Cantieri d' - pista? - Cantieri d'alta quota
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7 Cantieri fre e Pr ine es s az d’ lta quota ag m Numero realizzato in collaborazione con Tutti in pista? Cantieri d’alta quota magazine | anno IV - n. 7 | aprile 2016 segnidartosedizioni
Sommario Editoriale Cari amici della montagna, dopo il positivo riscontro dello scorso nu- alle tendenze dell'industria turistica. Basti pensare, ad esempio, che in Svizzera già mero di questo Magazine, dedicato alla fi- da anni si cerca di capire come vendere 3 Il modello è cambiato, gura dei rifugisti, Cantieri d'alta quota in- la montagna invernale orfana della neve. facciamocene una ragione tende consolidare la collaborazione con L'occasione della pubblicazione è data Enrico Camanni la rivista mensile Dislivelli.eu pubblican- ancora una volta dalla presentazione de- do, nel corso dell'anno, due numeri spe- gli esiti del corso di Architettura e Com- 5 Cambia il clima... culturale ciali in co-produzione. L'obiettivo è quel- posizione architettonica dell'Università di Maria Anna Bertolino lo di allargare le vedute sul mondo della Trento che, sempre sotto la fattiva egida 6 Francia: gatti delle nevi con GPS montagna in tutte le sue implicazioni con di Accademia della Montagna del Tren- Carlo Carmagnola l'ambiente costruito e con i segni dell'an- tino, quest'anno è stato dedicato alla ri- tropizzazione. Allargare dunque progres- configurazione dello chalet dello Spinale, 8 Piccole stazioni invernali sivamente lo sguardo dai rifugi e bivac- nel comprensorio sciistico di Madonna di virtuose crescono chi a qualsiasi presenza edilizia in quota Campiglio. I lavori degli studenti sono stati Giorgio Daidola e alle sue implicazioni economiche, sociali compendiati in una mostra itinerante pre- 10 Toh, lo slittino in Sud Tirolo! e culturali. Uno sguardo che dev'essere sentata in anteprima alla 64° edizione del Andrea Omizzolo necessariamente critico, ovvero distac- Trento Film Festival. cato, al fine di valutare le ragioni, l'utilità, Buona lettura! 11 L'alternativa c'è: 3 casi piemontesi i pro e i contro che riguardano qualsiasi di offerta sciistica «artigianale» intervento o cantiere. Non vorremmo in- Simone Bobbio fatti essere fraintesi, a partire dalla nostra 13 Lo sci istintivo dei Montagnard denominazione: per noi “cantiere” va in- Daria Rabbia teso in un'accezione ampia di “laborato- rio” e “spazio di riflessione” interno a prati- 14 Aree di partenza degli impianti: che che si auspicano buone e che magari proposte di riqualificazione implicano forme di gestione del territorio Vincenzo Cribari, Giorgio Tecilla votate alla completa preservazione di una 16 Architetture sperimentali, condizione naturale. ieri e oggi Ecco perchè in questo primo numero Stefano Girodo, Roberto Dini speciale c'interroghiamo sul futuro del- le stazioni sciistiche (funivie escluse, cui Luca Gibello 20 Chalet FIAT, 24 temi per il domani Nato a Biella (1970) e residente a Torino, dedicheremo un successivo approfondi- Riccardo Giacomelli dove si è laureato al Politecnico nel 1996. mento), in relazione ai mutamenti climatici Storico dell'architettura e giornalista, è di- e della cultura turistica. E lo facciamo non rettore de “Il Giornale dell'Architettura” non- solo guardando agli aspetti architettonici chè fondatore e presidente di Cantieri d'alta quota ma, soprattutto, appassionato alpini- ma appoggiandoci allo sguardo di Disli- sta (dilettante) velli, attento alla fenomenologia sociale e Pubblicazione realizzata con il contributo di: Cantieri ine az d’ lta quota ag m Rivista free press Editore Grafica Anno 4 - N.7 segnidartos® edizioni e impaginazione Aprile 2016 Giorgio Masserano Direttore Sede responsabile Immagine di copertina Associazione Cantieri d’alta quota Luca Gibello Sciatore solitario viale Cesare Battisti, 21 - 13900 Biella Redazione sulla pista del Ventina T +39 015 3700719 Roberto Dini a Cervinia. (Foto www.cantieridaltaquota.eu Stefano Girodo Stefano Girodo) redazione@cantieridaltaquota.eu Marcello Lubian facebook: cantieri d’alta quota Giorgio Masserano Carlo Olivero ISSN 2420-9260 2
Il modello è cambiato, facciamocene una ragione Di tutte le ipotesi possibili sul turismo alpino una sola è certa: si salverà chi ha protetto l’ambiente e il territorio, affiancando il bene naturale con il dono dell’accoglienza, della socialità e A della vivacità culturale tutt’oggi manca una storia del turismo alpino e si continua a vive- considerato un paria rispetto allo sciatore firmato, oggi è il libero re di immagini consolidate, false convinzioni e luoghi comuni. Per escursionista che va dove vuole a costo e impatto zero. capirci di più bisogna andare indietro di almeno duecento anni, Al di là delle contingenze climatiche ed economiche, che costrin- per scoprire che in due secoli il turismo ha rivoltato la montagna geranno gli amministratori e i contribuenti a investire capitali sem- dal punto di vista fisico e culturale, con un processo tutt’altro pre maggiori per mantenere l’industria artificiale dello sci, si profi- che lineare. Dalla scoperta pionieristica dell’Ottocento, spesso la un’evidente diversificazione dei gusti e delle attitudini di chi va intrecciata con l’alpinismo, si è passati alle elitarie villeggiature in montagna in inverno e in estate. Non c’è più il turismo alpino, ci del primo Novecento, agli attendamenti popolari del Ventennio, sono molti turismi che talvolta convivono, altre volte confliggono, alle prime stazioni moderne e alla diffusio- ne dello sci, il rivoluzionario attrezzo che rovesciando il paradigma della montagna tradizionale (il pendio diventa fonte di pia- cere!) anticipa il turismo di massa degli anni sessanta e settanta. Il modello è entrato in crisi alla fine del No- vecento e dopo il rovente 2003 è cambia- to il mondo, anche se fatichiamo a racca- pezzarci. Innanzi tutto è cambiata la mon- tagna dello sci: con il riscaldamento glo- bale non promette più la neve alle medie quote e richiede ovunque l’uso dei canno- ni. Da almeno quindici anni, in Svizzera e in Austria, gli esperti prevedono che sotto i 1500 metri lo sci scomparirà e adesso la verità è sotto gli occhi di tutti. Le Alpi hanno mutato paesaggio e colori, con l’a- vanzata della vegetazione e la ritirata della Rifugio Casa Canada in val Noce, Torino (foto archivio Casa Canada) neve. Dilaga il verde e scompare il bianco. Oggi lo sci è al 90% un’industria artificiale, appesa più che mai al altre volte ancora s’ignorano. La monocultura turistica non solo consumo energetico e alle risorse idriche. Inoltre lo sci di discesa non paga più, ma diventa un grave handicap quando acconten- è una disciplina “sintetica”, nel senso che ogni suo ingrediente è ta un’unica categoria di utenti allontanando gli altri. Le stazioni il risultato di un processo di sintesi teso a ottimizzare e omologa- capaci di futuro sono quelle che non hanno annullato la vocazio- re il prodotto, con risultati uguali e certi per ogni praticante: