BERLIN CALLING : Progetto per l'area berlinese di Moabit

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BERLIN CALLING : Progetto per l'area berlinese di Moabit
BERLIN CALLING
: Progetto per l'area berlinese di Moabit

                                     Relatore:
                                     Prof. Rosaldo Bonicalzi

                                     Correlatori:
                                     Prof. Francesco Bruno
                                     Prof. Francesca Belloni
                                     Prof. Vincenzo Petrini

                                     Studente:
                                     SEUNGGEUN JEE 786104

 Politecnico di Milano
 Facoltà di Architettura Civile
 Laurea Magistrale in Architettura
 A.A.2014/2015
BERLIN CALLING : Progetto per l'area berlinese di Moabit
Indice

Abstract

1. - Berlino

2. - L'analisi del luogo

3. - L'Intervento Urbano

4. - Il masterplan

5. - Lo stadio

BIBLIOGRAFIA

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BERLIN CALLING : Progetto per l'area berlinese di Moabit
INDICE DELLE FIGURE

FIG.1: Havestadt & Contag, Schmitz und Blum

FIG.2: Mappa berlinese pieni e vuoti

FIG.3: Schwarzplaene 1940-2010

FIG.4: The Endless City, LSE

FIG.5: Terrain Elevations 2009, Berlin

FIG.6: Opere e progetti di Schinkel nel centro di Berlino

      Spagnoli, Lorenzo, Berlino XIX- XX secolo

FIG.7: Pianta piano terra

FIG.8: La sezione schiematica dello stadio

FIG.9: Lo spaccato dello stadio

FIG.10: La distribuzione delle forze

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INDICE DELLE TAVOLE

TAV 01. Piano generale 1:10000

TAV 02. Masterplan1: 2000

TAV 03. Masterplan (Render immagine)

TAV 04. Pianta piano terra 1:500

TAV 05. Pianta Quota -6m / -15.2m 1:500

TAV 06. Diagramma di concetto

TAV 07. Pianta Quota 8m / 16m 1:500

TAV 08. Pianta Quota 24m 1:500

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BERLIN CALLING : Progetto per l'area berlinese di Moabit
Abstract

Questo progetto è comiciato scoprendo le esistenze urbane della città contemporanea,

rispettandole in quanto meramente funzionanti o piegandole a nuove logiche progettuali,ma

comunque       rimettendole in gioco in maniera perpetua.

Tale scoperta ha rivelato la necessità di un intervento a scala urbana, vedendo nella città

“implicitamente già finita”, la possibilità di un progetto che si prefigura come “necessario”, che

segua la griglia che per esso è stata imposta e che forse non ha fatto altro se non interpretare la

città stessa in quel punto.

Non parliamo di riqualificazione di tutta l'area, nè di una proposta per una città ideale, cosa che ha

già ampliamente trattato il movimento moderno con i suoi sogni, realizzati o infranti che siano stati.

Questa tesi mira alla rigenerazione di alcuni punti della città, scoprendone le caratteristiche e

rispettandone le esistenze che li abitano, mai però come valori consolidati e non spendibili di

ulteriori critiche.

La storia descrive i processi di trasformazione delle città, in cui passato, presente e futuro esistono

in una linea retta convenzionalmente chiamata tempo. Perciò il “presente” che vediamo esiste

come risultato degli effetti del passato. Allo stesso modo, le città e l'architettura che abitiamo nel

presente esistono avendo dietro un così detto passato. Ma non dovremmo forse dire che il

progresso non è immune da critiche riguardo la società moderna e contemporanea?

Volendo essere più precisi, non possiamo dire che la modernità corrisponda a caratteristiche precise,

né tantomeno si può parlare di tempi. Essa trae il suo valore aggiunto dalla condizione (non solo di

“benessere” così come siamo abituati a capire”) dell’uomo all’epoca in cui l’opera viene realizzata, e

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risponde non più solo a quegli uomini che l’hanno vista sorgere, ma anche alle generazioni

precedenti e antecedenti. Così la volontà di fare città e più in generale architettura, oggi come ieri,

si realizza come processo di trasformazione continua in forme di elementi non riconosciuti a priori

nello spazio, che però rivelano esigenze, necessità a volte anche banali, come gli ostacoli per il suo

sviluppo e altre funzioni più generiche, senza la quale la città non avrebbe avuto modo di divenire

un luogo in cui vivere senza annoiarsi.

