CIRCOLAZIONE IDRICA ED EQUILIBRI IDROGEOLOGICI NEGLI ACQUIFERI DELLA PUGLIA

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CIRCOLAZIONE IDRICA ED EQUILIBRI IDROGEOLOGICI NEGLI ACQUIFERI DELLA PUGLIA
GEOLOGI e TERRITORIO
                          Periodico dell’Ordine dei Geologi della Puglia - Supplemento al n. 1/2004
                                                                                                                                13

         CIRCOLAZIONE IDRICA ED EQUILIBRI
    IDROGEOLOGICI NEGLI ACQUIFERI DELLA PUGLIA
                                     Michele Maggiore, Pietro Pagliarulo
                             Dipartimento di Geologia e Geofisica, Università di Bari

RIASSUNTO                                                        stratum laying beneath the foredeep.
    I principali serbatoi idrici sotterranei della Puglia            Hydrogeological conditions, such as permeability,
sono costituiti dalle successioni carbonatiche meso-             depth of water, specific discharge of wells, as well as na-
zoiche di avampaese, che costituiscono il Gargano, le            tural water quality, are influenced by factors related to
Murge e il Salento, ma falde importanti si rinvengono            the stratigraphyc and structural features of the aquifers
anche nei depositi clastici di età quaternaria, nel Tavo-        and, in limestones, by the irregulary distributed occur-
liere, nella piana brindisina e in quella dell’arco ionico       rence of karst phenomena.
– tarantino.                                                         The main outflow di groundwater in Apulia is repre-
    Le falde, alimentate dalle precipitazioni stagionali,        sented by the Tara spring, draining a large hydrogeolo-
ricevono apporti dalle acque marine e da acque “con-             gical basin extending on the bradanic side of the Murge
nate” che si rinvengono nelle parti più profonde del sub-        relief, but also fed by the leaks of the Bradano river, next
strato dell’avanfossa appenninica.                               to the S. Giuliano surface water reservoir.
    La circolazione idrica è influenzata da locali fattori           Temperature anomalies of the grounwater occur, in
stratigrafici e strutturali, oltre che dalla distribuzione del   similar geodinamic conditions, in the areas of the Gar-
carsismo.                                                        gano and Murge close to the appenninc foredeep and on
    La più cospicua scaturigine della regione è rappre-          the adriatic side of Salento. These anomalies can be ex-
sentata dalla sorgente del Tara, verso la quale conflui-         plained by a process of deep “connate” water rising,
scono le acque di tutto il versante bradanico delle Murge        due to the convergence of appenninic and dinarids trust
e che riceve apporti per via sotterranea dallo stesso            sheets towards the apulian foreland.
Fiume Bradano.                                                       Hydrogeological equilibria of groundwater systems
    Anomalie di temperatura si rilevano, in contesti geo-        in Apulia, mainly governed by the fresh – sea water ba-
dinamici analoghi, nelle zone pedegarganiche e pede-             lance, may be altered by uncontrolled withdrawals and
murgiane dell’avanfossa appenninica e sul lato adriatico         progressive decrease of rainfall alimentation.
del Salento. Tali manifestazioni possono essere inqua-               Pollution of groundwater from different human acti-
drate in un unico fenomeno di risalita di fluidi caldi e         vities such as municipal and industrial wastewater dis-
profondi legato alla convergenza delle coltri alloctone          posal, use of fertilizer and pesticides in agricolture and
verso l’avampaese apulo.                                         also rainwater disposal from urbanized areas, may ea-
    Gli equilibri idrogeologici negli acquiferi pugliesi,        sily occur, due to a general high vulnerability of apulian
legati principalmente ai rapporti tra acque dolci e salate,      aquifers. Groundwater pollution may compromise a va-
sono compromessi dagli intensi prelievi e da una pro-            luable resource, characteristized in most cases by excel-
gressiva diminuzione degli apporti.                              lent natural quality.
    I fenomeni di inquinamento delle acque di falda, le-
gati a diverse attività umane, possono compromettere, a          1. PREMESSA
causa anche della generale elevata vulnerabilità degli               Nella regione Puglia, priva di corsi d’acqua im-
acquiferi in Puglia, la qualità di una risorsa che possiede      portanti, le acque sotterranee rappresentano la
in molti casi caratteristiche qualitative naturali ottime.       principale risorsa idrica locale e un fattore fonda-
                                                                 mentale per la vita e lo sviluppo della comunità.
SUMMARY                                                              Negli anni, la domanda d’acqua è andata
    The main groundwater reservoirs in Apulia are re-            sempre più crescendo, soprattutto per le aree del
presented by the Mesozoic carbonate successions of the           Tavoliere e delle Murge, dove maggiore è stato
foreland, forming the Gargano, Murge and Salento li-             l’incremento delle superfici irrigabili, ma un incre-
mestone outcrops. Less extensive and thick, but neverth-         mento dei prelievi si è registrato anche nel settore
less important, aquifers of the region are located in the        potabile: nel Salento, dove l’acqua sotterranea rap-
clastic sediments of Quaternary age outcropping in the           presenta l’unica risorsa disponibile per tale uso, la
Tavoliere di Puglia, in the Brindisi plain and in the plain      portata prelevata dai pozzi ha raggiunto i 3000 l/s.
sorrounding the Ionian sea, near Taranto.                            E’ stato più volte rimarcato che il concetto di
    Groundwater, fed by seasonal rainfalls, mix with sea         “disponibilità” di acqua per un determinato uso
water from continental intrusion and with warm “con-             (sia esso irriguo, potabile o industriale) è legato
nate” waters rising from the deepest part of the sub-            non solo al concetto di “quantità” della risorsa, ma