neve ne alpina e alpinistica in favore del turismo di massa, salvaguar- programmata, piste larghe e lisce come autostrade, impianti ra- dando l’ambiente, il silenzio, l’«identità» storica e le occasioni di pidissimi che annullano i tempi d’attesa, attrezzi sciancrati che esperienza estetica e ricreativa per i loro ospiti: dall’escursioni- garantiscono il raggio di curva. Lo spazio per l’invenzione perso- smo allo sci di fondo, dalle bellezze architettoniche alle figurazio- nale è ridottissimo e l’emozione è pianificata; prendere o lasciare. ni artistiche, dalla cucina a ogni forma di cultura. Il turista con- C’è chi lascia, e sono in tanti, e non solo per i costi sempre più temporaneo ha sempre più bisogno di essere guidato da mano alti dei biglietti giornalieri e stagionali. Spesso si lascia per ritro- esperta ed è sempre più riluttante all’intruppamento. Si riducono vare quel minimo sindacale di avventura che lo sci di pista non le differenze culturali tra chi abita la montagna e chi la frequenta, permette più, avvicinandosi a discipline storiche come lo scialpi- aumentano le competenze, i gusti, le stravaganze, anche le de- nismo o a pratiche ritrovate come le ciaspole. Una volta chi sa- vianze. Il modello turistico è sempre più complesso e solo quei liva in neve fresca con le racchette da neve o le pelli di foca era luoghi e quegli operatori che hanno mantenuto un buon margine 3
B&B La Peiro Douco in val Chisone, Torino (foto D. Rabbia) di manovra possono competere con le sfi- l’ambiente e il territorio, affiancando il de e le incognite del futuro. bene naturale con il dono dell’accoglien- Nessuno sa come andrà a finire, anche za, della socialità e della vivacità culturale. se è prevedibile che le Alpi, cintura verde I recinti e i condomini non hanno futuro, Enrico Camanni dell’Europa, saranno sempre più frequen- ma neppure la meccanizzazione esaspe- Torinese (1957), ha fatto studi di storia ed è approdato al giornalismo attraverso l’al- tate per ragioni climatiche, economiche rata, il dominio dell’automobile e la mon- pinismo. Ha scritto molti libri e fondato due ed ecologiche. Di tutte le ipotesi possibili tagna travestita da città. Il modello è cam- riviste: “Alp” e “L’Alpe”. È vicepresidente una sola è certa: si salverà chi ha protetto biato, facciamocene una ragione. dell’Associazione Dislivelli. OVERALL VIEW Y TR T A A N ARE ARE N URA N T BE + BE + A S AL IO IN A A +P RO E RO E PT PO ARE ARE M IC E E G G A R G G ST S A RA A RA N EN AT PE UN UN ER RO CH RE FO RE RD RD D D W O CH W O ET FL EE W O CE LO LO BE BE TE ST IN ST TM IL K IT O TO K SH SLHWMHJ[VY`P[ NIGHT 1 DAY NIGHT 2 TOILET Fornitori di tecnologie per: - stazione alpina LEAPrus al monte Elbrus (4000 m) - nuovo bivacco Giannantonj all’Adamello (3168 m)
Cambia il clima... culturale Si sta delineando una possibile differente proiezione delle località di montagna, emancipate dalla monocultura dello sci I da discesa n questo avvio di 2016 non si possono non turistiche per il modello precedente ma un progetto di ricerca condotto dall'au- mettere in evidenza gli importanti cambia- che "usano" la propria storia, cultura e na- trice e finanziato dalla Fondazione Gio- menti che stanno investendo le Alpi e che tura come risorse per proporsi sulla scena vanni Goria e dalla Fondazione CRT col affiancano quelli climatici, particolarmente globale. Una vera e propria rivoluzione an- bando “Talenti della società civile” - edi- evidenti. Si tratta infatti dei cambiamenti tropologica che segna la fine del predomi- zione 2015) ha sottoposto due questiona- culturali, i quali ci indicano una possibile nio della pianura e apre scenari inediti di ri- ri, rispettivamente per le strutture ricettive differente proiezione delle località di mon- definizione d'identità multiple, com'è stato aderenti e per gli utenti iscritti online, i cui tagna, emancipate dalla monocultura del- nel passato antecedente l'era moderna. E risultati hanno delineato un quadro in con- lo sci da discesa. a farsi portavoce di queste identità multiple trotendenza, con alcune grandi statistiche In particolare il primo decennio degli anni sono coloro che non si lasciano incasella- che vorrebbero analizzare l'intera monta- 2000 ha visto svilupparsi un nuovo modo re dall'esterno, sono i montanari per nasci- gna italiana prendendo a campione solo i di essere in montagna, nel quale l'abitante ta e quelli per scelta, i giovani e gli anziani, grandi comprensori sciistici. e il turista s'influenzano a vicenda, incre- una massa critica che si dà voce mediante Sulle motivazioni che spingono il turista a mentando un sano rapporto di conoscen- iniziative, prese di posizione e una politica permanere e visitare un luogo di montagna za che ha il merito di accrescere l'orgoglio locale capace d'incidere a livelli più ampi. vi è prima di tutto la necessità di essere a contatto con la natura, seguita dalla pratica sportiva, che vede soprattutto nelle pas- seggiate la pratica più diffusa. Dallo studio si evidenzia che l’affluenza nelle strutture turistiche è forte in estate, superando di molto quella invernale, facendo emergere il paradosso di un pensiero total ski. Il rimodulamento della domanda turisti- ca comporta la ridefinizione dell'offerta. Tenendo in considerazione che le voci di spesa per le quali il turista è maggior- mente disposto a investire sono il per- nottamento, i pasti e i prodotti locali, sep- pur con una disponibilità economica non elevata, occorre investire sulla qualità of- frendo però un turismo alla portata di tut- ti, lontano dal lusso a cui sono abituate alcune stazioni invernali che manifestano Casa vacanze di Bellino in valle Varaita, Cuneo (foto M. Bertolino) una forte decontestualizzazione territoriale ancorché sociale e culturale e, ora, anche montanaro del primo, per troppo tempo Ormai, sulla stampa nazionale, alle gran- climatica. sopito a causa della veste di "operaio" di località sciistiche si predilige la crona- del divertimento cittadino, e d'incentivare ca dei piccoli villaggi, con diatribe e diffi- il desiderio di scoperta del secondo, non coltà riguardo il mantenimento di negozi più fautore del mordi e fuggi domenicale. e di presidi sanitari e il problema dell'ac- L'agriturismo, il più recente bed&breakfast cessibilità sia fisica che virtuale; insomma, Maria Anna Bertolino Dottore di ricerca in scienze an- nonché l'intramontabile rifugio alpino sono la quotidiana lotta per non essere dimen- tropologiche, si occupa di te- forme di accoglienza a conduzione fami- ticati. Questo dovrebbe trovare conferma matiche alpine inerenti lo svilup- liare che ben si prestano a divenire le al- anche nella politica a livello nazionale, in po locale e collabora con l’as- ternative ai modelli in crisi del turismo di modo che si emancipi dal carattere spurio sociazione Dislivelli per la rete Sweet Mountains massa e delle seconde case. che la contraddistingue. Assistiamo oggi anche all'emergere di lo- Nella rete Sweet Mountains (www.sweet- calità nelle Alpi che non sono mai state mountains.it), un'indagine (nell'ambito di 5
