Ambiente 1.1. Aria atmosferica - Ministero della Salute
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Ambiente Ambiente 1 1.1. Aria atmosferica 1.1.1. Introduzione pianificazione e implementazione di misu- re a tutela della salute pubblica. L’inquinamento atmosferico rappresenta Tra i principali contaminanti, anche per le un problema importante a livello locale, elevate concentrazioni nell’aria urbana, vi nazionale e transfrontaliero ed è uno dei sono il particolato atmosferico (PM10, principali fattori di rischio ambientale e sa- PM 2,5), il monossido di carbonio (CO), il nitario di origine antropica. biossido di azoto (NO2) e l’ozono (O3). Il Le tematiche associate alle emissioni di gas PM10 e il PM 2,5, in particolare, rappresenta- serra, al riscaldamento globale e all’impat- no gli indicatori sintetici maggiormente to del cambiamento climatico – e delle po- impiegati per la stima dell’impatto sanita- litiche connesse – sulla salute e sull’ambien- rio dell’inquinamento atmosferico, e sono te sono state discusse durante la 5a Confe- tuttora tra gli inquinanti più frequentemen- renza Ministeriale su Ambiente e Salute, te- te associati a una lunga serie di esiti sanita- nutasi a Parma nel 2010, che ha visto riuni- ri, che vanno dai sintomi respiratori acuti a ti i Ministri della Salute e dell’Ambiente dei effetti cronici quali la mortalità per patolo- 53 Stati della Regione Europea dell’Orga- gie cardiologiche e respiratorie, tra cui an- nizzazione Mondiale della Sanità (OMS). che il tumore al polmone. Queste associa- Nella dichiarazione finale i Governi si sono zioni sono verosimilmente dovute anche al- impegnati a ridurre entro i prossimi dieci la specifica composizione chimica del par- anni gli impatti dell’ambiente sulla salute, ticolato, che può contenere sostanze sia or- anche attraverso la realizzazione di pro- ganiche sia inorganiche, quali idrocarburi grammi nazionali che offrano pari oppor- policiclici aromatici (IPA) e metalli, le cui tunità entro il 2020 di accedere a una mi- proprietà chimico-fisiche, tossicologiche e, gliore qualità dell’aria e a un ambiente libe- in alcuni casi, cancerogene, le rendono par- ro da agenti chimici tossici. Tra le diverse ticolarmente pericolose per la salute uma- sfide sulle quali i Ministri si sono impegna- na. In aggiunta, pollini e allergeni possono ti ad agire vi è lo sviluppo di politiche ade- interagire con gli inquinanti atmosferici e guate in settori quali, per esempio, lo svi- amplificare le risposte infiammatorie alla luppo urbano e i trasporti. La quota della base di molti disturbi respiratori. popolazione mondiale che vive nelle aree Molteplici studi epidemiologici, condotti urbane è infatti in continua crescita ed è in anche sul territorio nazionale, hanno forni- queste zone che si concentrano elevati livel- to conoscenze sulla rilevanza dell’inquina- li di inquinanti atmosferici associati soprat- mento atmosferico quale determinante am- tutto alle emissioni veicolari, ma anche alle bientale dello stato di salute delle popolazio- emissioni industriali. Tuttavia, il grado di ni residenti nelle aree urbane. conoscenza riguardo alle problematiche Alla fine del 2010 si è concluso il Program- poste dall’inquinamento atmosferico è an- ma Strategico Nazionale Ambiente e Salute cora inadeguato, ritardando la corretta (finanziato dal Ministero della Salute), fina- 257
I determinanti della salute lizzato a valutare l’“impatto sanitario asso- rio, nichel e idrocarburi policiclici aroma- ciato alla residenza in siti inquinati, in terri- tici, e sulle loro deposizioni al suolo, inte- tori interessati da impianti di smaltimento/ se come indicatori di esposizione umana incenerimento rifiuti e all’esposizione a in- diversi dalla semplice inalazione. quinamento atmosferico in aree urbane”. Il Programma ha rappresentato il primo esem- pio di approcci di ricerca multidisciplinare a 1.1.2. Rappresentazione dei dati livello nazionale nel campo dei determinanti ambientali della salute. Tra i sei progetti di Rete di misura degli inquinanti atmosferi- ricerca afferenti al Programma Strategico ci. In Italia, la fonte di informazioni sullo tre hanno riguardato in modo specifico il te- stato della qualità dell’aria è costituita da ma degli effetti sanitari correlati all’inqui- 708 stazioni di monitoraggio, 411 collocate namento atmosferico. in ambiente urbano, 205 in aree suburbane I risultati di alcuni progetti di ricerca euro- e 92 in zone rurali, che controllano i prin- pei resi pubblici recentemente [Aphekom cipali contaminanti sul territorio nazionale (Improving Knowledge and Communica- secondo la distribuzione della Tabella 1.1. tion for Decision Making on Air Pollution Nonostante l’elevato numero di stazioni di- and Health in Europe) ed EBoDE (Envi- slocate sul territorio e sebbene il loro nu- ronmental Burden of Disease in European mero sia notevolmente aumentato negli an- Region)], alla cui realizzazione l’Italia ha ni, rimangono ancora porzioni del territo- partecipato, direttamente hanno messo in rio nazionale scarsamente monitorate, che luce l’elevato impatto economico e sanita- quindi necessitano di un potenziamento rio dell’esposizione umana ai contaminanti delle attività di misura. In particolare, sono emessi nell’atmosfera. le Regioni del Sud (Molise, Campania, Pu- La necessità di contenere la contaminazione glia, Basilicata e Calabria) a mostrare le dell’ambiente e dell’aria ha indotto le istitu- maggiori carenze, possedendo soltanto zioni sovranazionali e nazionali a un conti- l’11% delle stazioni totali, mentre il Nord nuo aggiornamento della normativa di rego- Italia possiede oltre il 50% di tutte le sta- lamentazione delle attività antropiche e di zioni di monitoraggio. mantenimento di accettabili standard di qualità. In particolare, con il recepimento La qualità dell’aria. L’analisi dei dati di- delle Direttive 2004/107/CE e 2008/50/CE sponibili per gli inquinanti di maggiore in- attuato negli ultimi anni con i D.Lgs. teresse mostra nel nostro Paese una situa- 152/2007 e 155/2010 sono state accolte, zione dell’inquinamento atmosferico piut- sebbene con ritardo, le indicazioni del mon- tosto stazionaria, che conferma, rispetto do scientifico introducendo importanti in- agli anni precedenti, le criticità rilevate per novazioni di interesse. Il D.Lgs. 155/2010, il materiale particolato PM10, gli ossidi di in particolare, ha ripreso tutta la normati- azoto e l’ozono. va inerente la qualità dell’aria ambiente: Il PM10, per il quale la normativa conferma ■■ inserisce per la prima volta un valore li- valori limiti per la media annuale e giorna- mite annuale per il materiale particolato liera, rispettivamente, di 40 μg/m3 e 50 PM 2,5; μg/m3 e un numero massimo di 35 supera- ■■ introduce un “indicatore di esposizione menti giornalieri per anno, è stato rilevato media” (IEM), calcolato su stazioni di in 381 stazioni di monitoraggio (83% del fondo urbano, la cui distribuzione in zo- totale), che hanno garantito una copertura ne e agglomerati deve riflettere le varia- temporale minima del 75%. Il limite più zioni geografiche, l’andamento a lungo stringente giornaliero è stato rispettato dal termine del PM 2,5 e l’esposizione della 52% delle stazioni di monitoraggio, mentre popolazione; il valore limite annuale dall’87% delle sta- ■■ conferma l’attenzione su specifici microin- zioni. L’analisi evidenzia la ben nota critici- quinanti, quali arsenico, cadmio, mercu- tà delle grandi aree urbane, in particolare 258
