Anita: divieto Austria contro libero scambio - Messaggero Marittimo

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Anita: divieto Austria contro libero scambio - Messaggero Marittimo
15 Febbraio 2020 -

Anita: divieto Austria contro libero
scambio

ROMA – La commissaria ai Trasporti Valean incontrerà domani a Bolzano la
ministra Paola De Micheli sul divieto imposto dall’Austria sul transito dei
mezzi pesanti. Anita ha inviato un documento relativo agli impatti economici
che le misure limitative al traffico pesante sull’asse del Brennero,
introdotte dall’Austria, hanno sul comparto dell’autotrasporto nazionale.

Di seguito il testo integrale del documento:

Il divieto settoriale austriaco, esteso dal primo Gennaio 2020 ad altre
tipologie merceologiche e limitato nella deroga ai veicoli Euro VI
immatricolati dopo il 31 Agosto 2018, assieme agli impedimenti precedenti,

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produce inevitabilmente gravi conseguenze economiche non soltanto alle
imprese di autotrasporto interessate da tale provvedimento, ma anche e
soprattutto a tutto il comparto industriale e commerciale dell’export
italiano.

Di questo è convinta l’Anita (Associazione nazionale imprese trasporti
automobilistici), infatti dalle rilevazioni condotte sulle imprese che
transitano dal Brennero e ubicate sull’intero territorio nazionale, risulta
quanto segue:

Composizione flotta

A livello nazionale, i veicoli Euro VI immatricolati prima del 31/08/2018
sono circa 71.000 e rappresentano circa l’80% del totale dei veicoli Euro VI
che fino al 31/12/2019 potevano circolare liberamente su strada attraverso il
Brennero trasportando le merci rientranti nel divieto settoriale.
I veicoli Gnl che pure sono esentati dal divieto settoriale, sono irrilevanti
dal punto di vista percentuale.

Offerta ferroviaria – Rola

Nel 2019 sulla Rola Woergl – Brennero sono transitati 151.000 complessi
veicolari a fronte di una disponibilità di 200.000 posti (75% di saturazione
media). Dal 1° Gennaio 2020 l’Austria ha promesso di portare a 400.000 la
capacità ferroviaria della Rola, con un potenziale spostamento di ulteriori
149.000 complessi veicolari dalla strada alla ferrovia, considerando lo
stesso grado di saturazione media del 75%.
Per aumentare la disponibilità di posti a 400.000 occorrerebbero altri 9.524
treni all’anno ossia 198 treni in più la settimana (43 settimane/anno).
Attualmente l’offerta Rola è molto minore e rimane il dubbio se la tracce
ferroviarie disponibili permetteranno l’incremento promesso.
La consultazione dei posti liberi del giorno 11 Febbraio 2020, ore 13:59,
dava per occupati già tutti i treni da Brennero a Woergl fino alle ore 21:20
di sera e quindi con tempi di attesa di oltre 7 ore. Maggiore offerta di Rola
porterebbe il rischio che vengano tolte tracce al traffico combinato
non accompagnato.

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Impatto economico

Maggiori costi – Il maggior costo sopportato dalle imprese di autotrasporto
per l’utilizzo della Rola Woergl – Brennero, risultante dalla nostra
rilevazione, è di circa 250 euro per singola tratta. Tale importo è calcolato
al netto dei costi di gasolio e pedaggi riferiti al tutto-strada su tale
tratta e dei maggiori tempi di attraversamento in ragione di 4 – 5 ore
(arrivo al terminal ferroviario, imbarco sul treno, tragitto, sbarco, messa a
disposizione del veicolo).
Su tale tratta, pertanto, il maggior costo per le imprese del settore ammonta
a 80,81 milioni di euro.
Sulla tratta ROLA Trento-Woergl, invece, il maggior costo è pari a circa 150
euro per singola tratta ed il maggior costo complessivo è pari a 7,5 milioni
di euro. In totale, il maggior costo che le imprese devono assorbire è di
oltre 88 milioni di euro.

