Biblioteche di ricerca e digital humanities - BIBLIOTECA DIGITALE - Biblioteche oggi

Pagina creata da Luigi Riva
 
CONTINUA A LEGGERE
BIBLIOTECA DIGITALE

Biblioteche di ricerca
e digital humanities
                                                                                                      MARIA CASSELLA
                                                                                     Biblioteca “Norberto Bobbio”
                                                                                    Università degli studi di Torino
                                                                                            maria.cassella@unito.it

Cosa sono le digital humanities                            manities sono un’area di ricerche interdisciplinari
                                                           in campo umanistico grazie alle quali è possibile:
In campo umanistico negli ultimi venti anni la ri-        a) porre domande di ricerca umanistica di tipo tra-
cerca si è sviluppata ed è cambiata radicalmente            dizionale o innovativo utilizzando metodi e risor-
grazie alla tecnologia.                                     se digitali;
Gli storici recuperano le fonti in rete e costruisco-     b) sottoporre le tecnologie all’interpretazione e alla
no mappe interattive digitali dei luoghi storici,           critica dei metodi della ricerca umanistica.4
i filologi moderni e i filosofi utilizzano i testi di-     Un primo elemento che possiamo individuare nella
gitali per studi di linguistica computazionale, di         definizione di digital humanities proposta da Kath-
evoluzione del linguaggio e degli stili letterari e per    leen Fitzpatrick è quello dell’interdisciplinarietà:
ricerche avanzate di data e text mining,1 i classicisti    anche se le pratiche di ricerca restano diversificate
utilizzano gli stessi testi per analizzare il lessico      tra le molteplici discipline che rientrano nell’ambi-
antico, creare automaticamente indici lessicali e          to delle scienze umane,5 il digitale aggrega ed esalta
pubblicare edizioni critiche, i geografi sfruttano le      l’interdisciplinarietà e la trasversalità delle ricerche,
potenzialità delle tecniche di geolocalizzazione ecc.      offrendo strumenti e metodologie comuni. Come
Sotto l’etichetta di digital humanities2 si riconduco-     acutamente scrivono Susan Schreibman, Ray Sie-
no di fatto tutte le pratiche di ricerca umanistica        men e John Unsworth: “although the breadth of
sopra descritte e molte altre ancora. Se volessimo         fields covered is wide, what is revealed is how com-
descrivere in modo sintetico tali pratiche ed utiliz-      puting has cut across disciplines to provide not
zare una definizione generica e onnicomprensiva            only tools, but methodological focal points”.6
potremmo dire che le digital humanities sono il risul-     Si rendono così necessarie nell’attività di ricer-
tato di un dialogo dinamico tra tecnologie emer-           ca competenze trasversali che, tuttavia, non sono
genti e ricerca umanistica.                                sempre adeguatamente riconosciute e valorizzate.7
Secondo Kathleen Fitzpatrick, direttore del set-           Il secondo elemento che ci sembra importante met-
tore comunicazione scientifica presso la Modern            tere in evidenza è la linea di continuità tra tradi-
Language Association, nonché tra i promotori del           zione e innovazione: quesiti vecchi e nuovi possono
progetto sperimentale relativo all’ebook che è “The        essere risolti grazie alle digital humanities che non
Institute for the Future of the Book”,3 le digital hu-     sono, quindi, un nuovo paradigma di ricerca, ma
                                                           risolvono problemi tradizionali con strumenti tec-
                                                           nologici innovativi o aiutano gli umanisti a porsi
* Questo articolo nasce dall’esperienza dell’autrice
nel duplice ruolo di bibliotecaria e di membro di un       nuove domande di ricerca.
centro interdipartimentale di ricerca dell’Università      Il terzo ed ultimo elemento che emerge dalla sopra
di Torino: il centro Memoria Digitalis Humanistica         citata definizione è, per chi scrive, il più rilevan-
(MeDiHum). In un’ottica più ampia numerose rifles-         te: nelle digital humanities l’utilizzo della tecnologia
sioni che vengono qui proposte possono essere appli-       non è fine a se stesso ma è soggetto all’interpreta-
cate anche agli archivi e ai musei.                        zione e alla critica delle metodologie di ricerca, di-

44                                                                                         Biblioteche oggi • gennaio-febbraio 2017
verse tra loro, sotto certi aspetti convergenti.            Project è un progetto particolarmente significa-
   Quanto al rapporto con la tecnologia, Marija Dal-           tivo sul piano delle modalità di partecipazione
   bello8 individua tre fasi che tracciano altrettanti         collaborativa. Si tratta della trascrizione e pubbli-
   passaggi nella storia delle digital humanities:             cazione delle carte inedite del filosofo e giurista
  - la prima fase parte precede la nascita del web. È ca-      inglese Jeremy Bentham. L’opera di trascrizione
    ratterizzata dalla nascita dei primi testi elettronici     si avvale della collaborazione di volontari in rete.
