CASA IL DIRITTO ALLA LOMBARDIA - SPI CGIL LOMBARDIA
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Mensile del Sindacato Pensionati Italiani Cgil della Lombardia Numero 5/6 • Maggio-Giugno 2013 Spedizione in abbonamento postale 45% art. 2 comma. 20/B legge 662/96 - filiale di Milano il diritto alla casa Lombardia
Mensile del Sindacato Pensionati Italiani Cgil della Lombardia Sommario 3 Presentazione 53 Le politiche abitative in Lombardia Perché parlare di casa Le proposte sindacali sulle politiche abitative 5 Le politiche abitative in Italia e la riforma Aler 6 La casa è un diritto 54 Una petizione alla Regione, questi i motivi Giancarlo Erasmo Saccoman Adriano Papa 18 La casa e l’abitare 58 La nostra mobilitazione Serena Sorrentino - Laura Mariani Il parere di Giaconto Botti - Segreteria Cgil Lombardia 22 Parte dalla casa un nuovo sviluppo 59 Le politiche abitative economico e sociale in Regione Lombardia Beniamino Lami Documento unitario presentato da Cgil, Spi, 25 Documenti Funzione pubblica, Sunia e Fillea Lombardia 26 Il Piano città Le politiche della Regione Lombardia 32 Costi dell’abitare, emergenza abitativa 63 Casa: gli impegni dei cento giorni e numeri del disagio della nuova giunta A cura dell’Area Welfare Politiche abitative Cgil nazionale 66 Patto per la casa La via lombarda per lo sviluppo 37 Cedolare secca e riforma delle locazioni di nuove politiche per l’abitare Il documento Cgil, Cisl, Uil, Sunia, Sicet, Uniat 75 la tassazione sulla casa 40 Cedolare secca, le ragioni del flop Studio Cgil-Sunia a due anni dall’introduzione 76 L’Imu Alessandra Taddei 48 Anziani e domiciliarità Luigi De Vittorio 80 la città ideale In copertina: Vienna, Hundertwasserhaus Nuovi Argomenti Spi Lombardia Impaginazione: A&B, Besana in Brianza (MB) Pubblicazione mensile del Sindacato Pensionati Italiani Prestampa digitale, stampa, confezione: Cgil Lombardia RDS WEBPRINTING S.r.l. Numero 5/6 • Maggio-Giugno 2013 Via Belvedere, 42 - 20862 Arcore (MB) Direttore responsabile: Erica Ardenti Registrazione Tribunale di Milano n. 477 del 20 luglio 1996 Editore: Mimosa srl uninominale, Presidente Carlo Poggi Numero singolo euro 2,00 Abbonamento annuale euro 10,32
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Presentazione Perché parlare di casa L a casa è un diritto, un diritto che in questi anni di profon- da crisi è sempre più messo in di- scussione, tanto che sta diventando un problema per la maggior parte dei cittadini italiani. È questa la ragione per cui abbiamo voluto dedicare un numero della nostra rivista Nuovi Argomenti alla casa e all’abitare. Lo abbiamo fatto ripercor- rendo quelle che sono state le politiche abitative perse- guite in Italia negli ultimi anni non solo attraverso una rilettura politico e sindacale, ma anche attraverso un’am- pia documentazione che com- prende i dati rilevati dagli studi fatti da Cgil, Cisl, Uil come da Sunia, Sicet e Uniat. Tutto questo senza trascurare la specificità del vi- Volgendo lo sguardo su quanto accade in Lom- vere degli anziani, ovvero di tutti quelli che sono bardia ci siamo soffermati sia sulla mobilitazio- i vantaggi economici e sociali del poter invec- ne che i sindacati e le associazioni degli inquilini chiare in casa propria. Anche se può sembrare un stanno mettendo in atto che sui provvedimenti paradosso – si parla molto delle difficoltà dei gio- che la Regione Lombardia sta prendendo, soprat- vani di trovare abitazione – gli anziani sono tra tutto in questa non facile fase di transizione da- le vittime dell’emergenza casa: le pensioni perdo- gli anni di governo del Presidente Formigoni a no sempre più potere d’acquisto mentre la quota quello che è il presente rappresentato dall’appena dei consumi legati all’abitare cresce (tra il ’97 e il eletto (febbraio 2013) governo Maroni. 2010 il valore medio delle prime si è ridotto del Infine, con la collaborazione del Caaf Lombardia, 5.1 per cento mentre la quota dei consumi per la abbiamo fatto il punto sull’attuale tassazione cui casa è salita del 6 per cento, secondo dati Istat). è sottoposto il bene casa. 3
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Le politiche abitative in italia 5
La casa è un diritto Giancarlo Erasmo Saccoman Segreteria Spi Lombardia I l ‘diritto alla casa’ come servizio sociale, ana- logo a quello alla salute, all’istruzione e alla previdenza, rivendicato in Italia fin dagli anni In Italia ciò non è avvenuto in modo tanto trau- matico a causa delle profonde differenze che caratterizzano la situazione abitativa del paese, ’60, è riconosciuto e sancito in numerosi trat- determinate da una politica di sostegno della tati e convenzioni internazionali1, ratificati da proprietà privata della casa, perseguita dagli tutti i paesi dell’Unione Europea, e confermato anni ’60 in forma assai più massiccia e del tut- da ulteriori norme costituzionali o legislative2, to anomala rispetto alla situazione europea, per ma la diffusione delle politiche neoliberiste ha cui attualmente le famiglie in affitto sono solo il di fatto limitato o negato tale diritto, restituen- 18,9% (contro il 28,9% dell’Europa EU15), con dolo alla diseguaglianza del mercato, determi- un volume ridotto dei mutui (che ammontano nando l’attuale crisi globale dell’alloggio, con il a solo il 20% delle famiglie in proprietà). Ciò relativo disagio abitativo che colpisce in Europa ha fatto ritenere che il problema casa fosse risol- oltre 70 milioni di persone (compresi 18 milio- to, per cui è stato pressoché rimosso dall’agenda ni di sfrattati e tre milioni di senzatetto). politica, ma quel 20% delle famiglie che vive in affitto (12 milioni di persone) è sempre più a ri- La casa come epicentro della crisi schio per la costante crescita dei canoni di affitto Va ricordato come proprio il mercato edilizio, e delle spese abitative, giunti a livelli insosteni- stimolato in molti paesi, dagli Stati Uniti alla bili, anche per il peggioramento delle condizio- Spagna, come motore per il rilancio d’una cresci- ni di reddito, a causa della precarietà del lavoro ta economica in grande difficoltà, abbia alimen- e della disoccupazione, mentre la rarefazione del tato la bolla finanziaria dei mutui immobiliari mercato degli affitti e il costo insopportabile la cui esplosione ha fatto da detonatore all’attua- delle nuove abitazioni non offre soluzioni a chi, le crisi dei paesi avanzati. Il meccanismo è noto: come i nuovi nuclei familiari, è in cerca d’una l’indebitamento delle famiglie determina una abitazione. La rarefazione del mercato dell’affit- minore domanda di abitazioni e il calo del loro to non riesce a rispondere neppure a coloro che valore immobiliare, che non riesce più a coprire chiedono un’abitazione temporanea, come gli il costo dei mutui, per cui le banche chiedono il studenti universitari e i lavoratori in mobilità loro rientro immediato, con conseguente insol- dalla loro residenza abituale. venza e sequestro delle abitazioni che, messe sul Per questo anche in Italia, dopo anni di oblio è mercato, determinano un’ulteriore perdita di riesplosa, in modo prepotente, quell’emergenza valore, gettando sul lastrico un numero sempre casa, che sembrava essere ormai un retaggio del maggiore di famiglie, con un avvitamento a spi- passato e che invece si ripresenta, anche in for- rale del mercato immobiliare e dell’economia. me nuove, non solo come un aspetto della crisi 6 Numero 5/6 • Maggio-Giugno 2013
