CANTATE AL SIGNORE UN CANTO NUOVO - INCONTRO DI PREGHIERA PER LE CORALI E GLI OPERATORI LITURGICO-MUSICALI IN ONORE DI SANTA CECILIA 21 NOVEMBRE ...
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ARCIDIOCESI DI AGRIGENTO CANTATE AL SIGNORE UN CANTO NUOVO INCONTRO DI PREGHIERA PER LE CORALI E GLI OPERATORI LITURGICO-MUSICALI IN ONORE DI SANTA CECILIA 21 NOVEMBRE 2020 A cura del Centro per il Culto e la Liturgia Sezione Musica e Canto
Giovanni Francesco Barbieri detto il GUERCINO Pinacoteca Civica Domenico Inzaghi - Budrio (BO) *I canti inseriti in questo sussidio per il momento di preghiera per gli Operatori Liturgico-Musicali e le Corali sono ovviamente proposti, dando la possibilità di adattarne altri più conosciuti. Tale anche per quanto riguarda il ritornello alla preghiera salmica con l’antifona di S. Cecilia, cercando però di adattare un’antifona o un ritornello che riprende la memoria di S. Cecilia. Quando tutti gli Operatori Liturgico-Musicali e le Corali sono riunite, chi presiede ed eventuali altri ministri, ognuno indossando la propria veste, dalla sacrestia attraversano la navata della chiesa si recano processionalmente al presbiterio. Durante la processione si esegue il canto.
Sacerdote Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Assemblea Amen. Sacerdote Il Signore che guida i nostri cuori all’amore e alla pazienza di Cristo, sia con tutti voi. Assemblea E con il tuo spirito. Sacerdote Carissimi fratelli e sorelle, siamo qui riunisti, questa sera, per celebrare la memoria di Santa Cecilia, vergine e martire, Patrona della musica e del canto sacro. Viviamo questo momento per riscoprire il servizio che offrite alla nostra amata Chiesa per elevare sempre più il nostro animo a Dio e, soprattutto per cantare le sue lodi. IL VALORE DEL TEMPO 1° Lettore “Nessuno dà valore al tempo”. Seneca ci mette davanti al paradosso della vita umana: il tempo è il bene più prezioso per l’uomo, ma è anche quello che si spreca con più facilità. E allora, per dimostrarlo, ci invita a fare un esperimento: immagina di poter conoscere quanti anni ti restano da vivere, che cosa ne faresti? (Seneca, La brevità della vita) Breve pausa di silenzio In un passo delle Confessioni di sant’Agostino d’Ippona, vissuto tra il IV e il V secolo, a chi gli chiedeva che cosa fosse il tempo, rispondeva: “Il tempo? Se non me lo chiedi so cos’è. Ma se me lo chiedi non lo so più» La grande provocazione è capire ciò che noi usiamo chiamare con il termine di “tempo” e provocazione ancora più grande è decidere come impiegare il nostro tempo. Per la nostra realtà nulla ci è più misterioso e sfuggente del tempo; esso ci appare come la forza più grande ed inarrestabile dell’universo, che inevitabilmente ci accompagna. 6
Alleato o nemico? Generalmente la nostra è una società ossessionata dal tempo e dal suo scorrere. Da questo punto di vista, il tempo è un grande inganno che ci tiene ancorati al passato e/o proiettati al futuro nell’illusione di gestire ogni attimo e ci forniamo di agende, promemoria, sveglie, calendari, orologi, ma un solo secondo non previsto ha il potere di mandarci in ansia. Ci crediamo così tanto che abbiamo la percezione di non essere mai “in tempo” o di non “avere abbastanza tempo” per quello che c’è da fare, rischiando di perderci il godimento del momento presente. Il tempo non può essere solo una successione infinita di numeri che si rincorrono, di lancette che fanno il giro e pagine di un calendario da strappare. Il tempo è il luogo delle nostre esperienze, delle emozioni, dei nostri sogni che hanno il loro scorrere, il loro momento che danno un senso al trascorrere dei giorni. 