Biblioteche di ricerca e digital humanities - BIBLIOTECA DIGITALE - Biblioteche oggi
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BIBLIOTECA DIGITALE Biblioteche di ricerca e digital humanities MARIA CASSELLA Biblioteca “Norberto Bobbio” Università degli studi di Torino maria.cassella@unito.it Cosa sono le digital humanities manities sono un’area di ricerche interdisciplinari in campo umanistico grazie alle quali è possibile: In campo umanistico negli ultimi venti anni la ri- a) porre domande di ricerca umanistica di tipo tra- cerca si è sviluppata ed è cambiata radicalmente dizionale o innovativo utilizzando metodi e risor- grazie alla tecnologia. se digitali; Gli storici recuperano le fonti in rete e costruisco- b) sottoporre le tecnologie all’interpretazione e alla no mappe interattive digitali dei luoghi storici, critica dei metodi della ricerca umanistica.4 i filologi moderni e i filosofi utilizzano i testi di- Un primo elemento che possiamo individuare nella gitali per studi di linguistica computazionale, di definizione di digital humanities proposta da Kath- evoluzione del linguaggio e degli stili letterari e per leen Fitzpatrick è quello dell’interdisciplinarietà: ricerche avanzate di data e text mining,1 i classicisti anche se le pratiche di ricerca restano diversificate utilizzano gli stessi testi per analizzare il lessico tra le molteplici discipline che rientrano nell’ambi- antico, creare automaticamente indici lessicali e to delle scienze umane,5 il digitale aggrega ed esalta pubblicare edizioni critiche, i geografi sfruttano le l’interdisciplinarietà e la trasversalità delle ricerche, potenzialità delle tecniche di geolocalizzazione ecc. offrendo strumenti e metodologie comuni. Come Sotto l’etichetta di digital humanities2 si riconduco- acutamente scrivono Susan Schreibman, Ray Sie- no di fatto tutte le pratiche di ricerca umanistica men e John Unsworth: “although the breadth of sopra descritte e molte altre ancora. Se volessimo fields covered is wide, what is revealed is how com- descrivere in modo sintetico tali pratiche ed utiliz- puting has cut across disciplines to provide not zare una definizione generica e onnicomprensiva only tools, but methodological focal points”.6 potremmo dire che le digital humanities sono il risul- Si rendono così necessarie nell’attività di ricer- tato di un dialogo dinamico tra tecnologie emer- ca competenze trasversali che, tuttavia, non sono genti e ricerca umanistica. sempre adeguatamente riconosciute e valorizzate.7 Secondo Kathleen Fitzpatrick, direttore del set- Il secondo elemento che ci sembra importante met- tore comunicazione scientifica presso la Modern tere in evidenza è la linea di continuità tra tradi- Language Association, nonché tra i promotori del zione e innovazione: quesiti vecchi e nuovi possono progetto sperimentale relativo all’ebook che è “The essere risolti grazie alle digital humanities che non Institute for the Future of the Book”,3 le digital hu- sono, quindi, un nuovo paradigma di ricerca, ma risolvono problemi tradizionali con strumenti tec- nologici innovativi o aiutano gli umanisti a porsi * Questo articolo nasce dall’esperienza dell’autrice nel duplice ruolo di bibliotecaria e di membro di un nuove domande di ricerca. centro interdipartimentale di ricerca dell’Università Il terzo ed ultimo elemento che emerge dalla sopra di Torino: il centro Memoria Digitalis Humanistica citata definizione è, per chi scrive, il più rilevan- (MeDiHum). In un’ottica più ampia numerose rifles- te: nelle digital humanities l’utilizzo della tecnologia sioni che vengono qui proposte possono essere appli- non è fine a se stesso ma è soggetto all’interpreta- cate anche agli archivi e ai musei. zione e alla critica delle metodologie di ricerca, di- 44 Biblioteche oggi • gennaio-febbraio 2017
verse tra loro, sotto certi aspetti convergenti. Project è un progetto particolarmente significa- Quanto al rapporto con la tecnologia, Marija Dal- tivo sul piano delle modalità di partecipazione bello8 individua tre fasi che tracciano altrettanti collaborativa. Si tratta della trascrizione e pubbli- passaggi nella storia delle digital humanities: cazione delle carte inedite del filosofo e giurista - la prima fase parte precede la nascita del web. È ca- inglese Jeremy Bentham. L’opera di trascrizione ratterizzata dalla nascita dei primi testi elettronici si avvale della collaborazione di volontari in rete. come l’Index Tomisticus, opera pioniera nell’analisi Un comitato scientifico vaglia la correttezza delle della linguistica computazionale, fortemente volu- trascrizioni effettuate tramite un desk14 al quale ta dal gesuita italiano Roberto Busa che la conce- si