APPROCCIO AL BENESSERE ANIMALE NELL'ALLEVAMENTO DEL BOVINO DA LATTE

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APPROCCIO AL BENESSERE ANIMALE NELL'ALLEVAMENTO DEL BOVINO DA LATTE
APPROCCIO AL BENESSERE ANIMALE

      NELL’ALLEVAMENTO DEL BOVINO DA

                                        LATTE

Il benessere degli animali d’allevamento è stato definito da Hughes nel 1976 come “lo
stato di completa salute, sia fisica, sia mentale, in cui l’animale è in armonia con il proprio
ambiente”.
Lo scopo per cui vengono affrontate le tematiche relative al benessere animale non è
puramente etico, ma si fa ciò anche con l’obiettivo di ottenere animali più sani, in grado
quindi di fornire alimenti più salubri. Bisogna innanzitutto chiarire che discutere di
benessere animale dal punto di vista zootecnico e produttivo è cosa diversa rispetto a
parlarne sotto l’aspetto prettamente etologico.
Il rapporto di Brambell sul benessere degli animali tenuti in sistemi intensivi d’allevamento
ha introdotto il concetto del benessere degli animali e delle “cinque libertà” per la tutela
del benessere, così espresse: “Ogni animale dovrebbe avere almeno sufficiente libertà di
movimento per essere in grado, senza difficoltà, di girarsi (1), pulirsi (2), alzarsi (3),
sdraiarsi (4) e stendere gli arti (5)”. Tale lavoro ha il merito di avere identificato molti dei
concetti sul benessere animale che saranno poi ripresi da numerosi studi successivi e ha
indirizzato il Farm Animal Welfare Council (FAWC) nella definizione delle nuove CINQUE
LIBERTÀ, più volte riprese e modificate e così riproposte nella forma attuale:

 • libertà dalla sete, dalla fame e dalla malnutrizione, mediante il facile accesso ad
    acqua fresca e pulita e un’adeguata alimentazione che garantisca piena salute e
    vigore;
 • libertà dal disagio, mediante la predisposizione di un ambiente appropriato alla
    specie, con adeguati ripari e aree di riposo confortevoli;
 • libertà dal dolore, dalle ferite e dalle malattie, mediante la prevenzione o una rapida
    diagnosi e il trattamento;
 • libertà dalla paura e dal dolore, garantendo condizioni di vita e trattamenti che evitino
    sofferenze.

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APPROCCIO AL BENESSERE ANIMALE NELL'ALLEVAMENTO DEL BOVINO DA LATTE
• libertà di esprimere comportamenti normali, mediante la predisposizione di spazi
      sufficienti, strutture adeguate e contatti sociali con animali della stessa specie;
    A proposito delle “cinque libertà” è bene precisare che mentre sulle prime quattro si è
    giunti a un’ampia condivisione di opinioni, sull’ultima è opportuno fare due
    osservazioni: la prima è che una sua interpretazione “rigida” la renderebbe
    incompatibile con qualsiasi forma di allevamento, la seconda è che bisognerebbe
    riferirsi alle esigenze “naturali” di animali addomesticati, quindi ben diverse dai selvatici
    (Bertoni e Calamari, 2005)1.
Le tematiche relative al benessere animale vanno valutate anche considerando le
esigenze degli allevatori, in quanto la zootecnia è un’attività che deve fornire un reddito a
chi la pratica, pena l’impossibilità di sostenerla e renderla competitiva.
Il benessere dell’animale “zootecnico” può essere uno strumento nelle mani degli
allevatori nel momento in cui garantisce un migliore stato di salute e migliori prestazioni
produttive, con un aumento accettabile dei costi di produzione rispetto a soluzioni di
minore comfort. Le vacche che godono di un livello adeguato di benessere sono più sane,
più fertili, più longeve e più produttive; in termini qualitativi e quantitativi sono quindi le più
efficienti, con soddisfazione anche economica dell’allevatore.
Una visione assai più pragmatica e “tradizionale” è esemplificata dall’ affermazione che
“finchè non siano individuati criteri migliori, la produttività può essere presa come la
miglior misura dello stato di comfort e benessere degli animali” (Bertoni e Calamari,
2005). Esiste un diverso approccio mentale da parte di chi si pone il problema del
benessere animale, che ne rende controversa la valutazione: certo è che “il benessere
animale è uno stato soggettivo dell’animale che richiede una valutazione oggettiva da
parte dell’uomo” (Bertoni e Calamari, 2005).

LA VALUTAZIONE DEL BENESSERE ANIMALE

I parametri che hanno effetto sul benessere animale sono molteplici e non facilmente
controllabili nelle loro interrelazioni. Il benessere degli animali da reddito può essere
valutato secondo approcci e modalità differenti:

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• Un approccio basato sulle sensazioni degli animali (dolore, sofferenza, piacere,
  eccetera...), che chiaramente non è applicabile nella pratica, in quanto di difficoltosa
  rilevazione
• Un approccio di tipo funzionale, vale a dire basato sulla buona espressione delle
  principali funzioni biologiche, che si concretizza nello stato di salute, nell’integrità
  fisica degli animali, nella fertilità, nella longevità, nella mancanza di comportamenti
  anomali (quali atteggiamenti aggressivi, stereotipie, modifiche nell’assunzione del
  cibo), nell’assetto fisiologico (presenza di determinati ormoni nel sangue) e in
  sostanza anche nelle performance produttive (accrescimento, indice di conversione
  alimentare, fecondità, prolificità, ecc.)
• Un approccio rivolto a comparare la realtà dell’allevamento con la situazione
  degli animali in natura
• Un approccio, dai più ritenuto rispondente alle attuali esigenze, basato sulla
  valutazione    dell’ambiente     d’allevamento      nel   suo    complesso.       L’ambiente
  d’allevamento può essere definito come l’insieme degli elementi esterni all’animale
  che ne condiziona la vita e il comportamento. Fra gli elementi più rilevanti possiamo
  elencare il microclima (temperatura, umidità relativa, velocità dell’aria), la
  concentrazione di gas e polveri, il rumore, la tipologia di stabulazione (singola o
  collettiva, fissa o libera, all’aperto o al chiuso), lo spazio vitale attribuito ad ogni capo,
  il tipo di pavimento (pieno, fessurato, con lettiera), la conformazione e la reciproca
  distribuzione delle superfici d’allevamento, le condizioni igieniche e l’ambiente
  microbico, il sistema di alimentazione (dimensione e forma delle attrezzature per la
  somministrazione dell’alimento, collocamento dei punti di alimentazione), il sistema di
  distribuzione dell’acqua di bevanda, le attrezzature e il management aziendale. Un
  altro aspetto di grande rilevanza per il benessere è rappresentato dal rapporto fra gli
  animali allevati e chi li accudisce, in particolare per quanto concerne la cura e la
  movimentazione. E’ opinione comune che anche a fronte di un management
  aziendale idoneo e di strutture d’allevamento adeguate, la presenza di operatori poco
  competenti e scarsamente diligenti può rendere il livello di benessere degli animali
  del tutto insufficiente. Questi elementi, com’è ovvio, sono spesso interagenti,
  rafforzando o limitando potenziali effetti negativi di uno o più di loro, cosa che
  complica in modo rilevante le ricerche finalizzate alla definizione delle relazioni fra
  ambiente e prestazioni produttive o fra ambiente e benessere degli animali.

