Beltramini respinge le accuse e chiarisce

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Beltramini respinge le accuse e chiarisce
19 Aprile 2020 -

Beltramini respinge le accuse e…
chiarisce

LIVORNO – Paolo Beltramini titolare dell’azienda internazionale
Friultrasporti, affiancato dall’avv. Sergio Russo del Foro di Livorno ha
organizzato una conferenza stampa dopo che, a far data dal 14 Giugno scorso,
non è più sottosposto alla misura degoli arresti domicilairi. L’incontro con
la stampa per chiarire alcuni aspetti mediatici della vicenda che lo ha visto
coinvolto fin dallo scorso Aprile con l’accusa di frode fiscale, e indagini
ancor in corso.

“Noi, che in questa sede parliamo per la società Friultrasporti Industriali

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srl, ha esordito l’avvocato Russo, intendiamo anzitutto confermare la piena
fiducia nell’operato degli inquirenti e degli organi giudicanti, così come
esprimere l’apprezzamento, anche come cittadini, dell’opera quotidiana della
Guardia di Finanza nell’interesse del paese. Ciò nonostante la circostanza
che il fenomeno dell’evasione è esteso e multiforme nel nostro paese rischia
di indurre, nell’opinione pubblica, improprie generalizzazioni che oggi è
nostra volontà fugare con riferimento a quanto ci ha coinvolto, anche al
contributo ci daranno gli organi di informazione.

In questo senso riteniamo non opportuno, per rispetto dell’attività di
indagine e del segreto istruttorio, entrare nel merito delle accuse se non
per aspetti marginali e concernenti dati obiettivi. Riteniamo comunque
doveroso precisare alcuni punti fondamentali: in primo luogo che la
Friultrasporti Industriali è totalmente estranea all’indagine e non è stata
destinataria di alcuna misura, dato che l’indagine riguarda esclusivamente la
società Eurospedi. D’altronde non sarebbe stato nemmeno possibile, da un
punto di vista strutturale, dato che l’accusa concerne fatturazioni per
trasporti verso territori extra-comunitari, quando la Friultrasporti è
dedicata al solo mercato intra-comunitario.

Quanto sopra non deve minimamente suonare come presa di distanza dalla
Eurospedi né, soprattutto, dalla persona di Luca Digiambattista, alla cui
figura continuiamo ad essere legati da stima e fiducia totali e la cui
posizione siamo sicuri che sarà chiarita, al pari di quella di Paolo
Beltramini. Anzi in questa sede ci preme esprimere vivo apprezzamento per la
sensibilità dimostrata dallo stesso nel dimettersi da ogni carica sociale.

Si tratta, ha proseguito l’avvocato Russo, di fare chiarezza su un aspetto
che è tutt’altro che secondario ed ha la sua valenza nell’ambito commerciale.
Parimenti ed in secondo luogo teniamo a precisare gli esatti termini
dimensionali della vicenda.
In questo senso il reiterato riferimento alla cifra di oltre 40 milioni,
apparsa a più riprese sugli organi di stampa, è del tutto deviante dato che
in realtà quanto contestato ad Eurospedi è somma sideralmente distante da
quella. Va precisato tra l’altro non è stato ancora notificato ad Eurospedi
alcun verbale di constatazione ed è dato di comune esperienza che,
nell’ulteriore sviluppo dell’accertamento tributario anche nella fase
contenziosa, le pretese erariali vengono spesso drasticamente ridimensionate.

In ogni caso, ribadita fermamente la nostra assoluta innocenza, la nostra

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convinzione è che comunque, al netto di una diversa interpretazione su
consistenza e rimborsabilità di un credito Iva, i termini del problema siano
al massimo nei termini di poche centinaia di migliaia di euro.

Su questo non vogliamo essere fraintesi dato che, in una fase della vita di
questo paese ove moltissime famiglie vivono difficoltà economiche serissime,
non sarebbe etico minimizzare una evasione fiscale di qualunque entità essa
sia (pur noi ribadendo la nostra assoluta innocenza).

