Assicurazione invalidità - fatti e cifre 2017: Stabile il numero delle nuove rendite, proseguono l'integrazione professionale e la lotta agli ...
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Assicurazione invalidità - fatti e cifre 2017: Stabile il numero delle nuove rendite, proseguono l’integrazione professionale e la lotta agli abusi Berna, 14.05.2018 - Nel 2017, il numero delle nuove rendite AI si è attestato a 14 700 unità ponderate, un dato che rispecchia l’andamento del volume degli anni precedenti. I provvedimenti d’integrazione professionale eseguiti sono ancora aumentati. Prosegue infine la lotta agli abusi assicurativi, da agosto 2017 senza osservazioni. Nel 2017 sono state versate 14 700 nuove rendite ponderate dell’AI (in Svizzera e all’estero). Dal 2003, anno del picco di 28 200 nuove rendite ponderate, il numero di queste ultime è diminuito del 48 per cento per poi svilupparsi in modo stabile dal 2012. Nel gennaio 2018 si registravano 217 200 rendite correnti, il che corrisponde a un ulteriore calo di 1900 rendite ponderate rispetto all’anno precedente (-1 %); rispetto al livello record segnato nel gennaio 2006, la diminuzione è del 16 per cento. Risultati del monitoraggio dell’integrazione professionale Se dal 2003 al 2012 il numero delle nuove rendite si è dimezzato, dal 2008 l’AI attua ogni anno un numero molto più elevato di provvedimenti d’integrazione professionale (+2 % dal 2016 al 2017). L’anno scorso sono state 40 800 le persone a beneficiare di tali provvedimenti. Questi dati riflettono la fondamentale reimpostazione dell’AI, che da un’assicurazione di rendite si è trasformata in un’assicurazione finalizzata all’integrazione. Grazie al monitoraggio dell’integrazione professionale si può determinare sull’arco di più anni il percorso degli assicurati che hanno beneficiato di determinati provvedimenti d’integrazione per quanto concerne l’attività lucrativa, il reddito conseguito e il ricorso a prestazioni dell’AI, dell’assicurazione contro la disoccupazione o dell’aiuto sociale. Questo permetterà di trarre conclusioni sull’efficacia dei provvedimenti d’integrazione professionale, anche se non si tratta di una valutazione ampia e definitiva. Lotta agli abusi assicurativi Nel 2017 l’AI ha concluso 2130 indagini per sospetto abuso assicurativo. In 630 casi i sospetti si sono rivelati fondati e l’assicurazione ha quindi ridotto o sospeso le rendite correnti oppure rifiutato l’assegnazione di rendite. Questo ha permesso risparmi complessivi per circa 178 milioni di franchi, a fronte di spese pari a circa 8 milioni. Attualmente è in corso la rielaborazione delle basi legali allo svolgimento di osservazioni. Nella sessione primaverile 2018, il Parlamento ha adottato una nuova base legale che troverebbe applicazione
nell’ambito delle assicurazioni infortuni, invalidità, malattie e disoccupazione nonché dell’AVS e delle prestazioni complementari. Contro questo progetto di legge è stato lanciato un referendum. Indirizzo cui rivolgere domande Settore Comunicazione UFAS tel. +41 58 462 77 11 kommunikation@bsv.admin.ch Pubblicato da Ufficio federale delle assicurazioni sociali http://www.ufas.admin.ch Dipartimento federale dell'interno http://www.edi.admin.ch
Dipartimento federale dell’interno DFI Ufficio federale delle assicurazioni sociali UFAS Scheda informativa DE / FR Il numero delle nuove rendite AI rimane stabile Contesto: Assicurazione invalidità: fatti e cifre 2017 Data: 14 maggio 2018 Nel 2017 sono state percepite 14 700 rendite ponderate dell’AI (in Svizzera e all’estero). Dal 2003, anno del picco di 28 200 nuove rendite ponderate, il numero delle nuove rendite è diminuito del 48 per cento e dal 2012 si è sviluppato in modo stabile. Nel gennaio 2018 si registravano 217 200 rendite correnti, il che corrisponde a un ulteriore calo di 1900 rendite ponderate rispetto all’anno precedente e del 16 per cento rispetto al livello record segnato nel gennaio 2006. Nuove rendite Il numero delle nuove rendite ponderate si sviluppa in modo stabile dal 2012 Nel 2017 sono state percepite 14 700 rendite ponderate (in Svizzera e all’estero; per la ponderazione, dal punto di vista dei costi, le rendite intere contano 1, i tre quarti di rendita 0,75, le mezze rendite 0,5 e i quarti di rendita 0,25). Il numero delle nuove rendite è dunque sceso del 48 per cento dal 2003 (anno record con 28 200 unità) e si è sviluppato in modo stabile dal 2012. Rendite correnti L’effettivo delle rendite ponderate continua a diminuire Nel 2017 il numero delle rendite correnti (in Svizzera e all’estero) ha registrato un ulteriore calo dell’1 per cento (1900 unità), passando a 217 200 unità. Tra il gennaio 2002 e il gennaio 2006 l’effettivo delle rendite era passato da 220 400 a 257 500 unità. Questo incremento era in parte riconducibile all’innalzamento di un anno dell’età di pensionamento AVS per le donne, nel 2004, in seguito al quale meno beneficiarie di rendite AI sono diventate beneficiarie di rendite AVS. Dal 2007, invece, l’effettivo delle rendite è in calo costante. Tra il gennaio 2006 e il gennaio 2018 le rendite ponderate sono diminuite di 40 300 unità (-15,7 %). Dal 2004, grazie alla 4a revisione AI e alla creazione dei servizi medici regionali, la quota delle nuove rendite è in continua diminuzione. La 5 a revisione AI ha ancora accentuato questo calo, contribuendo sostanzialmente alla riduzione del deficit annuo dell’AI, passato da 1,7 miliardi di franchi (record del 2005) a circa 1 miliardo nel 2010. Nel periodo 2011–2017 il deficit è stato compensato da un finanziamento aggiuntivo di circa un miliardo di franchi derivante dall’innalzamento dell’imposta sul valore aggiunto. Al termine del finanziamento aggiuntivo – ossia a partire dal 2018 – l’AI dovrà presentare costantemente conti equilibrati e, a lungo termine, estinguere il suo debito nei confronti del Fondo AVS. Nel 2018 l’AI registrerà ancora le ultime entrate provenienti dall’IVA, dovute ai relativi proventi per il 2017, che l’amministrazione fiscale potrà conteggiare solo nel 2018. Il primo anno d’esercizio in cui l’AI presenterà i propri conti in assenza completa di introiti IVA sarà quindi il 2019. Le prospettive finanziarie dell’AI aggiornate fino al 2035 saranno pubblicate nel mese di giugno. 1/2
