CASSA MUTUA PRUNAS GRUPPO DI SERVIZIO PER LA LETTERATURA GIOVANILE

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CASSA MUTUA PRUNAS GRUPPO DI SERVIZIO PER LA LETTERATURA GIOVANILE
CASSA MUTUA PRUNAS
                            IN COLLABORAZIONE CON IL
                GRUPPO DI SERVIZIO PER LA LETTERATURA GIOVANILE
                                                  PRESENTA
                      L’ARTE DEL RACCONTO ATTRAVERSO IL MONDO

TERZOINCONTRO: IL LINGUAGGIO DI UNA CERTA POESIA, IN ITALIA, IN AMERICA, IN INGHILTERRA (SCIALOJA, KOCH, FOUNDPOETRY).
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Riprendiamo con una presentazione il nostro racconto interrotto a marzo…

                                                                                                    Nel primo incontro, abbiamo parlato del
                                                                                                    linguaggio del fumetto, in Italia, Francia e
        La CMP ha il piacere di presentare l’ultimo
                                                                                                    Giappone (i fumetti storici italiani, la ligne claire di
        argomento del percorso intrapreso alla
        scoperta di alcune forme di racconto,                                                       Tin Tin, i manga).
        attraverso esperienze culturali sia italiane
        che internazionali….                              …in collaborazione con il Gruppo di       Nel secondo, si è affrontato il tema del linguaggio
                                                          Servizio per la Letteratura Giovanile,    del palcoscenico, a Cipro, in Italia e in Giappone (il
                                                       abbiamo organizzato due incontri presso la   teatro delle ombre, le marionette di Signorelli, il
                                                                  nostra sede, condotti             kamishibai).
                                                           dalla Dottoressa Claudia Camicia,
                                                                  Presidente del GSLG.
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Terzo incontro: Il linguaggio di una certa poesia, in Italia, in
   America, in Inghilterra (Scialoja, Koch, Found poetry).

                         Non potendo concludere il ciclo di incontri presso la sede della
                         CMP, speriamo sia gradita la presentazione predisposta in
                         collaborazione con la Dottoressa Camicia.
                         Abbiamo pensato di esporre in questa forma i contenuti
                         principali dell’intervento che la Presidente del GSLG avrebbe
                         proposto nel terzo incontro previsto, sul tema della poesia,
                         ovvero un aspetto del linguaggio che a volte viene poco
                         compreso, considerato elitario, di nicchia e che invece
                         riserverà sorprese piacevoli: l'espressione poetica non
                         tradizionale attraverso la creatività di Kenneth Koch, la
                         versificazione degli haiku, le infinite possibilità della found poetry.
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Che cos’è la poesia? Definita da poeti e critici con
Per una definizione di POESIA   diversi registri, si può dire che la poesia è un genere
                                letterario con un'intensa pregnanza linguistica, che
                                stimola la dimensione logica, affettiva, sentimentale
                                della persona e, ancora più nel caso della letteratura
                                per l'infanzia, interagisce con il soggetto in
                                formazione. La poesia ha la capacità di fomentare un
                                effetto catartico, di cui il lettore può avvalersi per
                                scaricare un certo lato della propria psiche,
                                impossibile da far esprimere nella quotidianità.
                                Acclarato che la poesia è un atto estetico, in cui gli
                                aspetti comunicativi ed espressivi sembrano più
                                accidentali che sostanziali, possiamo convenire con
                                Rocco Quaglia ( professore di Psicologia dello
                                sviluppo e di Psicologia dinamica all’Università di
                                Torino) che «la poesia, al pari del gioco, è
                                un'esperienza intrapsichica, con un'origine affettiva e
                                una meta mentale»; infatti la sua creazione attiene
                                all'espressione di un sentimento, mediante
                                rappresentazione di “immagini affettive” non
                                all'organizzazione verbale di un concetto.
                                Le parole prima di essere pensate sono sentite.
                                Quaglia afferma che «poetare vuol dire cercare la
                                parola del con-senso nel quale significante e
                                significato idealmente coincidono» e conclude «la
                                poesia è un atto estetico perché bella non è
                                l'immagine, ma la capacità che quest'ultima ha di
                                significare il senso e il significato dell'artista».
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Innumerevoli definizioni più o meno convincenti sono
proliferate in decenni di critica letteraria, citeremo solo
quella di Duilio Gasparini*: “la poesia è il quotidiano
adeguato alla dimensione dell’universo e all’armonia
che aspiriamo a conquistare dentro e fuori di noi: e ciò
per acquisire il senso del bello, per chiarire emozioni e
sentimenti”, con cui si compendia la tensione verso una
dimensione trascendente e lo sguardo puro che valica
la dimensione quotidiana per approdare ad una
bellezza di senso, linguaggio ed emozioni. La poesia
appaga, libera e sospinge il lettore a costruire un sé
armonioso, in cui gli elementi psichici, morali, fisici
crescono stimolati dall’intelligenza, dall’affettività, dalla
creatività, dalla spiritualità.

