CAMBIAMENTI CLIMATICI E GOVERNO DEL TERRITORIO IN PROVINCIA DI TORINO - SOCIETÀ METEOROLOGICA SUBALPINA

Pagina creata da Beatrice Grasso
 
CONTINUA A LEGGERE
CAMBIAMENTI CLIMATICI E GOVERNO DEL TERRITORIO IN PROVINCIA DI TORINO - SOCIETÀ METEOROLOGICA SUBALPINA
SOCIETÀ
  METEOROLOGICA
  SUBALPINA

  CAMBIAMENTI CLIMATICI
E GOVERNO DEL TERRITORIO
  IN PROVINCIA DI TORINO
CAMBIAMENTI CLIMATICI E GOVERNO DEL TERRITORIO IN PROVINCIA DI TORINO - SOCIETÀ METEOROLOGICA SUBALPINA
CAMBIAMENTI CLIMATICI
E GOVERNO DEL TERRITORIO
  IN PROVINCIA DI TORINO

                           Bussoleno (TO), la Dora Riparia il 29.05.2008
CAMBIAMENTI CLIMATICI E GOVERNO DEL TERRITORIO IN PROVINCIA DI TORINO - SOCIETÀ METEOROLOGICA SUBALPINA
CAMBIAMENTI CLIMATICI
E GOVERNO DEL TERRITORIO
IN PROVINCIA DI TORINO

                                  SOCIETÀ
                                  METEOROLOGICA
                                  SUBALPINA

T 1 - «Quaderni del territorio»

Progetto, testi, realizzazione
LUCA MERCALLI, DANIELE CAT BERRO (Società Meteorologica
Subalpina)

PAOLO FOIETTA, FURIO DUTTO, con la collaborazione di
FABRIZIO LONGO, CONNIE CONTRAFFATTO, FRANCESCO VITALE
(Provincia di Torino)

Redazione e impaginazione
Società Meteorologica Subalpina

Salvo diversa indicazione, le fotografie sono di Luca Mercalli
e Daniele Cat Berro.

Stampato nel mese di settembre 2008 presso Graficat,
Torino.

© Copyright 2008 - Provincia di Torino

II
CAMBIAMENTI CLIMATICI E GOVERNO DEL TERRITORIO IN PROVINCIA DI TORINO - SOCIETÀ METEOROLOGICA SUBALPINA
Indice

Presentazione                                                                            IV

Dal globale al locale, dal locale al globale                                              1

Il clima della Provincia di Torino: una carta d’identità                                  2

Il clima della Terra: una lunga storia di cambiamenti                                     8

Cosa fa cambiare il clima oggi?                                                          10

Cambiamenti climatici: la situazione attuale nel mondo                                   12

Le temperature in Provincia di Torino: cosa è già cambiato?                              15

Cosa accadrà in futuro alle temperature?                                                 18

Cosa fare per adattarsi all’aumento termico?                                             20

Le precipitazioni in Provincia di Torino: cosa è già cambiato?                           24

Cosa accadrà in futuro alle precipitazioni?                                              27

Cosa fare per adattarsi all’aumento di precipitazioni intense?                           29

Cosa fare per adattarsi all’aumento di scarsità idrica?                                  35

La neve in Provincia di Torino: cosa è già cambiato?                                     38

Cosa accadrà in futuro all’innevamento e ai ghiacciai?                                   41

Cosa fare per adattarsi alla riduzione dell’innevamento?                                 44

Altri eventi intensi: tempeste di vento, nubifragi                                       47

Strategie razionali o onde emotive?                                                      48

Clima e crisi energetica                                                                 50

Altre criticità indotte dai cambiamenti climatici: biodiversità, migrazioni, conflitti   51

Tempi dei cambiamenti fisici, culturali e politici                                       52

Sintesi delle politiche territoriali e delle normative                                   54

Bibliografia e sitografia                                                                58

                                                                                         III
CAMBIAMENTI CLIMATICI E GOVERNO DEL TERRITORIO IN PROVINCIA DI TORINO - SOCIETÀ METEOROLOGICA SUBALPINA
borare una sintesi delle informazioni raccolte
Presentazione                                            orientata ad avviare una riflessione utile anche per
                                                         la formazione del nuovo PTCP (Piano Territoriale di
Antonio Saitta
                                                         Coordinamento Provinciale), sulle possibili politi-
Presidente della Provincia di Torino
                                                         che territoriali, efficaci per controllare - e se possi-
                                                         bile contribuire a mitigare - cause ed effetti del
Giorgio Giani
                                                         cambiamento climatico in corso.
Assessore alla Pianificazione Territoriale
della Provincia di Torino
                                                         Pensiamo infatti che sia utile evitare che, insieme
                                                         con la consapevolezza dei cambiamenti in atto, si
                                                         consolidi la sensazione che qualsiasi intervento a
                                                         scala locale sia del tutto inutile rispetto alla dimen-
L'alterazione dell’andamento climatico è un dato di      sione del problema e che per conseguenza l'attiva-
conoscenza diretta ormai condiviso anche dai non         zione e la partecipazione a politiche orientate ad
esperti in materia, che produce effetti di adatta-       affrontarlo siano questione di altri livelli decisiona-
mento anche sul territorio.                              li o più in generale «di altri», che debbono avviare
                                                         comportamenti e politiche «globali» diverse.
Il territorio risponde alle diverse sollecitazioni del   Riteniamo invece che comportamenti virtuosi pos-
clima accelerando alcuni processi, taluni dei quali      sano avviarsi anche alla scala locale, e che nel
degenerativi, in relazione alle temperature medie        sistema a rete fra sistemi locali possano consoli-
più elevate (minore innevamento, ritiro dei ghiac-       darsi e via via trovare maggiore efficacia e qualità
ciai) o alla concentrazione di eventi in particolari     di risultato.
periodi dell'anno (lunghi periodi di precipitazioni      In un territorio come quello della Provincia di
dopo lunghi periodi di assenza, forti precipitazioni     Torino, vasto ma minuto rispetto alla dimensione e
concentrate).                                            diffusione del problema, le azioni che si possono
                                                         quindi programmare sulle cause originanti i cam-
Ma tutto ciò è frutto di una suggestione collettiva,     biamenti climatici possono assumere caratteri di
di allarmismi fuori misura o sono situazioni scien-      piena efficacia se considerate come parte di un
tificamente riscontrabili?                               insieme; vale a dire come - sistema - di politiche
L'area torinese, a detta degli esperti, è una di quel-   settoriali di un territorio - di sistemi - territoriali.
le che in Italia può fruire di alcune tra le più lun-    Cionondimeno è opportuno avviare queste politi-
ghe serie storiche di rilevazioni dirette sul clima, e   che anche in assenza di pari attenzione da parte
per questa ragione la Provincia di Torino, con il        dei sistemi territoriali vicini.
contributo economico della Fondazione CR T, ha
affidato uno studio particolare proprio sui dati         Ci sono invece azioni, quelle sugli effetti, che
delle serie storiche climatiche della nostra area al     hanno diretta ed immediata rilevanza sul territorio
fine di trarre utili informazioni sul tale tema.         amministrato e su quelli limitrofi poiché gli eventi
                                                         naturali non hanno dimestichezza con le cinte
Sulla base di quel lavoro, che ha dato luogo a uno       daziarie e soprattutto non hanno istituzionalmen-
specifico volume monografico, è nata l'idea di ela-      te l'obbligo di rispettarle.

IV
CAMBIAMENTI CLIMATICI E GOVERNO DEL TERRITORIO IN PROVINCIA DI TORINO - SOCIETÀ METEOROLOGICA SUBALPINA
Un esempio lo possiamo trarre dal recente evento          Nessuno sviluppo è possibile in un territorio
alluvionale che ha particolarmente colpito le valli       potenzialmente insicuro.
del Pinerolese e di Susa.
L'esperienza dell'alluvione del 2000 e soprattutto        Dalle indicazioni che fornisce questo lavoro rite-
le opere che nel frattempo la Provincia di Torino ha      niamo di poter individuare «buone pratiche» che
saputo realizzare per il rinnovo e l'ammoderna-           possano costituire ossatura normativa nel Piano
mento dei luoghi (nuovi ponti…) e di difesa spon-         Territoriale di Coordinamento che la Provincia sta
dale hanno retto bene alle sollecitazioni del nuovo       ultimando.
evento che in alcune aree ha avuto analoga inten-
sità di quello del 2000.

Tutto ciò è stato, insieme con l'efficienza del siste-
ma di protezione civile, motivo di soddisfazione ma
si è anche evidenziato un altro dato piuttosto
importante: la diffusione, la ricorrenza, l'intensità
degli eventi, l'analisi degli effetti o dei rischi a
medio termine, soprattutto le frane, ha posto in
evidenza che non è possibile intervenire solamente
ed ovunque con sistemi di difesa, ma che bisogna
prendere atto che forse anche per le modificazioni
delle condizioni climatiche è necessario considera-
re azioni diverse che riportino il territorio all'equi-
librio; un equilibrio un tempo affidato alla pratica
e buona conoscenza locale da parte degli abitanti,
che - traendone reddito - sapevano ben calibrare
con l'esperienza tramandata l'esigenza della «rac-
colta» con la necessità della conservazione della
fonte di reddito, e ben conoscevano per le stesse
ragioni i luoghi in cui insediarsi ed i luoghi «da evi-
tare».