Ambiente Tabella 1.1. Distribuzione geografica delle stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria sul territorio nazionale distinte per tipologia e analizzatori (ISPRA, Annuario dei dati ambientali, 2009) Tipologia stazione per collocazione Area geografica Urbana Suburbana Rurale T I F NC Totale T I F NC Totale T I F NC Totale Totale Nord-Occidentale 49 3 45 0 97 8 12 27 0 47 0 7 20 0 27 171 Nord-Orientale 66 4 44 0 114 9 21 21 2 53 0 5 25 0 30 197 Centro 65 3 27 1 96 7 19 13 1 40 0 2 12 0 14 150 Sud e Isole 77 6 7 14 104 13 37 14 1 65 0 14 7 0 21 190 Italia 257 16 123 15 411 37 89 75 4 205 0 28 64 0 92 708 Numero di analizzatori Area geografica SO2 PM10 O3 NO2 NOX CO Pb C6H 6 C6H5-CH3 PM2,5 Nord-Occidentale 72 112 80 159 158 97 33 43 26 17 Nord-Orientale 81 108 113 174 161 117 0 29 14 23 Centro 54 112 73 135 136 87 0 45 24 30 Sud e Isole 132 125 82 169 114 117 0 62 46 6 Italia 339 457 348 637 569 418 33 179 110 76 F, fondo; I, industriale; NC, non classificato; T, traffico. dell’area padana, dove le concentrazioni in La stazione di monitoraggio dell’aria del- aria raggiungono più frequentemente i va- l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), imposta- lori maggiori. Focalizzando l’attenzione ta per attività di ricerca e di valutazione di sulle macro Regioni, si osserva che il limite metodiche di prelievo e analisi, operante dal dei 35 superamenti non è rispettato dal 1978 in zona semicentrale e in prossimità di 73%, 62%, 45% e 20% delle stazioni di una strada in cui sono stimati circa 25.000 monitoraggio rispettivamente localizzate passaggi al giorno tra mezzi leggeri e pesan- nell’Italia Nord-Occidentale, Nord-Orien- ti, concentrati nei giorni feriali e nel periodo tale, Centrale, Meridionale e Isole. La di- ottobre-giugno. La serie storica dei dati mo- stribuzione per collocazione delle stazioni stra una tendenza della concentrazione gior- che registrano i superamenti del limite gior- naliera di PM10 in progressiva diminuzione, naliero fornisce suggerimenti relativamente registrando una riduzione del 15% circa tra ai determinanti di tale contaminazione. il 2005 e il 2009. Nella stessa stazione, dal Nel Nord Italia, per esempio, la distribuzio- 2002 viene rilevata la concentrazione nume- ne di dette stazioni non mostra una colloca- rica di particelle ultrafini (PUF), una varia- zione fortemente prevalente sulle altre e so- bile non ancora inserita fra i parametri sog- lo il 42% di esse è collocato in aree urbane; getti a controllo sistematico dalla normativa ciò evidenzia un problema di inquinamento per la qualità dell’aria. Il legame della con- su vasta area, determinato dall’azione con- centrazione numerica di PUF con le dimen- giunta dell’alta emissione antropica e delle sioni delle particelle, invece che con il loro avverse condizioni meteorologiche che con- peso, conferisce a questo parametro un’estre- trastano la dispersione e la diluizione degli ma importanza igienico-sanitaria. La Figu- inquinanti su larga scala. Diversamente, nel ra 1.1, che confronta le serie storiche delle Centro e Sud Italia la collocazione del 77% medie mobili delle concentrazioni numeri- delle stazioni che registrano superamenti in che di PUF, del PM10 e del PM 2,5 tra il 2002 area urbana testimonia che il principale de- e il 2010, mostra una similitudine generale terminante della contaminazione è identifi- degli andamenti delle tre variabili. cabile nelle emissioni antropiche. La concentrazione di NO2 , rilevata dall’87% 259
I determinanti della salute Figura 1.1. Medie mobili delle concentrazioni di PUF, PM10 e PM 2,5 misurate presso la stazione di mo- nitoraggio dell’aria dell’Istituto Superiore di Sanità dal 2002. PUF (numero/cm3) µg/m3 delle stazioni del Nord e Centro Italia e dal (5,7%), di cui 12 al Nord, 1 al Centro e 4 nel 72% di quelle del Sud che hanno garantito Sud e Isole. una copertura temporale minima del 75%, In questo rapporto si introduce per la prima non fa registrare particolari allarmi. La con- volta anche una valutazione sulle concentra- centrazione limite oraria di 200 μg/m3 è zioni di materiale particolato PM 2,5, il cui stata rispettata quasi ovunque e solo il 4% monitoraggio sul territorio nazionale, anco- delle stazioni ha complessivamente supera- ra limitato, si dovrà estendere per l’entrata to il limite orario. Sull’intero territorio na- in vigore del già citato D.Lgs. 155/2010. Lo zionale, 33 stazioni eccedono i 18 supera- stesso Decreto introduce per la prima volta menti annuali della concentrazione limite uno IEM basato sulle misurazioni del mate- oraria di 200 μg/m3, consentiti dalla nor- riale particolato fine PM 2,5, riconoscendo a mativa. La concentrazione media annuale questo inquinante un ruolo importante per di 40 μg/m3, che costituisce il limite sugge- gli effetti sanitari associati alla sua esposi- rito dalla normativa, è stato rispettata dal zione. Tale indicatore sarà determinato sulla 71% delle stazioni. base della concentrazione media su tre anni Per l’O3, 296 stazioni delle 349 forniscono civili di misurazioni effettuate su stazioni di dati con copertura temporale minima del fondo urbane. A tal fine, le Regioni si stan- 75% nel periodo di riferimento (aprile-set- no adeguando alla normativa per il monito- tembre). Il 68% delle stazioni del Nord Ita- raggio e, per il 2008, 67 stazioni distribuite lia registra superamenti della soglia di infor- in 10 Regioni hanno trasmesso i dati. Tutte mazione (180 μg/m3), mentre al Centro e al le Regioni del Sud, con esclusione della Sud Italia, rispettivamente, il 31% e il 25% Campania, non hanno prodotto dati relati- delle stazioni superano questo limite. vamente al PM 2,5. Tuttavia, la copertura Le stazioni che registrano superamenti temporale minima del 75% è garantita da dell’obiettivo a lungo termine per la prote- 51 stazioni sulle quali è stata effettuata zione della salute umana (120 μg/m3, media un’analisi dei livelli di concentrazione. Il li- massima giornaliera calcolata su 8 h) sono mite annuale di 25 μg/m3, che deve essere 258 (87%), di cui 165 al Nord, 52 al Centro raggiunto entro l’1 gennaio 2015, al 2008 è e 41 nel Sud e Isole. La soglia di allarme stato rispettato dal 73% delle stazioni, men- (240 μg/m3 1 h) è superata da 17 stazioni tre il limite aumentato del margine di tolle- 260
