ASILO NIDO "MARIO TORTELLO" SEZIONE PRIVATA "IL SOLE DEI BIMBI" VIA ALLEGRI 13 - COLLEGNO - PIANO DI LAVORO 2019-2020

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ASILO NIDO "MARIO TORTELLO" SEZIONE PRIVATA "IL SOLE DEI BIMBI" VIA ALLEGRI 13 - COLLEGNO - PIANO DI LAVORO 2019-2020
PIANO DI LAVORO 2019-2020

  ASILO NIDO “MARIO TORTELLO”
SEZIONE PRIVATA “IL SOLE DEI BIMBI”
    VIA ALLEGRI 13 - COLLEGNO
ASILO NIDO "MARIO TORTELLO" SEZIONE PRIVATA "IL SOLE DEI BIMBI" VIA ALLEGRI 13 - COLLEGNO - PIANO DI LAVORO 2019-2020
“Il modo in cui i nostri bambini danno un senso alla
 propria giovane vita non dipende esclusivamente
 dagli eventi che accadono loro, ma anche dal tipo
di reazioni mostrate dai genitori, dagli insegnanti e
       dalle altre persone che li accudiscono”
                       D. Siegel

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PREMESSA

Il piano di lavoro educativo dell’asilo nido “Mario Tortello” e della sezione privata “Il Sole dei
Bimbi” è stato progettato sull’idea di bambini e bambine che apprendono interagendo con gli
adulti e con i coetanei attraverso gli arricchimenti che provengono dal dialogo, dal confronto tra i
diversi punti di vista, dalla negoziazione delle azioni e delle idee, sono attivi e costruttivi, con i
propri tempi di maturazione legati alle loro risorse, ma anche agli stimoli e opportunità ottenuti dal
contesto. Essi si esprimono e comunicano attraverso diversi linguaggi toccando, guardando,
manipolando, trasformando: sono, dunque, protagonisti della propria crescita, curiosi verso il
mondo delle scoperte, costruiscono la loro prima identità interagendo e creando relazioni
significative che gli permettono l’esplorazione e il fare in libertà.

Un contesto educativo per la prima infanzia si qualifica come tale quando si propone come luogo
di relazioni significative, è quindi intenzionalmente pensato per far sperimentare al bambino un
clima di benessere e sviluppare senso di sicurezza, fiducia e autostima. Un contesto relazionale
significativo è legato anche alla creazione di un clima sociale positivo tra gli adulti, capaci di
ascoltare e accogliere il bambino, sostenere la crescita delle sue capacità cognitive, emotive e
relazionali. Il benessere del bambino è legato quindi alla qualità delle relazioni tra le persone
adulte e bambini che vivono il servizio.
Il nostro nido è uno spazio strutturato, pensato e organizzato nel quale il bambino ha la possibilità
di crescere, condividere e fare attività, sperimentando contesti relazionali diversificati. L’équipe
educativa se prende cura del benessere del bambino e della sua crescita individuale in un contesto
pensato al fine di stimolare conoscenze, competenze e autonomie, proprie di ogni fase dello
sviluppo del bambino stesso.

L’elaborazione del “Piano di lavoro educativo” è preceduta da momenti di osservazione dei
bambini, che vengono svolti in ciascuna sezione, sulla base delle conoscenze, dei bisogni e delle
competenze specifiche legate alle diverse età, grazie all’ausilio di alcuni strumento specifici quali le
Tavole di Kuno Beller (Mantovani, 1995). Le attività svolte in piccolo gruppo permettono di
osservare meglio la partecipazione dei singoli bambini e di promuovere e cogliere maggiormente
gli scambi e le piccole collaborazioni. La considerazione dei ritmi dei bambini ci permette di
rispettare i loro interessi e motivazioni, accogliendo emozioni e sentimenti.

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Filo conduttore del piano di lavoro:
                       TRACCE DI RELAZIONI E INCONTRI AL NIDO.
                              Riconoscersi ed essere riconosciuto.
                     Riconoscersi negli altri e negli altri ritrovare parti di sé

                                                    “Il desiderio stesso del bambino di crescere, di apprendere,
                                                                di esplorare dipende in gran parte dall’interesse,
                                              dal desiderio e dalla curiosità che l’adulto ha verso la sua crescita,
                                                                          verso i suoi processi di apprendimento,
                                     verso la sua peculiare modalità di essere e di costruire la sua conoscenza.”
                                                                                            (Bosi, 2002, pp. 51-52)

Il nostro progetto educativo promuove la centralità del bambino e della bambina come persone
nelle specifiche dinamiche relazionali e per i quali vengono pensati strumenti pedagogici che
rispondono ai loro bisogni di crescita.
L’obiettivo è lo sviluppo armonico e globale del bambino nell’area cognitiva, emotiva, relazionale,
motoria e comunicativa.
L’importanza attribuita alla relazione educativa quale strumento privilegiato in ambito educativo
trova giustificazione anche nel contributo imprescindibile che questa offre nel garantire quelle
condizioni necessarie alla promozione della capacità di esprimere, di regolare e di comprendere le
emozioni in sé e negli altri, fattore fondamentale per lo sviluppo di tali abilità.