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APPROCCIO AL BENESSERE ANIMALE NELL'ALLEVAMENTO DEL BOVINO DA LATTE
INTRODUZIONE

 Convenzione europea sulla protezione degli animali negli allevamenti 1976, articolo 3:
 “Ogni animale deve beneficiare di un alloggio, di un’alimentazione e delle cure che – tenuto conto della sua
 specie e del suo grado di sviluppo, d’adattamento e di addomesticamento – sono appropriate ai suoi bisogni
 fisiologici ed etologici, conformemente all’esperienza acquisita e alle conoscenze scientifiche”.

Questo documento ha come obiettivo quello di stimolare e incoraggiare tutti gli addetti agli
animali nel settore lattiero caseario a perseguire elevati standard di management
aziendale. Senza una corretta gestione degli animali e un buon management aziendale,
non è possibile aspirare od ottenere un buon livello nel loro stato di benessere. Le
raccomandazioni incluse in questo documento sono applicabili a bovine da latte allevate
secondo differenti i sistemi di stabulazione e hanno lo scopo di agevolare il
perseguimento di elevati standard di benessere degli animali.
La prima sezione del documento riporta le raccomandazioni inerenti la valutazione del
benessere animale attraverso l’esame approfondito dell’ambiente d’allevamento nel suo
complesso, inteso come l’insieme dei fattori esterni all’animale che ne condizionano la
vita e il comportamento. Questa sezione è suddivisa in 5 aree funzionali, con un
approfondimento dettagliato per le diverse categorie di bovini – bovine in lattazione,
bovine in asciutta, manze gravide, bovine da rimonta fino all’ingravidamento e vitelli.
La sezione 2 include le raccomandazioni riguardanti la valutazione del benessere
attraverso l’esame diretto dell’animale - la sua salute, la sua integrità fisica e il suo
comportamento.
Queste raccomandazioni hanno lo scopo di fornire uno strumento atto a perseguire il
benessere dei bovini negli allevamenti da latte.
I box colorati riportano gli estratti pertinenti della legislazione vigente in materia di
benessere animale alla data di redazione di questo documento.
Gli allevamenti di bovine da latte che attuano un metodo di produzione biologico sono
obbligati a rispettare norme addizionali.

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SEZIONE 1 – VALUTAZIONE AMBIENTALE

I requisiti sono suddivisi per aree tematiche. I parametri tecnici di riferimento sono stabiliti
in funzione dei vincoli posti dalla normativa, ove presenti, oppure sulla base della
bibliografia tecnico-scientifica di settore.

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Area 1 – MANAGEMENT AZIENDALE E PERSONALE

La produzione del latte in Italia ha vissuto nell’ultimo decennio importanti cambiamenti
      che hanno coinvolto le aziende agricole, talvolta in modo talmente radicale da
      comprometterne la sopravvivenza. La pressione normativa per una gestione dei
      pericoli igienico sanitari, focalizzata in precedenza principalmente a livello
      dell’industria di trasformazione, si è estesa progressivamente all’allevamento,
      secondo il moderno approccio alla filiera alimentare “ dal campo alla tavola”. In
      questo contesto la redditività ed il futuro dell’azienda agricola dipendono dalla
      capacità di produrre una materia prima con elevate caratteristiche igienico–
      sanitarie e merceologiche in modo economicamente competitivo. In altre parole, la
      gestione della azienda zootecnica deve ispirarsi ai principi dell’autocontrollo e di
      assicurazione della qualità, così come già avvenuto per gli stabilimenti di
      trattamento e di trasformazione; per le aziende zootecniche diventa quindi
      importante conoscere gli obiettivi reali di un sistema di gestione impostato secondo
      i principi dell’autocontrollo, al di là degli obblighi normativi o contrattuali. Lo
      strumento, che comincia a diventare comune a qualunque sistema di gestione
      basato sulla documentazione è la codifica delle attività aziendali che assumono
      rilevante importanza ai fini della qualità delle produzioni. L’utilizzo dello strumento
      apre infine le porte ai successivi sviluppi, definendo in maniera chiara e
      documentata i principi da rispettare per mantenere da un lato la qualità raggiunta,
      obiettivo della costanza di qualità, ed evidenziando dall’altro gli ambiti di
      miglioramento attraverso l’analisi dei dati raccolti. Una volta identificati i punti di
      fortza ed i punti di debolezza dell’allevamento, l’intervento, mirato a ridurre
      eventuali sprechi e ad ottimizzare le procedure produttive, si tradurrebbe in una
      maggior redditività e competitività dell’allevamento stesso. L’impostazione di un
      sistema documentato di produzione del latte può successivamente essere
      utilizzato per ottenere riconoscimenti di vario livello, dalla certificazione di processo
      alla certificazione di prodotto o di rintracciabilità. Una ipotesi di documentazione, in
      un allevamento di bovine da latte, per il raggiungimento dell’obiettivo “qualità del
      latte”, potrebbe essere:
– Introduzione, movimentazione, vendita e controllo sanitario della mandria
– Manutenzione e pulizia degli ambienti di stabulazione

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– Manutenzione e pulizia delle attrezzature
– Mungitura
– Alimentazione
– Messa in asciutta
– Trattamenti in lattazione.
Tali attività sono quelle ritenute generalmente “determinanti “ per il raggiungimento
        dell’obiettivo di prevenire condizioni che possano diventare critiche per la salubrità
        del prodotto. Non bisogna tuttavia trascurare l’allevamento della rimonta a partire
        dallo svezzamento e la preparazione al parto quali elementi cardine della
        preparazione alla produzione.

PERSONALE

 DIRETTIVA 98/58/CE, articolo 3:
 “Gli Stati membri provvedono affinché i proprietari o i custodi adottino le misure adeguate per garantire il
 benessere dei propri animali e per far sì che a detti animali non vengano provocati dolori, sofferenze o
 lesioni inutili”.
 DIRETTIVA 98/58/CE, allegato 1, paragrafo 1:
 “Gli animali siano accuditi da un numero sufficiente di addetti aventi adeguate capacità, conoscenze e
 competenze professionali”.