Versioni del documento in altre lingue: Version française : « Le nombre de nouvelles rentes AI demeure stable » Deutsche Version: «Anzahl IV-Neurenten weiterhin stabil» Contatto Ufficio federale delle assicurazioni sociali UFAS Comunicazione Settore Dati di base e analisi +41 58 462 77 11 + 41 58 462 91 02 kommunikation@bsv.admin.ch mailto:sekretariat.MASS@bsv.admin.ch 2/2
Dipartimento federale dell’interno DFI Ufficio federale delle assicurazioni sociali UFAS Scheda informativa DE / FR Evoluzione nell’integrazione professionale Contesto: Assicurazione invalidità: fatti e cifre 2017 Data: 14 maggio 2018 In particolare con la 5a revisione AI (entrata in vigore nel 2008) e il primo pacchetto di misure della 6a revisione AI (revisione AI 6a, entrata in vigore nel 2012), l’AI ha ulteriormente ampliato in modo mirato i propri strumenti per l’integrazione professionale. L’assicurazione sfrutta intensamente questo potenziale e dal 2008 attua un numero sempre più elevato di provvedimenti d’integrazione. Questo rapporto presenta le cifre più recenti al riguardo come pure una serie di risultati del monitoraggio dell’integrazione professionale e spiega i concetti principali relativi a quest’ultima. Evoluzione dei Ulteriore aumento del numero di provvedimenti d’integrazione professionale attuati provvedimenti Nel 2017 il numero delle persone che hanno usufruito di un provvedimento d’integrazione d’integrazione professionale professionale dell’AI è cresciuto del 2 per cento rispetto all’anno precedente. Su un totale di 40 800 persone, la stragrande maggioranza, ossia 27 500 assicurati, ha beneficiato di provvedimenti professionali (in particolare, prime formazioni professionali e riformazioni professionali), 11 000 persone hanno beneficiato di provvedimenti d’intervento tempestivo e 5800 di provvedimenti di reinserimento per preparare all’integrazione professionale. Beneficiari di provvedimenti d’integrazione professionale 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 Provvedimenti d’integrazione 18’200 22’100 25’300 27’600 30’300 33’700 36’600 38’300 39’800 40’800 professionale (totale) Provvedimenti 1’200 3’600 5’100 5’900 7’600 8’900 10’200 10’800 10’800 11’000 d’intervento tempestivo Provvedimenti di 500 1’500 2’000 2’400 3’100 4’100 4’700 5’000 5’600 5’800 reinserimento Provvedimenti 16’700 17’800 19’300 20’700 21’600 23’200 24’800 25’700 26’900 27’500 professionali Fonte: registro delle fatture rimborsate. Tutti i valori sono arrotondati. Dato che nello stesso anno un assicurato può partecipare a più di un provvedimento (p. es. provvedimento di reinserimento e provvedimento professionale), il numero di beneficiari di provvedimenti d’integrazione professionale è inferiore alla somma delle persone sottoposte ai tre singoli provvedimenti. Il crescente numero di persone che hanno partecipato a provvedimenti d’integrazione professionale è una conferma del fatto che negli ultimi dieci anni l’AI ha puntato in modo mirato al rafforzamento dell’integrazione. Il recente aumento è meno importante di quello registrato negli ultimi anni. È probabile che questa tendenza prosegua in modo simile anche in futuro. Per «orientamento all’integrazione» nell’AI s’intende che l’assicurato riceve consulenza e accompagnamento in funzione del suo diritto alle prestazioni, del suo stato di salute nonché 1/8
delle sue risorse professionali e sociali e che l’accresciuto ventaglio di misure di sostegno viene impiegato in modo adeguato alle esigenze del caso per creare o migliorare le opportunità d’integrazione professionale conformemente al principio «priorità dell’integrazione sulla rendita». Investendo maggiormente nell’attività d’integrazione, l’AI intende garantire, da un lato, la permanenza degli assicurati nel processo lavorativo e, dall’altro, migliori opportunità occupazionali per le persone escluse dal mercato del lavoro. Di regola il processo d’integrazione ha uno svolgimento non lineare. Esso varia a seconda del tipo e dell’intensità del danno alla salute e dipende dalla situazione individuale di ogni assicurato e dal suo ambiente. Questi fattori devono essere considerati, sebbene spesso non siano influenzabili dall’AI. L’AI promuove inoltre attivamente i contatti con gli altri attori coinvolti, dati i limiti impostegli in alcuni casi dalle sue competenze legali. Monitoraggio Obiettivi e provvedimenti dell’integrazione professionale dell’integrazione L’assicurazione invalidità ha il mandato legale di ripristinare, mantenere o migliorare la professionale capacità al guadagno delle persone che a causa di problemi di salute sono divenute incapaci al lavoro o rischiano l’esclusione dal mondo del lavoro. A tal fine, l’AI può sostenere gli assicurati con provvedimenti d’intervento tempestivo e provvedimenti d’integrazione orientati alla situazione individuale. La Conferenza degli uffici AI (CUAI) rileva e pubblica annualmente il numero di persone che sono riuscite a mantenere il loro posto o a trovarne uno nuovo grazie al sostegno dei