CINEASTI, MEZZADRI, CONTADINI, ALLEVATORI IL CINEMA: BRACCIA STRAPPATE ALL'AGRICOLTURA? 8

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CINEASTI, MEZZADRI, CONTADINI, ALLEVATORI IL CINEMA: BRACCIA STRAPPATE ALL'AGRICOLTURA? 8
maggio
2015
5,50 €

CINEASTI, MEZZADRI,
CONTADINI, ALLEVATORI…
IL CINEMA: BRACCIA
STRAPPATE
ALL’AGRICOLTURA?

INCHIESTE
Come ci vedono gli altri.
Il cinema italiano visto
dalla stampa estera

FOCUS
Il cinema in Germania

DISCUSSIONI
Il "caso" Maccio Capatonda

ANNIVERSARI
50 anni dopo I pugni in tasca
di Marco Bellocchio
CINEASTI, MEZZADRI, CONTADINI, ALLEVATORI IL CINEMA: BRACCIA STRAPPATE ALL'AGRICOLTURA? 8
CINEASTI, MEZZADRI, CONTADINI, ALLEVATORI IL CINEMA: BRACCIA STRAPPATE ALL'AGRICOLTURA? 8
EDITORIALE
                         diGianni Canova

              DOBBIAMO IMPARARE
                 DAI CUOCHI?

S
       ono severi, inflessibili, sfer-   ma sono sempre discutibili, cri-
       zanti. Emettono i loro giu-       ticabili e opinabili, mentre quelli
       dizi con la solennità di ora-     sui fornelli e sulla cucina no?
coli. Sanno trasformare le loro          Merito della cucina, demerito
opinioni soggettive e di gusto           del cinema? Merito dei cuochi,
(mi piace/non mi piace) in valu-         demerito dei cinefili? Se nessun
tazioni oggettive e incontroverti-       critico di cinema è mai diventato
bili (è fatto bene/è fatto male).        un guru come Cracco o Bastiani-
Soprattutto, sono inappellabili:         ch ci sarà pure un perché. Dove
nessuno mette in discussione i           sta il problema? Nell’incapacità
loro giudizi, nessuno osa pren-          dei critici di cinema di essere
dere le distanze dalle loro valu-        credibili? O nell’incapacità del
tazioni. È così, punto e basta.          sistema di conferire al critico di
Ipse dixit. Chi viene giudicato          cinema il carisma che Master-
ascolta il verdetto, china la testa      Chef dà ai cuochi? O, ancora, nel
e ringrazia. Anche se il verdetto        fatto che il cinema è comunque
è negativo. Anche se il giudizio è       un luogo di discussione e di de-
una stroncatura, espressa per di         mocrazia, mentre la cucina è il
più in forma sprezzante.                 luogo del canone e del dogma?
Dovremmo interrogarci, noi che           Travolti dalla retorica del cibo
viviamo di cinema, sul modello           che – complice EXPO2015 – sta
di critico/giudice proposto da           dilagando ovunque, e sta occu-
una trasmissione televisiva di           pando tutti gli spazi di discus-
culto come MasterChef. Perché            sione collettiva e perfino di co-
nessun critico di cinema ha mai          struzione identitaria, dovremmo
avuto l’autorevolezza dei cuochi         provare tutti insieme a dare qual-
di MasterChef neanche quando             che risposta a queste domande.
investito del mandato di essere          Perché forse è lì che si annidano
“giudice” e non solo critico (ad         alcuni dei nodi irrisolti che stran-
esempio nelle giurie dei festi-          golano e soffocano tutto il siste-
val…)? Perché i giudizi sul cine-        ma del cinema italiano.
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8½
NUMERI, VISIONI                                                                     EDITORIALE                 26 	CAMPAGNA   VS CITTÀ:
E PROSPETTIVE                                                                                                    COSÌ RISCOPRIAMO
DEL CINEMA ITALIANO                                                               DOBBIAMO
                                                                               01	              IMPARARE        IL RESPIRO DEL MONDO
                                                                                    DAI CUOCHI?                	di Nicole Bianchi
                                                                                    di Gianni Canova             e Stefano Stefanutto Rosa
Bimestrale d’informazione
                                                                                                                    interviste a
e cultura cinematografica
                                                                                                                    Marco Bonfanti
                                                                                    SCENARI                         Michelangelo Frammartino
Iniziativa editoriale realizzata                                                                                    Giulio Manfredonia
da Istituto Luce-Cinecittà                                                     04	VERSO    EXPO 2015               Franco Piavoli
in collaborazione con ANICA                                                         FRA ARCADIA
e Direzione Generale Cinema                                                         E RURALISMO: LA VITA       30 	UNA   PASSIONE AGRICOLA
                                                                                    NEI CAMPI SECONDO               di Chiara Gelato
                                                                                    IL CINEMA ITALIANO
                                                                                    di Gianni Canova

                                                                               06 	SOGNANDO                        COSA NON MI PIACE
Direttore Responsabile                 Progetto Creativo                            UNA DECRESCITA FELICE.          DEL CINEMA ITALIANO
Giancarlo Di Gregorio                  19novanta communication partners             IL RITORNO ALLA NATURA
                                                                                    CI SALVERÀ, DA OLMI        32	GABRIELE     SALVATORES:
Direttore Editoriale                                                                ALL’UTOPIA DI WINSPEARE.        “BISOGNA TROVARE
                                       Creative Director
Gianni Canova                                                                       di Cristiana Paternò            IL CORAGGIO
                                       Consuelo Ughi
Vice Direttore Responsabile                                                                                         DI INNOVARE”
Cristiana Paternò                      Designer                                08 	TIPOLOGIA   AGRARIA             di Claudia Catalli
                                       Claudia Antonazzo, Giulia Arimattei,         DEL CINEASTA ITALIANO
Capo Redattore                         Matteo Cianfarani, Valeria Ciardulli,        con un fumetto
Stefano Stefanutto Rosa                Lorenzo Mauro Di Rese,                       di Andrea Guglielmino
                                       Serena Paratore                                                              INCHIESTE
In Redazione                                                                   10 	ODORE    DI LETAME
Carmen Diotaiuti                       Stampa ed allestimento                       O PUZZA SOTTO AL NASO?     34	COME    CI VEDONO
Andrea Guglielmino                     Arti Grafiche La Moderna                     di Luca Mastrantonio            GLI ALTRI
                                       Via di Tor Cervara, 171 - 00155 Roma                                         di Gianni Canova
Coordinamento redazionale                                                      12   FIGLI DELLA TERRA
DG Cinema                              Distribuzione in libreria                    di Andrea Guglielmino      35	NON     SOLO DOLCE VITA
Iole Maria Giannattasio                Joo Distribuzione                            e Andrea Festuccia              di Giulia Lauricella
                                       Via F.Argelati,35 - Milano
Coordinamento editoriale                                                       14   IL DUCE TREBBIA IL GRANO   42	GLI  STRANIERI
Nicole Bianchi                         Registrazione presso il Tribunale            di Angela Prudenzi              CI GUARDANO
                                       di Roma n° 339/2012 del 7/12/2012                                            di Micaela Taroni
Hanno collaborato                                                              16 	ZAPPA   E MACCHINA
Roberto Andò, Pedro Armocida,          Direzione, Redazione,                        DA PRESA, IL FUTURO
Matteo Bittanti, Alice Bonetti,        Amministrazione                              DEL PIANETA
Alida Cappellini, Claudia Catalli,     Istituto Luce-Cinecittà Srl                  di Valentina Neri               INNOVAZIONI
Alessandra Comazzi, Cristina           Via Tuscolana, 1055 - 00173 Roma
Comencini, Palmira Di Marco,           Tel. 06722861 fax: 067221883            18 	GLI ANDROIDI PASCOLANO     44   FRONTE DEL CORTO
Federica D’Urso, Nicoletta Ercole,     redazione@8-mezzo.it                         PECORE ELETTRICHE               di Cristiana Paternò
Andrea Festuccia, Silvia Finazzi,      www.8-mezzo.it                               di Matteo Bittanti
Chiara Gelato, Michele Gottardi,
Giulia Lauricella, Giovanni Licheri,   Chiuso in tipografia il 20/04/15        20 	SLOW    GAMING:
Anton Giulio Mancino, Andrea                                                        CIBO PER LA MENTE               INNOVAZIONI 2
Mariani, Luca Mastrantonio,                                                         di M.B.
Francesca Medolago Albani,                                                                                     47	L’ITALIA?
Italo Moscati, Valentina Neri,                                                 22   TELE AGRICOLTURA                È UNA NATURA MORTA
Italo Petriccione, Angela Prudenzi,                                                 di Alessandra Comazzi           di Roberto Andò
Ilaria Ravarino, Rossella Rinaldi,
Giovanni Spagnoletti, Micaela Taroni                                           24 	ADOTTA    UN PROSCIUTTO
                                                                                    SUL WEB
                                                                                    di Palmira Di Marco
                                                                                                                    DISCUSSIONI