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Il ruolo attribuito alla relazione educativa è, dunque, centrale: si tratta di un’esperienza che attiva
un cambiamento o, meglio, una trans-formazione nel soggetto, il quale assume, grazie all’incontro
con l’altro, una forma diversa, secondo una direzione positive, verso l’autonomia. La prospettiva
adottata nel nostro lavoro prevede che a rendere possibile questa trans-formazione sia l’empatia,
intesa come competenza pedagogica che rivela a ciascuno il proprio valore attraverso uno sguardo
positivo incondizionato.
È, dunque, grazie ad essa che l’individuo raggiunge l’autonomia: lo sguardo accogliente dell’adulto
all’interno della relazione educativa, il riconoscimento e la valorizzazione delle esperienze anche
emotive, garantiscono al bambino quella sicurezza per affrontare le relazioni con i pari e il mondo.
A questo scopo, il piano di lavoro intende promuovere la costruzione di un contesto che incoraggi I
bambini a vivere una serie di esperienze che permetteranno loro di raggiungere l’autonomia:
•        affettiva: i bambini sono incoraggiati a stringere rapporti con persone esterne alla loro
famiglia predisponendo un ambiente ricco di stimolazioni relazionali;
•        emotiva: le emozioni che il bambino manifesta non vengono represse bensì canalizzate,
contenute e condivise dall’adulto, in modo attento e premuroso al fine promuovere la fiducia, il
benessere e la serenità
•        nella socializzazione: i bambini instaurano tra loro processi di comunicazione e di
interazione che sono essenziali per la loro crescita. L’ azione educativa in questo campo, è mirata a
condurre il bambino ad accettare le regole di convivenza sociale, ovvero condivisione dei giochi,
turni da rispettare, controllo dell’aggressività, superamento dell’egocentrismo;
•        mirata a condurre il bambino ad accettare le regole di convivenza sociale, ovvero
condivisione dei giochi, turni da rispettare, regolazione emotive (coerentemente con le diverse fasi
dello sviluppo);
Nella consapevolezza che i bambini e le bambine apprendono interagendo con gli adulti e con i
coetanei e che hanno diritto di avere costanza e continuità temporale, di avere tempo e di sostare,
di vivere momenti pensati, ma non rigidamente programmati dagli adulti, questo progetto si
caratterizza quale insieme di interventi pensati per il bambino che manifesta bisogni relazionali, di
contenimento affettivo forti e persistenti, bisogni cognitivi e psicomotori, ai quali l’educatore cerca
di rispondere attraverso momenti di cura (nel senso più ampio del termine), per far sentire il
bambino speciale e unico.
La nostra azione educativa promuove e sostiene:
- la crescita dei bambini attraverso esperienze che li aiutino ad esprimere le proprie potenzialità,
all'interno di un contesto quotidiano in cui ogni bambino è riconosciuto come soggetto attivo e
competente;
- l'idea di bambino portatore di diritti, persona da ascoltare e rispettare, grande osservatore,
capace di cogliere gli stimoli, attivo, dinamico e aperto alla relazione.

Coerentemente con il tema proposto, gli obiettivi generali riguardano, dunque:
- lo sviluppo delle competenze relazionali e socio-emotive, sia nell’interazione con l’adulto che con
i pari;

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- lo sviluppo del linguaggio attraverso la relazione con l’altro, coerentemente con l’età dei bambini;
- lo sviluppo dell’autonomia (sia relazione che legata al dominio delle funzioni del corpo);
- lo sviluppo della consapevolezza di sé e dell’ambiente circostante;

La dimensione della relazione, punto cruciale del nostro piano di lavoro, viene intesa come
dinamica centrale che porta il bambino e gli adulti a sentirsi riconosciuti, pensati e ascoltati in uno
spazio educativo e sociale. Il personale educativo promuove una relazione cognitiva che, da parte
dell'adulto contiene il principio del prendersi in carico problemi, soluzioni e questioni del bambino,
facendolo diventare protagonista del proprio essere.
L'esperienza quotidiana al nido offre, infatti, l'opportunità di sperimentare, attraverso tutti i sensi,
il gioco dell'esplorazione per scoprire le leggi che sottendono il funzionamento del mondo e di “che
cosa” esso è fatto. Inoltre la dimensione polisensoriale, intrinseca alla vita del nido, consente al
bambino di sperimentare con materiali naturali, giochi strutturati, didattici, musicali, ecc...