Francia: gatti delle nevi con GPS Come si attrezzano a Col de Porte (1325 m, in Isère) si osser- va un riscaldamento significativo di 1.6°C cerca di ridurre il gap, con l’obiettivo di coprire il 40% entro il 2020. Tuttavia, non le stazioni sciistiche e una notevole riduzione dell’innevamen- si stratta di un sistema infallibile. I cannoni to naturale dalla fine degli anni 80 [Fig.1]. possono compensare il progressivo defi- transalpine per Malgrado una forte variabilità temporale cit di neve naturale solo se le risorse idri- (da un anno all’altro) e spaziale (tra diffe- che sono sufficienti e le temperature non fronteggiare i renti massicci), queste tendenze sono re- troppo elevate. Alcune stazioni sono già cambiamenti gistrate ovunque e confermano l’accele- costrette a produrre neve a temperature L razione del riscaldamento col finire del XX marginali comprese tra -2° e -5°C, con climatici secolo. Per il XXI secolo, i modelli climati- una degradazione del rendimento e un ci concordano nel prevedere un ulteriore conseguente aumento dei costi. riscaldamento. Per quanto concerne l’innevamento delle e stazioni sciistiche transalpine, con più di Le neve artificiale rappresenta chiaramen- piste, il lavoro di preparazione effettuato 10 milioni di turisti e 53,9 milioni di gior- te la prima stategia di adattamento agli ef- prima e durante la stagione sciistica rive- nate di sci vendute nel 2015, fanno del- fetti del cambiamento climatico. Rispetto ste un ruolo fondamentale: i gatti hanno il la Francia la prima meta mondiale per gli ad altri paesi alpini, la Francia ha un sen- compito di ripristinare ogni giorno lo stato sport invernali, davanti a USA (53,6 mi- sibile ritardo in termini di produzione di delle piste, aumentandone densità e re- lioni) e Austria (51,8 milioni). Ma anche la neve. Nel 2014, solo il 29% della super- sistenza e spostando la neve da zone di Francia si trova a dover fare i conti con ficie delle piste francesi era equippaggia- accumulazione (legate al passaggio de- il progressivo aumento delle temperature. to con cannoni, contro il 62% dell’Austria gli sciatori) a zone di erosione [Fig.2]. Al Analizzando le misure degli ultimi 50 anni (2009) e il 70% dell’Italia (2008). Oggi si fine di conservare la neve il più a lungo 6
possibile, le stazioni francesi stanno in- vestendo su nuove tecnologie legate alla battitura: in molte dispongono ormai di si- stemi GPS installati sui gatti che monitora- no il lavoro in tempo reale, misurando l’al- tezza della neve e ottimizzando traiettorie e volumi da spostare [Fig.3]. Adattarsi al cambiamento climatico signi- ficherà anche cercare soluzioni per limi- tare le conseguenze socio-economiche, prendendo decisioni rapide per far fron- te all'incerto futuro. In questo contesto, l’ANMSM (l'Associazione nazionale dei sindaci delle stazioni di montagna) ha ela- borato nel 2007 una carta che indica gli elementi cardine per lo sviluppo sosteni- bile delle stazioni (riduzione di emissioni di gas serra e d'inquinanti dei gatti delle nevi, ottimizzazione degli impianti di risalita, mi- FIG. 1 glioramento delle performance energeti- che delle installazioni elettriche). Parallela- mente, si cerca d'incrementare il fatturato estivo, pari in media ad appena il 5% di quello annuale, puntando sullo sviluppo di attività “4 stagioni” (mountain bike, para- pendio, trekking, etc.). FIG. 1: Misure di temperatura e altezza della neve a Col de Porte dal 1960 (tra parentesi, il livello di confidenza delle curve di tendenza). La diminuzione dell’altezza della neve (13 cm al decennio) è strettamente legata all’aumento delle temperature (0.32°C al decennio). [Immagine B. Lesaffre - Météo- France] FIG. 2: Misure di altezza della neve effettuate con laser-scan terrestre all’Alpe d’Huez. A sinistra, la pista appena battuta; al centro la pista la sera con le tracce degli FIG. 2 sciatori; a destra la differenza tra l’altezza della neve la sera e la mattina (le zone blu mostrano un’erosione e quelle rosse un’accumulazione). [Immagine dell’autore] FIG. 3: Tracce notturne dei gatti (linee viola) nella stazione di Méribel-Mottaret. [Immagine CGX] Carlo Carmagnola (Torino, 1981) cittadino italiano e francese, laureato in Fisica all’Università di Torino con un Master in Astrofisica all’Uni- versité de Grenoble. Dopo un dottorato al Centre d’etudes de la neige, è ricercatore pres- so la società Dianeige, dove si occupa di nivologia. Appas- sionato di montagna, cinema e videogame, è maestro di sci. c.carmagnola@dianeige.fr FIG. 3 7
Piccole stazioni invernali virtuose crescono Una geografia alternativa dello sci, dalla Francia all'Austria, Q passando per Trento e Bolzano uali sono le piccole stazioni invernali del- le Alpi che, anziché insistere sullo sci di massa scimmiottando le grandi (un vero suicidio!), sono capaci d'investire su uno o più dei loro punti di forza? Minschuns, rider Piero Ruffino, foto Giorgio Daidola C'è Laces, in Val Venosta (Bolzano), dove i finanziatori locali qualche anno fa han- no preferito chiudere i rubinetti con cui ve- nivano coperte le perdite e dedicarsi alla produzione di mele. Dopo anni di chiusura la bella notizia della riapertura. L'impianto è sempre di proprietà di un'associazione locale, cosa senza dubbio positiva. Parti- colare interessante, a Laces è stato deci- so il numero chiuso: il limite massimo è di 800 sciatori al giorno, per evitare il sovraf- follamento delle piste. La località viene in- fatti rilanciata come stazione di «pure na- ture ski», ossia basata «su un nuovo con- cetto di sci e di turismo sostenibile», sullo «slow ski», sulla clientela familiare. Si tratta La Grave di ottimi obiettivi anche se un po' gene- rici, su cui puntano ormai molte stazioni. rigorosamente senza piste battute: nes- Les Deux Alpes. Come è già successo ad Laces, splendido belvedere sulla Val Ve- sun cartello indicatore, nessun battipista, Alagna, altra mecca internazionale del fre- nosta, con discese facili, malghe ospitali, nessun super albergo con piscina e well- eride, finita nel carosello del Monterosa- possibilità di fuori pista e di gite di avvio ness, nessuna rete tipo guardrail auto- ski, dopo lo smantellamento della funivia allo scialpinismo, ha però tutte le carte in stradale lungo gli itinerari, nessun impian- in tre tronchi per Punta Indren, capolavoro regola per rispondere alle nuove strategie. to minore a turbare la logica delle lunghe ingegneristico di Giorgio Rolandi. Se que- Poi ci sono le stazioni che continuano a discese che la "télèphérique" permette. A sto succederà anche per La Grave sarà lottare per sopravvivere, che fanno di tutto La Grave, ultima utopia, si crede ancora davvero un grave lutto per il grande sci. per non entrare nella logica aberrante del- nella libertà assoluta di sciare responsabili Un'altra piccola stazione che sembra dar lo sci di massa, dei caroselli dello sci sin- sulla migliore polvere delle