                                                                                                               50 	IL GIORNO PRIMA
                                                                                                                    DELL’ITALIANO MEDIO
                                                                                                                    di Pedro Armocida
CINEASTI, MEZZADRI, CONTADINI, ALLEVATORI IL CINEMA: BRACCIA STRAPPATE ALL'AGRICOLTURA? 8
SOMMARIO

     FATTI                                                                 ANNIVERSARI               INDICE
     Dossier di DG Cinema                                                                            APP 8 E MEZZO
     e ANICA                                                          86   A 50 ANNI DA              Scaricala gratuitamente
                                                                           I PUGNI IN TASCA          e scopri i contenuti esclusivi
52 	GREEN MOVIE:                      70 ERNESTO DE MARTINO
  QUANDO IL SET                             REALISMO E FOLKLORE       87   NON SI PUÒ SEMPRE         10 TIPOLOGIE
  DIVENTA ECOSOSTENIBILE                    NEL CINEMA ITALIANO            AVERE VENTISEI ANNI!      DI AGRICOLTORI
	di Federica D’Urso,                       DA “FILMCRITICA”, 1952.        di Anton Giulio Mancino   NEL CINEMA
  Silvia Finazzi,                           di Andrea Mariani                                        Video
  Iole Maria Giannattasio,                                            91   INTERVISTA                Riso Amaro (Giuseppe De Santis)
  Francesca Medolago Albani                                                A MARCO BELLOCCHIO:       Intervista a Carlo Lizzani
                                                                           QUELLE COINCIDENZE
                                            FOCUS GERMANIA                 LEOPARDIANE               AGRICOLTURA E CACCIA
                                            di Ilaria Ravarino             di A.G.M.                 PER COMBATTERE LA MORTE
     CINEMA ESPANSO
                                       74   DEUTSCHE CINEMA                                          UN VERO REGISTA
58   L’ARMADIO                                                                                       AGRICOLTORE -
     DELLE MERAVIGLIE                  77   CINEMA PER IL PUBBLICO:        PUNTI DI VISTA            WERNER HERZOG
     di Nicole Bianchi                      IL “CASO” FACK JU GÖHTE                                  Video
                                                                      92   SROTOLATE IL TELO         Werner Herzog -
60   LA GRANDE GUERRA                  80   “ARRIVANO I TEDESCHI” -        NELLE SCUOLE!             Nosferatu’s backstage
     SUL GRANDE SCHERMO                     DIE DEUTSCHEN KOMMEN?          di Cristina Comencini     10 Questions for Werner Herzog
     di Michele Gottardi                    di Giovanni Spagnoletti
                                                                      94   BUSTER KEATON             I VERI ORTI OGGI
62   LA CARNE                                                              NELLA CAVERNA             SONO IN CITTÀ
     RIDIVENTA VERBO.                                                      DEI RICORDI               Video
     DAVID CRONENBERG                       INTERNET                       di Italo Petriccione      Video intervista al conduttore
     FUORI DI SÉ                            E NUOVI CONSUMI                                          di “Orto e mezzo”
     di Gianni Canova
                                       82   LA RIVINCITA                                             L’AGRICOLTURA
64   GIRANDO A CINECITTÀ                    DEL PRE INDUSTRIALE       96   BIOGRAFIE                 È LA SALVEZZA
     a cura di Alida Cappellini,            di Carmen Diotaiuti
     Giovanni Licheri,                                                                               LA FABBRICA E IL CINEMA
     Nicoletta Ercole, Italo Moscati                                                                 Video
                                                                                                     Video intervista a Felice Farina
                                            GEOGRAFIE                                                e Francesco Pannofino

     NEL MONDO                         84   IL NOVECENTO                                             INTERSTELLAR
                                            AGROGEOGRAFICO                                           SECONDO LA FAO
68   UN TAPPETO ROSSO                       di Nicole Bianchi                                        Video
     PER IL CINEMA                                                                                   Masterclass Università Tor Vergata
     INDIPENDENTE                                                                                    intervento di L.G. Bellù - Global
     di Rossella Rinaldi                                                                             Perspectives Studies
CINEASTI, MEZZADRI, CONTADINI, ALLEVATORI IL CINEMA: BRACCIA STRAPPATE ALL'AGRICOLTURA? 8
SCENARI
Cinema e agricoltura in Italia

di Gianni Canova

           B
                  ucoliche o Georgiche? Il dilemma – ci piaccia o no – è ancora
                  quello. Dove affondano le radici agrarie del nostro immaginario?
                  In quale delle due visioni della campagna e dell’agricoltura deline-
           ate da Virgilio più di 2000 anni fa? Nell’idoleggiamento della campagna
           come locus amoenus di pace e serenità, in cui passeggiano e gorgheg-
           giano leggiadri pastorelli (Bucoliche) o nell’idea di agricoltura come
           modo di produzione e riproduzione della vita, e quindi come comples-
           sa e raffinata tecnica di coltivazione della terra (Georgiche)? Nell’anno
           di EXPO 2015, mentre Milano e l’Italia lanciano il tema Nutrire il pianeta
           mostrando di avere scarsa o nulla fiducia nelle capacità creative del ge-
           nio italico e della cultura nazionale (tanto da scegliere uno spettacolo

           simbolo – Le Cirque du Soleil – che viene dal Québec, una mascotte
           disegnata da una multinazionale dell’entertainment come la Disney
           e un’icona – L’albero della vita – che qualcuno sostiene copiata da
           un’installazione molto simile costruita a Singapore dall’architetto
           inglese Chris Wilkinson), forse è davvero il caso di andare un po’ in
           controtendenza e di acchiappare al volo l’occasione per provare a in-
           terrogarci sul nostro rapporto con l’idea stessa di agricoltura come
           tecnica base per garantire la nutrizione di noi stessi e del mondo in
           cui viviamo. A partire ovviamente dal cinema, e dall’immaginario
           che l’ha nutrito e fecondato.
           Che agricoltura ha raccontato, dunque, il cinema italiano? Il richiamo
           a Virgilio – dicevamo – è quasi obbligato. In primo luogo perché altre
           visioni classiche della natura e della campagna sono sopravvissute nel
           nostro cinema solo in forma residuale e marginale (penso ad esempio
           a Franco Piavoli, che con Il pianeta azzurro e Al primo soffio di vento

           si conferma come l’unico cineasta lucreziano del nostro cinema con-
           temporaneo). In secondo luogo perché quasi tutti i cineasti italiani che
           hanno celebrato la terra e la campagna si collocano nello spazio che
           separa ed unisce – appunto – le Bucoliche e le Georgiche, spesso in
           una posizione di sostanziale equilibrio fra le due opere e le due diverse
           visioni che le alimentano. L’Olmi di L’albero degli zoccoli, ad esempio,
           è bucolico o georgico? E il Bertolucci di Novecento? Il Rubini de La ter-
           ra? O, per tornare un po’ più indietro, il Blasetti di Terra madre (1931)?
           L’immaginario italiano ha sempre oscillato fra i due poli, anche se con
           una leggera e inconfessata, ma sostanziale, predilezione per il polo bu-
CINEASTI, MEZZADRI, CONTADINI, ALLEVATORI IL CINEMA: BRACCIA STRAPPATE ALL'AGRICOLTURA? 8
SCENARI
                                                                        Cinema e agricoltura in Italia   4-5

colico. La campagna nel nostro cinema è stata spesso vista e narrata
come territorio di fuga. Come rifugio, come alternativa. Come luogo
di una supposta, primigenia autenticità contrapposta all’inautenticità e
all’ingannevolezza della vita urbana e più in generale della città. Il film
di Blasetti – che già ai tempi Leo Longanesi definiva “il capolavoro della
retorica rurale” – è in proposito esemplare: con un impianto oleografico
da manuale, racconta di un grosso proprietario terriero (“il Duca”: il
Duce?) che rinuncia a trasferirsi in città e decide di rimanere in cam-
pagna proprio perché lì, tra i campi e i contadini, i sentimenti sono più

autentici e le relazioni più vere. Che interpretazione dare di questa “at-
trazione fatale” del nostro cinema (e del nostro immaginario…) per la
vita dei campi? Vi si può rintracciare una critica alla civiltà dello spreco e
del consumo in nome di un’auspicata “decrescita felice”, come ipotizza
il bel pezzo di Cristiana Paternò nelle pagine che seguono? O una moda
radical-chic che sfoga nel ruralismo arcadico la propria “coscienza in-
felice”, come lascia intendere – sempre nelle pagine che seguono – il
pezzo di Luca Mastrantonio?
La mia impressione è che l’agricoltura sia stata spesso la panacea con
cui aggirare le irrisolte distorsioni e contraddizioni della nostra moder-
nità. Quanto più la società italiana non è riuscita ad assorbire le con-