economica ma anche come conseguenza delle prietà. Per questo il costo dell’abitazione, in profonde trasformazioni sociali intervenute in affitto o in proprietà, incide in misura assai ri- assenza di un adeguato intervento pubblico di levante sulle condizioni di vita e sulla capacità politica abitativa. Infatti il disagio abitativo si di consumo della maggior parte della popola- è esteso dalle vecchie aree vulnerabili, social- zione, accentuando la crisi economica. mente svantaggiate, composte soprattutto dai nuclei più poveri, in rapida espansione a causa Le vicende dell’intervento della crisi che li ha particolarmente colpiti e pubblico e sociale in Italia gettati spesso nell’indigenza (giovani precari, per il diritto alla casa anziani singoli o disoccupati ma ancora senza Per cercare di porre sotto controllo lo sviluppo diritto alla pensione, immigrati e le aree sem- accelerato e caotico delle città, sotto la spinta pre più vaste di povertà ormai estese anche a incontrollata del dilagante abusivismo, della fasce di lavoratori, i cassintegrati e i licenzia- rendita edilizia e della speculazione finanzia- ti), fino a comprendere le famiglie a reddito ria, è stata varata la legge 167/62, che costitui- medio, escluse dai bandi di assegnazione delle va una vera e propria rivoluzione della politica case popolari, riservate ai segmenti più poveri abitativa e urbanistica, fondata sulla proprietà come dal mercato privato dell’affitto e dell’ac- pubblica dei suoli, sull’obbligo per le città ol- quisto per carenza di offerta accessibile a causa tre i 50mila abitanti di edificare quartieri di del costo troppo elevato del mercato degli affit- Edilizia residenziale pubblica (Erp) dotati di ti, quasi scomparso o inaccessibile, del rincaro servizi e spazi pubblici. Ma questa legge è sta- delle tasse, delle tariffe non progressive e dei ta svuotata già a partire dal ’64, sotto la spinta costi condominiali che hanno raggiunto livel- dei grandi interessi immobiliari e finanziari, li insostenibili, nonché della rarefazione dei con la fine del primo centro-sinistra e il tenta- mutui, resi inaccessibili anche dalla precarie- tivo di colpo di stato di De Lorenzo. Ciò ha se- tà del lavoro, specie per le famiglie di nuova gnato di fatto la fine del ‘diritto alla casa’ come formazione e per gli immigrati. Lo testimonia servizio sociale, sulla falsariga di una analoga l’esplosione degli sfratti per morosità e, nelle tendenza operante su scala europea e mondiale, case di proprietà, la diffusione della nuda pro- sotto la spinta dell’ideologia neoliberista, che 7
ha restituito i diritti al mercato, per favorire stati perciò in costante riduzione: nell’84 sono l’imprenditoria privata. stati costruiti 34mila abitazioni, nel ’90 13mi- Il primo intervento consistente di edilizia popo- la, nel 98 4.100, e ora sotto i duemila ancora in lare è stato, negli anni ’50, il Piano Fanfani Ina- continua discesa. Il collasso data dal 2000 ed è casa, finanziato fiscalmente, ma un intervento stato eroso anche il Fondo sostegno affitti (Fsa), più stabile e programmato è avvenuto solo con l’unico strumento esistente di contrasto degli la costituzione del Fondo Gescal, vincolato alla sfratti per morosità incolpevole. Attualmente destinazione d’uso per l’edilizia convenzionata, i fondi residui per l’edilizia sovvenzionata (ex finanziato da una tassa di scopo con i contributi Gescal) e agevolata (col il contributo dello Sta- dei lavoratori e dei datori, che ha alimentato to) ammontano a 11,5 miliardi, di cui 3,8 sono l’Erp, con 1,5 miliardi di euro all’anno, fino al gestiti direttamente dalle Regioni, sei miliardi ’98, quando s’è interrotta la contribuzione, è sono gestiti dalla Cdp per conto delle Regioni stata chiusa la Sezione autonoma Edilizia Re- mentre 1,7 miliardi sono gestiti dalla Cdp per sidenziale della Cassa Depositi e Prestiti, che conto dell’Amministrazione centrale, ma di fat- l’amministrava e i fondi residui sono stati devo- to queste risorse, nonostante l’emergenza abita- luti alle Regioni che li hanno usati nel decennio tiva, restano giacenti senza essere spese. L’esau- 98-2008 per finanziare la manutenzione stra- rimento dell’Erp ha lasciato irrisolto il proble- ordinaria e gli interventi per nuove costruzio- ma del fabbisogno di abitazioni pubbliche. Nel ni Erp. Dal ’98 il settore non riceve più nuovi contempo dal ’93 è iniziata la dismissione, con finanziamenti stabili e lo stato ha mantenuto una vera e propria svendita e la perdita di oltre solo un impegno marginale per regolare i li- il 20% del patrimonio pubblico, affermando la velli minimi dei servizi abitativi, abbandonan- logica privatistica anche nel settore abitativo fi- do gli interventi nazionali di politiche sociali nanziato dallo stato e dai contributi lavorativi dell’abitazione. Gli interventi pubblici sono (ex Gescal), e la contemporanea ‘cartolarizzazio- 8 Numero 5/6 • Maggio-Giugno 2013
