Albergo Definizione - Etimologia - Amazon S3

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Albergo

Definizione – Etimologia
Anche hotel. Dal tedesco heriberga, alloggiamento militare,
termine composto da heri (o hari), truppa, esercito, e berga
(o berg), riparo, asilo. Organismo edilizio specializzato per
funzioni ricettive a pagamento, dotato di servizi
centralizzati, destinato a soddisfare tutte le esigenze di
abitazione temporanea.

Generalità
Lo sviluppo dell’albergo è legato, quantitativamente,
all’incremento dei flussi di viaggiatori, delle vie e dei
mezzi di comunicazione e, qualitativamente, alle sempre più
diversificate categorie di utenti del sistema turistico, oggi
una delle industrie più sviluppate al mondo.
Dal punto di vista tipologico, l’albergo moderno nasce a
partire dall’esperienza della casa plurifamiliare in linea,
caratterizzata da un triplo corpo di fabbrica. Il ruolo
accentrante del corridoio interno, luogo anche della
distribuzione orizzontale degli impianti tecnologici,
definisce infatti, sovente, una campata interna autonoma tanto
dal punto di vista distributivo che, spesso, dal punto di
vista strutturale.
Il tipo più in uso di albergo prevede ai piani inferiori i
vani specializzati destinati agli ambienti comuni (reception,
bar, ristoranti, saloni ecc.); ai piani superiori le camere
distribuite da un corridoio interno, affacciate sui due fronti
opposti, le quali, disposte serialmente in coincidenza con il
passo strutturale, tendono a definirsi ciascuna come unità
minima specializzata. Mentre gli sviluppi dell’albergo
presentano versioni anche assai complesse ma sempre legate
alla propria origine tipologica, il turismo contemporaneo ha
indotto alla formazione di strutture ricettive nuove
(agriturismo, resort, albergo diffuso ecc.).
I criteri che stabiliscono la classificazione e gli standard
qualitativi sono stabiliti dalla normativa nazionale (l.
135/2001 e d.lgs. 10.02.2009).