È un equilibrio ormai perso e che non può essere
ricreato allo stesso modo, ma va ricercato con
modalità e azioni diverse che siano costantemente
distribuite nel tempo - presidio e manutenzione
del territorio - e capillarmente distribuite nel terri-
torio - piccoli interventi atti a rallentare la diffu-
sione degli effetti di un evento - anche di rilocaliz-
zazione - di ciò che non è possibile o è ragionevol-
mente diseconomico proteggere.

                                                                                                          V
CAMBIAMENTI CLIMATICI E GOVERNO DEL TERRITORIO IN PROVINCIA DI TORINO - SOCIETÀ METEOROLOGICA SUBALPINA
VI
CAMBIAMENTI CLIMATICI E GOVERNO DEL TERRITORIO IN PROVINCIA DI TORINO - SOCIETÀ METEOROLOGICA SUBALPINA
Dal globale al locale,
dal locale al globale

Vi è una diffusa percezione che contro i grandi proces-
si di deterioramento ambientale, in cui rientra pure il
riscaldamento globale, poco valgano le azioni locali e
individuali. Si ritiene che tali problemi possano essere
affrontati solo dai governi dei Paesi che più contano
sullo scacchiere internazionale, e/o dai grandi gruppi
economici. Ma è una percezione errata. La pressione
sugli ecosistemi e sugli equilibri atmosferici e idrologi-
ci è infatti frutto della somma di innumerevoli azioni e
scelte quotidiane compiute virtualmente da ognuno dei
6.7 miliardi di abitanti del pianeta, in realtà da un loro
sottoinsieme più limitato, corrispondente a circa un
miliardo di abitanti dei Paesi industrializzati e 3 miliar-
di delle economie emergenti asiatiche. Se si eccettuano
le spese militari, enormi ed eticamente biasimabili fin
che si vuole, ma in effetti poco manovrabili dall’indivi-
duo, tutti gli altri processi corrispondono a decisioni
che i singoli assumono quotidianamente a livello di:
consumo di energia, consumo di prodotti finiti e produ-
zione di rifiuti, decisioni sulla mobilità (dove, perché e
come spostarsi), decisioni sull’uso del suolo (dove, per-
ché e come costruire). Nei Paesi occidentali tutto ciò
corrisponde a una rete di decisioni, scelte, interessi,
desideri, a volte capricci, che sono il riflesso in parte di
reali esigenze per raggiungere un dignitoso livello di
vita, e in parte di bisogni indotti da una sfrenata com-
petizione economica e da modelli di riconoscimento
sociale. Ridurre l’impatto generale delle attività umane
sull’ambiente è quindi un fatto culturale, che comincia
dal singolo e procede parallelamente alla politica degli
enti locali, che da un lato devono favorire lo sviluppo di
un nuovo paradigma, dall’altro devono essere sostenu-
ti proprio da una coscienza sociale diffusa e condivisa.

                                                          1
CAMBIAMENTI CLIMATICI E GOVERNO DEL TERRITORIO IN PROVINCIA DI TORINO - SOCIETÀ METEOROLOGICA SUBALPINA
Il clima della Provincia di
                                                                               Torino: una carta d’identità
                                                                     N

                                                                               Le condizioni climatiche della Provincia di Torino
                                                                               sono fortemente influenzate dalla presenza delle
                                                                               Alpi, la cui orografia è in grado di deviare e sbarra-
                                                                               re il flusso dei venti che le raggiungono. In base alla
                                                                               loro provenienza, la barriera alpina può infatti
                                                                               ridurre le precipitazioni sul versante torinese (effet-
                                                                               to föhn sul versante sottovento, quando le correnti
                                                                               in quota soffiano tra Ovest e Nord), oppure intensi-
                                                                               ficarle (sbarramento dell'aria umida marittima tra-
                                                                               sportata dai venti meridionali, specialmente lo sci-
                                                                               rocco). La pianura chiusa su tre lati da montagne e
                                                                               colline è inoltre un luogo favorevole al ristagno di
                                                                               aria fredda e inquinata nei mesi invernali (inversio-
Le Alpi occidentali innevate e la pianura torinese riprese dal satellite
                                                                               ne termica), mentre d'estate le brezze termiche
NASA-MODIS il 24.02.2003, h 12:25 UTC. Il rilievo alpino è il più impor-
tante fattore di modificazione del clima locale, e cui influisce in partico-   locali favoriscono il rimescolamento dei bassi strati
lar modo sul regime dei venti e delle precipitazioni.                          atmosferici.

                                           IL   CLIMA DELLA         PROVINCIA    DI   TORINO   IN CIFRE

 Luogo più caldo: Torino-città, temperatura media annua 13.1 °C
 Luogo più freddo (dotato di stazione meteo): Lago della Rossa (2718 m), temperatura media annua -2.0 °C
 Temperature più basse: -26 °C a Lombriasco il 14 febbraio 1956; -35 °C il 31 gennaio 1963 al Lago della Rossa
 Temperature più alte: l’11 agosto 2003, 41.6 °C a Torino-Nord, 40.8 °C a Moncalieri
 Luogo più asciutto: Oulx (Valle di Susa), 612 mm/anno (siccità intralpina)
 Luogo più piovoso: Succinto (Valchiusella), 2000 mm/anno (esposizione a venti umidi da Sud)
 Precipitazione più abbondante in 1 giorno: 455 mm il 5 novembre 1994 a Funghera (basse Valli di Lanzo)
 Precipitazione più abbondante in 1 mese: 964 mm a Locana-Rosone nell’ottobre 2000 (alluvione)
 Precipitazione più abbondante in 1 anno: 2835 mm a Succinto (Valchiusella) nel 1936
 Luogo più nevoso: Lago della Rossa, 830 cm di neve fresca/anno
 Massimo spessore della neve al suolo: 850 cm al Lago Valsoera (Valle Orco, 2440 m) il 14 marzo 1972
 Massima nevicata in 1 giorno: 150 cm al Lago della Rossa il 4 marzo 1936 e a Ceresole Reale il 19 febbraio 1974

2
CAMBIAMENTI CLIMATICI E GOVERNO DEL TERRITORIO IN PROVINCIA DI TORINO - SOCIETÀ METEOROLOGICA SUBALPINA
Le temperature:
                                                                                                                     -26 °C a Lombriasco nel 1956,
                                                                                                                     oltre 40 °C a Torino nel 2003

                                                                                                                     In Provincia di Torino le temperature medie
                                                                                                                     annue decrescono dai 12-13 °C della pianura fino
                                                                                                                     a raggiungere lo 0 °C mediamente a 2300÷2500
                                                                                                                     m di quota, secondo un gradiente altitudinale
                                                                                                                     medio di circa 0.6 °C ogni 100 m.
                                                                                                                     La protezione offerta dalle Alpi è evidente con-
                                                                                                                     frontando i valori termici della pianura torinese
                                                                                                                     con quelli delle città della Svizzera e della Savoia:
                                                                                                                     se a Torino la media annua è di 13 °C, a Ginevra
La stazione meteorologica installata presso l’Istituto Agrario Salesiano di
Lombriasco, nella pianura intorno a Carmagnola. Mantenere invariata nel                                              si sfiorano appena i 10 °C per via della maggiore
tempo la posizione degli strumenti è indispensabile per garantire l’omoge-                                           esposizione ai venti settentrionali.
neità delle serie di misura.
                                                                                                                     I giorni più freddi dell'anno mediamente si collo-
                                                                                                                     cano nella prima metà di gennaio: il gelo nottur-
                       Alpi piemontesi - Andamento termico medio durante l'anno (°C)
                                                                                                                     no è pressoché quotidiano, se il cielo è sereno, e
      25                                                                                                             solitamente almeno una volta nell'anno le tempe-
                                                                                                                     rature scendono attorno a -10 °C nelle campagne
      20
                                                                                                                     fuori Torino. Proprio la prima metà di gennaio nel
      15                                                                                                             1985 ha conosciuto l'ultima ondata di gelo
                                                                                                                     straordinario degli anni recenti: in quell'occasio-
      10
                                                                                                                     ne si raggiunsero -13.2 °C all'aeroporto di Caselle
 °C

       5                                                                                                             e -30 °C ai 2275 m del Lago Serrù. In pianura il
                                                                                                                     valore più basso spetta però al febbraio 1956,
       0
                                                                                                                     con -26 °C a Lombriasco, presso Carmagnola,
       -5
                                                                                                                     zona soggetta a forti inversioni termiche nelle
                                                    Ceresole Reale           Moncenisio
                                                    Torino                   Lago Valsoera                           notti invernali.
      -10                                                                                                            L'estate raggiunge il culmine tra fine luglio e ini-
            01/01

                    31/01

                            02/03

                                    01/04

                                            01/05

                                                    31/05

                                                             30/06

                                                                     30/07

                                                                             29/08

                                                                                     28/09

                                                                                             28/10

                                                                                                     27/11

                                                                                                             27/12

                                                                                                                     zio agosto, quando è normale che le massime
                                                                                                                     diurne tocchino i 30 °C in pianura; l'11 agosto
Andamento delle temperature medie giornaliere a differenti altitudini in                                             2003 è stato il giorno più caldo mai registrato
Provincia di Torino, periodo 1961-2007. A Torino (linea rossa) il giorno più
                                                                                                                     dall'inizio delle osservazioni meteorologiche, con
freddo mediamente è il 6 gennaio, con temperatura media di 2.0 °C, il più
caldo è il 29 luglio con 24.7 °C. Ai 2400 m del Lago Valsoera i valori medi                                          punte di 41.6 °C a Torino e 30 °C attorno a 1500
oscillano invece tra i -6.1 °C del 15 febbraio e i 10.0 °C del 5 agosto.                                             m di quota.