Ambiente ranza (30 μg/m3) è stato superato da 5 sta- Microinquinanti. Accanto agli inquinanti zioni collocate in Piemonte e Lombardia. “convenzionali” emerge l’importanza igie- Ai fini di una prima valutazione dello IEM, nico-sanitaria di altri contaminanti, nella l’analisi delle medie annuali delle concentra- maggior parte dei casi ancora non regolati zioni rilevate dalle stazioni di fondo urbano dalla normativa nazionale, le cui proprietà evidenzia un superamento del limite in 7 sta- chimico-fisiche e tossicologiche conferisco- zioni, equivalenti al 35% delle stazioni di no loro una significativa pericolosità per la fondo urbano della rete nazionale e pari al salute umana, nonostante siano presenti in 41% delle stazioni attualmente utili a tale sti- aria in concentrazioni estremamente basse. ma. A livello europeo è stata effettuata una Tali contaminanti denominati “microinqui- stima dello IEM, sulla base dei dati riferiti al nanti” includono alcuni metalli, i composti 2008, che pone l’Italia sopra il valore di organici volatili (COV), gli IPA, le policloro- 20 μg/m3, che diventerà vincolante nel 2015. dibenzodiossine e policlorodibenzofurani Il benzene è monitorato da 179 stazioni sul (PCDD/F) e i policlorobifenili (PCB). L’at- territorio italiano; di queste, 129 hanno tenzione dedicata a detti microinquinanti prodotto dati con una copertura temporale induce un crescente numero di iniziative di minima del 75%, utile per la valutazione ricerca e di controllo che, per alcuni di essi, della qualità dell’aria. Al 2008, il limite an- ha prodotto l’identificazione di limiti e nuo di riferimento era 7 μg/m3 ed è stato “obiettivi di qualità” recepiti nella normati- superato solo da 1 stazione di traffico ur- va comunitaria e italiana. Il recente D.Lgs. bano. Il limite di 5 μg/m3, che è diventato 155/2010 stabilisce valori da raggiungere effettivo dall’1 gennaio 2010, è stato ri- come obiettivo entro il 31 dicembre 2012 spettato dal 97% delle stazioni di misura. per arsenico, cadmio, nichel, piombo e Per gli ossidi di zolfo (SO2) si registra una benzo(a)pirene, inteso come indicatore de- situazione entro la norma su tutto il territo- gli IPA, riferiti al tenore totale di ciascun rio italiano, a eccezione di alcune aree a inquinante presente nella frazione PM10 del elevato rischio di crisi ambientale in Sicilia materiale particolato. Il monitoraggio di e Sardegna. Le stazioni che superano il li- questi inquinanti, che richiede campagne mite orario di 350 µg/m3 sono 5 in Sicilia e ad hoc e specifiche tecniche di prelievo e 6 in Sardegna, tutte appartenenti alla rete analisi, è attualmente effettuato in un ri- di misura dell’area industriale di riferimen- dotto numero di stazioni di misura e una to, a eccezione di una, a Siracusa, posizio- stima della loro concentrazione in aria, a nata in un’area di fondo suburbano. Il nu- livello italiano, non è al momento possibile. mero di superamenti è, comunque, inferiore Per ovviare a questa carenza e fornire un ai 24 annui consentiti dalla normativa. Il parziale riferimento al lettore sulla presen- limite giornaliero (125 µg/m3) è superato za in aria di detti inquinanti si riportano solo da 3 stazioni in Sardegna, anche in nella Tabella 1.2 le concentrazioni dei mi- questo caso appartenenti a una rete indu- croinquinanti di maggiore interesse igieni- striale di misura; il numero di superamenti co-sanitario, nella definizione della qualità è inferiore ai 3 annui consentiti. dell’aria ambiente, misurate nella stazione Lo studio degli andamenti degli inquinanti di monitoraggio dell’inquinamento atmo- “convenzionali” misurati nella stazione ISS sferico dell’ISS. La stazione è localizzata a suggerisce che, per poter raggiungere i limi- Roma, in una zona a elevato traffico veico- ti richiesti dalla legge, l’adozione di una lare privato, concentrato nei giorni feriali e strategia che contempla una serie di azioni nei periodi scolastici per la presenza di integrate, quali la regolamentazione della ospedali, enti di ricerca, Università. I mezzi circolazione, lo sviluppo tecnologico dei pubblici circolanti nella zona sono preva- motori e dei carburanti e l’utilizzo di com- lentemente su rotaia e ad alimentazione bustibili meno inquinanti per riscaldamen- elettrica. Sebbene il rilevamento sia stato to, può in parte portare a un miglioramen- effettuato in una stazione di ricerca, e con- to della qualità dell’aria. seguentemente non rispondente ai requisiti 261
I determinanti della salute Tabella 1.2. Concentrazioni di alcuni microinquinanti misurati presso la stazione di monitoraggio dell’aria dell’Istituto Superiore di Sanità dal 2005 al 2009 (limiti presenti nel D.Lgs. 155/2010) Concentrazione media annuale PM10 (ng/m3) Limite annuale/ Inquinante valore guida Riferimento 2005 2006 2007 2008 2009 Arsenico 0,78 0,78 0,45 0,45 0,61 6,0 ng/m3 D.Lgs. 155/2010 Cadmio 0,26 0,44 0,24 0,27 0,12 5,0 ng/m 3 D.Lgs. 155/2010 Piombo* 9,5 27 13 8,4 7,0 0,5 μg/m 3 D.Lgs. 155/2010 Nichel 5,1 6,2 8,0 3,7 6,8 20,0 ng/m 3 D.Lgs. 155/2010 Benzo[a]pirene 0,7 0,7 0,7 0,6 0,4 1,0 ng/m3 D.Lgs. 155/2010 COV µg/m 3 Benzene 3,0 2,7 2,5 2,9 2,7 5,0 μg/m3 D.Lgs. 155/2010 Toluene 12 11 10 10 8,5 260 µg/m 3 OMS Xileni 4,5 4,0 4,0 4 3,5 - OMS * In µg/m3. COV, composti organici volatili. normativi per le stazioni di controllo, le os- do. Rispetto all’uso tradizionale di indica- servazioni riportate possono essere consi- tori basati sulle concentrazioni rilevate da derate una stima delle condizioni di un’area stazioni fisse di monitoraggio, vengono re- urbana a elevato traffico. Il quadro che centemente proposti metodi di valutazione emerge è di una sostanziale stabilità nel tem- basati su modelli spaziali che integrano di- po delle concentrazioni di questi inquinanti verse fonti informative. Appare molto pro- che, nella situazione specifica, restano ab- mettente lo sviluppo di modelli di stima su bondantemente al di sotto dei valori di rife- scala sub-urbana per l’assegnazione di li- rimento per la protezione della salute sugge- velli di esposizione alle popolazioni di adul- riti dalla normativa e/o dalle Air Quality ti e bambini inclusi in studi di coorte, mira- Guidelines dell’OMS. ti a valutare gli effetti a lungo termine dell’inquinamento atmosferico sulla salute. I dati epidemiologici. La ricerca epidemio- Fra i principali risultati delle più recenti at- logica sugli effetti sanitari dell’inquina- tività di ricerca epidemiologica in Italia si mento atmosferico è in continua evoluzio- ricordano, innanzitutto, quelli riferiti alla ne. Anche in Italia, negli anni recenti, sono mortalità. stati pubblicati numerosi lavori scientifici Un’analisi sulla suscettibilità alla mortalità che presentano aspetti innovativi sulla ca- legata all’inquinamento atmosferico (Pro- ratterizzazione dell’impatto sanitario so- gramma Strategico, Gruppo di lavoro prattutto nelle aree urbane. Nell’analisi de- EpiAir), effettuata in 10 città italiane sul gli effetti a breve termine, per esempio, il periodo 2001-2005, evidenzia una maggio- disegno case-crossover, applicato alle ana- re vulnerabilità delle persone anziane, delle lisi di serie storiche, consente di valutare donne e dei diabetici (specialmente fra i l’associazione fra gli incrementi dei decessi soggetti deceduti in casa) ai livelli ambien- e dei ricoveri causa-specifici e le variazioni tali di ozono; gli effetti sulla mortalità to- nei livelli ambientali di inquinanti atmosfe- tale, per cause cardiovascolari e respirato- rici, tendendo conto dei fattori di suscetti- rie, risultano prolungati fino a 5 giorni. Per bilità della popolazione studiata agli effetti quanto riguarda il particolato atmosferico degli inquinanti stessi e di altri fattori di ri- (PM10), esso risulta associato a un aumento schio. Un aspetto critico negli studi epide- della mortalità respiratoria, particolarmen- miologici dell’inquinamento atmosferico è te nel periodo estivo (7,6% per aumenti di rappresentato dai metodi di stima dell’espo- 10 µg/m3 nei livelli di particolato). L’effetto sizione, soprattutto di medio e lungo perio- risulta più forte e più persistente (di durata 262