traddizioni del moderno, tanto più ha cercato nella campagna una via
di fuga o una valvola di sfogo. Lo si vede bene nel cinema di questi
ultimi mesi, dove l’esplosione sociale della crisi economica genera un
numero incredibile di pellicole che celebrano il ritorno alla terra, la risco-
perta della masseria, la rivoluzione dell’agriturismo: da Noi e la Giulia
a Sei mai stata sulla luna?, è tutto un pittoresco rifiorir di bucoliche
leggiadrie, di amori agresti, di fallimenti che si riscattano uscendo dal
mondo infido e inautentico della città. L’ideologia di base è ancora quel-
la che nel 1968 – mentre l’umanità si accingeva al viaggio sulla Luna –
celebrava la pastorizia come ultima residua forma di libertà dell’uomo
moderno nel celentanesco Serafino diretto da Pietro Germi: il rustico
sarà anche un idiota primitivo, ma è pur sempre un idiot savant. E tut-
tavia il suo è un sapere anarchico e individualista, interessato solo a
sé e al proprio piacere. Come dire: se c’è un insegnamento virgiliano

che l’immaginario italico non ha mai digerito è la celebrazione del
lavoro collettivo come dono invece che come condanna, è l’invito ad
imparare dalle api a costruire un modello sociale coeso basato sul-
la condivisione delle risorse e sulla dedizione alla causa comune. Lo
stoicismo delle api cantato nel IV libro delle Georgiche, insomma, noi
non l’abbiamo mai particolarmente apprezzato. Nel nostro cinema,
non a caso, non ce n’è traccia. Che sia per questo che EXPO 2015 non
mostra gran fiducia nelle risorse autoctone? Forse teme che il nostro
immaginario, più che dall’idea di nutrire il pianeta, sia mosso dalla
smania di nutrire se stesso.
CINEASTI, MEZZADRI, CONTADINI, ALLEVATORI IL CINEMA: BRACCIA STRAPPATE ALL'AGRICOLTURA? 8
sognando una decrescita felice. -
il ritorno alla natura ci salvera,

                                            -
da olmi all’utopia di winspeare.
di Cristiana Paternò

I
    l ritorno alla terra per il cine-   è forse il più lampante esempio          e barattano i prodotti dell’orto     Le meraviglie (2014), che si nutre
    ma italiano contemporaneo           contemporaneo In grazia di Dio           con il necessario a una vita sem-    di autobiografia nel disegnare il
    corrisponde a un movimen-           di Edoardo Winspeare (2013), ci-         plice. Winspeare si basa sulla       ritratto di Gelsomina e delle sue
to di denuncia del capitalismo          nema civile e cavalleresco girato        teoria dei tre stadi della vita di   sorelle in una famiglia di apicol-
avanzato, un sogno di decrescita        in un paesino di 450 abitanti del        Kierkegaard (vita estetica, etica    tori. Il rapporto con le api e col
felice, una nostalgia di relazioni      Salento, realizzato a km zero,           e religiosa) per dar forma all’u-    miele ha qualcosa di mistico e di
tra uomo e uomo, e tra l’uomo           con gente del luogo e scambi di          topia agricola che per lui, che ha   magico. Le quattro sorelle abita-
e la natura, che sembravano ir-         cibo e di doni. Quasi una versio-        scelto di restare a Sud, è natura    no nella campagna tosco-laziale
rimediabilmente perdute. Dun-           ne femminile dei Malavoglia che          e lignaggio. Gli stessi concetti     con il padre Wolfgang, un tede-
que è un ritorno che si intreccia       affronta gli esiti drammatici della      usava il britannico Julien Tem-      sco che ha scelto questa vita in
inestricabilmente a urgenze so-         congiuntura economica attuale            ple nel suo Requiem for Detroit?     nome di un’ideologia alternativa,
ciali, istanze politiche e sopras-      e suggerisce che sia possibile ri-       (2010), documentario sulla ca-       tipica degli anni della contesta-
salti spirituali. Dopo il notevole      trovare pratiche meno alienate/          pitale mondiale dell’industria       zione. E così il padre continua
caso dell’opera di esordio di           alienanti, riprendere il respiro         automobilistica divenuta città di    strenuamente a proteggere la
Giorgio Diritti Il vento fa il suo      lasciando anche lo spettatore            macerie, decadenza e miseria,        sua famiglia dalle minacce del
giro (2005) che narra proprio           libero di sperare a contatto con         che solo una rinascita green, con    mondo moderno: la tecnologia,
la scelta di diventare pastore          questa comunità di donne di età          la diffusione degli orti urbani,     i soldi, la televisione. I suoi vi-
di un ex professore di francese         diverse che, messe in ginocchio          potrà redimere.                      cini di casa preferiscono usare
che trova casa nelle valli occita-      dalle cartelle di Equitalia, si ritro-   Meno idilliaca, più contrastata,     i diserbanti, lui combatte per un
ne della provincia di Cuneo, ne         vano in una masseria diroccata           la visione di Alice Rohrwacher in    ideale di purezza che non è puli-
CINEASTI, MEZZADRI, CONTADINI, ALLEVATORI IL CINEMA: BRACCIA STRAPPATE ALL'AGRICOLTURA? 8
SCENARI
                                                                                                          Cinema e agricoltura in Italia    6-7

zia e cozza con le norme igieni-      tre passi (2003), esordio di Sal-     tena alimentare dove l’elemento        sorte. Sono troppo poveri per
che imposte dalla Comunità Eu-        vatore Mereu, autore sardo che        della pietas è introdotto dalla        permettersi l’obbligo scolastico.
ropea. È un ribelle, come quasi       dalla terra ha continuato a trarre    contadina che si avvicina alla
tutti i personaggi che il mondo       ispirazione anche in Sonetàula        “povera bestia” rivolgendosi con       Ma è naturalmente Bernardo
contadino ha ispirato al cinema,      (2008) dal romanzo di Giuseppe        dolcezza alla creatura terrorizza-     Bertolucci a fare della vita conta-
ma un ribelle che le nuove gene-      Fiori e nelle opere seguenti.         ta dall’imminente fine.                dina il rispecchiamento perfetto
razioni faticano a capire.                                                                                         della Storia d’Italia nel secolo
                                      Amore per i poveri, stupore di        Ma la brutalità di questi mondi        breve con quel monumento che
La ribellione, la critica al consu-   fronte alla natura e visione cri-     antichi – in cui, su tutt’altro ver-   è Novecento (1976, ancora una
mismo, la scelta di campo dalla       stiana sono la spina dorsale del      sante stilistico, si immerge an-       quasi coincidenza di date con
parte dei diseredati sostanziano      film italiano più giustamente ce-     che il Michelangelo Frammarti-         Olmi e i Taviani). La storia di due
la poetica di Pasquale Scimeca,       lebrato sull’argomento, L’albero      no osservatore alla De Seta di Le      amici, forse fratelli perché Olmo
il regista di Aliminusa (Paler-       degli zoccoli di Ermanno Olmi         quattro volte (2010) – è al centro     potrebbe essere figlio bastardo
mo) che fin dai suoi esordi (La       (1978). Olmi, che a tanti anni        anche della visione di Paolo e         del padrone, nati nello stesso
donzelletta, 1987) ha adottato        di distanza considera lo spirito      Vittorio Taviani in Padre padrone      giorno, il 27 gennaio del 1901, è
nel suo cinema una dialettica         contadino come l’unica salvezza       (1977), quasi coevo del film di        la storia di tutti noi, dei nostri avi
città/campagna, che sottende          per l’umanità soggiogata dalla        Olmi. Sulla scorta del romanzo         diretti. Delle lotte e delle rivendi-
poi quella ricchi/poveri, scri-       tirannia dell’artificiale e dello     autobiografico di Gavino Ledda         cazioni di una parte, della brama
vendo, tra Vittorini e Giovanni       spreco, trova ovunque elementi        i due registi toscani racconta-        di potere e del conformismo
Verga (ancora), una contro-sto-       di grazia e di incanto nella duris-   no la pastorizia come schiavitù        dell’altra, dell’eterno fascismo in
ria degli ultimi. Oggi approdata      sima vita dei poveri contadini del    familiare: il film si apre proprio     cui una certa Italia finisce sem-
al cristianesimo, come nel più        Bergamasco nell’Ottocento. Una        con la scena del piccolo Gavino        pre per riconoscersi e dell’antifa-
recente Biagio (2014), dove il        vita che non è certo un’Arcadia       portato via a forza dalla scuola       scismo che sempre le si oppone.
protagonista lascia Palermo e la      da rimpiangere come sottolinea-       elementare, che aveva da poche
sua famiglia agiata per ritirarsi a   no i volti segnati dalla fatica di    settimane iniziato, per essere
contatto con la natura alla ricer-    veri montanari, la lingua aspra       costretto a badare al gregge da
ca di un senso dell’esistenza. Per    e chiusa, la neve e il freddo. La     solo, sulle montagne. Il bambi-
un certo tempo, prima di trovare      scena dell’uccisione del maiale       no se la fa addosso in piedi in
la sua vocazione, lavora anche        sotto la pioggia, nella sua ine-      mezzo ai compagni, che ridono
come pastore sulle Madonìe.           vitabile violenza, riassume be-       di lui, mentre il padre padrone
La pastorizia è anche al centro       nissimo la poetica contadina di       spiega alla maestra che toccherà
del primo episodio di Ballo a         Olmi. Un atto imposto dalla ca-       presto anche agli altri la stessa
CINEASTI, MEZZADRI, CONTADINI, ALLEVATORI IL CINEMA: BRACCIA STRAPPATE ALL'AGRICOLTURA? 8
SCENARI
Cinema e agricoltura in Italia   8-9
ODORE
DI LETAME
O PUZZA
SOTTO
AL NASO?               I
                           l letame come sintomo d’a-        derne, mentre lui è un bifolco
                           more? Sì. In campagna non         disoccupato. Troppo poco chic.
                           è solo un rifiuto animale, ma     Oggi la campagna si è presa la
                       una risorsa del ciclo naturale e      rivincita. Anche in città, dove al
                       persino un potente afrodisiaco.       metrosexual, ovvero l’ambiguo

