BERLINGUER, L'EUROCOMUNISMO E L'ORO DI MOSCA - RECENSIONI

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BERLINGUER, L'EUROCOMUNISMO E L'ORO DI MOSCA - RECENSIONI
RECENSIONI

                                            6 giugno, 2021

      BERLINGUER, L’EUROCOMUNISMO E L’ORO DI MOSCA
                                      Massimiliano Di Pasquale

Francesco Bigazzi, Dario Fertilio – Berlinguer e il Diavolo. Dall’oro di Stalin al petrolio di Gorbacëv,
                    i grandi segreti di Botteghe Oscure (Paesi Edizioni, 2021)

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BERLINGUER, L'EUROCOMUNISMO E L'ORO DI MOSCA - RECENSIONI
Uscito in occasione del centenario della fon-         In tutto questo tempo la grande celebrazione co-
dazione del Partito Comunista Italiano (in origine        rale è fermentata dentro di lui, fino a quando si è
Partito Comunista d’Italia) avvenuta a Livorno il         per così dire dipinta da sé attraverso il suo pen-
21 gennaio 1921, quando la componente rivolu-             nello. E non c’è bisogno di aguzzare lo sguardo
zionaria/massimalista si staccò dal Partito Sociali-      per riconoscere, al centro di questa adunata visio-
sta per seguire il modello bolscevico dell’Urss,          naria, il volto di un «uomo nuovo». Proprio in
Berlinguer e il Diavolo. Dall’oro di Stalin al petro-     quell’anno, il 1972, infatti una figura giovane e ca-
lio di Gorbačëv, i grandi segreti di Botteghe            rismatica ascende al soglio che fu di Togliatti e poi
Oscure è un saggio che ricostruisce con rigore fi-        di Longo, ovvero la segreteria del Partito Comuni-
lologico e lucidità d’analisi la complessa figura di      sta Italiano. Il suo profilo carico di passione inte-
Enrico Berlinguer, storico leader di Botteghe             riore attira l’occhio dello spettatore prima di tutti
Oscure.                                                   gli altri. Si chiama Enrico Berlinguer. Non si tratta,
    L’opera di Francesco Bigazzi, intellettuale tra i     come Guttuso può rivendicare orgogliosamente,
massimi esperti del dissenso nell’Est Europa e            di un atto di piaggeria verso il nuovo capo. L’arti-
Dario Fertilio, giornalista e scrittore di origine dal-   sta vero non ne ha bisogno. Soprattutto se, come
mata da sempre devoto alla causa liberale, è un           lui, è già da tempo nell’Olimpo degli eletti. Egli
testo che rinuncia ai toni agiografici per analizza-      aspira piuttosto a diventare testimone e simbolo
re la politica di Berlinguer e, in primis, il suo con-    vivente, pur con tutte le sue umane e mondane
troverso rapporto con Mosca.                              debolezze, di quella cultura che procede nella «di-
    Quanto la figura di Berlinguer sia stata amata,       rezione giusta» della storia. Ecco perché nella
mitizzata ma ben poco studiata lo dimostrano              scelta di quel soggetto e nel gesto pittorico non
l’ossequio sacrale con cui anche rivali politici han-     c’è ombra di cortigianeria, né concessione rituale
no dipinto post mortem il leader comunista e il           all’amicizia, tanto meno incensamento preventivo