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FIG.1
-Havestadt & Contag, Schmitz und Blum (edit)
Contribution to the urban planning competition for Greater Berlin 1908 /1910,
New-Berlin around North Central Station, bird's eye view
Courtesy: Architekturmuseum der Technischen Universität Berlin, Inv. Nr. 8010

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Berlino

Se guadiamo la città di berlino a scala urbana (1:10000), nelle parti est e nord possiamo vedere che

la città assume una forma radiale che si espande da Mitte che è il nucleo della città.

Invece ad ovest, l'asse principale che parte dall'isola dei musei, l’Unter den Linden, passa per il

Tiergarten e per Ernst-Reuter-Platz, continuando fino a Leihhaus am Theodor-Heuss-Platz,

tagliando e organizzando tutta quella parte di Berlino che avrà modo di stabilire una forte relazione

con la sua morfologia.

Lungo questo asse si percepisce la forza dei tracciati che hanno direzione nord e sud (come

specchiati rispetto alla Sprea) e che vanno a impattare le anse del fiume, rendendo questo rapporto

uomo-naura un elemento imprescindibile della cultura berlinese.

I tracciati e le giaciture diventano molti e variabili, mai quindi soggetti alla forza di un solo

elemento ordinatore (come può essere il fiume o il canale)

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FIG.2
Mappa berlinese pieni e vuoti

Se guardiamo i diagrammi storici dei pieni e vuoti, notiamo che la maggior parte della città è stata

distrutta durante la seconda guerra mondiale e poi ricostruita. La popolazione berlinese attuale è di

numero inferiore rispetto a quella del 1939 (appena prima della seconda guerra mondiale). La

popolazioe del 1939 arrivava a 4millioni e 500mila abitanti; durante la guerra sono morte 50mila

persone e sono stati distrutti oltre 600mila edifici. La popolazione berlinese attuale è di circa

4millioni 500mila abitanti.

pieni e vuoti 1940

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pieni e vuoti 1953

pieni e vuoti 1989

pieni e vuoti 2001

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sintesi-demolizione

FIG.3
Schwarzplaene 1940-2010

La maggior parte della città densità alta, a differenza dell'altezza degli edifici che è piuttosto

modesta, inoltre ci sono parchi di diverse dimensioni presenti su tutto il territorio. Se confrontiamo

dimensioni e forma degli isolati urbani di Berlino con le altre città mondiali, possiamo notare la

forma regolare degli isolati, si presentano definiti perimetralmente, senza che lo spazio interno

risulti saturo; al contrario di quanto avviene invece in metropoli quali New York e Mumbai.

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FIG.4
The Endless City.   LSE(London School of Economics and Political Science)
: I Diagrammi dei pieni e dei vuoti, porzione di un area generica di 1㎢ della città.

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L'analisi del luogo

L'area di Moabit è isolata dal centro della città a causa della presenza del fiume Spree e del canale

che ne delimitano i confini; le strade e il sistema ferroviario la collegano con il resto della città e ne

rappresentano le funzioni urbane.

Queste linee ferroviarie sappiamo essere costruite per permettere funzioni quali: trasporto,

connessione, economia, quindi pura funzionalita’ a livello socio-economico, la quale caratteristica

intrinseca modifica la citta’, come ha sempre fatto. Proprio a causa di questo fattore agente sulla

fisicita’ del luogo, esse hanno un importanza inferiore rispetto a quelle che invece sono nate nel

luogo stesso originario e nell’idea che l’artificio e la natura possano fondersi, dalla topografia del

luogo, al fiume, al sole, alla rete stradale.

Una delle caratteristiche più importanti dell'area di Moabit è la presenza di un grande spazio

indefinito funzionalmente (a prima vista ha le potenzialita’ di essere un grande parco urbano nel

mezzo di un’area destinata al “confine” dell’urbanita’), rettangolare e che delimita al suo interno

una folta vegetazione su una collinetta e degli spazi di ricreazione e sport piu’ in generale. Fritz-

schloβ-Park: le dimensioni sono sufficientemente grandi per farci correre con la mente alle grandi

piazze d’armi e giardini reali che sono sparse soprattutto nel Nord Europa. 580m X 660m = 382800

㎡ di superficie che ora si trova invece come “intrappolata” all’interno di questo pezzo di citta’.

Questo parco è circondato da un tipo di urbanizzazione compatta, con caratteristiche di desità alta

ed altezza medio bassa per lo standard strettamente europeo di isolato.