datori di lavoro e degli uffici AI cantonali. Questi dati rappresentano un’istantanea del momento in cui l’AI ha chiuso la procedura d’integrazione, ma non dicono nulla sulle reali possibilità di queste persone di continuare a esercitare un’attività lucrativa nel lungo periodo. I dati disponibili permettono all’AI di sapere solo in misura limitata se dopo la chiusura del loro "caso" gli assicurati integrati nel mercato del lavoro rimangano effettivamente tali a medio termine. Per migliorare la situazione, l’UFAS ha allestito il Monitoraggio dell’integrazione professionale. La situazione occupazionale e l’ammontare del reddito degli assicurati integrati permettono di trarre conclusioni sullo stato della loro integrazione professionale negli anni successivi alla conclusione dell’ultimo provvedimento dell’AI. Il monitoraggio permette anche di stabilire la quota degli assicurati che nel corso di questo periodo hanno ricevuto una rendita AI, indennità dell’assicurazione contro la disoccupazione o prestazioni dell’aiuto sociale. Base di dati Il monitoraggio si basa sui dati dei singoli assicurati tratti dai registri centrali dell’AI, collegati con quelli dei conti individuali dell’AVS e poi analizzati in forma anonimizzata. I conti individuali, vale a dire i conti degli assicurati nel 1° pilastro in cui vengono contabilizzati i redditi soggetti all’obbligo contributivo, permettono di risalire ai redditi delle singole persone. Procedendo ad analisi statistiche è così possibile stabilire se in un determinato anno gli assicurati abbiano svolto un’attività lucrativa o siano stati disoccupati, quale reddito abbiano percepito e se abbiano beneficiato di una rendita (intera o meno). Il monitoraggio, messo a punto durante gli ultimi tre anni, fornisce sì alcune indicazioni sull’efficacia dei provvedimenti d’integrazione professionale, ma anche i suoi risultati non permettono di valutare né ampiamente né definitivamente in che misura i provvedimenti d’integrazione abbiano contribuito all’integrazione professionale duratura degli assicurati. I dati del monitoraggio non consentono infatti di dimostrare scientificamente un chiaro nesso di causalità diretta tra i provvedimenti d’integrazione professionale e il successo dell’integrazione. Ciò è dovuto in particolare al fatto che in questo contesto rivestono un ruolo importante anche fattori esterni all’AI (p. es. situazione del mercato del lavoro, età, competenze linguistiche ecc.) sui quali i dati del monitoraggio non possono fornire informazioni. 2/8
Qui di seguito sono presentati alcuni risultati recenti del monitoraggio. Risultati del Situazione dell’attività lucrativa e della rendita un anno dopo la conclusione dei monitoraggio provvedimenti Il grafico 1 mostra il numero di persone che hanno concluso un provvedimento d’intervento tempestivo, provvedimenti di reinserimento o (in caso di concessione di più provvedimenti) il loro ultimo provvedimento professionale dell’AI nel corso del 2015. I vari percorsi d’integrazione (con un solo provvedimento oppure più provvedimenti consecutivi) sono stati suddivisi in cinque gruppi. Per l’attribuzione a uno dei gruppi è stato preso in considerazione il provvedimento più significativo ai fini dell’integrazione. Sono dunque stati definiti i cinque gruppi di percorsi d’integrazione seguenti: 1. IT: solo provvedimenti d’intervento tempestivo 2. PR (con/senza IT): provvedimenti di reinserimento, con o senza precedenti provvedimenti d’intervento tempestivo 3. PFP: prima formazione professionale, con o senza altri provvedimenti precedenti 4. RP: riformazione professionale, con o senza prima altri provvedimenti precedenti (PFP esclusa) 5. Altri PP: altri provvedimenti professionali, con o senza IT e PR Grafica 1: Ripartizione dei provvedimenti accordati Altro; 12% (2047 assicurati) IT; 34% (5901 assicurati) RP; 24% (4111 assicurati) PR; 10% PFP; 20% (1643 assicurati) (3484 assicurati) 3/8
Il grafico 2 mostra la situazione dell’attività lucrativa e della rendita delle persone dei vari gruppi nel 2016, vale a dire un anno dopo la conclusione dell’ultimo provvedimento dell’AI nel 2015.1 I dati disponibili non permettono di distinguere tra i redditi conseguiti nel mercato del lavoro primario e quelli realizzati nel mercato del lavoro secondario (protetto). Tra le persone che nel loro percorso d’integrazione hanno beneficiato esclusivamente di provvedimenti d’intervento tempestivo, nell’anno successivo alla conclusione del provvedimento il 67 per cento esercitava un’attività lucrativa senza percepire alcuna rendita (il 40 % con un reddito superiore a 3000 fr., il 16 % con un reddito compreso tra 1000 e 3000 fr. e l’11 % con un reddito inferiore a 1000 fr.). La concessione di una rendita è stata necessaria solo per l’8 per cento degli assicurati (il 5 % realizzava un reddito in aggiunta alla rendita, intera o meno). I provvedimenti di reinserimento hanno lo scopo di migliorare la resistenza psicofisica e il rendimento di persone non ancora idonee all’integrazione. Dato che in questa situazione iniziale vi sono molte incertezze riguardo a come evolverà la salute, non sorprende che solo il 25 per cento delle persone di questo gruppo – ossia una percentuale ben inferiore a quella degli altri gruppi – abbia esercitato un’attività lucrativa senza beneficiare di una rendita nel corso dell’anno successivo alla conclusione del provvedimento. Il 40 per cento presentava un danno alla salute invalidante conferente il diritto a una rendita d’invalidità (il 15 % conseguiva al contempo un reddito da attività lucrativa). Nell’anno successivo alla conclusione di una prima formazione professionale