accede dopo una semplice registrazione. Altro pì nel 1949 in collaborazione con l’IBM.9 In questa esempio interessante di risorsa “collaborativa” è il fase i testi elettronici vengono consultati e conser- progetto europeo CUbRIK.15 La sua peculiarità è vati prima su nastri magnetici, poi su CD-ROM; di utilizzare il crowdsourcing per caricare immagini - la seconda fase si sviluppa con il web a partire dal- di archivio in una banca dati multimediale dove la metà degli anni Novanta: gli umanisti sfruttano vengono arricchite di metadati che consentono di al meglio le potenzialità della rete creando archivi mettere in luce il contesto storico-sociale dei do- multimediali. La risorsa che meglio rappresenta cumenti. questa seconda fase è la Perseus Digital Library, lo straordinario repertorio digitale di testi greci e CUbRIK interroga la documentazione multime- latini concepito dalla Tufts University. La biblio- diale e non soltanto quella testuale, rispondendo teca greca comprende tutti i più importanti testi a una necessità molto attuale in relazione a un del V e IV secolo a.C., più limitata, ma comunque utilizzo sempre maggiore delle fonti visive nei estremamente rilevante, la biblioteca latina. La media sociali e nei siti web interattivi.16 maggior parte dei testi è corredata dalla traduzio- Quale è il valore aggiunto delle digital humanities ri- ne in inglese, da commenti critici e da materiali spetto alla ricerca umanistica tradizionale? didattici.10 “Il modello [Perseus Digital Library Lisa Spiro individua cinque valori che consentono n.d.a] prevede la costruzione di una rete di link alle digital humanities di andare oltre gli scopi della ipertestuali che partono dal testo per arrivare a ricerca umanistica tradizionale:17 una serie di dati di contesto e di commento, in- 1) fornire ampio accesso all’informazione; dica la via per espandere le potenzialità del testo 2) trasformare la comunicazione scientifica; digitale, che diventerà al tempo stesso sia prodot- 3) consentire la manipolazione dei documenti; to di una sofisticata analisi filologica, letteraria e 4) potenziare l’insegnamento e l’apprendimento; storica, sia strumento per una piena comprensio- 5) avere un impatto pubblico. ne del testo da parte degli utenti e anche per un I cinque valori sopra elencati possono facilmen- approfondimento dell’indagine.”11 In questa fase te essere estesi anche all’ambito delle biblioteche si sviluppano nelle digital humanities nuovi filoni di accademiche e di ricerca. Si prenda, ad esempio, ricerca come quelli, molto ampi, sui media digitali il principio di dare ampio accesso all’informazio- e su Internet; ne scientifica e culturale o quello di trasformare i - la terza fase nell’evoluzione delle digital humanities è processi di comunicazione della scienza: si tratta di quella che si apre con l’avvento del web 2.0. due principi basilari nell’azione delle biblioteche. Quest’ultima fase è rappresentata, a mio avviso, da Il primo precede a ben riflettere la nascita stessa due elementi caratterizzanti: del canale digitale che lo ha, tuttavia, potenziato; il - la varietà di nuove fonti “primarie”12 e “seconda- secondo si delinea in modo netto e marcato a parti- rie” disponibili in formato digitale: videoregistra- re dalla nascita della rete Internet e dalla diffusio- zioni, blogs, wiki, ricostruzioni tridimensionali, ne del movimento open access. realtà aumentate, digitalizzazioni in 3D ecc. Più recenti, ma non per questo secondari nell’a- - la partecipazione degli utenti alla costruzione dei zione delle biblioteche accademiche, gli obiettivi contenuti digitali. Nascono così strumenti e risor- relativi alla trasformazione e al riutilizzo dei dati se collaborative che fanno da sfondo al lavoro de- e dei documenti, al potenziamento dell’attività gli “umanisti digitali”.13 Ad esempio, il Bentham didattica e dell’apprendimento e, infine, alla defi- Biblioteche oggi • gennaio-febbraio 2017 45
nizione e misurazione dell’impatto pubblico. Un feriscano ad un unico dipartimento. Più frequen- tema quest’ultimo che ha coinvolto le biblioteche temente si tratta di centri interdipartimentali di accademiche da qualche anno con lo sviluppo del ricerca che, sotto il profilo organizzativo, si collo- dibattito sulla Terza Missione dell’università.18 cano all’intersezione tra due o più dipartimenti, i servizi centrali dell’università e le biblioteche: Intersezioni: biblioteche accademiche e digital humanities Il n’est pas placé sous la tutelle d’un départem- ent, mais à l’intersection de départements et de Il tema delle digital humanities diviene di interesse services de l’université dont, très souvent, la bi- per gli studi di biblioteconomia