    come l’Index Tomisticus, opera pioniera nell’analisi       Un comitato scientifico vaglia la correttezza delle
    della linguistica computazionale, fortemente volu-         trascrizioni effettuate tramite un desk14 al quale
    ta dal gesuita italiano Roberto Busa che la conce-         si accede dopo una semplice registrazione. Altro
    pì nel 1949 in collaborazione con l’IBM.9 In questa        esempio interessante di risorsa “collaborativa” è il
    fase i testi elettronici vengono consultati e conser-      progetto europeo CUbRIK.15 La sua peculiarità è
    vati prima su nastri magnetici, poi su CD-ROM;             di utilizzare il crowdsourcing per caricare immagini
  - la seconda fase si sviluppa con il web a partire dal-      di archivio in una banca dati multimediale dove
    la metà degli anni Novanta: gli umanisti sfruttano         vengono arricchite di metadati che consentono di
    al meglio le potenzialità della rete creando archivi       mettere in luce il contesto storico-sociale dei do-
    multimediali. La risorsa che meglio rappresenta            cumenti.
    questa seconda fase è la Perseus Digital Library,
    lo straordinario repertorio digitale di testi greci e        CUbRIK interroga la documentazione multime-
    latini concepito dalla Tufts University. La biblio-          diale e non soltanto quella testuale, rispondendo
    teca greca comprende tutti i più importanti testi            a una necessità molto attuale in relazione a un
    del V e IV secolo a.C., più limitata, ma comunque            utilizzo sempre maggiore delle fonti visive nei
    estremamente rilevante, la biblioteca latina. La             media sociali e nei siti web interattivi.16
    maggior parte dei testi è corredata dalla traduzio-        Quale è il valore aggiunto delle digital humanities ri-
    ne in inglese, da commenti critici e da materiali          spetto alla ricerca umanistica tradizionale?
    didattici.10 “Il modello [Perseus Digital Library          Lisa Spiro individua cinque valori che consentono
    n.d.a] prevede la costruzione di una rete di link          alle digital humanities di andare oltre gli scopi della
    ipertestuali che partono dal testo per arrivare a          ricerca umanistica tradizionale:17
    una serie di dati di contesto e di commento, in-           1) fornire ampio accesso all’informazione;
    dica la via per espandere le potenzialità del testo        2) trasformare la comunicazione scientifica;
    digitale, che diventerà al tempo stesso sia prodot-        3) consentire la manipolazione dei documenti;
    to di una sofisticata analisi filologica, letteraria e     4) potenziare l’insegnamento e l’apprendimento;
    storica, sia strumento per una piena comprensio-           5) avere un impatto pubblico.
    ne del testo da parte degli utenti e anche per un          I cinque valori sopra elencati possono facilmen-
    approfondimento dell’indagine.”11 In questa fase           te essere estesi anche all’ambito delle biblioteche
    si sviluppano nelle digital humanities nuovi filoni di     accademiche e di ricerca. Si prenda, ad esempio,
    ricerca come quelli, molto ampi, sui media digitali        il principio di dare ampio accesso all’informazio-
    e su Internet;                                             ne scientifica e culturale o quello di trasformare i
  - la terza fase nell’evoluzione delle digital humanities è   processi di comunicazione della scienza: si tratta di
    quella che si apre con l’avvento del web 2.0.              due principi basilari nell’azione delle biblioteche.
   Quest’ultima fase è rappresentata, a mio avviso, da         Il primo precede a ben riflettere la nascita stessa
   due elementi caratterizzanti:                               del canale digitale che lo ha, tuttavia, potenziato; il
  - la varietà di nuove fonti “primarie”12 e “seconda-         secondo si delinea in modo netto e marcato a parti-
    rie” disponibili in formato digitale: videoregistra-       re dalla nascita della rete Internet e dalla diffusio-
    zioni, blogs, wiki, ricostruzioni tridimensionali,         ne del movimento open access.
    realtà aumentate, digitalizzazioni in 3D ecc.              Più recenti, ma non per questo secondari nell’a-
  - la partecipazione degli utenti alla costruzione dei        zione delle biblioteche accademiche, gli obiettivi
    contenuti digitali. Nascono così strumenti e risor-        relativi alla trasformazione e al riutilizzo dei dati
    se collaborative che fanno da sfondo al lavoro de-         e dei documenti, al potenziamento dell’attività
    gli “umanisti digitali”.13 Ad esempio, il Bentham          didattica e dell’apprendimento e, infine, alla defi-

Biblioteche oggi • gennaio-febbraio 2017                                                                           45
nizione e misurazione dell’impatto pubblico. Un            feriscano ad un unico dipartimento. Più frequen-
tema quest’ultimo che ha coinvolto le biblioteche          temente si tratta di centri interdipartimentali di
accademiche da qualche anno con lo sviluppo del            ricerca che, sotto il profilo organizzativo, si collo-
dibattito sulla Terza Missione dell’università.18          cano all’intersezione tra due o più dipartimenti, i
                                                           servizi centrali dell’università e le biblioteche:
Intersezioni: biblioteche accademiche