il 44 per cento dei beneficiari esercitava un’attività lucrativa senza rendita (il 14 % con un reddito mensile superiore a 3000 fr.). Poiché una parte considerevole dei giovani adulti di questo gruppo soffre di un danno alla salute da medio a grave (spesso sin dalla nascita) la quota dei beneficiari di rendita (36%) è risultata più elevata che in altri gruppi. Ciononostante, quasi tre quarti di questi beneficiari di rendita (pari al 26 % del gruppo) svolgevano un’attività lucrativa e conseguivano un reddito. Nel gruppo delle persone che hanno partecipato a una riformazione professionale, la capacità al guadagno ha potuto essere pienamente ripristinata (senza rendita AI) nell’80 per cento dei casi. Ben due terzi di queste persone (56 %) sono riuscite a reinserirsi professionalmente dopo la conclusione del provvedimento e svolgevano un’attività lucrativa nell’anno successivo alla conclusione della riformazione professionale. Tra le persone che 1 Le percentuali del grafico sono arrotondate all’unità, ragion per cui la loro somma può scostarsi leggermente dal 100 per cento. Sempre a causa dell’arrotondamento, i dati supplementari presenti nel testo possono a loro volta variare rispetto alle percentuali del grafico. 4/8
conseguono un reddito da attività lucrativa senza rendita, nel 59 per cento dei casi il reddito mensile è superiore a 3000 franchi. Per il 20 per cento degli assicurati di questo gruppo il danno alla salute produce una perdita di guadagno tale da dare diritto a una rendita. Pur percependo una (frazione di) rendita, poco più della metà di queste persone (pari all’11 % del gruppo) ha comunque potuto continuare a realizzare un reddito da attività lucrativa. Se si considerano tutti i gruppi, nel 78 per cento dei casi dopo la conclusione dei provvedimenti è stato possibile mantenere la capacità al guadagno, ossia gli assicurati non presentavano in seguito un’invalidità conferente il diritto a una rendita. Oltre due terzi di queste persone sono riusciti a conseguire (nuovamente) un reddito nell’anno successivo alla conclusione del provvedimento d’integrazione (il 28 % un reddito superiore a 3000 fr. e il 25 % inferiore a questo importo). Nel 22 per cento dei casi, dopo la conclusione del provvedimento d’integrazione non è stato possibile evitare una perdita di guadagno dovuta all’invalidità, il che ha determinato il diritto a una rendita intera o di una frazione di rendita dell’AI (il 13 % conseguiva al contempo un reddito da attività lucrativa). Qui di seguito è descritta l’evoluzione a medio termine della situazione occupazionale delle persone che hanno concluso l’integrazione dell’AI, tenendo conto anche della dipendenza dall’aiuto sociale e delle prestazioni di sostegno dell’assicurazione contro la disoccupazione. Situazione dell’attività lucrativa e della rendita da uno a quattro anni dopo la conclusione dei provvedimenti Per l’analisi dell’evoluzione a medio termine è stato scelto un periodo di osservazione di quattro anni per la coorte di riferimento. Questa coorte comprende tutte le persone che nel 2012 hanno concluso l’ultimo provvedimento d’intervento tempestivo, gli ultimi provvedimenti di reinserimento o l’ultimo provvedimento professionale. La grafica 3 illustra la situazione dell’attività lucrativa e della rendita, la riscossione di indennità di disoccupazione e di prestazioni dell’aiuto sociale nonché il cambio di categoria per «passaggio all’AVS», «decesso» e «causa sconosciuta»*. * Poiché le variabili esaminate non si escludono a vicenda (p. es. attività lucrativa e riscossione di una rendita), la somma delle quote supera il 100 per cento. ** Dato cumulato: decessi nel 1° anno, decessi nel 1° e nel 2° anno ecc. La quota delle persone che dopo la conclusione dei provvedimenti svolgevano un’attività lucrativa ha registrato una leggera diminuzione nel corso dei quattro anni in esame. Come nel caso della riscossione delle rendite, delle indennità giornaliere e delle prestazioni dell’aiuto sociale, questa evoluzione è parzialmente riconducibile a fluttuazioni naturali (passaggi all’AVS, 5/8
decessi), ma anche al fatto che, per vari motivi, non tutte le integrazioni riuscite nel mercato del lavoro sono durature a medio termine. L’UFAS ritiene che la maggior parte dei lavoratori rappresentati nel grafico abbia esercitato ininterrottamente un’attività lucrativa e che i casi di persone che hanno riscosso temporaneamente indennità di disoccupazione o prestazioni dell’aiuto sociale non rappresentino la regola. L’evoluzione della quota di beneficiari di rendita AI non sorprende: essa aumenta leggermente nel corso del periodo di osservazione e raggiunge il 34 per cento quattro anni dopo la conclusione dei provvedimenti. Questa evoluzione dipende in parte dal fatto che nei casi complessi, dopo la conclusione dei provvedimenti d’integrazione l’AI necessita di un certo tempo prima di poter prendere una decisione in materia di rendita. La quota dei beneficiari di indennità di disoccupazione diminuisce nettamente nel 1° e nel 2° anno dopo la conclusione dell’integrazione, il che si spiega, da un lato, con la ripresa dell’attività lucrativa e, dall’altro, con la durata limitata e il conseguente esaurimento del diritto alle indennità di disoccupazione. Le persone che hanno esaurito questo diritto, possono beneficiare di prestazioni dell’aiuto sociale, se a causa della loro situazione finanziaria adempiono le condizioni previste a tal fine. Anche la quota dell’aiuto sociale diminuisce col tempo. Per quanto concerne il versamento delle rendite, l’aiuto sociale ha l’obbligo di anticipare le prestazioni, ossia deve anticipare le rendite