alla fine degli anni bliothèque, qui joue un rôle actif dans sa structu- Novanta: nel 1998 viene pubblicato nella rivista ration.22 “Information technologies and library” un report Per ciò che riguarda gli spazi, negli Stati Uniti può di due pagine sul rapporto tra biblioteche e digital accadere non di rado che i centri di ricerca in digi- humanities. Il tema tocca da subito in modo pres- tal humanities siano fisicamente collocati nelle bi- soché esclusivo le biblioteche accademiche e si in- blioteche.23 Si vengono così a creare delle strutture serisce tra le problematiche dei servizi avanzati di comuni, i co-laboratori, nelle quali le biblioteche supporto all’attività di ricerca.19 e i centri possono realizzare sinergie e condivide- Le intersezioni tra digital humanities e biblioteche ac- re spazi, progetti (sia di ricerca che di didattica, in cademiche possono essere molteplici. Da un lato, presenza e online), competenze e risorse. Esempi di le collezioni delle biblioteche accademiche sono queste strutture di nuovo tipo sono lo ScholarsLab una fonte inesauribile per i contenuti delle digital dell’Università della Virginia,24 il Digital Scholar- humanities. A partire dalla digitalizzazione e valo- ship Commons presso la Emory University e il Cen- rizzazione dei fondi storici e di pregio fino ad arri- ter for Digital Research in the Humanities dell’uni- vare, in tempi più recenti, alle complesse analisi re- versità del Nebraska.25 alizzate a partire dai dati (e metadati) dei cataloghi Terzo, le biblioteche accademiche e di ricerca svol- e dall’analisi dei diversi strumenti social utilizzati gono un ruolo di primaria importanza nella realiz- dalle biblioteche con la partecipazione degli uten- zazione di servizi per le digital humanities, in partico- ti: dai progetti di digitalizzazione a quelli sui linked lare, nell’organizzazione, gestione e conservazione open data20 e a quelli sull’analisi delle reti di utenti a lungo termine di molti dei prodotti delle ricerche e di lettori, per fare due esempi concreti. Dall’altro, realizzate nelle digital humanities. Secondo un’inda- buona parte dell’infrastruttura digitale necessaria gine sponsorizzata dall’Association for Research a realizzare progetti di digital humanities viene gesti- Libraries (ARL) già nel 2011 il 48% delle biblioteche ta dalle biblioteche accademiche e di ricerca attra- ARL forniva servizi a supporto dei progetti di digi- verso l’organizzazione dei sistemi bibliotecari di tal humanities. Nella maggior parte dei casi si trat- ateneo. ta di servizi sviluppati ad hoc per la realizzazione L’utilizzo di questa infrastruttura digitale, i proble- di progetti di ricerca specifici. In casi sporadici le mi di descrizione e di organizzazione dell’informa- biblioteche possono anche disporre in organico di zione e dei dati, la gestione dei diritti di proprietà personale da dedicare ai progetti di ricerca in infor- intellettuale richiedono competenze specialistiche matica umanistica.26 che i bibliotecari accademici hanno sviluppato ne- Infine, le biblioteche, in quanto biblioteche digitali gli anni lavorando ai progetti di biblioteca digitale: (digital library), sono un oggetto di studio per le di- gital humanities. These kinds of research involve not just the know- La relazione della biblioteca accademica con le digital ledge of relevant computer applications but also humanities si sviluppa, quindi, lungo tre assi tra loro often skills and knowledge in collecting and or- strettamente connessi e non facilmente scindibili: ganizing data, in which librarians have unique - quello analogico, legato alla fisicità degli spazi e training and background.21 delle attrezzature condivise; Approfondiremo questo aspetto più avanti. - quello virtuale, della biblioteca digitale che, grazie È raro che i centri di ricerca in digital humanities af- all’infrastruttura, alle sue collezioni e ai servizi of- 46 Biblioteche oggi • gennaio-febbraio 2017
ferti fa da supporto al lavoro degli studiosi di area Le risorse messe a disposizione dai progetti di di- umanistica, al tempo stesso strumento e oggetto gitalizzazione di massa (Google Books, Hatritrust, di studio delle digital humanities; Digital Public Library of America, Europeana) of- - quello professionale, delle competenze “digitali” frono, comunque, enormi possibilità alla ricerca in che si intersecano tra profili professionali diversi informatica umanistica. (prevalentemente informatici e bibliotecari) e stu- Qualità e coerenza sono, invece, riconducibili al diosi di area umanistica che lavorano ai progetti di tema della selezione delle opere (o, se si preferisce, digital humanities. delle edizioni) della collezione digitale. Secondo