Ambiente fino a tre giorni) rispetto a quello sulla soggetti sopravvissuti a episodi di infarto mortalità naturale, in particolare fra le del miocardio ha evidenziato che l’esposi- donne e i soggetti con patologie croniche. zione a inquinanti atmosferici di origine Vivere vicino a strade ad alto traffico è as- veicolare è significativamente associata alla sociato a una maggiore probabilità di am- mortalità giornaliera tra questi soggetti, malarsi e di morire per patologie associate con un effetto più forte rispetto alla popo- all’inquinamento atmosferico, sebbene po- lazione generale. In particolare, l’effetto è chi studi abbiano descritto le principali ca- più precoce in relazione al PM10 e alla con- ratteristiche sociodemografiche delle per- ta del numero di particelle (1-2 giorni) e più sone esposte a situazioni ad alto traffico. ritardato per il CO e l’NO2 (5 e 15 giorni). Un recente studio condotto su circa Per quanto riguarda gli effetti sanitari di- 1.900.000 residenti nella città di Roma ha versi dalla mortalità, un recente studio con- rilevato che il 17% delle persone risiede nel dotto su 33.000 ragazzi tra i 13 e i 14 anni, raggio di 50 metri da una strada ad alto residenti in 12 aree italiane distribuite nel traffico (> 10.000 veicoli/giorno) e il 14% a Nord, Centro e Sud del Paese, ha evidenzia- una distanza compresa tra 50 e 100 metri. to che i bambini che vivono in aree con in- Tali percentuali sono inoltre maggiori tenso traffico sono a più alto rischio di pre- quando si considerano le sole persone con sentare sintomi respiratori. Questo risulta- età maggiore di 75 anni. Lo studio ha evi- to è rafforzato dal fatto che le risposte al denziato una maggiore probabilità di vive- questionario sono state validate attraverso re vicino a strade ad alto traffico per le per- fonti informative esterne e controlli di coe- sone con condizioni socioeconomiche me- renza interna. In generale, i risultati mo- dio-elevate o con elevato livello di istruzio- strano che l’intensità del traffico, sia di au- ne. Tale caratteristica è peculiare per la cit- toveicoli sia di mezzi pesanti, è fortemente tà di Roma a causa della distribuzione spa- associata a sintomi respiratori quali tosse e ziale dell’inquinamento (maggiore nelle catarro, e meno ai sintomi asmatici. aree centrali) e delle caratteristiche sociali Un’indagine condotta a Roma tra circa in varie aree della città. 2.000 bambini di età compresa tra 9 e 14 Uno studio condotto in 8 città italiane sul anni, selezionati in 40 scuole, ha evidenzia- periodo 1997-2004 ha valutato l’effetto to un’associazione fra indicatori di esposi- dell’inquinamento sulla morte cardiaca im- zione a NO2 , distanza da strade trafficate provvisa. Lo studio condotto su circa 17.000 ed entità del traffico vicino alla residenza decessi di persone adulte avvenuti all’ester- con la funzionalità respiratoria. I risultati no dell’ospedale ha mostrato un aumento si- rafforzano le evidenze che l’esposizione a gnificativo della mortalità associato al par- inquinanti atmosferici di origine veicolare ticolato atmosferico (PM10). L’effetto è risul- è associata a un effetto di riduzione dei mo- tato particolarmente evidente fra i soggetti vimenti espiratori nell’infanzia. anziani e socioeconomicamente disagiati. Si ricorda, infine, un recente studio sugli Un altro studio condotto in 9 città italiane effetti delle polveri fini e ultrafini nella cit- nel periodo 1997-2004 ha analizzato gli ef- tà di Roma, condotto nell’ambito del Pro- fetti dell’esposizione a particolato atmosfe- gramma Strategico Ambiente e Salute. La rico (PM10) sulla mortalità, evidenziando ricerca effettuata ha evidenziato un effetto un ruolo della stagione e della temperatura immediato (stesso giorno, lag 0) del PM 2,5 come modificatori di effetto dell’esposizio- sui ricoveri per sindrome coronarica acuta ne a polveri fini: per incrementi di 10 µg/m3 (compreso infarto del miocardio) e per nei livelli di PM10 è stato stimato un incre- scompenso cardiaco (incrementi di circa il mento del 2,5% nella mortalità in estate, a 2% per un aumento nella concentrazione di fronte dello 0,2% in inverno (con un effet- 10 µg/m3), mentre l’effetto sulle infezioni to più elevato nei giorni più caldi). delle basse vie respiratorie (2,8%) è risulta- Un’indagine multicentrica europea condot- to ritardato (due giorni, lag 2). La concen- ta in 5 città, dal 1992 al 2002, su 25.000 trazione del numero di particelle è apparsa 263
I determinanti della salute associata con i ricoveri per scompenso car- terebbero a circa 31,5 miliardi di euro an- diaco e per broncopneumopatie croniche nui, compresi i risparmi sulle spese sanita- ostruttive (BPCO). Gli effetti sono stati in rie, le assenze sul lavoro e i costi intangibili genere più forti nelle persone anziane e du- quali il benessere, l’aspettativa e la qualità rante l’inverno. della vita. Se a Roma, per esempio, la con- centrazione media annuale di PM 2,5 si ridu- Esposizione e valutazione critica dei dati, cesse a 10 μg/m3, sarebbe possibile evitare con eventuali confronti territoriali (regio- 1278 morti (997 per cause cardiovascolari) nali o europei). I valori limite della concen- e la popolazione di età pari a 30 anni gua- trazione di particolato PM10 in vigore nel dagnerebbe un anno di vita, con un benefi- 2005 sono stati superati in diversi Stati cio economico superiore ai 2 miliardi di eu- membri dell’Unione Europea (UE), com- ro. Aphekom ha evidenziato, inoltre, l’im- presa l’Italia, soprattutto nelle grandi città, patto a lungo termine sulle patologie croni- ove risiede la maggior parte della popola- che derivanti dal risiedere in prossimità di zione. I governi nazionali si trovano oggi strade ad alta densità di traffico. In parti- nella condizione di dover attuare la regola- colare, secondo la stima effettuata per 10 mentazione vigente in materia di inquina- città europee, risiedere in prossimità di mento atmosferico e a riesaminare la legi- strade ad alta densità di traffico potrebbe slazione corrente nell’UE nel prossimo 2013. essere responsabile del 15% di asma nei L’inquinamento atmosferico continua dun- bambini e, verosimilmente, della stessa per- que a rappresentare una minaccia per la sa- centuale, o più alta, di altre patologie cro- lute in Europa e la comunità scientifica che niche comuni negli adulti di 65 anni e oltre, opera in istituzioni di sanità pubblica con- quali le malattie coronariche e polmonari. cordemente riconosce che ulteriori misure A Roma, il 23% dei residenti vive a una di- per ridurre il