Il cinema
                       Così, almeno, nella commedia          androgino inurbato, si è affian-
                       Sei mai stata sulla luna?, film       cato il lamber-sexual, il tipo
                       di Paolo Genovese dove Raoul          finto-boscaiolo. Se gli antropo-

radical-chic           Bova interpreta Renzo, il fattore
                       di una masseria pugliese, ve-
                                                             logi d’azzardo puntano sul sa-
                                                             pio-sexual, cioè il tipo, maschile

e il mito              dovo troppo bello per restarlo
                       ancora a lungo, con un figlio a
                                                             o femminile, che seduce con la
                                                             mente e con la mente gode più

del ritorno
                       carico e un flirt apatico con una     che con il resto, in Italia convie-
                       veterinaria. Come da copione,         ne scommettere sul rural-chic,
                       sedurrà la milanese Guia, gior-       visto il diffuso ritorno alla cam-

alla campagna,         nalista di moda, donna incante-
                       vole e concentrata solo sul lavo-
                                                             pagna – reale o immaginario –
                                                             che stiamo vivendo; anche per

perche- quanto
        -

                       ro, tutto glam e cinismo: l’happy     il peso dello storytelling nel rac-
                       end però, al profumo inebriante       conto del cibo legato alla terra,

e glam fare
                       di letame, prende forma grazie        dalle campagne mediatiche della
-

                       a una soluzione di rural design       Coldiretti, la confederazione de-
                       parigino, apoteosi di quanto sia      gli agricoltori nata democristia-

il contadino.
               -

                       chic fare il contadino. Oggi più      na, ai supermercati del lusso
                       che mai.                              alimentare, come Eataly del ren-
                       Vent’anni fa, infatti, era diverso.   ziano Oscar Farinetti.
                       È di segno opposto per esempio        Una prova? Il letame. Per Arte-
di Luca Mastrantonio   la parabola del film Ragazzo di       mio-Pozzetto, era l’occasione di
                       campagna (1984), di Pipolo e          situazioni comiche di autoironia,
                       Franco Castellano, con Renato         come la scena in cui descrive la
                       Pozzetto nei panni di Artemio,        sua giornata tipo: “Sto carican-
                       un bamboccione del contado            do letame – dice Pozzetto –, poi
                       che tenta la fortuna a Milano;        trasporto il letame, poi spargo
                       qui viene raggirato in tutti i modi   il letame” per poi concludere,
                       e deve lottare per non farsi cor-     dopo aver messo in moto l’Ape-
                       rompere dalle diavolerie della        car: “Praticamente, una giorna-
                       modernità, tanto da tornarsene        ta di merda!”. Per Renzo-Bova,
                       a casa con la coda tra le gambe;      vent’anni dopo, la merda è in-
                       e le donne? Alla fine sceglie di      vece afrodisiaca: puzza, sì, ma è
                       sposare l’unica ragazza del pae-      chic. Quando Guia gli rinfaccia
                       se, molto più genuina e autenti-      di averle mentito sul suo lavoro,
                       ca di quelle che ha conosciuto in     lui ribatte che sì, spalare merda
                       città, che non volevano sposarlo      lo “rilassa”, ma non poteva dir-
                       perché si credevano troppo mo-        glielo: “Ti avessi detto che per
SCENARI
                                                                              Cinema e agricoltura in Italia   10 - 11

vivere spalo merda mi avresti           pugliesi doc, da Sergio Rubini e
guardato?”. Dunque lei rilancia         Emilio Solfrizzi. Praticamente,
e vince la schermaglia amorosa:         un film a chilometro zero, che
“A noi snob l’idea del contadino        si inserisce in un filone ricco di
che puzza ci può piacere”.              pellicole bucoliche, per lo più
Quando Guia definisce Ren-              comico-sentimentali. L’archetipo
zo-Bova “arrogante, ottuso,             nazionalpopolare è Serafino di
oggi puzzava di merda di vac-           Pietro Germi con Adriano Celen-
ca”, la collega capisce che è già       tano (1968), mentre il processo
innamorata, benché resti una            di radicalizzazione chic ha avuto
“stronza” che considera “l’unica        il suo apice con Io ballo da sola,
puzza” sopportabile “quella che         di Bernardo Bertolucci, con la
ha sotto il naso!”. Ne è consa-         campagna toscana diventata
pevole anche Guia, che verso la         una specie di Eden ritrovato, per
fine abbandona la masseria per-         pochi, cioè i ricchi. O gli imbuca-
ché: “Ho provato a immaginare           ti, come Checco Zalone.
il classico finale dove lei lascia      In Sole a catinelle (2014) il co-
tutto e si trasferisce in campa-        mico pugliese fa un’efficace
gna per il latte appena munto           parodia delle campagne radical
da bere e l’inebriante puzza di         chic e suggerisce anche la nuova
letame”, ma non fa per lei, dice,       frontiera del vero turismo rurale
a meno che Renzo-Bova non tro-          low cost: il Molise di zia Ritella.
vi un luogo per entrambi. Che           In mezzo, ovviamente, c’è la
è quello che succede nel finale,        Puglia, nuova patria del cinema
con un colpo di scena assai “lie-       bucolico per le bellezze natura-
to” – parola che condivide con          li e per i soldi dell’Apulia Film
“letame” la radice latina, laetus,      Commission: è la Puglia il nuo-
cioè fertile e rallegrato.              vo set di tante commedie rural
È tutto vero, sostiene Bova, che        sentimentali, come Mine vagati
nelle interviste sottolinea come        (2010) di Ferzan Ozpetek. Ma
con il padre condivida la passio-       nella maggior parte dei copioni,
ne per la campagna, vicino Rie-         la città e la campagna restano
ti: “Ho un ottimo rapporto con          due mondi separati, con Sei mai
le galline e le api. Sono sempre        stata sulla luna? invece si arriva
stato amante degli alberi e mi          alla sintesi perfetta: dalla mas-
piace anche tantissimo stare            seria pugliese alla zattera-orto
con gli asinelli”. Anche il cast        galleggiante sulla Senna, a Pa-
risente dei canoni della ruralità       rigi, via Milano. Design urbano,
chic. Sono molti, infatti, gli attori   molto rural chic.
FIGLI DELLA TERRA
              di Andrea Guglielmino e Andrea Festuccia

          I documentari, da Joris Ivens ai Videofarmers,
fino al recente progetto promosso dal Ministero delle Politiche
   Agricole, Alimentari e Forestali per individuare attraverso
 un concorso le buone prassi fra i giovani agricoltori under 40.