* Pedagogista triestino nonché Professore di Pedagogia all’Università degli Studi di Genova
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Duilio Gasperini:
Educando il nostro
 immaginario, ossia
  quel deposito di         Essa mette in                                «L’educazione alla creatività – che
simboli, idee, figure      discussione il                               significa capacità artistica,
  che conserviamo        pregiudizio e le                               sensibilità, scioltezza, flessibilità,
   dentro di noi, la      convenzioni, le                               originalità, capacità di
  poesia ci abitua a      valutazioni e la                              ridefinizione e di riorganizzazione
      considerare       virtualità. Il lettore,         La poesia       – è fondamentale nel processo
    l’ambiente, le      e probabile futuro        permette questo       formativo della personalità: e il
 persone, i contesti        autore, deve           accesso, induce      poeta allora esercita fulgido il
in un’ottica diversa,       assumere un           ad un’educazione      mestiere dell’architetto delle
  non solo per ciò        criterio aperto,          del sentimento      possibilità. Non parla per
   che è reale ma         disponibile ad                attraverso      concetti, per categorie, per
anche per ciò che è        abbracciare e           l’identificazione    generi, ma per immagini, per
    vicino al reale.    condividere nuovi              simpatetica,     finzioni, per sogni, per fantasie,
                         e differenti punti            genera una       anche, alle volte, per bizzarrie,
                          di vista con cui             conoscenza       stravaganze, capricci; si lascia
                              affinare e            soggettiva che      cullare dalle fantasticherie, dalle
                            governare la              incrementa il     chimere, dalle parodie,
                        propria sensibilità             repertorio      dall’ironia: La locomotiva aveva il
                              emotiva.                personale di      fiato così corto / che si aveva
                                                  affetti, dispone al   voglia / di slacciarle un po’ il
                                                    cambiamento.        colletto (Hermann Broch)
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◦ . La poesia educa ad accettare l’inatteso, a comprendere
  l’informale, ad abbattere i pregiudizi, a sviluppare il pensiero
  divergente.
◦ Il linguaggio poetico è frutto di un impulso creativo che si traduce
  in immagini, sia della vita quotidiana sia di mondi fantastici. I ritmi
  allegri , i personaggi insoliti, le soluzioni sorprendenti facilitano
  l’empatia, con il compiacimento per aver colto e assaporato lo
  sberleffo linguistico, la musicalità.
◦ L’ascolto richiede una preparazione che si basa sulla comprensione
  del ritmo poetico e sulle soluzioni linguistiche lessicali, per
  ascoltare una poesia è necessaria la propria disponibilità, vale a
  dire la giusta concentrazione per cogliere un messaggio
  contenutistico ed estetico.
◦ Spesso il verso e la sua musica possono far incantare, ammaliare
  per la loro qualità e così dall’incontro tra ritmo, espressione e
  ascolto ricettivo scaturisce il desiderio di partecipare con una
  risposta individuale, originale e spontanea.                              Il linguaggio della poesia
◦ Per gustare la poesia: dare una lettura interpretativa, offrire testi /
  poesie che coniugano originalità e razionalità, fantasia e valore
  estetico.
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Perché si scrive e si legge poesia?
                                      Per cercare di esplorare le
                                      proprie sensazioni, instaurare
                                      un rapporto personale con il
                                      Creato, con la natura e anche
                                      con Dio. Per ascoltare le voci di
                                      dentro. Per osservare il mondo
                                      nelle sue innumerevoli
                                      sfaccettature, cogliere i dettagli
                                      e sbarazzarsi di tutti quegli
                                      elementi esagerati,
                                      macroscopici, che offuscano la
                                      vista, per rispondere ad una
                                      tensione etica che si concentra
                                      sull’unicità di ogni persona, per
                                      far emergere le emozioni e
                                      riabilitare l’espressività, per
                                      giocare e inventare il
                                      linguaggio, costruire una
                                      relazione tra l’autore e il lettore.
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Spinta dal vento                                                     Ma cos’è la felicità
                                                                                             Due esempi di creatività e
                                                                                             buon uso della lingua
                                              La felicità è fare il cavallo sulle gambe di
                                              papà.
                                                                                             italiana dal mondo della
Non sono un fantasma
                                              È una carta dorata
                                                                                             scuola
che si aggira nella notte
                                              se prima dentro c’era la cioccolata.
Non sono un folletto                                                                         Nel primo, breve componimento la piccola
                                              È una torta con la panna.                      autrice usa i versi liberi con moderazione,
che si diverte a fare scherzi
                                              È dentro la borsa della mamma.                 creando un po' di suspence per arrivare
Non sono un ladro                                                                            all'esplosione finale in cui il tono frizzante la
                                              È dentro un grande secchio d’acqua pulita
che ruba i pensieri                                                                          pone in modo positivo nei confronti della
                                              perché io possa spruzzare tutti con le mie     vita (“Premio di Poesia Giulio Salvadori XI
Non sono un adulto                            dita.                                          edizione Anno 1995”).
che sa tutto del mondo                                                 Martina Caminati
Sono una voglia di allegria                   Classe III, scuola primaria di Pieve Santo     Nella seconda poesia traspare la notevole
che si apre come una porta                    Stefano                                        dose d’ironia della giovane autrice. Si