Ulteriori considerazioni

Il divieto settoriale non vale per le merci di origine o destino del Tirolo,
nonostante ci sarebbero le possibilità di trasferimento sulla ferrovia,
disponendo il Tirolo di un efficiente terminale ferroviario a Hall vicino ad
Innsbruck.
Per i vettori dell’Austria dividendo un viaggio di transito in due tratte
distinte, possono facilmente bypassare il divieto. La misura è quindi anche
discriminatoria e configura una situazione di concorrenza sleale.
Le imprese che utilizzano la Rola, riferiscono che è più difficoltoso trovare
posto sul treno in direzione Woergl-Brennero che non nella tratta verso la
Germania. La limitazione della deroga comporta anche un aumento dei viaggi a
vuoto per coloro che non avendo il veicolo idoneo, non possono bilanciare il
viaggio caricando merci incluse nel divieto settoriale. Ciò impatta su
efficienza e sostenibilità ambientale, producendo un effetto paradossale
rispetto alle motivazioni austriache che hanno imposto tale divieto.
Ancora sotto il profilo ambientale e dell’efficienza, il potenziamento della
Rola toglie spazio al trasporto combinato non accompagnato, che al contrario,
rappresenta la vera e più efficace alternativa al tutto-strada.
La Rola è la modalità del combinato terrestre di gran lunga meno efficiente,
molto più costosa e possibile soltanto su brevi tratte. Se viene incentivata
di più del trasporto combinato non accompagnato toglie traffico a

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quest’ultimo che invece riesce a trasferire dalla strada alla ferrovia le
merci su lunghe distanze con evidenti maggiori benefici ambientali. La Rola
inoltre ha il tasso di inquinamento acustico più elevato ed infine, è gestita
dalla ferrovia austriaca, che non avendo in gestione il trasporto combinato
non accompagnato, non ha alcun interesse a sviluppare il vero trasporto
combinato terrestre.

Altri impedimenti

Divieto di transito di sabato mattina:
– Comporta grosse difficoltà per le imprese a far di rientrare in sede gli
autisti che in questo modo devono trascorrere il fine settimana all’estero.
– Fa aumentare il traffico il venerdì pomeriggio e lunedì mattina, con
ripercussioni anche sulla sicurezza stradale.
– Comporta elevati costi per i vettori italiani.
– E’ una misura discriminatoria, in quanto non vale per i vettori austriaci.

Divieto di transito notturno per veicoli ante Euro6 e pedaggio notturno
triplo sull’autostrada A12 dal Brennero a Innsbruck:
– Fa aumentare il traffico diurno, con una particolare concentrazione nelle
ore della mattina, accentuando i picchi in concomitanza del traffico
pendolare nel Trentino Alto Adige.
– La misura non riduce in nessun modo l’impatto ambientale, ma aumenta il
rischio di incidentalità stradale in quanto il traffico si concentra sulle
ore diurne.
– L’importo del pedaggio notturno non risponde alle regole europee sui
pedaggi autostradali.

Divieto di rifornimento gasolio in Austria (divieto di uscire
dall’autostrada):
– Misura iniqua e discriminatoria in quanto di fatto non applicato ai vettori
austriaci, che pertanto godono di rifornimenti di gasolio a costi inferiori.

Sistema di dosaggio:
– Misura che fa aumentare l’impatto ambientale in quanto il traffico viene
spostato su altre ore del giorno con incolonnamenti e traffico “stop and go”,
più inquinante di un traffico fluido.
– Critica la situazione socio-sanitaria per gli autisti, che a bordo dei
veicoli devono sostare in autostrada per diverse ore.

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Secondo le statistiche, tutte le misure restrittive attuate hanno favorito i
vettori austrici del Tirolo, i quali, contrariamente a quanto successo negli
ultimi anni nel Trentino Alto Adige, sono aumentati.

Soluzioni

Secondo l’Anita, quindi l’’unica soluzione percorribile appare quella del
ricorso da parte del Governo Italiano alla Corte di giustizia Ue sui tre
provvedimenti che sono in palese contrasto con le regole comunitarie:
– divieto settoriale, in quanto sproporzionato e discriminatorio;
– pedaggio autostradale notturno da Innsbruck al Brennero, in quanto
superiore ai limiti massimi consentiti dall’Europa;
– divieti di transito notturni, divieti di sabato mattina e sistemi di
dosaggio, in quanto contrari alla libera circolazione e non funzionali al
perseguimento di finalità ambientali.