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LO SPAZIO CHE ACCOGLIE ED EDUCA: LA CORNICE DELLE RELAZIONI
In linea con questo pensiero, che promuove l’idea di bambino, da ascoltare e rispettare,
riconosciuto nella sua individualità, l’intervento educativo-pedagogico promuove una ricerca
permanente sull'idea di spazio educativo, rispettando l'immagine di bambino attivatore di strategie
di esplorazione, di scoperte e di conoscenze. Gli spazi pensati all'interno della nostra struttura
facilitano l'esperienza di ciascun bambino, in una dimensione polisensoriale, attraverso l'angolo
motorio, l'angolo della manipolazione e gli angoli fissi o proposti quotidianamente: di conseguenza
l’adulto educatore risulta sempre disponibile nell’offrire tempo di ascolto, di approccio relazionale,
rispettando le necessità e le disponibilità del bambino stesso (quotidianità, pasto, sonno, cambio).

Nascita dell’Agorà
Lo spazio rappresenta, dunque, una cornice preziosa per la nascita di relazioni significative tra
adulti e bambini, tra adulti, tra bambini. Al fine di garantire le condizioni necessarie perché questo
sia possibile, le educatrici hanno riconsiderato l'intero sistema spazio-relazionale del nido,
utilizzando tutte le aree ora a disposizione, al fine di promuovere lo sviluppo di una rete di relazioni
(bambino - bambini; educatore - educatore; educatore - bambino; educatore - bambino - famiglia;
educatore - famiglia) e lo scambio tra i diversi attori del patto educativo, ridisegnando gli spazi
interni a misura di "incontro". L'idea è stata quella di creare uno spazio "accoglienza" al centro del
Nido, che possa - nella prima ora del mattino e l'ultima della sera, dare il benvenuto e l'arrivederci
ad entrambe le sezioni, e che possa anche accogliere angoli strutturati (pittura, travasi,
Manipolazione, Sala Motricità, Sala Proiezioni Luci e Ombre) per le attività del mattino. Nasce,
dunque, l’Agorà (dal greco ἀγορά, da ἀγείρω = raccolgo, raduno), la “piazza” centrale della polis,
uno spazio “pubblico” che accoglie tutti i protagonisti dell’asilo nido e del territorio.
Questo spazio centrale (creato proponendo un uso differente di quello che è ora la sezione grandi
e la stanza destinata al pasto) si situa al centro del servizio e promuove lo scambio di idee tra gli
adulti. Questa variazione ha permesso di riconsiderare la progettazione di molti momenti della
routine e di aprire le porte ai genitori, così che possano trascorrere più tempo all'interno del
servizio, che possano trovare anche uno spazio che renda possibile il confronto e la creazione di
una rete con le altre famiglie.

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IL TEMPO AL NIDO

La maggior parte delle esperienze del bambino si strutturano e si organizzano durante i momenti
quotidiani di routine. Con questo termine intendiamo quelle attività quotidiane, che
rappresentano sequenze fisse di natura diversa. Esse si riferiscono ad alcuni momenti organizzativi
della vita del nido come l'entrata, l'uscita, il saluto, e momenti biologici di cura personale come
l'igiene, l'alimentazione, il riposo. E infine momenti funzionali come l'organizzazione degli spazi, la
gestione di certi materiali, ecc.
Per questo motivo la progettazione educativa deve prevedere tali momenti come componenti
essenziali di attività e di interventi programmati. Bisogna sottolineare che il rapporto che si
stabilisce tra le educatici e i bambini in queste occasioni (pasto, cambio, sonno, ecc) non ha
rilevanza solamente per la ricchezza di possibilità d'incontro individualizzato e di relazione
interpersonale che consente di stabilire, ma per tutto l'insieme delle conoscenze e competenze che
dalla situazione derivano. Attraverso le cure del corpo il bambino comincia a percepire questo
come principale mezzo di comunicazione. Associando le risposte dell'adulto alle sue esigenze,
impara a percepire, dalla cessazione delle sensazioni sgradevoli (fame, sete, ecc), la relazione
esistente tra i suoi segnali comunicativi e l'intervento dell'altro, assieme ad un senso affettivo ed
emotivo di sicurezza.
L'interazione che si mette in atto, si struttura in episodi con ritmi che per la loro ripetitività
consentono al bambino di percepire, elaborare, fissare, riconoscere, ricordare, prevedere

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l'alternarsi delle sequenze in cui si scompone l'azione o la situazione. All'interno del ritmo
sperimentato di tali sequenze, il bambino può inserire, inaspettatamente, un elemento di novità
valido a rilanciare il gioco interattivo.
L'intima relazione che si stabilisce fra adulto e bambino nei momenti di routine, cioè nei momenti
abitualizzati di scambio, consente di elaborare un processo di tipo cognitivo determinato
dall'apprendimento di modalità comunicative convenzionali e volto a sostenere per tempi lunghi il
rapporto.
L'interazione delle sequenze serve, quindi, ad organizzare la strutturazione della realtà.
Si tratta, dunque, di momenti che rappresentano il modo in cui i bambini e le educatrici possono
ottenere benefici reciproci e provare piacere e soddisfazione nel contatto e nell’interazione. La
chiave di tutto ciò consiste nel considerare la routine come l’occasione per la costruzione di
rapporto individuale tra ciascun bambino e l’educatrice.