e digital humanities                                         Il n’est pas placé sous la tutelle d’un départem-
                                                             ent, mais à l’intersection de départements et de
Il tema delle digital humanities diviene di interesse        services de l’université dont, très souvent, la bi-
per gli studi di biblioteconomia alla fine degli anni        bliothèque, qui joue un rôle actif dans sa structu-
Novanta: nel 1998 viene pubblicato nella rivista             ration.22
“Information technologies and library” un report            Per ciò che riguarda gli spazi, negli Stati Uniti può
di due pagine sul rapporto tra biblioteche e digital        accadere non di rado che i centri di ricerca in digi-
humanities. Il tema tocca da subito in modo pres-           tal humanities siano fisicamente collocati nelle bi-
soché esclusivo le biblioteche accademiche e si in-         blioteche.23 Si vengono così a creare delle strutture
serisce tra le problematiche dei servizi avanzati di        comuni, i co-laboratori, nelle quali le biblioteche
supporto all’attività di ricerca.19                         e i centri possono realizzare sinergie e condivide-
Le intersezioni tra digital humanities e biblioteche ac-    re spazi, progetti (sia di ricerca che di didattica, in
cademiche possono essere molteplici. Da un lato,            presenza e online), competenze e risorse. Esempi di
le collezioni delle biblioteche accademiche sono            queste strutture di nuovo tipo sono lo ScholarsLab
una fonte inesauribile per i contenuti delle digital        dell’Università della Virginia,24 il Digital Scholar-
humanities. A partire dalla digitalizzazione e valo-        ship Commons presso la Emory University e il Cen-
rizzazione dei fondi storici e di pregio fino ad arri-      ter for Digital Research in the Humanities dell’uni-
vare, in tempi più recenti, alle complesse analisi re-      versità del Nebraska.25
alizzate a partire dai dati (e metadati) dei cataloghi      Terzo, le biblioteche accademiche e di ricerca svol-
e dall’analisi dei diversi strumenti social utilizzati      gono un ruolo di primaria importanza nella realiz-
dalle biblioteche con la partecipazione degli uten-         zazione di servizi per le digital humanities, in partico-
ti: dai progetti di digitalizzazione a quelli sui linked    lare, nell’organizzazione, gestione e conservazione
open data20 e a quelli sull’analisi delle reti di utenti    a lungo termine di molti dei prodotti delle ricerche
e di lettori, per fare due esempi concreti. Dall’altro,     realizzate nelle digital humanities. Secondo un’inda-
buona parte dell’infrastruttura digitale necessaria         gine sponsorizzata dall’Association for Research
a realizzare progetti di digital humanities viene gesti-    Libraries (ARL) già nel 2011 il 48% delle biblioteche
ta dalle biblioteche accademiche e di ricerca attra-        ARL forniva servizi a supporto dei progetti di digi-
verso l’organizzazione dei sistemi bibliotecari di          tal humanities. Nella maggior parte dei casi si trat-
ateneo.                                                     ta di servizi sviluppati ad hoc per la realizzazione
L’utilizzo di questa infrastruttura digitale, i proble-     di progetti di ricerca specifici. In casi sporadici le
mi di descrizione e di organizzazione dell’informa-         biblioteche possono anche disporre in organico di
zione e dei dati, la gestione dei diritti di proprietà      personale da dedicare ai progetti di ricerca in infor-
intellettuale richiedono competenze specialistiche          matica umanistica.26
che i bibliotecari accademici hanno sviluppato ne-          Infine, le biblioteche, in quanto biblioteche digitali
gli anni lavorando ai progetti di biblioteca digitale:      (digital library), sono un oggetto di studio per le di-
                                                            gital humanities.
     These kinds of research involve not just the know-     La relazione della biblioteca accademica con le digital
     ledge of relevant computer applications but also       humanities si sviluppa, quindi, lungo tre assi tra loro
     often skills and knowledge in collecting and or-       strettamente connessi e non facilmente scindibili:
     ganizing data, in which librarians have unique        - quello analogico, legato alla fisicità degli spazi e
     training and background.21
                                                             delle attrezzature condivise;
Approfondiremo questo aspetto più avanti.                  - quello virtuale, della biblioteca digitale che, grazie
È raro che i centri di ricerca in digital humanities af-     all’infrastruttura, alle sue collezioni e ai servizi of-

46                                                                                          Biblioteche oggi • gennaio-febbraio 2017
ferti fa da supporto al lavoro degli studiosi di area       Le risorse messe a disposizione dai progetti di di-
    umanistica, al tempo stesso strumento e oggetto             gitalizzazione di massa (Google Books, Hatritrust,
    di studio delle digital humanities;                         Digital Public Library of America, Europeana) of-
  - quello professionale, delle competenze “digitali”           frono, comunque, enormi possibilità alla ricerca in
    che si intersecano tra profili professionali diversi        informatica umanistica.