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Liguria e cantieri autostradali:
tavolo di confronto mensile

GENOVA – Avrà cadenza mensile il tavolo di confronto sui cantieri
autostradali istituito tra Regione Liguria, Aspi, Confindustria, Autorità di
Sistema portuale del mar Ligure occidentale, imprenditori e associazioni di
categoria degli autotrasportatori.

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È la decisione presa al termine dell’incontro tenutosi in Regione per
limitare i disagi causati ai trasporti eccezionali dal piano di
cantierizzazioni che Aspi ha attivato per le verifiche tecniche sulle tratte
di competenza.
“L’obiettivo -commenta l’assessore allo Sviluppo economico Andrea Benveduti–
è quello di riuscire a fronteggiare al meglio le difficoltà logistiche
regionali, per alleviare i riflessi economici che l’imprevedibilità dei
cantieri autostradali sta già oggi creando e per garantire una migliore
gestione del traffico in città e del flusso riguardante gli accessi ai
porti”.

Aspi si è, da parte sua, impegnata su tre fronti: il primo riguarda
l’applicazione, ogni volta che sia possibile, di misure gestionali, quali per
esempio by pass, scambi di carreggiata, chiusure notturne ad hoc e
posticipazione di cantieri, per agevolare il transito di trasporti
eccezionali.
Il secondo relativo all’assistenza, con l’aumento del personale dedicato ai
trasporti eccezionali per velocizzare e migliorare sia il servizio di call-
center, sia il rilascio delle pratiche autorizzative.
Per queste ultime in particolare, la Direzione di Tronco di Genova ha dato
rassicurazioni circa la riduzione delle tempistiche di rilascio, fissandole a
due settimane per le pratiche normali e a tre per quelle che necessitano di
analisi specifiche.

Nonostante ci si renda conto del grande lavoro che Autostrade per l’Italia è
chiamata a fare per recuperare il tempo perduto e le occasioni sprecate,
questo, sottolinea l’assessore, “non può andare a discapito di una filiera
economica che da più di un anno è messa sotto pressione dalla difficoltà, se
non impossibilità, di attivare la catena logistica”.
“Oltre a ciò, per gestire ancor meglio la prima fase di verifiche a tappeto
di Aspi, Confindustria si è offerta come snodo operativo di allineamento tra
le esigenze delle imprese della filiera e le problematiche tecniche che
dovessero via via sorgere nelle autostrade liguri”.
L’auspicio è che questa prima fase duri il meno possibile e si possa così
passare a una pianificazione più strutturale.

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Uggè: bene Conte su blocchi dei Tir

ROMA – “Bene le dichiarazioni del premier Conte sui blocchi dell’Austria al
Brennero”. Così il vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto Paolo
Uggè su quanto affermato ieri dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte,
in merito alla violazione da parte dell’Austria del principio della libera
circolazione delle merci in Unione europea.

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“Quanto sottolineato dalla massima espressione del governo ci trova
pienamente d’accordo: i blocchi dei Tir al Brennero non sono solo questione
che riguarda i trasporti, ma tutto il sistema economico del nostro Paese e,
di conseguenza, la sua competitività – spiega Uggè – Il Governo italiano non
accetti ulteriori dilazioni, ma adotti misure identiche a quelle del Tirolo.
Riteniamo infatti che, nonostante gli interventi dei governi italiani, la
Commissione europea stia traccheggiando da ormai troppo tempo”.

Prosegue quindi la disputa tra Italia ed Auistria, dopo gli ulteriori divieti
di transito ai Tir, di cui Conftrasporto ed altre associazioni di categoria
aveva annunciato ad inizio anno.

Ricordiamo, infine, che a Gennaio, secondo i dati forniti dal governo
tirolese, sulla tratta del Brennero nel Tirolo austriaco sono transitati
circa 4.300 Tir in meno a seguito dei divieti. Si tratta di un calo del 2%
dei transiti complessivi. Parallelamente, sono aumentati i passaggi dei Tir
sulla ferrovia con il servizio “Ro.La”, Sempre a Gennaio le ferrovie
austriache Öbb hanno contato 13.187 mezzi pesanti, a fronte dei 10.000 del
2019.