SEZIONE PICCOLI:
Al fine di promuovere la costruzione di relazioni educative e tra pari efficaci (coerentemente con
l’età dei bambini e delle bambine), particolare risalto sarà dato ai momenti di routine durante i
quali sottolineerà l’importanza proprio dell’aspetto relazionale e di cui si avrà cura di tenere traccia
nella documentazione. Per rendere questo passaggio più semplice le educatrici di sezione si
lasceranno aiutare “COCO”, un grande coccodrillo di peluche che tutte le mattine attende i
bambini e le bambine in sezione. Coco è stato accolto dai piccoli ospiti del nido con abbracci e baci
e sono stati proprio i bambini e le bambine a scegliere un nome per questo personaggio. Coco
accoglierà gli ospiti del servizio ogni mattina e li accompagnerà nelle differenti esperienze.
All’interno di questa sezione l’organizzazione degli spazi consente la possibilità d'esplorazione e di
movimento, in un clima intimo e tranquillo grazie a spazi stabili, riconoscibili e rassicuranti,
composti dai seguenti angoli:
- l'angolo morbido predisposto con tappeti e cuscini, pensando alle esperienze legate al
contenimento e alla polisensorialità dei piccolissimi;
- l'angolo dello specchio: in cui il bambino può esplorarsi e sperimentarsi a livello visivo e motorio;
- la palestrina situata al centro della stanza e attrezzata per dare un aiuto e un sostegno ai bambini
che iniziano a sperimentare la capacità deambulatoria;
- la sala del pasto: tranquilla e accogliente, pensata e strutturata per il momento del pasto;
- la cameretta: rilassante e riservata, strutturata per il momento del riposo;
- il bagno: adibito e strutturato per la cura dell'igiene utilizzato anche come luogo di esperienze
manipolative legate ai travasi con l'acqua.
Per la sezione dei piccoli abbiamo pensato a delle attività incentrate sul tema del sé e l'altro che è
l’ambito d’esperienza che riguarda la maturazione dell’identità, la conquista dell’autonomia e lo
sviluppo delle competenze per la formazione della personalità del bambino. Questo serve in
particolare a favorire la costruzione della propria identità, la capacità di instaurare rapporti
soddisfacenti con gli altri, sviluppare la capacità di riconoscere ed esprimere emozioni e sentimenti,

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sviluppare il sentimento di appartenenza, il controllo e la canalizzazione dell’aggressività, il rispetto
delle regole nei giochi e nella vita comunitaria, il consolidamento della fiducia in sé stessi.
''Mi guardo e scopro che…'': attività incentrate sulla scoperta di Sé attraverso l'utilizzo dello
specchio per osservare le proprie espressioni, per avviare alla presa di coscienza delle prime
emozioni e indicando le varie parti del corpo partendo dal viso per poi scoprire tutto il corpo;
''Ti guardo e scopro che…': l’attività allo specchio viene riproposta spostando l'attenzione dal
proprio corpo a quello dell'altro bambino;
''Giocando insieme'': il gioco con le palline, le macchinine ecc., diventa strumento di relazione in
quanto il loro movimento di andata e ritorno rispecchia lo scambio di relazione fra pari. Il gioco con
i teli e le lenzuola che sfiorano e coprono il corpo del bambino offrono la possibilità al gruppo di
condividere una stessa esperienza ed uno stesso spazio;
''Insieme a te lascio una traccia'': diversamente dalle attività dei bambini grandi, i piccoli
incentreranno più l'attività sulla manipolazione del materiale sporchevole e sulle impronte delle
mani e dei piedi prima di giungere alla realizzazione grafica a coppie. Ma che origini ha questa
voglia innata di spalmare tutto su tutto? Per “lasciare traccia di sé”; ciò permette al bambino di
studiare “i limiti esistenti tra il proprio corpo e il mondo esterno, la barriera fisica della propria
corporeità, della possibilità di conquistare ciò che è fuori da noi, lasciando in esso il segno della
propria presenza” (Dallari, 1988). È, dunque, attraverso questa traccia che il bambino comincia a
“staccarsi” dalla mamma.