    (prevalentemente informatici e bibliotecari) e stu-         Qualità e coerenza sono, invece, riconducibili al
    diosi di area umanistica che lavorano ai progetti di        tema della selezione delle opere (o, se si preferisce,
    digital humanities.                                         delle edizioni) della collezione digitale. Secondo
                                                                chi scrive, il tema non è stato affrontato fino ad
  Intersezioni: biblioteche digitali                            oggi con la dovuta serietà e consapevolezza. Da
  e digital humanities                                          un lato la qualità dei testi digitalizzati diminuisce
                                                                man mano che aumenta la massa critica di risor-
                                                                se disponibili, dall’altro la scelta delle edizioni da
       Le problematiche comuni alle biblioteche digitali
      e all’informatica umanistica sono da evidenziare          riprodurre è molto spesso occasionale, legata alla
      in due aspetti: il primo riguarda un nuovo cano-          disponibilità in locale delle edizioni e non all’im-
      ne, con una certa stabilità sia teorica che applica-      portanza dell’edizione stessa.
      tiva, per la creazione e gestione delle risorse digi-     In terzo luogo, gli umanisti digitali chiedono alle
      tali, incluso l’interoperabilità e la sostenibilità nel   biblioteche digitali strumenti sempre più avanzati
      tempo; l’altro riguarda le modalità di accesso alla       per l’arricchimento della descrizione della risorsa
      collezione digitale con funzionalità avanzate.27          tramite schemi di metadati, per l’esplorazione in-
   Da un lato esiste, quindi, il problema dei contenuti         terna del testo a mezzo del riconoscimento ottico
   digitali, di selezionarli o crearli, gestirli e conser-      dei caratteri o, ancora più, di complesse marcature
   varli nel lungo termine oppure di modificarli e di           TEI, o di disporre di strumenti sofisticati per scri-
   metterli in relazione secondo il nuovo paradigma             vere annotazioni e commenti al testo. Queste ul-
   dei linked open data; dall’altro c’è il tema dell’acces-     time funzionalità della biblioteca digitale sosten-
   so, al quale sono collegati i problemi di infrastrut-        gono sia le attività didattiche che quelle di ricerca.
   tura, di interoperabilità tra sistemi, di interfacce         Da ultimo e non per ultimo, gli umanisti “digita-
   di accesso, di gestione dei diritti. Tutti temi che          li” hanno bisogno di avere a disposizione un’infra-
   accomunano biblioteche digitali e studiosi di area           struttura per conservare i molteplici prodotti delle
   umanistica.                                                  proprie ricerche: articoli, documenti, immagini,
   Che tipo di servizi vengono richiesti dagli umanisti         video, podcast, dataset ecc.
   alla biblioteca digitale?                                    Quella della conservazione digitale è un’attività
   In primo luogo, l’accesso alle risorse digitali e la         che sta diventando “drammaticamente” importan-
   possibilità di fare ricerche in modo estremamente            te man mano che cresce la mole di risorse digitali
   mirato. La ricerca generalista non interessa gli stu-        o digitalizzate. Fino ad oggi le comunità di ricerca
   diosi del XXI secolo, che devono dominare l’enor-            degli umanisti (e dei bibliotecari) si sono focalizza-
   me massa di dati e di documenti disponibili in rete          te sul tema della scoperta e dell’accesso delle risor-
   in modo veloce ed efficace. Il tema è collegato con          se trascurando quello della conservazione a medio
   quello più generale dell’efficacia delle interfacce di       e lungo termine.
   ricerca, dei sistemi di information retrieval e dell’in-     In locale le università dispongono di una potente
   teroperabilità tra sistemi.                                  infrastruttura digitale per la conservazione del di-
   In secondo luogo, c’è il tema delle collezioni digi-         gitale; le biblioteche accademiche attraverso i siste-
   tali. L’ampiezza, la varietà, la qualità e la coerenza       mi bibliotecari di ateneo gestiscono i repository di-
   della collezione digitale è di fondamentale impor-           gitali che sono il luogo ideale per la conservazione
   tanza per la ricerca di area umanistica.                     a lungo termine delle risorse digitali. Trascurati dai
   Ampiezza a varietà sono aspetti legati a doppio filo         ricercatori che utilizzano, invece, massicciamente
   alla disponibilità di risorse finanziarie, necessarie        i network sociali come Academia.edu o Research-
   per accedere ad una collezione estesa di risorse di-         Gate, i repository possono trovare nella conserva-
   gitali, e alle “fortune” (alterne) dell’accesso aperto.      zione digitale la propria ragion d’essere. In Italia

Biblioteche oggi • gennaio-febbraio 2017                                                                           47
la funzione dei repository istituzionali è oramai
                                                             Each of the communities in digital humanities
strettamente legata alla valutazione della ricerca.28        has relatively well defined engagement among
Lo scenario è diventato difforme e complesso, ma             members developed through scholarly symposia
la strada di utilizzare i repository certificati per la      and social media networks, research collabora-
conservazione digitale sembra essere obbligata.              tions that enable the community to progress as
Strumenti open source come Fedora o commerciali              a whole, and active sharing of research methodo-
come Rosetta sono solo alcune delle soluzioni che            logies and skills through members’ writing and
possono essere adottate per sostenere in locale la           published documentation.33
conservazione delle risorse digitali.29                    Sta, quindi, lentamente scomparendo la figura
                                                           dell’umanista isolato.34
(Nuove) competenze e digital humanities                    In Italia esiste una ulteriore difficoltà nella defi-
                                                           nizione delle competenze “digitali” dei ricercatori
Come sempre accade nel mondo digitale, per af-             di area umanistica. Per questi ultimi, infatti, il ri-
frontare qualsiasi tema in modo professionale e            conoscimento e la valorizzazione delle competenze
sistematico è necessario preventivamente porsi             deve anche tenere conto delle rigidità imposte dai
il problema delle competenze digitali. Del resto           settori scientifico-disciplinari:
il rafforzamento delle competenze digitali è uno
dei punti cardine dell’Agenda digitale europea30 e           La rigida definizione dei settori scientifico-disci-
dell’Agenzia per l’Italia digitale (AGiD).                   plinari su cui si fonda l’intero ordinamento acca-
In relazione all’informatica umanistica il tema              demico nel nostro paese pone un ostacolo strut-
delle competenze riguarda sia i ricercatori di area          turale enorme all’accertamento delle competenze
umanistica che i professionisti del settore dei beni         specifiche del corpo docente nel campo delle digi-
culturali e della ricerca: archivisti, esperti museali,      tal humanities.35
conservatori e bibliotecari.                               Quanto alla professione del bibliotecario, la neces-
Quanto ai primi il comportamento è decisamen-              sità di far evolvere le competenze digitali riguarda
te difforme sulla base di due tipi di variabili che        in modo pressoché esclusivo il mondo accademico.