         E
                 ssendo l’agricoltura una delle principali risorse economiche
                 del nostro Paese è abbastanza naturale considerarla come una
                 componente che abbia contribuito a formarlo anche cultural-
         mente. Il cinema documentaristico non ha fatto eccezione, a volte
         con scopi didascalici o divulgativi, ma spesso anche facendo del
         tema agricolo il viatico per affondare le unghie e scavare nell’anima
         profonda del nostro Paese, nella sua accezione più terranea, magica
         e antropologicamente rilevante. Durante gli anni della dittatura fasci-
         sta il cinema ignorava per lo più lo stato di miseria in cui si trovavano
         le fasce sociali contadine, e si limitava a dipingere la realtà secondo
         un’immagine frivola, mondana, con la cosiddetta cultura dei “tele-
         foni bianchi”. L’attenzione crescente verso un cinema etnografico e
         verso una contaminazione tra cinema e antropologia si avverte già
         dal 1959, con la prima edizione del Festival dei Popoli: la piena con-
         sapevolezza della possibilità di usare il cinema come strumento di
         indagine etnografica e antropologica, accompagnata anche da sup-
         porti di tipo scientifico e psicanalitico, si sviluppa sempre di più. Tra
         i documentari di impostazione etnografica, che ebbero il coraggio di
         denunciare la miseria e l’arretratezza che dilagavano nel Mezzogior-
         no d’Italia, si ricorda in particolare L’Italia non è un paese povero
         di Joris Ivens, commissionato da Enrico Mattei per mostrare il pro-
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                                                                                                           Cinema e agricoltura in Italia   12 - 13

                                                                                              CONTENUTO EXTRA
                                                                                              Video Pastori a Orgosolo e Fra me e la Terra.
                                                                                              Scarica la app gratuita 8 e mezzo.

gresso e l’innovazione a seguito     anche per l’epica narrativa di Vit-   mica delle aree rurali. Sviluppo         Il livello richiesto, sia in termini
della scoperta dei giacimenti di     torio De Seta, ad esempio nel         rurale vuol dire quindi inclusione       di tecnica formale che di conte-
idrocarburi, di gas e metano in      breve documentario Pastori di         sociale, multifunzionalità delle         nuti, è molto alto. Molti i registi
Val Basento. Il film finì invece     Orgosolo (1958) che poi sarebbe       aziende, rispetto dell’ambiente          che si sono cimentati in questi
per mettere in luce, attraverso le   diventato la base per il suo ca-      e produzione di energie rinnova-         anni con documentari in HD del-
immagini, un contesto del tutto      polavoro Banditi a Orgosolo. Di       bili: gli agriturismi, le fattorie di-   la durata di circa 15 minuti. Dal
opposto e non corrispondente         produzione più recente (2007)         dattiche, gli orti urbani, i mercati     Salone del Gusto, che ha dedi-
alla celebrazione dell’Italia del    Biùtiful cauntri di Esmeralda         contadini, la crescita del settore       cato due rassegne speciali nelle
boom economico. Realizzato           Calabria, Andrea D’Ambrosio e         del biologico sono solo alcuni           edizioni del 2012 e del 2014 a “Vi-
con la collaborazione dei fratelli   Peppe Ruggiero (Nastro d’argen-       esempi pratici di un’agricoltura         deofarmers”, fino al Festival “Ci-
Taviani, Valentino Orsini, Tin-      to e Globo d’oro) sul tema della      moderna che ha incorporato in            nemambiente” e ad Eataly, o an-
to Brass e con il commento di        crisi dei rifiuti in Campania, che    sé il concetto di sviluppo rurale, e     cora al Festival “Sguardi Altrove”
Alberto Moravia, fu censurato,       tratta delle discariche abusive,      i cui benefici sono per tutti i citta-   e alle platee della Commissione
rimontato, e il negativo origina-    di ecomafia e delle conseguen-        dini. Il progetto si chiama “Nuo-        Europea a Bruxelles, molte sono
le fatto sparire. Una copia della    ze dell’inquinamento sull’alleva-     vi Fattori di Successo”, oggi alla       state le vetrine per un progetto
versione integrale si salvò grazie   mento, in particolare delle peco-     quarta edizione, e si propone di         che serve sia a far comprendere
alla valigia diplomatica usata       re, e sull’agricoltura.               individuare attraverso un concor-        ad altri giovani (non necessa-
da Brass, come raccontato in         Il tema rurale è dunque ancora        so le buone prassi fra i giovani         riamente del settore) le molte
Quando l’Italia non era un paese     un elemento importante nell’at-       agricoltori under 40 che hanno           opportunità offerte dal settore
povero, film documentario di Ste-    tuale menù del cinema docu-           usufruito dei fondi del Program-         agricolo, sia a trasferire buone
fano Missio su quelle travagliate    mentaristico del nostro Paese.        ma di Sviluppo Rurale regionale.         pratiche fra agricoltori stessi, sia
vicende. Ivens, e i cineasti che     In questa prospettiva assume          Ogni anno, per girare i documen-         per evidenziare tali benefici al
ne seguirono le orme, riuscirono     rilievo un progetto relativamente     tari in HD (che entrano a far par-       pubblico generico.
a cogliere il lato nascosto e cto-   recente (parte dal 2011) promos-      te della raccolta “Videofarmers”
nio del Sud, la potenza dei suoi     so dal Ministero delle Politiche      - www.reterurale.it/videofarmers)
rituali, scoprendo come fosse        Agricole, Alimentari e Forestali      sui primi tre agricoltori della gra-
possibile catturare l’elaborazione   nell’ambito della Rete Rurale         duatoria, vengono selezionati
di un mito che consentiva alla       Nazionale. Il “concept” alla base     tre giovani registi. Nella fase di
povertà di uscire sublimata, so-     è semplice: lo sviluppo rurale        lancio della selezione, vengono
pravvivendo a se stessa. Esisto-     incontra il cinema, attraverso le     coinvolte anche le migliori scuo-
no almeno tre versioni di questo     buone pratiche portate avanti         le di cinema italiane, che sono
film: quella montata dal regista,    dai giovani agricoltori. L’Unione     state sollecitate a dare pubblici-
la versione rimontata dalla RAI      Europea, attraverso la Politica       tà di questa opportunità ai loro
con una lunga intervista a Enrico    Agricola Comune, non sostiene         allievi o ex-allievi o comunque
Mattei e la versione “industriale”   più soltanto la produzione di         registi che gravitino attorno alle
con il commento in inglese. Il       materie prime alimentari, ma an-      loro attività e che abbiano meno
mondo agricolo ha fatto da base      che la crescita sociale ed econo-     di 40 anni.
di Angela Prudenzi
SCENARI
                                                                                                          Cinema e agricoltura in Italia   14 - 15

                                                                                                                   ne. Meglio alle mondariso, come
                                                                                                                   sono chiamate. Mussolini per
                                                                                                                   loro ha fatto molto, o così viene
                                                                                                                   narrato. Asili nido, ambulatori,
                                                                                                                   dormitori modello sono a dispo-
                                                                                                                   sizione delle lavoranti stagionali
                                                                                                                   accanto alle risaie - con buona
                                                                                                                   pace di Giuseppe De Santis e
                                                                                                                   Raffaello Matarazzo che nel do-
                                                                                                                   poguerra fotografano ben altre
                                                                                                                   realtà. Difatti un cinegiornale del
                                                                                                                   1937 squaderna un titolo inequi-
                                                                                                                   vocabile, Le mondariso, grate per
La visione agricola nei Cinegiornali Luce,                                                                         le provvidenze prese a loro bene-
per veicolare messaggi di propaganda                                                                               ficio dal regime, procedono con
secondo criteri incredibilmente moderni ed efficaci.                                                               rinnovato fervore al lavoro nei
                                                                                                                   campi, e non meno diretto è uno
Ma la realtà è quella di una nazione in pericoloso                                                                 del 1944, L’assistenza dell’Opera
bilico tra modernità e miseria endemica.                                                                           Maternità ed Infanzia ai figli delle
                                                                                                                   mondariso.
                                                                                                                   Eppure, dietro le immagini en-
                                                                                                                   fatiche e i commenti magnilo-
                                                                                                                   quenti, traspare in controluce la