                                                                                             accorge delle situazioni della vita quotidiana
spinta dal vento.
                                                                                             e sa collocarle in modo appropriato per
             Claudia Capitini                                                                esemplificare i suoi ragionamenti. Si
                                                                                             apprezza la freschezza comunicata con l’uso
Classe IV, scuola elementare di Agazzi (AR)
                                                                                             delle espressioni comuni ed esplicite, la
                                                                                             sincerità di giudizio, senza saccenza, e
                                                                                             l’ottimismo dei sentimenti (Poesia seconda
                                                                                             classificata al “Premio di Poesia Giulio
                                                                                             Salvadori XXV edizione Anno 2009”).
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… e due brani tratti dalle
     Alchimista in città
                                                         liriche di G. M. Hopkins
La finestra mostra nuvole in viaggio
                                                         (1844 – 1889)
foglie spente, stagioni nuove, variato cielo,
                                                          Questi brani presentano due momenti di
folle adunate e sciolte                                   introspezione da coltivare…
                                                          Il primo fa leva sulle capacità di astrazione,
il mondo intero passa;                                    sullo stimolo dell’osservazione per
                                                          scatenare un’immaginazione creativa e
io guardo                                                 liberatoria.
                                                          Il secondo ricorre alla virtù della pazienza,
                                                          al suo uso per accettare i rapporti con gli
                                                          altri e anche le incombenze quotidiane.
     Pazienza
PAZIENZA, cosa dura!...dura cosa solo pregarla
solo domandarla, è Pazienza! Chi pazienza chiede
cerca rissa, cerca ferite. Faticosi i giorni i compiti
cedere, farsi disarcionare, e obbedire.
Plenilunio                                         Angiolo Silvio
                                                   Novaro
Luna tonda
e rossa sul mare.
                                                   (1866-1938)
Fuoco di raggi danza      Ci vuole così poco
sull’onda scura.                                   In plenilunio troviamo un tema
                          Ci vuole così poco       paesaggistico non consueto,
Plenilunio                                         caratterizzato dall’atmosfera quasi
magico momento.           a farsi voler bene,      magica notturna. Immagini visive nitide
                                                   che rimangono impresse nella loro
                          una parola buona
Volano i miei pensieri                             semplicità.
                          detta quando conviene,   Nel secondo brano che proponiamo non
lanuggine nel vento.
                          un po’ di gentilezza,    c’è tono moralistico né moraleggiante in
Assaporo profonde                                  questo sincero inno alla generosità verso
                          una sola carezza,        gli altri, a quella solidarietà di cui si parla
emozioni, nel silenzio.                            oggi con espressioni stereotipate.
                          un semplice sorriso
                                                   Angiolo Silvio Novaro esprime, nei gesti
                          che ci baleni in viso.   di un affetto quotidiano, le certezze di un
                                                   sentimento profondo, ricambiato, che
                          Il cuore sempre aperto   gratifica il bambino e lo indirizza verso
                          per ognuno che viene;    l’altruismo.
                          ci vuole così poco
                          a farsi voler bene.
Qualche riflessione sulla poesia e l’infanzia (di Angelo Nobile, docente Letteratura giovanile Università di Parma)
Sono note e ampiamente riconosciute le valenze formative, interiormente rigeneranti e culturalmente arricchenti, della poesia: esalta le
potenzialità espressive e comunicazionali della parola, arricchisce il lessico, affina la sensibilità estetica, recupera il rapporto, oggi troppo spesso
smarrito, col mondo incantato della natura, coltiva l'attitudine ad osservare la realtà con gli occhi ingenui del poeta. Nel mentre abitua a scavare
nella propria interiorità, a scandagliare il mondo degli affetti e dei sentimenti, a cogliere l'essenza delle cose, favorisce l'introspezione e la
riflessione, opponendosi alla cultura della superficialità e dell'apparenza. Praticata nelle forme più consone all'età, dalle lontanissime filastrocche
alle composizioni poetiche più raffinate e ricche di significati profondi, agisce compensatoriamente su aspetti e componenti della personalità oggi
impoveriti da un complesso concorso di fattori, frutto di una società arida e tecnologizzata, fungendo da salutare antidoto al vuoto di ideali e alla
banalizzazione della quotidianità.
Questo antichissimo genere narrativo è oggi presenza marginale nella scuola, scarsamente considerato dalle stesse Indicazioni nazionali, ignorato
dai media e relegato agli ultimi posti degli interessi giovanili. Raramente la poesia viene proposta e coltivata, e tanto meno fatta apprendere a
memoria (esercizio erroneamente giudicato passivo e passivante, sulla scorta di inveterati pregiudizi), con forse la sola eccezione delle filastrocche
della tradizione popolare nella scuola dell'infanzia e delle ninne nanne in famiglia, nell'infondata convinzione che l'autentica poesia – che non sia
facile rima, ritmo e musicalità di versi – non interessi più le giovani generazioni.
Citando G. Lombardo Radice con riferimento alla scrittura per l'infanzia: «E' buon libro per ragazzi quello che può essere gustato, senza restrizioni
e riserve, anche dagli adulti [...]. Non tutto ciò che è scritto per gli adulti vale per il bambino, ma tutto ciò che vale per i bambini deve valere anche
per gli adulti, se è opera d'arte» (G. Lombardo Radice, Lezioni di didattica e ricordi di esperienza magistrale).
Dal che si deduce che leggendo, assaporando, ripetendo insieme al bambino poesie di elevato livello letterario, l'adulto può vivere momenti di
intensa gratificazione estetica ed emotiva, in un'interazione ricca di risonanze affettive. D'altra parte, a seconda dell'età del ricevente, le poesie
non devono indulgere ad una eccessiva semplificazione, anche quando si rivolgono al ragazzo e persino al bambino, il che favorisce
l'apprezzamento anche da parte dell'adulto.