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Noli marittimi: dal Mit 12 milioni in
più per il mare bonus

ROMA – Nuovo incontro a Roma tra il viceministro delle Infrastrutture e dei
Trasporti Giancarlo Cancelleri e i rappresentanti delle categorie degli
autotrasportatori per fare il punto sull’adeguamento dei noli marittimi.

Dopo l’ultimo appuntamento del 7 Gennaio scorso, per fare il punto sulla

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problematica nata con l’aumento del costo del combustibile, secondo la
direttiva comunitaria IMO 2020, gli autotrasportatori avevano chiesto
soluzioni per rispondere agli armatori che hanno dovuto aumentare i loro
investimenti che ha determinato l’aumento dei noli marittimi.

“In questi ultimi 20 giorni abbiamo studiato, con la ministra Paola De
Micheli e gli Uffici del Ministero di competenza, le misure più efficaci per
garantire un equilibro nell’interesse delle parti e, fra i primi risultati,
abbiamo raggiunto un accordo molto importante fra armatori e
autotrasportatori.
Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti infatti stanzierà 12
milioni di euro in più per il mare bonus che andranno al 100% agli
autotrasportatori. Una buona notizia per tutto il comparto”.

Il tavolo si è aggiornato per un prossimo incontro nel quale verrà affrontato
il tema più specifico che riguarda la Sardegna e la continuità territoriale
relativamente al settore dell’autotrasporto.

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Porto di Salerno: l’ad di Smet sul

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traffico ro-ro

SALERNO – Dai dati pubblicati dall’Autorità di Sistema portuale del mar
Tirreno centrale, si registra, per il porto di Salerno, un 2019 chiuso con
una sostanziale stabilità del traffico ro-ro.
Lo scalo campano ha infatti registrato un leggero incremento, pari all’1,59%
rispetto ai risultati raggiunti nel 2018: alla fine del mese di Dicembre
erano state infatti movimentate 8.095.864 unità tra mezzi pesanti e
automobili contro le 7.969.207 unità del 2018.

A commentare questi dati è Domenico De Rosa, amministratore delegato del
Gruppo SMET, fondato proprio a Salerno 70 anni fa ed oggi operatore logistico
intermodale leader a livello europeo.
“Nel 2019 -spiega- il traffico dei rotabili nel nostro scalo si è mantenuto
sostanzialmente stabile. L’anno si è chiuso con un leggero incremento in
termini di veicoli movimentati: ritengo che sia un segnale estremamente
positivo, che preannuncia senz’altro un 2020 di ulteriore sviluppo per i
traffici ro-ro e per l’intermodalità, che garantisce un trasporto realmente
sostenibile”.

“La vera svolta per il porto di Salerno -aggiunge- coinciderà con la
conclusione degli interventi di dragaggio e con l’arrivo delle nuove navi da
500 trailer del Gruppo Grimaldi, che saranno operative entro la fine
dell’anno”.
Domenico De Rosa ricorda inoltre l’importanza della rete di Autostrade del
Mare, la cui efficienza è strategica nell’ottica dello sviluppo di modalità
di trasporto sempre più sostenibili: “È fondamentale che la rete di
Autostrade del Mare sia sempre più collegata alle infrastrutture ferroviarie.
Questo consentirà agli operatori intermodali di fornire con continuità
servizi sempre più efficienti e sempre più sostenibili”.

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Carta di qualificazione del
conducente: esteso l’obbligo

ROMA – Una nota di Confartigianato Trasporti informa che il Consiglio dei
ministri ha adottato lo schema di decreto legislativo che introduce novità in
tema di formazione dei conducenti che operano nel trasporto merci, in
particolare per quanto riguarda la carta di qualificazione del conducente
(Cqc).