Il suo limite sembra deciso dalla strada che lo circonda, invece gli edifici intorno entrano nel parco

oltrepassandola. In questo modo la linea di confine sembra cominciare a non esistere, a parte

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qualche debole presenza, comincia e termina spontaneamente, e allo stesso tempo l'interno del

parco è diviso in maniera naturale dall'esterno attraverso gli edifici che ne circondano il perimetro.

Questo carattere crea spontaneamente l'interno e l'esterno dello spazio verde di questa zona, come

sembrasse un castello medievale che divide la città e creando una linea di confine, un passagio da

interno ad esterno.

Per quanto riguarda i tracciati intorno al parco collinare, vediamo che a nord seguono la rete

stradale, a sud-ovest invece sono perpendicolari all'asse strutturante la piu’ antica giacitura del

quartiere storico di Moabit, l’Alt-Moabit e terminano sul fiume. A ovest hanno la forma di un

rettangolo orientato in direzione nord-sud secondo la Turmstraße, nella parte est e sud, subito

adiacente lo spazio verde i tracciati hanno la stessa direzione del parco.

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Nello spazio verde c'è una collina che ha circa 20m di altezza, e costituisce il termine fisico dei

tracciati Birkenstraße e Turmstraße.

FIG.5
Terrain Elevations 2009
http://fbinter.stadt-berlin.de/fb/index.jsp?Szenario=fb_en

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Intervento Urbano

Come gia’ detto, il nostro intervento non è la riqualificazione di tutta l'area, ma piu’ un intervento

puntuale, (sulla falsa riga dell'intervento di Schinkel del 1830, che con pochi elementi era in grado

di interpretare la citta’ di Berlino, in quel momento capitale del regno di Prussia), con cui

perseguiamo il dilemma dell'immagine urbana compiuta nel suo insieme con il territorio e la

conformazione fisica, ma, pur sempre con la volonta’ di riscoprire e rispettare in quanto tali le

esistenze urbane e architettoniche che assegnano un valore a quel luogo; esteticamente belle o

brutte, meno interessanti o piu’ che siano, queste determinano spesso la qualita’di qualsiasi luogo

nelle citta’ di tutto il mondo. Cio’ che si costruisce dovrebbe comunque aspirare a questo obiettivo,

il permanere per sempre a generare la vita di una architettura e di una citta’.

Sappiamo bene che una citta’ con queste caratteristiche esplicitate, ha una piu’ forte apertura verso

cio’ che e’ il concetto di monumento, dal latino monumentum, "ricordo", che quindi mantiene

interessante la volonta’ di vivere quel luogo forse gia’morto nel ricordo e proprio per questo per

sempre vivo. Con tutte le precauzioni nel giudizio, si puo’ anche dire che non vi e’ la stessa sostanza

nel vedere Berlino e Dubai a confronto. Per esempio, Dubai oggigiorno persegue quello per cui e’

nata, lo sviluppo totale di ricchezza sfrenata e esibizione nei suoi “palazzi; Berlino al contrario

sembra accettare una possibilita’ forse piu’ materialmente piccola ma non meno importante, infatti

predilige pur sempre i “vuoti”, gli scontri tra le giaciture storiche meno fisicamente impattanti con i

suoi isolati e i grandi complessi che si elevano in altezza (uno dei piu’ recenti si puo’ vedere in

Potsdammer Platz),e poi sopratutto bilanciando con criterio il rapporto tra costruito e non costruito,

forse per quel “monumento”, ricordo che li e’ rimasto, a testimonianza di ferite non solo “storiche”

ma anche nuove, odierne, sotto studio e interpretazione da parte degli architetti di oggi.

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FIG.6
Opere e progetti di Schinkel nel centro di Berlino
Spagnoli, Lorenzo, Berlino XIX- XX secolo, Bologna, Zanichelli, 1993.

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Il Masterplan

La presenza del vuoto urbano nel cuore dell’area berlinese di Moabit, adesso identificabile perlopiu’

come il parco Fritz-schloβ-Park, fornisce un dinamismo alla vitae alla varieta’ urbana dell’ area

stessa.