Ci appelliamo però al senso di responsabilità di ognuno dato che si prospetta
un serio problema di allarme sociale. Infatti indurre nei terzi la sensazione
che il nostro gruppo sia coinvolto in un giro di evasione per decine di
milioni di euro, ha continuato Russo, può esasperare, indebitamente, l’animo
di coloro che hanno da decenni rapporti commerciali con noi. A cosa potremmo
tardivamente attribuire un gesto, inconsulto ma comprensibile, di un piccolo
trasportatore che, dovendo riscuotere poche migliaia di euro essenziali per
la sua attività ed il mantenimento dell’occupazione, sia stato indotto a
pensare che il nostro gruppo abbia lucrato indebitamente milioni e milioni,
quando la realtà è totalmente diversa nella stessa prospettazione degli
inquirenti?.

Da un altro punto di vista ci preme parimenti far presente che la
Friultrasporti, dopo l’iniziale comprensibile smarrimento, ha ripreso la
propria attività essendo rimasta salda nel proprio management e lo stesso
ceto bancario, dopo una prima fase di cautela, è tornato ad assicurare la
fiducia, sul piano degli affidamenti, di sempre.

Non ostante questo la ricaduta commerciale è stata più che considerevole e
vorremmo sottolineare che ciò, oltre ad avere importanti riflessi
sull’occupazione, determinerà per il futuro importanti ridimensionamenti del
fatturato con inevitabili abbattimenti del considerevole flusso di imposte
che la società ha versato negli anni passati, per una media di 4 milioni di
euro per esercizio. Di quanto sopra, ha concluso Russo, non possiamo
considerare responsabile nessuno (il diritto ed il dovere di indagare ed
informare sono sacrosanti) ma preghiamo tutti di tenere nella dovuta
considerazione, d’ora in avanti, questi aspetti nella diffusione di notizie e
dati”.

Paolo Beltramini dal canto suo, ha voluto ripercorrere (con orgoglio) la
storia imprenditoriale della sua famiglia, sottolineando che sono arrivati ad

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avere, con l’indotto, fino a 150 dipendenti e un fatturato quinquennale di
220 milioni di euro: ”Ecco perchè, la cifra contestata è minima rispetto ad
un fatturato di spessore come quello accenanto”

Friultrasporti in ascesa nella
logistica italiana

LIVORNO – «A Livorno non si sa mai nulla»! Questa l’affermazione finale di
Paolo Beltramini (nella foto), presidente ed amministratore delegato di
Friultrasporti, una delle realtà in ascesa del trasporto italiano, fatta al
termine di una nostra intervista in cui oltre che a parlare di questioni
nazionali si è soffermato su aspetti propri della sua città. Proprio da
questi ultimi partiamo.
«Livorno è la città dove sono nato, dove vivo, a cui sono legato anche se il
mio lavoro mi porta spesso fuori. Oggi sono uno dei soci di questo gruppo i
cui interessi sono prevalentemente allocati in altri contesti. Nel 2010 il
quotidiano locale, “Il Tirreno”, mi fece una intervista che suscitò scalpore.
In quell’occasione dissi: “Livorno si svegli o ce ne andiamo”! Citai allora
proprio la famiglia Grimaldi che, a determinate condizioni, era propensa ad
investire nel porto di Livorno. Suscitò scalpore quell’intervista. Mi
chiamarono tutti, dal sindaco al presidente della Provincia, chiedendo: “Ma
perché? “, “Ma per come? “. Quello che mi fa piacere oggi è che aver
suscitato questo scalpore ha evidentemente stimolato determinate istituzioni
a far meglio. Oggi la famiglia Grimaldi è proprietaria del terminal
“Sintermar”. Scala Livorno, inclusi i collegamenti con la Sardegna, con 2.500
navi/anno e forse il dato potrà aumentare. Quindi quello che rimprovero alla
mia città è che non si accettino determinate critiche che poi i fatti
dimostrano essere critiche costruttive, dimostrano essere un fattore
migliorativo».
Per Beltramini «quello che “Il Tirreno”, che i media trascurano è il rapporto
tra imprenditori e cittadini. Io ho avuto la fortuna di essere stato socio
della famiglia Palumbo, di essere stato socio di Rodolfo Cagliata, di essere
stato socio del dottor Bortolussi, che oggi è proprietario della Mar-Ter