                                     MICHELE MAGGIORE - PIETRO PAGLIARULO
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     anche a quello di “qualità” della stessa. Ciò è par-        2. STRUTTURE IDROGEOLOGICHE E ORI-
     ticolarmente evidente in Puglia dove il fenomeno            GINE DELLE ACQUE SOTTERRANEE
     dell’intrusione dell’acqua marina nelle zone co-                Nel contesto geologico italiano, e più in gene-
     stiere, a causa di prelievi sempre crescenti, ha reso       rale dell’area mediterranea, la Puglia costituisce
     inutilizzabili per l’agricoltura le acque sotterranee       un’entità nettamente distinta dalle regioni adia-
     in un’ampia fascia costiera.                                centi. Essa si identifica per lo più con la parte af-
         Per quanto riguarda il settore potabile, per il         fiorante della piattaforma apula esterna (l’avam-
     quale sono disponibili in Puglia acque con caratte-         paese della catena appenninica meridionale), for-
     ristiche qualitative naturali eccellenti, tale uso          mata da una potente successione di rocce calcareo
     delle risorse può essere fortemente limitato, o             – dolomitiche di età mesozoica costituenti il Gar-
     anche precluso, da fenomeni di inquinamento do-             gano, le Murge e il Salento (fig. 1).
     vuti allo smaltimento di rifiuti e di reflui, sia civili        Tali porzioni della piattaforma apula costitui-
     che industriali, e all’uso irrazionale di pesticidi e       scono i più estesi e cospicui serbatoi di acque sot-
     fertilizzanti chimici in agricoltura.                       terranee della regione, tra loro separati da strutture
          I casi di inquinamento rilevabili in Puglia sono       tettoniche trasversali che si ricollegano all’avan-
     sempre più diffusi con gravi conseguenze sulla              fossa appenninica, colmata da sedimenti di età
     qualità dei corpi idrici sotterranei in considera-          plio-quaternaria (fig. 2).
     zione anche di una assai elevata vulnerabilità degli            Nell’insieme, i calcari mesozoici del Gargano,
     acquiferi pugliesi.                                         delle Murge e del Salento, permeabili per frattura-
         Il processo di degrado delle acque sotterranee è        zione e carsismo, rappresentano un dominio idro-
     in atto e non può che acuirsi a causa delle modifi-         geologico a sé stante e possono ritenersi in con-
     cazioni climatiche che, siano esse naturali o origi-        nessione idraulica per quanto riguarda la circola-
     nate dall’uomo, si registrano dappertutto e nella           zione di fondo (fig. 3).
     fattispecie nell’area mediterranea.                             Risorse idriche sotterranee, meno cospicue ma
         Si pone quindi l’urgenza di efficaci e irriman-         non meno importanti per la regione, sono anche lo-
     dabili azioni di tutela. La normativa al riguardo,          calizzate nei depositi ghiaioso – sabbiosi di chiu-
     sia essa nazionale che regionale, pur con l’obiet-          sura dell’avanfossa appenninica: nel Tavoliere di
     tivo di salvaguardare la risorsa idrica, pone spesso        Puglia, situato tra il Gargano, le Murge e la catena
     prescrizioni e vincoli che non tengono conto della          appenninica, e nella piana tra Brindisi e Taranto,
     specifica realtà geologica e idrogeologica della re-        anche nota, dal punto di vista geologico, come
     gione, obbligando ad adottare soluzioni che com-            “piana messapica”, situata tra le Murge e il Salento.
     portano un elevato costo ambientale, anche sulle                Nelle rocce mesozoiche della piattaforma
     stesse risorse idriche, e portano tali prescrizioni ad      apula, l’acqua dolce di falda è sostenuta, in virtù
     essere, di fatto in molti casi, disattese.                  della minore densità, dall’acqua marina di intru-

     Figura 1 – Modello strutturale del sistema geodinamico appennino – avampaese apulo [da Funiciello et al., 1991]

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         Il confronto nel diagramma di fig. 6, tra il con-             Un aspetto peculiare della circolazione idrica
     tenuto degli elementi maggiori di un’acqua di                 sotterranea in alcune zone della Puglia, al pas-
     falda della zona costiera delle Murge con l’acqua             saggio tra i terreni dell’avanfossa appenninica e le
     sotterranea della Murgia Alta, mette bene in evi-             formazioni calcaree dell’avampaese, è rappresen-
     denza la differenza di composizione e l’origine               tato dalla presenza di acque contraddistinte da
     delle acque nelle due zone: l’acqua sotterranea               temperature elevate, rilevabili sia nell’area pede-
     della Murgia Alta, con un contenuto relativamente             garganica che lungo il margine bradanico delle
     maggiore di ioni alcalino – terrosi e bicarbonato,            Murge. Tale fenomeno è stato spiegato con la risa-
     ricalca la composizione di un’acqua di pioggia                lita di fluidi caldi e profondi attraverso il substrato
     mentre il tracciato geochimico dell’acqua della               carbonatico prepliocenico dell’avanfossa appenni-
     zona costiera presenta un contenuto di ioni di ori-           nica (Pagliarulo, 1996) che si attuerebbe per ef-
     gine “marina” (ioni alcalini, magnesio, cloruri e             fetto delle spinte tettoniche dovute alla conver-
     solfati), sempre maggiore degli ioni calcio e bicar-          genza delle coltri appenniniche verso l’avampaese
     bonato, di origine “continentale”.                            apulo (fig. 7). Tra le evidenze principali a supporto
                                                                   di tale ipotesi, oltre alle temperature elevate delle
                                                                   acque sotterranee, alla loro elevata salinità e parti-
                                                                   colare chimismo, è stato rilevato l’elevato flusso di
                                                                   calore che si registra nelle aree dell’avanfossa si-
                                                                   tuate a ridosso del Gargano e delle Murge (fig. 8).
                                                                       Fenomeni di questo tipo sono stati segnalati in
                                                                   contesti geodinamici simili per spiegare la pre-
                                                                   senza di sorgenti calde in zone di avampaese (Bat-
                                                                   tharai, 1980; Oliver, 1986 – fig. 9) e potrebbero
                                                                   anche spiegare l’esistenza delle sorgenti calde sul
                                                                   lato adriatico del Salento (cfr. il successivo para-
                                                                   grafo 3.3).