Alpi. I permessi fastidio a tutti, salvo a chi di sci capisce tetico. Come La Grave (Francia): la stazio- per il vecchio impianto scadono nel 2017 ancora qualcosa, è Pian dei Fiacconi in ne villaggio, la stazione internazionale del- e non ci sono i soldi per rifarlo. Creissels, Marmolada (Trento). Le analogie con La lo sci fuori pista, la stazione non stazione, diventato proprietario dell'impianto da lui Grave sono molte, anche qui si direbbe la mecca dei migliori freeriders del mondo. progettato, a 81 anni compiuti sta lottan- che il modello perverso dei grandi caro- Un'ardita funivia, costruita con i soldi della do anche nelle aule dei tribunali per cer- selli voluti da imprenditori senza scrupoli, comunità montanara dall'ingegner Denis care di mantenerlo in vita. L'ipotesi più re- nonché dai politici e dagli studiosi da loro Creissels nel 1976, copre un dislivello di alistica è che La Grave venga inghiottita foraggiati, non finirà di fare danni. oltre 1800 metri sciabili, esposti a nord, nel carosello dello sci sintetico della vicina Poche infine sono le piccole stazioni 8
virtuose che sono riuscite a consolidare il lunghi, dislocati in un vasto territorio do- La Kaunertal ha saputo riciclarsi in modo loro vantaggio competitivo, grazie ad un minato dal Piz Sesvenna, con possibilità intelligente, coinvolgendo tutta la valle e management sensibile, pragmatico, co- di discese fuori pista di prim'ordine. Tutti diventando la stazione perfetta per lo sci raggioso ed esperto: ad esempio Plan in gli itinerari fuori pista sono segnati da pa- di tarda primavera: quando le altre stazio- Val Passiria (Bolzano), dove le piste ven- line gialle e il sottobosco è tenuto pulito ni sono ormai chiuse la Kaunertal segna gono innevate con i cannoni quando ne- per evitare incidenti ai tantissimi freerider il tutto esaurito, alla faccia di quelli che cessario ma tutta l'energia per far funzio- che lo frequentano. Daniel Pitsch, diretto- ignorano le meraviglie dello sci primaverile nare la stazione proviene da una centrali- re della stazione da moltissimi anni, ma- e promuovono quello invernale, quando di na costruita sul torrente Pfelderer. In esta- estro di sci, è nato fra queste montagne. norma manca la neve... te il surplus di energia viene venduto all'E- È lui la mente della stazione. Sogna una nel e questo aiuta a far quadrare i bilanci. cabinovia per raggiungere gli skilift dal pa- Giorgio Daidola Torinese (1943), A Plan, delizioso piccolo villaggio a 1620 ese, anziché utilizzare uno skibus. Ma qui è docente di metri in cui non si va in auto ma solo a siamo in Svizzera, il finanziamento facile economia azien- piedi o in slitta, non si trova mai una ca- all'italiana per gli impianti di risalita non è dale e di gestio- mera libera;tutto esaurito inverno ed esta- previsto! ne delle imprese turistiche presso te, malgrado si sia riusciti ad aumentare i Un ultimo esempio vincente: una stazio- l’Università di posti letto da 350 a 420. L'anima di Plan ne diffusa lungo un'intera valle, con una ri- Trento, maestro è da sempre Luis Hofer, nativo del posto: cettività basata esclusivamente su struttu- di sci emerito. Giornalista, regista e attore in sue le idee della centralina, della lunga pi- re familiari, con impianti in alta quota che diversi film di sci e di montagna che hanno ricevuto premi nei principali festival. Colla- sta di slittino, dei chilometri di sentieri di funzionano fino a metà giugno, serviti da bora a «Ski Alper» come esperto di scialpini- neve battuta, del pattinaggio all'aperto. una strada privata per raggiungerli: si trat- smo e a «Bolina» come appassionato di vela Un'altra stazione in cui si vive un'atmosfe- ta della Kaunertal austriaca, non distan- d’altura. Il suo sogno rimane quello di vivere ra di altri tempi è Minschuns in Valle di Mo- te da Passo Resia. Ci sono sia impianti il mare e la montagna come un’unica avven- tura, in due mondi che si completano. nastero, un poggio soleggiato facilmente moderni sia skilift, entrambi progettati per raggiungibile da Glorenza ma in territorio servire itinerari di fuori pista e di freeride svizzero. Qui solo impianti leggeri, ossia di ogni difficoltà, con tanto di skibus per tre skilift poco impattanti, di cui due molto recuperare gli sciatori nei punti di arrivo.
Toh, lo slittino in Sud Tirolo! Anche nei grandi comprensori sciistici l'offerta si diversifica, intercettando L utenti alternativi e stazioni sciistiche alimentano i flussi tu- ristici in entrata in numerose vallate del- la Provincia di Bolzano, contribuendo al loro benessere economico. Parte della loro competitività è dovuta agli investi- Sarentino, sia per i grandi comprenso- sarà la sostituzione dell’attuale seggiovia menti che permettono oggi l’innevamen- ri come Plan de Corones in Val Pusteria. fissa a 4 posti “Laner” con una più moder- to artificiale dell’86% delle piste (Istitu- La stazione di Reinswald, ad esempio, per na seggio-cabinovia funzionale alla nuova to provinciale di statistica della Provincia intercettare gli amanti dello scialpinismo, pista per lo slittino lunga 750 metri che dal Autonoma di Bolzano ASTAT, 2015). Ciò che secondo l’ultima rilevazione disponi- rifugio Epircher-Laner condurrà fino alla consente alle stazioni di garantire la frui- bile effettuata da ASTAT nel 2011 sta con- stazione a valle della seggiovia. bilità di buona parte delle piste anche in quistando il favore di un numero sempre Anche Plan de Corones, pur forte dei suoi stagioni caratterizzate da scarse precipi- maggiore di persone, permette lo scialpi- 116 km di piste da sci e 32 impianti di ri- tazioni. Contestualmente però, per affron- nismo notturno in orari stabiliti due volte salita, ha ampliato la propria offerta turi- tare i cambiamenti climatici che affliggo- la settimana. Reinswald ha inoltre scel- stica rivolgendo un'attenzione particola- no anche le Alpi, non subire passivamen- to di puntare sulle attività per le famiglie re all’offerta culturale, alla mobilità e agli te il cambiamento culturale dei turisti della e i bambini, in particolare predisponendo sport più estremi. Sulla cima di Plan de neve e far fronte alle loro mutate disponi- una pista e un parco dedicati allo slittino. Corones dal 2015 è stato realizzato il se- bilità economiche, tutte le stazioni sciisti- La pista, lunga oltre 4,5 km, permette di sto Messner Mountain Museum, MMS che stanno investendo nell’allargamento sfruttare la cabinovia come impianto di ri- Corones, voluto da Reinhold Messner e della propria offerta. salita ed è aperta anche in notturna nei progettato dalla nota architetta anglo-ira- Questo vale sia per le stazioni più pic- fine settimana di luna piena. Il parco of- chena Zaha Hadid. Sempre sulla cima, a cole come ad esempio Reinswald in Val fre invece la possibilità di apprendere da quota 2275, l'altalena gigante “Skyscra- un professionista, appositamente coinvol- per” è un punto d’incontro per tutti gli ap- Andrea Omizzolo to nell’iniziativa, le tecniche per governare