2° Lettore Immagina che esista una banca che ogni mattina accredita la somma di 86.400 Euro sul tuo conto. Non conserva il tuo saldo giornaliero ma ogni notte cancella qualsiasi quantità del tuo saldo che non sia stata utilizzata durante il giorno. Che cosa faresti? Ritireresti o spenderesti tutto fino all’ultimo centesimo ogni giorno, ovviamente! Ebbene, ognuno di noi possiede un conto in questa banca. Il suo nome? TEMPO. Ogni mattina questa banca ti accredita 86.400 secondi e ogni notte cancella e dà come perduta qualsiasi quantità di questo credito che tu non abbia investito in un buon proposito. Questa banca non conserva saldi ne permette trasferimenti. Ogni giorno ti apre un nuovo conto; ogni notte elimina il saldo del giorno. Se non utilizzi il deposito giornaliero la perdita è tua. Non si può fare marcia indietro. Non esistono accrediti sul deposito di domani. Devi vivere nel presente con il deposito di oggi. Investi in questo modo per ottenere il meglio nella salute, felicità e successo: l’orologio continua il suo cammino. Ottieni il massimo da ogni giorno. Dai valore ad ogni momento che vivi, e dagli ancor più valore se lo potrai condividere con una persona speciale, quel tanto speciale da dedicarle il “tuo” tempo e ricorda che il tempo non aspetta nessuno. Ieri? Storia. Domani? Mistero. È per questo che esiste il presente! Il tempo non ti aspetterà. Dai valore ad ogni momento a tua disposizione. Guida Abbiamo voluto iniziare questo momento di preghiera con una riflessione sul tempo, proprio perché ognuno di noi ha deciso di impiegare qualche ora della sua settimana per qualcosa che ritiene importante: la lode di Dio attraverso il canto e la musica. 7
Forse non tutti siamo coscienti che il nostro cantare non è fine a sé stesso, ma è un vero e proprio servizio. Allora perché non riflettere insieme su come svolgiamo questo ministero, su cosa ci ha spinti ad entrare a far parte del coro, o cosa ci ha spinti ad animare le varie liturgie? Nel silenzio del nostro cuore riflettiamo sulle nostre motivazioni, i sentimenti da cui siamo mossi, come pensiamo di assolvere il nostro compito: mi impegno / non mi impegno; penso solo a divertirmi e a fare chiasso, a passarmi solo il tempo; ci metto testa e cuore… Durante la riflessione personale si esegue un arpeggio di chitarra 8
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MEDITATIO Guida Cantare e suonare per il Signore non è dunque un puro esercizio di tecnica vocale e strumentale, non ha per finalità l’applauso di un pubblico, ma è qualcosa di ben diverso. Ecco cosa ci dice in merito Sant’Agostino: 1° Lettore Dal “Commento sui salmi” di sant'Agostino, vescovo (Sal 32, Disc. 1, 7-8; CCL 38, 253-254) «Lodate il Signore con la cetra, con l’arpa a dieci corde a lui cantate. Cantate al Signore un canto nuovo!» (Sal 32, 2.3). Spogliatevi di ciò che è vecchio ormai; avete conosciuto il nuovo canto. Un uomo nuovo, un testamento nuovo, un canto nuovo. Il nuovo canto non si addice ad uomini vecchi. Non lo imparano se non gli uomini nuovi, uomini rinnovati, per mezzo della grazia, da ciò che era vecchio, uomini appartenenti ormai al nuovo testamento, che è il regno dei cieli. Tutto il nostro amore ad esso sospira e canta un canto nuovo. Elevi però un canto nuovo non con la lingua, ma con la vita. Cantate a lui un canto nuovo, cantate a lui con arte (cfr. Sal 32, 3). Ciascuno si domanda come cantare a Dio. Devi cantare a lui, ma non in modo stonato. Non vuole che siano offese le sue orecchie. Cantate con arte, o fratelli. Quando, davanti a un buon intenditore di musica, ti si dice: canta in modo da piacergli; tu, privo di preparazione nell’arte musicale, vieni preso da trepidazione nel cantare, perché non vorresti dispiacere al musicista; infatti quello che sfugge al profano, viene notato e criticato da un intenditore dell’arte. Orbene, chi oserebbe presentarsi a cantare con arte a Dio, che sa ben giudicare il cantore, che esamina con esattezza ogni cosa e che tutto ascolta così bene? Come potresti mostrare un’abilità così perfetta nel canto, da non offendere in nulla orecchie così perfette? Ecco egli ti dà quasi il tono della melodia da cantare: non andare in cerca delle parole, come se tu potessi tradurre in suoni articolati