                                                                                                                                                                        3
Le precipitazioni: crescenti
                                                                                       dalla pianura alle Prealpi

                                                                                       La quantità annua di precipitazione cresce avvi-
                                                                                       cinandosi dalla pianura alle Alpi, per l'effetto di
                                                                                       sollevamento forzato imposto dal rilievo sull'aria
                                                                                       umida in arrivo dal Mediterraneo: il raffredda-
                                                                                       mento dell'aria che ne consegue e la condensa-
                                                                                       zione del vapore si traduce in maggiore nuvolo-
                                                                                       sità e precipitazioni. E' per questo motivo che sul
                                                                                       territorio della Provincia di Torino si passa dai
Sopra, esondazione della Dora Riparia a Bussoleno durante le forti precipi-
tazioni del 29.05.2008.                                                                circa 750 mm/anno delle colline del Po e delle
Sotto, carta delle isoiete annuali in Provincia di Torino (mm di pioggia e neve        zone di confine con l'Astigiano agli oltre 1500 mm
fusa): tra le colline del Po e il Roero si scende sotto gli 800 mm di precipita-       di molte zone prealpine, perfino 2000 mm in
zione annua, mentre i rilievi prealpini sono soggetti ad apporti ben più
abbondanti, che toccano i 2000 mm in Valchiusella. L’alta Valle di Susa, per
                                                                                       Valchiusella. Se invece si penetra più interna-
via della sua posizione molto interna alla catena alpina, è pure piuttosto             mente alla catena alpina, al contrario l'effetto di
asciutta, con valori estesamente inferiori a 800 mm/anno.                              sbarramento dell'umidità marittima da parte dei

                                                                       Biella
                                                                                   1   monti circostanti genera una diminuzione degli
                                                                                       apporti: lungo la Valle di Susa, ad esempio, le
                                                                                       precipitazioni annue scendono da circa 1000 mm
                                                    150                                nella zona di Avigliana a meno di 700 mm intor-
                                                          0                            no a Oulx. Il numero annuo di giorni piovosi
                                                                                       varia da 70 a 90 in pianura e da 90 a 110 sulla
                                                00

                                                                                       maggior parte delle località alpine della
                                                                             Ve
                                             12

                                                                                       Provincia.
                     F. Dora
                             R         iparia                    F. Po                 Durante l'anno queste quantità si distribuiscono
                                                                                       secondo un regime pluviometrico definito come
        800

                                                           Torino                      sublitoraneo occidentale, con due massimi in pri-
                                                            700
                      900
                     1000

                                                                                       mavera e autunno - di cui quello primaverile è
                                                                                       prevalente sulle Prealpi - e due minimi in inver-
                                             800
                                     1000
                                            900

                                                                                       no ed estate - di cui quello invernale è quasi

                                                                         a  ro         ovunque il più importante. Solo a Bardonecchia il

                                                                     Tan               mese più asciutto dell'anno è luglio, mentre

                                                                  F.
                                                                                       altrove il minimo spetta a gennaio o febbraio. Tra
                                                                                       metà aprile e inizio giugno si concentra solita-
                                                                             80
4
mente il maggior numero di eventi piovosi e la
                       Regime mensile delle precipitazioni
                          (pioggia e neve fusa in mm)                                maggiore quantità di precipitazione. In particola-
      180                                                                            re, il mese di maggio riceve in media oltre 150-
      160                                     Balme                                  200 mm sulla fascia montana tra la Val Pellice, la
      140                                     Torino                                 Val Sangone, le Valli di Lanzo e l'alto Canavese.
      120
      100                                                                            Le condizioni più favorevoli a piogge abbondanti
 mm

      80                                                                             sul Torinese sono quelle contraddistinte da una
      60                                                                             bassa pressione centrata tra la Costa Azzurra, la
      40                                                                             Sardegna e il Mar Ligure, a cui si associano venti
      20                                                                             umidi provenienti tra Sud ed Est. E' in queste
       0                                                                             situazioni che si possono originare piene fluviali
            Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set                Ott   Nov   Dic       e dissesti, specialmente se la durata dei fenome-
                                                                                     ni è prolungata dal blocco di un'alta pressione
Esempi di regime pluviometrico mensile in Provincia di Torino: Balme e               sui Balcani che ostacola l'allontanamento della
Torino. In entrambe le località si osservano i massimi di piovosità in mag-          perturbazione verso Est.
gio, e i minimi in gennaio. Ma a Balme il picco secondario di ottobre egua-
                                                                                     Specialmente in autunno si possono rilevare
glia quasi quello di maggio. Anche luglio è relativamente asciutto, sebbene
punteggiato da temporali più frequenti sulla zona alpina.                            piogge violente e concentrate, spesso fino ad alta
                                                                                     quota per effetto dello scirocco caldo in risalita
                                                                                     dal Mediterraneo: soprattutto in montagna, quasi
                                                                                     tutti i casi di precipitazione massima giornaliera
                                                                                     appartengono agli eventi alluvionali autunnali
                                                                                     del novembre 1945 (306 mm a Luserna San
                                                                                     Giovanni il giorno 1), settembre 1947 (410 mm a
                                                                                     Balme il giorno 26), novembre 1994 (455 mm a
                                                                                     Funghera, Valli di Lanzo, il giorno 5), ottobre
                                                                                     2000 (414 mm a Rosone il giorno 14).

                                                                                     Al contrario, siccità prolungate si producono più
                                                                                     spesso tra gennaio e metà marzo per la persisten-
                                                                                     za di zone di alta pressione, oppure per il predo-
                                                                                     minio di venti tra Ovest e Nord, che generano
                                                                                     condizioni asciutte di föhn sul versante padano
                                                                                     delle Alpi. A Torino dal 1° ottobre 1989 al 31
Il quartiere Borgo Po di Torino durante il furioso nubifragio del 20 giugno
                                                                                     marzo 1990 caddero appena 36 mm di pioggia,
2007 (f. C. Castellano); il temporale - concentrato tra il centro storico, il Po e   quantità minima in un periodo di 6 mesi dal
la collina di Superga - ha scaricato 58 mm di pioggia in circa un’ora, una           1802. D'estate è più raro che si verifichino lun-
quantità non eccezionale ma vicina al massimo orario noto in città, pari a
                                                                                     ghe sequenze di giorni asciutti poiché, special-
65 mm (11 agosto 1938, quartiere Millefonti). Ma probabilmente alcune zone
della collina hanno ricevuto quantità superiori. Inondazioni ed erosioni del         mente in montagna, i temporali pomeridiani e
manto stradale hanno riguardato soprattutto corso Casale e le vie collinari.         serali sono frequenti.

                                                                                                                                     5
La neve: 25 cm all’anno in
                                                                                                                pianura, 7 m a quota 2500 m

                                                                                                                In pianura la neve fa la sua comparsa 5-6 volte
                                                                                                                per inverno, con massima frequenza da dicembre
                                                                                                                a febbraio, episodi marginali in novembre e
                                                                                                                marzo, eccezionali in ottobre e aprile.

                                                                                                                A Torino e sulle pianure circostanti cadono in
                                                                                                                media circa 25-30 cm di neve fresca all'anno, e la
Torino, piazza Cavour sotto i 10 cm di neve del 28.01.2006 (f. V. Acordon).
In pianura cadono in media circa 25-30 cm di neve fresca all’anno, quasi                                        permanenza del manto nevoso al suolo è irregola-
totalmente concentrati nei mesi da dicembre a febbraio. La permanenza del                                       re e assai discontinua. Nella lunga serie di misu-
manto al suolo è però irregolare e discontinua, e raramente il terreno rima-
                                                                                                                ra della neve iniziata nel 1787, l'episodio più pre-
ne imbiancato per più di una settimana.
                                                                                                                coce si è verificato il 27 ottobre 1979 (5 cm), quel-
                                                                                                                lo più tardivo il 25 aprile 1972 (3 cm), ma venne
                                                                                                                segnalata neve in città anche il 1° maggio 1714.
                   Provincia di Torino - Spessore medio del manto nevoso (cm),
                                         periodo 1961-2007
                                                                                                                Sul settore alpino le quantità annue crescono di
     200              Ceresole Reale (1579 m)
                                                                                                                circa 30 cm ogni 100 m di altitudine, fino a por-
     180              Lago Moncenisio (2000 m)                                                                  tarsi attorno a 350 cm a quota 1500 m e a 7 m a
     160              Lago Valsoera (2400 m)

                      Venaus (620 m)
                                                                                                                2500 m. Sui rilievi la durata del manto nevoso al
     140
     120
                                                                                                                suolo è molto variabile anche in base all'esposi-
                                                                                                                zione dei versanti e alla morfologia del territorio:
cm

     100
      80                                                                                                        in media la neve si conserva per 90-100 giorni a
      60
                                                                                                                1000 m, 130-150 giorni a 1500 m, 190-210 gior-
      40
      20
                                                                                                                ni a 2000 m e 240-270 giorni (8-9 mesi) a 2500 m.
       0
                              1-nov

                                       1-dic

                                                1-gen

                                                        1-feb

                                                                                1-mag

                                                                                        1-giu

                                                                                                1-lug

                                                                                                        1-ago
           1-set

                      1-ott

                                                                1-mar

                                                                        1-apr

                                                                                                                Le nevicate più copiose intervengono con afflussi
                                                                                                                di aria temperata e umida dal Mediterraneo, e
                                                                                                                sono in grado di depositare anche oltre 100 cm in
Andamento degli spessori medi del manto nevoso durante l’anno, calcolati
                                                                                                                24 ore a quote superiori ai 1000 m, mentre i venti
sul periodo 1961-2007 (salvo per la stazione di Venaus, per la quale è
disponibile il periodo 1961-2001). Sotto i 1500 m di quota la neve raggiun-                                     gelidi da Est - che trasportano aria a basso conte-
ge il massimo spessore solitamente entro il mese di febbraio, mentre proce-                                     nuto di vapore in quanto proveniente da zone con-
dendo più in altitudine il culmine dell’altezza neve si sposta in primavera,
                                                                                                                tinentali anziché marittime - di solito producono
stagione ancora soggetta a forti nevicate specialmente oltre quota 2000 m.
Al Lago Valsoera (2400 m, Valle Orco) il manto cresce fino alla metà di apri-                                   nevicate deboli o moderate, con apporti general-
le, e solo in maggio ha inizio la stagione di fusione.                                                          mente non superiori a 10-15 cm.