AI a una parte dei futuri beneficiari di rendita. È inoltre possibile che una parte delle persone in questione riesca in seguito a riprendere l’attività lucrativa. Un’accusa mossa regolarmente all’AI è che sempre più persone scivolino nella dipendenza dall’aiuto sociale a causa della sua prassi più restrittiva. La diminuzione della dipendenza dall’aiuto sociale comprovata nel grafico 3 contraddice palesemente questa supposizione. Come già detto, i risultati del monitoraggio non permettono di definire in modo esaustivo in che misura i provvedimenti d’integrazione eseguiti abbiano contribuito all’integrazione professionale degli assicurati e neppure quanto sia duraturo il loro effetto. Le quote degli assicurati che conseguono un reddito da attività lucrativa (grafico 2) e la diminuzione solo leggera, su livelli elevati, del tasso di attività lucrativa dopo l’integrazione (grafico 3), indicano tuttavia che i provvedimenti d’integrazione dell’AI sono efficaci. Sebbene l’AI non abbia l’incarico legale di provvedere al collocamento degli assicurati nel mercato del lavoro, essa fa tutto il possibile, nei limiti del suo mandato e delle sue competenze, per garantire la riuscita dell’integrazione professionale degli assicurati. A tal fine intensifica anche in modo mirato la collaborazione con altri attori. Il monitoraggio dell’integrazione professionale permette all’AI di acquisire nuove conoscenze sulla situazione degli assicurati dopo la conclusione dei provvedimenti d’integrazione e in particolare sulla loro integrazione nel mercato del lavoro e sulla loro situazione occupazionale. Presso l’UFAS queste conoscenze vengono costantemente utilizzate per l’ulteriore sviluppo e l’ottimizzazione dei provvedimenti d’integrazione professionale esistenti. 6/8
Glossario I provvedimenti d’integrazione professionale dell’AI in breve a) Rilevamento tempestivo Lo scopo del rilevamento tempestivo è di riconoscere il prima possibile i problemi di salute in modo da evitare un’incapacità al lavoro di lunga durata e l’eventuale perdita del posto di lavoro. Le persone interessate possono inviare spontaneamente una comunicazione di rilevamento tempestivo all’ufficio AI del loro Cantone di domicilio. Anche i familiari, il datore di lavoro, i medici curanti, le assicurazioni (assicurazione d’indennità giornaliera in caso di malattia, assicurazione contro gli infortuni, cassa pensioni, assicurazione militare, assicurazione contro la disoccupazione, assicurazione malattie) o l’aiuto sociale possono effettuare una comunicazione in tal senso. In occasione di un colloquio con la persona interessata, l’ufficio AI accerta se sia opportuno procedere a una richiesta di prestazioni AI o se il caso sia di competenza di un altro organo. b) Provvedimenti d’intervento tempestivo La fase d’intervento tempestivo – che prevede parallelamente l’accertamento del diritto alle prestazioni e lo svolgimento di provvedimenti a bassa soglia – consente di adottare misure in modo rapido e senza formalità burocratiche, già prima di richiedere formalmente prestazioni AI. Lo scopo è far sì che una persona possa mantenere il suo posto di lavoro o trovarne uno nuovo all’interno della stessa azienda o di un’altra. In tal modo, la persona resta nel processo lavorativo e conserva la sua struttura della giornata. L’intervento tempestivo prevede principalmente le seguenti possibilità: adeguamento del posto di lavoro, corsi di formazione, collocamento, orientamento professionale, riabilitazione socioprofessionale e provvedimenti d’occupazione. c) Provvedimenti di reinserimento I provvedimenti di reinserimento hanno lo scopo di preparare gli assicurati con problemi psichici o fisici all’integrazione professionale. Vi sono due tipi di provvedimenti di reinserimento: 1. i provvedimenti di riabilitazione socioprofessionale, volti all’adattamento al processo lavorativo, allo stimolo della motivazione a lavorare, alla stabilizzazione della personalità e all’esercizio della socializzazione di base; 2. i provvedimenti d’occupazione transitoria, miranti ad aumentare la capacità lavorativa residua o almeno a mantenerla. d) Provvedimenti professionali Orientamento professionale Gli esperti degli uffici AI offrono orientamento professionale specializzato agli assicurati che a causa di un’invalidità sono limitati per ragioni di salute nella scelta del lavoro e nell’esercizio dell’attività svolta fino a quel momento. Prima formazione professionale Se un giovane con problemi di salute non dispone ancora di una formazione professionale, l’AI si assume le spese aggiuntive che questi deve sostenere a causa della sua invalidità per una prima formazione professionale. Sono considerati tali una formazione professionale di base secondo la legge sulla formazione professionale o una formazione pratica di livello inferiore, la frequentazione di una scuola di maturità, di una scuola specializzata o di una scuola universitaria e la preparazione a un lavoro ausiliario o a un’attività in un laboratorio protetto. Riformazione professionale L’AI si assume i costi per i provvedimenti di riformazione professionale se, a causa dell’invalidità, l’assicurato non è più in grado di esercitare l’attività svolta fino a quel momento o lo è soltanto con grande difficoltà e subisce pertanto una perdita di guadagno notevole. Una volta conclusa la riformazione professionale, idealmente l’assicurato può conseguire un reddito simile a quello precedente. Collocamento Per accompagnare gli assicurati nella ricerca di un lavoro possono essere adottate le misure seguenti: sostegno attivo nella ricerca di un posto di lavoro, provvedimenti volti a mantenere il posto di lavoro, consulenza ai datori di lavoro, lavoro a titolo di prova, assegno per il periodo d’introduzione. 7/8