un canto di cui Dio si diletti. Canta nel giubilo. Cantare con arte a Dio consiste proprio in questo: Cantare nel giubilo. Che cosa significa cantare nel giubilo? Comprendere e non saper spiegare a parole ciò che si canta col cuore. Coloro infatti che cantano sia durante la mietitura, sia durante la vendemmia, sia durante qualche lavoro intenso, prima avvertono il piacere, suscitato dalle parole dei canti, ma, in seguito, quando l’emozione cresce, sentono che non possono più esprimerla in parole e allora si sfogano in sola modulazione di note. Questo canto lo chiamiamo «giubilo». Il giubilo è quella melodia, con la quale il cuore effonde quanto non gli riesce di esprimere a parole. E verso chi è più giusto elevare questo canto di giubilo, se non verso l’ineffabile Dio? Infatti è ineffabile colui che tu non puoi esprimere. E se non 14
lo puoi esprimere, e d’altra parte non puoi tacerlo, che cosa ti rimane se non «giubilare»? Allora il cuore si aprirà alla gioia, senza servirsi di parole, e la grandezza straordinaria della gioia non conoscerà i limiti delle sillabe. Cantate a lui con arte nel giubilo (cfr. Sal 32, 3). Se possibile, breve riflessione del sacerdote. Brano meditativo strumentale PREGHIERA A SANTA CECILIA PATRONA DEI MUSICISTI Insieme: O Santa Cecilia, che hai cantato con la tua vita e il tuo martirio, le lodi del Signore e sei venerata nella Chiesa, quale patrona della musica e del canto, aiutaci a testimoniare, con la nostra voce e con la voce dei nostri strumenti, quella gioia del cuore che viene dal fare sempre la volontà di Dio e dal vivere con coerenza il nostro ideale cristiano. Aiutaci ad animare in modo degno la santa Liturgia, da cui sgorga la vita della Chiesa, consapevoli dell’importanza del nostro servizio. Ti doniamo le fatiche ed anche le gioie del nostro impegno, perché tu le ponga nelle mani di Maria Santissima, come canto armonioso di amore per Suo Figlio Gesù. Amen. SANTA CECILIA VERGINE E MARTIRE 3° Lettore Sotto l’impero di Alessandro Severo era stata proibita ogni persecuzione contro i cristiani e la Chiesa godette un periodo di tranquillità e di pace. Ma a turbare il mite gregge di Cristo sorse presto il malvagio prefetto di Roma, Almachio. Essendosi assentato l’imperatore dalla capitale, egli ne approfittò per sfogare il suo odio contro i cristiani scatenando contro di loro una terribile persecuzione. Fra le sue vittime più illustri, va ricordata S. Cecilia, nobilissima vergine romana. 15
Nacque da una ricchissima famiglia alle falde del Gianicolo, e fra agi e comodità fu educata dai più rinomati maestri di Roma. Fattasi segretamente cristiana, andava ogni giorno più distaccando il suo cuore dalle cose terrene. Costretta a sposarsi, durante le feste del matrimonio, mentre tutti l’accerchiavano per festeggiarla e cantavano inni pagani, essa in cuor suo cantava un cantico di amore al suo mistico e vero sposo, Gesù Cristo. Quando fu sola con il suo sposo Valeriano gli disse: «Sappi che io sono cristiana e già da molto tempo ho consacrato a Gesù tutto il mio cuore... Egli solo è il mio sposo, e tu devi rispettare il mio corpo, perché io ho sempre vicino a me un Angelo del Signore che mi custodisce e mi difende». Valeriano rispose: «Io crederò a quanto mi dici e farò quello che tu desideri, se potrò vedere questo Angelo che ti custodisce». E Cecilia rispose: «Nessuno può vedere l’Angelo del Signore, se non è battezzato. Va’ dunque dal santo vescovo Urbano, fatti istruire nella religione cristiana, fatti battezzare, e poi ritorna e vedrai quanto desideri». Valeriano andò, si fece istruire ed il Vescovo, vedendo le sue buone disposizioni e la mirabile trasformazione che la grazia aveva operato in lui, lo battezzò. Ritornato presso la sua santa sposa, entrando nella stanza, vide un Angelo di bellissimo aspetto, che teneva in mano due corone intrecciate di rose e di gigli. A tale vista Valeriano comprese che una di quelle corone era preparata per lui