Origini e processo formativo
La funzione ricettiva dell’albergo, oggi complessa e
specializzata, deriva dal più antico concetto di ospitalità
che, nel mondo antico, non era legata al suo aspetto
commerciale ma considerata obbligo etico e, spesso, religioso,
assolto per lo più in case private. Il legame tipologico con
l’abitazione rimarrà come carattere costante anche nelle
progressive definizioni che procedono per specializzazioni
successive fino ai complessi organismi moderni. I differenti
tipi di albergo, adottati nel tempo e nei vari luoghi,
derivano infatti dal tipo sincronicamente impiegato per la
casa d’abitazione.
Nel mondo greco l’ospitalità aveva luogo prevalentemente
all’interno delle abitazioni. Forme di ricettività organizzata
appaiono soprattutto legate ai luoghi dei grandi raduni
panellenici: si tratta di edifici derivati dall’esperienza
della casa a corte, organizzati intorno a una o più corti
centrali che, mediante peristili, distribuiscono i singoli
vani. Di questo tipo erano, ad esempio, l’Heraion presso
Platea, quello di Istmia, il Leonidaion a Olimpia e il
Katagogion presso il santuario di Hera a Capo Colonna
(Calabria). In ambito urbano edifici ricettivi erano i
pandokeia, strutture ricavate all’interno di semplici case,
generalmente povere e spesso malfamate. Il nome pandokeion,
peraltro, verrà utilizzato in seguito nel mondo greco per
indicare genericamente alberghi economici.
Nel mondo romano l’ospitalità privata era sancita da leggi e
consuetudini e avveniva per lo più nelle ricche case private.
Strutture ricettive di livello medio-basso erano tuttavia
diffuse in ambito urbano: le tabernae, a destinazione
originariamente commerciale con abitazione al piano superiore,
si specializzarono per l’accoglienza fino ad assolvere una
vera e propria funzione alberghiera, con locali comuni al
piano terra e stanze ai piani superiori; gli hospitia e i
deversoria erano caratterizzati da un tipo edilizio che non
differiva dalla casa d’affitto (insula) diffusa a Roma come
trasformazione plurifamiliarizzata della domus. In ambito
extraurbano, a partire dalla tarda età repubblicana e in
quella imperiale, con lo sviluppo delle vie di comunicazione,
le strutture ricettive si specializzano in funzione delle
percorrenze e dei mezzi di trasporto. Le principali arterie
stradali dell’impero erano suddivise in tappe giornaliere
dalle mansiones, aree di sosta e pernottamento riservate ai
dignitari di Stato o alle legioni, attrezzate per il ricovero
dei cavalli, delle guarnigioni e dotate talvolta di terme e
lavatoi. Meno specializzate erano invece le cauponae, locande
spesso malfamate, e le tabernae suburbane.
Nell’Alto Medioevo, con il decadere del        controllo   sul
territorio, l’ospitalità dei pellegrini venne progressivamente
assolta dalle strutture religiose: monastiche, conventuali
(katagogia) e vescovili. In genere tali edifici (hospitia,
deversoria peregrinorum) erano costituiti da ampie aule a due
o tre navate annesse ai complessi conventuali. Questo tipo di
strutture ebbe in seguito grande importanza per la definizione
dell’organismo ospedaliero (ospedale) sviluppatosi a partire
da quello conventuale. Tale derivazione e affinità tipologica
sono d’altra parte testimoniate al giorno d’oggi dalla
frequente riconversione di antiche strutture ospedaliere o
conventuali a uso alberghiero. In Occidente strutture
ecclesiastiche ricettive sorsero lungo tutte le principali vie
di pellegrinaggio, in genere in prossimità dell’ingresso ai
centri urbani.
In Oriente, i grandi itinerari erano organizzati con luoghi di
sosta e accoglienza costituiti dai caravanserragli, eredi
degli antichi khan di cui già parla Erodoto (Storie V. 52,
53). I caravanserragli, condividendo con i katagonia e con i
conventi la matrice tipologica, ne hanno anche spesso
condiviso il destino che li vede oggi di frequente
riconvertiti a uso alberghiero. Durante tutto il Medioevo,
nelle città europee, l’ospitalità rimase confinata nelle
hosteriae o negli hospitia, che non svilupparono strutture
specializzate. Per il resto l’ospitalità era ancora largamente
legata alle abitazioni patrizie, alle foresterie dei conventi
o alle case private. Fino al primo Rinascimento gli alberghi
italiani non godevano di buona fama e spesso erano definiti
“hospitia vili”, “incomoda deversoria” ecc.
A partire dal XIV secolo si ha notizia di alberghi
progressivamente più organizzati: a Venezia era rinomato il
Leon Bianco poi divenuto Ca’ Da Mosto sul Canal Grande; a Roma
gli alberghi erano prevalentemente collocati lungo le vie di
collegamento tra i maggiori santuari. Lo spostamento della
Curia dal Laterano al Vaticano provocò un fiorire di locande e
alberghi nei rioni di Borgo, Ponte e Parione, mentre altri
ancora si addensavano tra Campo de’ Fiori e Tor di Nona, tra i
quali il più noto è il quattrocentesco albergo dell’Orso. Gli
esempi ancora esistenti di questo periodo dimostrano come tali
albergi fossero poco specializzati rispetto all’edilizia
abitativa: l’antico albergo Ca’ Da Mosto a Venezia individua
il tipo del palazzetto veneziano, esito del relativo processo
di formazione a partire dalla domus; l’albergo il Montone (poi
denominato del Sole) a Roma consiste in una semplice casa in
linea ottenuta per rifusione di case a schiera; l’Hospitium
Bovis (Palazzo del Bo’) a Padova nacque già nel XIV secolo
dalla rifusione di quattro case. In definitiva, almeno fino al
XVII secolo, l’albergo, possedendo un basso grado di
specializzazione, adottava il sincronico tipo della casa.
Peraltro, per tutto il Cinquecento e il Seicento rimase assai
diffuso l’uso della “camera locanda” presso agiate famiglie
private.
Tra il XVII e il XVIII secolo, con l’incremento dei flussi di
viaggiatori e con l’inizio del Grand Tour, l’albergo mostrò
crescenti gradi di evoluzione, che, pur mantenendo il legame
con il tipo corrente della casa in linea, si svolse secondo un
processo parallelo alle trasformazioni dell’edilizia
abitativa.
Le strutture alberghiere acquisirono una loro vera
specializzazione solo a partire dalla fine del XVIII secolo e
poi nel XIX secolo, tendendo progressivamente a differenziare
l’offerta ricettiva in funzione della classe dirigente, nobile
o alto-borghese, il cui tipo di riferimento fu il palazzo. Si
sviluppò così, nel corso del XIX secolo, il “grandhôtel”, che
ereditava dal palazzo la presenza di ampie sale e zone di
rappresentanza, una sorta di parte “pubblica”, separata dalle
zone private destinate alle camere e agli appartamenti. In
Francia il riferimento fu l’hôtel particulier, residenza
nobiliare isolata all’interno del tessuto urbano con ampia
corte interna, che, come già avvenuto per il palazzo italiano,
aveva sviluppato una netta distinzione tra gli spazi a uso
privato e quelli di rappresentanza.