Le relazioni che si instaurano tra operatore aziendale ed animali sono un fattore chiave
nelle moderne produzioni animali e recenti ricerche hanno dimostrato che la qualità di
queste interazioni può influenzare in modo sorprendente la produttività della mandria ed
avere un impatto sostanziale sull’uomo e sulla qualità del suo lavoro.
Un operatore aziendale ben preparato può avere un ruolo decisivo nella gestione di un
allevamento di bovine, poiché è in grado di prevedere e risolvere la maggior parte dei
potenziali problemi legati al benessere animale. Qualsiasi sistema di allevamento, anche
se ben progettato da un punto di vista strutturale, può dimostrare numerosi punti deboli
se non viene gestito correttamente.
 Gli operatori aziendali dovrebbero essere a conoscenza del funzionamento di
tutti i macchinari che vengono utilizzati nella routine quotidiana (es.: impianto di

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mungitura, autoalimentatore, ecc…), in modo da poter facilmente riconoscere un
malfunzionamento degli stessi e provvedere alla loro regolare manutenzione.
 L’allevatore deve garantire che gli animali siano accuditi da un numero sufficiente
di addetti aventi capacità, conoscenze e competenze professionali per svolgere
correttamente le seguenti attività:
 • mungitura
 • assistenza al parto e cura dei neonati
 • rilevazione dei calori e fecondazione atrificiale
 • uso di farmaci e assistenza agli animali malati
 • gestione dell’ambiente d’allevamento
 • alimentazione
 • marcatura e altre operazioni cruente
 • movimentazioni
 Il personale dovrebbe seguire corsi di formazione che prevedano preferibilmente
il rilascio di un certificato su tematiche che influiscono sul benessere degli animali.
 Il personale dovrebbe poter anticipare i problemi o riconoscerli ad uno stadio precoce.
Nella maggior parte dei casi, il personale dovrebbe poter identificare le cause e risolvere
immediatamente la situazione. Se non si riesce a risalire alla causa, oppure se l’animale
non risponde al trattamento immediato, è opportuno consultare un medico veterinario.
 Il personale deve trattare i bovini con calma e tranquillità, mantenendo una routine
di lavoro la più costante possibile ed evitando atteggiamenti aggressivi e violenti. Come si
vedrà anche nel capitolo sulla mungitura, il comportamento del mungitore può avere forti
ripercussioni sulla produttività di una bovina. Infine, è essenziale ricordare che gli animali
che sviluppano reazioni di paura nei confronti dell’uomo diventano difficili e talvolta
pericolosi da gestire.
   È    preferibile     la   presenza          nell’azienda   di   un’assistenza   alimentaristica
professionale e di specifici addetti alla preparazione e distribuzione degli alimenti, al fine
di fornire ad ogni categoria di animali un’alimentazione bilanciata e adeguata allo stato
fisologico in cui si trova.

REGISTRI

 DIRETTIVA 98/58/CE, allegato 1, paragrafo 5:

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“Il proprietario o il custode degli animali tiene un registro di ogni trattamento medico effettuato e del
 numero di casi di mortalità constatati ad ogni ispezione.
 Se dati equivalenti devono essere registrati per altri scopi, siffatta registrazione è considerata sufficiente ai
 fini della presente direttiva”.
 DIRETTIVA 98/58/CE, allegato 1, paragrafo 6,:
 “I registri sono conservati per un periodo di almeno tre anni e sono messi a disposizione dell'autorità
 competente al momento delle ispezioni o su richiesta”.

 Un dato che rivela un buon livello di attenzione all’interno dell’azienda è la presenza di
registri regolarmente e correttamente compilati, che riportino gli aspetti salienti
dell’attività dell’allevamento, come le nascite e le morti, tutto ciò che riguarda le
patologie (mastiti, zoppie, altri tipi di disordini metabolici), i trattamenti veterinari e i piani
di mascalcia.
 È consigliabile analizzare spesso i dati relativi alla quantità di latte prodotta da
ciascuna bovina e confrontarli con la curva di lattazione ritenuta ideale. È consigliabile
utilizzare questi dati come uno strumento di management, in modo da poter identificare
possibili problematiche delle vacche in lattazione in uno stadio precoce.
 L’acquisto di farmaci e la relativa somministrazione deve essere effettuata
esclusivamente a seguito della prescrizione veterinaria e comunque in ogni caso in
conformità alla normativa. Tutti i trattamenti terapeutici, farmacologici e ormonali
devono essere registrati sull’apposito registro, secondo quanto indicato dalla
normativa vigente. I registri devono documentare il tipo di farmaco usato, dove è stato
acquistato, la quantità di farmaco usato, la data del trattamento, l’animale o il gruppo di
animali trattato.
 Devono essere compilati correttamente e regolarmente i registri per il carico e lo
scarico dei farmaci e degli animali.

IMPIANTI AUTOMATICI O MECCANICI

 Convenzione europea sulla protezione degli animali negli allevamenti 1976, articolo 7, paragrafo 2:

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“Gli impianti tecnici nei sistemi moderni di allevamento intensivo devono essere oggetto, almeno una volta al
 giorno, di un’ispezione approfondita e qualsiasi difetto constatato deve essere eliminato nei termini più brevi.
 Quando un difetto non può essere eliminato immediatamente, devono essere subito prese le misure
 temporanee necessarie per preservare il benessere degli animali.

 DIRETTIVA 98/58/CE, allegato 1, paragrafo 13:
 “Ogni impianto automatico o meccanico indispensabile per la salute ed il benessere degli animali deve essere
 ispezionato almeno una volta al giorno. Gli eventuali difetti riscontrati devono essere eliminati
 immediatamente; se ciò non è possibile, occorre prendere le misure adeguate per salvaguardare la salute ed
 il benessere degli animali.
 Se la salute ed il benessere degli animali dipendono da un impianto di ventilazione artificiale, deve essere
 previsto un adeguato impianto di riserva per garantire un ricambio d'aria sufficiente a salvaguardare la
 salute e il benessere degli animali in caso di guasto all'impianto e deve essere previsto un sistema di allarme
 che segnali il guasto. Detto sistema d'allarme deve essere sottoposto a controlli regolari”.

 Gli impianti automatici che hanno influenza sul benessere animale (mungitura,
alimentazione, abbeverata, ventilazione e asportazione dei reflui) devono essere
controllati regolarmente e sottoposti a manutenzioni periodiche. È opportuno
predisporre la registrazione dei controlli effettuati sugli impianti automatici e delle
manutenzioni preventive e straordinarie effettuate. Gli eventuali difetti riscontrati
devono essere eliminati immediatamente; se ciò non è possibile, occorre prendere le
misure adeguate per salvaguardare la salute ed il benessere degli animali. Sarebbe
opportuno prevedere sistemi di emergenza o alternativi per quegli impianti che, qualora si
guastassero, avrebbero un impatto importante per il benessere degli animali (es.:
generatore       elettrico     di    emergenza         per     l’impianto      di     mungitura,      fonte         di
approvvigionamento idrico alternativo per l’impianto di abbeverata…).

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GESTIONE DEGLI ANIMALI
 L’allevamento deve essere organizzato e condotto in modo razionale ed efficiente,
ponendo particolare attenzione alla suddivisione degli animali in gruppi, per categoria
fisiologica o di accrescimento, e agli spostamenti di soggetti fra i diversi gruppi.