ne’ del patrimonio abitativo degli enti pubbli- Ater) e sono stati trasformati in Enti pubbli- ci, dando via libera all’assalto speculativo della ci economici (Liguria, Veneto, Friuli, Molise) rendita fondiaria, con la mercificazione urbana, o non economici (Piemonte, Basilicata, Cala- la cosiddetta ‘moneta urbana’. bria), altri (Emilia Romagna e Toscana) hanno Gli anni ’90 hanno segnato la dissoluzione trasferito la proprietà agli enti locali che per la dell’intervento pubblico e la fine del model- gestione si avvalgono di aziende di gestione. lo espropriativo per garantire aree edificabili L’Erp raggiunge un milione di alloggi, di cui a basso costo. La legge 431/98 ha completato 760mila ex Iacp. la liberalizzazione delle locazioni private e pa- La trasformazione delle politiche abitative in ralizzato il mercato della locazione con l’aboli- senso neoliberista e l’influsso della cultura an- zione dell’equo canone, favorendo l’esplosione glosassone è ben testimoniata dal mutamento dei valori immobiliari e l’aumento generalizza- terminologico che riflette una profonda diffe- to degli affitti; ha anche aggravato il problema renza di contenuto: l’immobiliare diventa ‘real delle case sfitte e vuote (466.095 abitazioni nel estate’ accentuando il suo significato di investi- 2001 in Lombardia, secondo l’Istat, ma cresciu- mento eminentemente finanziario e speculativo te ulteriormente nel frattempo). e non di servizio abitativo, mentre l’Erp lascia L’edilizia residenziale pubblica, ormai dissan- il posto, nel Piano Casa, al ‘social housing’ che guata da anni, copre meno del 4% del patrimo- indica una vera e propria svolta politica, con nio abitativo e il 20% del mercato dell’affitto l’abbandono dell’intervento abitativo pubbli- (mentre in passato aveva raggiunto un pur sem- co, accompagnato dalla privatizzazione del pa- pre esiguo 7%), e costituisce una realtà margi- trimonio e la compartecipazione fra pubblico nale, di dimensioni fra le più basse d’Europa e privato, con la prevalenza degli interessi di (20% media europea, 34,5% Olanda, 21% Sve- quest’ultimo ed un passaggio dal bisogno della zia e Gran Bretagna, 17% Francia e Finlandia, casa come valore d’uso all’investimento edilizio ecc.) e viene gestita in termini esclusivamente speculativo. Si tratta però d’una scelta senza pro- assistenziali, senza una strategia complessiva. spettive, perché L’Edilizia residenziale sociale Il mercato dell’affitto privato è quasi estinto, (Ers), altrimenti definita Edilizia privata socia- tranne che per le abitazioni di lusso e presen- le (Eps) e più comunemente ‘social housing’, a ta canoni insostenibili, aumentati del 100% in regime convenzionato, è imperniata sugli inve- un decennio, mentre cresce il numero di alloggi stimenti immobiliari privati che vengono effet- sfitti, usati come investimento immobiliare per tuati solo se sono compensati da adeguati gua- lucrare sui guadagni di capitale, favorito anche dagni derivanti dalla vendita o dalla locazione, dagli sgravi fiscali operati dal governo Monti. e sono perciò, nell’attuale situazione di crisi e Il Fondo di sostegno dell’affitto (Fsa) è stato di di connessa perdita di capacità economica elle fatto azzerato. famiglie, esigui o inesistenti. Neppure il tenta- Con la crisi i Comuni hanno scelto, per rim- tivo di agire attraverso la leva finanziaria con i pinguare le loro stremate finanze, di sfruttare Fondi comuni di investimento immobiliare (L. la ‘leva della rendita finanziaria’, sviluppan- 133/08), imperniati sul Fondo investimento do gli oneri di urbanizzazione attraverso l’au- abitativo (Fia) della Cdp Investimenti sgr, che mento delle concessioni edilizie e dei volumi prevedeva la costruzione di 100mila alloggi, è edificabili, favorendo l’assalto speculativo del riuscito a risolvere il problema di accessibili- territorio con una espansione spesso priva dei tà economica, producendo edilizia popolare a servizi minimi indispensabili per garantire il costi sostenibili, con un ‘tasso di sforzo’ com- normale svolgimento della vita degli abitanti. patibile, e a ridurre i costi abitativi, perché è Anche la riforma dello Iacp ha trasferito la sua rimasto solo sulla carta a causa dei rendimenti attività alle Regioni, determinando una forte troppo alti per gli investitori. Il Fondo di so- eterogeneità di situazioni: alcune sono rimaste stegno alla locazione, costantemente ridotto, è Iacp (Campania, Puglia e Sicilia), altre hanno divenuto irrilevante. cambiato nome (Acer, Aler, Atc, Arpa, Arte, La recente manovra di Monti risulta partico- 9
larmente penalizzante per l’edilizia pubblica e che presenta situazioni diverse. Vi sono nuclei determina una ulteriore spinta alla privatizza- familiari che possiedono i requisiti per aver di- zione, perché il patrimonio edilizio pubblico, ritto a un alloggio pubblico, ma l’offerta è enor- già soggetto ad una tassazione elevata, contrad- memente inferiore alla domanda. Vi sono poi dittoria con la sua finalità sociale, è stato ulte- le famiglie che non hanno i requisiti reddituali riormente penalizzato perché mentre prima si per l’edilizia pubblica ma che non sono neppu- applicava la tassazione come sulla prima casa, re in grado di accedere, per carenza di reddito ora viene applicata quella della seconda casa, e per mancanza di offerta, al mercato privato assai più gravosa. e che dunque richiederebbero una disponibili- Vengono così ulteriormente sottratte le risorse tà di edilizia convenzionata. Cambia anche la indispensabili non solo per nuovi investimenti richiesta in termini di tipologie abitative. Si ma anche per la manutenzione, portando così al va dagli anziani soli che hanno un’abitazione progressivo degrado del patrimonio abitativo troppo ampia e costosa dopo l’uscita dei figli o pubblico. Con l’introduzione dell’Imu le case la morte del coniuge e cercano una sistemazio- sfitte, usate come mera speculazione immobi- ne più piccola e consona alle loro esigenze, alle liare, sono state parzialmente detassate, favo- abitazioni attrezzate idonee agli anziani non rendone così la diffusione e disincentivando il autosufficienti e ai portatori di handicap, ecc. mercato dell’affitto. L’Imu è fortemente iniqua Anche altre tipologie familiari (giovani coppie, perché non è progressiva né modulata sulla immigrati, famiglie monoreddito, ecc.) richie- base del numero delle abitazioni possedute e derebbero una risposta di edilizia sociale oggi la cedolare secca assieme alla mancata riforma pressoché inesistente. del Catasto impedisce una più equa tassazione La ricerca del 2012 Offerta e fabbisogni di abita- degli immobili. zioni al 2018 in Lombardia ha rilevato l’insoste- nibilità strutturale della scelta privatistica, con La domanda il vertiginoso aumento degli sfratti e l’incon- abitativa odierna gruenza fra la situazione di emergenza e disa- Dunque, dopo anni di assenza o di scelte errate gio abitativo e la concomitante esistenza d’una della politica, troppo subalterna agli interessi quota elevata di abitazioni invendute dell’edili- speculativi delle immobiliari e della grande fi- zia libera (694mila abitazioni nel 2012 in Lom- nanza, che hanno determinato, prima della crisi bardia secondo Nomisma) a prezzi inaccessibi- odierna, una crescita senza precedenti dei prezzi li. Il 78% della domanda inevasa si concentra a immobiliari, aumentando il rischio sociale, la Milano, Monza, Brescia, Bergamo e Varese. questione abitativa è tornata fra maggiori pro- Le conseguenze sociali dell’attuale disagio blemi dell’odierna società con profonde conse- abitativa sono devastanti. Uno degli effetti di guenze sulle condizioni di vita. questa