     Figura 4 – Altezze della precipitazione totale annua in Pu-
     glia [da Zito et al., 1989]

     Figura 5 – Distribuzione del contenuto salino nelle acque     Figura 6 – Diagramma di Schoeller mostrante la composi-
     sotterranee in Puglia                                         zione dell’acqua di falda in due differenti zone delle Murge

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                                                                                       Figura 10 – Principali unità
                                                                                       idrogeologiche del Gargano

     zona centro orientale dove sono presenti calcari a        munque spesso in pressione, localmente su più li-
     grana fine, selciferi, di ambiente di piattaforma         velli, lateralmente in interconnessione idraulica tra
     esterna o bacino (tipo “scaglia” e “maiolica”), e la      loro.
     zona occidentale, dove affiorano calcari di am-               La ricarica della falda avviene in forma essen-
     biente di piattaforma più interna, del tutto simili a     zialmente concentrata in corrispondenza dei ri-
     quelli, della stessa età, presenti nelle Murge (Lu-       piani a doline di Sannicandro Garganico, S. Marco
     perto Sinni, 1996 a e b).                                 in Lamis e S. Giovanni Rotondo (Cotecchia e
         Nella zona orientale, corrispondente alle aree        Magri, 1966).
     di affioramento dei calcari con selce, contraddi-             Il deflusso idrico è diretto perpendicolarmente
     stinti da una permeabilità complessivamente               alla costa; l’acqua di falda scaturisce su fronti piut-
     bassa, la circolazione idrica sotterranea è essen-        tosto estesi, con portate medie complessive di
     zialmente di tipo “preferenziale”: essa si esplica        1140 l/s, di 1400 l/s e di 900 l/s, in corrispondenza
     cioè attraverso zone localizzate di maggiore frattu-      rispettivamente dei laghi di Lesina e Varano, e
     razione o attraverso i principali condotti carsici. A     della zona di Manfredonia.
     causa di tale situazione, circa un quarto dei pozzi           Lo spartiacque sotterraneo in questo settore del
     perforati per la ricerca d’acqua è risultato sterile,     Gargano è spostato verso Sud rispetto all’asse me-
     mentre quelli produttivi hanno portate in genere          diano del promontorio; a causa della maggiore
     piuttosto modeste. Un’ulteriore evidenza di tale          estensione della zona di alimentazione, la poten-
     particolare tipo di circolazione idrica è data dal        zialità idrica del versante settentrionale è quindi
     fatto che le sorgenti costiere, attraverso le quali la    più elevata, come testimoniato sia dai maggiori ap-
     falda scaturisce nel mare, sono raggruppate lungo         porti sorgivi in corrispondenza dei laghi di Lesina
     limitati e ben definiti tratti di costa, a Sud e a Nord   e Varano e sia dalla maggiore salinità delle acque
     dell’abitato di Vieste (Maggiore, 1993).                  di falda della zona di Manfredonia.
         In tutta la parte orientale del Gargano, il grado         All’apice nord-occidentale del Gargano, in
     di contaminazione salina dell’acqua di falda è piut-      prossimità del Lago di Lesina, sono presenti sor-
     tosto elevato; i valori maggiori, compresi tra 3,5 e      genti e pozzi contraddistinti da acque calde e con
     6 g/l, si riscontrano proprio in corrispondenza delle     salinità piuttosto elevata; il sistema idrotermale di
     principali sorgenti costiere, collegate a canalizza-      S. Nazario-Caldoli, localizzato al contatto tra i de-
     zioni carsiche.                                           positi di avanfossa e le formazioni carbonatiche
         Nella zona occidentale del Gargano, la circola-       dell’avampaese, è caratterizzato da temperature
     zione idrica mostra caratteristiche analoghe a            alle scaturigini comprese tra 24 e 27 °C. Poco a W
     quelle riscontrabili per l’area delle Murge, stante la    delle sorgenti, la temperatura delle acque nel sub-
     sostanziale corrispondenza delle caratteristiche li-      strato carbonatico al di sotto dei depositi plio-plei-
     tostratigrafiche e strutturali delle due zone. La per-    stocenici della copertura, raggiunge i 42°C mentre
     meabilità d’insieme è notevolmente più elevata            alcuni km più ad W, in corrispondenza del Fiume
     che nella zona orientale. La falda circola co-            Fortore, si registrano valori fino a 55,6°C in un

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pozzo che si attesta nel substrato prepliocenico a
una profondità di circa 550 metri (fig. 11).
    La distribuzione delle temperature ha indotto a
ritenere che l’anomalia termica che si osserva per
la sorgente di San Nazario sia legata alla rapida ri-
salita, lungo il sistema di faglie della zona, di
acque sotterranee presenti nelle parti più profonde
del substrato prepliocenico, caratterizzate da una
temperatura elevata, compatibile comunque con la
presenza di un gradiente geotermico regionale
“normale” (Maggiore e Mongelli, 1991; Maggiore
e Pagliarulo, 2003a – fig. 12).
    Le acque in questa zona risultano in molti casi
sulfuree, con un contenuto salino proporzionale
alla loro temperatura, avvalorando l’idea che pos-
sano risentire di un apporto di acque profonde
“connate”.
    L’anomalia di temperatura delle acque è pre-
sente lungo tutta la scarpata di faglia che separa il
Gargano dal Tavoliere (Cotecchia e Magri, 1966;
Mongelli & Ricchetti, 1970 a) e nella fascia pede-
garganica del Tavoliere, nel settore di acquifero
                                                         Figura 11 – Profilo di temperatura in un pozzo situato nei
sottostante i depositi argillosi di avanfossa, fino a
                                                         pressi del Fiume Fortore, attestato nel substrato preplioce-
Manfredonia (fig. 13).                                   nico alla profondità di 550 m
    In assenza di evidenze della esistenza di sor-
genti di calore che possano “riscaldare” le acque di     porzioni dolomitizzate delle rocce mesozoiche, ri-
queste zone, le temperature riscontrabili in que-        levabili lungo le zone di faglia del margine occi-
st’area, così come le temperature delle acque nelle      dentale del Gargano; si tratterebbe in questo caso
zone pedemurgiane dell’avanfossa bradanica e sul         di un processo di dolomitizzazione secondaria de-
lato adriatico del Salento (cfr. § 3.2 e 3.3), possono   terminato dall’azione di fluidi idrotermali
spiegarsi, come già ipotizzato per la sorgente di S.     (“brine”) sulle rocce carbonatiche (vedasi in pro-
Nazario, con la risalita di acque calde profonde         posito i lavori di Roedder, 1968, 1971).
lungo le faglie del substrato pre-pliocenico dovuta,
come gia accennato, alla convergenza delle coltri        3.2 Murge
alloctone verso l’avampaese.                                L’estesa falda idrica presente all’interno delle
    Il fenomeno di risalita di acque calde profonde      rocce calcareo – dolomitiche delle Murge presenta
potrebbe essere anche all’origine della presenza di      caratteristiche variabili da punto a punto ma che,