chi scrive, il tema non è stato affrontato fino ad Intersezioni: biblioteche digitali oggi con la dovuta serietà e consapevolezza. Da e digital humanities un lato la qualità dei testi digitalizzati diminuisce man mano che aumenta la massa critica di risor- se disponibili, dall’altro la scelta delle edizioni da Le problematiche comuni alle biblioteche digitali e all’informatica umanistica sono da evidenziare riprodurre è molto spesso occasionale, legata alla in due aspetti: il primo riguarda un nuovo cano- disponibilità in locale delle edizioni e non all’im- ne, con una certa stabilità sia teorica che applica- portanza dell’edizione stessa. tiva, per la creazione e gestione delle risorse digi- In terzo luogo, gli umanisti digitali chiedono alle tali, incluso l’interoperabilità e la sostenibilità nel biblioteche digitali strumenti sempre più avanzati tempo; l’altro riguarda le modalità di accesso alla per l’arricchimento della descrizione della risorsa collezione digitale con funzionalità avanzate.27 tramite schemi di metadati, per l’esplorazione in- Da un lato esiste, quindi, il problema dei contenuti terna del testo a mezzo del riconoscimento ottico digitali, di selezionarli o crearli, gestirli e conser- dei caratteri o, ancora più, di complesse marcature varli nel lungo termine oppure di modificarli e di TEI, o di disporre di strumenti sofisticati per scri- metterli in relazione secondo il nuovo paradigma vere annotazioni e commenti al testo. Queste ul- dei linked open data; dall’altro c’è il tema dell’acces- time funzionalità della biblioteca digitale sosten- so, al quale sono collegati i problemi di infrastrut- gono sia le attività didattiche che quelle di ricerca. tura, di interoperabilità tra sistemi, di interfacce Da ultimo e non per ultimo, gli umanisti “digita- di accesso, di gestione dei diritti. Tutti temi che li” hanno bisogno di avere a disposizione un’infra- accomunano biblioteche digitali e studiosi di area struttura per conservare i molteplici prodotti delle umanistica. proprie ricerche: articoli, documenti, immagini, Che tipo di servizi vengono richiesti dagli umanisti video, podcast, dataset ecc. alla biblioteca digitale? Quella della conservazione digitale è un’attività In primo luogo, l’accesso alle risorse digitali e la che sta diventando “drammaticamente” importan- possibilità di fare ricerche in modo estremamente te man mano che cresce la mole di risorse digitali mirato. La ricerca generalista non interessa gli stu- o digitalizzate. Fino ad oggi le comunità di ricerca diosi del XXI secolo, che devono dominare l’enor- degli umanisti (e dei bibliotecari) si sono focalizza- me massa di dati e di documenti disponibili in rete te sul tema della scoperta e dell’accesso delle risor- in modo veloce ed efficace. Il tema è collegato con se trascurando quello della conservazione a medio quello più generale dell’efficacia delle interfacce di e lungo termine. ricerca, dei sistemi di information retrieval e dell’in- In locale le università dispongono di una potente teroperabilità tra sistemi. infrastruttura digitale per la conservazione del di- In secondo luogo, c’è il tema delle collezioni digi- gitale; le biblioteche accademiche attraverso i siste- tali. L’ampiezza, la varietà, la qualità e la coerenza mi bibliotecari di ateneo gestiscono i repository di- della collezione digitale è di fondamentale impor- gitali che sono il luogo ideale per la conservazione tanza per la ricerca di area umanistica. a lungo termine delle risorse digitali. Trascurati dai Ampiezza a varietà sono aspetti legati a doppio filo ricercatori che utilizzano, invece, massicciamente alla disponibilità di risorse finanziarie, necessarie i network sociali come Academia.edu o Research- per accedere ad una collezione estesa di risorse di- Gate, i repository possono trovare nella conserva- gitali, e alle “fortune” (alterne) dell’accesso aperto. zione digitale la propria ragion d’essere. In Italia Biblioteche oggi • gennaio-febbraio 2017 47