Reintegrazione dei beneficiari di rendite I beneficiari di una rendita AI hanno diritto a provvedimenti di reintegrazione, se in tal modo la capacità al guadagno può presumibilmente essere migliorata. Successivamente, queste persone possono usufruire dell’accompagnamento di uno specialista dell’ufficio AI per un periodo di tre anni al massimo. Indennità giornaliere Di norma, le indennità giornaliere versate dall’AI sono una prestazione che accompagna i provvedimenti d’integrazione. Esse compensano una perdita di guadagno subita a causa della partecipazione a un provvedimento d’integrazione e assicurano il sostentamento degli assicurati e dei loro familiari nel corso dell’integrazione. Versioni del documento in altre lingue: Version française : « Évolution de la réadaptation professionnelle » Deutsche Version: «Entwicklung in der beruflichen Eingliederung» Contatto Ufficio federale delle assicurazioni sociali UFAS Comunicazione +41 58 462 77 11 kommunikation@bsv.admin.ch 8/8
Dipartimento federale dell’interno DFI Ufficio federale delle assicurazioni sociali UFAS Scheda informativa DE / FR Lotta agli abusi assicurativi nell’AI Contesto: Assicurazione invalidità: fatti e cifre 2017 Data: 14 maggio 2018 Nel 2017 l’AI ha avviato indagini in 1820 casi per sospetto abuso assicurativo e ne ha concluse 2130. In 630 casi in cui i sospetti si sono rivelati fondati, l’assicurazione ha ridotto o sospeso rendite correnti oppure rifiutato l’assegnazione di nuove rendite. Questo ha permesso di evitare il versamento dell’eq0uivalente di 480 rendite intere, con un risparmio complessivo calcolato a circa 178 milioni di franchi, a fronte di spese pari a circa 8 milioni. Bilancio 2017 Lo scorso anno, agli specialisti in materia di abusi degli uffici AI sono stati trasmessi 1820 incarti per ulteriori accertamenti e indagini. A ciò si aggiungono 1950 indagini che a fine 2016 non erano ancora concluse. In totale, nel 2017 erano dunque pendenti 3770 casi di presunto abuso. In 500 casi, gli assicurati sono stati posti sotto sorveglianza. Nel 2017 l’AI è riuscita a chiudere 2130 casi, 210 dei quali dopo un’operazione di sorveglianza. In 630 casi ha potuto dimostrare un abuso assicurativo, in 170 di essi grazie a un mandato di sorveglianza. Grazie a questa rigorosa lotta agli abusi assicurativi (LAA), si eviterà dunque il versamento dell’equivalente di 480 rendite intere. Questo permetterà di risparmiare circa 12 milioni di franchi all’anno per un totale complessivo di 178 milioni di franchi (prendendo come base di calcolo l’importo medio della rendita AI ordinaria e la durata di riscossione fino al raggiungimento dell’età AVS). Per la LAA, nel 2017 l’AI ha speso circa 8 milioni di franchi (6,8 in personale e 1,3 per le operazioni di sorveglianza). Lo sgravio summenzionato non include eventuali risparmi sulle prestazioni complementari all’AI e sulle rendite d’invalidità del secondo pilastro. In 50 casi, gli uffici AI hanno chiesto agli assicurati il rimborso delle prestazioni indebitamente riscosse e in 20 casi hanno sporto denuncia penale. Nell’ottobre del 2016 la Corte europea dei diritti dell’uomo (Corte EDU) ha stabilito che l’assicurazione contro gli infortuni svizzera non dispone di una base legale sufficiente per la sorveglianza nascosta degli assicurati. Nel luglio del 2017, il Tribunale federale è dunque giunto alla conclusione che la sentenza della Corte EDU vale anche per le osservazioni dell’AI1. All’inizio dell’agosto 2017, l’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS) ha quindi dato istruzione agli uffici AI di non ordinare più per il momento nuove osservazioni e di sospendere quelle già in corso. Da allora l’AI non ha più svolto osservazioni. Nella sessione primaverile 2018, il Parlamento ha adottato una nuova base legale che troverebbe applicazione nell’ambito delle assicurazioni infortuni, invalidità, malattie e disoccupazione nonché dell’AVS e delle prestazioni complementari. Contro questo progetto di legge è stato lanciato un referendum. 1 Decisione del 14 luglio 2017 (9C_806/2016). 1/5
Lotta agli abusi assicurativi 2017: panoramica Evoluzione 2013–2017 2017 2016 2015 2014 2013 Totale di cui con Totale di cui con Totale di cui con Totale di cui con Totale di cui con sorveglianza* sorveglianza sorveglianza sorveglianza sorveglianza Pratiche pendenti all’inizio dell’anno 1’950 430 1960 480 1’880 430 1’990 390 2’100 390 Nuove pratiche 1’820 70 1860 120 1’900 130 2’200 150 2’570 120 Pratiche evase 2’130 210 1950 270 1’940 220 2’310 260 2’540 220 Sospetti confermati (n. di casi) 630 170 650 180 540 140 540 140 570 130 Rendite negate, soppresse o ridotte (convertite in rendite intere) 480 160 470 160 410 120 390 120 420 110 Riduzione annua delle uscite (in mio. fr.) 12 4 11.7 4.0 10.0 2.9 9.5 2.9 10.8 2.8 Rendite risparmiate circa circa circa circa circa circa circa circa circa circa (proiezione; in mio. fr.) 178 60 178 60 154 45 144 44 173 45.6 * Per il 2017, l’andamento dei dati statistici sulla lotta agli abusi assicurativi (LAA) nell’AI mostra una riduzione del numero di osservazioni commissionate. Ciò è riconducibile al fatto che nell’agosto del 2017 l’AI ha temporaneamente interrotto le osservazioni in seguito a una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo (Corte EDU). L’impatto di questa interruzione sui risultati della LAA sarà rilevabile solo nel prossimo anno. L’attuale statistica LAA concerne i casi chiusi nel 2017 e dunque anche quelli in cui le osservazioni sono state svolte nel 2016 o entro l’agosto del 2017. 2/5