SEZIONE GRANDI. Analogamente con quanto proposto nella sezione dei piccoli, l’équipe educativa
ha ritenuto utile introdurre un personaggio mediatore, il gattino “Tino”, personaggio mediatore già
conosciuto dalle famiglie e dai bambini. In linea con quanto indicato nella descrizione generale del
tema, l’attenzione verrà attribuita prevalentemente a quegli elementi che definiscono le cornici
della relazione: tempi e spazi.
- ACCOGLIENZA E RICONGIUNGIMENTO: Si tratta di due momenti ricchi di emozioni in cui le
educatrici accolgono i bambini e i genitori all'interno della sezione, assumendo un ruolo di
mediazione nel momento del distacco. Il “Benvenuto del mattino” sarà caratterizzato da un
momento di unione in cui verrà salutato ogni bambino con il proprio nome e saranno invitati i
piccoli compagni a sorridere e a salutare con voce e manina ogni protagonista. Nel
ricongiungimento con le famiglie le educatrici avranno cura dell'incontro tra bambini e genitori e
comunicheranno e documenteranno i momenti vissuti durante la giornata;
- SPUNTINO. Lo spuntino del mattino, altro momento molto importante nella routine, in cui
solitamente vengono proposti vari tipi di frutti, si caratterizza quale principio fondamentale della
socializzazione, la condivisione e lo scambio. I bambini e le bambine inizialmente con l’aiuto
dell’educatore, poi autonomamente, passano il piatto con la frutta al compagno seduto accanto.
Instaurando fiducia e attenzione tra pari;
- IL CIRCLE TIME. Terminata la frutta si proporranno canzoni cantate di movimento, proseguendo
con canti che promuovono una maggior condizione di quiete, fino ad arrivare ad un momento di
scambio in cui i bambini potranno esprimere in libertà i propri pensieri e/o attività preferita da

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svolgere (a questo scopo la progettazione di centri di interessa e la scelta accurata di materiali sarà
fondamentale);
- LA CURA E L'IGIENE. Un momento nel quale si privilegia la relazione “uno a uno”; la cura del corpo
ha bisogno di rispetto e dolcezza. Occorre verbalizzare le azioni che l'educatrice compie,
permettendo al bambino di mettersi in una condizione collaborativa. I gesti dell'adulto devono
assecondare i movimenti del bambino. Nel momento del cambio, ogni bambino ha bisogno di un
contatto specializzato, ha bisogno di sentire che i gesti, le parole e gli sguardi sono indirizzati solo a
lui. In accordo con i genitori, le educatrici, aiuteranno i bambini nel loro ultimo anno di nido ad
acquisire graduali autonomie nella gestione degli stimoli e nell'abbandono del pannolino;
- IL PRANZO. Il pasto diventa oggetto di riflessioni che comportano strategie educative che
favoriscono l'autonomia ed è strutturato secondo sequenze regolari d'azioni; importante la
presentazione, la preparazione, lavarsi le mani, il riordino della tavola, l'essere seduti tutti a tavola,
quindi l'attesa, l'arrivo del carrello, tutto ciò che anticipa e fa riconoscere al bambino che è giunta
l'ora di mangiare. Le educatrici si siedono a tavola con i bambini, la scelta dei posti è libera,
curando la relazione con i singoli e sostenendo lo sviluppo delle competenze sociali;

- IL RIPOSO. Rappresenta un momento delicato della giornata; i bambini sono accompagnati dalle
educatrici che li aiutano a rilassarsi ritrovando i propri rituali, ciuccio, oggetto di transizione,
coccole, massaggi, ninne nanne ecc. Ogni bambino ha un tempo personale che deve essere
rispettato dall'adulto e quindi dalle educatrici: il bambino deve avere il tempo necessario di
osservare, provare, riprovare, fermarsi e confrontarsi con i coetanei e con gli adulti.

Accanto alla dimensione temporale, ruolo centrale è svolto dallo spazio.