6
Il vento: mediamente debole,
                                                                                     ma episodi di forte föhn e
                                                                                     burrasche temporalesche

                                                                                     La protezione offerta dal rilievo alpino si riflette in
                                                                                     una ventosità debole e irregolare. I frequenti venti
                                                                                     atlantici, vivaci sulle pianure d'oltralpe (a Parigi la
                                                                                     velocità media annua del vento è di 14 km/h), si
                                                                                     fanno sentire direttamente per lo più in alta monta-
                                                                                     gna, mentre in pianura e a fondovalle dominano le
                                                                                     brezze e i venti locali.

                                                                                     I pochi giorni con vento forte sono da attribuire al
                                                                                     föhn che - specialmente tra l'autunno e la primave-
                                                                                     ra - irrompe asciutto e mite dalla cresta principale
                                                                                     delle Alpi verso la pianura, con raffiche tra Ovest e
                                                                                     Nord localmente superiori a 100 km/h (145 km/h il
                                                                                     19 marzo 2002 a Susa); oppure, nei mesi estivi, a
                                                                                     rapide e irregolari burrasche temporalesche, in grado
                                                                                     di recare ingenti danni ma su zone limitate.

                                                                                     Sulla pianura torinese la velocità media annua del
                                                                                     vento è di 5-6 km/h, mentre sale a 10-15 km/h in
                                                                                     alcune località delle alte valli alpine (11 km/h a
Al collegio Carlo Alberto di Moncalieri le velocità medie mensili del vento
variano da un minimo di 4.2 km/h in novembre a un massimo di 7 km/h in
                                                                                     Susa, 13 km/h a Oulx): si tratta di valori comunque
maggio. La maggiore ventilazione tardo-primaverile è dovuta in parte al fre-         troppo bassi per una produzione redditizia di ener-
quente passaggio di depressioni atlantiche che rendono l’atmosfera più               gia eolica su vasta scala, che al contrario necessita
mossa (al massimo di ventosità media corrisponde infatti il minimo di pres-
                                                                                     di venti tesi e costanti con medie annue dell'ordine
sione atmosferica) e in parte al ruolo delle brezze termiche che riprendono
a soffiare tese nelle ore centrali del giorno. Le velocità massime (linea blu        di almeno 20 km/h.
nel grafico in alto) sono invece più irregolari, e forti raffiche si possono regi-
strare in ogni mese dell’anno, in inverno durante gli episodi di föhn, in esta-
                                                                                     Quasi ovunque i mesi da marzo ad agosto sono i più
te soprattutto durante i temporali.
Il grafico qui sopra mostra la distribuzione delle velocità medie orarie del         ventilati grazie al contributo delle costanti brezze
vento durante il giorno a Moncalieri, nel trimestre invernale e in quello esti-      termiche diurne (a Moncalieri media di 7 km/h in
vo. Si noti la ripresa diurna delle brezze locali, più marcata in estate rispet-     maggio), mentre da settembre a febbraio la vento-
to all’inverno: la massima intensità è raggiunta tra le ore 14 e le 15, men-
tre l’atmosfera più calma si registra solitamente nelle ultime ore della notte
                                                                                     sità media si affievolisce nonostante la presenza
e attorno all’alba.                                                                  irregolare di giornate con forte föhn.

                                                                                                                                          7
Il clima della Terra: una
                                                                                    lunga storia di cambiamenti

                                                                                    Che il clima terrestre subisca variazioni importanti
                                                                                    nel tempo di per sé non dovrebbe stupire, poiché la
                                                                                    storia del nostro pianeta ha mostrato ripetute oscil-
                                                                                    lazioni tra fasi glaciali e interglaciali, dovute però a
                                                                                    cause naturali: variazioni nell’attività solare, nella
                                                                                    geometria astronomica (inclinazione dell’asse terre-
                                                                                    stre, distanza Terra-Sole, ecc...), eruzioni vulcani-
                                                                                    che. L’evoluzione di questi cambiamenti può essere
A sinistra, la grande lingua del ghiacciaio Upsala, Patagonia, ripresa dal-         ricostruita attraverso l’analisi chimico-fisica dell’a-
l’aereo nel 2004, e, a destra, la lussureggiante vegetazione della foresta
                                                                                    ria intrappolata nei ghiacci polari (grafico sotto) o
dell’Acre in Brasile (f. G. Badino). Due esempi di ambienti che (seppure oggi
coesistenti sul pianeta) dominavano il paesaggio terrestre rispettivamente          dei sedimenti nei fondali oceanici, e in questo caso
durante le glaciazioni, l’ultima delle quali è terminata 11.000 anni fa, e le       si possono ottenere informazioni fino a milioni di
fasi calde come quella del Cretaceo, periodo geologico terminato 65 milioni         anni fa. Per periodi più recenti (secoli-millenni) si
di anni fa. Allora la temperatura media della Terra era di 10-12 °C supe-
riore a oggi, ma il fatto che in periodo così remoto il clima fosse ben più
                                                                                    può invece ricorrere allo studio dei pollini fossili nei
caldo di oggi non deve però tranquillizzarci: allora il nostro pianeta era          suoli, degli anelli di accrescimento degli alberi, delle
molto diverso, e l’uomo non c’era ancora...                                         cronache storiche, dei reperti archeologici.

                                                                                                                    Ai cambiamenti naturali del clima, oggi si sovrappone pericolo-
                                 Epica - Dome C (Antartide) -                                                       samente l’effetto delle imponenti emissioni antropiche di gas a
                               Concentrazione CO2 e temperatura                                                     effetto serra. A lato, sintesi grafica delle ricostruzioni di tempe-
                                                                                                                    ratura e concentrazione del biossido di carbonio (CO2) negli ulti-
                                                                                         rapporto isotopico dD %0
                                                                                                        più caldo

                                                                                                                    mi 650.000 anni, ottenute grazie al progetto EPICA di perforazio-
                                                                                                                    ne profonda della calotta antartica (www.concordiastation.org).
                                                                                               (Temperatura)

                                                                                                                    A fronte di concentrazioni che, prima dell’era industriale, non si
                                                                                                                    erano mai spinte oltre 300 ppmv (parti per milione in volume)
 + 2 ppmv
                                                                                          più freddo

   anno                                                                                                             durante le fasi interglaciali più miti, nel 2007 si è raggiunto un
                                                                                                                    valore di 386 ppmv (curva aggiornata alla situazione attuale in
         400       2007:         Massimo degli ultimi 650.000 anni                                                  base ai dati rilevati all’osservatorio di Monte Mauna Loa,
         380        385                                                                                             Hawaii, vedi anche p. 11), massimo da almeno 650.000 anni.
         360       ppmv
(ppmv)

         340                                                                                                        Questa informazione rende conto della portata epocale dei cam-
  CO2

         320                                                                                                        biamenti che l’uomo sta causando negli equilibri dell’atmosfera
                                Massimo era pre-industriale 300 ppmv
         300                                                                                                        terrestre. La freccia tratteggiata indica l’attuale tasso annuale di
         280
                                                                                                                    aumento della concentrazione di CO2 (+ 2 ppmv/anno).
         260
         240                                                                                                        L’andamento della temperatura (ricostruito tramite i rapporti iso-
         220                                                                                                        topici dell’ossigeno) coincide piuttosto fedelmente con quello del
         200
                                                                                                                    biossido di carbonio. Prima dell’utilizzo dei combustibili fossili, i
         180
               0      100000     200000      300000      400000        500000   600000                              livelli di CO2 variavano in conseguenza di meccanismi bio-geo-
                                                                                                                    chimici naturali e in risposta a variazioni nella quantità di ener-
                                          anni dal presente
                                                                                                                    gia solare ricevuta dalla Terra (feedback).