MOVIMENTAZIONE
 Per la movimentazione delle vacche dovrebbe essere sfruttato il comportamento
naturale degli animali, bisognerebbe evitare l’utilizzo della forza o di rumori intensi.
Non si dovrebbe colpire o premere particolari zone sensibili del corpo della vacca
(come ad esempio la testa o la coda). Qualsiasi strumento usato per la movimentazione
degli animali (come ad esempio il bastone) dovrebbe essere usato solo a questo scopo e
non deve presentare estremità appuntite o taglienti.
 Per la movimentazione degli animali non devono assolutamente essere impiegati
barriere elettriche, pungoli elettrici o strumenti appuntiti non autorizzati.
 È da preferirsi la presenza di specifiche aree/attrezzature per la movimentazione
dei bovini e per il carico/scarico dai mezzi di trasporto (box di raggruppamento, zona
carico/scarico, cancello separatore all’uscita dalla zona di mungitura, corridoi di
smistamento, ecc.).
 Le strutture di allevamento dovrebbero poter consentire la rapida evacuazione
degli animali in caso di incendio.

ISPEZIONE

 Convenzione europea sulla protezione degli animali negli allevamenti 1976, articolo 7, paragrafo 1:
 “La condizione e lo stato di salute dell’animale devono essere oggetto di un’ispezione approfondita ad
 intervalli sufficienti per evitargli sofferenze inutili, ossia almeno una volta al giorno nel caso di animali
 custoditi in sistemi moderni di allevamento intensivo”.

 DIRETTIVA 91/629/CEE, allegato 1, paragrafo 6:
 “Tutti i vitelli allevati in gruppo o in recinti devono essere controllati almeno una volta al giorno dal
 proprietario o dal responsabile degli animali. Gli eventuali vitelli malati o feriti devono ricevere
 immediatamente le opportune cure”.

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DIRETTIVA 98/58/CE, allegato 1, paragrafo 2:
 Tutti gli animali tenuti in sistemi di allevamento, il cui benessere richieda un'assistenza frequente dell'uomo,
 siano ispezionati almeno una volta al giorno. Gli animali allevati o custoditi in altri sistemi siano ispezionati
 a intervalli sufficienti al fine di evitare loro sofferenze”.
 DIRETTIVA 98/58/CE, allegato 1, paragrafo 3:
 “Per consentire l'ispezione completa degli animali in qualsiasi momento, deve essere disponibile un'adeguata
 illuminazione (fissa o mobile)”.
 DIRETTIVA 98/58/CE, allegato 1, paragrafo 4:
 “Gli animali malati o feriti debbano ricevere immediatamente un trattamento appropriato e, qualora un
 animale non reagisca alle cure in questione, occorre chiedere al più presto il parere del veterinario. Ove
 necessario gli animali malati o feriti vengono isolati in appositi locali muniti, se del caso, di lettiere asciutte
 o confortevoli”.
 direttiva 97/2/CE allegato a):
 Tutti i vitelli allevati in locali di stabulazione devono essere controllati dal proprietario e dalla persona
 responsabile almeno due volte al giorno e quelli allevati all'esterno almeno una volta al giorno. I vitelli che
 presentano sintomi di malattie o ferite debbono ricevere immediatamente le opportune cure e, qualora un
 vitello non reagisca al trattamento dell'allevatore, dev'essere consultato al più presto un veterinario. Se
 necessario, i vitelli malati o feriti debbono essere isolati in locali appropriati con lettiera asciutta e
 confortevole"

 La salute e il benessere degli animali dipendono anche da una loro regolare ispezione.
L’ operatore aziendale dovrebbe controllare attentamente gli animali, e in modo
particolare i vitelli, almeno due volte al giorno. Ogni operatore dovrebbe essere a
conoscenza          del   normale        comportamento           delle   vacche,      per    poter     identificare
correttamente e precocemente qualsiasi segno di malattia o malessere.
Lo sviluppo ed il miglioramento della formazione degli operatori aziendali darà modo a
coloro che lavorano a contatto con gli animali di riconoscere non solo quelli in buono stato

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di salute e con un comportamento normale, ma anche di intervenire nel caso si
presentino segni patologici o di anomalie comportamentali all’interno della mandria.

I principali segni di malessere possono essere evidenziati da :
 • allontanamento dal gruppo
 • comportamento anomalo
 • condizioni corporee scadenti
 • perdita dell’appetito
 • riduzione nella produzione del latte
 • stipsi o diarrea
 • scolo nasale o oculare, ipersalivazione, tosse persistente, respiro irregolare
 • articolazioni gonfie, zoppie
 • mastiti

             È particolarmente importante l’ispezione regolare dei vitelli, per
identificare qualsiasi segno di malattie enteriche o respiratorie (come ad esempio
diarrea, tosse, respiro irregolare) che possono diffondere rapidamente tra gli animali.
In caso di acquisto di vitelli è essenziale ispezionarli appena arrivati in azienda ,
prima che vengano in contatto con gli altri. È importante valutare il loro stato di salute
generale, ponendo particolare attenzione alla loro postura, al loro respiro e alle
condizioni del musello, degli occhi, dell’ano e degli arti. All’atto dell’acquisto è importante
assicurarsi che abbiano almeno due settimane di età e che abbiano assunto una
adeguata quantità di colostro, che all’ispezione si presentino sani, con mantello brillante,
pelle morbida e musello pulito. È vietato il trasporto di animali il cui cordone ombelicale
non sia completamente cicatrizzato (prima di 12-14 giorni di età).

INTERVENTI        SUGLI ANIMALI

 DIRETTIVA 98/58/CE, allegato 1, paragrafo 18:

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“Nessuna altra sostanza, ad eccezione di quelle somministrate a fini terapeutici o profilattici o in vista di
 trattamenti zootecnici come previsto nell'articolo 1, paragrafo 2, lettera c), della direttiva 96/22/CE (1), deve
 essere somministrata ad un animale, a meno che gli studi scientifici sul benessere degli animali e l'esperienza
 acquisita ne abbiano dimostrato l'innocuità per la sua salute e il suo benessere”.
 DIRETTIVA 98/58/CE, allegato 1, paragrafo 20:
 “Non devono essere praticati l'allevamento naturale o artificiale o procedimenti di allevamento che provochino
 o possano provocare agli animali in questione sofferenze o lesioni”.
 Questa disposizione non impedisce il ricorso a taluni procedimenti che possono causare sofferenze o ferite
 minime o momentanee o richiedere interventi che non causano lesioni durevoli, se consentiti dalle disposizioni
 nazionali.
 DIRETTIVA 98/58/CE, allegato 1, paragrafo 21:
 “Nessun animale deve essere custodito in un allevamento se non sia ragionevole attendersi, in base al suo
 genotipo o fenotipo, che ciò possa avvenire senza effetti negativi sulla sua salute o sul suo benessere”.

  DIRETTIVA 97/2/CE allegato A punto a): “I vitelli non debbono essere legati, ad eccezione di quelli stabulati
  in gruppo che possono essere legati per un periodo massimo di un'ora al momento della somministrazione di
  latte e succedanei del latte. Se si utilizzano attacchi, questi non devono provocare lesioni al vitello e
  debbono essere regolarmente esaminati ed eventualmente aggiustati in modo da assicurare una posizione
  confortevole agli animali. Ogni attacco deve essere concepito in modo tale da evitare il rischio di
  strangolamento o ferimento e da consentire ai vitelli di muoversi"
  DIRETTIVA 97/2/CE allegato A punto d):
  “Ai vitelli non dev'essere messa la museruola”
  DIRETTIVA 97/2/CE allegato A punto f):
  “Ogni vitello deve ricevere colostro bovino quanto prima possibile dopo la nascita e comunque entro le prime
  sei ore di vita.."