situazione è la presenza, tanto depreca- A fronte di un continuo aumento del fabbiso- ta, dei ‘bamboccioni’, come sono stati definiti gno, a causa del crescente disagio abitativo che i figli ultratrentenni che vivono con i genito- deriva soprattutto dalla crisi che riduce il pote- ri, non riuscendo a trovare, anche a causa della re d’acquisto e peggiora la situazione economi- diffusione del precariato, abitazioni in affitto ca di un numero sempre più vasto di famiglie, o acquistabili a costi accessibili, e ciò influisce che non trovano risposte in un mercato priva- sulla caduta del tasso di natalità del paese, fra to scarso e con costi insostenibili: vi sono oltre i più bassi del mondo, sulla strada del suicidio 600mila domande inevase, mentre i fondi gia- demografico, perché la precarietà riduce il nu- centi presso le Regioni restano inutilizzati. mero dei matrimoni e della conseguente pro- La domanda di abitazioni è oggi molto diversi- creazione e dopo quell’età il matrimonio non ficata, non solo per ragioni di reddito, ma anche lascia spazio ad un secondo figlio, indispensa- per i cambiamenti intervenuti nella situazione bile per evitare il collasso demografico del pa- sociale e riguarda non solo l’acquisto, ma an- ese, che neppure l’immigrazione riuscirà, nel che l’affitto a canoni socialmente calmierati, tempo, a colmare. 10 Numero 5/6 • Maggio-Giugno 2013
Come aumentare meland ecc.) e alimentate da una incontenibile l’offerta di abitazioni immigrazione dalle campagne, che concentrano Occorre aumentare l’offerta di case popolari in sé, assieme alla miseria e al degrado sociale, (Erp), a partire dal recupero degli immobili tutti i maggiori attuali problemi dell’umanità. pubblici non utilizzati, che necessitano di ri- Occorre riflettere sulla natura ambivalente strutturazioni edilizie e di efficientamento ener- delle città. Con la globalizzazione finanziaria getico. Il patrimonio edilizio italiano è vecchio le città sono divenute i nodi d’una rete globa- (il 55% in media, ma il 75% delle abitazioni le interconnessa e sono, secondo l’Onu, il vero delle aree metropolitane supera i 40 anni, con- motore dello sviluppo della civiltà, assicurando siderati la soglia per la necessità di interventi di il progresso sociale ed economico, lo sviluppo recupero) e in cattive condizioni (un quarto de- della conoscenza, dell’arte, dell’industria e del gradato e il 50% mai interessato da interventi); commercio, producendo ben oltre la metà del il patrimonio abitativo di proprietà degli anzia- Pil mondiale. Costituiscono il fulcro dell’evolu- ni soli (nove milioni di abitazioni) è spesso so- zione politica e sociale (basta pensare alle “pri- vradimensionato rispetto ai loro bisogni. Assai mavere” del mondo islamico), finanziaria e tec- importante è anche la riqualificazione energe- nologica. Le forme urbane sono una espressione tica finalizzata al risparmio (le case rappresen- della struttura sociale. La forma urbis, ovvero la tano il 40% dei consumi totali e il 50% delle struttura della città classica non era una sempli- emissioni di Co2) e la messa in sicurezza degli ce espressione spontanea delle forze economiche edifici (il 70% degli edifici sono a rischio sismi- ma il prodotto di un piano come espressione ar- co o idrogeologico) data la particolare fragilità monica di un equilibrio sociale che intendeva del territorio italiano. Particolarmente grave è mantenere un preciso equilibrio fra urbs e ci- l’abusivismo edilizio, premiato dai successivi vitas, fra dimensione fisica e sociale, fra corpo frequenti condoni, effettuati per fare cassa e per ed anima della città, contemperando economia alimentare le clientele politiche, che ha deva- e politica, pubblico e privato, appartenenza e stato in particolare le coste italiane. Un’azione partecipazione. Ciò era consentito dal fatto che di risanamento, riqualificazione e messa in sicu- il suolo urbano era, nella maggior parte delle rezza avrebbe conseguenze positive importanti città europee, di proprietà comune della città o sulla crescita economica e l’occupazione. delle pubbliche autorità, che ne cedevano l’uso per la costruzione della città, evitando così la La questione urbana speculazione fondiaria. Il problema dell’abitazione non può essere inte- Ma la capacità della città nel creare benessere so e risolto se non come parte d’un contesto ur- s’è interrotta con l’ondata neoliberista a parti- bano, economico e politico, più vasto. Il mondo re dagli anni ’80, sotto la pressione della ren- si è complessivamente urbanizzato. L’esplosione dita speculativa finanziaria e immobiliare che, demografica ha portato ad una massiccia urba- spingendo alla crescita del valore dei terreni, è nizzazione che rappresenta il solo modo in cui il stata la causa del dilagare della ‘città mercato’ mondo è in grado di sopportare l’enorme crescita nel territorio circostante, con una espansione demografica, inducendo la maggior parte della anarchica, tumultuosa e disordinata, apparen- popolazione mondiale a concentrarsi nelle città. temente casuale ma del tutto funzionale alla Verso la fine del secolo scorso s’è consumata una rendita urbana che, secondo l’Onu, è la causa tappa fondamentale della storia umana, che ha del deterioramento ambientale responsabile del visto la popolazione urbana del pianeta superare 25% di tutte le morti precoci nel mondo. Mez- per la prima volta quella rurale, con il prolifera- zo miliardo di abitanti delle città sono senzatet- re di megalopoli dove le scintillanti vetrine dei to (Habitat Onu) non solo nel terzo mondo, ma grattacieli del centro nascondono una realtà di anche nell’Occidente industrializzato. Il capita- sterminate e informi periferie spesso degrada- lismo finanziario ha imposto invece il primato te e prive di qualsiasi servizio, dominate dalla assoluto della rendita come principio regolatore criminalità (bidonvilles, favelas, township, ho- universale, mettendo a profitto la città sulla base 11