passionati di sport estremi che possono Pianificatore territoriale, è ricer- correttamente lo slittino. Secondo un’in- anche cimentarsi tutto l’anno con la “Zip catore presso l’Istituto per lo dagine curata sempre da ASTAT, slittare è line” più grande d’Europa, in volo aggan- sviluppo regionale e il manage- ment del territorio dell’Accade- considerata un’attività socializzante, pra- ciati ad un cavo a 100 metri di altezza tra mia Europea di Bolzano (EU- ticata indistintamente da uomini e donne la stazione a monte della cabinovia “Piz RAC) e dottorando di ricerca in ed in prevalenza adulti e bambini, per la de Plaies” e la stazione a valle della ca- Scienze ambientali all’Università quale quasi la metà degli intervistati ha binovia “Cianross”. Inoltre, fiore all’oc- di Urbino. Esperto in gestione dello sviluppo locale nei parchi e detto di rinunciare a praticare altri sport e, chiello della stazione dal 2014, e premia- nelle aree naturali protette, con in due casi su tre, rinunciare allo sci tradi- ta come best practice nel febbraio 2016 particolare attenzione al contesto zionale. Il settore è evidentemente ritenu- alla presentazione del progetto Arge Alp montano. È inoltre impegnato sui to in crescita tanto da incidere su alcune “Alpinski”, è il collegamento ferrovia-piste temi del turismo sostenibile per le Dolomiti Patrimonio UNESCO, scelte tecniche di ammodernamento degli da sci tra Perca e Plan de Corones con il dello sviluppo locale partecipa- impianti. Infatti, secondo le indiscrezioni quale si può raggiungere direttamente in to per la rivitalizzazione di aree e riportate sul forum online Funivie.org una treno la stazione e circolare agevolmente comunità montane marginali e si delle novità prevista a Obereggen per la fra i comprensori della Val Pusteria. occupa di strumenti di pagamen- to per i servizi ecosistemici. prossima stagione invernale 2016-2017 10
L'alternativa c'è: 3 casi piemontesi di offerta sciistica «artigianale» N ell’immaginario collettivo la pratica del- lo sci alpino prevede avveniristici impianti di risalita che servono smisurati carosel- li dove l’azione combinata dei gatti delle nevi e degli impianti d'innevamento artifi- ciale è in grado di garantire piste inneva- te e lisciate come tavoli da biliardo anche negli inverni meno nevosi. Non a caso si di necessità virtù», ricorda Marta, «rim- boccandoci le maniche e inventandoci di sana pianta una nuova forma di fruizione di queste montagne. Siamo partiti apren- do il ristorante all’arrivo degli impianti e utilizzando il gatto delle nevi per battere la pista e ci siamo presto resi conto che esisteva un discreto bacino di ciaspola- frequentatori nel weekend è raddoppiato. Funziona l’idea di un comprensorio adat- to alle famiglie, dove i bambini possono avvicinarsi allo sci, mentre i genitori s'in- trattengono con un’escursione sulla neve oppure rilassandosi al sole della terrazza. Questo aspetto è sempre stato il valore aggiunto delle piccole stazioni che offrono parla d'industria dello sci, di un settore tori e scialpinisti interessati a raggiungerci prezzi ridotti e servizi alla portata di tutti». economico altamente tecnologico che, durante le loro escursioni. Così abbiamo nonostante la crisi economica e i danni continuato ad ampliare l’offerta segna- Se i gestori di Pian Muné hanno subito l’i- provocati dal riscaldamento climatico, ga- lando e tracciando un’ampia gamma di niziale impossibilità ad aprire la seggiovia, rantisce ogni inverno migliaia di posti di la- percorsi di diverse difficoltà a lunghezze a Beaulard in alta Valle di Susa (Torino) voro tenendo in vita intere valli alpine. Ma e abbiamo avviato un importante lavoro di una stazione sciistica è rinata dove gli im- è possibile, in questo scenario, immagina- promozione attraverso internet e i social pianti erano stati smantellati ormai da una re l’esistenza di piccole stazioni sciistiche media finché, all’inizio di questo inverno, ventina d’anni. «Nell’inverno 2013-2014 che sopravvivono senza seggiovie, skilift, abbiamo riaperto gli impianti e abbiamo abbiamo costituito la società Promont mezzi battipista o cannoni da neve? inaugurato un nuovo bellissimo rifugio alla Ski», esordisce Daniele Chareun, «con l’i- base delle piste». Marta però rimane con i dea di ricreare una località sciistica nel pa- A dicembre 2012, Valter Bossa e Marta piedi per terra, nonostante lei e il compa- ese dove siamo nati, abitiamo e abbiamo Nicolino hanno preso in gestione il pic- gno siano riusciti a resuscitare una storica mosso i primi passi sulla neve. Siamo tre colo comprensorio di Pian Muné in Valle stazione sciistica partendo praticamen- soci che hanno investito il proprio denaro Po (Cuneo), dopo che il Comune di Pa- te da zero. «Negli scorsi inverni abbiamo per portare avanti un sogno realizzando esana si era dichiarato incapace di co- registrato un elevato numero di presen- una stazione sostanzialmente priva di im- prire le spese di revisione e adeguamen- ze, ma quest’anno osserviamo che con la pianti. Infatti abbiamo acquistato un gat- to della seggiovia. «Abbiamo dovuto fare seggiovia in funzione il numero medio di to delle nevi per battere le vecchie piste 11
che conducevano al rifugio Guido Rey e alla punta Chamosset. È stato un modo per attirare molti scialpinisti alle prime armi che volevano cimentarsi con l’attività su un terreno sicuro e tracciato. Inoltre ab- biamo realizzato il parco Le Manavelle con un tapis roulant per chi vuole imparare a sciare e una pista di snow tubing per chi vuole provare l’ebbrezza di scivolare su un percorso con salti e curve paraboliche. Con la crisi economica osserviamo che le famiglie e le scuole preferiscono una pic- cola stazione come la nostra rispetto alla vicina Bardonecchia». Poco lontano da Beaulard, nella vicina Val Chisone, il Comune di Pragelato (To- rino) ha scientemente scommesso su un cambio di prospettiva nell’offerta turistica. «Dall’inizio dello scorso inverno», ragiona il vicesindaco Daniele Rochail, «abbiamo realizzato il Pragelato Natural Terrain ria- prendo i vecchi impianti sciistici della lo- calità per la pratica del freeride. In pratica, abbiamo rimesso in funzione una seggio- via e uno skilift, ma non battiamo le piste. La nostra è stata una decisione strategica assunta per offrire ai turisti una proposta diversa ma complementare a ciò che si può trovare nei comuni limitrofi che fan- no parte del grande comprensorio scii- stico della Via Lattea. Coloro che visitano le nostre valli per le piste possono trova- re anche un’offerta più selvaggia, immer- gendosi in un ambiente naturale meno compromesso dalle infrastrutture, per praticare il fuoripista che tutte le indagini di mercato considerano una tendenza in forte crescita». Sembra che, tra i colossi dello ski busi- ness, stia nascendo un’offerta sciistica ar- tigianale confezionata con le risorse a di- sposizione e ritagliata a misura del territo- rio in cui si pratica. Piccolo è bello! Simone Bobbio Giornalista, è riuscito a coniu- gare la professione con una particolare sindrome acuta di "mal di montagna”, manifesta- tasi sin dalla tenera età. Atten- to agli aspetti ambientali, sociali e sportivi delle terre alte, è stato redattore di «Alp» e «Rivista della montagna» e collabora con l'as- sociazione di ricerca e comuni- cazione Dislivelli, di cui è mem- bro del consiglio direttivo. 12