 Lo svezzamento dei vitelli non dovrebbe essere di tipo precoce (prima dei 45
giorni di vita).

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 È obbligatorio che la cauterizzazione dell’abbozzo corneale avvenga entro 21
giorni di età.
 È vietato mantenere permanentemente legati i vitelli.
 È vietato mettere la museruola agli animali.
 È vietata la mutilazione, come ad esempio la decornazione, qualora questa non
venga effettuata a scopi terapeutici. Il taglio della coda deve essere praticato solo a scopi
terapeutici e non deve costituire un’operazione di routine.

GRAVIDANZA       E PARTO

L’evento del parto è molto importante, in quanto è il momento “della vita” dove si
costruisce il futuro dell’allevamento, ma occorre mantenere un elevato grado di attenzione
durante l’intera fase del periparto. Durante tale periodo è necessario prestare attenzione
alla frequente riduzione di assunzione di sostanza secca da parte delle bovine a pochi
giorni dal parto, fattore che condiziona il bilancio energetico ed i problemi sanitari
correlati. Occorre curare al massimo la qualità e la palatabilità della razione in questo
periodo, istituendo se possibile appositi gruppi di asciutta da seguire con particolare cura.
L’esperienza e la ricerca scientifica hanno dimostrato la validità dei seguenti interventi:
aumento del valore e del contenuto energetico della dieta, aumento dell’ingestione,
aumento del tenore di proteina e del contenuto di vitamine e minerali (Amadori e
Bertocchi, 2005)
 La maggior parte delle difficoltà e dei casi di morte durante il parto possono essere
prevenuti attraverso una corretta gestione della vacca durante la gravidanza, assicurando
che arrivi in buone condizioni di salute al momento del parto.
 Al momento del parto è fondamentale prestare adeguate attenzioni sia al vitello che
alla vacca: si tratta di un momento di stress e di conseguenza, è opportuno predisporre
con l’alimentarista aziendale una integrazione particolare, per assicurare il corretto
funzionamento del rumine senza razioni eccessivamente acidogene e garantire un
apporto di energia by-pass elevato.
 È buona norma predisporre una specifica area per il parto delle bovine.
Sarebbe preferibile disporre di un box individuale con lettiera, ma è considerato
accettabile anche un box collettivo. In diverse realtà aziendali le vacche vengono fatte
partorire nello stesso box delle vacche che sono in asciutta. In tali casi i rischi di mortalità
sono superiori. La sala parto dovrebbe essere costituita da un box in cui viene posta

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abbondante paglia pulita e che presenti una superficie tale che la vacca possa avere
libertà di movimento. Il box deve essere attrezzato in modo che siano disponibili
prontamente disinfettanti, saponi e medicinali per le prime cure al vitello, un cordino da
tiro e un rotolo di carta per asciugarsi e pulirsi le mani.
Nel caso in cui le vacche e i vitelli siano ospitati in un box collettivo, è bene prevedere
un’area accessibile ai soli vitelli.
Le vacche primipare andrebbero introdotte gradualmente nel gruppo di lattazione.
 Il personale addetto al parto dovrebbe essere formato per poterne riconoscere
tutti i segni premonitori.
Durante il parto è importante, sia per la vacca che per il vitello, la presenza dell’uomo.
L’operatore ha la possibilità di rilevare l’avvicinarsi del parto dal rigonfiamento della
mammella, dall’ arrossamento e dal rigonfiamento delle labbra vulvari, dal rilassamento
dei legamenti che si estendono dalle vertebre caudali alle punte ischiatiche, dalla
fuoriuscita di uno scolo filamentoso dalla rima vulvare e dall’irrequietezza dell’animale.
 È essenziale che vi sia una costante supervisione del parto in modo da poter
intervenire in caso di bisogno e che sia assicurato un ambiente tranquillo alle vacche
che stanno partorendo. Il personale in supervisione non dovrebbe disturbare il corso
naturale del parto, salvo quei casi in cui sia davanti a distocie e risulti necessaria
assistenza.
 Nel caso in cui sorga qualsiasi dubbio riguardo alla presentazione del vitello, allo stato
di salute della madre o relativamente al decorso del parto è necessario consultare
immediatamente un medico veterinario.
 Se il parto necessitasse di assistenza, è fondamentale rispettare buone norme
igieniche. È necessario provvedere al lavaggio e alla disinfezione di tutti gli strumenti di
assistenza al parto dopo ciascun uso.
 Le attrezzature e gli strumenti ostetrici devono essere usati solamente in caso di reale
necessità e non per accelerare il decorso di un parto naturale.
 L’induzione al parto deve essere eseguita solo in caso di reale bisogno e sotto il
controllo di un medico veterinario.
 È buona norma effettuare la disinfezione del cordone ombelicale subito dopo la nascita
del vitello.
 Il vitello è un organismo giovane che necessita di cure attente al fine di assicurarne la
sopravvivenza e la crescita. In un allevamento in cui si prestano le dovute attenzioni al

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parto e alle cure neonatali le perdite di vitelli dovrebbero essere contenute al di sotto
del 5%.
La diarrea neonatale rappresenta la maggiore causa di mortalità dei vitelli, specialmente
nelle prime due settimane di vita ed è dimostrato come la corretta gestione della
colostratura e del management aziendale rivestano un ruolo centrale nel determinismo
delle sindromi del giovane vitello, patologie ad eziologia combinata che coinvolgono
batteri (Coliformi, Salmonelle), virus (Coronavirus, Rotavirus) e protozoi (Criptosporidium
e coccidi) (Allodi, 2007).
 In natura la situazione ideale prevede che il vitello trascorra a stretto contatto con la
madre le prime ore di vita e assuma al più presto il colostro.