dei principi liberisti del laissez-faire, liberando- Indovina), che produce una patologia urbana, si dei lacci e laccioli delle regole urbanistiche e caratterizzata da una destrutturazione sociale. sociali che erano state imposte dal governo de- L’urbanizzazione selvaggia ha prodotto la me- mocratico della città, allentando la connessione galopoli, che non forma un tessuto ininterrotto, fra processo economico-sociale, bisogni collettivi e or- ma è un insieme articolato di aree metropolitane ganizzazione dello spazio (B. Secchi) e spezzando all’interno di una stessa unità funzionale e socia- sia l’armonia fra urbs e civitas, fra città fisica e le, la ‘regione metropolitana’, come sistema ur- comunità, ma anche fra urbs e polis, fra la di- bano aperto, una città diffusa, caotica e dilagata mensione fisica e quella del governo della città, nel territorio, con una policentralità comples- con un’espansione che ha superato la trama dei sa di brandelli urbani dispersi ed indecifrabili, vecchi confini amministrativi, lasciando spazio privi di qualsiasi perimetrazione, di identità e alla speculazione ed all’assenza di norme con la significato dove svanisce la differenza fra intra- conseguente rottura dell’organismo sociale e muros ed extra-muros, fra interno ed esterno, fra l’avvento del disordine urbano come organizza- centro e periferia, fra città e campagna. Non zione spaziale nata dal mercato per l’assenza di si sa più dove la città comincia e dove finisce, un controllo pubblico e sociale, determinando tutto si dissolve in una conurbazione nebulosa un assetto caotico, una crisi di razionalità della di frange urbane. Scompaiono i luoghi pubblici città. In particolare la privatizzazione del regi- e aperti, gli spazi di incontro, costitutivi della me dei suoli è il fenomeno più grave in quanto comunità e le periferie suburbane sono strut- la trama delle lottizzazioni e dei confini pro- turate attorno ai grandi assi autostradali dove prietari diviene una soffocante camicia di Nes- si diffondono i non-luoghi e i luoghi-altri (atopie so entro cui è costretto lo sviluppo della città, ed eterotopie, secondo Michael Foucault) ovvero con una mercificazione del territorio e la riduzione clonazioni seriali di un modello identico, prive a merce della qualità dell’ambiente metropolitano (F. di radicamento e identità. (ipermercati, disco- densità urbanistica 12 Numero 5/6 • Maggio-Giugno 2013
teche, stadi, aeroporti, ecc.) frequentati da una raccordate in sistemi ma indipendenti fra loro, folla solitaria ed anonima, incapace di qualsiasi come in particolare nel Veneto e nel centro Ita- interscambio reale, senza alcuna vera interazio- lia ove l’identità urbana, legata al patrimonio ne sociale ed emotiva. storico resta ancora integra pur se parzialmen- Si delinea una nuova gerarchia delle esclusioni. te degradata da una proliferazione periferica e I nuovi centri commerciali sono accessibili solo dalle disseminazione di edifici nella campagna. in auto e i servizi in linea esigono strumenti e Milano è considerata l’unica metropoli italiana competenze informatiche che genera la ‘frattura a livello internazionale, con circa cinque milio- digitale’ fra chi è in grado di accedervi e chi no, ni di abitanti, ma in tale lettura i suoi confini principalmente quegli anziani che già soffrono si spingono ben oltre la provincia metropoli- di solitudine e isolamento e non dispongono tana, investendo gran parte della Lombardia, neppure di un’auto per gli acquisti e sono per- con una città lineare addensata sulla fascia ai ciò esclusi anche dai nuovi centri di aggrega- piedi delle Prealpi, da Varese a Como, Milano, zione costituiti dai centri commerciali. Tutto Monza, Lecco, Bergamo e Brescia, che si spinge ciò dà una connotazione nuova e diversa, assai con le sue propaggini meno dense verso Pavia, più profonda ed escludente alle nuove miserie, Piacenza e Cremona: un territorio, dunque, del contemporaneamente economiche, relazionali, tutto privo di una programmazione e di un go- sociali. Ma è anche il fallimento dell’urbanisti- verno unitario. ca come progetto di ricomposizione organica, di controllo normativo, qualitativo e funziona- Il fallimento le, della città. del razionalismo urbanistico Pur senza giungere a tali fenomeni parossistici, Si registra una crescente e sempre più incol- dopo gli anni ’50 e in particolare negli anni ’70, mabile distanza fra le costruzioni progettate anche le città italiane, che per secoli avevano dai grandi maestri del Movimento Moderno e mantenuto la loro fisionomia storica a misura le attese della gente che le abita. Hanno cre- umana, in uno stretto rapporto fra urbs e civitas, ato opere d’autore come il Bofill di Parigi, la fra la città materiale e la società civile che l’abi- Maison d’Habitation di Marsiglia, ma anche lo ta, come un’eredità preziosa del Rinascimento, Zen di Palermo, il Corviale e Tor Bella Mona- universalmente apprezzata come uno dei punti ca, Laurentino 38 di Roma, le Vele napoletane di più alti della civiltà, sono dilagate nel territorio Scampia, e tanti altri, ma hanno generato ca- in modo epidemico e patologico, con la prolife- daveri, strutture senz’anima, deserti sociali che razione dell’abusivismo. Anche le città italiane sono saliti agli onori della cronaca nera e degli sono investite da una crisi strutturale profonda, studi sociologici sugli scempi sociali prodotti sebbene meno esplicita, più dissimulata, che da una scelta urbanistica sbagliata, in cui s’è in- deriva dalle politiche urbanistiche degli anni terrotto ogni rapporto di identificazione fra la ’50, dal permissivismo clientelare e dal mal- struttura edilizia e i suoi abitanti. Come è stato governo municipale, che hanno prodotto una osservato, è più ricco di vita il cimitero abitato del degenerazione speculativa rispetto ai principi Cairo (Salzano). Il punto di maggior crisi delle di armonia con il territorio, l’ambiente e la sto- vivibilità delle città coincide dunque proprio ria. Ma le città italiane mantengono una grande con il periodo in cui la città è divenuta, a segui- forza simbolica che deriva dal peso del loro pa- to delle impostazioni teoriche dell’architettura trimonio storico, artistico ed ambientale. razionalista, un sistema ingegnerizzato, fondato Non esistono in Italia vere megalopoli e gli epi- su di un modello tayloristico, più congeniale a sodi di città diffusa riguardano l’area napoleta- una edilizia industrializzata (sul modello della na e le città essenzialmente lineare, incardinate ville radieuse, ville contemporaine, città del futuro) sui grandi corridoi di comunicazione, attorno composta da edifici seriali che si replicano iden- alla Padana superiore, alla via Emilia, alla costa tici in blocchi e quartieri per definire comples- nord-adriatica, ligure-toscana e pugliese. Al- sivamente una identità urbana uniforme e mo- trove esiste una costellazione di piccole città, notona, scandita dalla griglia geometrica degli 13