la funzione dei repository istituzionali è oramai Each of the communities in digital humanities strettamente legata alla valutazione della ricerca.28 has relatively well defined engagement among Lo scenario è diventato difforme e complesso, ma members developed through scholarly symposia la strada di utilizzare i repository certificati per la and social media networks, research collabora- conservazione digitale sembra essere obbligata. tions that enable the community to progress as Strumenti open source come Fedora o commerciali a whole, and active sharing of research methodo- come Rosetta sono solo alcune delle soluzioni che logies and skills through members’ writing and possono essere adottate per sostenere in locale la published documentation.33 conservazione delle risorse digitali.29 Sta, quindi, lentamente scomparendo la figura dell’umanista isolato.34 (Nuove) competenze e digital humanities In Italia esiste una ulteriore difficoltà nella defi- nizione delle competenze “digitali” dei ricercatori Come sempre accade nel mondo digitale, per af- di area umanistica. Per questi ultimi, infatti, il ri- frontare qualsiasi tema in modo professionale e conoscimento e la valorizzazione delle competenze sistematico è necessario preventivamente porsi deve anche tenere conto delle rigidità imposte dai il problema delle competenze digitali. Del resto settori scientifico-disciplinari: il rafforzamento delle competenze digitali è uno dei punti cardine dell’Agenda digitale europea30 e La rigida definizione dei settori scientifico-disci- dell’Agenzia per l’Italia digitale (AGiD). plinari su cui si fonda l’intero ordinamento acca- In relazione all’informatica umanistica il tema demico nel nostro paese pone un ostacolo strut- delle competenze riguarda sia i ricercatori di area turale enorme all’accertamento delle competenze umanistica che i professionisti del settore dei beni specifiche del corpo docente nel campo delle digi- culturali e della ricerca: archivisti, esperti museali, tal humanities.35 conservatori e bibliotecari. Quanto alla professione del bibliotecario, la neces- Quanto ai primi il comportamento è decisamen- sità di far evolvere le competenze digitali riguarda te difforme sulla base di due tipi di variabili che in modo pressoché esclusivo il mondo accademico. influenzano l’attitudine degli umanisti verso il di- Quali profili tra i molteplici che ormai, riconosciu- gitale: le “variabili” supply-side ovvero le tecnologie, ti o non, caratterizzano la professione del bibliote- gli strumenti e le risorse digitali disponibili per cario accademico sono coinvolti nell’assistenza alle ciascuna disciplina umanistica; le “variabili” de- attività di digital humanities e che tipo di competen- mand-side ovvero le caratteristiche delle diverse aree ze devono sviluppare i bibliotecari per lavorare ai scientifiche e/o del singolo ricercatore che influen- progetti di informatica umanistica? zano il comportamento di ricerca. In questa seconda tipologia possiamo includere: il Profili professionali filone di studi, le abitudini del proprio gruppo di ricerca che inducono a comportamenti adattivi e le I profili professionali che più efficacemente so- caratteristiche demografiche come l’età.31 stengono le attività di digital humanities sono un’e- Di fatto, esiste una linea di demarcazione tra i ri- voluzione di ruoli ormai consolidati nella biblio- cercatori nati prima dello sviluppo del web e quelli teca accademica, in generale, e nella biblioteca nati con o dopo la rete. Gli umanisti appartenenti digitale, più in particolare: il bibliotecario esperto alle nuove generazioni sono, ormai, avvezzi ad uti- di metadati e di linguaggi di marcatura (ad esem- lizzare gli avanzati strumenti di accesso e di ricerca pio: il TEI), l’esperto di collezioni speciali e di do- utilizzati dall’informatica umanistica. L’evoluzio- minio (subject librarian), il digital curator, l’esperto ne degli strumenti digitali è, tuttavia, molto veloce: di tematiche relative alla proprietà intellettuale e al le digital humanities richiedono un aggiornamento diritto di autore in ambiente digitale.36 continuo delle competenze che, in qualche modo, Quanto agli aspetti tecnologici, emerge l’esigenza viene mitigato dall’appartenenza e dalla condivi- di coinvolgere nei progetti di informatica umani- sione delle conoscenze che si sviluppa nelle comu- stica figure anche professionali come il repository nità di pratica online.32 manager, l’esperto di Content Management Sy- 48 Biblioteche oggi • gennaio-febbraio 2017
stems o di data visualization. Questi ultimi due ruoli Nel novembre 2016 sono stati pubblicati dalla task sono, in realtà, molto più vicini all’area informatica force due profili di competenze: quello relativo alla che a quella della biblioteconomia. D’altro canto, gestione dei dati della ricerca (Librarians’ Compe- però, i confini tra professioni tendono lentamente tencies fo Research Data Management) e quello del a sfumare e le competenze digitali sono ormai tra- bibliotecario che si occupa di comunicazione scien- sversali a diverse aree e figure professionali. tifica e accesso aperto (Librarians’ Competencies Di volta in volta, secondo gli scopi ed i contenuti for Scholarly Communication and Open Access). del progetto, i ruoli sopra elencati possono essere Entrambi i profili distinguono tre livelli di com- chiamati a partecipare ai progetti di