Area 2 - SISTEMI DI ALLEVAMENTO E STABULAZIONE

Obiettivo del moderno allevamento è quello di far partorire una vacca con una cadenza di
poco superiore all’anno (0,95 parti/anno costituiscono il valore ottimale) per ottenere la
massima produzione di latte con il minor consumo di alimenti. La vacca viene fecondata a
distanza di circa 60 gg dal parto precedente. Il tasso di rilevamento dei calori si attesta
dal 40 al 45%. La lattazione dura circa 300 gg. Il periodo di asciutta, che precede il parto
successivo, dura dai 45 a 60-80 gg. Il primo parto avviene all’età di 2,2-2,4 anni e la
carriera produttiva dura indicativamente 5-6 parti. La rimonta (tasso di sostituzione degli
animali) va dal 20 al 30% all’anno in relazione alle condizioni sanitarie, selettive ecc.. Al
vitello appena nato viene somministrato il colostro per 3-4 giorni. Esso viene poi allattato
con latte naturale o rigenerato e svezzato a 5-12 settimane in funzione della destinazione
(se da ingrasso o da rimonta). Il toro inizia l’attività riproduttiva a 18 mesi e viene scartato
a 7-8 anni.
I sistemi di stabulazione utilizzati e le strutture presenti in allevamento hanno un ruolo
estremamente importante nella determinazione del benessere delle bovine da latte. La
stabulazione dovrebbe consentire ad ogni animale di avere un costante accesso
all’alimento e all’acqua, di avere un’area di riposo confortevole e asciutta, un riparo in
caso di cattivo tempo e spazio a sufficienza per muoversi e comportarsi secondo la
normale gamma di comportamenti sociali specie-specifici (in particolare è necessario che

                                              17
gli animali più in basso nella scala gerarchica abbiano lo spazio sufficiente per
allontanarsi da quelli dominanti).
Il sistema di stabulazione influisce significativamente anche su un aspetto cardine
dell’allevamento della bovina da latte, quale quello riproduttivo. Studi scientifici
dimostrano che il 65% di gravidanza ottenuto dopo un periodo di pascolo con toro in
bovine con problemi riproduttivi, quasi irrisolvibili in allevamento, induce a ritenere che
gran parte della sterilità delle bovine da latte oggi denunciata sia una sindrome
disneuroendocrina funzionale e comunque reversibile con il miglioramento delle
condizioni ambientali (Belluzzi e Matteuzzi, 1987).
Qualsiasi sia il sistema di stabulazione utilizzato, è molto importante fornire all’animale
un’area che sia il più confortevole possibile, in modo da far sì che la bovina possa
rimanere in decubito per il tempo desiderato, ruminare ed alzarsi in modo normale.
E’ essenziale conoscere le dimensioni degli animali e i loro requisiti di spazio per evitare
problemi con poste, cuccette, gabbie ecc. Sono importanti sia le dimensioni statiche sia
quelle degli animali in movimento. Le dimensioni statiche degli animali (altezza,
lunghezza, larghezza) sono in relazione all’età, al sesso, al peso e alla razza (Tabella 1).
Le dimensioni dinamiche si riferiscono al movimento per sdraiarsi, alzarsi, mangiare,
defecare e per la deambulazione (Figure 1 e 2).
Dato che le dimensioni degli animali variano in relazione alla razza e alla selezione, è
evidente che le attrezzature andranno scelte partendo proprio dalla valutazione della loro
compatibilità con le dimensioni degli animali. Va però fatto notare che, per le condizioni
dinamiche, esiste la possibilità di adattamento del movimento naturale a quello imposto
dalla particolare struttura. Ciò non significa che l’attrezzatura è buona ma che l’animale si
adatta, e ciò può essere fonte di stress.

                                             18
Figura 1 - Distanza raggiunta dalla bocca(da: Il benessere dei suini e delle bovine da latte – fondazione
iniziative zooprofilattiche)

Figura 2 - Principali movimenti compiuti dagli animali (da: Il benessere dei suini e delle bovine da latte
– fondazione iniziative zooprofilattiche)

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Tabella 1 - Caratteristiche dimensionali dei bovini (da: Il benessere dei suini e delle bovine da latte –
fondazione iniziative zooprofilattiche)

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Le tipologie costruttive dipendono in parte dall’ambiente (clima) in cui vengono allevate le
bovine; dal tipo di produzione (biologica o meno), dalla disponibilità di foraggio nei diversi
periodi dell’anno, dalle modalità di gestione dei reflui, dal costo della manodopera,, dal
regime fondiario, ecc. Questo fa sì che a parità di condizioni climatiche si possano
riscontrare soluzioni costruttive diverse e con diverso grado di sofisticazione a livello
impiantistico. Così, in regioni a clima mite, le bovine possono essere stabulate sotto
tettoie aperte con pareti ridotte al minimo; in altre regioni le stalle devono essere chiuse
per conservare il calore e proteggere gli animali oltre che il sistema di abbeveraggio e di
mungitura ecc.

Nelle diverse tipologie di allevamento si possono riscontrare (non esclusivamente) le
seguenti strutture:
– recinzioni permanenti (zone temperato-calde in cui le vacche pascolano per tutto il
corso dell’anno; vi può essere al massimo la somministrazione aggiuntiva di concentrato
e fieno in luogo dedicato);
– recinzioni permanenti e tettoie (zone calde; foraggio e concentrati vengono portati agli
animali);
– recinzioni temporanee di limitazione del pascolo (zone a clima temperato e pascolo
intensivo);
– recinzioni di confinamento temporaneo degli animali (zone calde, alpeggi; gli animali
vengono rinchiusi di notte e portati al pascolo di giorno);
– stalle a stabulazione libera permanente (zone a clima temperato; tutto l’alimento viene
portato agli animali);
– stalle a stabulazione libera temporanea (zone a clima temperato; gli animali vengono
tenuti nelle stalle solo in inverno; in allevamenti di montagna o allevamenti biologici);
– stalle a stabulazione permanente (piccoli allevamenti delle zone a clima temperato-
freddo e allevamenti intensivi; l’alimento viene portato agli animali durante tutto l’anno);
– stalle a stabulazione fissa temporanea (zone a clima temperato; gli animali vengono
rinchiusi o per la stagione fredda o per una parte del giorno in stalle).
Inoltre negli allevamenti si possono individuare le seguenti strutture complementari:
– sale di mungitura e locali dove viene conservato il latte;
– strutture per i trattamenti sanitari e l’isolamento degli animali;
– tettoie per deposito del fieno e della paglia;

                                               21
– sili per foraggi e cereali;
– deposito di alimenti e concentrati.

 L’allevamento deve disporre di idonee strutture per:
 • le vacche in lattazione e asciutta;
 • le bovine da rimonta;
 • i vitelli fino a 8 settimane;
 • i tori da riproduzione;
 • box parto - È buona norma predisporre una specifica area per il parto delle bovine: la
    soluzione ideale è rappresentata dalla presenza di box individuali in un numero
    almeno pari al 5% delle vacche allevate, ma è accettabile un box collettivo con
    lettiera con capienza totale almeno pari al 5% delle vacche allevate, I box dovrebbero
    prevedere la lettiera e devono disporre di una superficie idonea ad evitare gli
    scivolamenti. Nel caso in cui le vacche e i vitelli siano ospitati in un box collettivo, è
    bene prevedere un’area accessibile ai soli vitelli.
 • isolamento/quarantena – è consigliabile la presenza di una struttura per la
    quarantena dei nuovi soggetti al fine di evidenziare i sintomi di eventuali malattie
    infettive che potrebbero essere trasmesse agli altri animali dell’allevamento ed
    effettuare i necessari accertamenti diagnostici.
    Come struttura di isolamento/infermeria è accettabile un box collettivo/individuale
    nella stalla delle vacche, ma è preferibile un box collettivo/individuale in un locale
    separato dalla stalla delle vacche. Per il box collettivo di isolamento sarebbe
    opportuno prevedere l’impiego di un sistema di cattura individuale.
    La capienza complessiva della zona di isolamento-infermeria non dovrebbe essere
    inferiore al 6% del numero di vacche allevate.
    Nel box di isolamento è necessaria la disponibilità di acqua in continuo e deve essere
    possibile mungere le vacche.