L’albergo moderno
Nel corso del XIX secolo, con lo sviluppo della metropoli,
l’albergo si configurò come servizio esteso a strati sempre
più ampi della popolazione a partire dalle società a maggiore
livello di democrazia. Negli Stati Uniti, a Boston, il Tremont
House (1829) fu probabilmente il primo edificio a interpretare
in forma compiuta i caratteri dell’albergo moderno. Per la
prima volta gli impianti tecnologici avanzati entrarono nella
progettazione dell’edilizia alberghiera, e da allora
l’impiantistica e la tecnologia ne divennero componenti
fondamentali. Ne sono testimonianza i grandi alberghi
costruiti di lì a poco a Manhattan, tra essi l’Astor House
(1836), il Fifth Avenue Hotel (1856-1859), che per la prima
volta introdusse bagni privati e ascensore, il St. Nicholas
Hotel a Broadway (1855).
Il successivo sviluppo dell’albergo fu strettamente legato
alla struttura della città industriale, alla diffusione delle
linee ferroviarie e alla costruzione delle relative stazioni
terminali che diverranno presto nuovi poli urbani. In
Inghilterra, prima nazione a sviluppare il trasporto su ferro,
i grandi alberghi furono costruiti come parte integrante delle
maggiori stazioni ferroviarie e loro vero fronte urbano. Ne
sono esempi significativi il Great Western Hotel (1854),
annesso alla stazione di Paddington, e il Midland Grand Hotel
(1873), annesso alla stazione di St. Pancras, interpretato
come moderna cattedrale neogotica. In Francia la prima catena
di grandi alberghi venne fondata da imprenditori delle linee
ferroviarie (i fratelli Perire). Sorgono così il Grand Hôtel
del Louvre (1855), il Grand Hôtel di Place de l’Opéra (1862) e
l’Hôtel Terminus Saint Lazare (1889). Grandi alberghi di lusso
sorsero anche nelle zone più rappresentative della Parigi
haussmaniana sull’asse degli Champs Elysées, tra essi l’Hôtel
Ritz (1898) costruito da C. Ritz, fondatore dell’omonima
catena.
L’avvento dell’energia elettrica produsse un ulteriore
sviluppo     del    lusso    alberghiero     e   della     sua
spettacolarizzazione: l’Hotel Savoy di Londra (1889) fu
definito al suo sorgere l’edificio più illuminato del pianeta.
Si configurò così l’albergo urbano, caratterizzato dalla
dotazione di spazi comuni i quali, destinati non solo ai
clienti dell’albergo ma a tutti i cittadini, divengono vere e
proprie attrezzature urbane. Emblematico è il caso del New
Waldorf-Astoria (1931) il più famoso albergo urbano di
Manhattan ben analizzato nel saggio Delirious New York di R.
Koolhaas. Nato come riedizione del primo Waldorf-Astoria,
l’edificio si articola nella sovrapposizione di una parte
abitativa (le torri dei residence) a una alberghiera, grazie
alla comune organizzazione in linea dei rispettivi corpi di
fabbrica; questi ultimi a loro volta sono sovrapposti ai
volumi per gli spazi comuni (teatri, ristoranti, sale da ballo
ecc.), la cui distribuzione mostra ancora caratteri derivati
dal palazzo. Pensati come vere e proprie attrezzature urbane,
i grandi alberghi urbani statunitensi, comprendendo
all’interno tutti i servizi cittadini, giunsero a configurarsi
come micro-città e, per alcune categorie di clienti, luogo di
residenza abituale. Anche attraverso la formazione delle
grandi catene alberghiere internazionali, primo sintomo della
globalizzazione dell’industria alberghiera, tale tipo si
diffuse in seguito in molte grandi capitali del mondo come
vera infrastruttura urbana.
Un fenomeno particolare e architettonicamente curioso riguarda
gli alberghi urbani costruiti nei Paesi coloniali o esotici
agli inizi del Novecento, caratterizzati dalla tendenza a
trasferirvi il lusso occidentale, impiegando tuttavia un
linguaggio mimetico ispirato, a volte goffamente, ai caratteri
locali. Tra i più celebri il Pera Palace di Istanbul,
realizzato dalla Compagnie des Wagons-Lits come terminale
della linea ferroviaria Orient Express (1891), e l’Imperial
Hotel a Tokio di F.L. Wright (1923).