Il progetto dello stadio posto sul limite del recinto urbano, a cavallo tra vuoto e ferrovia, nasce dal

presupposto di incrementare la tensione della citta’in quel punto, e portare all’interno di essa il

dinamismo esistente, trasformandone cosi’ la sua forma prima da tipico edificio monofunzionale a

vera e propria macchina urbana, che risulta come volonta’ di interpretare tutti i segni piu’ “violenti”

e significativi che scalfiscono il territorio urbanizzato.

L’edificio posto al margine del grande vuoto crea una tensione con gli altri edifici di progetto

cercando di limitare l’urbanizzato esistente all’ interno e all’esterno del parco, formando un

masterplan che mira ad assegnare un’interpretazione, una possibilita’ di architettura basata non

tanto sulla quantita’ ma sulla qualita’, cosi’ come nella ricerca non si ha mai analizzato il dato

funzionale in quanto tale ma come ostacolava il progetto, come si relazionava alle varie esigenze di

progetto.

Introiettando tutte le funzioni pubbliche derivanti da un edificio di questa tipologia all’interno di

esso, lo stadio incorpora la volonta’ di un “unicum” che faccia citta’, che si scontri con piu’

dinamiche allo stesso modo inequivocabilmente, sormontando gli ostacoli funzionali come la

ferrovia, il completamento di un pezzo di citta’ sul vuoto e ammettendo i propri limiti dettati dalla

citta’.

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Lo stadio (macchina urbana) è allineato al gruppo degli edifici ad est delimitando lo spazio verde

interno. La collocazione dell’edificio ha lo scopo di connettere tre strisce separate da “cesoie

urbane”: la strada a quattro corsie di Rathenower Straße e le quattro linee ferroviarie ad alta e bassa

percorrenza . Creando questi collegamenti amplifica il suo ruolo all’interno del tessuto urbano e la

sua funzione.

La giacitura dello stadio e degli altri elementi di progetto (Campus Universitario e torri) nasce dal

sistema ortogonale definito dal parco ex piazza d’armi che governa la citta’consolidata fin’ oltre il

canale Spandau(Berlin-Spandau Ship Canal).

Il Campus unversitario segue primariamente il sistema (dei tracciati) dello spazio pubblico

all’interno dell’isolato, che date le vaste dimensioni si presta come recinto minore rispetto al grande

vuoto, un’interpretazione di fortezza moderna, all’interno della quale la funzione modifica la sua

forma, lasciandolo come anello di congiunzione degli isolati attorno, mentre lascia incompleta

questa logica nella parte che affaccia sull'asse della Perleberger Straß, denotando come il

frammento debba rompere la regola ferrea della costruzione dell’isolato.

Le torri sono poste alla fine della giacitura storica di Moabit e si stagliano a ridosso della collina

all’interno del vuoto urbano, confinadola, dandole rilievo senza invaderla e allo stesso tempo

seguendo l'asse della Birkenstraße.

Direzionalmente conferiscono importanza alla Birkenstraße, l’asse principale nel cuore del quartiere,

sulla quale non mancano i monumenti e le occasioni di rottura, non entrando nello spazio vuoto,

ma fermandosi prima come nuova porta urbana,a scala minore rispetto a quelle incui entrano in

gioco piu’funzioni, come Potsdammerplatz.

Gli edifici, data la loro altezza che supera la collina presente nel parco, si misurano con il costruito

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prettamente residenziale e il non costruito del vuoto mettono in comunicazione il campus

universitario e lo stadio con il centro urbano ad ovest dell’area di progetto. Si assumono quindi il

compito di far emergere dallo scontro tra queste due giaciture la volonta’ del progetto,

continuando una trama ma facendone emergere la sua natura polivalente.

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Lo Stadio

Gli accessi dello stadio sono collocati su tutti e quatro i lati dell’edificio, gli ingressi principali sono :

    1) I sottopassaggi a Est, alla quota di - 6 m.

    2) I varchidi accesso a Ovest collocati tra gli specchi d’acqua al margine del parco, alla quota

         di – 2 m.

FIG.7
Pianta piano terra

La quota del campo è posta a – 6 m, gli spettatori arrivano alla tribuna attraverso gli ingressi alle

quote di – 2 m, 8 m, 13 m e 24 m.

Il varco di emergenza per i mezzi di primo intervento e’ posto all’angolo di sud est delle tribune e al

livello del campo connettendosi poi ai sottopassaggi di ingresso ad est.