processo di ‘totemizzazione’ che lo ha visto pro-         del potere nascente. È piuttosto un primo passo
tagonista sia di quadri come quello realizzato da         nella creazione di un nuovo mito”.
Turi Sottile nel 1984 (I funerali di Berlinguer), sia         L’inclusione del giovane Berlinguer nel quadro
di canzoni entrate nel patrimonio culturale della         di Guttuso rappresenta il primo tassello della
sinistra, da quella più mainstream (Caro Enrico,          creazione di un mito che garantirà al leader sas-
Antonello Venditti) a quella più “barricadera” (I         sarese l’ingresso nel Walhalla comunista riserva-
funerali di Berlinguer, Modena City Ramblers).            to a Togliatti.
    Ex post, sembra quasi che l’appellativo di bra-           Qualche tempo più tardi “Berlinguer sarà im-
va persona – “Qualcuno era comunista perché               mortalato dai fotografi, al Senato, in piedi precisa-
Berlinguer era una brava persona” cantava Gior-           mente davanti al quadro, con la stessa espressio-
gio Gaber – abbia costituito un giudizio politico         ne che gli è attribuita sulla tela, quasi a rispec-
tout court che non necessitasse di alcuna analisi.        chiarsi in un doppio ritratto” e per i militanti del
L’icona di Berlinguer, che fa la sua prima compar-        Partito, ma non solo per loro, “la sua icona seve-
sa accanto a quella di Lenin, Trockij, Stalin,            ra e triste sarà degna di essere messa accanto a
Brežnev (solo per citarne alcuni) nella tela che         quelle di John Fitzgerald Kennedy, Papa Giovanni
Renato Guttuso dedicò ai funerali dell’altro gran-        XXIII, i Beatles, Ernesto Che Guevara”.
de leader comunista Palmiro Togliatti e che si sa-            Esaminando la tela di Guttuso, Bigazzi e Ferti-
cralizza con la sua prematura scomparsa, ha fini-         lio si chiedono che cosa ci facessero Lenin, Troc-
to per cancellare qualsiasi giudizio sulla politica       kij, Stalin, Brežnev accanto a Berlinguer mescola-
del Pci berlingueriano.                                   ti alla folla romana, così lontana dalle loro latitu-
    Il saggio di Bigazzi e Fertilio parte proprio dal     dini.
celebre quadro I Funerali di Togliatti, realizzato da         La risposta offerta dai due autori – “si trovava-
Guttuso, a otto anni di distanza dall’imponente           no al loro posto, nel quadro, per alludere a qual-
cerimonia funebre riservata al compagno Ercoli,           cos’altro [...] testimoniavano cioè l’esistenza di un
in quel 1972 in cui Berlinguer viene eletto segre-        regno terreste della necessità, inseparabile dai
tario del Pci.                                            voli aerei dell’ideologia” – ci porta dritto al nucleo
    “Guttuso ha da poco passato la sessantina. An-        centrale di questo libro, ossia i rapporti tra Berlin-
che lui c’era, quel giorno, tra la folla. Tanto è vero    guer e il Diavolo.
che ha raffigurato anche se stesso, proprio come              Il Diavolo, scrivono Bigazzi e Fertilio, non era
gli artisti rinascimentali, in un angolo del quadro.      una persona fisica, piuttosto un princìpio la cui