vi di umanità e spesso anche di servizi adeguati, inseriti come corpi estranei nelle periferie senza esservi strutturalmente ricuciti, hanno sconvol- to ulteriormente il tessuto urbano, slabbrandolo e fratturandolo, divenendo veri e propri ghetti, separati dal resto della città, privi di una pro- pria fisionomia comunitaria e dominati dalla criminalità. Grandi interventi di rigenerazio- ne urbana, sono stati spesso sviluppati in senso Zen, Palermo verticale, con la moltiplicazione delle cubatu- re, rispondente alle esigenze della speculazione edilizia, fondiaria e finanziaria e delle connesse clientele politiche, spesso criminose (vedi il le- game fra assessore all’edilizia e la n’drangheta alla regione lombarda). Il razionalismo ha fal- lito nel creare un ambiente nel quale la gente trovi il pieno orientamento fisico e psichico, vale a dire un ambiente nel quale si senta a casa (E. Kube). Case e strade aggiunte in modo additivo senza lineamen- ti comunitari, non creano comunità organizzate, non Corviale, Roma richiamano in noi un senso di comunità vera, in sé equilibrata. La mera costruzione di abitazioni non crea comunità organiche. La dimensione spersonaliz- zata ha determinato un crescente disinteresse sociale che ha minato le relazioni comunitarie, diffondendo irresponsabilità e solitudine sociale (W. Gropius). La questione abitativa non può essere dunque disgiunta da una gestione più complessiva del territorio urbano, in termini di coesione sociale, appartenenza comunitaria, sicurezza e qualità della vita. Anche questo aspetto della socialità ha subito una progressiva erosione in termini di infrastrutture e servizi, a causa delle politi- Le Vele, Scampia che neoliberista e della continua sottrazione di risorse alle amministrazioni territoriali, sempre allineamenti edilizi su trame astratte, secondo più incapaci di rispondere all’invecchiamento tracciati regolari e ripetitivi. Ha un effetto mo- della popolazione e alle crescenti domande di notono, rigido e freddo che ignora le esigenze benessere e salute. La penuria di risorse si ri- e i bisogni degli abitanti con una estraniazione percuote nelle carenze della manutenzione (il- dal contesto sociale che cancella preesistenze, luminazione, marciapiedi, strade, aree verdi, relazioni e valori, e produce città alienate, che con la sindrome del vetro rotto che diffonde insi- sono prigioni per il corpo e sepolcri per l’anima (Ru- curezza e paura), si accentua il degrado urbano skin). Non è possibile raggiungere per questa delle periferie e l’inquinamento, si riducono i via una visione integrata d’insieme, perché non servizi di prossimità, si moltiplicano le aree di si pone neppure il problema di ricomporre urbs inaccessibilità (per anziani, bambini e disabili), e civitas. Questi progetti giganteschi di politi- si riducono gli spazi di aggregazione, sempre che spesso incompiute di riqualificazione urba- più sostituiti dai non luoghi (ipermercati, centri na e di edilizia popolare, costruiti come veri e commerciali, discoteche) caratterizzati da folle propri monumenti urbanistici, ma algidi e pri- solitarie, prive di rapporti affettivi, mentre la 14 Numero 5/6 • Maggio-Giugno 2013
solitudine accresce, ben al di là della realtà, la delle facciate, il miglioramento della mobilità, percezione di insicurezza e disagio. la riqulificazione energetica, e soprattutto una Presupposto di qualsiasi programma edilizio pubblico maggior partecipazione dei cittadini al miglio- dovrebbe essere una sana pianificazione comunitaria ramento della comunità locale. da parte degli enti urbanistici locali. Per stimolare La complessità della politica urbanistica esige l’interesse e lo spirito comunitario occorre sviluppare lo un approccio sistemico, di lungo periodo, in spirito di responsabilità di ogni cittadino, facendolo una prospettiva almeno cinquantennale, che è partecipare attivamente agli affari locali. La diret- oggi al di fuori delle preoccupazioni immediate ta partecipazione alla vita organica della comunità e contingenti delle amministrazioni che si suc- diverrebbe una funzione naturale di ogni cittadino e cedono. Esiste dunque un problema di governo lo proteggerebbe contro solitudine ed isolamento (W. delle metropoli e del territorio che ha trovato Gropius). Non basta progettare un’architettu- finora in Italia risposte del tutto insufficienti, ra, occorre offrire la capacità di abitare i luoghi, con un’assenza di strategie politiche fino agli di riconoscersi in essi, di costruire una comu- anni ’90, seguita da una successiva frammenta- nità, una società, una identità, riconquistando, zione degli interventi. Nell’87 era stato creato ambientalmente e socialmente, una dimensione il ministro senza portafoglio delegato per le aree umana alla città, ricomponendo urbs e civitas, urbane, poi soppresso per mancanza di fondi, trasformandola in un organismo vivente. per cui oggi l’Italia è l’unico fra i paesi europei Di fronte ai disastri sociali prodotti è cresciuta ad essere privo d’un ministero per le aree urba- la tendenza alla demolizione di questi agglo- ne. L’ex ministro Fabrizio Barca ha cercato di merati, ma una indagine condotta da Cgil, Spi, rimediare a questa carenza, istituendo il Cipu Suinia e Auser a Tor Bella Monaca nel 2011 ha (Comitato Interministeriale per le Aree Urba- evidenziato invece un rifiuto della demolizione ne) al fine di garantire un governo unitario del e la richiesta di una strategia di riscatto fondata problema urbano, coordinando gli interventi sulla diffusione delle aree verdi, la colorazione finora frammentati. densità popolazione 15
La città re progettare anche i luoghi ove si esprimono a misura di anziano i momenti di vita e di relazione dell’anziano, La società europea, e in particolare quella ita- intervenendo nello spazio della prossimità, di liana, è in via di rapido invecchiamento, per vicinato e di quartiere, con i percorsi pedonali l’effetto congiunto della riduzione della nata- attrezzati (verde, panchine, servizi igienici) per lità e dell’allungamento della speranza di vita: rendere accessibili i servizi pubblici, commer- l’indice di vecchiaia (numero degli ultrasessan- ciali e sociali. La garanzia di vivibilità deriva tacinquenni ogni cento giovani sotto i sedici da un’offerta di spazi sociali e verdi, di sicurez- anni) è salito al 147,2% nel 2012 e continuerà za, relazioni e partecipazione sociale all’inter- a crescere nei prossimi anni. Il notevole incre- no d’un pluralismo sociale che eviti i quartieri mento della popolazione anziana impone anche monoclasse. Occorre inserire, con una risposta un ampliamento dell’orizzonte degli interven- complessa e duttile, il bisogno di rassicurazione ti delle politiche di protezione e promozione degli anziani in un progetto di miglioramento sociale. Per questo la società europea dovrà della qualità della vita attraverso la riscoperta affrontare la sfida dell’invecchiamento, ma le di una dimensione solidale collettiva realizzata scelte finora operate sembrano andare nella di- attraverso interventi di architettura