                                                                                    Figura 12 – Sezione idrogeolo-
                                                                                    gica schematica del sistema
                                                                                    idrotermale che alimenta la sor-
                                                                                    gente di S. Nazario. Legenda:
                                                                                    (1) Rocce carbonatiche meso-
                                                                                    zoiche; (2) coltri alloctone del-
                                                                                    l’appennino; (3) sedimenti ar-
                                                                                    gillosi dell’avanfossa; (4) acque
                                                                                    “connate”; (5) acque dolci di
                                                                                    falda; [da Maggiore e Paglia-
                                                                                    rulo, 2003a]

                                MICHELE MAGGIORE - PIETRO PAGLIARULO
CIRCOLAZIONE IDRICA ED EQUILIBRI IDROGEOLOGICI NEGLI ACQUIFERI DELLA PUGLIA
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                                                                                       Figura 13 – Distribuzione delle
                                                                                       temperature (°C) nelle acque
                                                                                       sotterranee del substrato nel-
                                                                                       l’area pedegarganica; (a) pozzi;
                                                                                       (b) sorgenti; (c) valori del gra-
                                                                                       diente termico (°C/100 m) [da
                                                                                       Pagliarulo, 1996]

     complessivamente, possono essere descritte come           sottosuolo all’interno della successione del Cal-
     quelle di una falda che circola generalmente in           care di Bari, nelle zone tra Corato e Terlizzi.
     pressione e su più livelli (soprattutto nelle zone più        Una sezione generale attraverso le Murge (fig.
     interne delle Murge), di norma al di sotto del li-        14) mostra che la falda è in contatto, sul lato adria-
     vello del mare.                                           tico, con l’acqua marina di intrusione continentale
         La falda si può rinvenire frazionata su distinti      mentre, sul lato opposto, l’acquifero delle Murge è
     livelli separati da intervalli, dello spessore di di-     delimitato dal sistema di faglie che lo pone in con-
     verse centinaia di metri, di roccia “anidra”, come        tatto con le argille plio-pleistoceniche dell’avan-
     succede nella zona di Gioia del Colle, dove un            fossa bradanica.
     primo livello idrico si rinviene alla profondità              Lo spartiacque idrogeologico tra il settore
     compresa tra 80 e 120 m al di sotto del livello del       adriatico e quello bradanico coincide con lo spar-
     mare e un secondo livello si rinviene al di sotto         tiacque superficiale, situato nella zona più interna
     della quota di –380 m dal livello del mare.               e topograficamente più elevata delle Murge.
         In prossimità della costa, l’acqua si rinviene più        La posizione dello spartiacque determina una
     spesso in condizioni di falda libera o confinata          maggiore estensione del settore adriatico e la con-
     poco al di sotto del livello del mare. Nella zona di      seguente maggiore potenzialità idrica rispetto al
     Ruvo – Terlizzi tuttavia l’acqua è stata rinvenuta a      settore bradanico.
     profondità assai maggiori, a diverse centinaia di             La parte più interna del territorio delle Murge
     metri sotto il livello del mare.                          costituisce la zona di prevalente ricarica dell’ac-
         Il confinamento della falda, e il suo fraziona-       quifero; essa si articola in una serie di bacini im-
     mento su più livelli, sembra essere dovuto alla pre-      briferi di tipo endoreico, di diversa estensione, che
     senza di intervalli di roccia poco fratturata o mas-      raccolgono le acque degli eventi meteorici convo-
     siva, o di livelli di calcari bituminosi che, a diverse   gliandole, mediante inghiottitoi, verso il sistema
     altezze stratigrafiche, sono presenti all’interno         dei reticoli carsici sotterranei.
     della successione carbonatica mesozoica.                      Nel settore adriatico, la falda fluisce verso mare
         Un intervallo di tali calcari bituminosi è stato      in direzione perpendicolare alla linea di costa, con
     segnalato nella successione delle Murge, al di            gradienti piezometrici compresi tra 0,1 % e 0,5%
     sopra degli strati a Cisalveolina fallax di età Ceno-     (Cotecchia et al., 1983); la falda defluisce diretta-
     maniana (Luperto Sinni e Reina, 1996). Tale inter-        mente in mare, in forma diffusa, attraverso una
     vallo potrebbe essere responsabile del fraziona-          serie di scaturigini localizzate lungo il tratto di
     mento della falda nelle zone di Gioia del Colle e di      costa tra Barletta e Brindisi. La principale scaturi-
     Noci.                                                     gine è rappresentata dalla sorgente costiera Fiume
         Un ulteriore significativo livello, di età Barre-     Grande in località Torre Canne (territorio di Fa-
     miana, è anche presente al di sotto degli strati a        sano), situata subito a ridosso del cordone di dune
     Orbitolina sp. (Ricchetti, 1975), rinvenibili nel         della spiaggia attuale, con una portata media di

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                                                                                            Figura 17
                                                                                            Carta delle isopieze
                                                                                            (m s.l.m.) nell’area
                                                                                            a sud di Matera

                   Figura 18
          Distribuzione della
         conducibilità ionica
         (µS/cm) delle acque
        sotterranee nell’area
             a sud di Matera

     liano, è evidenziato da “anomalie” rilevate in cor-      territori delle Murge di Ginosa, Laterza, Castella-
     rispondenza di un pozzo, attestato nella falda di        neta e Mottola, nella parte orientale del bacino.
     base, presente subito a valle dello sbarramento              Le acque che scaturiscono al Tara quindi deri-
     (figg. 17, 18 e 19). In tale pozzo si riscontra l’esi-   vano da apporti meteorici provenienti sia da zone
     stenza di un massimo piezometrico localizzato, ac-       piuttosto lontane che da zone più vicine alle sor-
     compagnato da una corrispondente ben definita            genti e questo potrebbe spiegare l’esistenza di due
     anomalia della conducibilità ionica e della tempe-       distinti massimi del livello piezometrico in prossi-
     ratura delle acque di falda, che risultano notevol-      mità delle scaturigini, rilevabili dai dati, invero
     mente più dolci e fredde di quelle che contraddi-        pochi e discontinui, esistenti in letteratura (Santo-
     stinguono la zona. Tali osservazioni possono             vito, 1981).
     quindi essere poste in relazione alle perdite che si         La fig. 20 mostra l’esistenza di una linea di
     verificano in sponda destra dell’invaso di San Giu-      spartiacque sotterraneo, che separa il settore idro-
     liano, accertate e tenute sotto controllo attraverso     geologico del Tara da quello tributario delle sor-
     una apposita rete di piezometri.                         genti del Mar Piccolo. Tali scaturigini sono rappre-
         Un ulteriore contributo ai deflussi sorgivi del      sentate dalle sorgenti Galeso, Battentieri, Riso,
     Tara è fornito dalle precipitazioni che cadono sui       oltre che da alcune sorgenti sottomarine (“citri”)