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funzione non si esauriva in un solo nome. Il Dia-                  Per comprendere correttamente la strategia
volo “era colui che, da Mosca, autorizzava il fiu-            politica di Berlinguer è utile ricostruire il contesto
me di denaro destinato ai «partiti fratelli» sotto            nazionale e internazionale di quegli anni.
forma di: dollari, rubli, gioielli, protezioni, affari, ri-        Berlinguer guidò il Pci dal 1972 al 1984, arco
catti, tangenti, complotti, attrezzature e azioni”.           temporale caratterizzato in Italia dalla tragica sta-
    I principali beneficiari di tutto questo flusso di        gione del terrorismo che culminò nell’assassinio
denaro e favori erano il Partito comunista italiano           del leader democristiano Aldo Moro (1978) e, in
e quello francese “che ricevevano, sollecitavano              ambito internazionale, dall’avvento del regime di
e mettevano a frutto gli aiuti sovietici”.                    Pinochet in Cile (1973), dall’invasione sovietica
    Sia Parigi che Roma mantennero questo pri-                in Afghanistan (1979) e dalla proclamazione del-
mato anche quando cercarono di confondere le                  lo stato di assedio in Polonia da parte del gene-
carte dando vita, a metà anni Settanta, proprio su            rale Jaruzelski la notte del 12 dicembre 1981.
spinta del leader italiano all’eurocomunismo.                      Uno degli argomenti più controversi del Pci
    Prima di esaminare le politiche del Pci berlin-           berlingueriano è proprio quello relativo ai rappor-
gueriano, calandole nel contesto politico di que-             ti politico-finanziari con Mosca.
gli anni, è necessario soffermarsi per un attimo                   La vicenda dei finanziamenti risale al primo
sul funerale del leader sassarese, celebrato il 13            dopoguerra quando gli aiutanti di Lenin e poi i
giugno 1984, a cui parteciparono un milione di                suoi successori capitalizzando sullo slogan “ven-
persone.                                                      dere al capitalista la corda con cui verrà impicca-
    “Per l’intera durata dell’interminabile proces-           to” iniziarono a “finanziare segretamente gli allea-
sione funebre, lo spirito critico degli italiani - e in       ti, senza storcere il naso all’odore degli affari
parte anche dei commentatori stranieri - verrà az-            sporchi”.
zerato, o espunto dal dibattito pubblico. Non                      Quando, dopo il crollo dell’URSS, il pool di
avranno diritto di cittadinanza voci estranee alle            magistrati russi guidati da Sergej Aristov, braccio
armonie del coro. Si assisterà per ore, e poi per             destro del procuratore generale Valentin Stepan-
giorni, al succedersi delle dichiarazioni di amici e          kov, si imbarcò nell’impresa titanica di indagare
avversari, identiche nella sostanza. Si realizzerà,           sul flusso di denaro elargito dal Pcus ai partiti fra-
sia pure fuori tempo massimo, quella egemonia                 telli, si scoprì la reale entità dell’oro di Mosca
politica e culturale gramsciana che Berlinguer                giunto in Italia.
aveva perseguito e teorizzato strenuamente,                        “Nel 2001, dieci anni dopo il crollo dell’Urss,
qualche volta anche audacemente, gettandola in                la rete televisiva russa NTV avrebbe dedicato una
faccia ai sovietici. Per una settimana, e anche ol-           serie di inchieste al lavoro straordinario di quegli
tre, l’Italia sarà di fatto una Jugoslavia o una Fin-         inquirenti russi. Nel documentario dal titolo Un
landia neutralizzata, sbalzata ai margini del cam-            oscuro caso. Dov’è l’oro del Pcus? avrebbe rive-
po occidentale, dove avrà trovato il suo sbocco fi-           lato, tra l’altro, che durante i trent’anni preceden-
nale l’eurocomunismo e si sarà materializzata la              ti la messa al bando del Partito Comunista sovie-
mitica «terza via» tra sovietismo e democrazia oc-            tico, dalle sue casseforti avevano preso la via del-
cidentale”.                                                   l’Italia - nella stragrande maggioranza verso il Pci
    A 37 anni di distanza da quel 13 giugno 1984              - oltre mezzo miliardo di dollari americani”.
entrato nella memoria collettiva di tutta l’Italia,                A livello internazionale i fondi a disposizione
non solo di quella di fede comunista, Bigazzi e               dell’Unione Sovietica dovevano essere impiegati
Fertilio provano a rispondere a quelle domande                per gli armamenti ma anche per “insinuarsi nelle
indiscrete, che all’epoca non avrebbe trovato                 diverse sfere della vita pubblica degli altri Paesi”
“credito, né ascolto e forse nemmeno clemenza”.               non necessariamente attraverso spionaggio o at-
    Domande ineludibili oggi, quesiti necessari               tività di intelligence o azioni “coperte”.
per comprendere la reale portata della “svolta”                    Con il denaro – spiegano i due autori – “si po-
berlingueriana, la sua presunta emancipazione                 teva ottenere il sostegno di forze sociali affini e
dal Diavolo e la “doppiezza” del leader comuni-               influenzabili, tramite le quali era forse anche più
sta, diversa ma per certi versi simile a quella di            facile diffondere la propria visione del mondo,
Togliatti. Lo stesso eurocomunismo, che “consi-               così da condizionare le tendenze complessive
steva più in una formula verbale che non nella                dell’opinione pubblica”.
definizione di un programma concreto”, era una                     Dal giugno 1950, quando Vagan Grigorjan
mossa improntata alla doppiezza.                              aveva proposto a Stalin di costituire il Fondo sin-