sociale sulla rezione opposta. qualità e vivibilità della vita urbana, con la de- Il problema principale è il superamento della finizione di politiche comunitarie che esaltino segregazione urbana e sociale degli anziani in gli aspetti relazionali, mantenendo l’anziano cui gioca un ruolo fondamentale il problema nel suo ambiente sociale (con i servizi di Assi- abitativo e relazionale, accanto a quello dell’as- stenza domiciliare integrata), valorizzandone il sistenza sociosanitaria. Secondo l’Oms l’abita- ruolo attivo nella comunità e nelle reti di vici- zione è uno dei principali fattori ambientali as- nato, sostenendolo con idonei servizi (contatto sociati alla speranza di vita, perché per la salute telefonico, banca delle ore, ecc.) e attrezzando fisica e psicologica dell’anziano è decisivo in- il territorio in modo che entro il raggio d’azione vecchiare nel proprio ambito di vita, senza esse- re sradicato dal suo contesto sociale e deportato in altre periferie o istituzionalizzato, con una conseguente deprivazione sociale che accorcia la sua esistenza. Occorre inserire l’anziano nella vita attiva della comunità, Per questo la domi- ciliarità è essenziale nelle politiche di sostegno alla vecchiaia: occorre portare il servizio di so- stegno a domicilio anziché spostare l’anziano, ma la situazione non è positiva in Italia, con un’assistenza domiciliare agli ultrasessantacin- quenni del 4.9% (5,3% in Lombardia) contro una media europea del 10% e del 20% nel nor- deuropa. È indispensabile una politica integra- ta di sistema, capace di coniugare le politiche abitative e urbanistiche con quelle sociosanita- rie e di contrasto alla povertà. La politica abitativa deve garantire case e città compatibili con le esigenze dell’intero arco di vita delle persone, per garantire un’abitazione accessibile, accogliente e sicura. Le case devo- no essere a misura di anziano, prive di barrie- re architettoniche e con spazi agibili anche in condizioni di non autosufficienza. Ma occor- 16 Numero 5/6 • Maggio-Giugno 2013
dell’anziano vi siano adeguati servizi, centri di socializzazione, ecc. Particolarmente importan- te è il coinvolgimento degli anziani in attività di solidarietà e d’impegno sociale come le pre- senze rassicuranti nei giardini pubblici e da- vanti alle scuole, la spesa quotidiana a coetanei impossibilitati a uscire di casa, l’accompagno, l’aiuto domiciliare, ecc. Tale attività di volon- tariato risulta poi particolarmente importante nei confronti degli anziani vittime di reato, che hanno subito traumi psicologici difficili da re- cuperare, poiché prevede un intervento che si protrae nel tempo, in sintonia con l’aiuto che possono fornire anche i servizi pubblici di so- stegno psicologico. Le strategie di intervento La questione abitativa inserita nella rivitalizza- zione del contesto urbano deve essere aggredi- ta contestualmente al piano generale, al fine di migliorare le disposizioni legislative correggen- do gli attuali errati orientamenti e di disegnare una politica fiscale che incentivi l’Erp, ma an- che sul piano locale per aprire una negoziazione sociale volta al miglioramento delle condizioni abitative e urbane e ad una maggiore partecipa- zione dei cittadini. È indispensabile ricompor- gli obiettivi generali, intende incidere sulla tra- re gli obiettivi di riqualificazione urbana con sformazione dell’Aler, per ridurne i costi buro- la rivitalizzazione della convivenza e solidarietà cratici, favorire il rilancio dell’edilizia residen- sociale come senso di appartenenza e di identi- ziale pubblica, garantendo però una sua presen- tà comunitaria capace di esprimersi dal basso, za nel territorio contro la volontà di accentra- a partire dalle proprie esigenze collettive, an- mento che sacrifica l’aderenza alle necessità del che attraverso la definizione di un programma e territorio e la partecipazione degli abitanti. Si della connessa piattaforma rivendicativa per la tratta di un nostro preciso impegno di lungo negoziazione sociale. periodo per la qualità dell’abitare la città e per Obiettivi prioritari sono quelli di evitare un la partecipazione sociale degli anziani alla sua ulteriore consumo di suolo coltivabile (pari in definizione e attuazione. Lombardia a 13 ettari al giorno), che è un bene sempre più scarso, operando per il recupero dei vecchi impianti industriali abbandonati, degli Note edifici pubblici inutilizzati e delle aree intersti- 1 Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, Patto internaziona- ziali o degradate, sulla base di criteri ambien- le sui diritti economici sociali e culturali, Convenzione europea per talmente ed energeticamente sostenibili. i diritti dell’uomo e le libertà fondamentali, Carta sociale europea, Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, Convenzione sui La Cgil ha lanciato la campagna nazionale La diritti dell’infanzia, Convenzione internazionale sull’eliminazione di casa e l’abitare, per una risposta complessiva e in ogni forma di discriminazione razziale, ecc. e negli impegni dei paesi Lombardia Cgil, Spi, Funzione Pubblica, Fillea aderenti alle Nazioni Unite sull’obiettivo di Sviluppo del Millennio (intervento per cento milioni di persone entro il 2020), impegno e Sunia hanno avviato una campagna, su cui in- della Strategia di Lisbona per l’inclusione sociale a livello europeo. tendono trovare anche una dimensione unitaria 2 Nelle costituzioni di Belgio, Finlandia, Grecia, Olanda, Portogallo, con le altre Confederazioni, che, oltre a indicare Svezia, e nelle leggi ordinarie di numerosissimi altri paesi. 17
La casa e l’abitare Alla negoziazione un ruolo importante Serena Sorrentino Segreteria nazionale Cgil Laura Mariani Responsabile Politiche abitative Cgil L’ abitare rappresenta una componente im- portante del grave disagio sociale che con- nota il nostro Paese. Si è modificata nel tempo gia partendo dai diritti, attraverso un progetto che affronti sia le emergenze, che i problemi strutturali. la domanda abitativa in relazione alla ridefini- La sostenibilità del mercato abitativo è sempre zione del contesto socioeconomico, sono cam- più condizione essenziale per la creazione e lo biati i flussi di mobilità delle persone, è diverso sviluppo di nuovi nuclei familiari, per l’attua- l’impatto che la proprietà ha sul patrimonio in zione di un percorso di autonomia sociale dei ragione di una fiscalità che andrebbe riorganiz- giovani, per il sostegno degli anziani e di nuove zata su principi equitari. domande, rappresentando, quindi, un terreno Da qualsiasi prospettiva la si affronti, il tema che obbligato d’intervento per la tutela dei redditi. ritorna è l’esposizione