ricerca nelle di- petenze: comprensione dei processi e delle attività, gital humanities. In relazione all’attività didattica si conoscenze e abilità. stanno, invece, diffondendo figure di bibliotecari A breve è prevista la pubblicazione del profilo rela- esperti nella formazione all’uso degli strumenti di tivo alle digital humanities: le Librarians’ Competen- accesso, degli standard e dei linguaggi di marcatu- cies for Digital Humanities.38 ra più utilizzati dalle digital humanities.37 Nel caso dell’informatica umanistica l’attività for- Conclusioni mativa è rivolta prevalentemente, ma non esclu- sivamente, a laureati, dottorandi, talvolta giovani Come abbiamo visto nei capitoli precedenti le in- ricercatori. tersezioni, sia reali che concettuali, tra biblioteche Cresce, pertanto, la rilevanza dell’attività didattica accademiche e digital humanities sono numerose. tra le molteplici che vengono svolte nella biblioteca La loro effettiva realizzazione dipende, in realtà, accademica a supporto dei progetti di ricerca. dal grado di collaborazione che le biblioteche, in modo particolare quelle di area umanistica, riesco- Competenze no ad attivare con le comunità di umanisti: “these challenges doubtless vary among and within insti- Quali competenze deve sviluppare il bibliotecario tutions, so as a general formula for the connection accademico per partecipare ai progetti di digital hu- between libraries and digital humanities doe not manities? seem forthcoming.”39 Non diversamente da altre professioni che lavorano Non c’è, infatti, una risposta univoca o una formu- sul digitale, anche per le digital humanities molte delle la generale da seguire per essere partner nei proget- abilità e competenze biblioteconomiche sono deri- ti di digital humanities : vate da competenze di tipo più tradizionale: la cono- scenza di dominio e delle collezioni, le competenze There is no singular answer from the perspecti- relative alla conservazione del digitale, le conoscen- ve of library administration about how libraries ze relative all’utilizzo degli schemi di metadati ecc. should engage with DH […]. Some DH support Chris Alen Sula raggruppa le competenze biblio- may be best accomplished by providing large sca- le access to collections, datasets or technology; teconomiche a servizio delle digital humanities in while other situations may merit individual, cu- quattro aree: stomized collaboration with DH researchers.40 - risorse informative; - organizzazione della conoscenza; Quale che siano le forme di collaborazione che si - abilità tecnologiche; riescono a realizzare, le biblioteche accademiche - servizi al pubblico. possono sfruttare l’ennesima opportunità di of- È compito delle associazioni ed organizzazioni pro- frire un servizio fondamentale per le comunità di fessionali monitorare l’evoluzione della professione. ricerca. Nel caso delle digital humanities l’opportuni- Nel 2014 la Confederation of Open Access Reposi- tà può anche essere quella di prendere parte attiva tories (COAR) ha costituito in collaborazione con ai progetti di ricerca stimolando la collaborazione tre associazioni di biblioteche di ricerca - ARL, LI- con i dipartimenti e tra i dipartimenti di area uma- BER e CARL -una task force per studiare le nuove nistica, servendosi dei bibliotecari esperti il cui competenze richieste dal settore della comunica- background educativo e professionale sia legato al zione scientifica e dell’e-science. campo degli studi umanistici. Biblioteche oggi • gennaio-febbraio 2017 49
Questa collaborazione attiva ai progetti di ricerca strutturali, in Collaborative Research Practices and Shared In- implica un cambiamento nell’individuazione delle frastructures for Humanities Computing. 2nd AIUCD Annual Conference, a cura di Maristella Agosti e Francesca Tomasi, priorità e delle strategie di azione da parte delle bi- AIUCD 2013. Padova, Cluep, 2014. http://web.dfc.unibo.it/ blioteche accademiche. Un cambio di paradigma: buzzetti/dbuzzetti/pubblicazioni/aiucd2013.pdf dal focus sulle collezioni a quello sugli utenti ov- 8 Marija Dalbello, A genealogy of digital humanities, “Journal vero sulle esigenze dei diversi stakeholders della bi- of documentation”, 67 (2011), n. 3, p. 480-506. blioteca accademica che si sono moltiplicati con il 9 L’Index Tomisticus verrà, quindi, pubblicato nel 1989 su 20 nastri magnetici per un totale di 70.000 pagine. passaggio al digitale.41 Ciononostante restano in 10 Grazie alle traduzioni in lingua inglese e ai materiali didat- primo piano le esigenze di docenti e ricercatori. tici la Perseus Digital Library è una risorsa pienamente frui- Le digital humanities sono, in ordine temporale, bile anche per i non specialisti. Supera così il limite comune l’ultima frontiera con la quale le biblioteche acca- a molte opere letterarie antiche pubblicate in formato di- demiche devono confrontarsi. Di fatto tutta l’evo- gitale che sono fruibili esclusivamente all’elite accademica. 