra le persone sono sempre
calmi e contenuti. Siamo disposti a cercare di toccare gli altri
con un dito, soltanto con un dito. I fiumi delle nostre vite con-
vergeranno ma non si mischieranno, e oggi le mascherine peg-
giorano questa situazione. Tutti ci ritroviamo ad essere un’isola
solitaria.

Distanza
Xi Chen
2020

Elaborazione digitale
50x35 cm

                                                                         Distanza - Xi Chen

                               24                                   25
Tante volte ci pervade quel forte desiderio di solitudine, di chiu-
     dere la porta del nostro mondo e buttar via la chiave per dedi-
     care del tempo solo a noi stessi.
     Il modo esterno ci delude, ci avvilisce, ci affanna, ci affatica e
     l’unica via d’uscita è lo star soli.
     Quando la solitudine è una condizione imposta tutto sembra
     trasformarsi e le certezze del nostro micro-mondo si dissolvo-
     no.
     Viviamo una solitudine dell’anima.

     Legàmi
     Dissoluzioni
     Roberta Dibenedetto
     2020

     Pastelli, acrilico e grafica digitale
     50x35 cm

26                                           27
Legàmi - Roberta Dibenedetto             Dissoluzioni - Roberta Dibenedetto

                               28   29
Ricostruzione di una serie di reperti fotografici della misteriosa
Isola 357. A dimostrazione del fatto che una piccola isola lon-
tana e isolata può essere invece centrale nel nostro universo
privato, e che spesso ci si sente più soli in mezzo alla città.

Isola 357
Silvia Benedetti
2020

Grafica digitale
50x35 cm

                                                                          Isola 357 - Silvia Benedetti

                                 30                                  31
A causa della pandemia siamo stati costretti a vivere la quoti-
     dianità nel distanziamento sociale così da modificare parzial-
     mente e in maniera repentina, in quanto collettività, le nostre
     abitudini come i metodi di lavoro e il tempo libero. Questo ha
     portato, a causa anche del lockdown, ad un rallentamento dei
     ritmi di vita e non solo al rimanere isolati ma al ritrovarci con
     molto tempo libero da poter dedicare a noi stessi. All’apparenza
     questo sembra tempo tolto alla nostra vita di routine, in realtà
     è tempo ritrovato per la conoscenza di noi stessi, la riflessione
     e per migliorare le nostre capacità. Lo spirito di adattamento
     dell’essere umano agendo istintivamente fa sì che da una diffi-
     coltà riusciamo in qualche modo a trovare qualcosa di positivo,
     migliorando così la qualità della vita stessa.

     Distanziamento
     Riflessione
     Alessandro Martufi
     2020

     Disegno a mano con punta in gel micron
     50x35 cm

32                                            33
Distanziamento - Alessandro Martufi             Riflessione - Alessandro Martufi

                                      34   35
Per il progetto Solitari come isole ho realizzato un lavoro digitale raffi-
gurante un soggetto dormiente. Infatti è proprio durante il sonno che
ci si immerge nel più profondo dei nostri pensieri, trovando l’unicità di
ogni individuo. Di fianco al soggetto dormiente ci sono due figure raf-
figuranti il bene e il male, e al di sopra di esse si innalzano degli osta-
coli che portano ad un vortice, un vortice che diventa il frutto di tutte
le decisioni prese durante il nostro cammino. pensiero della mente
umana e dalle azioni degli uomini.