Approvato in esame preliminare, il provvedimento amplia gli obblighi di
qualificazione, prima previsti solo per i conducenti che effettuavano

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professionalmente trasporto di persone e di cose su veicoli per la cui guida
è richiesta la patente delle categorie C1, C, C1E, CE, D1, D, D1E, DE,
eliminando il riferimento all’attività di guida professionale ed estendendo
così gli obblighi di conseguimento della carta di qualificazione del
conducente (Cqc) a tutti i conducenti di veicoli la cui guida richieda le
patenti citate.

Questo vuol dire che anche per alcune tipologie di conducenti, che pur avendo
le patenti superiori usufruivano dell’esonero dalla Cqc alla guida di veicoli
oltre 3,5 tonnellate, perché effettuata in modo sporadico (ad esempio i
conducenti di aziende che effettuano trasporto in conto proprio), sorgerebbe
l’obbligo di conseguire la carta di qualificazione del conducente.

Il decreto prevede anche che gli Stati membri si scambino reciprocamente le
informazioni in materia di qualificazione dei conducenti tramite specifica
rete informatica determinando la cadenza periodica dei corsi di formazione
necessari per mantenere le abilitazioni conseguite.

Il provvedimento del Consiglio dei ministri, approvato su proposta del
ministro per gli affari europei Vincenzo Amendola e del ministro delle
Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli, che recepisce la direttiva
Ue 2018/645 di modifica della direttiva 2003/59/CE sulla qualificazione
iniziale e formazione periodica dei conducenti di taluni veicoli stradali
adibiti al trasporto di merci o passeggeri e della direttiva 2006/126/CE
concernente la patente di guida, passa ora all’esame delle Camere per poi
essere adottato definitivamente.

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Autotrasporto disseppellisce l’ascia
di guerra

ROMA – L’autotrasporto disseppellisce l’ascia di guerra. L’associazione
Aitras, insieme con Trasportounito, infatti, oggi hanno avviato formalmente
una class action contro il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e
l’Anas.

A motivare la decisione delle Associazioni: 44 km di strade di montagna, due
paesi da attraversare, nella migliore delle ipotesi due ore di tempo perso in
coda, con un costo che per ogni transito supera i 73 euro e rischi
insostenibili alla sicurezza.

Nel mirino la deviazione obbligata fra Resuttano e Ponte Cinque Archi, e
l’obbligo, a carico dei mezzi pesanti, di affrontare uno scenario degno del
Far West per aggirare il blocco dell’autostrada A19, più precisamente del
viadotto Cannatello, ovvero del principale collegamento fra Catania e

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Palermo, nonché fra i due più importanti porti della Sicilia.

Secondo gli autotrasportatori, all’origine di questa situazione ormai
insostenibile non vi è nulla di casuale o inatteso: si tratta invece di
precise responsabilità del concessionario dell’autostrada A19, nel caso la
“pubblicissima” Anas, e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti,
per non aver effettuato nei tempi e nei modi dovuti, gli interventi di
manutenzione programmata indispensabili per garantire la funzionalità e la
regolare viabilità.

Secondo un primo calcolo messo a punto dalle due Associazioni
dell’autotrasporto che chiedono l’immediato rimborso dei danni, il blocco
dell’autostrada e le deviazioni in una situazione che in ogni momento può
sfociare in incidenti, sino a oggi evitati solo grazie all’impegno e alla
professionalità dei conducenti dei tir, ha comportato per l’autotrasporto dal
20 dicembre a oggi costi aggiuntivi pari a 1,4 milioni di euro. Chi paga?

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Giachino: il Cristo della Strada ci ha

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protetto

GENOVA – “C’è una bella chiesa dedicata al Cristo della Strada
sull’autostrada del Brennero. Da sottosegretario ai Trasporti, scrive Mino
Giachino, ho partecipato alla Messa organizzata dalle Associazioni
dell’autotrasporto ogni Ottobre. Il Cristo della Strada ci ha protetto.

A 17 mesi dalla tragica caduta del ponte Morandi si è speso più tempo in
polemiche sulle concessioni che a pensare alla sicurezza delle
infrastrutture. Governare vuol dire risolvere i problemi e garantire agli
italiani la sicurezza sulla strada.