particolato atmosferico si tra- stanza < 75 metri da una strada ad alto durrebbero in guadagni significativi da un traffico. I risultati dello studio mostrano punto di vista sia sanitario sia economico. che l’11% dei casi di aggravamento di asma In questo quadro, i risultati dei recenti pro- nei bambini, il 18% di problemi acuti negli getti multicentrici europei forniscono nuo- anziani affetti da BPCO e il 23% dei pro- vi e importanti strumenti di valutazione. blemi acuti negli anziani malati di malattie Lo studio Aphekom, che ha interessato cir- coronariche possono essere attribuiti al for- ca 39 milioni di persone residenti in 25 te inquinamento dell’area di residenza. grandi città europee, è incentrato sulla va- Questi importanti risultati evidenziano i be- lutazione dell’impatto sulla salute dell’in- nefici economici e sanitari derivanti dalla quinamento atmosferico e fornisce stime possibile politica sull’inquinamento atmo- sui costi sanitari e sociali di una mancata sferico. Tale politica deve essere orientata a riduzione dei livelli di inquinamento atmo- quei benefici che potrebbero derivare dalla sferico nei Paesi dell’UE. Utilizzando i tra- regolamentazione dell’inquinamento in pros- dizionali metodi di valutazione di impatto simità di strade ad alta densità di traffico. sulla salute (VIS), Aphekom ha mostrato L’altro progetto europeo che ha fornito sti- che la diminuzione fino a 10 µg/m3 nella me di impatto sanitario è l’EBoDE, i cui concentrazione del particolato PM 2,5 (livel- obiettivi hanno riguardato: i) l’aggiorna- lo annuale stabilito dalle Linee guida sulla mento dei precedenti studi volti a stimare il qualità dell’aria dell’OMS), può comporta- carico di malattie dovuto all’esposizione a re un aumento fino a 22 mesi di aspettativa inquinanti ambientali, individuando alcuni di vita nelle persone di età > 35 anni resi- contaminanti più rilevanti per la Regione denti nelle 25 grandi città studiate, evitan- europea, ii) l’impiego di una metodologia do circa 19.000 decessi per anno, di cui più per la stima del carico di patologie armo- di 15.000 dovuti a malattie cardiovascola- nizzata nei Paesi partecipanti, per renderla ri. I benefici economici risultanti dalla con- disponibile e quindi favorire la futura in- formità ai valori guida dell’OMS ammon- clusione di altre Nazioni. Il progetto ha 264
Ambiente considerato 9 fattori di rischio ambientale, lazione italiana. Le stime del carico sanita- selezionati in base alla loro rilevanza per la rio associato all’esposizione ad agenti am- salute pubblica, al potenziale elevato ri- bientali rappresenta un utile sostegno schio a essi associato, al grado di attenzio- nell’allocazione delle risorse disponibili, ma ne nei loro confronti e/o all’elevato impatto anche nella valutazione dell’efficacia degli in termini economici. Tra questi agenti, il interventi di risanamento ambientale e delle particolato atmosferico (PM 2,5) e l’ozono politiche di sanità pubblica. sono stati inclusi considerando i livelli at- mosferici come principale fonte di esposi- Indicazioni per la programmazione. La re- zione. Le esposizioni sono state stimate visione 2009 del rapporto delle Nazioni dallo European Topic Centre on Air and Unite sull’urbanizzazione stima in Italia Climate Change (ETC/ACC) sulla base dei una percentuale di popolazione residente in dati Airbase e mappe di qualità dell’aria aree urbane circa del 68%, con una previ- (SOMO35 per l’ozono). La scelta degli esiti sione di crescita annua dello 0,49%; diver- sanitari sui quali effettuare le stime è stata samente, per la popolazione rurale il trend guidata dall’analisi costi-benefici effettuata sembra essere in diminuzione di circa lo nel progetto europeo CAFE (Clean Air For 0,55% l’anno. Le prospettive indicano, Europe). Il carico ambientale di malattie quindi, per il 2050 una stima dell’81,2% di associato a ciascun fattore di rischio è popolazione in area urbana. Le città sono espresso in Disability-Adjusted Life Years pertanto diventate il luogo di maggiore ri- (DALY), che è una misura sintetica della chiesta e uso di energia per i tre specifici salute della popolazione che unisce due in- settori: elettricità, riscaldamento e traspor- dicatori: gli anni di vita persi a causa di to. Il fenomeno dell’intensa urbanizzazione morte prematura e gli anni vissuti con disa- in Italia ha determinato una concentrazione bilità. Un DALY è equivalente a un anno di delle attività produttive nelle aree urbane vita sana perso. Questa misura permette di (circa il 70%) e una crescente mobilità della confrontare il carico di malattia tra popo- popolazione in tali aree; si stima, infatti, lazioni e fattori di rischio diversi. I risultati che circa il 60% di tutti gli spostamenti del progetto mostrano che il particolato at- giornalieri venga effettuato in aree urbane. mosferico (usando il PM 2,5 come indicato- In Europa si stima che la mobilità nelle aree re) causa tra 6.000 e 10.000 anni di vita urbane contribuisca con il 40% all’emissio- sana persi per milione di abitanti l’anno nei ne totale di CO2 e con il 70% per quello che sei Paesi partecipanti, con una stima di più riguarda gli altri inquinanti. Per l’Italia, di 9.000 anni per l’Italia. Il carico di malat- l’OCSE (Organizzazione per la Cooperazio- tia riguarda effetti quali la mortalità car- ne e lo Sviluppo Economico) ha stimato che diopolmonare, la mortalità per cancro del il trasporto è responsabile del 31% di tutte polmone, la mortalità totale (escluse cause le emissioni di CO2 , con il contributo predo- violente), la bronchite cronica (BPCO) e i minante del trasporto su strada (82%). giorni di attività limitata (restricted activity Anche la Commissione Europea nell’ambi- day, Rad). Per quanto riguarda l’ozono, gli to del programma “Verso una strategia te- effetti sulla salute presi in considerazione matica sull’ambiente urbano” ha proposto nel progetto sono mortalità totale (escluse una serie di azioni sul trasporto urbano, le cause violente), giorni di attività ristretta tra cui le nuove norme sui veicoli (Euro 5 (Mrad), tosse e sintomi delle basse vie respi- ed Euro 6), la diffusione di una tassazione ratorie (lower respiratory symptoms, LRS) differenziata nelle zone ecologicamente nei bambini di età compresa tra 5 e 14 anni. sensibili, l’individuazione di aree a emissio- Nella stima del carico ambientale di effetti ni ridotte in cui si applicheranno limitazio- sanitari per l’ozono, esso risulta responsabi- ni ai trasporti inquinanti. le di una quota compresa tra 40 e 200 anni È quindi indubbio che il problema dell’in- di vita sana persi per milione di abitanti nei quinamento atmosferico interessi princi- 6 Paesi, dei quali circa 140 anni nella popo- palmente le aree urbane, sia per la defini- 265