se fosse rimasto sempre fedele a Gesù Cristo. Quindi non solo promise di custodire intatta la purezza della sua castissima sposa, ma si fece ferventissimo cristiano ed istruì e fece battezzare anche suo fratello Tiburzio. Continuava intanto la persecuzione: Valeriano ed il fratello Tiburzio furono decapitati, mentre Cecilia fu condannata a morire asfissiata nella sua stessa camera da bagno. I soldati eseguirono l’ordine, ma aperta la camera dopo un giorno e una notte trovarono la Santa sana e salva come se avesse respirato aria purissima. Allora Almachio comandò che un littore le troncasse il capo. Andò il littore, vibrò ben tre colpi, ma non riuscì a staccare completamente la testa dal busto, per cui terrorizzato si allontanò lasciando la Santa in una pozza di sangue. I fedeli accorsi, raccolsero con il sangue della Martire, come preziosa reliquia e soccorsero Cecilia che visse ancora tre giorni, pregando ed incoraggiando gli astanti ad essere forti nella fede. Finalmente, consolata dal Papa Urbano a cui donò la propria casa affinché fosse trasformata in chiesa, placidamente spirò, e andò a cantare eternamente le lodi al suo amato sposo Gesù. 16
Guida Il popolo d’Israele era solito pregare cantando i salmi: inni di lode, canti di gioia, ringraziamento, richieste di aiuto, di perdono. Anche la Chiesa ci invita ad esprimere la nostra preghiera con il canto dei salmi ogni giorno e quindi stasera anche noi vogliamo lodare Dio, causa e modello del nostro canto. 1° coro Lodate il Signore con la cetra, con l’arpa a dieci corde a lui cantate. Cantate al Signore un canto nuovo, con arte suonate la cetra e acclamate. 2° coro È bello rendere grazie al Signore e cantare al tuo nome, o Altissimo. Ti loderò tra i popoli il Signore, a te canterò inni fra le genti. Rit. La vergine Cecilia portava sempre nel cuore l’Evangelo di Cristo e giorno e notte parlava con Dio. 17
1° coro Lodate Dio nel suo santuario, lodatelo nel suo maestoso firmamento. Lodatelo per le sue imprese, lodatelo per la sua immensa grandezza. 2° coro Lodatelo con squilli di tromba, lodatelo con l’arpa e la cetra; lodatelo con timpani e danze, lodatelo sulle corde e sui flauti. Rit. La vergine Cecilia portava sempre nel cuore l’Evangelo di Cristo e giorno e notte parlava con Dio. Insieme Lodatelo con cembali sonori, lodatelo con cembali squillanti; ogni vivente dia lode al Signore. Rit. La vergine Cecilia portava sempre nel cuore l’Evangelo di Cristo e giorno e notte parlava con Dio. Sacerdote Concludiamo questo momento di preghiera elevando a Dio la nostra preghiera, perché ci sostenga sempre nel nostro servizio. Insieme: O Padre, Creatore dell’universo, Rendimi autentico cantore del tuo amore, fa’ che con il mio canto sappia esprimere un poco di quell’armonia sublime che Tu hai posto in tutte le cose. Fa’ che il mio canto sia sempre a servizio della tua lode, che non mi vanti mai di questo dono, che offra il mio servizio alla Chiesa senza alcuna vanità e superbia, sapendo di assolvere un dovere d’amore verso Dio e i fratelli. Fa’ che, animato dal tuo Santo Spirito, possa lodarti e farti lodare per la tua unica gloria, vivendo nel servizio liturgico l’anticipo della liturgia celeste. 18
BENEDIZIONE Sacerdote Dio nostro Padre, che ci ha riuniti nella memoria si Santa Cecilia, vergine e martire, patrona dei musicisti, vi benedica, vi protegga, e vi confermi nella sua pace. Assemblea Amen. Sacerdote Cristo Signore, che ha manifestato in santa Cecilia la forza rinnovatrice della Pasqua, vi renda con il canto e la musica autentici testimoni del suo Vangelo. Assemblea Amen. Sacerdote Lo Spirito Santo, vi doni di custodire l’alleanza con Dio sull’esempio di santa Cecilia e di aver parte con lei della tua gloria eterna. Assemblea Amen. Sacerdote E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio + e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Assemblea Amen. 19
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