8
Temperatura media regione alpina occidentale negli ultimi 11 000 anni                                           Gli ultimi 10.000 anni:
                   18

                   17
                                           Sviluppo torbiera Rutor
                                            Limite boschi + 200 m
                                                                             Optimum termico
                                                                             Olocenico (HTM)
                                                                                                    Optimum
                                                                                                   termico Età
                                                                                                     Romana
                                                                                                                       Optimum
                                                                                                                        termico
                                                                                                                       Medievale
                                                                                                                                   Clima
                                                                                                                                   attuale   una relativa stabilità
                   16                                                                                                                        climatica
  Temperatura °C

                   15

                   14
                                      Oscillaz.           Episodio                                                                           Circa 11.500 anni fa termina l’ultima glaciazio-
                                      di Palü              fresco            Oscillazioni   Episodio
                   13                                      Misox              fresche e
                                                                            umide Piora I
                                                                                             fresco        Episodio freddo
                                                                                                             Neoglaciale        Piccola
                                                                                                                                             ne, e nel volgere di un millennio in Europa si
                                                                                            Löbben
                                                                                                                                  Età
                   12              Fine ultima
                                                                                 e II                      Göschenen I e II
                                                                                                                                Glaciale
                                                                                                                                             instaura un clima complessivamente tempera-
                                  Glaciazione -                                                                 Età
                                                                                                 Età del                       1350-1850
                                 Younger Dryas
                                                                                   Ötzi
                                                                                 5400 BP         bronzo
                                                                                                                del                          to e piuttosto stabile, che ha sicuramente favo-
                   11                                                                                          ferro

                              Preboreale        Boreale              Atlantico               Sub-boreale               Sub-atlantico
                                                                                                                                             rito lo sviluppo della civiltà umana basata sul-
                   10                                                                                                                        l’agricoltura. Tra 6000 e 7000 anni fa circa si è
                        11       10         9             8       7        6        5        4       3                 2       1         0
                                                           Tempo in migliaia di anni dal presente (BP)                                       manifestato un periodo molto mite, l’Optimum
                                                                                                                                             termico olocenico, seguito da fasi più fresche
Ricostruzione dell’andamento approssimativo delle temperature medie nella regione alpi-                                                      culminate attorno a 2700 anni fa (episodio fred-
na occidentale negli ultimi 11.000 anni (Olocene) desunta dai risultati pubblicati da diver-                                                 do «Göschenen I») e tra il 1400 e il 1850 (Piccola
si Autori, in particolare OROMBELLI (1998), LISTER & al. (1998), HORMES (2001), BURGA (1995),
                                                                                                                                             Età Glaciale). Quest’ultimo periodo, contraddi-
DAVIS (2003), MOBERG (2005). L’inizio dell’Olocene è stato caratterizzato da un netto aumen-
to termico (circa 5°C nell’arco di un millennio), responsabile della fine delle glaciazioni. In                                              stinto da una pronunciata avanzata dei ghiac-
seguito il clima si è stabilizzato su un assetto temperato, con fluttuazioni comprese entro                                                  ciai, è ben documentato anche dalle fonti stori-
2.5 °C circa, tra l’Optimum termico olocenico di 6.000-7.000 anni fa circa e i minimi degli                                                  che, mentre le ricostruzioni climatiche basate
episodi Neoglaciali (circa 2500 anni fa) e della Piccola Età Glaciale (1350-1850 d.C.). Le
temperature attuali hanno raggiunto, e molto probabilmente ormai superato, i valori già
                                                                                                                                             sull’analisi dei proxy data mostrano maggiori
miti degli Optimum termici secondari dell’Età romana e del Medioevo, e crescono ancora.                                                      incertezze sull’entità e l’estensione geografica
                                                                                                                                             del periodo mite medievale, centrato intorno
                                                                                                                                             all’anno Mille, la cui importanza e rappresenta-
                                                                                                                                             tività è stata ridimensionata dal recente dibat-
                                                                                                                                             tito scientifico. Dopo il 1600 i dati divengono
                                                                                                                                             più abbondanti e precisi. Con elevato grado di
                                                                                                                                             sicurezza si può affermare che gli ultimi decen-
                                                                                                                                             ni del XX secolo sono stati i più caldi da alme-
                                                                                                                                             no 400 anni, ma secondo MANN et al. (1999) il
                                                                                                                                             riscaldamento del XX secolo non avrebbe pre-
                                                                                                                                             cedenti almeno negli ultimi 1000 anni nell’emi-
                                                                                                                                             sfero boreale, come indicherebbe la maggior
                                                                                                                                             parte degli indicatori analizzati.

                                                                                                                                             Confronto tra diverse ricostruzioni delle temperature medie globali
                                                                                                                                             negli ultimi duemila anni. I dati di ogni ricostruzione sono stati
                                                                                                                                             smussati con media mobile pesata. Alla fine del XX secolo le tempe-
                                                                                                                                             rature medie terrestri hanno superato i valori già miti dell’Optimum
                                                                                                                                             Termico Medievale, risultando dunque le più elevate da almeno
                                                                                                                                             duemila anni (http://en. wikipedia.org/wiki/Temperature_record).

                                                                                                                                                                                                               9
Forzante radiativa del clima dal 1750 al 2005                                      Cosa fa cambiare
                     Gas serra
                     con lungo
                                                                      CO2                     il clima oggi?
                     periodo di                                       N2O
                    residenza in
                     atmosfera                                      CH4

                                                                             Alocarburi

                       Ozono                  Stratosferico                  Troposferico
                                                      (-0.05)
                                                                                              Se in passato il clima cambiava per cause naturali, la
  Attività umane

                        Vapor                                                                 velocità e l’intensità del riscaldamento globale registra-
                       d'acqua
                    stratosferico                                                             te dalla fine degli Anni 1980 sono spiegabili solo pren-
                    Albedo della                                      Fuliggine
                                                                                              dendo in considerazione le attività umane, quindi il cre-
                                            Uso dei suoli
                      superficie                                      sulla neve
                                                                                              scente utilizzo di combustibili fossili. La conseguente
                             Effetto                                                          massiccia emissione antropica di gas a effetto serra, ini-
                             diretto
                   Aerosol                                                                    ziata alla fine del 1700, ha cominciato a produrre un
                    totali Effetto
                         sull'albedo
                         delle nubi                                                           segnale climatico significativo attorno alla metà del
                      Scie di                                                                 Novecento. Al forzante radiativo positivo (riscaldamento)
                   condensazione                                    (0.01)
                                                                                              dei gas serra se ne accompagnano anche altri negativi,
                                                                                              ad esempio quelli dovuti agli aerosol industriali in atmo-
Processi

                   Irraggiamento
naturali

                       solare                                                                 sfera, che generano un raffreddamento, ma in ogni caso
                    Somma delle                                                               la somma delle attività umane complessivamente pro-
                   attività umane
                                                                                              duce un effetto di riscaldamento (figura a lato). I model-
                                       -2         -1            0              1          2   li di simulazione climatica possono ricostruire il clima
                               Forzante radiativa (W/m2)                                      passato, ma i risultati restituiscono un andamento coe-
                                                                                              rente con le osservazioni reali degli ultimi 50 anni solo
Sopra: tra li fattori forzanti radiativi di origine umana sul clima terrestre, alcuni         se nel modello vengono considerati anche i forzanti cli-
hanno un effetto di riscaldamento (come i gas serra), altri hanno un effetto raf-             matici di origine umana (figura qui sotto).
freddante (come gli aerosol che aumentano l’albedo delle nubi o schermano parte
della radiazione solare). Attualmente però prevale di gran lunga il forznte positi-
vo (riscaldamento) indotto dall’aumento antropogenico dei gas serra, che incide
sul bilancio radiativo terrestre con +2.64 W/m2. Al netto dell’effetto degli aerosol,                     ___   valori osservati
che mascherano in parte l’aumento di temperatura, e di altri fattori legati a varia-
zioni di albedo e all’ozono stratosferico, la somma dei contributi di origine umana
                                                                                                          ___   valori simulati

agisce sul sistema climatico con un forzante pari a +1.6 W/m2. Quanto ai fatto-
ri naturali, le variazioni nell’attività solare (solo +0.12 W/m2) non possono spie-
gare l’attuale intenso e rapido riscaldamento della superficie terrestre (Fonte:
IPCC, 2007; ridis. V. Acordon - SMI).
A lato: per testare l’affidabilità di un modello di previsione climatica, gli si può sot-
toporre la ricostruzione del clima passato, di cui conosciamo piuttosto bene sia le
variazioni (dati strumentali) sia i fattori che le hanno causate (forzanti). Nel caso
del riscaldamento degli ultimi decenni, i modelli riproducono correttamente la
realtà osservata soltanto se si considerano, oltre ai fattori naturali (attività sola-
re, parametri astronomici, attività vulcanica), anche quelli antropici (aumento dei
gas serra). Nel grafico, la linea nera indica le osservazioni strumentali (media glo-
bale) dal 1900 al 2000, l’area gialla la simulazione del modello, assai simile alla
situazione reale (linea rossa = media dei valori simulati). Da IPCC (2007).

10
USA E CANADA
                                                                                                                           19.4%          Gas a effetto serra
                                                                                                                    GIAPPONE, AUSTRALIA
                     30         Annex I                                Non Annex I                                     NUOVA ZELANDA
                                                                                                                             5.2%

                                                                                                                        RUSSIA E
                                                                                                                                          ed emissioni
                     25                                                                                             EUROPA ORIENTALE
t CO2eq pro capite

                                                                                                                          9.7%
                                             Media Stati coinvolti nel Protocollo di Kyoto (Annex I)
                                             16.1 t CO2 eq pro capite                                                      EUROPA
                     20                                                                                                     11.4%

                                             Media Stati non coinvolti (Non Annex I):                                      ALTRI NON
                     15                                                                                                    COINVOLTI
                                             4.2 t CO2 eq pro capite                                                         2.0%

                     10                                                                                              MEDIO ORIENTE        Esistono diversi gas che in atmosfera svolgono un
                                                                                                                         3.8%

