ALT! In Svizzera non vogliamo la legislazione liberticida, inutile, pericolosa, ingiusta e antisvizzera dell'UE sulle armi! - EU-Diktat Nein

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ALT! In Svizzera non vogliamo la legislazione liberticida, inutile, pericolosa, ingiusta e antisvizzera dell'UE sulle armi! - EU-Diktat Nein
In Svizzera non vogliamo
la legislazione liberticida,
inutile, pericolosa,
ingiusta e antisvizzera
dell’UE sulle armi!

ALT!
                               Diktat-UE-No.ch

Denys Gianora
Presidente della Milizia
storica di Leontica
ALT! In Svizzera non vogliamo la legislazione liberticida, inutile, pericolosa, ingiusta e antisvizzera dell'UE sulle armi! - EU-Diktat Nein
Ecco di cosa si tratta

La Comunità di interessi del tiro svizzero (CIT) indice il referendum, perché costretta a farlo.
La trasposizione della Direttiva UE sulle armi non offrirebbe il benché minimo vantaggio in
termini di sicurezza, ma in compenso comporterebbe la fine del tiro come sport di massa
e degraderebbe a semplice privilegio il nostro diritto al possesso di armi. E senza alcun
bisogno – semplicemente perché lo vuole l’UE! – i nostri fucili di assalto dovrebbero venire
proibiti e i proprietari di armi considerati a livello nazionale una categoria di cui lo Stato
deve diffidare. Ciò è assolutamente inaccettabile, esattamente come lo è l’introduzione di
nuove norme, quali per esempio la registrazione a posteriori, già bocciata esplicitamente
in votazione popolare. Nel 2005 il Consiglio federale aveva dichiarato ufficialmente che il
timore di restrizioni incisive nel nostro diritto sulle armi in seguito all’adesione a Schengen
era ingiustificato. Adesso il Consiglio federale si rimangia la parola data!

A Parigi alcuni terroristi islamici uccidono oltre 140 persone. Le armi usate: kalashnikov comprati
illegalmente e contrabbandati per mezza Europa. A questo punto l’UE inasprisce la legislazione delle
armi. Con una nuova Direttiva essenzialmente obbliga gli Stati firmatari di Schengen a proibire ai
propri cittadini il possesso legale di armi da fuoco. Un tale diktat per disarmare il popolo è ingiusto,
liberticida, inutile, pericoloso e antisvizzero – e a Berna lo sanno benissimo. Se però fosse per la
maggioranza del Consiglio federale e del Parlamento, la Direttiva andrebbe applicata comunque.

PS e Verdi sono felici di questo abuso di Bruxelles, perché viene incontro ai loro desideri di disarmo.
Otto anni fa, il 13 febbraio 2011, la loro iniziativa «per la protezione dalla violenza perpetrata con le
armi» è naufragata alle urne. Adesso non vogliono perdere l’opportunità di scavalcare il popolo e far
inserire nella legge le loro pretese radicali. Dei nuovi paragrafi UE, PPD e PLR invece non vorrebbero
saperne niente. Loro non si scandalizzano se i cittadini sono armati e in effetti preferirebbero lasciare
la nostra legislazione delle armi così com’è. Purtroppo, continuando ad affermare che il futuro della
nostra economia dipenderebbe dagli umori di Bruxelles come il futuro del topo dall’appetito del
gatto, si sono fatti paura da soli. Perciò adesso sono disposti ad accettare proprio quel disarmo
generale che ancora nel 2011 avevano contribuito a impedire.

Due alleati molto diversi, ma che insieme hanno deciso che la subdola Direttiva UE vada recepita
sostanzialmente alla lettera. Una trasposizione che avverrebbe – cercano di rassicurarci – «nel modo
più pragmatico possibile a tutela delle tradizioni svizzere in materia di tiro». «Pragmatico» sostituire
il diritto svizzero con un abuso dell’UE? «Tutela delle tradizioni svizzere» ignorare i risultati delle
votazioni? «Pragmatico» buttare nella discarica i principi alla base della nostra legislazione? «Tutela
delle tradizioni svizzere» angariare centinaia di migliaia di onesti proprietari di armi? «Pragmatico»
condurre alla tomba lo sport del tiro? «Tutela delle tradizioni svizzere» proibire al cittadino il fucile di
assalto in dotazione al proprio esercito? Considerata tale abbondanza di «pragmatismo» e «tutela
delle tradizioni», c’è una sola cosa da fare: un NO ben chiaro, saldamente ancorato ai nostri principi!