Lo sci istintivo dei Montagnard L'esperienza di Susa propongono un accompagna- mento sportivo, escursionistico e cultura- Oltre alla scuola di sci, Montagnard gesti- sce un ufficio escursioni che programma dell'associazione le in grado di trasmettere al pubblico un’e- passeggiate naturalistiche con le racchet- sperienza autentica della montagna, sia te da neve, gite in mountain bike e trek- culturale che punta sulle piste da sci sia lontano dagli impianti. king in ogni stagione dell’anno. Le propo- Lo sci rappresenta una fetta importan- ste invernali del gruppo di Bardonecchia a valorizzare la I te delle nostre attività perché rimane una intercettano l’interesse di chi si è stufato montagna a 360° disciplina molto amata e richiesta dai tu- risti – continua Acquarone. Il trucco sta dell’evoluzione monotona dello sci e di ragazze e ragazzi provenienti dal mon- nel proporlo nella maniera “giusta”: non do dell’agonismo che non condividono l turismo delle funi innesca circuiti econo- come semplice veicolo di emozioni ine- lo spirito competitivo e non intendono ri- mici importanti perché crea posti di lavo- brianti, ma come strumento di conoscen- nunciare alla montagna e alla neve. Stia- ro e assicura consistenti somme di dena- za-esperienza della natura, del territorio e mo parlando di una percentuale di pub- ro all’intero sistema montagna – precisa della sua cultura. All’interno della nostra blico ancora molto piccola – ammette Federico Acquarone, maestro di sci e di scuola di sci proponiamo attività per la Acquarone – sono convinto della qualità snowboard, guida ambientale escursioni- maggior parte legate al fuori pista con sci, e dell’importanza delle nostre proposte, stica e presidente dell’associazione Mon- snowboard o telemark, e sci escursioni- ma è molto difficile lavorarci. E d’altron- tagnard. Altrettanto conosciuti sono i suoi smo e sci alpinismo anche per i più gio- de il contesto in cui operiamo non è il più limiti, dal forte impatto che i grandi com- vani. Ai più piccoli sono dedicate attività favorevole per l’emergere delle nostre at- prensori provocano sul territorio al perico- di sci-montagna che si svolgono sugli im- tività: la valle rimane legata a una vecchia loso appiattimento delle culture locali. Esi- pianti e oltre. L’Associazione Montagnard concezione del turismo alpino che stenta stono altre proposte di turismo che, per offre un metodo di «sci istintivo» che parte a pensare e valorizzare la montagna come loro stessa natura, tendono a preservare dalle piste battute per poi spaziare in tutta patrimonio naturale, sociale e culturale. le identità territoriali. sicurezza nei boschi attigui, consentendo Conosciuto per essere una delle culle ai piccoli sciatori di testare terreni diver- Daria Rabbia Giornalista pubbli- dello sci alpino per la disputa delle pri- si, sperimentare nuove attrezzature e fare cista, è redattrice me gare sciistiche nella stagione inverna- un’esperienza a 360°. Lo sci è diventato del webmagazine le 1904/1905, il Comune di Bardonecchia artificiale – incalza Acquarone – strutture, Dislivelli.eu che le (Torino), rinomato centro valsusino degli sistemi di gestione di piste e impianti e of- ha consentito di coniugare un’in- sport invernali, ospita la sede e le attivi- ferta turistica sono asettici e impermeabi- solita dedizione (la tà dell’associazione Montagnard che riu- li a un’autentica esperienza di montagna. tecnologia, il web nisce un gruppo eterogeneo di professio- Il caso dello ski-dome di Dubai, realizza- e i nuovi media) ad nisti della montagna legati allo sport ma to completamente all’interno di un centro un atavico istinto (la montagna). Vive non solo. Dalla guida escursionistica al commerciale, ne è un esempio estremo. a Torino ma è nata maestro di sci, alla guida alpina, all’artigia- Lo sci deve continuare a essere un’attivi- e cresciuta ai piedi no del legno, allo scrittore, all’intagliatore, tà di montagna, ecco il senso delle nostre del Monviso. all’allevatore, i Montagnard dell’alta Valle proposte. 13 Foto: Associazione Montagnard (montagnard-associazione.blogspot.it)
Aree di partenza degli impianti: proposte di riqualificazione diverse situazioni di criticità paesaggisti- rispetto al quale convergono una serie di Una presentazione ca. Tali criticità hanno agito solitamente valutazioni ed esiti di ordine piuttosto am- dei principali esiti proprio su quei contesti naturali e di par- ticolare pregio che rivestono un grande pio. Tali valutazioni sono organizzate in una serie di obiettivi generali, sintetizzati del progetto di interesse soprattutto da parte dell’utenza in quattro punti: turistica. - la multifunzionalità degli spazi, intesa ricerca coordinato Questa situazione si aggrava nelle stagio- come razionalizzazione delle funzioni le- ni dell’anno in cui l’assenza dell’inneva- gate alla programmazione dell’uso degli dall’Osservatorio mento mette impietosamente alla luce le spazi e delle aree, rivolta alla configura- del paesaggio tante situazioni di trascuratezza realizza- tiva e gestionale di cui queste aree sof- zione di luoghi maggiormente versatili e sostenibili, compatibili con lo svolgimento della Provincia frono. Il danno d’immagine per il setto- di funzioni diverse, nelle diverse stagioni re turistico provinciale è amplificato dalla dell’anno; autonoma di Trento L concentrazione di turisti che frequentano - la maggiore funzionalità e più razionale nel 2014-2015 anche nella stagione estiva questi spazi, principale porta d’accesso alla montagna organizzazione degli spazi, orientata a ga- rantire maggiore economicità ed efficien- trentina d’alta quota. za gestionale; o studio parte dal riconoscimento della ri- Lo studio ha cercato quindi di coniugare - la riqualificazione estetica degli spazi at- levanza che le attività legate allo sci hanno il processo di “industrializzazione” pro- tualmente fortemente degradati, perse- per l’intera economia provinciale. Si pone gressiva del turismo alpino, declinando- guita attraverso interventi di natura archi- in evidenza, in particolare, come il turismo lo in termini di maggiore sostenibilità dei tettonica e paesaggistica, estesi a spazi invernale legato soprattutto alla pratica luoghi, sia rispetto alle mutate condizioni aperti, edifici, infrastrutture e impianti; dello sci da discesa abbia portato negli ambientali (climatiche ed ecologiche), che - la valorizzazione ecologica degli spazi, anni ad azioni di riassetto del territorio e alle diverse attese di fruizione e utilizzo necessaria al fine di rendere in futuro la trasformazione del paesaggio particolar- (sociale ed economico) delle aree, duran- presenza di questi contesti, oggi proble- mente rilevanti. Le grandi iniziative d'infra- te le diverse stagioni dell’anno. matici, più sostenibile dal punto di vista strutturazione del territorio montano, rea- Da un punto di vista metodologico, il pae- ambientale. lizzate a supporto dello sviluppo turistico saggio è utilizzato come un medium com- Tali obiettivi sono stati sviluppati nella ri- invernale, hanno infatti finito col generare plesso, dal valore culturale e proiettivo, cerca attraverso quattro fasi. Una prima 14