                      5                                                                                              AMERICA LATINA
                                                                                                                                          «effetto serra», ovvero assorbono parte della radiazione
                                                                                                                         10.3%
                                                                                                                                          termica riemessa dalla superficie terrestre verso lo
                      0                                                                                               NON COINVOLTI
                                                                                                                      ASIA ORIENTALE
                                                                                                                           17.3%
                                                                                                                                          spazio, incrementando la temperatura dell’aria.
                          0           1              2          3           4          5          6             7
                                                                                                                           AFRICA         L’effetto serra è un fenomeno naturale intensificato
                                              Popolazione cumulata in miliardi                                              7.8%
                                                                                                                      NON COINVOLTI       però dalle attività umane degli ultimi due secoli.
                                                                                                                     ASIA MERIDIONALE
                                                                                                                           13.1%
                                                                                                                                          Tra i gas la cui concentrazione è direttamente aumen-
                                                                                                                                          tata dall’uomo, il biossido di carbonio (CO2) è quello
Emissioni mondiali di gas serra ripartite in percentuale su gruppi di Paesi
con analoghe caratteristiche di sviluppo socio-economico, e valori pro capite
                                                                                                                                          che contribuisce maggiormente all’attuale riscalda-
espressi in tonnellate di CO2 equivalente. I Paesi del gruppo «Annex I» sono                                                              mento (63%); oggi ha raggiunto le 385 ppmv (parti per
quelli - più avanzati e ricchi - coinvolti dal Protocollo di Kyoto (anche se alcu-                                                        milione in volume) e rimane attivo per circa 120 anni.
ni di essi non lo hanno ratificato, come gli USA): emettono circa il 50% dei
                                                                                                                                          Il metano (CH4), prodotto da fermentazioni anaerobi-
gas serra antropici mondiali, mentre la loro popolazione è solo il 20% del
totale. USA e Canada da soli liberano un quinto dei gas serra emessi al                                                                   che nelle coltivazioni di riso e negli allevamenti, contri-
mondo, con medie di oltre 25 t/anno per persona. La media europea (e                                                                      buisce per il 18%. Altri gas sono molto attivi, come l’e-
anche italiana) è invece di 10 t/pro capite. I Paesi poveri e le economie emer-
                                                                                                                                          safluoruro di zolfo (SF6), ma sono presenti in tracce
genti erano state escluse dal Protocollo (gruppo «Non Annex I») per dare modo
alle loro economie di sollevarsi in vista di futuri provvedimenti più drastici:                                                           infinitesimali. In realtà il vapore acqueo è in assoluto
a loro spetta la restante metà di emissioni, distribuite però sull’80% della                                                              il gas serra più efficace, ma la sua quantità non è
popolazione mondiale; le emissioni medie continentali di Africa e Asia                                                                    aumentata direttamente dalle attività umane.
Meridionale scendono infatti sotto le 5 t/anno pro capite (IPCC, 2007).
                                                                                                                                          Il Protocollo di Kyoto, siglato nel 1997 ed entrato in
                                                                                                                                          vigore nel 2005, prevede la riduzione entro il periodo
                                              Monte Mauna Loa (Hawaii)                                                                    2008-12 del 5.2% delle emissioni globali di 6 principa-
                                      Concentrazione atmosferica CO2 (1958-2004)
                                                                                                                                          li gas serra rispetto ai livelli del 1990 (-6.5% è l’obiet-
                                                                                                                2007: 385 ppmv            tivo assegnato all’Italia). Ma al momento la sua effica-
                     390
                                                                                                                                          cia è relativa: tra il 1990 e il 2005 in Italia le emissio-
                     370
                                                                                                                                          ni sono aumentate del 12%.
                     350

                     330
                                                                                                                                          Andamento della concentrazione atmosferica di CO 2 misurata
        ppmv

                                                                                                                                          all’Osservatorio situato a 3397 m sul versante settentrionale del Monte
                     310                                                                                                                  Mauna Loa (isole Hawaii) nel periodo 1958-2004 (fonte:
                     290                                                                                                                  www.cdiac.ornl.gov). Si tratta della più lunga serie strumentale al mondo
                                                         Concentrazione pre-industriale: 288 ppmv                                         di misura del CO2. Le misure vennero avviate nel 1958 da Charles David
                     270                                                                                                                  Keeling, su iniziativa di Roger Revelle (oceanografo, direttore della Scripps
                     250                                                                                                                  Institution of Oceanography, San Diego). La quantità di CO2 è in aumento,
                                                                                                                                          e attualmente (2007) si è raggiunto il valore di 385 ppmv. Le regolari oscil-
                              1958

                                      1962

                                              1966

                                                         1970

                                                                1974

                                                                         1978

                                                                                1982

                                                                                           1986

                                                                                                  1990

                                                                                                         1994

                                                                                                                    1998

                                                                                                                             2002

                                                                                                                                          lazioni stagionali sono dovute al temporaneo assorbimento estivo di CO2
                                                                                                                                          da parte della fotosintesi nelle foreste boreali di caducifoglie.

                                                                                                                                                                                                                   11
Anomalie termiche globali dal 1850 al 2007
                            (rispetto a media 1961-90; Fonte: CRU - Univ. East Anglia, UK)
                                                                                                                               Cambiamenti climatici:
       0.6                                                                                                                     la situazione attuale
       0.4                                                                                                                     nel mondo
       0.2

       0.0                                                                                                                     A livello planetario, il 2007 si è confermato un
  °C

                                                                                                                               nuovo anno caldo. Secondo il data-set compilato
       -0.2
                                                                                                                               dall'Hadley Center del MetOffice inglese e dalla
       -0.4                                                                                                                    Climate Research Unit (CRU) dell'University of
                                                                                                                               East Anglia (B ROHAN & al., 2006), l'anomalia
       -0.6
                                                                                                                               annua globale rispetto alla media 1961-90 ha toc-
       -0.8                                                                                                                    cato i +0.4 °C, collocando il 2007 all'ottavo posto
              1850

                     1860

                             1870

                                    1880

                                           1890

                                                  1900

                                                         1910

                                                                1920

                                                                       1930

                                                                              1940

                                                                                     1950

                                                                                            1960

                                                                                                   1970

                                                                                                          1980

                                                                                                                 1990

                                                                                                                        2000
                                                                                                                               nell'elenco degli anni più caldi dal 1850.
                                                                                                                               Il IV rapporto IPCC (Intergovernmental Panel on
                                                                                                                               Climate Change), pubblicato nella primavera
Secondo l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) il riscalda-
mento è ormai inequivocabile, e negli ultimi 100 anni la temperatura glo-                                                      2007, costituisce attualmente la fonte più aggior-
bale è salita di 0.7 °C (IPCC, 2007), e i 10 anni più caldi dal 1850 a oggi                                                    nata, completa e autorevole in tema di cambia-
sono tutti successivi al 1995. Per ora l’anno più caldo è stato il 1998, con
                                                                                                                               mento climatico. Per quanto riguarda gli scenari
un’anomalia di +0.53 °C.
La tendenza al riscaldamento atmosferico è confermata dalle serie storiche                                                     per il futuro, questa edizione del rapporto confer-
di dati termometrici delle Alpi e della Provincia di Torino, mentre per ora le                                                 ma i risultati emersi in quella precedente del
precipitazioni non mostrano ancora segnali evidenti di cambiamento sul                                                         2001, affinandoli tuttavia alla luce delle nuove
versante padano delle Alpi occidentali, sebbene i modelli per il futuro pro-
spettino un incremento di frequenza dei fenomeni intensi.
                                                                                                                               conoscenze, e riducendo ulteriormente i margini
                                                                                                                               di incertezza delle previsioni. Da tale documento
                                                                                                                               emerge che «l'attuale fase di riscaldamento glo-
                                                                                                                               bale è inequivocabile».

                                                                                                                                                  CHE COS’È L’IPCC?
                                                                                                                                L’IPCC - Intergovernmental Panel on Climate Change -
                                                                                                                                è un comitato internazionale di ricercatori istituito
                                                                                                                                nel 1988 dalla World Meteorological Organization e dal
                                                                                                                                United Nations Environment Programme. Si occupa di
                                                                                                                                valutare gli studi sul cambiamento climatico e di pro-
                                                                                                                                durre ogni 5 anni un rapporto sullo stato delle cono-
                                                                                                                                scenze e gli scenari futuri, l’ultimo dei quali è stato
Il IV rapporto IPCC (2007) è suddiviso in 3 volumi che trattano rispettiva-
                                                                                                                                pubblicato nel 2007, quando al gruppo è stato confe-
mente: i fondamenti scientifici di base del cambiamento climatico; gli
impatti futuri, l'adattamento e la vulnerabilità; la mitigazione                                                                rito il premio Nobel per la pace in ragione dell’impe-
(www.ipcc.ch).                                                                                                                  gno negli studi sul cambiamento clima. www.ipcc.ch

12
Scenari futuri
                                                                                   e fonti delle informazioni

                                                                                   Il cambiamento climatico è dunque già una realtà,
                                                                                   anche in Provincia di Torino, e la scelta degli indi-
                                                                                   rizzi gestionali del territorio non può più prescinde-
                                                                                   re dall'analisi degli scenari futuri delineati dai
                                                                                   modelli numerici di previsione climatica, i cui
                                                                                   risultati sono peraltro ampiamente rispettati dalle
                                                                                   osservazioni di questi anni.