influenzano l’attitudine degli umanisti verso il di-       Quali profili tra i molteplici che ormai, riconosciu-
gitale: le “variabili” supply-side ovvero le tecnologie,   ti o non, caratterizzano la professione del bibliote-
gli strumenti e le risorse digitali disponibili per        cario accademico sono coinvolti nell’assistenza alle
ciascuna disciplina umanistica; le “variabili” de-         attività di digital humanities e che tipo di competen-
mand-side ovvero le caratteristiche delle diverse aree     ze devono sviluppare i bibliotecari per lavorare ai
scientifiche e/o del singolo ricercatore che influen-      progetti di informatica umanistica?
zano il comportamento di ricerca.
In questa seconda tipologia possiamo includere: il         Profili professionali
filone di studi, le abitudini del proprio gruppo di
ricerca che inducono a comportamenti adattivi e le         I profili professionali che più efficacemente so-
caratteristiche demografiche come l’età.31                 stengono le attività di digital humanities sono un’e-
Di fatto, esiste una linea di demarcazione tra i ri-       voluzione di ruoli ormai consolidati nella biblio-
cercatori nati prima dello sviluppo del web e quelli       teca accademica, in generale, e nella biblioteca
nati con o dopo la rete. Gli umanisti appartenenti         digitale, più in particolare: il bibliotecario esperto
alle nuove generazioni sono, ormai, avvezzi ad uti-        di metadati e di linguaggi di marcatura (ad esem-
lizzare gli avanzati strumenti di accesso e di ricerca     pio: il TEI), l’esperto di collezioni speciali e di do-
utilizzati dall’informatica umanistica. L’evoluzio-        minio (subject librarian), il digital curator, l’esperto
ne degli strumenti digitali è, tuttavia, molto veloce:     di tematiche relative alla proprietà intellettuale e al
le digital humanities richiedono un aggiornamento          diritto di autore in ambiente digitale.36
continuo delle competenze che, in qualche modo,            Quanto agli aspetti tecnologici, emerge l’esigenza
viene mitigato dall’appartenenza e dalla condivi-          di coinvolgere nei progetti di informatica umani-
sione delle conoscenze che si sviluppa nelle comu-         stica figure anche professionali come il repository
nità di pratica online.32                                  manager, l’esperto di Content Management Sy-

48                                                                                        Biblioteche oggi • gennaio-febbraio 2017
stems o di data visualization. Questi ultimi due ruoli      Nel novembre 2016 sono stati pubblicati dalla task
   sono, in realtà, molto più vicini all’area informatica      force due profili di competenze: quello relativo alla
   che a quella della biblioteconomia. D’altro canto,          gestione dei dati della ricerca (Librarians’ Compe-
   però, i confini tra professioni tendono lentamente          tencies fo Research Data Management) e quello del
   a sfumare e le competenze digitali sono ormai tra-          bibliotecario che si occupa di comunicazione scien-
   sversali a diverse aree e figure professionali.             tifica e accesso aperto (Librarians’ Competencies
   Di volta in volta, secondo gli scopi ed i contenuti         for Scholarly Communication and Open Access).
   del progetto, i ruoli sopra elencati possono essere         Entrambi i profili distinguono tre livelli di com-
   chiamati a partecipare ai progetti di ricerca nelle di-     petenze: comprensione dei processi e delle attività,
   gital humanities. In relazione all’attività didattica si    conoscenze e abilità.
   stanno, invece, diffondendo figure di bibliotecari          A breve è prevista la pubblicazione del profilo rela-
   esperti nella formazione all’uso degli strumenti di         tivo alle digital humanities: le Librarians’ Competen-
   accesso, degli standard e dei linguaggi di marcatu-         cies for Digital Humanities.38
   ra più utilizzati dalle digital humanities.37
   Nel caso dell’informatica umanistica l’attività for-        Conclusioni
   mativa è rivolta prevalentemente, ma non esclu-
   sivamente, a laureati, dottorandi, talvolta giovani         Come abbiamo visto nei capitoli precedenti le in-
   ricercatori.                                                tersezioni, sia reali che concettuali, tra biblioteche
   Cresce, pertanto, la rilevanza dell’attività didattica      accademiche e digital humanities sono numerose.