I determinanti della salute zione di politiche e strategie per la sua ridu- non sono molto in sintonia con il concetto zione, sia per gli effetti sanitari connessi di mobilità sostenibile. Ciò è dovuto sia all’esposizione della popolazione. Tali ri- all’elevato numero di veicoli per abitanti, sultati potranno essere raggiunti e rispetta- sia a diversi elementi che attualmente osta- ti se integrati nell’ambito di una gestione colano l’attuazione di politiche adeguate. strategica locale e di lungo termine. Queste ultime riguardano, per esempio, la I risultati del progetto Aphekom evidenzia- mancanza di un approccio integrato per af- no i benefici economici e sanitari derivanti frontare problemi di mobilità, l’imprecisio- dalla possibile implementazione di politiche ne e la confusione delle norme che regolano di contenimento dell’inquinamento atmo- la realizzazione di interventi e, soprattutto, sferico. La programmazione dei piani di in- la mancanza di misure di controllo efficaci. tervento deve essere orientata, per esempio, Come risultato, gli effetti benefici delle a raggiungere i benefici che potrebbero deri- normative del trasporto locale sulla qualità vare dalla regolamentazione dell’inquina- dell’aria nei centri urbani hanno di fatto un mento in prossimità di strade ad alta densi- effetto ancora limitato. tà di traffico. Il progetto Aphekom indiriz- Le reti di istituzioni e di ricercatori che si za verso una maggiore interazione dei di- sono costituite, a livello nazionale, intorno versi attori che partecipano al processo di al Programma Strategico “Ambiente e Sa- identificazione delle politiche ambientali e lute” e, a livello europeo, intorno ai Proget- sanitarie; inoltre, sottolinea la necessità di ti Multicentrici costituiscono, al momento una più efficace comunicazione dei rischi attuale, l’esempio dell’approccio collabora- alla popolazione, fornendo informazioni e tivo da percorrere nel prossimo futuro per strumenti nuovi, affidabili e realizzabili, af- affrontare al meglio la valutazione dell’im- finché il legislatore possa adottare provve- patto sanitario dell’inquinamento atmosfe- dimenti ancora più adeguati, a livello sia rico. Tale sinergia rappresenta, infatti, una europeo sia locale. Il progetto dimostra che risorsa rilevante per lo sviluppo di metodo- se i livelli di polveri sottili nelle città euro- logie e applicazioni innovative nel processo pee si riducessero ai livelli raccomandati multidisciplinare della valutazione e gestio- dall’OMS migliorerebbe la speranza di vita ne dei rischi associati alla contaminazione e vi sarebbero grandi benefici economici; i dell’aria atmosferica. Questo approccio risultati mostrano che vivere in prossimità analitico potrà fornire un contributo so- di strade molto trafficate aumenta notevol- stanziale allo sviluppo della ricerca in Italia mente la possibilità di avere malattie attri- e in Europa e un’adeguata definizione e im- buibili all’inquinamento atmosferico ed evi- plementazione di politiche di risanamento denzia che i vantaggi nel ridurre l’inquina- ambientale, di contenimento dei fenomeni mento sarebbero superiori a quelli già con- emissivi di origine antropica e di riduzione seguiti dall’attuale legislazione dell’UE. Da dei rischi sanitari a essi associati. un punto di vista della programmazione, è Le stime di impatto sanitario dell’esposizio- importante sottolineare che Aphekom ha ne ad agenti ambientali rappresentano uno valutato che l’efficace applicazione della le- strumento importante sia nell’allocazione gislazione UE per la riduzione del contenuto delle risorse, sia nel processo di valutazione in NO2 nelle emissioni (soprattutto dai vei- dell’efficacia delle politiche di intervento. In coli diesel e dal riscaldamento domestico) in un quadro complessivo, il processo di ge- 20 città europee ha consentito di prevenire stione dei rischi sanitari attribuibili all’in- 2.200 morti premature, con un benefico di quinamento atmosferico deve tenere conto, circa 192 milioni di euro. oltre che dei benefici provenienti dalla ridu- Un recente studio sulle politiche di mobilità zione delle esposizioni (compresi i risparmi attuate dalle amministrazioni locali che sulle spese sanitarie), anche di altri fattori partecipano al Progetto EpiAir nel periodo come i costi delle misure di intervento e del- 2001-2007 ha dimostrato che in Italia, nel le misure che garantiscano l’equità sociale complesso, le attuali politiche sul trasporto legata a uno sviluppo sostenibile. 266
Ambiente Bibliografia essenziale http://www.thl.fi/thl-client/pdfs/b75f6999-e7c4 4550-a939-3bccb19e41c1. Ultima consultazione: Berti G. Galassi C, Faustini A, Forastiere F; Gruppo settembre 2011 EpiAir. Progetto EPIAIR promosso dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle ISPRA. Annuario dei dati ambientali 2009 malattie (CCM) Ministero del Lavoro, della Salu- Progetto Aphekom – Improving Knowledge and te e delle Politiche Sociali. Inquinamento Atmo- Communication for Decision Making on Air Pollu- sferico e Salute: Sorveglianza Epidemiologica ed tion and Health in Europe. http://www.aphekom. Interventi di Prevenzione. Epidemiol Prev 2009; org/c/document_library/get_file?uuid=80d9dfde 33 (6 Suppl. 1): 1-143 021d-4674-837e-7960830339cd&groupId=10347. Cattani G, Di Menno di Bucchianico A, Dina D, et Ultima consultazione: settembre 2011 al. Evaluation of the temporal variation of air Progetto EBoDE – Opasnet. Ranking of environ- quality in Rome, Italy from 1999 to 2008. Ann Ist mental stressors by health impact in Europe (EBo- Super Sanità 2010; 46: 242-53 DE pilot). Environmental Burden of Disease in European Topic Centre on Air and Climate Change. European Region. http://en.opasnet.org/w/Ebode. The state of the air quality in 2008. Technical pa- Ultima consultazione: settembre 2011 per 2010/1. The Netherlands: Bilthoven 2010 Summary report of the Aphekom project 2008-2011. Hänninen O, Knol A. European Perspectives on En- http://www.invs.sante.fr/presse/2011/communi- vironmental Burden of Disease (EBoDE). Estimates ques/cp_aphekom_010311/Aphekom_summary_ for nine stressors in six countries. Reports 1/2011. report.pdf. Ultima consultazione: settembre 2011 1.2. Aria indoor 1.2.1. Introduzione agenti inquinanti sono presenti in concen- trazioni tali che, pur non determinando ef- L’inquinamento dell’aria degli ambienti fetti acuti, sono tuttavia causa di effetti ne- confinati (indoor), non industriali, in parti- gativi sul benessere e sulla salute dell’uo- colare quelli adibiti a dimora, svago, lavoro mo, soprattutto se legati a un elevato tem- (es. uffici) e trasporto, rappresenta un im- po di esposizione. Il rischio di danni per la portante problema di sanità pubblica, con salute è correlato all’esposizione, ovvero al- grandi implicazioni sociali ed economiche, la concentrazione integrata per il tempo e per molteplici motivi. In primo luogo, per alla suscettibilità delle persone esposte e la prolungata permanenza della popolazio- molte malattie croniche sono correlate a di- ne all’interno di tali ambienti; in secondo versi aspetti dell’indoor air quality (IAQ). luogo, i livelli di inquinamento dell’aria in- In Italia, il danno economico e sociale attri- door sono maggiori rispetto a quelli outdoor buibile all’inquinamento indoor è verosi- per numerose classi di inquinanti e perché milmente elevato (Commissione Nazionale il rischio espositivo non è limitato a catego- per la prevenzione dell’inquinamento indoor rie ben definite (come per il rischio esclusi- DM 8 aprile 1998). vamente professionale o occupazionale), ma, oltre a interessare una parte estesa del- la popolazione, risulta di particolare gravi- 1.2.2. Rappresentazione dei dati tà per alcuni gruppi più vulnerabili, che trascorrono negli ambienti chiusi una per- Le principali patologie associate a inquina- centuale di tempo più elevata rispetto al re- mento indoor, identificate sulla base dei ri- sto della popolazione. Alcuni inquinanti sultati ottenuti dagli studi condotti a livello indoor possono provenire dall’esterno e so- europeo negli ultimi venti anni sono: ma- no legati all’inquinamento atmosferico, ma lattie allergiche, asma e disturbi respiratori la maggior parte di essi è prodotta all’inter- nell’infanzia, BPCO, infezioni respiratorie no degli edifici. (es. legionellosi), tumore del polmone, ma- In generale, negli ambienti confinati gli lattia cardiovascolare, disturbi irritativi e 267