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- SPAZI INTERNI. La sezione dei “Grandi” per affrontare al meglio il tema delle “relazioni” ha deciso
di suddividere gli ambienti in grandi aree gioco in cui possano esprimere sé stessi ad interagire con
i coetanei e/o adulti(educatori) in maniera libera e spontanea. Un grande angolo cucina/casetta
verrà strutturato per il gioco simbolico arricchitosi con un piccolo spazio “officina” per ampliare i
possibili scambi relazionali e, nello stesso tempo, lo sviluppo della motricità fine. Un angolo lettura
in cui i bambini possano immedesimarsi nelle storie raccontate e interagire con i compagni
leggendo loro i libri più graditi. Una stanza motricità, interamente adibita a sperimentazioni in
movimento. Questo spazio ha una grande valenza educativo/pedagogica in quanto, attraverso
l'attività corporea, i bambini prendono consapevolezza di sé e degli altri e sperimentano le loro
abilità motorie ed emotive. Si promuoveranno percorsi pensati e strutturati a misura di bambino,
liberi di affrontarli; attività motorie con l’utilizzo di teli che potranno cullare, trascinare, i piccoli
sperimentando sensazioni di abbandono e fiducia nel prossimo, massaggio sul corpo del compagno
con movimenti lievi e/o con l’aiuto di palline sensoriali morbide o peluches. Accanto a questi
angoli, restano poi proposti l’angolo dei travasi, quello del gioco euristico (della scoperta), quello
degli animali (con la creazione di habitat differenti) e l’angolo delle costruzioni. I materiali proposti
sono prevalentemente naturali e di recupero.
- SPAZIO ESTERNO. Il giardino è uno spazio di conoscenza perché offre opportunità di contatto
diretto con la natura, stimola l'osservazione e l'esplorazione, inoltre in questo spazio il bambino
sviluppa la sua curiosità e la sua motricità. Nel giardino è possibile trovare percorsi liberi e
strutturati, zone pavimentate e altre di vegetazione diversificata con arbusti, piante, alberi o
semplici tratti di giardino, “sabbiere” create ad hoc dai bambini, panchine e tavolini per poter
svolgere attività all'aria aperta. Il bambino cresce attraverso le relazioni con persone, cose ed
anche attraverso il rapporto con gli spazi in cui può muoversi e raccogliere sensazioni e messaggi.
Per vivere il giardino in libertà e godere delle possibilità che offre, occorre mettere in discussione
alcuni pregiudizi che spesso ne condizionano il suo utilizzo: il freddo ed il brutto tempo - ad
esempio - non dovrebbero diventare un limite all’esperienza del bambino. Perché questo sia
possibile occorre, in quanto adulti, osservare gesti, intuizioni e conquiste del bambino, al fine di
organizzare le proposte all’aperto, di ri-pensare lo spazio esterno, di predisporre luoghi e materiali
che possano rilanciare nuove esplorazioni che aiutino il bambino stesso a costruire apprendimenti.

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Tra le attività proposte in corso d’anno ai bambini si segnalano, oltre a quelle caratteristiche dei
diversi centri di interesse:
- Laboratorio “Gioco Danza”:
La danza è una disciplina che migliora lo sviluppo fisico, mentale ed emotivo. È una forma di
espressione artistica attraverso il movimento.
Un laboratorio pensato per i bambini piccoli e per i bambini grandi, dove l’obiettivo è quello di
ricercare il movimento libero dei bambini e nello stesso tempo stare insieme e sperimentare il
proprio spazio. Musiche, balli e semplici coreografie accompagneranno i bambini e le bambine nei
diversi incontri durante l’anno con tanto divertimento e allegria
- Laboratorio dei suoni:
Le parole chiavi del laboratorio sono: ascoltare, cantare, suonare e muoversi. Attraverso i suoni e
la musica possiamo creare un “paesaggio sonoro”, che stimola la curiosità, la creatività e la
scoperta. I materiali del laboratorio sono strumenti musicali formali come tamburi, sonagli,
triangolo, maracas, campanella, bastone della pioggia e strumenti informali costruiti con materiale
di recupero (tappi, tubi di cartone, foglie, bottiglie, scatole di latta, carta di diversi tipi).
- Laboratorio delle luci e delle ombre:
Luce e buio sono parte della giornata dei bambini, portano con sé emozioni e curiosità, paure ed
entusiasmo. Con questo laboratorio proponiamo delle attività che accompagnano i bambini ad una
crescita emotiva e cognitiva, provocando reazioni di stupore e meraviglia. Giochi con le torce,
teatrino con le ombre, raccontare una storia sotto “le stelle”, gioco con la lavagna luminosa

PATTO FORMATIVO “SCUOLE E CITTÀ” 2019 – 2020 FINANZIATO DAL COMUNE DI COLLEGNO
Gli educatori del nido “Mario Tortello” hanno scelto le seguenti proposte didattiche, ritenute
coerenti con il filo conduttore dell’offerta educativa:
Laboratori scelti dal POF:
•      Il bidone magico dei suoni e drumcircle;
•      Il girotondo con un chicco di grano;
•      Orti in comune;
•      Storie e filastrocche a bocca piena;
•      Un villaggio da leggere – Biblioteca Civica.

- Il progetto “un villaggio da leggere” ci permetterà di avere all’interno dell’asilo nido, un
quantitativo di libri sufficienti per poter collaborare con il progetto in essere. Inoltre, permetterà
alle famiglie di poter accedere al prestito e leggere con il proprio bambino.