   tra le molteplici che vengono svolte nella biblioteca       La loro effettiva realizzazione dipende, in realtà,
   accademica a supporto dei progetti di ricerca.              dal grado di collaborazione che le biblioteche, in
                                                               modo particolare quelle di area umanistica, riesco-
  Competenze                                                   no ad attivare con le comunità di umanisti: “these
                                                               challenges doubtless vary among and within insti-
   Quali competenze deve sviluppare il bibliotecario           tutions, so as a general formula for the connection
   accademico per partecipare ai progetti di digital hu-       between libraries and digital humanities doe not
   manities?                                                   seem forthcoming.”39
   Non diversamente da altre professioni che lavorano          Non c’è, infatti, una risposta univoca o una formu-
   sul digitale, anche per le digital humanities molte delle   la generale da seguire per essere partner nei proget-
   abilità e competenze biblioteconomiche sono deri-           ti di digital humanities :
   vate da competenze di tipo più tradizionale: la cono-
   scenza di dominio e delle collezioni, le competenze           There is no singular answer from the perspecti-
   relative alla conservazione del digitale, le conoscen-        ve of library administration about how libraries
   ze relative all’utilizzo degli schemi di metadati ecc.        should engage with DH […]. Some DH support
   Chris Alen Sula raggruppa le competenze biblio-               may be best accomplished by providing large sca-
                                                                 le access to collections, datasets or technology;
   teconomiche a servizio delle digital humanities in
                                                                 while other situations may merit individual, cu-
   quattro aree:
                                                                 stomized collaboration with DH researchers.40
  - risorse informative;
  - organizzazione della conoscenza;                           Quale che siano le forme di collaborazione che si
  - abilità tecnologiche;                                      riescono a realizzare, le biblioteche accademiche
  - servizi al pubblico.                                       possono sfruttare l’ennesima opportunità di of-
   È compito delle associazioni ed organizzazioni pro-         frire un servizio fondamentale per le comunità di
   fessionali monitorare l’evoluzione della professione.       ricerca. Nel caso delle digital humanities l’opportuni-
   Nel 2014 la Confederation of Open Access Reposi-            tà può anche essere quella di prendere parte attiva
   tories (COAR) ha costituito in collaborazione con           ai progetti di ricerca stimolando la collaborazione
   tre associazioni di biblioteche di ricerca - ARL, LI-       con i dipartimenti e tra i dipartimenti di area uma-
   BER e CARL -una task force per studiare le nuove            nistica, servendosi dei bibliotecari esperti il cui
   competenze richieste dal settore della comunica-            background educativo e professionale sia legato al
   zione scientifica e dell’e-science.                         campo degli studi umanistici.

Biblioteche oggi • gennaio-febbraio 2017                                                                           49
Questa collaborazione attiva ai progetti di ricerca                 strutturali, in Collaborative Research Practices and Shared In-
    implica un cambiamento nell’individuazione delle                    frastructures for Humanities Computing. 2nd AIUCD Annual
                                                                        Conference, a cura di Maristella Agosti e Francesca Tomasi,
    priorità e delle strategie di azione da parte delle bi-
                                                                        AIUCD 2013. Padova, Cluep, 2014. http://web.dfc.unibo.it/
    blioteche accademiche. Un cambio di paradigma:                      buzzetti/dbuzzetti/pubblicazioni/aiucd2013.pdf
    dal focus sulle collezioni a quello sugli utenti ov-             8
                                                                        Marija Dalbello, A genealogy of digital humanities, “Journal
    vero sulle esigenze dei diversi stakeholders della bi-              of documentation”, 67 (2011), n. 3, p. 480-506.
    blioteca accademica che si sono moltiplicati con il
                                                                     9
                                                                       L’Index Tomisticus verrà, quindi, pubblicato nel 1989 su 20
                                                                        nastri magnetici per un totale di 70.000 pagine.
    passaggio al digitale.41 Ciononostante restano in                10
                                                                         Grazie alle traduzioni in lingua inglese e ai materiali didat-
    primo piano le esigenze di docenti e ricercatori.                   tici la Perseus Digital Library è una risorsa pienamente frui-
    Le digital humanities sono, in ordine temporale,                    bile anche per i non specialisti. Supera così il limite comune
    l’ultima frontiera con la quale le biblioteche acca-                a molte opere letterarie antiche pubblicate in formato di-
    demiche devono confrontarsi. Di fatto tutta l’evo-                  gitale che sono fruibili esclusivamente all’elite accademica.