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che scaturiscono all’interno dello specchio             ducibilità ionica delle acque crescono con regola-
d’acqua, secondo lo schema idrogeologico ripor-         rità procedendo in direzione S-SW, dalle Murge
tato in fig. 21.                                        verso l’avanfossa appenninica, dove il substrato
    Le misure di conducibilità ionica e di tempe-       carbonatico risulta ribassato per faglia al di sotto di
ratura effettuate in pozzi nella zona a sud di Ma-      depositi argillosi plio-pleistocenici, avvalorando
tera (figg. 18 e 19), confermano quanto già ri-         l’ipotesi già avanzata di risalita di acque profonde;
portato in Pagliarulo (1996) a proposito delle          tale fenomeno potrebbe inoltre anche spiegare gli
acque sotterranee della zona, ma nuove misure           elevati valori del flusso termico rilevati in pozzi
evidenziano valori ancora maggiori che, in un           per la prospezione geotermica all’interno della co-
pozzo raggiungono, alla profondità di 135 m, la         pertura argillosa impermeabile dell’avanfossa
temperatura di 36°C (fig. 22).                          (Mongelli e Ricchetti, 1970 b – fig. 23).
    Se si eccettua l’anomalia legata alla infiltra-
zione di acque più fresche e dolci in corrispon-        3.3 Salento
denza della stretta della diga di S. Giuliano, di cui       La caratteristica più rilevante della falda car-
si è già detto, si nota che la temperatura e la con-    sica contenuta nelle rocce calcareo – dolomitiche

                                                                                       Figura 19
                                                                                       Distribuzione delle
                                                                                       temperature (°C),
                                                                                       misurate al boccapozzo,
                                                                                       nelle acque sotterranee
                                                                                       a sud di Matera

Figura 20 – Linee iso-
piezometriche e dire-
zioni di flusso delle
acque sotterranee nel
settore bradanico delle
Murge, nei dintorni di
Taranto [da Zorzi e
Reina, 1962]

                               MICHELE MAGGIORE - PIETRO PAGLIARULO
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et al., 1992). Queste sono per lo più localizzate in
corrispondenza delle aree topograficamente più
depresse, laddove le sabbie e le calcareniti quater-
narie della unità dei Depositi Marini Terrazzati,
poggiano sulla formazioni impermeabili delle “Ar-
gille subappennine” o della “Pietra leccese”.
    Fra le falde superficiali, notevole importanza
assume, per la qualità e la quantità della risorsa e
per il ruolo che essa riveste per lo sviluppo della
zona, la falda idrica che dà origine al sistema dei
Laghi Alimini, che ha sede nelle formazioni calca-
renitiche plio-pleistoceniche affioranti nella zona
di Otranto.
    L’origine sorgiva del sistema lacustre è evi-
dente nelle numerose polle situate lungo le sponde
e il fondo dei laghi, cui deriva, per il bacino più
piccolo, il nome caratteristico di “Fontanelle”.
    La falda circola in corrispondenza di rocce calca-
renitiche vacuolari, aventi come substrato imper-
meabile la “Pietra leccese”. Le numerose doline che
si rinvengono nelle aree di affioramento dell’unità       Figura 23 – Mappa del flusso di calore nella parte sud-
                                                          orientale dell’avanfossa appenninica (Bacino lucano); (a)
calcarenitica acquifera costituiscono i punti di infil-
                                                          unità dell’avanfossa appenninica; (b) coltri appenniniche;
trazione preferenziale delle acque meteoriche; per        (c) unità dell’avampaese; (d) isolinee del flusso di calore
l’esistenza di tali forme carsiche, il bacino idrogeo-    (µcal/cm2 · s = 41,86 W/m2 · 10-3); (e) fronte sepolto del-
logico dei laghi risulta molto più esteso di quello       l’alloctono; (f) pozzetti per misure geotermiche [da Mon-
idrografico tributario del sistema lacustre.              gelli e Ricchetti, 1970b]
    In virtù della notevole estensione del bacino di
alimentazione, la potenzialità idrica è cospicua e fa     gille plio-pleistoceniche, costituenti i sedimenti
si che le portate specifiche dei pozzi della zona         dell’avanfossa della catena dinarica, con vergenza
siano elevate, consentendo prelievi anche di 10 l/s       opposta alla catena appenninica (fig. 26). La pre-
con soltanto un metro di depressione piezometrica.        senza delle acque calde di Santa Cesarea Terme
    L’acqua del lago Fontanelle e dei pozzi nelle         potrebbe quindi anche in questo caso spiegarsi con
aree circostanti ha un basso contenuto salino (infe-      l’apporto, alle acque fresche di falda, di acque
riore a 0,5 g/l) e risulta idonea anche per l’uso po-     “connate”, confinate in profondità e associate ai
tabile.                                                   giacimenti di idrocarburi del Canale di Otranto, ri-
    In corrispondenza dei Laghi Alimini la falda          salenti lungo le faglie del substrato dell’avanfossa
superficiale è separata dalla sottostante falda car-      dinarica, e dotate di elevate temperature in virtù di
sica, caratterizzata da acque salmastre, che ha sede      un gradiente geotermico regionale “normale” (fig.
nei calcari mesozoici e risulta localmente confi-         27).
nata alla profondità di circa 200 metri (fig. 25).
L’indipendenza delle falde è evidenziata anche dai        3.4 Tavoliere
livelli piezometrici che risultano diversi per i due         Il Tavoliere di Puglia è costituito da una suc-
corpi idrici.                                             cessione di depositi marini ed alluvionali (in pre-
    Anche nelle rocce mesozoiche dell’avampaese           valenza ghiaie, sabbie e limi), di età pleistocene
salentino sono presenti acque sotterranee contrad-        superiore – olocene, formanti nell’insieme una co-
distinte da temperature elevate, rilevabili in corri-     pertura pressoché continua; lo spessore è variabile
spondenza della sorgente sulfurea di Santa Cesarea        da pochi metri, ai piedi del Subappennino dauno,
Terme, nel Salento meridionale, con una tempera-          fino a 100 metri nella zona più orientale, in prossi-
tura di 24°C. Per quest’area possono ravvisarsi           mità della costa adriatica.
condizioni geologiche per molti versi simili, e in           Tali depositi di copertura poggiano su argille
qualche modo “speculari”, a quelle dei margini oc-        grigio-azzurre di età pliocene superiore – pleisto-
cidentali del Gargano e delle Murge, essendo si-          cene inferiore (“Argille subappennine”), la cui
tuata sul lato opposto dell’avampaese: verso il           profondità di rinvenimento, corrispondentemente
Mare Adriatico, i calcari della piattaforma carbo-        con l’aumento di spessore di detti depositi, si ap-
natica sono dislocati da un sistema di faglie dis-        profondisce procedendo da Ovest verso la costa,
tensive e soggiacciono a una spessa sequenza di ar-       dove raggiunge la profondità di 100 m. Nell’area