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- Progetto con nonni e anziani del quartiere: “Stare bene insieme”
Le diverse attività che i nonni e gli anziani che vivono nel quartiere condivideranno con i bambini
daranno vita ad un contesto nel quale la socializzazione sarà il fulcro delle esperienze.
Situazione pensate e guidate dalle educatrici, due volte al mese, che avranno come principale
obiettivo quello di consentire scambi affettivi e relazionali tra i nonni e i bambini attraverso le
diverse attività che verranno proposte (Es. leggere un libro o raccontare una storia, cantare, fare
merenda, curare l’orto).
Con questo progetto si vuole valorizzare la esperienza di vita dei nonni /degli anziani e dare la
possibilità ai bambini di creare relazioni significative con degli adulti al di fuori dalla loro famiglia.

PROGETTO CONTINUITÀ
Il passaggio dal nido alla scuola dell’infanzia è per il bambino e la sua famiglia una esperienza
speciale, legata al cambiamento del contesto educativo e delle figure di riferimento. Per agevolare
questo passaggio elaboriamo un progetto ponte con la scuola dell’infanzia Gianni Rodari di
Collegno volto a facilitare la comunicazione tra educatrici ed insegnanti e favorire un graduale e
sereno avvicinamento alla nuova struttura e una co-definizione degli obiettivi educativi. All’interno
del nido, invece, nella sezione che accoglie i bambini che il prossimo anno inizieranno il loro
percorso alla scuola dell’infanzia, verranno – inoltre - proposte alcune attività specifiche:
- Cartellone con fotografie dei gruppi che andranno alla scuola dell’infanzia. I bambini verranno resi
partecipi del fatto che percorreranno questo “viaggio” insieme e che educatrici e genitori li
accompagneranno;
- Raccontare delle storie che ripresentano il tema, cercando di puntare su tutto quello che i
bambini hanno imparato al nido, come sono cresciuti, come sono preparati per arrivare alla

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materna, che troveranno nelle nuove scuole tanti bambini, altre maestre. Cercare di tradurre in
parole (e immagini) le emozioni e sensazioni che potrebbero percepire (curiosità, imbarazzo,
allegria, paure, ecc);
- Osservare delle fotografie da quando erano piccoli e comparale con le attuali. Come si vedono,
quante cose hanno imparato. Utilizzare il materiale fotografico dei laboratori (per esempio: vi
ricordate quando abbiamo iniziato a usare la tempera? ecc.)
- Preparazione di un oggetto che possa servire per portare alla scuola dell’infanzia: es. scatola
decorata;
- Preparazione di una maglietta/una cornice con una foto di “diploma” da parte delle educatrici, da
consegnare il giorno della festa di fine anno o prima della fine dell’anno educativo.

L’ASILO NIDO E LE FAMIGLIE: MOMENTI DI INCONTRO
Nido e famiglia in un dialogo aperto, nel quale ci confrontiamo e accogliamo i bisogni dei genitori
perché al centro ci sono sempre i bambini e il loro benessere: tra queste due istituzioni educative
si costruisce un rapporto di fiducia, nel quale il confronto quotidiano diventa prezioso e permette
di accogliere i bisogni dei genitori e dei bambini. Vista l’importanza della collaborazione con le
famiglie e l’obiettivo di instaurare relazioni di fiducia reciproca organizzeremo diverse occasioni di
incontro, conoscenza reciproca, condivisione e confronto tra il servizio e i genitori, ma anche tra le
diverse famiglie, così che si possano creare le condizioni per la costruzione di una rete sociale che
possa proseguire oltre l’esperienza stessa del nido:
- Assemblee di gruppo per condividere le esperienze svolte al nido dai bambini e avviare un
dialogo aperto con e tra genitori e per promuovere un patto educativo tra nido e famiglia;
- Colloqui individuali;
- Feste e laboratori a tema, quali Festa dell’Accoglienza, Laboratorio di Natale con le famiglie, Festa
fine anno con le famiglie (mentre la festa di Carnevale vedrà coinvolti solo bambini ed educatori);
- Due incontri a tema con la pedagogista del servizio, per discutere insieme di temi legati alla
relazione genitori – figli e alle principali tappe dello sviluppo dei bambini;

In riferimento al coinvolgimento delle famiglie all’interno del servizio vengono proposti anche:
- Progetto “Genitori al nido”. L’idea è nata come risposta alle richieste dei genitori che, anno dopo
anno, vorrebbero avere la possibilità di “vedere” cosa succede dentro al nido, cosa fanno i
bambini, come si comportano, come giocano. Per quale ragione solo vedere? Abbiamo pensato di
fare partecipare i genitori attivamente, durante la mattina, nei diversi momenti, per mostrare loro
quello che per noi è insieme ai bambini “il quotidiano” del nido.
- Leggere insieme: due volte al mese dalle 16.00 alle 16.30 ci sarà un laboratorio di lettura con
bambini e genitori. In un’atmosfera accogliente le educatrici leggeranno una storia e
condivideranno il piacere della lettura.