                                                                     11
                                                                         Alessandro Cristofori, Il mondo antico, in Il web e gli studi
    luzione delle attività collegate con l’open science,                storici: guida critica all’uso della rete, a cura di Rolando Minuti,
    la comunicazione scientifica e con la valutazione                   Roma, Carocci, p. 161.
    della ricerca, nonché i progetti di digitalizzazione             12
                                                                         In realtà, talvolta, è la nozione stessa di “fonte primaria” ad
    hanno aperto la strada ad un riposizionamento                       essere messa in discussione nel mondo digitale.
    del ruolo della biblioteca accademica nel contesto
                                                                     13
                                                                         Gli strumenti collaborativi a disposizione dell’informatica
                                                                        umanistica sono anch’essi in vertiginosa crescita. Un esem-
    universitario, offrendo diverse possibilità di raffor-              pio per tutti è l’Open Annotation Collaboration, un tool per
    zare la collaborazione tra strutture bibliotecarie e                la costruzione ed annotazione collaborativa dei contenuti
    comunità scientifiche.                                              digitali. Un altro è il plug-in Scripto del software open sour-
    Il ruolo delle biblioteche ne è stato rivitalizzato. La             ce per la realizzazione di mostre virtuali: Omeka. Consente
    premessa era, ed è, quella di rimettersi in gioco ed                la trascrizione collaborativa dei contenuti.
                                                                     14
                                                                         http://www.transcribe-bentham.da.ulcc.ac.uk/td/Transcri-
    affrontare il cambiamento.                                          be_Bentham.
                                                                     15
                                                                         http://cordis.europa.eu/project/rcn/100872_en.html
                                                                     16
                                                                         Serge Noiret, Storia contemporanea digitale, in Il web e gli
NOTE                                                                    studi storici: guida critica all’uso della rete, a cura di Rolando
                                                                        Minuti, Roma, Carocci, p. 284.
                                                                     17
                                                                         Lisa Spiro, Getting started in the digital humanities. Digital scho-
1
  Una delle tecniche più avanzate e innovative di data mining
                                                                        larship in the Humanities, October, 2011 http://digitalscholar-
  è il distant reading proposto da Franco Moretti. Cfr. Franco
                                                                        ship.wordpress.com/2011/10/14/getting-started-in-the-di-
  Moretti, Distant Reading, London-New York, Verso, 2013. Il
                                                                        gital-humanities.
  volume raccoglie i principali contributi che, nel corso degli      18
                                                                         Si tratta della missione culturale e sociale che si affianca
  anni, hanno condotto Moretti ad applicare sempre più effi-
                                                                        alle due missioni tradizionali di sostenere la ricerca e la di-
  cacemente i metodi quantitativi alla storia della letteratura.
                                                                        dattica.
2
  Sul sito “What is digital humanities” http://www.whatisdigi-       19
                                                                         Tra questi rientrano anche i servizi che le biblioteche ac-
  talhumanities.com/ si trovano censite più di 800 definizioni
                                                                        cademiche offrono ai docenti a supporto della valutazione
  di digital humanities. Il termine viene tradotto in italiano so-
                                                                        della ricerca.
  vente con: “informatica umanistica”. Per approfondimenti           20
                                                                         Anche in Italia è in crescita il numero di progetti di LoD
  e aggiornamenti sulle digital humanities si consiglia la lettura
                                                                        legati alle biblioteche e/o realizzati in collaborazione con
  del periodico ad accesso aperto: Digital Humanities Quarter-
                                                                        le biblioteche che mettono a disposizione i propri dati. The
  ly http://www.digitalhumanities.org/dhq/.
                                                                        DataHub https://datahub.io/it/ è il sito che raccoglie e re-
3
  http://www.futureofthebook.org/.
                                                                        gistra i dataset pubblicati come LoD.
4
  http://publications.arl.org/rli284/4.                              21
                                                                         http://crln.acrl.org/content/71/9/484.full
5
  Scrive Niels Brügger: “it is worth noting that the fuzziness       22
                                                                         Jean-Christophe Plantin, Les digital humanities: accomplisse-
  and complexity of the ‘humanities’ does not disappear or
                                                                        ments et defis pour une agencement post disciplinaire, “Le cahier
  dissolve just because the term is combined with ‘digital’”.
                                                                        du numerique” 10 (2014), n. 4, p. 41-62.
  Cfr. Niels Brügger, Digital humanities in the 21st century.        23
                                                                         È quello che dimostra un’indagine dell’ARL realizzata ne-
  Digital material as driving force, “Digital humanities quarter-
                                                                        gli Stati Uniti nel 2011. L’8% delle biblioteche accademiche
  ly”, 10 (2016), n. 2. http://www.digitalhumanities.org/dhq/
                                                                        membri di ARL ospita in spazi propri un centro di ricerca
  vol/10/3/000256/000256.html.
                                                                        in digital humanities. Cfr. Arl, Spec Kit 326: Digital Humanities,
6
  A companion to digital humanities, edited by Susan Schrei-
                                                                        November 2011. http://publications.arl.org/Digital-Huma-
  bman, Ray Siemens, John Unsworth, Oxford: Blackwell,
                                                                        nities-SPEC-Kit-326/
  2004. http://www.digitalhumanities.org/companion/                  24
                                                                          http://scholarslab.org/about/. Sulla specifica esperienza
7
   Cfr. Dino Buzzetti, Difficoltà istituzionali e risposte infra-
                                                                        dello ScholarLab si legga Purdom Lindlab - Laura Mill-

50                                                                                                           Biblioteche oggi • gennaio-febbraio 2017
er - Jeremy Boggs, Between a book and a hard place: transla-           tal humanities: librarian collaborations for research and training in
     ting the value of digital humanities in a reconfigured library,        text encoding, “Library Quarterly: information, community,
     “DH+Lib”, special issue, July 2016, http://acrl.ala.org/dh/            policy”, 84 (2014), n. 2, p. 291-234.