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I quattro binari che nascono dalla stazione di Berlin Hbf, corrono inizialmente alla quota di - 12 m

per poi raggiungere quota zero al centro del lato lungo dello stadio. Successivamente i quattro

binari si dividono e raggiungono quote differenti. I due binari ad alta percorrenza che vanno verso

nord-ovest rimangono a quota zero mentre gli altri due binari a bassa percorrenza che corrono

verso nord-est raggiungono la quota di +1 m al limite nord dell’ edificio per poi alzarsi

successivamente.

Il bordo inferiore del parallelipedo sospeso e’ alla quota di 7m per consentire il regolare passaggio

dei treni e dei cavi.

La strada Lehrter Straße che corre sullato est del parco di Fritz-Schloß-Park viene interrata fino alla

quota dei parcheggi posti sotto al campo di gioco alla quota di -15.2m con una pendenza di

20%(min 10%) per poi rialzarsi fino alla quota zero superato il limite nord dello stadio. Gli accessi

riservati ai parcheggi sono posti prima della discesa della strada in modo da consentire un regolare

scorrimento veicolare alla quota interrata.

FIG.8
Sezione schiematica dello stadio

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Funzioni:

-15.2m : Parcheggio (gli autobus : 8 / le macchine : 237), Spogliatoi,Depositi, Pronto soccorso,
        Sala macchine e Cabina elettrica.

-6m : Campo da calcio, Spalti, Negozi, Bar, Bagni, Depositi.

-2m : Spalti e relativi accessi, Negozi, Bar, Bagni, Depositi.

+8m : Spalti e relativi accessi, Sala V.I.P, Press center (lato est), Bar, Bagni,
       Centro commerciale, Museo del calcio e gallerie espositive.

+16m : Spalti, Bar, Bagni, Uffici, Centro commerciale, Museo del calcio e gallerie espositive.

+24m : Spalti erelativi accessi, strada sopraelevata, zona relax.

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Struttura:

Il parallelepipedo sospeso comprende al suo interno tutte le funzioni necessarie alla vita dello

stadio e le funzioni pubbliche quali musei, gallerie, ristoranti, bar, uffici, palestre ecc.. Il volume

quindi racchiude al suo interno tutto il rumore e la dinamicita’ di una citta’ mostrandosi all’esterno

solo attraverso la sua muta struttura.

La forma dell’ edificio nasce dall’ esigenza di alzare il volume per consentire il regolare passaggio

delle linee ferroviarie, il problema, quindi, era quello di creare un unicum strutturale tra setti e parte

pubblicadell’ edificio. Se dal punto di vista funzionale il progetto consiste in un ibrido urbano dal

punto di vista strutturale la volonta’ progettuale mira ad ottenere un unicum architettonico tra

funzione e struttura. Questi due aspetti coincidono nel volume sospeso in quanto l’anello esterno

che comprende tutte le funzioni pubbliche ( fig. 9) serve a distribuire le spinte dei setti inclinati su

tutta la struttura reticolare che circonda l’ intero edificio, risvolta e ne costituisce la copertura che a

sua volta scarica il peso dell’ anello esterno sui setti ( fig 10). I setti in c.a. dello stadio costituiscono

gli unici appoggi a terra dell’ edificio.

Infine: setti, tetto e anello esterno fanno parte di un unica struttura e hanno una dipendenza statica

tra gli uni e gli altri.   Ogni elemento dell’ edificio e’ necessario sia nella sua vita funzionale che nella

sua struttura.

FIG.9
Lo spaccato dello stadio

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FIG.10
La distribuzione delle forze

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BIBLIOGRAFIA

ROSSI A., Architettura della città, Marsiglio, Padova 1966.

ROSSI A., a cura di Bonicalzi R., Scritti scelti sull’architettura e la città, 1956-72,

             Clup, Milano 1975.

BONICALZI,R., La città interrotta,    Renoedizioni, 2010

SPAGNOLI, L., Berlino XIX- XX secolo,      Bologna,    Zanichelli, 1993.

HILBERSEIMER L., Un’idea di piano, Marsilio, Padova 1970.

GRASSI G., La costruzione logica dell ‘architettura, Marsilio, Padova 1967.

PEZZA V., Disegno storico e progetto contemporaneo, in “Polveri Urbane”,

           Meltemi, Roma 2003.

A.LOOS Parole nel vuoto, Adelphi, 1972

E. KAUFMANN Da Ledoux a Le Corbusier, Gabriele Mazzotta, 1933

H. TESSENOW      Osservazioni elementari sul costruire, Franco Angeli, 1916

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