Cosa s’intende per abuso assicurativo? Definizione In ogni assicurazione, per diversi motivi può succedere che gli assicurati ricevano prestazioni cui in realtà non avrebbero diritto. Non si tratta sempre di una frode in senso giuridico (ragion per cui si utilizza il termine non giuridico di «abuso assicurativo»). Spesso si verificano infatti casi di violazione dell’obbligo di informare (p. es. se l’assicurato consegue un reddito superiore a quello preso in considerazione per il calcolo della rendita o se il suo stato di salute migliora) o di omissione non intenzionale di indicazioni nel quadro dell’accertamento al diritto a prestazioni dell’AI. Un assicurato che cerca in modo intenzionale e criminoso di ottenere prestazioni dell’assicurazione invalidità, senza soddisfare le condizioni di diritto richieste, o che riesce in questo intento, commette invece una frode ai danni dell’assicurazione perseguibile penalmente. Quali esempi tipici si possono menzionare gli atti seguenti: simulare un danno alla salute o un infortunio, fornire informazioni false od omettere indicazioni importanti, minacciare, ricattare o corrompere terzi e falsificare documenti. Reimpostazione della lotta agli abusi assicurativi Origine La 5a revisione LAI, in vigore dal 1° gennaio 2008, ha fornito all’AI la base legale necessaria per mettere sotto sorveglianza le persone sospettate di abuso assicurativo. Questa modifica di legge ha permesso di riorganizzare ed estendere la LAA nell’AI. A tal fine è stata sviluppata una strategia uniforme, che ha iniziato ad essere attuata dagli uffici AI il 1° agosto 2008. In seguito a una sentenza della Corte EDU del 2016 2 l’assicurazione contro gli infortuni, e, in un secondo tempo, anche l’AI hanno dovuto interrompere fino a nuovo ordine le loro osservazioni, poiché i giudici di Strasburgo sono giunti alla conclusione che in Svizzera non vi sono basi legali sufficienti per lo svolgimento di osservazioni da parte degli assicuratori. Il sistema di lotta agli abusi non è stato concepito dall’AI, bensì dal settore assicurativo privato, che vanta un’esperienza pluriennale in quest’ambito. La strategia dell’AI si rifà pertanto agli strumenti e alle procedure delle compagnie di assicurazione private e può essere suddivisa, a grandi linee, nelle quattro fasi seguenti: riconoscimento dei casi sospetti; svolgimento di accertamenti e indagini approfonditi; sorveglianza degli assicurati; adozione di provvedimenti assicurativi e penali. La procedura ordinaria di accertamento dell’AI Procedura Quando riceve una richiesta, l’ufficio AI esamina in primo luogo se sono soddisfatte le ordinaria di condizioni per il diritto a prestazioni AI. A tal fine si procura tutte le informazioni necessarie per accertamento accertare le condizioni di salute dell’assicurato, la sua situazione lavorativa o le attività non remunerate. Specialisti dell’integrazione professionale, del collocamento e dei centri di accertamento, collaboratori competenti e medici dei servizi medici regionali (SMR) partecipano all’accertamento e alla procedura decisionale. Gli uffici AI collaborano inoltre con le altre assicurazioni sociali e private interessate. I medici dei SMR verificano se sono soddisfatte le condizioni mediche per la concessione di prestazioni AI. Se necessario, possono sottoporre gli assicurati a esami medici. Gli uffici AI possono eventualmente chiedere perizie e ulteriori documenti di natura medica a medici specialisti od ordinare esami in un centro di accertamento medico dell’AI. Per valutare meglio la situazione dell’assicurato si può inoltre richiedere un accertamento sul posto. Questo vale in 2 Vukota-Bojić contro la Svizzera, 18 ottobre 2016 (caso n. 61838/10). 3/5
particolare per gli assicurati esercitanti un’attività lucrativa indipendente o attivi parzialmente o interamente nell’economia domestica e per l’esame del diritto agli assegni per grandi invalidi e a taluni mezzi ausiliari. Lotta agli abusi assicurativi nell’AI Lotta agli abusi Quando si accerta il diritto a una rendita in seguito a nuove richieste di prestazioni o si procede nella procedura di alla revisione di rendite correnti versate in Svizzera e all’estero, si verifica sistematicamente se accertamento sussistano indizi di un eventuale abuso. Nel 2017 l’AI ha sottoposto a revisione circa 31 000 rendite e concesso una rendita a circa 17 000 persone. Il numero di abusi comprovati mostra che nella stragrande maggioranza dei casi gli assicurati si comportano correttamente e il loro diritto alle prestazioni è legittimo. Gli uffici AI lottano contro gli abusi assicurativi in modo mirato e organizzato e, mediante personale appositamente formato, svolgono accertamenti approfonditi solo in presenza di indizi di abuso chiaramente rilevabili e sufficientemente gravi (p. es. incongruenze nella documentazione o segnalazioni fornite da altre assicurazioni o da organi di controllo per la lotta contro il lavoro nero). In linea di principio gli uffici AI verificano anche ogni segnalazione di potenziali abusi assicurativi, sia in caso di fonte nota che anonima. Le segnalazioni sono trattate in modo confidenziale e naturalmente viene garantita la protezione dei dati. Questo comporta ad esempio che l’AI non informa sui risultati dell’esame o sulle misure adottate i privati da cui ha ricevuto una segnalazione. Nella maggior parte dei casi le indagini portano a scagionare gli assicurati sospettati e attualmente solo nel 30 per cento delle indagini svolte e concluse l’abuso è stato effettivamente provato. Una lotta rigorosa e coordinata agli abusi assicurativi è indispensabile per evitare la