delle fasce più disagiate Le devono essere fornite integrando vari fattori della popolazione al rischio di povertà, area che si di intervento e considerando, cioè, le compo- amplia notevolmente con il perdurare di una crisi nenti economiche, sociali e territoriali. In que- che peggiora le condizioni reddituali delle fami- sto modo è possibile ricercare risposte ai bisogni glie, aumenta disuguaglianze, esclusione sociale abitativi, alla necessità di più ampia inclusione e che, come ha attestato recentemente l’Istat, co- sociale, di maggiore sostenibilità in termini mincia a interessare non solo gli individui con i di qualità e costi. Costituendo, nel contempo, redditi familiari più bassi ma anche coloro che grande opportunità di sviluppo e lavoro. dispongono di redditi mediamente più elevati, La politica abitativa, concepita come politica dei ponendo in seria difficoltà anche il ceto medio. redditi e politica di sviluppo, è uno dei grandi In questo quadro la questione abitativa, da de- temi affrontati nel Piano del Lavoro della Cgil. cenni relegata ai margini delle agende politiche Può rappresentare un grande campo di investi- nazionali e locali, senza veder affrontati i nodi mento e creazione di nuova occupazione e di svi- problematici e strutturali del settore, ma anzi luppo se la caratteristica che la orienta è l’innova- lasciando a dinamiche di mercato le soluzioni, zione: nella programmazione urbana, nella nuova è esplosa con drammaticità, portando alla luce edificazione e nel recupero della preesistente, nei forti criticità. Conseguenza soprattutto dell’as- sistemi di integrazione degli interventi urbani senza di intervento pubblico in un ambito che con quelli sociali, ambientali e di sviluppo. vede fortemente legate dimensione economica, dello stato sociale, dei consumi e dei diritti di La casa e l’abitare cittadinanza. una campagna nazionale Risulta evidente la necessità di un’inversio- La Cgil ha proposto una campagna naziona- ne di rotta che riaffermi come centrali i temi le, La casa e l’abitare, tentando di individuare dell’abitare. È necessario ricostruire una strate- possibili linee di intervento da rivendicare per 18 Numero 5/6 • Maggio-Giugno 2013
una nuova politica nazionale e locale. Lo stru- Le azioni necessarie mento della campagna porta con sé l’analisi, e le priorità individuate le proposte, i modelli di governance, ma so- • Riqualificazione del patrimonio esisten- prattutto le linee di contrattazione e azione su te, in termini qualitativi e funzionali, anche al cui rendere esigibile il diritto alla casa, come fine di aumentare l’offerta abitativa, contrastan- un pezzo di nuovo welfare ripensato per l’au- do ulteriore diffusione insediativa e consumo di tonomia delle persone, come nuovo campo di suolo, attraverso un piano di riqualificazione intervento pubblico e di qualificazione degli edilizia di ampia portata, deve valorizzare le ri- investimenti privati. sorse dei privati e quelle pubbliche. È necessa- Sui temi individuati la Cgil intende aprire il ria un’azione in grado di rimuovere le difficoltà confronto con le istituzioni, nazionali e locali. di accesso al credito. Possono essere utilizzati In questo contesto la negoziazione territoriale istituti di credito e fondi pensione, potenziati assume un ruolo importantissimo: può e deve, i fondi di garanzia e di rotazione, rafforzate le sostenendo scelte prioritarie, aggredire caren- Esco. È necessario che la detrazione del 55% ze e distorsioni del sistema di welfare, diven- per gli interventi di riqualificazione energetica tando anche lo strumento principale per rela- sia resa strutturale, estesa anche al patrimonio zionarsi con le amministrazioni locali su po- di edilizia pubblica e agli interventi di preven- litiche di sviluppo territoriale e partecipando zione antisismica. a scelte vitali per i cittadini. Il welfare locale • Sostegno al reddito delle famiglie, conte- (in particolare, quello abitativo) deve essere, nendo i costi connessi all’abitazione, attraverso in quest’ottica, parte integrante dei processi di una tassazione sulla casa che assuma caratteri rinnovamento, di riqualificazione e di espan- di maggiore equità: a fronte della discussione sione urbana. attuale la Cgil propone una misura straordi- 19
Milano naria, attraverso una più ampia esenzione dal ma pluriennale di edilizia sovvenzionata per pagamento dell’Imu sulla prima casa, che deve le famiglie in condizione di maggiore disagio. essere tassata solo per le abitazioni di mag- Può partire dai fondi ancora inutilizzati (1,8 giore valore o pregio. Tale misura per la Cgil miliardi di euro, come dichiarato recentemen- rappresenta il primo passo per l’introduzione te da Cassa Depositi e Prestiti) e dal rendere di un’imposta ordinaria sui grandi patrimoni, agibili gli immobili pubblici non utilizzati che progressiva, che deve agire sulle grandi ricchez- necessitano di ristrutturazione edilizia o effi- ze familiari, immobiliari e finanziarie, con una cientamento energetico: a questi devono essere più giusta compartecipazione a gettito da parte estese le detrazione fiscali e prevista l’esenzione dei Comuni. La Cgil ritiene inoltre necessario Imu per recuperate risorse da destinare alle ma- procedere alla revisione del Catasto, prevedere nutenzioni. detrazioni in base ai redditi, a tutela di fasce di • Edilizia sociale a costi sostenibili, biso- popolazione in condizione di particolare fragili- gna mettere in campo misure per l’attuazio- tà economica; prevedere aliquote agevolate per ne del Piano di edilizia abitativa, che rendano le case date in locazione a canone calmierato, al compatibili i canoni di locazione con i reddi- fine di favorire il canale concordato. ti delle famiglie, consentendo un rendimento • Aumento dell’offerta di alloggi in affitto accettabile per gli investitori. All’attuazione a canoni sostenibili, sia rilanciando l’edilizia del piano possono concorrere gli immobili di- sociale, con interventi di edilizia sovvenzionata smissibili a titolo non oneroso agli enti locali, e forme di social housing, sia agendo sul mer- secondo il processo di federalismo demaniale. cato privato attraverso misure che possano agire È indispensabile trovare meccanismi per una in direzione di un contenimento dei canoni e di riconversione degli alloggi invenduti, da ri- un ampliamento dell’offerta, favorendo l’emer- cercare in patti tra pubblica amministrazione, sione del nero. forze sindacali e associazioni dei costruttori al • Edilizia pubblica, è necessario un program- fine di immettere questo patrimonio sul mer- 20 Numero 5/6 • Maggio-Giugno 2013
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