L
       a figura del Duce che a torso nudo ammucchia uno dopo l’al-           del cotone in Sicilia (1940). Una     fotografia di un’Italia contadina
       tro i fasci di grano, è impressa nella memoria di molti in ma-        pletora di immagini costruite ad      povera e arretrata. I volti delle
       niera indelebile. Il titolo del cinegiornale del 1935 che la immor-   arte elogiano la macchina come        donne e degli uomini che urlano
tala, Mussolini si cimenta nella trebbiatura del grano, ne sottolinea        insostituibile compagna dell’uo-      “Duce… Duce” durante l’aratura
lo sforzo operato per il bene comune. Il condottiero, in appena due          mo nel lavoro di aratura, treb-       sono segnati dalla fatica in una
minuti, diventa icona del sacrificio condiviso, simbolo del rinnova-         biatura, tosatura, concimazione       maniera indelebile. I cinegiornali
mento che passa per le campagne dove ai contadini piegati dalla              e chi più ne ha più ne metta.         costituiscono proprio per que-
fatica viene chiesto di aprirsi a un’idea di agricoltura più moderna.        Mentre l’altro tassello fonda-        sto la testimonianza preziosa
Un messaggio diretto, amplificato da immagini comprensibili anche            mentale, le bonifiche, è mostra-      di una vasta area del Paese es-
da una platea per la gran parte analfabeta.                                  to con sfoggio di dighe, argini,      senzialmente rurale dove la po-
All’inizio degli Anni ‘20 la percentuale di italiani che non sa legge-       risanamenti. E le bonifiche sono      polazione piegata dalla miseria
re e scrivere è del 21%, stime per difetto che non tengono conto             celebrate con commenti enfatici       e dalle malattie endemiche vive
dell’analfabetismo di ritorno. Percentuali che salgono enormemente           che parlano di come “le regolate      in condizioni precarie, spesso
nelle zone rurali, dove scarse sono le scuole a disposizione della           acque del fiume creano la vita        condividendo gli spazi angusti
popolazione. È in questo contesto che Mussolini, una decina di anni          laddove regnavano l’acquitrino        con gli animali da allevamento.
prima di mostrarsi intento a trebbiare, accoglie con slancio l’idea          e la malaria”. Ad accompagna-         Un’Italia umile e miserabile che,
di un’istituzione dedicata alla diffusione cinematografica quale l’I-        re la propaganda, inaugurazioni       proclami a parte, rimarrà a lungo
stituto Luce-L’Unione Cinematografica Educativa. Siamo appena                parate e sopralluoghi se non del      tale se un’inchiesta parlamenta-
agli inizi dell’avventura, però il cinema è già percepito come mezzo         Duce in persona quantomeno di         re del 1951 denuncia la presenza
di propaganda privilegiato, facilmente attivabile in tutto il Paese e        ministri e alti gerarchi. Il regime   di 869.000 famiglie accalcate in
costantemente arricchito in forza della produzione serrata di do-            si prende cura dei lavoratori ed è    case fatiscenti localizzate soprat-
cumentari e cinegiornali. Non c’è da stupirsi se un anno dopo la             lì, in prima fila, a loro sostegno.   tutto nelle campagne. I contadi-
fondazione del Luce, il 1925, gli operatori lavorano a pieno ritmo e         Nonostante la vocazione moder-        ni e i braccianti nei cinegiornali
sfornano documentari dai titoli quanto mai eloquenti: uno per tutti,         nista, i cinegiornali non dimen-      alla fine appaiono per quello che
La battaglia del grano.                                                      ticano inoltre di lodare il lavoro    sono, un’umanità provata, digni-
Tuttavia è con l’avvento dei cinegiornali che la comunicazione rag-          più duro e forzatamente manua-        tosa nella miseria, spina dorsale
giunge la massima potenza offensiva. La loro costruzione è pensata           le dei contadini, uomini o donne      di una nazione in pericoloso bi-
per veicolare il messaggio secondo criteri incredibilmente moderni:          che siano. Tra queste ultime, un      lico tra tradizione e modernizza-
titoli incisivi; chiarezza di contenuti; cinepresa dritta sui soggetti       posto d’onore spetta alle mondi-      zione.
protagonisti (piane, paludi, contadini, trattori, grano, funghi); mon-
taggio il più possibile ritmico; didascalie o, con l’avvento del so-
noro, commenti quanto mai efficaci. Gli argomenti presi in esame
sono, di volta in volta, quelli cari al progetto di modernizzazione
delle coltivazioni che porta con sé la diffusione di macchine come
trattori o trebbiatrici accanto alla bonifica di terre paludose a lungo
incoltivabili.
I titoli dei cinegiornali, non meno dei contenuti, parlano di un’Italia
in evoluzione che gioca nelle campagne una battaglia di straordi-                                      CONTENUTO EXTRA
naria importanza: Semina meccanica alla Magliana (1931), La bo-                                        Video Cinegiornali Istituto Luce.
nifica della piana di Catania (1935), Celebrazione del I° centenario                                   Scarica la app gratuita 8 e mezzo.
della nascita di Francesco Cirio, creatore della moderna organizzazio-
ne dei prodotti ortofrutticoli italiani (1936), Autarchia. Coltivazione
Zappa
e macchina
da presa,                                      D
                                                       a poco meno di un de-
                                                       cennio è in atto un lento

il futuro
                                                       ripopolamento delle cam-
                                               pagne: si lasciano le caotiche città
                                               per tornare ai ritmi più vivibili
                                               della terra. Sono in molti a pen-

del pianeta
                                               sare che il futuro vedrà un mas-
                                               siccio ritorno di forza lavoro all’a-
                                               gricoltura. Verrebbe da pensare
                                               che lo scenario immaginato da
                                               Christopher Nolan in Interstellar
                                               non sia poi così azzardato, ma
                                               gli eventi apocalittici non c’entra-
di Valentina Neri                              no e nemmeno la crisi: il cambia-
                                               mento era già iniziato e ha a che
                                               vedere principalmente con la ne-
                                               cessità di vivere più sano, più in
Il cinema si sta rivelando
                                               equilibrio con sé e l’ambiente cir-
un prezioso alleato per l’agroecologia,        costante. In una parola, con l’e-
la nuova agricoltura basata                    cosostenibilità. Il lemma è diven-
                                               tato ormai comune e si applica a
sul rispetto totale dell’ambiente.             campi sempre maggiori. Non fa
Aiuta a diffondere sapere e a migliorare       eccezione il cinema che anche in
                                               Italia sta cercando di adeguarsi a
la vita del contadino 2.0, come approfondito
                                               best practice e protocolli per pro-
alla XII edizione delle Giornate Europee       durre green. Ma questa è solo la
del Cinema e dell’Audiovisivo.                 punta dell’iceberg. Sotto sotto il
                                               cinema sta supportando il nuovo
                                               contadino del XXI secolo, diven-
                                               tando strumento utilissimo per
                                               l’agroecologia, ovvero l’applica-
SCENARI
                                                                                                          Cinema e agricoltura in Italia   16 - 17

zione dei principi e dei concetti
dell’ecologia all’agricoltura. Il
tema è stato anche al centro di
tre panel durante la XII edizione
delle Giornate Europee del Cine-                                            registi, Marco Antonio Pani e
ma e dell’Audiovisivo, tenutesi a                                           Paolo Carboni, hanno deciso di
Cagliari e organizzate dalla Fon-                                           seguire i pastori sardi nelle pro-
dazione Sardegna Film Com-                                                  teste portate avanti tra il 2010 e
mission in collaborazione con          la terra. Oggi quelle conoscenze     il 2012 per la rivendicazione del
il MiBACT e con l’Associazione         da fabbro vengono spiegate at-       prezzo equo e la vigilanza sui
F.E.R.T. - Filming with a Euro-        traverso video in streaming sul      prodotti importati da fuori dell’i-
pean Regard in Turin. Durante          sito dell’associazione e, grazie     sola. Il loro documentario, Capo
i lavori è stato possibile testare     alla forza partecipativa del mez-    e croce, realizzato selezionando
come i contenuti green, associa-       zo audiovisivo, rendono possi-       scene da quasi 400 ore di gira-
ti alle funzioni partecipative dei     bile creare strumenti di lavoro      to, è passato al Festival di Roma      zione. Punta a mettere insieme
prodotti audiovisivi, possono          personalizzati e sempre migliori.    2013. Nel film emerge la volontà       esperienze internazionali invece
agevolare il lavoro dei campi,         In Francia si stima che siano 300    di far capire a spettatori e istitu-   il Festival delle Terre, strumento
andando a convergere con l’u-          le aziende agricole che utilizzano   zioni quanto il comparto agropa-       di educazione allo sviluppo che
tenza dell’agricoltura organica e      solo trazione animale.               storale possa davvero essere un        presenta la produzione del cibo
deindustrializzata.                    Quali e come siano fatte le nuo-     volano per la Sardegna, se solo        nelle diverse forme del rapporto
Mario Gala, filmmaker e pastore,       ve ruralità in Italia lo racconta    i pastori non fossero costretti a      tra ambiente e uomo. Giunto
ha portato a Cagliari il suo At-tra-   invece Transumanza Tour, do-         continui adeguamenti, e inde-          alla XII edizione, in program-
zione animale, documentario già        cufiction in 6 puntate in cui un     bitamenti, in nome di norme            ma quest’anno in autunno in
selezionato al Cinemambiente           gruppo genovese folk, guidato        e regolamenti imposti dall’U-          concomitanza con la Giornata
di Torino 2014, in cui segue un        da un cantante ex pastore, gira      nione Europea. Nel frattempo           mondiale dell’alimentazione (16
gruppo di allevatori, veterinari,      il Belpaese per incontrare le        il lavoro per i pastori sull’isola     ottobre, dedicata all’agricoltura
guardie forestali e studenti di        fattorie 2.0 al lavoro su colture    diminuisce, la dignità persona-        familiare), compone il proprio
agraria capaci di coltivare ap-        sperimentali e bioarchitettura.      le crolla a picco e tanti prodotti     cartellone selezionando opere
pezzamenti solo con vecchi stru-       Il duo di registi Alessandro Paci    caseari tipici rischiano l’estin-      tra circa 150 lavori proposti. Il
menti agricoli trainati da cavalli     e Valerio Gnesini, che ha realiz-                                           Festival vuole farsi testimone
o asini. Una dimostrazione con-        zato il progetto anche grazie al                                            delle alternative alla distruzione
creta di come un’agricoltura più       crowfunding, spera di mettere le                                            dell’agrobiodiversità, attraverso
sostenibile e in maggior sintonia      puntate presto su qualche piat-                                             l’occhio di chi partecipa diretta-
con la natura sia effettivamente       taforma online e intanto pensa                                              mente, con gli strumenti della
possibile. La trazione animale è       alla seconda stagione. Altri due                                            comunicazione audiovisiva, alla
stata accantonata in Italia negli                                                                                  resistenza a questo modello di
Anni ‘50 con l’arrivo delle mac-                                                                                   sviluppo e di chi è alla ricerca di
chine agricole a motore, ma in                                                                                     soluzioni capaci di dare un futu-
altri Paesi ha continuato a essere                                                                                 ro al pianeta.
utilizzata e vive oggi un ritorno
importante perché a basso im-
patto ambientale, con investi-
menti minimi. A volte nemmeno
quelli. Come dimostra Prom-
mata.org, associazione francese
che trent’anni fa ha insegnato
alle popolazioni africane come
lavorare il ferro per realizzare at-
trezzi da far trainare per lavorare
gli androidi
pascolano
pecore
elettriche
di Matteo Bittanti