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piana, come rilevabile dalle stratigrafie dei nume-        vuti al fenomeno di drenanza, attraverso strati se-
rosi pozzi per acqua attestati nelle argille grigio-       mipermeabili (acquitardi). A tale sistema acqui-
azzurre (Colacicco, 1951; 1953).                           fero, nel suo complesso, si dà il nome di “falda su-
    I corsi d’acqua della zona, con alveo poco pro-        perficiale del Tavoliere”.
fondo e generalmente regolarizzato attraverso                  Trattandosi di un acquifero costituito da una
opere di regimazione, presentano un deflusso tipi-         successione di terreni di diversa granulometria e
camente occasionale. Le portate assumono infatti           spessore, la trasmissività idraulica varia da zona a
un valore significativo solo in seguito a precipita-       zona; la situazione più favorevole, per permeabi-
zioni particolarmente abbondanti e prolungate nel          lità e/o spessore dei terreni acquiferi, si riscontra in
tempo; valori di letteratura per il Torrente Cervaro       corrispondenza dell’area intorno a Foggia.
(stazione idrometrica di “Ponte Incoronata”) indi-             L’andamento delle curve isopieze segue quello
cano portate medie pari a 2,8 m3/s, con valori mas-        della topografia, rivelando una generale diminu-
simi di portata media giornaliera di 244 m3/s. Nel-        zione delle quote piezometriche da SO verso NE,
l’area sono inoltre presenti diversi canali artificiali    con gradienti di norma inferiori a 0,5 % (Tadolini
di bonifica che drenano le acque di settori più o          et al., 1989).
meno estesi della pianura verso i torrenti princi-             La realizzazione di numerosi pozzi e il prelievo
pali.                                                      incontrollato d’acqua dal sottosuolo ha determi-
    I depositi di copertura del Tavoliere ospitano         nato negli ultimi decenni un impoverimento della
una estesa falda idrica, generalmente frazionata su        falda con conseguente abbassamento della super-
più livelli. Le stratigrafie dei numerosi pozzi per        ficie piezometrica, che sembra aver raggiunto il
acqua esistenti in zona evidenziano l’esistenza di         suo minimo storico alla fine degli anni 80, in con-
una successione di terreni ghiaioso – sabbiosi, per-       comitanza di un periodo di siccità pluriennale par-
meabili, con ruolo di acquiferi, interstratificati con     ticolarmente intensa.
livelli limoso-argillosi, a minore permeabilità, con           Circa le fluttuazioni stagionali della superficie
ruolo di acquitardi (strati semipermeabili) o acqui-       piezometrica, alcuni pozzi della rete di monito-
cludi (strati impermeabili). La base della circola-        raggio e controllo delle falde idriche, recentemente
zione idrica è rappresentata dalle argille grigio-az-      istituita dalla Regione Puglia, indicano l’esistenza
zurre (Argille subappennine), impermeabili.                di massimi piezometrici alla fine del periodo in-
    L’acqua può rinvenirsi in condizioni di falda li-      vernale, con oscillazioni annue complessive com-
bera, nei livelli idrici più superficiali, e solitamente   prese tra m 2 e m 4.
in pressione, con locale carattere di artesianità, in          La falda è alimentata dalle precipitazioni che
quelli più profondi.                                       ricadono in tutta l’area del Tavoliere. Trattandosi
    I diversi livelli idrici sono comunque idraulica-      di un’area costituita in affioramento da litotipi per
mente interconnessi e, in condizioni di flusso indi-       lo più permeabili, l’infiltrazione delle acque me-
sturbato, le quote piezometriche risultano coinci-         teoriche è diffusa su tutto il territorio, ma le carat-
denti sia nei pozzi poco profondi, a scavo, che in-        teristiche climatiche dell’area determinano rile-
tercettano i soli livelli idrici superficiali, che nei     vanti perdite per evapotraspirazione. L’aliquota
pozzi perforati, profondi diverse decine di metri,         che si infiltra non è quindi molto elevata (De Giro-
attestati nei livelli acquiferi sottostanti.               lamo et al., 2002; Maggiore e Pagliarulo, 2003b).
    Le diverse falde possono essere dunque ricon-          Non trascurabile comunque è l’alimentazione della
dotte ad un’unica circolazione idrica sotterranea,         falda da parte dei corsi d’acqua che attraversano la
perché il particolare tipo di deposizione lenticolare      piana.
dei sedimenti determina l’esistenza di soluzioni di            Dal punto di vista composizionale, le acque
continuità tra i depositi permeabili e i depositi re-      della falda superficiale ricadono principalmente
lativamente meno permeabili. A ciò bisogna ag-             nel campo delle acque bicarbonato-alcaline ter-
giungere gli scambi di acqua in senso verticale do-        rose, in corrispondenza delle aree più interne e

                                                                                            Figura 26 – Schema
                                                                                            geologico del sistema
                                                                                            appeninico – dinarico