fase, “Tipologie degli elementi di degrado ricorrenti”, ha riguardato l’osservazione e l’interpretazione delle criticità, individuabili negli spazi di pertinenza e nelle stazioni di partenza degli impianti sciistici presenti sul Vincenzo Cribari Giorgio Tecilla territorio provinciale. La sistematizzazione Architetto, docente e Architetto, è segreta- di tali criticità è stata organizzata indivi- collaboratore di ricerca rio dell’Osservatorio presso il Dipartimento del paesaggio della duando una “tassonomia” possibile delle di Ingegneria civile e Provincia autonoma di condizioni di degrado e delle cause che ambientale dell'Univer- Trento le generano. Questa fase è confluita in sità di Trento. Si è oc- una seconda parte, in cui attraverso delle cupato in particolare di studi attinenti la pianificazione territoriale e il “Schede di rilevamento”, condotte su 14 progetto urbanistico e di paesaggio, con at- aree presenti sul territorio trentino, sono tenzione specifica al rapporto fra infrastrut- stati individuati i fattori di criticità applican- ture, spazi aperti, insediamenti do il metodo di lettura e documentando attraverso una casistica ampia e rappre- sentativa le situazioni di degrado tipiche e ricorrenti. Nella terza sezione, “Azioni per la riqualificazione paesaggistica delle aree di partenza degli impianti di risalita”, si sono individuate e organizzate le pos- sibili strategie da intraprendere per dare corso alle iniziative di riqualificazione pa- esaggistica. Le azioni proposte agiscono su più livelli di pianificazione e organiz- zazione che coinvolgono sia gli spazi sia le attività gestionali. Tutto il processo si è concluso nella quarta e ultima parte con due progetti di natura esemplificativa. Nei due studi, a scala pre-progettuale, sono state affrontate situazioni di degrado pa- esaggistico particolarmente spinto, rap- presentate dall’area del Fondo Grande nel Comune di Folgaria e dalle pertinenze del- la stazione di partenza dell’impianto del Grostè denominata “Fortini”. Considerata la natura della ricerca, queste applicazioni sono finalizzate a testare su casi concreti approcci e soluzioni che si auspica possa- no trovare una generalizzata applicazione sul territorio trentino. L’attività di ricerca, conclusa alla fine del 2015, costituirà la base per la redazio- ne di un documento programmatico in fase di condivisione da parte del Forum dell’Osservatorio. Il Forum agisce attra- verso Comitati tematici e gruppi di lavoro in cui sono rappresentati gli enti territoriali e i diversi soggetti economici, scientifici e associativi della Provincia di Trento. 15
Architetture sperimentali, ieri e oggi A partire dal dopoguerra, lo sci alpino è stato uno degli elementi Tralasciando per ora gli approcci su grande scala che hanno ca- trainanti per l’economia turistica della montagna, a scapito però ratterizzato l’epoca dell’invenzione dello ski-total (si pensi agli in- di un costo piuttosto elevato in termini d'impatto ambientale do- terventi di Laurent Chappis e Denis Pradelle in Francia, o di Fran- vuto alla «colonizzazione» dei territori d’alta quota. cesco Dolza, Mario Galvagni, Renato Severino e altri sul versante Se quello dell’infrastrutturazione delle piste è stato nella maggior italiano delle Alpi), una storia ancora poco conosciuta riguarda le parte dei casi affrontato come un problema di natura banalmente ricerche svolte da volti noti della cultura architettonica europea tecnica ed ingegneristica, non va dimenticato che in alcuni fran- quali Adalberto Libera, Franz Baumann, Jean Prouvé, Charlotte genti è diventato anche un'interessante occasione di sperimen- Perriand, Carlo Mollino. La maggior parte di esse è purtroppo tazione architettonica. L'edificio di servizio alle piste - sia esso rimasta confinata nell’ambito della sperimentazione o del caso residenza, bar, «rifugio» - è stato tema che, trasversalmente alle isolato, mentre il tema è stato diffusamente risolto con varie de- epoche e alle mode, ha solleticato l'immaginario dei progettisti clinazioni dello chalet/baita, pastiche di elementi e materiali d'i- del Movimento moderno, ponendosi di volta in volta come occa- spirazione rustico-vernacolare. sione per rileggere il linguaggio architettonico alla luce degli sti- Oggi, in una fase di radicale ripensamento dell’idea «tradizionale» moli portati dal nuovo modo di abitare la montagna. della stazione sciistica, le intuizioni di queste proposte pionieristi- Si pensi innanzitutto alle nuove fascinazioni introdotte dalla pra- che paiono quanto mai attuali perché vanno nella direzione di un tica dello sci, all’idea della colonizzazione di uno spazio «altro», approccio virtuoso all’infrastrutturazione del territorio, cercando al rapporto con il paesaggio montano circostante o, ancora, alla di superare il calcestruzzo imperante, proponendo invece solu- messa a punto d'immagini archetipiche legate alla concezione zioni innovative e leggere caratterizzate da interventi reversibili, dell’abitare «minimo» e della prefabbricazione. ricollocabili, riciclabili. Stefano Girodo Roberto Dini Nato a Torino (1986), è architetto e dottorando Nato ad Aosta (1977), è architetto e dottore di ri- presso il Politecnico di Torino. Svolge l'attività di cerca presso il Politecnico di Torino, dove studia progettista presso LEAPfactory ed è membro del le trasformazioni recenti del territorio e del pae- consiglio direttivo di Cantieri d’alta quota. saggio alpino. Tra i suoi libri, Architettura alpina Appassionato di montagna, incentra la sua ricer- contemporanea (2012) e Guardare da terra. Im- ca sui temi dell'architettura alpina dal punto di magini da un territorio in trasformazione. La Valle vista tecnologico e culturale. d’Aosta e le sue rappresentazioni (2006). È vice- presidente dell’associazione Cantieri d’alta quo- ta e frequenta la montagna tutto l’anno. esperienze a confronto Matterhorn Glacier Paradise Completata nel 2008, la struttura si col- loca nel fulcro del comprensorio sciistico di Zermatt, a quasi 4000 metri, sotto la sommità del Piccolo Cervino. Oltre al bar- ristorante e alcune camere, propone di- scutibili attrattive turistiche come una sala cinema, una piattaforma panoramica, una sala per le sculture di ghiaccio, un nego- zio. All’emorragia energetica e alle proble- matiche gestionali che comportano grandi affluenze ad alta quota, la struttura cerca di rispondere con elevatissimi standard tecnologici. Matterhorn Glacier Paradise, Piccolo Cervino (Zermatt-CH), 3883 m, Peak Architekten, 2008 16