riscossione indebita di prestazioni dell’AI e con il tempo ha un effetto sempre più dissuasivo da non sottovalutare. I cittadini, gli assicurati che versano i contributi e i contribuenti possono così confidare nella corretta esecuzione dell’assicurazione. Nell’ambito delle assicurazioni sociali, la lotta agli abusi assicurativi è un tema che non concerne soltanto l’assicurazione invalidità. Anche altre assicurazioni sociali (p. es. le prestazioni complementari e il secondo pilastro) approfittano infatti sempre più spesso delle esperienze e dei successi dell’AI. Riconoscimento dei casi sospetti Sulla base di incongruenze contenute negli incarti (p. es. dati medici discordanti) o di indicazioni fornite da altre assicurazioni (indennità giornaliera in caso di malattia, assicurazione contro gli infortuni, di responsabilità civile, casse pensioni) o da terzi (organi di controllo per la lotta contro il lavoro nero, popolazione), i collaboratori degli uffici AI sono in grado d’individuare i casi di possibile ricorso abusivo a prestazioni AI, per i quali è necessario un esame più dettagliato. Questo filtro per il riconoscimento dei possibili casi di abuso assicurativo viene applicato per principio per tutti gli accertamenti del diritto a una rendita derivanti da nuove richieste di prestazioni e nelle revisioni delle rendite correnti. Accertamenti e indagini approfonditi Gli uffici AI trasmettono gli incarti sospetti al proprio personale specializzato per ulteriori accertamenti (p. es. raccolta dei dati sui redditi, visite a sorpresa presso gli assicurati, verifiche nell’ambiente sociale, ricerche su Google). Un elemento molto importante della lotta agli abusi assicurativi è la collaborazione dell’AI con altre assicurazioni coinvolte nel caso, come ad esempio l’assicurazione contro gli infortuni, l’assicurazione d’indennità giornaliera in caso di malattia, l’assicurazione di responsabilità civile o la previdenza professionale. Spesso, infatti, questi assicuratori hanno già preso misure contro gli abusi assicurativi o dispongono già di risultati di accertamenti o di prove che possono tornare utili all’AI. 4/5
Se i sospetti si sono rafforzati ma non si è in grado di dimostrare l’abuso assicurativo, si può ricorrere alla misura estrema, che consiste nel mettere sotto sorveglianza l’assicurato per raccogliere le prove necessarie. Provvedimenti assicurativi e penali Se si riesce a dimostrare un abuso ai danni dell’AI, l’ufficio AI sospende il versamento della rendita e chiede, nella misura del possibile, il rimborso delle prestazioni indebitamente riscosse. L’AI in quanto tale non ha tuttavia né il compito né le competenze di accertare truffe o altre fattispecie penali né tantomeno di sanzionarle. A seconda delle infrazioni accertate e provate, in qualità di autorità l’AI deve però sporgere denuncia in caso di presunta frode e quindi attivare le autorità istruttorie penali. Spetta a queste ultime e ai tribunali determinare se una persona sia imputabile per un’infrazione penalmente rilevante alla legge ed eventualmente condannarla. L’esito di tali procedure non è prioritario per l’AI, che spesso non ne è nemmeno a conoscenza. L’assicurazione non può pertanto indicare quanti casi di abuso comprovato ai danni dell’AI siano anche casi di truffa in termini penali. Lotta agli abusi assicurativi all’estero In tutti i casi di nuove richieste di prestazioni nonché di revisione di rendite correnti di assicurati residenti in Svizzera e all’estero si verifica se sussistano possibili casi di abuso assicurativo già nel quadro della procedura di accertamento. Ad oggi, le operazioni di sorveglianza all’estero si sono limitate a quelle condotte qualche anno fa in Kosovo e in Thailandia, Stati che hanno fornito le autorizzazioni necessarie e dove alcuni progetti pilota avevano precedentemente dimostrato la realizzabilità di tali operazioni. Le operazioni di sorveglianza all’estero possono essere effettuate solo nel quadro del diritto internazionale vigente e della legislazione dei Paesi interessati. La base necessaria è fornita da relative disposizioni contenute nelle singole convenzioni di sicurezza sociale. Dall’introduzione della LAA nell’AI, nel quadro dei negoziati contrattuali la Svizzera richiede infatti sempre l’introduzione di una clausola sulla lotta agli abusi applicabile a tutte le assicurazioni sociali. L’obiettivo principale non concerne le osservazioni commissionate dalla Svizzera in un altro Stato, ma è di garantire la reciproca assistenza amministrativa. Sul piano degli accordi e delle ordinanze conclusi con la Comunità europea e i suoi Stati membri non sussistono clausole sulla lotta agli abusi che autorizzino gli assicuratori svizzeri a condurre direttamente osservazioni sugli assicurati. Tuttavia, questi Stati offrono il loro sostegno nella lotta agli abusi assicurativi nel quadro dell’assistenza amministrativa internazionale. La convenzione di sicurezza sociale conclusa con l’Uruguay, in vigore dal 1° aprile 2015, è ad oggi l’unico accordo vigente a contenere una clausola sulla lotta agli abusi. Attualmente negoziati sono stati condotti o sono ancora in corso con Albania, Argentina, Bosnia e Erzegovina, Brasile, Kosovo, Montenegro, Perù, Serbia e Tunisia. Le relative convenzioni non sono ancora entrate in vigore. Versioni del documento in altre lingue: Version française : « Lutte contre les abus dans l’AI » Deutsche Version: «Bekämpfung des Versicherungsmissbrauchs in der IV» Contatto Ufficio federale delle assicurazioni sociali UFAS Comunicazione +41 58 462 77 11 kommunikation@bsv.admin.ch 5/5
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