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Neri, e di altri importanti personaggi (oggi sono socio anche di
“Trailerservice” con Antonio Maneschi). Tutti, come me, rilevano che a
Livorno manca questo rapporto, questa comunicazione, la possibilità di far
conoscere meglio ciò che un imprenditore sta facendo. C’è scarsa conoscenza
da parte del cittadino. Io vengo dal Friuli dove c’è una comunicazione
costante. L’imprenditore è visto come una persona che crea lavoro e creando
lavoro migliora la qualità di vita dei cittadini. Allora il cittadino è
interessato a sapere cosa fa l’imprenditore».
Prendendo la palla al balzo andiamo a spiegare che cos’è Friultrasporti,
facendoci proprio aiutare la suo “numero uno”.
«Friultrasporti Industriali è uno dei gruppi precursori dell’ intermodalità
in Italia. Oggi la sua attività è molto focalizzata sul trasporto intermodale
oltre chiaramente ad avere una flotta di automezzi che consegnano la merce
attraverso un percorso tutto via strada. Ha sedi a Milano, a Udine, a Genova,
a Piombino e in Spagna, a Tarragona e Valencia. Ad oggi è posizionata tra le
prime quindici società di trasporto in Italia. Tra le merceologie che tratta
troviamo in particolare “il chimico”. Ha tutte le autorizzazioni al trasporto
di merci pericolose secondo lo standard “Adr”: dagli esplosivi che sono in
classe 1 fino alla 9 che sono i rifiuti tossici. Occupa circa 120 dipendenti
diretti più 160 nell’indotto».
Presidente Beltramini, Lei ha parlato di servizi intermodali. Si riferisce
solo al via mare, come le “Autostrade del mare”, o anche via treno?
«Oggi nell’ intermodale un servizio sicuro e trasversale viene garantito
solamente dal mare. Quindi o che si chiami “short sea” o che si chiami
“Autostrade del mare”, oggi abbiamo la fortuna, noi in Italia, di avere dei
servizi che coprono tanti mercati, dal Portogallo alla Turchia, dalla Grecia
alla Spagna, all’Italia, dalla Spagna al Nord Europa. Possiamo coprire una
tratta come Lisbona – Istanbul percorrendo su strada, via gomma, solamente
600 / 700 chilometri. La nostra attività, quando parliamo di intermodale, è
focalizzata sul traffico marittimo.
Poi, certamente, per essere competitivi sul mercato non possiamo trascurare
il fatto che talvolta c’è anche la necessità del “via treno”. Ma questo è un
traffico che riguarda una parte limitata dell’ Europa e cioè i traffici dal
Nord Italia verso Germania, Francia e in maniera più modesta verso l’
Inghilterra. Tutto il resto è ben coperto, come dicevo prima, dai servizi
marittimi. In questo settore abbiamo iniziato ad operare nel 1989 e quindi
oggi sono trascorsi 17 anni dal primo imbarco di un nostro semirimorchio su
una nave. Ricordo la mia perplessità, lì a banchina, quando vidi imbarcare il
nostro primo mezzo. Era come si suol dire “nuovo di pacca” e mi chiesi:

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“chissà come arriverà a Valencia”? Abbiamo proseguito e aumentato l’utilizzo
di questa modalità. Nel 2015 la Friultrasporti è stata premiata a Parigi come
miglior azienda europea per i risultati raggiunti nella riduzione di CO2
utilizzando proprio le Autostrade del mare».
Friultrasporti ha una importante flotta di autoarticolati, di semirimorchi.
Possiamo dare delle cifre? Quali nuovi investimenti avete fatto?
«Oggi gli automezzi sono circa 800, di cui 250 cisterne per il trasporto
alimentare e 550 divisi tra trasporto convenzionale e contenitori. Poi come
sapete abbiamo anche diversificato un po’ i nostri business con
l’acquisizione a Livorno del Reefer Terminal e della società Intercontainers.
Al Reefer Terminal facciamo logistica della frutta e speriamo poi di poter
fare logistica integrata, una logistica “intelligente”, una volta che sarà
completata la ristrutturazione di Intercontainers. Diciamo che il nostro
Gruppo, che io ho la fortuna di presiedere, ha cercato, cerca e cercherà
sempre di andare incontro alle esigenze del cliente ma anche di diversificare
il portafoglio nelle varie tipologie dei servizi legati all’ industria».
Un’ ultima domanda, per concludere, diciamo legata all’attualità. La sua
società fa parte insieme ad altre strutture nazionali, quali il Gruppo
Grimaldi per esempio, della “Alis”. Perché è nata “Alis”?
«La sua nascita ha sollevato delle polemiche: Uggè contro Grimaldi,
Conftrasporto contro Guido Grimaldi, e poi ancora verso il direttore generale
Marcello Di Caterina che è un ex deputato. Devo dire che mi dispiace un po’
tutto questo. “Alis” è una associazione nata su iniziativa di 40 aziende del
settore trasporto e di cui fa parte anche la più grande azienda di trasporto
italiana.
Non faccio il nome perché per adesso rimane abbastanza defilata. Posso però
dire che Friultrasporti ne fa parte. Mi prendo io questa responsabilità.
“Alis” è una associazione nata con il supporto di queste quaranta aziende di
trasporto, nata per farsi ascoltare, per portare all’attenzione delle nostre
istituzioni problemi reali, concreti. Tramite altre associazioni non sempre
siamo riusciti a farlo. Perché? Perché magari non è così stretto il rapporto
tra la dirigenza delle associazioni e i problemi reali delle aziende di
trasporto e di logistica. Noi pensiamo che invece la nostra associazione
possa aiutare, in modo più concreto e anche in modo più celere, a
rappresentare le istanze delle aziende che la compongono. “Alis” è aperta a
tutte le imprese che ne vorranno far parte e che arrivando oggi potranno
aderirvi come un normale associato e non ovviamente come socio fondatore. I
soci fondatori sono le 40 aziende di cui dicevo prima, ma ad esse possono
aggregarsi altre imprese come soci normali.

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Per la nascita di “Alis” mi sento di ringraziare il dottor Guido Grimaldi che
ha messo a disposizione le sue strutture a Roma, ha messo a disposizione le
sue competenze, ha fatto sì che di “Alis” facessero parte le sue 175 navi. Le
40 aziende che l’hanno fondata sono le 40 aziende più grandi in Italia. Il
loro parco veicolare e il numero degli addetti, nel loro complesso,
costituiscono una realtà di assoluto rilievo.
Devo anche aggiungere che la famiglia Grimaldi è stata quella che per prima,
che fin dall’ inizio, ha creduto tantissimo nelle Autostrade del mare e ha
continuato ad investire anche nei momenti in cui il mercato non la premiava.
Altri armatori, al contrario, si sono ritirati in poco tempo. Questo è stato
un danno enorme sia per noi caricatori, per noi aziende di trasporto, che per
i nostri clienti. Affidarsi ad una certa modalità di trasporto, by-passando i
problemi degli scioperi, degli intasamenti stradali, la carenza di
infrastrutture, e poi, dalla mattina alla sera, trovarsi con le merci a terra
non è stato un fatto certamente positivo. Quindi mi dispiace sentire che
Grimaldi sia a volte attaccato.
Io conosco bene la loro famiglia e devo dire che grazie a loro oggi l’Italia
ha un competitività altissima nella modalità dello short sea. Una modalità
nella quale la Commisisone europea ha preso come “best practices”, l’ecobonus
che è stato gestito da sempre dalla società pubblica “Ram”, Rete Autostrade
Mediterranee. Questo vuol dire che ogni tanto in Italia le cose sappiamo
farle bene».

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