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dacale internazionale di assistenza alle organizza-         Mosca, e insieme far passare l’idea che quel ca-
zioni operaie di sinistra fino al luglio 1991 quan-         pitolo nella storia del Pci fosse definitivamente
do Gorbačëv avviò la liquidazione del sistema,             chiuso, grazie all’irreversibile scelta democratica
milioni di rapporti segreti, che potevano riguarda-         ed eurocomunista di Berlinguer”.
re sia le azioni dei più alti livelli dello Stato sia in-       Interessante ciò che scrivono i due autori ri-
significanti episodi di singoli individui senza im-         spetto alla famosa intervista rilasciata da Berlin-
portanza, sarebbero stati archiviati e custoditi nel        guer al giornalista del Corriere della Sera Giam-
caveau del Comitato Centrale del Pcus, pronti a             paolo Pansa nel 1976 quando il leader comuni-
essere risvegliati all’occorrenza come potenziale           sta “avrebbe dichiarato di sentirsi parte del cam-
e potentissima arma di ricatto nei confronti dei            po occidentale, e addirittura meglio protetto dal-
partiti fratelli.                                           l’ombrello della Nato”.
    “… Nel 1958 il Pci, con i suoi tre milioni e 750            A distanza di anni si scoprirà che questa inter-
mila dollari, raccoglieva da solo oltre la metà dei         vista ad effetto, interpretata da molti come la pro-
Fondi di assistenza: più di francesi, venezuelani,          va del reale strappo tra Roma e Mosca, era stata
giordani, messicani, turchi e neozelandesi messi            in realtà concordata dal segretario del Pci con il
insieme […] nel 1961 riceveva quattro milioni,              Cremlino. Come testimoniato da documenti del
quasi il triplo della cifra concessa ai francesi; e         Pci, conservati all’Istituto Gramsci, inediti fino al
l’anno seguente il divario si allargava ulteriormen-        2000 e carte provenienti dagli ex archivi sovieti-
te, a cinque milioni e 200 mila dollari”.                   ci, Mosca non solo conosceva ma aveva condivi-
    L’oro di Chruščëv – “che Brežnev avrebbe ri-         so l’affermazione di Berlinguer sulla necessità
portato a un livello più ragionevole, sempre però           che l’Italia non uscisse dalla Nato.
mantenendo il primato assoluto del Pci sugli altri              In quanto al progetto dell’eurocomunismo,
fratelli: cinque milioni e 700 mila, ad esempio,            lanciato da Berlinguer nel 1975 a Livorno assie-
nel 1966; tre milioni e 700 mila nel 1970” – non            me al leader spagnolo Santiago Carrillo e il cui
si sarebbe affatto esaurito nella stagione berlin-          modello ispiratore era la Jugoslavia di Tito, perso-
gueriana.                                                   naggio per cui Berlinguer nutriva grande ammira-
    Nel 1974, mentre Berlinguer stava già pensan-           zione, Mosca si adoperò con efficacia – senza
do al compromesso storico con la Democrazia                 minacce o scomuniche definitive nei confronti di
Cristiana – gli eventi in Cile del 1973 finirono per        Roma – perché fossero gli stessi alleati del segre-
accelerare questa decisione –, il Cremlino versa-           tario comunista italiano a sconfessarlo.
va nelle casse di Botteghe Oscure ben cinque                    Dal momento che Berlinguer sognava di di-
milioni e mezzo di dollari.                                 ventare un nuovo Tito, la strategia del Cremlino
    “L’anno seguente, nel marzo 1975, in occasio-           fu quella di togliergli il terreno da sotto i piedi,
ne del XIV congresso del Pci, Berlinguer avrebbe            cercandolo di farlo litigare con gli altri capi euro-
completato la quadratura del suo cerchio. Finan-            comunisti, per disgregare tutto il movimento che
ziamenti sì, ma non più gestiti dal sovraintenden-          comprendeva oltre al Partito Comunista spagno-
te alla sezione amministrativa del partito, quell’Ar-       lo di Santiago Carrillo quello francese di George
mando Cossutta che andava a prendere ordini da              Marchais.
Mosca e minacciava di strappare la tela euroco-                 Il Kgb, guidato da Andropov, uomo animato da
munista in corso di tessitura a Botteghe Oscure”.           una “profonda e radicata avversione per qualsia-
    Sostituito Cossutta con il giovane e fido Gian-         si forma di revisionismo” e dal genuino desiderio
ni Cervetti, gli affari del Pci con Mosca continua-         “di rispondere alla mossa di Berlinguer e dei suoi
rono floridi come prima con l’unica ma sostanzia-           alleati con fredda destrezza da giocatore, metten-
le differenza che i dollari sovietici e i rapporti, fi-     done a nudo la cornice propagandistica, e rive-
nanziari e non, con il Cremlino non furono più              landone il fondale di cartapesta” provò inizial-
monopolizzati da Cossutta, ossia dall’opposizione           mente a battere la pista francese convinto che
interna veterostalinista di Botteghe Oscure ma da           Marchais “aveva deviato dalla rotta dell’ortodos-
un uomo di Berlinguer.                                      sia per puro opportunismo, senza alcuna perso-
    Al segretario amministrativo Cervetti sarebbe           nale convinzione”.
spettato di avallare l’operazione più audace del                Fallita la missione in Francia – la spia sovietica
nuovo corso berlingueriano ossia quella di “man-            inviata a Parigi individuò nello stesso Marchais
tenere il cordone ombelicale col movimento co-              l’ideatore della opportunistica svolta eurocomuni-
munista internazionale, ovviamente centrato su              sta francese – il Cremlino seppe sfruttare a pro-