Sperimentazioni d'altri tempi Tecniche costruttive innovative, ricerca di forme e materiali, ottimizzazione degli spazi, prefabbricazione: il rapporto tra ar- chitettura e sci vanta un'approfondita e variegata ricerca progettuale sin dalle sue origini. Adalberto Libera, Casa per gli sciatori, 1928 Matti Suuronen, Futuro House, 1968 Giulio Minoletti, Capanna Minolina, 1962 Scuola sci & snowboard Courmayeur La nuova sede della Scuola sci tenta d’in- trodurre un approccio innovativo rispetto alle impattanti strutture di servizio alle pi- ste adiacenti, perseguendo un rapporto leggero con il suolo e un concept costrut- tivo improntato su reversibilità e ricolloca- bilità; i materiali utilizzati provengono da fi- liere controllate e sono riciclabili. Attraver- so l’assemblaggio a secco delle compo- nenti interamente prefabbricate, l’edificio è stato completato con un cantiere lam- po, in una sola settimana di lavori nell’in- verno 2014. Nuova sede della Scuola Sci & Snowboard Courmayeur, Plan Checrouit (Courmayeur- AO), 1713 m, LEAPfactory, 2014 17
WhitePod e altri Nell’ultimo decennio è andata progressi- vamente affermandosi una tendenza turi- stica che si richiama molto lontanamente agli immaginari di una natura selvaggia, sebbene riletta con presunta raffinatezza e ammorbidita da modalità di fruizione as- solutamente convenzionali. Chiamiamola pure «eco-chic» o «wild-experience», oltre ad un lessico fatto di maglioni di lana, ca- minetti, tavoli di legno e corna di cervo alle pareti, questa tendenza spesso legata al mondo dello sci ha prodotto curiose spe- rimentazioni miscellanee, declinate intor- no al tema dell’abitare minimo nella natura (in)contaminata. WhitePod Eco-Luxury Hotel & Alpine Experience, Monthey, (Valais-CH), 2004 Starlight Room Dolomites, Col Gallina, Cortina d’Ampezzo (BL), 2055 m, 2016 Casa Capriata - Rifugio Mollino Lo sci ha avuto un ruolo fondamentale nella vita di Carlo Mollino: oltre ad esserne pioniere e teorico, il poliedrico architetto torinese ha prodotto diverse sperimenta- zioni legate al tema, spesso divenute pie- tre miliari del Moderno. Riportiamo qui una realizzazione postuma: concepita in origine come casa ideale per la X Triennale di Milano (1954), la Casa Capriata vede la luce nel 2014 sulle piste di Weissmatten, grazie ad un’iniziativa guidata da un team del Politecnico di Torino che ben evidenzia il valore e l’attualità del progetto originario come manifesto dell’innovazione tecnolo- gica. Il progetto veniva così presentato nel 1948 sulle pagine della rivista «Domus»: Rifugio Carlo Mollino, DAD - Politecnico di Torino, su progetto originale di Carlo Mollino, «Questa è la casa per gli sciatori “estre- “Casa Capriata”; Weismatten, (Gressoney Saint Jean-AO), 2050 m, 2014 misti”, (...) è la casa portata addirittura sul luogo di lavoro, sul campo di sci». 18
Chalet FIAT, 24 temi per il domani Da una convenzione fra Regole di Spinale e Manez e Università degli Studi di Trento, promossa da Accademia della Montagna del Trentino, si stanno mettendo le radici per il rinnovamento della storica struttura sulle piste di Madonna di Campiglio di nuove soluzioni progettuali per lo Cha- let, secondo un preciso layout funzionale concordato con la committenza. Obiettivo degli studenti, organizzati in gruppi di tre allievi, è stato quello d'inno- vare l’offerta ricettiva attraverso un’opera di ristrutturazione complessiva del manu- fatto che oggi presidia lo Spinale, inve- stigando nuove potenzialità gestionali ed espressive. I 24 elaborati finali sono sta- ti valutati da una commissione congiun- ta di docenza, proprietà e Accademia L della Montagna del Trentino, in base alla coerenza con gli obiettivi formativi, di- dattici, gestionali e di soddisfazione delle aspettative. ’albergo Dosson allo Spinale, dal 2006 per iniziare un processo di ripensamento Il fine ultimo della collaborazione fra Re- Chalet FIAT, è una delle strutture ricettive della struttura. gole di Spinale e Manez e Università degli maggiormente rappresentative dell’intero Dopo una prima esperienza (anno ac- Studi di Trento è stato quello d'investiga- comparto sciistico di Madonna di Cam- cademico 2013-2014) sul progetto di re il più ampio ed eterogeneo spettro di piglio per storia, posizione e valenza co- un rifugio escursionistico, il “Catinaccio” soluzioni per la ristrutturazione dello Cha- municativa. Il luogo in cui sorge offre una nella conca di Gardeccia, e una secon- let FIAT, senza necessariamente trovar- vista privilegiata sul gruppo delle Dolomiti da (2014-2015) sul tema del rifugio alpi- ne una definitiva fra quelle proposte dagli di Brenta, sulla Presanella e sull’Adamel- no che ha interessato il “Maria e Alberto studenti, ma cogliendone bontà e criticità lo. Il sito fu individuato già nell’Ottocento Bellani” ai Brentei e il “Tommaso Pedrotti” di ogni singolo approccio per meglio indi- dal pittore tirolese Gottfried Hoffer (1858- alla Tosa, il tema d’esercitazione annuale rizzare le successive fasi di progettazione 1932) come il più opportuno ove edifica- per gli studenti del Corso di Architettura e professionale. re una capanna-osservatorio da cui inter- composizione architettonica 3 con Labo- pretare in chiave pittorica il sublime del ratorio progettuale del professor Claudio paesaggio dolomitico. La Capanna Hof- Lamanna è stata la struttura ricettiva sulle fer fu edificata sul sedime di una prece- piste, difficilmente assimilabile ad un rifu- Riccardo Giacomelli dente costruzione, una torre geografica gio alpino e, per certi versi, diversa anche Originario dell'Al- dell’ingegnere berlinese G. Weber, eret- da un albergo di fondovalle. ta Valsugana (Cal- ta per finalità scientifiche quali la misura- Dopo un sopralluogo allo Spinale il 22 donazzo, 1988), zione dei venti e la definizione dei confini settembre 2015, nel quale hanno avuto nel 2012 si è lau- reato in Ingegne- geografico-amministrativi. modo di incontrare i rappresentanti della ria Edile - Archi- Accademia della Montagna del Trentino, proprietà delle Regole - il presidente Zef- tettura presso l'U- attraverso il presidente Egidio Bonapace, firino Castellani e il vicepresidente Enzo niversità di Trento, dove svolge un dottorato ha promosso l’incontro di Regole di Spi- Ballardini - nonchè gli attuali gestori Ro- di ricerca su "Strumenti di analisi e progetto per i manufatti alpini isolati". È appassionato nale e Manez - proprietarie dello Chalet berto Maroni e Valeria Porru, gli studenti di montagna, presidente della Sezione SAT FIAT - con un interlocutore che fa della ri- hanno dapprima seguito un ciclo di lezio- di Caldonazzo, membro della Commissione cerca e dell’innovazione il suo fine istitu- ni specifiche sul tema delle strutture ricet- rifugi SAT e del Gruppo di lavoro rifugi CAI zionale, l’Università degli Studi di Trento, tive in quota e poi avviato l'elaborazione 20
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