11 Alessandro Cristofori, Il mondo antico, in Il web e gli studi luzione delle attività collegate con l’open science, storici: guida critica all’uso della rete, a cura di Rolando Minuti, la comunicazione scientifica e con la valutazione Roma, Carocci, p. 161. della ricerca, nonché i progetti di digitalizzazione 12 In realtà, talvolta, è la nozione stessa di “fonte primaria” ad hanno aperto la strada ad un riposizionamento essere messa in discussione nel mondo digitale. del ruolo della biblioteca accademica nel contesto 13 Gli strumenti collaborativi a disposizione dell’informatica umanistica sono anch’essi in vertiginosa crescita. Un esem- universitario, offrendo diverse possibilità di raffor- pio per tutti è l’Open Annotation Collaboration, un tool per zare la collaborazione tra strutture bibliotecarie e la costruzione ed annotazione collaborativa dei contenuti comunità scientifiche. digitali. Un altro è il plug-in Scripto del software open sour- Il ruolo delle biblioteche ne è stato rivitalizzato. La ce per la realizzazione di mostre virtuali: Omeka. Consente premessa era, ed è, quella di rimettersi in gioco ed la trascrizione collaborativa dei contenuti. 14 http://www.transcribe-bentham.da.ulcc.ac.uk/td/Transcri- affrontare il cambiamento. be_Bentham. 15 http://cordis.europa.eu/project/rcn/100872_en.html 16 Serge Noiret, Storia contemporanea digitale, in Il web e gli NOTE studi storici: guida critica all’uso della rete, a cura di Rolando Minuti, Roma, Carocci, p. 284. 17 Lisa Spiro, Getting started in the digital humanities. Digital scho- 1 Una delle tecniche più avanzate e innovative di data mining larship in the Humanities, October, 2011 http://digitalscholar- è il distant reading proposto da Franco Moretti. Cfr. Franco ship.wordpress.com/2011/10/14/getting-started-in-the-di- Moretti, Distant Reading, London-New York, Verso, 2013. Il gital-humanities. volume raccoglie i principali contributi che, nel corso degli 18 Si tratta della missione culturale e sociale che si affianca anni, hanno condotto Moretti ad applicare sempre più effi- alle due missioni tradizionali di sostenere la ricerca e la di- cacemente i metodi quantitativi alla storia della letteratura. dattica. 2 Sul sito “What is digital humanities” http://www.whatisdigi- 19 Tra questi rientrano anche i servizi che le biblioteche ac- talhumanities.com/ si trovano censite più di 800 definizioni cademiche offrono ai docenti a supporto della valutazione di digital humanities. Il termine viene tradotto in italiano so- della ricerca. vente con: “informatica umanistica”. Per approfondimenti 20 Anche in Italia è in crescita il numero di progetti di LoD e aggiornamenti sulle digital humanities si consiglia la lettura legati alle biblioteche e/o realizzati in collaborazione con del periodico ad accesso aperto: Digital Humanities Quarter- le biblioteche che mettono a disposizione i propri dati. The ly http://www.digitalhumanities.org/dhq/. DataHub https://datahub.io/it/ è il sito che raccoglie e re- 3 http://www.futureofthebook.org/. gistra i dataset pubblicati come LoD. 4 http://publications.arl.org/rli284/4. 21 http://crln.acrl.org/content/71/9/484.full 5 Scrive Niels Brügger: “it is worth noting that the fuzziness 22 Jean-Christophe Plantin, Les digital humanities: accomplisse- and complexity of the ‘humanities’ does not disappear or ments et defis pour une agencement post disciplinaire, “Le cahier dissolve just because the term is combined with ‘digital’”. du numerique” 10 (2014), n. 4, p. 41-62. Cfr. Niels Brügger, Digital humanities in the 21st century. 23 È quello che dimostra un’indagine dell’ARL realizzata ne- Digital material as driving force, “Digital humanities quarter- gli Stati Uniti nel 2011. L’8% delle biblioteche accademiche ly”, 10 (2016), n. 2. http://www.digitalhumanities.org/dhq/ membri di ARL ospita in spazi propri un centro di ricerca vol/10/3/000256/000256.html. in digital humanities. Cfr. Arl, Spec Kit 326: Digital Humanities, 6 A companion to digital humanities, edited by Susan Schrei- November 2011. http://publications.arl.org/Digital-Huma- bman, Ray Siemens, John Unsworth, Oxford: Blackwell, nities-SPEC-Kit-326/ 2004. http://www.digitalhumanities.org/companion/ 24 http://scholarslab.org/about/. Sulla specifica esperienza 7 Cfr. Dino Buzzetti, Difficoltà istituzionali e risposte infra- dello ScholarLab si legga Purdom Lindlab - Laura Mill- 50 Biblioteche oggi • gennaio-febbraio 2017