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     Figura 27 – Origine delle acque termali di Santa Cesarea [da Maggiore
     e Pagliarulo, 2003a]

        delle acque clorurato-alcaline, nelle zone non distanti dalla
        costa, dove si risente l’influenza dell’ingressione marina; i
        valori di salinità sono relativamente bassi (0,7 g/l – 0,8 g/l)
        tranne che per i pozzi più prossimi alla linea di costa, che
        presentano valori superiori a 3 g/l.
            Caratteristiche chimiche del tutto diverse si riscontrano
        per le falde più profonde, localizzate, come già accennato,
        in corrispondenza dei livelli sabbiosi intercalati nella suc-
        cessione delle argille grigio-azzurre (“falda profonda del
        Tavoliere”) e in corrispondenza del substrato preplioce-
        nico, collegato verso Est alla vasta falda idrica del Gargano
        (“acquifero fessurato-carsico profondo”).
            Caratteristica dell’acqua della falda profonda del Tavo-
        liere sono i bassi valori della salinità e della durezza e la
        prevalenza dello ione sodio sugli altri cationi, con elevati
        valori dei rapporti Na/Ca e Na/Cl (Maggiore et al., 1996).
        Oltre all’elevato tenore in sodio (anche dell’ordine di 600
        mg/l), e in alcuni casi alla presenza di boro in elevate con-
        centrazioni, va evidenziata la produttività estremamente
        bassa dei livelli idrici, con tendenza ad una sensibile dimi-
        nuzione della portata specifica nel tempo per la trascura-
        bile ricarica naturale dell’acquifero (Cotecchia et al.,
        1995).
            Valori piuttosto elevati di salinità (> 3 g/l) si riscontrano
        invece per le acque del substrato carbonatico (acquifero
        fessurato - carsico profondo), caratterizzate da elevata
        temperatura, per la risalita di fluidi caldi di origine pro-
        fonda, e la ricorrente presenza di H2S (Maggiore et al.,
        1996; Pagliarulo, 1996).

        4. FATTORI CHE CONDIZIONANO GLI EQUI-
        LIBRI IDROGEOLOGICI NEGLI ACQUIFERI PU-
        GLIESI
            Considerata la notevole estensione costiera della re-
        gione Puglia, uno tra i principali fattori che regolano gli
        equilibri idrogeologici negli acquiferi pugliesi è legato ai
        rapporti esistenti tra le acque dolci di falda e le acque ma-
        rine. Come si è visto infatti, negli acquiferi pugliesi, per
        ampi tratti del territorio regionale, l’acqua di falda risulta       Figura 28 – Colonna stratigrafica di un pozzo
        in contatto con l’acqua marina di invasione continentale.            nel Tavoliere di Puglia nei pressi di San Severo

                    CIRCOLAZIONE IDRICA ED EQUILIBRI IDROGEOLOGICI NEGLI ACQUIFERI DELLA PUGLIA
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    L’equilibrio è legato agli apporti meteorici che     ciale è divenuto del tutto insufficiente a soddisfare
alimentano le falde idriche sotterranee e ai prelievi    la richiesta.
che si effettuano dai pozzi, il cui numero è andato          Da questo punto di vista è necessario sottoli-
sempre crescendo nel tempo. A causa della dimi-          neare che l’area del Tavoliere è inclusa tra le aree
nuzione degli apporti o dell’aumento dei prelievi,       italiane a rischio di desertificazione (DSTN, 1999;
l’interfaccia tra l’acqua dolce di falda e l’acqua       Maggiore e Pagliarulo, 2003b). Le caratteristiche
marina si sposta verso zone sempre più interne e         climatiche del Tavoliere di Puglia possono essere
verso l’alto, interessando pozzi via via più lontani     messe in evidenza dal grafico di fig. 29, riportante
dalla costa, una volta attingenti acqua dolce, che       il valore dell’Indice di Aridità (di De Martonne), i
divengono così inutilizzabili.                           cui valori sono caratteristici dei climi “semiaridi”;
    Tale fenomeno è andato nel tempo accentuan-          lo stesso grafico mostra anche, per gli ultimi de-
dosi, di pari passo con l’incremento dei prelievi ad     cenni, la sempre minore frequenza di anni caratte-
uso irriguo, potabile e industriale, ma anche a se-      rizzati da un clima “sub-umido” e il frequente ri-
guito di un trend climatico che, sia esso legato a un    petersi di anni con clima di tipo “arido”.
fenomeno naturale oppure alle modificazioni pro-             Come già richiamato in premessa, e come evi-
dotte dall’uomo a scala planetaria, vede nelle no-       dente dalle considerazioni appena esposte a propo-
stre regioni una generale diminuzione degli apporti      sito dei fenomeni di intrusione salina, il concetto di
meteorici e un aumento delle temperature medie.          “disponibilità” di acqua è legato non solo al con-
    Numerose sono le osservazioni in tal senso che       cetto di “quantità” della risorsa, ma anche a quello
riguardano diverse zone della regione pugliese. Ri-      di “qualità” della stessa.
lievi periodici della salinità evidenziano, per al-          L’inquinamento delle acque di falda dovuto
cune aree della fascia costiera barese, un notevole      allo smaltimento dei reflui civili riveste particolare
aumento del contenuto salino della falda carsica,        importanza nel Salento, dove numerosi pozzi di
anche se il fenomeno si manifesta con intensità di-      prelievo d’acqua ad uso potabile sono localizzati
versa da zona a zona per la spiccata disomogeneità       nelle vicinanze di pozzi di immissione che smalti-
ed anisotropia dei corpi rocciosi costituenti l’ac-      scono direttamente nel sottosuolo gli effluenti mu-
quifero. Nel Sud-Est barese, l’innalzamento del          nicipali.
tetto della zona di transizione, tra le acque dolci e        Molto seria è anche la situazione che si registra
le acque salate, trova conferma dal confronto delle      in molte aree delle Murge, dove gli inghiottitoi na-
stratigrafie termo-saline eseguite in periodi diversi    turali e gli impluvi carsici (“lame”), costituiscono
(anni dal 1996 al 2001) in alcuni pozzi della rete di    vie preferenziali per la propagazione delle so-
monitoraggio della regione Puglia ricadenti nei          stanze inquinanti nelle acque sotterranee, come è
territori di Mola di Bari e di Polignano a Mare (Co-     stato messo in evidenza per la “Lama di Santa
tecchia et al., 2001).                                   Croce”, in cui confluiscono le acque reflue del-
    Nel Salento, dove sono presenti numerosi pozzi       l’impianto di depurazione dell’abitato di Corato
di captazione ad uso potabile dell’Acquedotto Pu-        (Limoni et al., 1993).
gliese, la graduale intrusione di acqua di origine           Particolari problemi derivano anche dallo smal-
marina è stata posta in relazione alla progressiva       timento delle acque di pioggia delle zone urbaniz-
diminuzione della piovosità media annua registrata       zate. L’attuale normativa sulla tutela delle acque
nell’ultimo cinquantennio (Baldassarre et al.,           dall’inquinamento fa divieto infatti allo smalti-
2000).                                                   mento nel sottosuolo di tali acque, ancorché depu-
    Un recente studio evidenzia per le idrostrutture     rate. Tale normativa, peraltro di fatto in diversi casi
delle Murge, dell’arco Ionico e del Tavoliere un         disattesa per la impossibilità di molti comuni delle
deficit idrico generalizzato, confermato dall’ab-        aree interne di ricorrere ad altre forme di smalti-
bassamento del livello piezometrico e dall’au-           mento, ammette invece lo smaltimento “sul suolo
mento della salinità dell’acqua di falda riscontrati     e negli strati superficiali del sottosuolo,” con di-
in punti di controllo, su un arco temporale supe-        vieto assoluto di immissione diretta in falda.
riore a 10 anni (De Girolamo et al., 2002).                  Tale norma, così rigida per quanto riguarda tale
    Una situazione particolarmente grave, conside-       tipo di refluo, se da un lato intende perseguire l’o-
rata l’elevata suscettività agricola del territorio, è   biettivo di prevenire l’immissione nel sottosuolo di
ravvisabile nell’area del Tavoliere, dove si registra,   potenziali sostanze inquinanti, dall’altro priva le
più che altrove, l’inaridimento e la salinizzazione      falde di una rilevante e crescente aliquota di acque
dei terreni e dove, a partire dagli anni settanta con    di infiltrazione, che alimentando gli acquiferi, può
l’introduzione di colture fortemente idroesigenti, i     essere utile per contenere il fenomeno dell’intru-
fabbisogni irrigui sono notevolmente aumentati e         sione marina e per limitare, di conseguenza, anche
l’approvvigionamento dalla falda idrica superfi-         il degrado qualitativo della risorsa.