Questa premessa introduce l’argomento seguente…
Anche coloro che faticano a esprimere le proprie emozioni possono trovare uno sbocco
                                         creativo nella tecnica che adesso esponiamo; viene suggerita ai bambini e agli adolescenti
                                         come metodo fondamentale per l'apprendimento e per una crescita armoniosa, come
                                         dichiarato anche nelle Linee guida del MIUR.
                                         Caviardage è una scrittura poetica che utilizza precise tematiche e strategie, che risultano
                                         adatte per stimolare l’estro poetico, molto duttile nella tecnica e nell'applicazione, si può
                                         accostare non solo alle discipline letterarie ma anche alle aree matematiche e scientifiche.
                                         Questo metodo mette al centro lo studente e ne fa scaturire la sua emotività.

Il procedimento è piuttosto semplice e innovativo: si attiva il processo creativo sottoponendo alcuni brani/pagine estratti da libri,
riviste, giornali ma non solo in versione cartacea, infatti anche i contributi digitali sono ben accetti.
Il “poeta” annerisce con il pennarello il testo lasciando leggibili solo alcune parole che lette di seguito danno vita a una breve
sintetica poesia/componimento il cui senso è diverso dal testo originale. Questo esercizio sfrutta varie tecniche che si
contaminano in un meticciato letterario: collage, pittura, acquerello ecc. per dare vita a poesie visive, attraverso parole, segni,
colori che esprimono emozioni, liberando i sentimenti dell'autore. Il caviardage offre la possibilità di arricchire il testo con
disegni, collage, illustrazioni. Le tecniche visive sono utilizzate per rafforzare l'emozione emergente, non per decorare. I risultati
finali sono introspettivi, coinvolgenti, sorprendenti.
L'etimologia di caviardage sembra risalire al francese caviar ossia caviale. Potremmo tradurre impropriamente con
“cavialeggiare” cioè annerire. In effetti l’azione di “caviardage” era quella che si faceva in passato per sopprimere in alcuni scritti
dei passaggi ritenuti immorali dalla censura.