                                                                                   L'IPCC propone una sintesi dei risultati provenienti
IPCC 2007: risultati di sintesi ottenuti da numerosi modelli di simulazione        da diversi modelli globali di simulazione climatica
climatica per diversi scenari di emissione. Pur senza scendere in dettaglio
                                                                                   (grafico in alto a sinistra). Pur consci dei limiti
sull'entità del riscaldamento, il segnale di aumento termico per il XXI seco-
lo è evidente. La linea gialla inferiore è un test nell'ipotesi di blocco delle    intrinseci che ancora caratterizzano tali modelli,
emissioni climalteranti alla concentrazione dell'anno 2000. La linea blu           suscettibili di miglioramenti nei prossimi anni, il
intermedia coincide con l'auspicio dell'Unione Europea per un aumento non
                                                                                   segnale di riscaldamento emerge con una credi-
>2°C entro il 2100. La linea rossa, relativa allo scenario di maggiori emis-
sioni, porterebbe l'aumento a fine secolo a circa 4°C.                             bilità sufficiente a costituire un elemento guida
                                                                                   per la pianificazione del futuro.
                                                                                   Scenari climatici di dettaglio regionale sono stati
                                                                                   ottenuti grazie all'impiego di modelli numerici che
                                                                                   operano a scala più limitata, e che prendono mag-
                                                                                   giormente in considerazione ad esempio gli effetti
                                                                                   dell'orografia.

                                                                                   In attesa di risultati specifici per il territorio italia-
                                                                                   no (su cui sta lavorando il Centro Euromediterraneo
                                                                                   per i Cambiamenti Climatici, www.cmcc.it), per una
                                                                                   prima analisi sui cambiamenti climatici che in
                                                                                   futuro potranno interessare la Provincia di Torino,
                                                                                   abbiamo scelto di fare riferimento alle stime nume-
                                                                                   riche desunte dal progetto europeo Prudence
                                                                                   (Prediction of Regional scenarios and Uncertainties
Variazioni regionali delle precipitazioni attese entro il 2100 in inverno (sini-
stra) ed estate (destra): gli apporti potrebbero aumentare alle latitudini ele-    for Defining European Climate change risk and
vate, mentre nel Mediterraneo si prospettano diminuzioni della piovosità           Effects, www.prudence.dmi.dk) per il Sud delle Alpi
estiva anche superiori al 20% (IPCC, 2007).                                        svizzere, poste in un'area climatica analoga a quel-

                                                                                                                                          13
la torinese, e riportate in FREI (2004).
       Temperatura media inverno, 2071-2100:                                 Questi scenari di variazione dei parametri climati-
     proiezioni 10 modelli regionali (scenario A2)                           ci (temperatura e precipitazioni), che verranno
                                                                             riportati nelle pagine seguenti, peraltro si avvicina-
                                                                             no a quelli ottenuti dalle elaborazioni condotte da
                                                                             Météo France (http://climat.science-et-vie.com
                                                                             /carte /carte.php), che tratteggiano l'evoluzione cli-
                                                                             matica non solo per i dipartimenti francesi ma
                                                                             anche per le vicine valli italiane delle Alpi occiden-
                                                                             tali.

        Temperatura media estate, 2071-2100:
     proiezioni 10 modelli regionali (scenario A2)

                                                                             Il rapporto sui cambiamenti climatici attesi in Svizzera entro il 2050, pubbli-
                                                                             cato nel giugno 2007 e basato sui risultati del progetto Prudence, conferma
                                                                             le criticità legate al cambiamento climatico nell'ambito dell'agricoltura, delle
Le proiezioni di 10 modelli a scala regionale basati sullo scenario IPCC-    foreste e degli ecosistemi naturali, del turismo alpino, della stabilità dei
SRES A2 prospettano evoluzioni di ulteriore riscaldamento, con - verso       versanti, della sicurezza dei trasporti, ed evidenzia al tempo stesso le
la fine del secolo (2071-2100) - circa +3.5 °C in inverno e +5 °C in esta-   opportunità di mitigazione tramite lo sviluppo della produzione energetica
te sul Nord Italia (fonte: Abdus Salam ICTP/Trieste - cortesia Filippo       da fonti rinnovabili e l'adozione di tecniche architettoniche volte al risparmio
Giorgi).                                                                     energetico (www.occc.ch/products/ch2050/CH2050-rapport.html).

14
1910
                                                                                        Le temperature
                                                                                        in Provincia di Torino:
                                                                                        cosa è già cambiato?

                                                                                        I segnali del riscaldamento atmosferico sono evi-
                                                                                        denti anche in Provincia di Torino, lo si può perce-
                                                                                        pire da indicatori sia naturali sia strumentali.

                                                                                        Tra gli indicatori naturali, i ghiacciai sono i più
                                                                                        efficaci e visibili da parte della popolazione: sono in
                                                                                        regresso quasi continuo dalla metà del XIX secolo, e
                                                                                        recentemente il loro ritiro si è accentuato soprattut-
    2003                                                                                to dal 2003. Dal 1850 al 1991 i ghiacciai del
                                                                                        Canavese avevano registrato una riduzione areale del
                                                                                        50% (MERCALLI & CAT BERRO, 2005), certamente
                                                                                        ampliatasi negli anni seguenti, ma purtroppo al
                                                                                        momento manca un aggiornamento delle superfici
                                                                                        glaciali del Piemonte. La fronte del ghiacciaio
                                                                                        Ciardoney, in Valle Soana, si è ritirata di 315 m dal
                                                                                        1971 al 2007, mentre dal 1992 il ghiacciaio ha per-
                                                                                        duto spessori compresi tra 8 e 40 m. Diversi piccoli
                                                                                        apparati glaciali a quote più basse ed esposizioni
                                                                                        soleggiate sono già scomparsi negli anni recenti in
                                                                                        ragione delle minori nevicate invernali e dell’accre-
                                                                                        sciuta fusione estiva: è il caso dei ghiacciai della
Il forte regresso dei ghiacciai alpini è una delle conseguenze al momento più           Porta e di Punta Fourà in alta Valle Orco, e altri come
evidenti del riscaldamento atmosferico in Provincia di Torino. Si stima che
dalla fine della Piccola Età Glaciale (1820-1850) a oggi sia andato perduto il
                                                                                        il Galambra in alta Valle di Susa o il Bertà in Val di
50% della superficie glaciale sulle Alpi, e la fusione di neve e ghiaccio ha            Viù si presentano ormai totalmente disarticolati e
mostrato un’accelerazione a partire dal 2003, anno dall’estate più calda mai            destinati all’estinzione nel volgere di pochi anni.
registrata da almeno 250 anni in Piemonte. Qui sopra, un confronto fotografi-
co che evidenzia il ritiro del ghiacciaio della Ciamarella (Balme, Valli di Lanzo)
avvenuto tra il 1910 circa (autore sconosciuto, archivio SMI) e il 2003 (f.             Per quanto riguarda gli indicatori strumentali, la
Franco Rogliardo - Comitato Glaciologico Italiano). Il regresso dei ghiacciai non       serie termometrica di Torino, recentemente recu-
è solo una questione «estetica», ma porta con sé diverse conseguenze impor-
                                                                                        perata, omogeneizzata e analizzata da DI NAPOLI &
tanti a livello territoriale: alterazione dei regimi torrentizi (fusione inizialmente
accelerata, poi minori deflussi estivi con il progressivo depauperamento del            MERCALLI     (in    stampa,    con     il    contributo
capitale glaciale), aumento della franosità dei versanti (anche per la scompar-         dell'Amministrazione Provinciale di Torino), ben si
sa del permafrost, il terreno permanentemente gelato in alta quota), minore             presta a un'analisi dell'attuale riscaldamento atmo-
attrazione turistica dell’alta montagna, rischi legati alla dinamica glaciale
(svuotamento di laghi «effimeri», crollo di fronti glaciali sospese).
                                                                                        sferico, data la sua lunghezza (inizio delle misure nel

                                                                                                                                            15
1753) e rappresentatività del terri-
                                                Torino - Temperature medie annue (°C) dal 1753 al 2007
                                                                                                                                                                                                                                                                                                          torio provinciale maggiormente
           15.0                                                                                                                                                                                                                                                                                           popolato.
           14.5                                                                                                                   2007, anno più caldo: Tmed 15.0 °C
                                                                                                                                                                                                                                                                                                          Dalle elaborazioni statistiche dei
           14.0
                                                                                                                                                                                                                                                                                                          dati emergono i seguenti segnali:
           13.5

           13.0                                                                                                                                                                                                                                                                                           -       Dalla fine dell’Ottocento è
                                                                                                                                                                                                                                                                                                          in corso una tendenza al riscalda-
     °C

           12.5
                                                                                                                                                                                                                                                                                                          mento che - dopo una temporanea
           12.0
                                                                                                                                                                                                                                                                                                          pausa negli Anni 1970 - è ripresa
           11.5
                                                                                                                                                                                                                                                                                                          con maggiore intensità dalla fine
           11.0                                                                                                                                                                                                                                                                                           degli Anni 1980.
           10.5                                                                                                                                   1855, anno più freddo: Tmed 10.6 °C                                                                                                                     -       Specialmente le temperatu-
                                                                                                                                                                                                                                                                                                          re medie degli anni successivi al
           10.0
                                                                                                                                                                                                                                                                                                          2000 evidenziano un netto riscal-
                  1753
                            1763
                                      1773
                                                1783
                                                          1793
                                                                    1803
                                                                              1813
                                                                                        1823
                                                                                                  1833
                                                                                                            1843
                                                                                                                      1853
                                                                                                                                1863
                                                                                                                                           1873
                                                                                                                                                      1883
                                                                                                                                                                 1893
                                                                                                                                                                            1903
                                                                                                                                                                                       1913
                                                                                                                                                                                                  1923
                                                                                                                                                                                                             1933
                                                                                                                                                                                                                        1943
                                                                                                                                                                                                                                   1953
                                                                                                                                                                                                                                              1963
                                                                                                                                                                                                                                                          1973
                                                                                                                                                                                                                                                                      1983
                                                                                                                                                                                                                                                                                  1993
                                                                                                                                                                                                                                                                                              2003
                                                                                                                                                                                                                                                                                                          damento, valutabile dell'ordine di
                                                                                                                                                                                                                                                                                                          +2 °C nell'arco di un secolo (gra-
                                                                                                                                                                                                                                                                                                          fico sotto).
                                                                              Torino - Temperature medie decennali                                                                                                                                                                                        -       Il 2007 è stato l'anno più
                                                                                                                                                                                                                                                                                                          caldo a partire dal 1753, con una
          15.0
                                                                                                                                                                                                                                                                                                          temperatura media di 15.0 °C (+1.9
          14.5                                                                                                                                                                                                                                                                                            °C di anomalia rispetto al trenten-
          14.0                                                                                                                                                                                                                                                                                            nio standard 1961-90) (grafico in
                                                                                                                                                                                                                                                                                                          alto).
          13.5
                                                                                                                                                                                                                                                                                                          -       Calcolando, per ciascun
  °C