                                MICHELE MAGGIORE - PIETRO PAGLIARULO
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         Alla luce di tali vantaggi, sarebbe opportuno            e trasporto di particelle fini nel sottosuolo (piping).
     quindi valutare la possibilità di smaltire le acque              A quest’ultimo fenomeno è legato il verificarsi
     meteoriche nel sottosuolo adottando idonee misure            di localizzati dissesti del suolo dovuti a sinkhole
     di prevenzione e di controllo, in funzione della de-         activity, che si possono determinare laddove ter-
     stinazione d’uso dei corpi idrici ricettori e, a se-         reni sciolti sabbiosi poggiano su un substrato fes-
     conda della situazione geologica locale, valutando           surato carsico (fig. 30).
     caso per caso la capacità dei corpi idrici sotterranei           I fenomeni di dissesto del suolo, siano essi do-
     di sopportare una immissione senza che la qualità            vuti a consolidazione che a piping, sono princi-
     dell’acqua di falda venga danneggiata.                       palmente collegati alle variazioni del livello piezo-
         Problemi di questo tipo evidenziano bene la              metrico delle falde.
     difficoltà di programmare una efficace tutela delle              Danni irreversibili sono prodotti da pozzi arte-
     risorse idriche in sistemi dagli equilibri piuttosto         siani, attraverso i quali l’acqua in pressione viene
     delicati.                                                    lasciata libera di fluire in modo incontrollato, fino
         Oltre che effetti sul decadimento qualitativo            all’esaurimento della pressione artesiana (foto 1).
     delle risorse, il prelievo incontrollato di acque sot-       In alcuni casi, il travaso di una falda profonda in
     terranee può produrre altri tipi di disequilibrio, con       pressione in una più superficiale ha determinato
     danni irreversibili all’ambiente naturale e alle in-         l’innalzamento del livello della falda superficiale
     frastrutture umane. E’ il caso dei fenomeni di sub-          fino al piano campagna, e provocato l’asfissia ra-
     sidenza associati, in determinate situazioni geolo-          dicale delle coltivazioni.
     giche, alla estrazione di acqua dal sottosuolo. Le               Oscillazioni del livello della falda di notevole
     condizioni che possono determinare il verificarsi            entità possono essere dovute anche a fattori natu-
     di detti fenomeni di subsidenza sono state rilevate          rali, con variazioni annue o pluriennali dei livelli e
     e valutate per l’area del Tavoliere (Melidoro et al.,        delle portate delle sorgenti (fig. 31).
     1996; Altamura et al., 2000) e in diverse zone della             Un ultimo cenno ai fattori del disequilibrio
     Puglia (Maggiore et al., 1995).                              idrogeologico in Puglia è relativo alla pratica co-
         Tra le condizioni che possono determinare ab-            siddetta dello “spietramento”, tecnica utilizzata per
     bassamenti del suolo per estrazione di acqua (Pa-            trasformare in campi coltivabili i pascoli dell’Alta
     gliarulo, 1997) vi sono i fenomeni di consolida-             Murgia già da molti anni (Giglio et al., 1996).
     zione, che si producono soprattutto in corrispon-                Gli effetti negativi di questa pratica sugli equilibri
     denza dei livelli acquitardi compressibili, inter-           idrici sotterranei, che interessa oramai superfici com-
     clusi agli strati acquiferi, e i fenomeni di erosione        plessive di notevole estensione, sono molteplici.

     Figura 29 – Indice di aridità di De Martonne nel periodo 1887 – 2001 calcolato per il Tavoliere di Puglia

                 CIRCOLAZIONE IDRICA ED EQUILIBRI IDROGEOLOGICI NEGLI ACQUIFERI DELLA PUGLIA
ORDINE REGIONALE DEI GEOLOGI DELLA PUGLIA
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