er - Jeremy Boggs, Between a book and a hard place: transla- tal humanities: librarian collaborations for research and training in ting the value of digital humanities in a reconfigured library, text encoding, “Library Quarterly: information, community, “DH+Lib”, special issue, July 2016, http://acrl.ala.org/dh/ policy”, 84 (2014), n. 2, p. 291-234. category/2016-special-issue/. 34 Su questo tema mi permetto di rinviare ad un mio prece- 25 Fondato nel 2005, il Centro è un programma congiunto tra dente contributo: Licia Calvi - Maria Cassella, Scholarship le biblioteche e il College of Arts and Sciences dell’universi- 2.0: analyzing scholars’ use of Web 2.0 tools in research and tea- tà del Nebraska. Sito web: http://cdrh.unl.edu/ ching activity, “LIBER Quarterly”, vol. 23 n. 2 (2013). http:// 26 È, tuttavia, una eventualità rara. Secondo l’indagine ARL liber.library.uu.nl/index.php/lq/article/view/URN%3ANB- solo il 35% delle biblioteche aveva nel 2011 personale dedi- N%3ANL%3AUI%3A10-1-115956/9588 cato ai progetti di digital humanities. Cfr. ARL, SPEC Kit 326: 35 Cfr. Dino Buzzetti, Difficoltà istituzionali e risposte infrastrut- Digital Humanities, November 2011. http://publications.arl. turali, cit., 2014, p. 82. org/Digital-Humanities-SPEC-Kit-326/ 36 Si pensi, ad esempio, all’impatto delle opere orfane e delle 27 Anna Maria Tammaro, Biblioteca digitale per l’informatica opere fuori commercio nei progetti di digitalizzazione. umanistica, 2010, conference paper accessibile su http:// 37 Vale la pena segnalare l’esperienza avanzata del program- dspace-unipr.cineca.it/handle/1889/1297. ma PRAXIS attivo presso lo ScholarsLab dell’Università del- 28 In Italia IRIS è il catalogo dei prodotti della ricerca ed è la Virginia. Sito web: http://praxis.scholarslab.org/ un’evoluzione di DSPACE. 38 I profili di competenze sono accessibili a partire dal sito di 29 Il tema travalica, in realtà, l’aspetto tecnologico. La con- COAR alla URL: https://www.coar-repositories.org/activi- servazione digitale abbraccia, infatti, diversi aspetti: politi- ties/support-and-training/task-force-competencies/ ci, culturali, economici, di interoperabilità e di strategia a 39 Chris Alen Sula, Digital humanities and libraries: a conceptual lungo termine. model, “Journal of Library Administration”, 53(1) (2013), n. 30 L’agenda digitale presentata dalla Commissione europea è 10-26, p. 15. Accessibile alla URL: http://chrisalensula.org/ una delle sette iniziative faro della strategia Europa 2020, digital-humanities-and-libraries-a-conceptual-model/. che fissa obiettivi per la crescita nell’Unione europea (UE) 40 Hitoshi Kamada, Digital humanities. Role for libraries? “Col- da raggiungere entro il 2020. http://eur-lex.europa.eu/le- lege & Research Libraries News”, 71(2010), n. 9, p. 484-485. gal-content/IT/TXT/?uri=URISERV%3Asi0016 http://crln.acrl.org/content/71/9/484.full 31 Cfr. Ellen Collins - Monica E. Bulger - Eric T. Meyer, 41 Comincia ad essere davvero lungo l’elenco degli stakeholders Discipline matters: technology use un the humanities, “Arts & Hu- delle biblioteche accademiche e di ricerca: da quelli inter- manities in higher education”, 11 (2011), n. 1-2, p. 76-92. ni (ricercatori, studenti, dipartimenti) a quelli esterni. Tra 32 Wenger definisce il concetto di “comunità di pratica” come questi ultimi: scuole, musei, archivi, enti locali, ospedali, un “processo di apprendimento collettivo.” Cfr. Etienne poli carcerari, ecc. oltre ai più “tradizionali” e noti Google Wenger, Communities of practice. A brief introduction, 2012 ht- e OCLC. tps://www.ohr.wisc.edu/cop/articles/communities_practi- ce_intro_wenger.pdf 33 Harriett E. Green, Facilitating communities of practice in digi- DOI: 10.3302/0392-8586-201701-044-1 ABSTRACT Digital humanities is the result of a dynamic dialogue between emerging technology and huma- nistic inquiry. Academic and research libraries are playing a crucial role in the story and develop- ment of digital humanities. From the earliest days, librarians were eager partners on collaborative digitization projects, and now they can be found working with TEI, negotiating text mining rights with researchers and vendors, hosting open access journals, and making room for humanists wi- thin their buildings. By taking part in digital humanities projects academic and research librarians also enhance their skills and competencies. The active collaboration of academic libraries in research projects involves another change in priorities, a paradigm shift: from a focus on collections to a focus on researchers’ communities. Biblioteche oggi • gennaio-febbraio 2017 51
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