TIPOLOGIA DI STABULAZIONE
STABULAZIONE FISSA
La stabulazione fissa è una soluzione ancora molto diffusa in Italia. Le condizioni di
lavoro risultano più difficoltose rispetto alle soluzioni a stabulazione libera sia per quanto
riguarda la mungitura che per quanto concerne le operazioni connesse all’alimentazione

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e alla cura degli animali. La produttività del lavoro è inferiore e le condizioni di
stabulazione predispongono a problemi sanitari. La stabulazione fissa è praticata
prevalentemente nelle zone in cui il clima è molto rigido e/o per limitati periodi di tempo.
Nelle stalle a stabulazione fissa possono essere adottate soluzioni a una o a due file di
animali con disposizione groppa a groppa o testa a testa. Nelle stalle a una fila gli animali
sono solitamente rivolti a Nord; da una parte vi è la piattaforma per il letame e dall’altra il
locale per il latte. Se non vi è corsia di alimentazione il foraggio viene immesso in
mangiatoia passando tra le vacche. La stalla che ne risulta è stretta e adatta per zone di
montagna (la larghezza della stalla risulta di 4,5 m circa). La ventilazione naturale è resa
difficoltosa a causa delle basse cubature. La larghezza della corsia di alimentazione (di
solito presente nelle stalle che ospitano più di 20-22 capi) è ≥ 1,2 m in relazione al
mezzo di distribuzione utilizzato. Nelle aziende con un numero di capi limitato il fieno e la
paglia sono posti sopra alla stalla (soluzione oggi sconsigliata per problemi di sicurezza).
Nelle stalle a due file, soluzione consigliata per un numero di capi superiore a 20 vacche,
nelle soluzioni groppa a groppa la larghezza dell’edificio è superiore a 12,5 m se sono
presenti corsie di alimentazione, mentre è superiore a 8,3 m nelle soluzioni senza la
corsia. La disposizione testa a testa permette di ottenere un edificio più compatto (10,9 m
circa ). La distribuzione degli alimenti avviene da unico corridoio centrale. L’asse
principale delle stalle è orientato secondo la direzione Nord-Sud.
STABULAZIOME LIBERA
Si tratta del sistema più efficiente e rispettoso delle normative per allevare le bovine da
latte.
Le vacche sono tenute in aree recintate con zona coperta su paglia o in cuccette e
vengono munte in ambienti (le sale di mungitura) caratterizzati da migliori condizioni
igienico-sanitarie; le operazioni di mungitura sono facilitate; il lavoro necessario per la
pulizia e la rimozione delle deiezioni ridotto al minimo o automatizzato. La stabulazione
libera è adatta a ogni categoria di bovini. La tipologia dei fabbricati dipende dalle
condizioni climatiche e dalla piovosità, che gioca un ruolo determinante sia quantità della
paglia consumata, sia sullo spandimento del liquame. La pulizia degli animali è
importante per facilitare la mungitura e l’igiene del latte. La stalla può essere a corpo
unico o a corpi separati indifferentemente,purchè siano assicurate idonee condizioni
ambientali. Nei grandi allevamenti è opportuno suddividere la mandria in gruppi (50-100
capi) per permettere un migliore controllo degli animali e un’alimentazione differenziata.

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La stalla a lettiera permanente in genere è adatta per edifici aperti su almeno uno dei lati.
Prevede una zona di riposo e una zona di esercizio. La zona di riposo può essere vicina a
quella di alimentazione o separata da questa dalla zona di esercizio. Nella zona di riposo
viene apportata paglia in ragione di 4-6 kg/giorno capo. La superficie può variare fra 4-5
m2/capo e 6-8 m2/capo; una minore superficie comporta un maggiore consumo di paglia
e un minor livello di benessere degli animali.
L’accesso all’area coperta dalla lettiera deve essere il più ampio possibile per consentire
alle bovine il massimo sfruttamento della lettiera stessa. Al fine di mantenere pulita la
lettiera e ridurre il consumo di paglia (3-5 kg/giorno per capo) è possibile realizzare un
pavimento con pendenza del 6-8%. In questo caso la larghezza della zona destinata a
lettiera non deve superare i 6-7 m. In ogni caso la pulizia frequente del corridoio permette
di mantenere più pulita la lettiera. Il sistema è, però, poco idoneo per le vacche.
La stalla a cuccette combina i vantaggi della lettiera con quelli della posta fissa. Con tale
sistema di allevamento le vacche risultano più pulite e tranquille,, diminuisce il consumo
di lettiera e si ha un minor impiego di manodopera; anche l’incidenza di inconvenienti
sanitari risulta inferiore. La zona di riposo a cuccette può essere disposta secondo due
schemi: a cuccette separate (groppa a groppa) o contrapposte (testa a testa). Inoltre, in
relazione alla zona di alimentazione, queste possono essere direttamente confinanti o
separate dall’area di esercizio, come già indicato nel caso della lettiera. La soluzione a
“cuccette contrapposte” o “testa a testa” non prevede la realizzazione di pareti..Il
pavimento delle cuccette ha un fondo in terra asciutta o calcestruzzo magro con finitura
superficiale in altro materiale. Fra questi ad esempio il calcestruzzo: 1:2:4, spesso 75 mm
su una base in sabbia posta sopra il magrone. È consigliabile inserire un foglio di politene
a tenuta fra la sabbia e il calcestruzzo. Il pavimento ha una pendenza verso il corridoio
fino al 3,5% . Nella cuccetta viene posta la lettiera: la paglia è il materiale ideale, ma si
possono utilizzare sabbia, torba, cruschello, segatura, carta macinata o deiezioni
disidratate.
Molto apprezzati sono i tappetini in gomma rigida o “materassi” riempiti di ritagli di
materiale elastomerico e con segatura posta sopra. La sabbia sarebbe un materiale
ideale perché non permette la moltiplicazione dei batteri, assorbe l’umidità, fornisce un
discreto appoggio e un altrettanto discreto attrito rendendo i pavimenti meno scivolosi. La
sabbia ha lo svantaggio che ne occorrono da 20 a 30 kg/giorno per stallo e pone problemi
per la gestione dei reflui. Per limitare il consumo di sabbia si può applicare al cordolo una

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paretina di gomma. Anche la paglia è un ottimo materiale, ma presenta un costo di
acquisto, stoccaggio e movimentazione elevato. Il gradino posteriore della cuccetta (che
impedisce che il liquame asportato dal corridoio tracimi) è costituito da un cordolo in
calcestruzzo largo 10 cm e alto 20-25 cm. Se il corridoio ha pavimento fessurato, il
cordolo posteriore può essere alto 5-10 cm. In quest’ultimo caso però non si riesce ad
impedire agli animali di entrare nella cuccetta all’indietro.
I divisori o battifianchi sono il componente che più caratterizza la cuccetta e vengono
generalmente costruiti in tubolare metallico di 50 mm di diametro (ma anche con tavole di
legno, con robuste corde e piantane metalliche ecc.). L’altezza dei battifianchi varia fra
1,05-1,2 m e sono arretrati di 15-30 cm rispetto al cordolo posteriore. Il tubo orizzontale
mediano è posto a 40-50 cm da terra.