Ma governare è difficile, esige grande competenza e conoscenza dei problemi.
Gli attuali governanti, prosegue Giachino, sono in genere contro le
infrastrutture e non dividono la questione in due parti: quella delle
responsabilità da attribuire alla Magistratura e alla Avvocatura di Stato e
prendersi invece a carico la sicurezza di autostrade, viadotti, ponti e
gallerie.

Toninelli, ma non solo lui, scelse quella più facile, la polemica sulle
responsabilità mentre evidentemente non sapeva (grave per un ministro dei
Trasporti) che la maggioranza delle nostre infrastrutture è stata costruita
negli stessi anni in cui venne costruito il Morandi e quindi potenzialmente a
rischio usura.

Così, scrive Giachino avviandosi alla conclusione, dopo aver visto cadere un
viadotto sulla A6, dopo aver visto aprirsi una voragine sulla A21, constatato
il pericolo su alcuni viadotti della A26, la caduta del soffitto nella
galleria di Masone e la pericolosità dei viadotti sulla A14 e sulla E45,
l’altro ieri, il responsabile nominato dal nuovo Governo, in carica dal 4
Settembre scorso, ha verificato la pericolosità del viadotto Rovena sulla A
12 e ieri la pericolosità del viadotto sempre sulla A 12, Genova est.

Per 17 mesi autotrasportatori e cittadini hanno viaggiato al buio su viadotti
pericolosi. E’ possibile nel 2020? In un Paese che vede la sua economia
funzionare grazie al trasporto su strada? Un Paese che deve il 10% del suo
Pil ai trasporti e alla logistica?. Non riesco a capacitarmi di questa

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insensibilità e di questa incompetenza. Non resta che continuare a pregare il
Cristo della Strada”.

L’intermodalità nel trasporto merci
nel 2019 resta un’illusione

ROMA – Un 2019 in frenata per il trasporto merci, una lieve crescita per
quello passeggeri.
Questi in sintesi i principali risultati che emergono dall’Osservatorio

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Congiunturale Trasporti dell’Ufficio studi di Confcommercio, realizzato in
collaborazione con Conftrasporto.

L’Indicatore trasporti confcommercio (Itc) registra, infatti, un aumento
della mobilità dei passeggeri, spinta dal turismo del 2,5% sebbene a ritmi
più lenti rispetto al recente passato (3,4% in media nel triennio 2016-2018).
Anche l’intermodalità sembra funzionare, con l’aumento degli spostamenti su
treno e nave, mentre appare più problematico lo scenario sul trasporto merci,
che riflette il ciclo economico poco favorevole, con una crescita complessiva
solo dello 0,5% nel 2019, trainata dal trasporto su gomma.
Contrariamente ai passeggeri, l’intermodalità nelle merci resta, dunque,
un’illusione. Con la strada che, nonostante il contesto macroeconomico
strutturalmente depresso, non mostra mai variazioni negative negli ultimi
quattro anni a differenza delle altre modalità di trasporto.

Per il vicepresidente di Confcommercio e di Conftrasporto, Paolo Uggè, “dal
rapporto emergono due indicazioni principali. La prima è la capacità del
trasporto stradale di rispondere rapidamente alle esigenze del sistema
distributivo italiano. Il tanto vituperato autotrasporto, che peraltro ha
fortemente ridotto l’impatto ambientale, è l’unico segmento nelle merci che
tiene, mentre, nonostante gli incentivi, le altre modalità segnano purtroppo
il passo.
In secondo luogo, prosegue nella gomma il processo di ristrutturazione del
settore, con la crescita delle imprese strutturate più in grado di cogliere
le opportunità dell’integrazione modale, per meglio competere sui mercati
nazionali e internazionali”.

Anche le percezioni degli operatori sono in linea con le dinamiche descritte.
Nell’ambito dell’autotrasporto sono al livello più basso degli ultimi quattro
anni, con un significativo peggioramento nel 2019.

Infine, anche se lentamente, prosegue con tenacia e costanza il percorso
verso una maggiore efficienza e una migliore governance dell’autotrasporto
italiano. Dentro la crisi, che riduce il numero di imprese attive, le società
di capitali dell’autotrasporto di merci continuano a crescere, contando oggi
per il 24,2% del totale. Dinamiche analoghe si riscontrano, con riferimento
al medio periodo, anche per la logistica e l’autotrasporto in generale.