     category/2016-special-issue/.                                       34
                                                                             Su questo tema mi permetto di rinviare ad un mio prece-
  25
      Fondato nel 2005, il Centro è un programma congiunto tra              dente contributo: Licia Calvi - Maria Cassella, Scholarship
     le biblioteche e il College of Arts and Sciences dell’universi-        2.0: analyzing scholars’ use of Web 2.0 tools in research and tea-
     tà del Nebraska. Sito web: http://cdrh.unl.edu/                        ching activity, “LIBER Quarterly”, vol. 23 n. 2 (2013). http://
  26
      È, tuttavia, una eventualità rara. Secondo l’indagine ARL             liber.library.uu.nl/index.php/lq/article/view/URN%3ANB-
     solo il 35% delle biblioteche aveva nel 2011 personale dedi-           N%3ANL%3AUI%3A10-1-115956/9588
     cato ai progetti di digital humanities. Cfr. ARL, SPEC Kit 326:     35
                                                                             Cfr. Dino Buzzetti, Difficoltà istituzionali e risposte infrastrut-
     Digital Humanities, November 2011. http://publications.arl.            turali, cit., 2014, p. 82.
     org/Digital-Humanities-SPEC-Kit-326/                                36
                                                                             Si pensi, ad esempio, all’impatto delle opere orfane e delle
  27
      Anna Maria Tammaro, Biblioteca digitale per l’informatica             opere fuori commercio nei progetti di digitalizzazione.
     umanistica, 2010, conference paper accessibile su http://           37
                                                                             Vale la pena segnalare l’esperienza avanzata del program-
     dspace-unipr.cineca.it/handle/1889/1297.                               ma PRAXIS attivo presso lo ScholarsLab dell’Università del-
  28
      In Italia IRIS è il catalogo dei prodotti della ricerca ed è          la Virginia. Sito web: http://praxis.scholarslab.org/
     un’evoluzione di DSPACE.                                            38
                                                                             I profili di competenze sono accessibili a partire dal sito di
  29
      Il tema travalica, in realtà, l’aspetto tecnologico. La con-          COAR alla URL: https://www.coar-repositories.org/activi-
     servazione digitale abbraccia, infatti, diversi aspetti: politi-       ties/support-and-training/task-force-competencies/
     ci, culturali, economici, di interoperabilità e di strategia a      39
                                                                             Chris Alen Sula, Digital humanities and libraries: a conceptual
     lungo termine.                                                         model, “Journal of Library Administration”, 53(1) (2013), n.
  30
      L’agenda digitale presentata dalla Commissione europea è              10-26, p. 15. Accessibile alla URL: http://chrisalensula.org/
     una delle sette iniziative faro della strategia Europa 2020,           digital-humanities-and-libraries-a-conceptual-model/.
     che fissa obiettivi per la crescita nell’Unione europea (UE)        40
                                                                             Hitoshi Kamada, Digital humanities. Role for libraries? “Col-
     da raggiungere entro il 2020. http://eur-lex.europa.eu/le-             lege & Research Libraries News”, 71(2010), n. 9, p. 484-485.
     gal-content/IT/TXT/?uri=URISERV%3Asi0016                               http://crln.acrl.org/content/71/9/484.full
  31
      Cfr. Ellen Collins - Monica E. Bulger - Eric T. Meyer,             41
                                                                             Comincia ad essere davvero lungo l’elenco degli stakeholders
     Discipline matters: technology use un the humanities, “Arts & Hu-      delle biblioteche accademiche e di ricerca: da quelli inter-
     manities in higher education”, 11 (2011), n. 1-2, p. 76-92.            ni (ricercatori, studenti, dipartimenti) a quelli esterni. Tra
  32
      Wenger definisce il concetto di “comunità di pratica” come            questi ultimi: scuole, musei, archivi, enti locali, ospedali,
     un “processo di apprendimento collettivo.” Cfr. Etienne                poli carcerari, ecc. oltre ai più “tradizionali” e noti Google
     Wenger, Communities of practice. A brief introduction, 2012 ht-        e OCLC.
     tps://www.ohr.wisc.edu/cop/articles/communities_practi-
     ce_intro_wenger.pdf
  33
     Harriett E. Green, Facilitating communities of practice in digi-     DOI: 10.3302/0392-8586-201701-044-1

        ABSTRACT

        Digital humanities is the result of a dynamic dialogue between emerging technology and huma-
        nistic inquiry. Academic and research libraries are playing a crucial role in the story and develop-
        ment of digital humanities. From the earliest days, librarians were eager partners on collaborative
        digitization projects, and now they can be found working with TEI, negotiating text mining rights
        with researchers and vendors, hosting open access journals, and making room for humanists wi-
        thin their buildings. By taking part in digital humanities projects academic and research librarians
        also enhance their skills and competencies.
        The active collaboration of academic libraries in research projects involves another change in
        priorities, a paradigm shift: from a focus on collections to a focus on researchers’ communities.

Biblioteche oggi • gennaio-febbraio 2017                                                                                                    51
Puoi anche leggere