In questa tecnica poetica si oscurano le parole                                  Sembra che siano le parole a scegliere di emergere
lasciandone libere solo alcune che incontrano, nel                               e lo scrittore scopre il nuovo significato, in cui si
flusso creativo, altre parole con cui comporre una                               rispecchia, che assume un senso e un valore
poesia. I materiali occorrenti sono semplici:                                    personale. Così la parola diventa fonte di cure,
articoli, pagine di riviste, matita, marcatore nero,                             rielaborazione, liberazione di emozioni sottese.
penna rossa.                                                                     Proprio per queste qualità enunciate, questa tecnica
Oggi si colloca all'interno di un ampio movimento                                è usata spesso con i partecipanti di corsi di arte
artistico/letterario della Found Poetry (tra cui                                 terapia, meditazione, psicoterapia, sono stati molto
Blackout poetry e Erasure poetry) che sostiene                                   apprezzati anche in occasione di animazioni in
che, cancellando parte di testi, si svelano poesie                               biblioteca e nelle scuole.
nascoste al loro interno. Queste pratiche tendono a
                                                                 La parola diventa arte pura perché assume la funzione di
stimolare l'arte di “trovare” le poesie. Dal 2014 la
                                                                 produzione creativa vitale. Si cerca la parola più congeniale, che
tecnica del caviardage è a tutti gli effetti un uso
                                                                 fa risonare le nostre corde, che stimola pensieri e associazioni
sempre più diffuso, ma al contrario della censura
                                                                 mentali, per convergere in un testo che sveli qualcosa dell'animo
che offusca le parole importanti e significative,
                                                                 dell'autore.
questa tecnica invece lascia libere le parole e le
                                                                 Si produce un processo introspettivo del vissuto presente.
salva facendole risaltare dal testo.
Le nubi di tanto in tanto
                                                                           ci danno riposo
                                                                           mentre guardiamo la luna.

                                                                           Matsuo Basho (1644 – 1694)

Un HAIKU è una breve poesia di origine giapponese, composta da tre versi di lunghezza definita: 5
sillabe, 7 sillabe, 5 sillabe.
Ogni sillaba si chiama in giapponese onji, alcune volte si può sforare con il numero delle sillabe.
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La tradizione giapponese prevede che ogni haiku possa essere letto “in un respiro”, ecco perchè
sono così brevi.
Di solito il concetto è diviso in due parti, collegate da un avverbio o verbo.


Queste poesie usano un linguaggio sensoriale, a cui spesso sono abbinati acquerelli.
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I temi privilegiati richiamano le stagioni, i cambiamenti atmosferici, i sentimenti destati dalla Natura.
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