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                                     -
15 Febbraio 2020 -

La precarietà della rete stradale
italiana

ROMA – Le associazioni del mondo dei trasporti prendono posizione contro il
cattivo stato della rete stradale, autostradale e ferroviaria. “La priorità è
salvare la vita delle persone che ogni giorno guidano sulle strade italiane”
dichiara il presidente di Assotrasporti, Secondo Sandiano che avanza una
proposta precisa al governo. “Va dichiarato lo stato di emergenza nazionale.

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                                     -
15 Febbraio 2020 -

La rete di comunicazione stradale, autostradale e ferroviaria non è sicura. I
monitoraggi non sono efficaci e le promesse fatte dalle istituzioni dopo il
crollo del ponte Morandi non sono state mantenute”.

Secondo il Consiglio superiore dei Lavori pubblici, un organo tecnico del
Mit, i tunnel a rischio sono circa 200. Dopo il cedimento del ponte Morandi
nel 2018 era stato annunciato dal governo un più incisivo sistema di
controlli con la nascita dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle
ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (Ansfisa). Ma la
situazione non è affatto migliorata.

“Ci hanno messo quasi un anno per nominare i vertici. Poi è caduto il
governo. Quanti ministri e presidenti del consiglio dovranno cambiare prima
che si faccia davvero qualcosa di concreto?” si domanda il presidente di
Assotrasporti. “L’incolumità degli autotrasportatori e degli automobilisti al
momento non è garantita – continua Sandiano – e non vogliamo essere complici
della paralisi generale. Accanto alla dichiarazione dello stato di emergenza
nazionale serve un altro provvedimento. Tutti i tecnici che già lavorano per
i vari enti pubblici, dai comuni al genio militare, devono essere coinvolti
nell’attività di monitoraggio. Hanno le competenze e sono già stipendiati. È
una cosa che si può fare subito e a costo zero”.

Federazione Autonoleggiatori Italiani Trasporto Persone

Mentre il presidente della Federazione Autonoleggiatori Italiani Trasporto
Persone, Alfonso Riva, precisa: “Siamo lavoratori della strada e chiediamo
che il nostro posto di lavoro sia reso conforme alle regole di sicurezza che
lo Stato pretende alle imprese. Siamo costretti ogni anno a sostenere la
revisione dei veicoli ma forse sarebbe il caso di revisionare le strade. C’è
un evidente mancanza di simmetria che, ancora una volta, è tutta a sfavore
delle aziende. È inutile avere i mezzi e le rimesse a norma quando la maggior
parte delle strade sono a rischio”.

Fai Trasporto Persone

La Fai Trasporto Persone aderisce alla confederazione nazionale Sistema
Impresa. Il presidente Berlino Tazza denuncia i continui disservizi dovuti ai
sequestri, ai cantieri infiniti e ai rallentamenti che provocano ritardi
nelle consegne. Tutti aspetti che stanno pesando sui bilanci aziendali.

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                                     -
15 Febbraio 2020 -

“Il nostro è un sindacato intersettoriale con 167mila imprese – spiega Tazza
– e registriamo proteste quotidiane sullo stato delle vie di comunicazione.
Il trasporto è una componente importante nel calcolo dei costi e del prezzo
finale delle merci. Fermo restando che la priorità più urgente è mettere in
sicurezza le tratte, non si può non prestare attenzione al dato economico.
Complessivamente il settore, in un anno, ha perso il 6% dei ricavi e il 20%
delle commesse. Bisogna risarcire gli operatori penalizzati dalle politiche
nazionali ed europee che privilegiano i grandi gruppi a discapito delle Mpmi.
In presenza di disservizi così diffusi e prolungati la libertà d’impresa non
può essere esercitata. Lo Stato deve intervenire e azzerare i pedaggi”.

Nella foto da sinistra: Fabrizio Civallero, segretario nazionale
Assotrasporti, Gabriella Tomani, tesoriere Assotrasporti, Berlino Tazza,
presidente Sistema Impresa e Secondo Sandiano, presidente Assotrasporti e
vicepresidente vicario Eumove.

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