I determinanti della salute alterazione del comfort (es. sindrome edifici. Nelle abitazioni, più della metà dei dell’edificio malato). Le miscele complesse bambini europei è regolarmente esposta al di inquinanti indoor, anche a basse concen- fumo passivo (environmental tobacco trazioni, possono provocare nel tempo ef- smoke, ETS); i bambini provenienti da fa- fetti nocivi sulla salute delle persone su- miglie a basso reddito sono esposti circa il scettibili: bambini, donne in gravidanza, doppio rispetto ai loro coetanei più ricchi, persone anziane, persone sofferenti di e ancora di più in automobile. asma, malattie respiratorie e cardiovasco- In Italia, l’NO2 , tipico inquinante outdoor lari. Nei bambini l’esposizione ad alcuni in- originato prevalentemente dal traffico vei- quinanti indoor si associa a un maggiore colare, è uno degli inquinanti più comuni rischio di irritazioni, sintomi respiratori nelle abitazioni, per l’uso pressoché esclusi- acuti, iper-reattività bronchiale, infezioni vo di gas, sia per riscaldamento sia per cu- respiratorie e sensibilizzazione allergica. Si cinare. Le esposizioni indoor in alcune si- stima che in Europa l’inquinamento indoor tuazioni possono essere superiori a quelle sia responsabile del 4,6% delle morti per esterne, con importanti conseguenze sulla tutte le cause e del 31% delle inabilità salute respiratoria, specialmente dei bam- DALY nei bambini da 0 a 4 anni di età. bini. La concentrazione media italiana di È stato dimostrato che le caratteristiche ge- radon nell’aria è di circa 70 Bq/m3. È stato netiche, lo stato nutrizionale e gli stili di stimato che sui 31.000 casi di tumore ai vita possono contribuire a rendere la popo- polmoni che si registrano in Italia ogni an- lazione più suscettibile. Una gamma di de- no il 10% circa è attribuibile al radon (que- terminanti sociali quali bassa fascia di red- sto dato comprende per la maggior parte dito e livello di educazione, appartenenza a fumatori, a causa della sinergia tra radon e famiglie di disoccupati, di emigranti o di fumo, che ne moltiplica gli effetti). genitori single determina il livello e la fre- L’esposizione a fumo di tabacco ambienta- quenza dell’inquinamento indoor e di con- le, formaldeide e altri composti organici seguenza il livello di esposizione. Differen- volatili, singolarmente o in miscele, è stata ze nella concentrazione degli inquinanti in- associata a un’aumentata prevalenza di sin- door sono a oggi i migliori marcatori delle tomi respiratori, suggestivi di asma o dia- disuguaglianze sociali nell’esposizione. gnosi di asma, in ambito sia domiciliare sia L’Ufficio Europeo dell’OMS stima che lavorativo. Gli acari della polvere, i derivati 10.000 bambini, da 0 a 4 anni, muoiono di animali domestici e alcuni microrgani- ogni anno in Europa per l’uso domestico di smi, quali funghi e spore, rappresentano le combustibile solido. Le famiglie a basso principali fonti di allergeni indoor. L’inala- reddito, per contenere i consumi energetici zione di tali allergeni può indurre, in sog- a causa delle ristrettezze economiche, sono getti sensibilizzati, una rapida risposta in- costrette a utilizzare combustibile a basso fiammatoria, mentre ripetute esposizioni costo per la cottura dei cibi o per il riscal- nel tempo possono causare l’insorgenza di damento, con gravi rischi di esposizione a asma bronchiale. Un’indagine condotta nel ossido di carbonio e ad altri inquinanti tos- 2002 sulla salute respiratoria di bambini e sici e un maggiore rischio di incidenti do- adolescenti italiani (SIDRIA-2) ha eviden- mestici. Gli studi europei hanno concluso ziato che un bambino italiano su dieci sof- che nei quartieri dei ceti più bassi le fami- fre d’asma, una frequenza simile o comun- glie con problemi di umidità o infiltrazioni que di poco aumentata rispetto ai risultati sono rispettivamente il doppio o il triplo ri- di un’analoga indagine condotta sette anni spetto ai quartieri dei ceti sociali alti. Colo- prima (SIDRIA-1); per contro, la frequenza ro che occupano palazzi umidi o con muffe di disturbi allergici come la rinite o la der- corrono fino al 75% di rischio in più di matite allergica è risultata in preoccupante contrarre sintomi respiratori e asma. Circa aumento. L’indagine evidenzia che ancora il 13% dei casi di asma dei bambini europei troppi bambini italiani sono esposti a con- è correlabile a un eccesso di umidità negli dizioni ambientali che favoriscono le ma- 268
Ambiente lattie respiratorie. Più della metà dei bam- ratorie e per la sindrome da edificio mala- bini italiani vive in famiglie in cui almeno to; la presenza di muffe o umidità negli edi- uno dei genitori è fumatore. Si stima che il fici è risultata associata a sintomi respirato- 15% dei casi di asma tra i bambini e i ra- ri e allergici negli alunni esposti. In alcune gazzi sia attribuibile proprio al fumo dei scuole sono state rilevate concentrazioni si- genitori. Inoltre, lo studio ha rilevato che la gnificative anche di allergeni indoor del ca- presenza di macchie di umidità o di muffa vallo o del cane, che sono state associate a nella camera in cui il bambino dorme au- un aumento della frequenza di fischi respi- menta il rischio di sintomi asmatici. Un pic- ratori, difficoltà di respiro, asma corrente e colo aumento di rischio di malattie respira- allergie. Indagini più recenti hanno eviden- torie è stato riscontrato in bambini la cui ziato nell’aria indoor la presenza di concen- abitazione è riscaldata con combustibili ad trazioni significative di composti organici alto potenziale inquinante (legna, carbone, volatili di origine microbica (MVOC) e, gas in bombole). È emersa, infine, una dif- specialmente in edifici scolastici di nuova ferenza di frequenza della malattia respira- costruzione, anche di elevate concentrazio- toria tra i bambini che vivono in strade ad ni di composti come il TMPD-MIB alto traffico di mezzi pesanti e quelli che (2,2,4-trimetil-1,3-pentanediol monoiso- vivono, invece, in strade lontane dal traffi- butirrato) e il TMPD-DIB (2,2,4-trimetil- co. Coloro che vivono in prossimità di sca- 1,3-pentanediol diisobutirrato), rilasciati richi diesel hanno una maggiore