Referendum                                                                                                     CIT

Vi preghiamo di rispettare l’ultimo                                                                            Comunità di interessi
                                                                                                               del tiro svizzero

termine per l’invio: 20 dicembre 2018                                                                          c/o SSV/FST Federazione
                                                                                                               sportiva svizzera di tiro
                                                                                                               Lidostrasse 6

Diktat-UE-No.ch/Referendum
                                                                                                               6006 Lucerna
                                                                                                               info@diktat-ue-no.ch
Argomentario
Ingiusta!
La Direttiva UE sulle armi non è idonea allo scopo, non è necessaria e tanto meno si può
ragionevolmente pretendere che la accettiamo. Con la sua promulgazione Bruxelles ha pertanto
violato uno dei principi più importanti dello Stato di diritto: quello della proporzionalità. Contro
l’imposizione di norme tanto rovinose sarebbe doveroso opporre resistenza, ma Consiglio federale
e Parlamento si mostrano concilianti sul tema sbagliato. Per non rischiare l’opposizione dell’UE,
vogliono inchinarsi a una legge che non avrebbe mai dovuto essere approvata. Così facendo,
non solo minano il nostro Stato di diritto, ma issano pure una bandiera bianca, affinché sventoli
allegramente nel vento di Bruxelles. Se non li contrastiamo, la perdita sarà irreparabile.

Liberticida!
In Svizzera tutti i cittadini onesti – e addirittura gran parte dei residenti stranieri onesti – hanno da
tempo immemorabile il diritto di possedere armi. Ma adesso l’UE vuole degradare questo diritto a
semplice privilegio. In futuro non si proibirà in via eccezionale di acquistare una normale arma da
fuoco, bensì la si potrà acquistare solo in virtù di un’autorizzazione eccezionale. Possesso legale di
armi esclusivamente per gentile concessione di Lorsignori? E no! Non nella Svizzera liberale, non
con noi, liberi cittadini svizzeri!

Inutile!
L’UE giustifica la sua Direttiva sulle armi con la necessità di misure contro l’attuale ondata
terroristica. Ma da quando è iniziata, nessun attentato è stato commesso con un’arma acquistata
legalmente. In questa situazione perfino PPD e PLR ammettono che le nuove prescrizioni – la cui
applicazione comporterebbe un gigantesco onere amministrativo – non servono assolutamente
a raggiungere lo scopo. La serviss a nagott, ma nüm a pagum istess? Altolà! A questi esperimenti
siamo ben lieti di rinunciare!

Pericolosa!
I Cantoni hanno messo sul chi vive: l’applicazione della Direttiva UE sulle armi provocherebbe una
valanga burocratica. Non solo i diversi corpi di polizia dovrebbero accollarsi innumerevoli ore di
lavoro di ufficio, ma ci sarebbero anche costi enormi per tutta l’infrastruttura informatica necessaria.
E dato che Bruxelles fa la voce grossa quando impartisce comandi, ma è affetta da grave sordità
quando si tratta di pagare, la fattura andrebbe a scapito del lavoro di polizia vero e proprio. Ma il
recepimento dei paragrafi UE non comprometterebbe la sicurezza soltanto a causa degli agenti
di polizia costretti a marciare sul posto. Dato che il possesso di armi diventerebbe un privilegio,
la densità di armi da fuoco detenute nelle case private sarebbe sempre minore. E ciò eroderebbe
l’importanza dell’effetto dissuasivo, specialmente nelle zone isolate. Dobbiamo proprio spianare la
strada ai criminali – e questo per niente di niente? Meglio di no!

Antisvizzera!
La libertà comporta responsabilità. I liberi cittadini svizzeri non hanno bisogno di paragrafi che
li mettano in riga come bambini dell’asilo. Con la nuova Direttiva sulle armi l’UE vuole proibirci
addirittura il nostro fucile d’assalto. La conseguenza: l’arma del soldato di milizia non sarebbe più
l’arma del cittadino, il Tiro in campagna finirebbe per essere a malapena tollerato e per la festa del
«Knabenschiessen» premieremmo ragazze e ragazzi per saper usare un fucile che in base alla
nuova legge non avremmo più il diritto di possedere. Se accettiamo queste imposizioni, ci rendiamo
ridicoli – non solo di fronte a tutto il mondo, ma soprattutto davanti a noi stessi.
In Svizzera non vogliamo
la legislazione liberticida,
inutile, pericolosa,
ingiusta e antisvizzera
dell’UE sulle armi!

ALT!
                                 Diktat-UE-No.ch

Nadine, impiegata di commercio
Apprendista armaiola

                                              11/2018
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