          13.0                                                                                                                                                                                                                                                                                            giorno dell'anno, le temperature
          12.5                                                                                                                                                                                                                                                                                            medie del periodo recente 1990-
                                                                                                                                                                                                                                                                                                          2007, e confrontandole con quelle
          12.0
                                                                                                                                                                                                                                                                                                          del precedente periodo di riferi-
          11.5
                                                                                                                                                                                                                                                                                                          mento 1961-1989, si nota come
          11.0                                                                                                                                                                                                                                                                                            specialmente i mesi da gennaio a
                  1753-59
                            1760-69
                                      1770-79
                                                1780-89
                                                          1790-99
                                                                    1800-09
                                                                              1810-19
                                                                                        1820-29
                                                                                                  1830-39
                                                                                                            1840-49
                                                                                                                      1850-59
                                                                                                                                 1860-69
                                                                                                                                            1870-79
                                                                                                                                                       1880-89
                                                                                                                                                                  1890-99
                                                                                                                                                                             1900-09
                                                                                                                                                                                        1910-19
                                                                                                                                                                                                   1920-29
                                                                                                                                                                                                              1930-39
                                                                                                                                                                                                                         1940-49
                                                                                                                                                                                                                                    1950-59
                                                                                                                                                                                                                                                1960-69
                                                                                                                                                                                                                                                            1970-79
                                                                                                                                                                                                                                                                        1980-89
                                                                                                                                                                                                                                                                                    1990-99
                                                                                                                                                                                                                                                                                                2000-07

                                                                                                                                                                                                                                                                                                          marzo, nonché quelli da maggio ad
                                                                                                                                                                                                                                                                                                          agosto, abbiano registrato vistosi
                                                                                                                                                                                                                                                                                                          aumenti di temperatura rispetto al
In alto, temperature medie annue a Torino dal 1753 al 2007. La tendenza al riscaldamento è inizia-                                                                                                                                                                                                        passato, pari a +1.0 °C di tempe-
ta alla fine dell’Ottocento, ma è divenuta importante dalla fine degli Anni 1980, ed è culminata per                                                                                                                                                                                                      ratura media in inverno, +1.1 °C
ora nel 2007, anno più caldo dall’inizio delle misure in città nel 1753.
                                                                                                                                                                                                                                                                                                          in primavera e +1.2 °C in estate;
Qui sopra, temperature medie decennali a Torino dal 1753 al 2007. E' evidente il brusco riscaldamen-
to a partire dagli Anni 1990. Il periodo 2000-2007 ha registrato un valor medio di 14.3 °C, di circa 2                                                                                                                                                                                                    invece, per il momento, il riscalda-
°C superiore alla media dei periodi antecedenti il 1900.                                                                                                                                                                                                                                                  mento appare più moderato in

16
autunno, pari a +0.6 °C (grafico a lato e tabella a
                                                                                                                                          fondo pagina).
                                                                                                                                          Per rendere conto della situazione osservata in area
                                                                                                                                          alpina, quest’ultima analisi è stata ripetuta per la
                                                                                                                                          stazione meteorologica del Lago Serrù (2275 m, alta
                                                                                                                                          Valle Orco), gestita da IRIDE Energia (ex-AEM): il
                                                                                                                                          riscaldamento è confermato con valori del medesi-
                                                                                                                                          mo ordine di grandezza sulle temperature medie
                                                                                                                                          (+0.9 °C a livello annuo a Torino, +1.0 °C al Lago
                                                                                                                                          Serrù), ma - contrariamente a quanto evidenziato
                                                                                                                                          sulla pianura torinese - in alta montagna le tempera-
                                                                                                                                          ture minime sembrano essere maggiormente respon-
                                                                                                                                          sabili del riscaldamento (al Serrù +1.7 °C sulle mini-
                                                                                                                                          me a livello annuo e solo +0.4 °C sulle massime,
                                                                                                                                          rispettivamente +0.7 °C e +1.2 °C a Torino; vedi
                   Lago Serrù (2275 m) - Confronto tra le temperature medie                                                               tabella sotto).
                           giornaliere, periodi 1961-89 e 1990-2007                                                                       Il riscaldamento si evince anche dalla minore fre-
     15
                                                                                                                                          quenza dei forti geli: a Torino il numero di giorni
                                                                                                                                          senza disgelo (Tmax
Cosa accadrà in futuro
                                                                                      alle temperature

                                                                                      L'IPCC, nel quarto rapporto del 2007, ha indivi-
                                                                                      duato una famiglia di scenari futuri che si tradur-
                                                                                      rebbero in un aumento di temperatura globale
                                                                                      previsto tra 1.8 °C e 4.0 °C entro il 2100,
                                                                                      rispetto al 1990 (vedi grafico a p. 13). Tuttavia
                                                                                      sono disponibili dati da simulazioni più dettaglia-
                                                                                      te a scala regionale, come quelli ottenuti nell'am-
In Provincia di Torino la temperatura media primaverile potrà salire di circa 2 °C    bito del progetto europeo Prudence coordinato
entro il 2050, ma il pericolo di gelate tardive rimarrà pur sempre presente.          dall'Istituto Meteorologico Danese (http://pruden-

     INV 2071-2100                                                                   PRI 2071-2100

      EST 2071-2100                                                                  AUT 2071-2100

Media dei risultati delle simulazioni condotte nell’ambito del progetto Prudence sugli aumenti stagionali di temperatura previsti in Europa per il trentennio 2071-
2100. L’estate sarebbe la stagione destinata a sperimentare il maggiore riscaldamento, anche superiore a 5 °C rispetto al 1990, verso la fine del XXI secolo.

18
ce.dmi.dk/ index.html), già ripresi da F REI (2004) e
       Previsione aumento temperature medie stagionali (°C)
                                                                               da B ENISTON (2004), e cui si è fatto riferimento in
          entro il 2050 (da Progetto Prudence, in Frei, 2004)
                                                                               questo lavoro. Nella tabella in alto sono riportati,
                               Stagione          Livello probabilità 0.5       secondo diversi livelli di probabilità, i valori di
                                                                               aumento termico medio stagionale previsti per il
                                   Inv                      1.8                2050 nel Sud della Svizzera. Possiamo ritenere
                                   Pri                      1.8                che i valori previsti per il Canton Ticino siano
      Svizzera Sud                                                             applicabili anche alla Provincia di Torino, che è
                                   Est                      2.8                influenzata dai medesimi regimi climatici, pertan-
                                   Aut                      2.2                to questi sono stati impiegati per le considerazio-
                                                                               ni riportate in questa sede. Lo scenario più pro-
Sopra: aumenti medi stagionali di temperatura previsti sulla Svizzera          babile vede incrementi termici di 1.8 °C in
meridionale entro il 2050. I dati sono desunti dal progetto Prudence, e        inverno e primavera, 2.8 °C in estate e 2.2 °C
riportati in FREI (2004). Lo scenario più probabile (P = 0.5) indica aumen-
                                                                               in autunno. Questi risultati derivano da 16 diver-
ti compresi tra 1.8 °C in inverno e primavera, e 2.8 °C in estate. Tuttavia,
non sono da escludere incrementi ben più forti, fino a 5 °C in estate, seb-    se combinazioni di modelli, ciascuna contenente
bene con livelli di probabilità molto bassi (P = 0.975, vale a dire probabi-   un modello globale, un modello regionale e uno
lità inferiore al 2.5%).                                                       scenario di emissione di gas serra. La base model-
Sotto: esempio di simulazione dell’aumento di temperatura media massi-
ma estiva previsto entro il 2050 nei dipartimenti francesi (Météo France).
                                                                               listica comprendeva quattro modelli globali, e otto
Prendendo in considerazione uno scenario moderato (B2), i risultati sono       modelli regionali con risoluzione di 50 km (F REI ,
analoghi a quelli ottenuti con il progetto Prudence: nelle zone di confine     2004). Per ragioni di praticità si considera qui lo
tra Savoia, Queyras e Provincia di Torino sono attesi incrementi dell’or-
                                                                               scenario più probabile, ma si tenga presente l'esi-
dine di 2.5 °C, ma anche superiori a 3 °C sulle Alpi Marittime.
                                                                               stenza anche di scenari più ottimistici e più pes-
                                                                               simistici; secondo questi ultimi, vi sarebbe il 2.5%
                                                                               di probabilità che l'aumento termico estivo rag-
                                                                               giunga i 4.9 °C entro il 2050, mentre lo scenario
                                                                               più ottimistico prevederebbe comunque un
                                                                               aumento non trascurabile di 1.5 °C in estate, del-
                                                                               l'ordine di quanto già osservato finora sulle Alpi
                                                                               dalla fine della Piccola Età Glaciale.

                                                                                                                                 19
Puoi anche leggere