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prio vantaggio l’occasione della visita ufficiale di     materializzazione perfetta di quella commistione,
Tito a Mosca nel maggio 1979.                            Berlinguer finì per dissipare tutto il suo potenzia-
   “Nel bel mezzo di una principesca battuta di          le politico tra idiosincrasie (si pensi alle aspre po-
caccia offerta da Brežnev, il senescente capo del       lemiche con il leader della sinistra riformista ita-
Cremlino avrebbe stuzzicato lo statista jugoslavo        liana Bettino Craxi) e arditi equilibrismi fatti di
proprio sul tema dell’eurocomunismo. Era d’ac-           strappi e ricuciture, sintomo evidente di una
cordo, il maresciallo, sull’assurdità di una simile      mancanza di strategia.
strategia? Fosse stato o no soltanto per una for-            “Enrico Berlinguer, evidentemente, aveva pre-
ma di cortesia, Tito avrebbe abboccato, rincaran-        teso troppo da se stesso. Per non chiudere die-
do la dose: Che cos’è questo eurocomunismo? Il           tro di sé nessuna porta e non precludersi alcuna
comunismo è uno solo, quello universale. Non ci          via di fuga, aveva messo in stallo il volo ardito del
possono essere comunismi regionali o di Paese.           Pci. E da quel momento in poi, pur di non perde-
L’eurocomunismo è un’eurocretinata”.                     re l’iniziativa, sarebbe stato costretto a inventare
   La risposta di Tito fu fatta arrivare a Berlinguer    senza sosta formule e slogan diversi”.
tramite una spia infiltrata nel Pci e anche a Mar-           Il Berlinguer dell’ultima fase, quello della que-
chais che “ne avrebbe ricavato l’impressione del-        stione morale, del socialismo terzomondista e
la inaffidabilità, oltre che di Berlinguer, di tutta     dell’ecologismo, avrebbe lasciato in eredità all’Ita-
l’operazione”.                                           lia, tra le altre cose, il “giustizialismo […] integrali-
   Cinque anni prima della sua scomparsa la pa-          sta, giacobino […] capace di mobilitare le piazze
rabola politica di Berlinguer aveva già intrapreso       e intimidire i recalcitranti pur senza dover erigere
la via di un inesorabile declino.                        materialmente forche e ghigliottine” e una lunga
   Dichiarandosi contemporaneamente rivoluzio-           stagione politica, non ancora conclusa, caratteriz-
nario e conservatore, accettando gli aiuti dall’Urss     zata dal populismo e dalla morte della politica.
e affermando al contempo di sentirsi protetto
dalla Nato, proclamando la necessità di mettere              Massimiliano Di Pasquale, ricercatore asso-
fine alla commistione tra funzionari di partito e        ciato dell’Istituto Gino Germani, è ucrainista ed
funzionari statali in Italia in polemica con Dc e Psi,   esperto di Paesi post-sovietici e di disinforma-
mentre il suo alleato a Mosca rappresentava la           zione.

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