Agricoltura videoludica: la coltivazione e l’allevamento
in Farming Simulator, dove l’interazione con la “natura”
si riduce a un gioco di polpastrelli: gestire una moderna
fattoria, dissodando il terreno e seminando.
Con un occhio al brand e uno a YouTube.
SCENARI
                                                                                                          Cinema e agricoltura in Italia   18 - 19

I
    n un segmento della cultura        tipici dell’era post-industriale,    basso, bassissimo costo. César         to. La sottesa ideologia è espli-
    visuale dominato da sparato-       per cui l’interazione con la “na-    Chávez è morto invano. Non vi          citamente capitalistica, dunque
    rie, massacri e dosi massicce      tura” si riduce a un abile gioco     è alcuna menzione degli effetti        ricorsiva, tautologica, fine a se
di ultraviolenza digitale, Farming     di polpastrelli. Non ci si sporca    ambientali prodotti dai pesticidi      stessa: si vive per il profitto, il
Simulator costituisce una piace-       le mani: ai calli di olmiana me-     o dagli organismi geneticamen-         profitto viene reinvestito per
vole anomalia, un bug virtuoso,        moria subentra semmai la sin-        te modificati. Del resto, il cosid-    acquistare nuovi e più potenti
un errore di sistema. Per chi non      drome del tunnel carpale. L’ine-     detto realismo videoludico è un        macchinari, il gioco continua.
lo sapesse, negli sparatutto in        vitabile ingobbimento del fattore    ossimoro, una contraddizione           Gli animali da allevamento non
soggettiva, il ricorso alla moto-      è causato dall’orrida postura di     in termini. Che si tratti di una       hanno alcun valore intrinseco:
sega ha un’unica funzione: la de-      fronte allo schermo e non dal        colossale illusione, è evidente a      sono considerati semplice mer-
capitazione dei propri avversari.      carico di legname sul groppone.      tutti. Non dimentichiamo che il        ce e, non a caso, possono essere
Proprio come in un film splatter.      L’esperienza ludica di Farming       termine “farm” oggi indica sem-        acquistati dal menu che visualiz-
In Farming Simulator, invece,          Simulator è contemplativa, qua-      pre più spesso le cosiddette ser-      za veicoli ed equipaggiamenti. In
viene usata per tagliare i tron-       si zen: immerso in un paesag-        ver farm - letteralmente, fattorie     un regime neoliberista, non esi-
chi degli alberi. Questo aspetto       gio idilliaco e asettico, privo di   di server - delle multinazionali       ste alcuna distinzione tra cose e
di assurda prevedibilità produce       aromi escrementizi, scevro di        della Silicon Valley in cui sono       persone.
effetti di dissonanza cognitiva. E     ritmi frenetici e protetto da im-    parcheggiate le fantasie banali di     Tranquilla e serena, prevedibile,
non è tutto: la simulazione agra-      prevedibili e deleterie intempe-     una generazione senza prospet-         monotona: è la vita che sogna-
ria sviluppata dallo studio sviz-      rie, l’utente sperimenta una vita    tive né futuro.                        no in molti. Gli americani, del
zero Giants Games permette di          agricola modellata sull’imma-        Farming Simulator è, soprattut-        resto, conducono un’esistenza
gestire ogni aspetto di una mo-        ginario pubblicitario dei mulini     to, una simulazione di guida. Il       di quieta disperazione da alme-
derna fattoria, praticando attività    immacolati. Anche il fango che       culto del marchio, caratteristico      no secolo. Paradossalmente, la
che spaziano dal dissodamento          incrosta i giganteschi pneuma-       dei racing games, qui raggiunge        ripetitività dell’azione e l’afasia
del terreno alla semina, dall’irro-    tici dei trattori è simulato. Gli    il parossismo. In questo caso,         del rurale simulato incoraggia-
razione di fertilizzanti alla mie-     scenari prevedono un bizzarro        il “bolide” di cui fare sfoggio è      no una fruizione prolungata,
titura, dalla raccolta della frutta    mélange di elementi architetto-      una seminatrice o una sarchia-         anziché demotivarla. In un’era
alla potatura degli alberi, dall’al-   nici e paesaggistici tipici della    trice. Uno spandiconcime o uno         segnata dall’ iper-stimolazione
levamento alla vendita.                campagna teutonica, italiana,        spandiletame. Un estirpatore o         e dalla gratificazione istantanea,
Da un lato, Farming Simulator          scandinava e nord americana:         un rullo compattatore. Una treb-       che maschera una situazione
partecipa al revival della cultura     l’effetto patchwork è destabiliz-    biatrice o una sgranatrice. Un         globale ormai prossima al collas-
agraria esemplificato da feno-         zante. Come tutti i videogame,       frangizolle o una fresatrice. L’ul-    so, l’immane banalità di Farming
meni quali il movimento slow           Farming Simulator conferisce         tima edizione include centoqua-        Simulator rassicura e tranquil-
food, l’agriturismo, il gourmet        agli utenti quel senso di poten-     ranta veicoli e quaranta differenti    lizza. Su YouTube ci sono video
biologico e l’urban farming delle      za, controllo e autonomia ormai      produttori, tra cui New Holland,       della durata di 20, 30 minuti rea-
derelitte metropoli americane,         alieno all’esistenza quotidiana.     Ponsse, Case IH, Ursus, Fliegl,        lizzati dai fans che illustrano det-
tra gli esempi illustri spicca De-     Questa favola agreste ignora de-     Deutz-Fahr e altri nomi ugual-         tagliatamente la raccolta virtuale
troit, il cui downtown è oggi oc-      liberatamente le reali condizioni    mente impronunciabili. In tempi        del grano. I giocatori si spostano
cupato da orti e giardini. Come        di un contesto industriale bruta-    di austerità e crisi persistente, il   a dieci chilometri all’ora su enor-
dire: solo pomodori e zucchine         le, dominato da una manciata di      videogame consente di praticare        mi pachidermi meccanici muniti
sopravviveranno all’apocalisse.        corporation, Monsanto in testa.      quel consumo vistoso che, nella        di lame, accompagnati da una
Dall’altro, questa produzione          La simulazione sterilizza ogni       vita reale, è ormai diventato vir-     colonna sonora dance. Com’è
zurighese che vanta due milioni        elemento potenzialmente con-         tuale, appannaggio di un’elite.        noto, gli androidi pascolano pe-
di copie all’attivo è riconducibile    troverso: non si fa alcun accenno    Anche sugli schermi, il trattore       core elettriche.
ai processi di smaterializzazione      all’uso e abuso di manodopera a      è firmato, brandizzato, elabora-
N
                                                                  el 1993, George Ritzer
                                                                  pubblica un saggio de-
                                                                  stinato a diventare un
                                                         classico, The McDonaldization
                                                         of Society (in italiano, Il mondo
                                                         alla McDonald, Il Mulino, 1997).
                                                         Secondo il sociologo americano,
                                                         le prerogative di McDonald’s
                                                         basate sul sistematico sfrutta-
                                                         mento delle risorse umane ed
                                                         ambientali hanno prodotto ef-
                                                         fetti deleteri. Lungi dall’essere
                                                         una semplice multinazionale,
                                                         McDonald’s è l’espressione più
                                                         riuscita dall’imperialismo agro-a-
                                                         limentare statunitense. Essa ha
                                                         prodotto il fenomeno della “Mc-
                                                         Donaldizzazione”: sinonimo di
                                                         globalizzazione, questo insie-
                                                         me di processi socio-economici
                                                         prevede l’iper-razionalizzazione
                                                         di pratiche lavorative modellate
                                                         su una logica insieme industria-
                                                         le - la produzione e consumo di
                                                         merci (in questo caso, “cibo”)
                                                         impostate su logiche tayloriste
                                                         - e post-industriale, l’outsourcing
                                                         della forza lavoro, la sostituzio-
                                                         ne di tecnologia non-umana a
                                                         quella umana, la riproducibilità
                                                         universale dei principi di effi-
                                                         cienza, calcolabilità, prevedibi-
                                                         lità e controllo, il monitoraggio
                                                         costante della manodopera, la
                                                         mercificazione di individui e re-
                                                         lazioni sociali. L’esito inevitabile
                                                         della “McDonaldizzazione” è “la
                                                         razionalità irrazionale” del Neoli-
                                                         berismo, che nega ogni forma di
                                                         dignità e integrità a tutte le parti
                                                         coinvolte nei processi di pro-
                                                         duzione e consumo. Non deve
                                                         stupire che il termine “McJob”
                                                         coniato dal sociologo Amitai
                       di M.B.                           Etzioni nel 1986 e reso popola-
                                                         re da Douglas Coupland di Ge-
                                                         nerazione X (1991) per indicare
                                                         occupazioni professionali mal
                                                         retribuite, umilianti, degradanti
                                                         e senza prospettive, sia entrato
                                                         nel linguaggio comune. Per Rit-
                                                         zer, la “McDonaldizzazione” rap-
                                                         presenta la forma più subdola e
                                                         avanzata dell’americanizzazio-
 Il videogioco a km zero e la “McDonaldizzazione”        ne, ivi intesa come la diffusione
                                                         “di idee, usanze, modelli sociali,
   di McDonald’s Videogame di Paolo Pedercini,           industria e capitale americani nel
game designer italiano che vive e lavora a Pittsburgh.   mondo”. Tuttavia, anche tra la
                                                         critica militante (di quel che re-
    Una sfida all’ideologia dominante in materia         sta) della Sinistra, la “McDonal-
               di consumi alimentari.                    dizzazione” è stata largamente
                                                         ignorata o sottovalutata. Sotto
                                                         molti aspetti, McDonald’s Video-
                                                         game (2006) di Paolo Pedercini,
                                                         in arte Molleindustria, game de-
SCENARI
                                                                                                                  Cinema e agricoltura in Italia   20 - 21