frequenza dai materiali plastici in PVC, utilizzati più di sintomi respiratori e di asma. frequentemente per il rivestimento dei pavi- A fronte della maggiore suscettibilità dei menti. Negli studenti esposti a questi com- bambini alle esposizioni indoor, la qualità posti è stata riscontrata la presenza di sin- dell’aria degli ambienti di vita dove i bam- tomatologia respiratoria. bini trascorrono più tempo – la casa e la In Italia, a oggi, è disponibile un certo nu- scuola, percepiti come ambienti tra i più mero di informazioni relative alla sicurezza “sicuri” – spesso risulta scadente, con gravi strutturale degli edifici scolastici, grazie ad rischi per la salute. alcune iniziative istituzionali come il moni- Alcuni Paesi europei, in particolare Svezia, toraggio sulla sicurezza nelle scuole, pro- Finlandia, Norvegia e Olanda, hanno con- mosso nel 2001 dal Ministero dell’Istruzio- dotto numerosi studi sulla qualità dell’aria ne, mentre non vi sono indagini nazionali di nelle scuole e sulle relative implicazioni sul- rilievo che analizzano gli aspetti igienico-sa- la salute degli studenti. Già dagli anni No- nitari e di qualità dell’aria degli edifici sco- vanta, studi condotti in scuole svedesi han- lastici e i possibili rischi per la salute degli no dimostrato l’esistenza di una relazione studenti. Le evidenze più significative deri- stretta fra asma corrente in bambini e ado- vano da indagini condotte nell’ambito di lescenti ed esposizione a numerosi fattori di studi europei, a cui hanno partecipato anche rischio indoor negli ambienti scolastici, fra ricercatori italiani. Utilizzando procedure cui presenza di umidità, scarsa ventilazio- standardizzate comuni, lo studio HESE (He- ne, elevate concentrazioni di composti or- alth Effects of School Environment) [2004- ganici volatili (inclusa la formaldeide), muf- 2005] ha raccolto per la prima volta, su un fe, batteri e allergeni. Successivamente, al- campione di 21 scuole europee (Italia, Fran- tre indagini condotte in scuole del Nord cia, Svezia, Danimarca, Norvegia), informa- Europa hanno confermato che nelle aule zioni comparabili sull’IAQ (indoor air qua- scolastiche possono essere presenti nume- lity), e sulla salute respiratoria di più di 600 rosi inquinanti, con conseguenze negative scolari. La qualità dell’aria all’interno delle sulla salute degli studenti. In particolare, in scuole esaminate risultava scadente, in rela- diversi edifici scolastici è stata dimostrata zione agli inquinanti considerati (PM10, la presenza di elevate concentrazioni indoor CO2 , muffe e allergeni) e l’alterazione di CO2 , che è risultato un fattore di rischio dell’IAQ si associava alla presenza di effetti per sintomi irritativi delle prime vie respi- sulla salute respiratoria dei bambini. 269
I determinanti della salute Nel 2008, un altro progetto multicentrico munemente considerato. L’inquinamento europeo SEARCH (School Environment dell’aria indoor può causare effetti sulla sa- And Respiratory Health of Children), che lute a partire da raffreddore e tosse, proble- ha coinvolto Italia, Albania, Bosnia, Erze- mi respiratori, cardiaci, per arrivare fino a govina, Serbia e Slovacchia, ha raccolto i cancro, o causare incidenti per esposizioni dati relativi a 13 scuole italiane (55 classi acute (es. avvelenamenti da CO). frequentate da 939 alunni). Lo studio ha ri- Rispetto agli adulti, i bambini respirano levato che più del 50% delle scuole italiane una maggiore quantità di aria, specialmen- esaminate era antecedente al 1970 e in con- te nei primi anni di vita, con conseguente dizioni igienico-sanitarie non ottimali. aumento dell’esposizione a inquinanti ina- Quasi tutte le scuole erano situate in aree labili. Vi è evidenza che l’esposizione a ele- con traffico autoveicolare moderato. Nel vate concentrazioni di allergeni negli am- 70% dei prelievi, le concentrazioni di PM10 bienti interni contribuisce alla persistenza all’interno delle aule sono risultate supe- dei sintomi in bambini con asma allergico. riori a quelle misurate all’esterno, con va- Sebbene sia ancora in discussione il ruolo lori sempre superiori ai limiti ambientali dell’esposizione ad allergeni ambientali nei per esposizioni a breve e a lungo termine in primi anni di vita nell’indurre lo sviluppo più della metà delle aule monitorate. Nel di asma bronchiale, vi è un generale con- 94% delle aule si utilizzavano i gessi per senso sul fatto che le condizioni ambientali scrivere sulla lavagna. In poco più del 50% siano cruciali per l’orientamento del siste- delle aule si aprivano le finestre durante ma immunitario verso una risposta di tipo tutti gli intervalli e nell’11% dei casi sol- allergico o meno. tanto una volta al giorno. All’interno degli Il riscontro di disturbi respiratori associati edifici scolastici sono stati rilevati livelli di a elevati livelli di inquinamento, special- formaldeide più elevati rispetto ai livelli mente da VOC e PVC, sottolinea la neces- medi riscontrati nelle altre scuole europee sità di valutare con attenzione le procedure (oggetto dell’indagine), sebbene risultasse- costruttive degli edifici per limitare l’utiliz- ro lontani dai livelli di pericolosità indicati zo estensivo di materiali di costruzione che dall’OMS. Il riscontro di condizioni mi- possono divenire una continua e incontrol- croclimatiche non ottimali rispetto ai pa- lata fonte emittente di inquinanti (PVC) e rametri relativi a umidità, temperatura e l’utilizzo di prodotti che rilasciano nell’am- ventilazione era associato a un’elevata con- biente composti volatili come benzene, to- centrazione ambientale di allergeni (acari, luene, xilene stirene, terpeni (α-pinene, li- muffe, pollini) e di alcuni inquinanti chi- monene ecc.), formaldeide e acetaldeide; ta- mici volatili. A fronte di questo quadro, i li composti possono derivare dall’uso di risultati dell’indagine effettuata su oltre solventi, detergenti e prodotti utilizzati co- 1000 bambini intervistati hanno eviden- munemente per la pulizia delle aule o du- ziato che quasi il 30% degli scolari soffriva rante l’uso di fotocopiatrici e stampanti. In di rinite allergica e il 20% tossiva frequen- tutti i casi segnalati nella letteratura, la sin- temente, spesso anche durante la notte tomatologia descritta può compromettere (14%). Un’altra delle conseguenze della in modo significativo la qualità della vita cattiva qualità dell’aria indoor era l’au- dei bambini e la loro performance scolasti- mento dei giorni di assenza a scuola. ca. Le indagini in scuole italiane effettuate nell’ambito di progetti europei hanno rile- vato un’associazione fra sintomatologia 1.2.3. Esposizione e valutazione critica asmatica e alcuni inquinanti indoor più co- dei dati muni. La riduzione delle esposizioni indoor negli ambienti frequentati dai bambini può Le scuole, le abitazioni e gli altri ambienti quindi contribuire a ridurre la frequenza di confinati influenzano la salute e il benesse- questa malattia e la sua evoluzione verso re della popolazione più di quanto sia co- forme gravi. In Italia l’asma, insieme all’obe- 270
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