Il sogno
Lorenzo Marzola
2020

Collage digitale
50x35 cm

                                                                                   Il sogno - Lorenzo Marzola

                                    36                                        37
La giovinezza è considerata come il periodo più felice del-
la vita, in cui ciascuno è al pieno delle sue capacità e fa
esperienza dei rapporti umani più intensi. Un tempo pieno
di amicizie e legami, fuggevoli o duraturi. Questa visione
idealizzata della giovinezza stride con una dura realtà di
confusione interiore, dubbi e crudeltà. I giovani affrontano
le imprese titaniche di formare la loro identità e capire il
loro posto nel mondo nella solitudine e nell’incomprensio-
ne di molti, se non di tutti. Un tempo privato di cui forse
si vergognano, che però è la parte più importante del loro
tempo giovanile. Questa rappresentazione rende giustizia
di quel lavorio sommesso e talvolta straziante. Una luce
soffusa e perlacea fa emergere solo la figura umana e un
vago “aldilà”, fuori dalla finestra. L’interno buio e calmo,
protettivo. Oggetti di uso comune danno la certezza di una
quotidianità sotto controllo e dai contorni definiti, opposta
a un esterno che ha la luminosità diffusa dell’aria spessa e
densa. Come una nebbia che inghiotte chi la scruta troppo
a lungo, attrae e respinge, fa paura. La figura umana le vol-
ta le spalle e si guarda dentro, con lo sguardo immutabile
e fuori dal tempo di chi si interroga su tutto. E in questo
sguardo si consuma la divisione inconciliabile tra sapere
e conoscere, di chi sa senza conoscere e vive un dissidio
assoluto tra ideale e reale. La giovane donna è una perla             Senza Titolo - Maya Adar Walling
dentro a una conchiglia, filtra l’acqua e ascolta l’infinito
che fa vibrare corde invisibili, rapita in quieta estasi da un
concerto di realtà immateriali

Senza titolo
Maya Adar Walling
2020

Carboncino su carta
25x17 cm
                                38                               39
Fugace è il suo inevitabile destino. Il mondo mutato e inverosimile
     descritto o riflesso nell’immagine è precisamente la situazione più
     reale e inevitabile per l’uomo contemporaneo. Lo scrittore Hemin-
     gway credeva che nessuno fosse un’isola, ma io penso che tutti
     siamo un’isola.

     Isole
     Mingwei Song
     2020

     Toner e acquatinta
     25x35 cm (dittico)

40                                 41
Isole - Mingwei Song

42   43
I crateri sulla luna sono isole isolate. Ogni sera la luna ascolta
le tue storie e i tuoi segreti. E, poi, costruisce un’isola per te lì
dove puoi custodire tutta la tua solitudine, la tua debolezza,
i tuoi ricordi e la tua immaginazione. Ho disegnato alcune
espressioni diverse in base al modello dei crateri sulla luna.
Quelle isole simboleggiano per me le emozioni delle perso-
ne; forse alcune stanno lottando nella solitudine, forse altre
sono immerse nella felicità. In ogni caso c’è un luogo sicuro
che ci appartiene.
Per me l’isola isolata è lo spazio privato di ogni persona, dove
posso parlare con me stessa e capire il mio mondo interiore.
Ogni volta che guardo la luna di notte mi ricordo di questo; è
per ciò che ho realizzato questo lavoro.

Isole isolate sulla luna
Jiagen Zhou
2020

Elaborato digitale
50x35 cm

                                                                             Isole isolate sulla luna - Jiagen Zhou

                               44                                       45
Ho inteso il progetto Solitari come isole come una continua-
     zione del precedente Malattia e cura. Oltre all’utilizzo del-
     lo stesso mezzo espressivo completamente digitale, sono
     vicini dal punto di vista emotivo. Se la prima serie di lavori
     era una riflessione sull’ambiente della casa vissuto e circo-
     scritto dalla quarantena, questi sono uno sguardo su quello
     che c’è fuori. Passando da quello che viene visto tutti i giorni
     dalla finestra della camera alla finestra che sono i ricordi, il
     tutto rimanendo sempre nello stesso punto di osservazione,
     la stanza della quarantena.

     Isola 1jpg
     Isola 2jpg
     Riccardo Liberini
     2020

     Collage e disegno digitale
     50x35 cm

46                                   47
Isola 1jpg - Riccardo Liberini             Isola 2jpg- Riccardo Liberini

                                 48   49
“Possono essere “attraenti e sfuggenti”e avere un effetto sottile, insi-
dioso. Illegame tra la nostra personalità e queste formazioni è talmen-
te nascosto da sembrare inesistente. Nei miti della creazione le isole
rappresentano i primi passi della coscienza, piccoli, vulnerabili pezzi
di terra raccolti dal fondo del mare cosmico che possono essere nuo-
vamente sommersi con facilità”

Profonda immersione
Cong Miao
2020

Disegno e china
50x35 cm

                                                                                Profonda immersione - Cong Miao

                                   50                                      51
52   53
Puoi anche leggere