La stalla a cuccette richiede una attenta osservazione del comportamento delle bovine,
che devono sdraiarsi regolarmente e non mostrare tracce di ferite o contusioni. La vacca
che sta in piedi ha problemi, ma più vacche in piedi denotano problemi alle cuccette
(almeno il 90% delle vacche dovrebbe star sdraiato nelle cuccette). Le deiezioni devono
cadere nel corridoio e a questo provvede un tubo trasversale, detto anche allenatore o
allineatore o tutore, posto a 30-45 cm dal muro, o a 1,65 m dal cordolo, sulla parte alta in
cima ai battifianchi, che fa coricare gli animali correttamente.
Le varie aree funzionali della stalla vanno collegate in maniera tale che le bovine
seguano il seguente percorso: area di esercizio → area di mungitura → area di
alimentazione.
E’ importante mantenere questo tipo di circolazione perché è opportuno che le bovine, al
termine della mungitura, rimangano in piedi fino alla completa chiusura del dotto del
capezzolo. La possibilità per gli animali di sdraiarsi su superfici contaminate subito dopo
la mungitura predispone alla colonizzazione del dotto e all’instaurarsi di mastiti
ambientali. Per ogni gruppo di bovine vanno previsti almeno due passaggi per accedere e
tornare dalla corsia di alimentazione senza creare strozzature. Nell’organizzare la
divisione per gruppi occorre ricordare che le corsie a fondo cieco, anche se ottenute con
cancelli, non sono gradite alle bovine.

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VACCHE IN LATTAZIONE / VACCHE IN ASCIUTTA / MANZE GRAVIDE

 La stabulazione libera è, in ogni caso, preferibile a quella fissa, sia nelle soluzioni
con cuccette che con lettiera in zona di riposo .
 Deve essere prevista un’adeguata superficie di stabulazione in funzione della
tipologia di stabulazione (fissa, libera, libera con cuccette).
Allevamento a stabulazione fissa:
 le dimensioni indicate di una posta “corta” sono 1,75 m di lunghezza e 1,15 m di
larghezza, mentre le dimensioni minime di una posta “lunga” sono 1,95 m di lunghezza e
1,15 m di larghezza.

Allevamento a stabulazione libera:
 Lo spazio di lettiera disponibile per ogni animale dovrebbe essere tale da garantire ad
ogni bovina di potersi sdraiare e alzarsi senza difficoltà.
 I box che ospitano gli animali non dovrebbero essere in nessun caso sovraffollati,
anche per evitare problemi quali lo schiacciamento della mammella da parte di altre
bovine, con conseguenti ripercussioni sulla produttività. Il numero degli animali stabulati
su lettiera deve essere quindi deciso su una base razionale, in funzione della superficie
di lettiera disponibile. La superficie totale minima della zona di riposo dovrebbe essere di
almeno 6 m2/capo, ma è preferibile disporre di una superficie di almeno 8 m 2/capo.
 È preferibile la presenza di un paddock, pavimentato o di terra battuta, di
dimensioni minime di 3m2/capo e di 8m2/capo rispettivamente.
Allevamento a stabulazione libera con cuccette:
 è indispensabile che il numero delle cuccette sia almeno pari al numero degli animali
presenti; tuttavia sarebbe alquanto consigliabile programmare un numero di cuccette
superiore al numero di animali, in modo da assicurare alle bovine subordinate una
cuccetta lontana da quella della bovina dominante; la percentuale in eccesso
consigliabile è del 5% in più rispetto al numero di animali presenti nel gruppo. In caso
contrario, gli animali subordinati potrebbero trovarsi costretti a sdraiarsi nelle corsie di
passaggio: questi animali non solo risulteranno molto sporchi, ma avranno anche
maggiori probabilità di contrarre mastiti ambientali, procurarsi lesioni e avere problemi
podali.

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 Di primaria importanza risultano anche le dimensioni delle cuccette. Cuccette
ben dimensionate non solo permettono all’animale di avere il massimo comfort, ma
aiutano anche a mantenere un livello igienico maggiore. Qualora infatti le cuccette siano
troppo lunghe, le deiezioni possono rimanere nella parte posteriore invece che cadere
nel canale di scolo; con cuccette troppo larghe, invece, la bovina può girarsi e depositare
le deiezioni nella parte anteriore della cuccetta, dove in teoria dovrebbe appoggiare la
testa. Cuccette troppo corte, infine, possono creare notevoli difficoltà all’animale nello
sdraiarsi e, soprattutto, nel rialzarsi, prolungando il tempo normalmente necessario per
effettuare il passaggio dalla posizione di decubito a quella di stazione e viceversa ed
alterando i normali movimenti che l’animale impiegherebbe per effettuare tale
operazione. La progettazione di un sistema a cuccette deve quindi tener conto delle
dimensioni, della forma e del peso degli animali. Una progettazione non appropriata
potrebbe portare infatti ad una riduzione dei tempi di decubito delle bovine, costituendo
un fattore predisponente per le zoppie e potrebbe essere causa di danni ai capezzoli nel
caso di una larghezza della cuccetta non adeguata. Un dimensionamento non corretto
delle cuccette inoltre porta gli animali a trascorrervi meno tempo a riposo, elemento di
stress e causa di minori produzioni. .
La dimensione consigliata delle cuccette dipende dalla loro tipologia: per le cuccette
singole contro muro sono indicate le misure minime 2,5 m di lunghezza e 1,3 m di
larghezza. Per le cuccette singole libere anteriormente sono indicate le misure minime di
1,8 m di lunghezza e 1,3 m di larghezza. Per le cuccette contrapposte (testa-testa) sono
indicate le misure minime di 4,4 m di lunghezza e 1,3 m di larghezza. I battifianchi delle
cuccette devono essere del tipo ad appoggio anteriore.
 Le cuccette dovrebbero sempre essere dotate di materiale da lettiera che
consenta all’animale di avere una superficie morbida su cui appoggiarsi. Il materiale di
riempimento delle cuccette, preferibilmente lettiera su pavimento pieno, dovrebbe essere
mantenuto in buono stato, rabboccandolo o sostituendolo quando necessario, anche per
ragioni igieniche. L’utilizzo di una superficie dura, senza nessun tipo di materiale di
riempimento, è sconsigliabile.
 Relativamente alle corsie di passaggio tra le cuccette è importante specificare che
esse devono avere una larghezza sufficiente al fine di permettere agli animali di
passare con facilità, senza ostacolarsi a vicenda . La larghezza minima dei passaggi fra
le cuccette dipende dalla presenza o meno di abbeveratoi: un passaggio senza

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