LA DOCUMENTAZIONE
La documentazione è una parte fondamentale del processo educativo, perché permette di
ricostruire un quadro generale del percorso del singolo e del gruppo, e di favorire una riflessione

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continua in modo da apportare eventuali modifiche alle proposte educative. Osservare il bambino
nel contesto in cui si trova è per gli educatori uno strumento indispensabile che aiuta a
comprendere ed approfondire i comportamenti e le emozioni che li guidano. L’osservazione
all’interno del gruppo offre la possibilità di esaminare le dinamiche relazionali dei bambini e di
cogliere le caratteristiche specifiche di ognuno.
La documentazione permetterà ai bambini di avere una memoria visiva del percorso svolto
attraverso foto, tracce, disegni, esposti in spazi appositamente allestiti nelle sezioni.
I genitori saranno costantemente aggiornati su ciò che avverrà durante la giornata al nido, tramite
cartelloni e foto, il foglio giornaliero esposto, il quaderno della sezione (che offrirà una descrizione
dell’andamento e delle attività svolte).
L’équipe educativa, infine, utilizzerà diversi strumenti per la documentazione delle attività e dei
progressi del gruppo (fotografie, video, schede di monitoraggio delle attività, diario interno di
sezione, ecc.) e dei singoli bambini (fotografie, schede di osservazione compilate in tre diversi
momenti dell’anno, ecc.), con l’obiettivo di tenere un focus continuo per tutto il percorso.

VALUTAZIONE E VERIFICA
Del progetto educativo …
Gli strumenti di lavoro utilizzati dalle educatrici sono un supporto per svolgere in modo
consapevole e accurato l’osservazione, la progettazione, la documentazione e la verifica di progetti
educativi. L’utilizzo di questo materiale offre la possibilità di riflettere sui diversi tipi d’interventi
educativi.
Con riferimento specifico al progetto educativo che guiderà le attività di quest’anno, si attuerà una
verifica costante degli obiettivi educativi mediante l’osservazione sistematica dei percorsi,
prevalentemente con l’ausilio di schede di monitoraggio delle attività. Grazie a una valutazione in
itinere costante e al confronto in équipe in sede di collegio, sarà possibile, se necessario,
modificare modalità, tempi, materiali delle esperienze educative proposte. Accanto a questi
strumenti, sempre per la verifica verranno anche adottate le schede osservative individuali (Tavole
di Kuno Beller). Non in ultimo preziosa sarà la documentazione rivolta alle famiglie, quale quella
fotografica e i quaderni di sezione esposti in accoglienza.

Del servizio nel suo complesso …
Nell’ottica di un continuo interscambio famiglia-nido il nido prevede un’indagine di customer
satisfaction finalizzata a un continuo miglioramento del rapporto con le famiglie e della prestazione
del servizio sia attraverso una verifica post-ambientamento, sia attraverso un questionario di
valutazione e gradimento che verrà distribuito al genitore alla fine dell’anno educativo. Questo
permette al servizio di accogliere eventuali suggerimenti o reclami o spiegazioni sul funzionamento
del nido, non solo attraverso i normali colloqui individuali, ma anche – appunto - in forma
anonima. I questionari (e i suggerimenti in essi contenuti), infatti, possono essere lasciati in
un’apposita scatola.

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LE PERSONE CHE LAVORANO ALL’ASILO NIDO
Responsabile del coordinamento pedagogico: Dott.ssa Sandra Goldin
Pedagogista: Dott.ssa Sabina Colombini
Educatrici: Lorenza Bosco, Annalisa Gallà, Valeria Vigna, Daniela Zaccaro, Graziella Lo Presti, Aurora
Liotta, Jacqueline Tema Ba-temy, Sara Renna, Carmela Dassisti
Ausiliarie: Asha Abdullahi Mohamed, Shamsa Ali Salad, Maria Autretto.

BIBLIOGRAFIA
- Murray L., Le prime relazioni del bambino, Raffaello Cortina, 2014
- Siegel D., Bryson T.P., 12 strategie rivoluzionarie per favorire lo sviluppo mentale del bambino,
Raffaello Cortina, 2012
- Mantovani S., La Tavole di sviluppo di Kuno Beller, Edizioni Junior, 1995
- Bosi R., Pedagogia al nido. Sentimenti e relazioni, Carocci, 2002
- Percorsi formativi 06, dott.ssa Silvia Iaccarino
- Principi e pratiche educative, Comune di Torino, agosto 2013

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