signer italiano che vive e lavora                                              McDonald’s Videogame,                      Disney in primis. Schlosser di-
a Pittsburgh, in Pennsylvania,                                                 prodotto nel 2006,                         scute inoltre i catastrofici danni
è un adattamento videoludico                                                   è fruibile gratuitamente in rete           ambientali causati da McDo-
del saggio di Ritzer. Come ci                                                  a questo indirizzo:                        nald’s, descrivendo le condizioni
ricorda il designer e architetto                                               http://www.mcvideogame.com                 drammatiche in cui versano gli
Mario Ricco: “oggi la realtà ha                                                                                           animali da allevamento e le tec-
raggiunto una complessità tale         la popolazione della “bontà nu-                                                    niche di manipolazione chimica
da precludere ogni possibile           trizionale” del fast food, nonché                                                  della carne per mezzo di aromi
narrazione. Per comprendere            corrompere le autorità al fine di                                                  “naturali”, solventi industriali e
la contemporaneità non ci re-          ottenere contratti e agevolazioni                                                  ormoni. In questo senso, il gioco
sta altro da fare che simularla”.      legislative. Nelle mani giuste, il                                                 ha anticipato i risultati del cele-
McDonald’s Videogame è un              videogioco - un medium basato                                                      brato documentario di Robert
esempio riuscito di videogioco         sulla quantificazione coatta (leg-      the All-American Meal (2001,               Kenner, Food inc. (2008). I “dan-
anti-promozionale, una parodia         gi: efficienza, calcolabilità, preve-   pubblicato in Italia da Marco              ni collaterali” della dieta McDo-
interattiva che ricorda le tattiche    dibilità e controllo) - può diventa-    Tropea nel 2002), che Richard              nald’s - un altro aspetto simu-
di culture jamming praticate da        re un potente strumento critico.        Linklater ha adattato per il gran-         lato efficacemente da Pedercini
Adbusters. Il giocatore assume         Pedercini ha abilmente trasfor-         de schermo nel 2006. Schlosser             - sono al centro di un altro ce-
il ruolo del CEO di una corpora-       mato le tesi di Ritzer - nonché di      offre un raggelante resoconto              lebre documentario, Super Size
                                       Jeremy Rifkin (Ecocidio. Ascesa e       dell’industria del fast food, sof-         Me (Morgan Spurlock, 2004). Il
                                       caduta della cultura della carne,       fermandosi in particolare sulle            regista si è sottoposto a un re-
                                       2012) e Naomi Klein (No Logo,           strategie di marketing di McDo-            gime alimentare a base di ham-
                                       1999) - in un’esperienza inte-          nald’s, finalizzate a condizionare         burger e patatine fritte prodotte
                                       rattiva, visualizzando le conse-        le scelte dei più giovani attra-           dalla catena di fast food: tre pa-
                                       guenze di azioni normalmente            verso l’istupidimento collettivo           sti al giorno, per trenta giorni.
                                       occultate dall’incessante attività      e la sistematica espropriazione            Al termine dell’esperimento le
                                       di pubbliche relazioni delle mul-       del loro immaginario: si pensi             sue condizioni di salute erano
                                       tinazionali. McDonald’s Videoga-        agli Happy Meal che affiancano             drammatiche: il consistente au-
                                       me illustra inoltre le penetranti       ai micidiali hamburger gli altret-         mento di peso (11 chilogrammi)
                                       analisi dell’Eric Schlosser di Fast     tanto letali giocattoli di plastica,       e del colesterolo è stato accom-
                                       Food Nation: The Dark Side of           merchandise di altre corporation,          pagnato da un consistente calo
                                                                                                                          della libido, episodi di tachicar-
                                                                                                                          dia, e dall’ispessimento del 13%
                                                                                                                          della massa corporea. In realtà,
                                                                                                                          a Spurlock sarebbe bastata una
                                                                                                                          mezz’ora in compagnia di Mc-
                                                                                                                          Donald’s Videogame per conclu-
                                                                                                                          dere che il complesso agrario-in-
                                                                                                                          dustriale nuoce gravemente alla
                                                                                                                          salute. Com’era prevedibile, la
                                                                                                                          parodia interattiva ha infastidito
                                                                                                                          McDonald’s che, con involon-
                                                                                                                          taria ilarità, ha rilasciato un co-
                                                                                                                          municato stampa denunciando
                                                                                                                          la faziosità dell’operazione. A
tion agro-alimentare, il cui unico                                                                                        dieci anni dal debutto in rete,
principio teleologico prevede la                                                                                          McDonald’s Videogame non ha
massimizzazione dei profitti. La                                                                                          perso smalto. Semmai, il suo
simulazione si svolge in quattro                                                                                          messaggio è di feroce attualità.
scenari: la fattoria, il macello, il                                                                                      In un contesto neoliberista do-
ristorante e il quartier generale                                                                                         minato da un ristretto numero di
dell’azienda. Possiamo sfamare                                                                                            corporation, l’approccio disuma-
il bestiame con grano geneti-                                                                                             nizzante al lavoro, la pratica del
camente modificato prodotto                                                                                               deskilling e lo sfruttamento indi-
dell’ennesima corporation ame-                                                                                            scriminato delle risorse animali
ricana (Monsanto), oppure rici-                                                                                           e naturali caratteristico dell’a-
clare le carcasse di altri bovini,                                                                                        graria industriale sono divenuti
innescando devastanti epidemie                                                                                            standard. Epic fail.
di mucca pazza. Possiamo inol-
tre distruggere foreste pluviali e
radere al suolo interi villaggi in
quanto “incompatibili” con l’e-
spansionismo-senza-limitismo
di McDonald’s. Il giocatore deve
inoltre applicare perverse strate-
gie di marketing per convincere
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