Articolazioni dell’albergo contemporaneo
Nel corso del XX secolo lo sviluppo dei mezzi di trasporto su
scala planetaria ha definitivamente trasformato il turismo in
fenomeno di massa, con i relativi risvolti economici e
finanziari. Ciò ha comportato una progressiva differenziazione
in diversi filoni: balneare, montano, culturale, congressuale,
religioso, termale eccetera, secondo un processo in continua
evoluzione al quale corrisponde la specializzazione delle
relative strutture ricettive.

Alberghi per il turismo naturalistico
Il turismo naturalistico, balneare e montano, anche sotto la
spinta della costruzione di nuove linee ferroviarie, fu il
primo a specializzarsi e, negli alberghi a esso destinati, gli
spazi aperti, i portici, i pergolati, le terrazze, le verande
diventarono elementi essenziali caratterizzanti. L’albergo
balneare si sviluppò a cavallo tra seconda metà del XIX secolo
e l’inizio del XX nei maggiori centri turistici d’Europa
secondo i canoni estetici invalsi nel periodo della belle
époque. In virtù anche dello spirito eclettico dell’epoca
nascono così i grandi alberghi per il turismo alto-borghese
nelle più rinomate località balneari. Tra essi il Grand Hôtel
di Cannes (1864), il Grand Hotel di Brighton (1864), l’Avenida
Palace Hotel di Lisbona (1892), l’Excelsior Regina Hôtel di
Nizza (1897), l’Excelsior Palace di Venezia (1907), il Grand
Hotel di Rimini (1908), l’Hôtel de Paris a Trouville sulla
manica (1910), l’Hôtel Negresco di Nizza (1912) ecc.
Analogamente sorsero alberghi nelle località montane,
sciistiche ed escursionistiche. Il turismo montano ebbe il suo
primo periodo di intenso sviluppo tra il 1870 e il 1890 in
Svizzera, dove a Saint Moritz sorse il Palace Hôtel (1896).
Peculiare problema architettonico dell’albergo in zone
panoramiche è la contraddizione tra l’uso del tipo edilizio
con finestre sui due fronti contrapposti e l’esigenza di
affacci sul fronte privilegiato, il quale, in genere piuttosto
esteso, risulta quindi di forte impatto paesaggistico; un
tentativo estremo di risolvere tale problema è costituito dal
progetto (non realizzato) dell’albergho sulla scogliera a Gozo
(Malta) dell’architetto J. Lafuente (1967). In tempi recenti,
la crescente sensibilità ambientale ha comportato un rifiuto
crescente verso gli impianti a forte impatto e ne ha imposto
un più attento inserimento ambientale. Un esempio molto
divulgato, in tal senso, è costituito dal recente piccolo
albergo ipogeo Villa Vals (Vals, Svizzera, 2009).

Alberghi termali
Al turismo naturalistico si affiancò quello termale che,
sebbene di antichissima tradizione, si sviluppò nelle forme
attuali soprattutto a partire dalla metà del XIX secolo, con
pionieristici precedenti già alla fine del XVIII secolo. In
tutta Europa nacquero grandi alberghi per una clientela alto-
borghese, specializzati per le cure termali e il benessere, il
cui carattere mescolava il lusso degli alberghi urbani e
balneari alle attrezzature per esigenze terapeutiche. Tra gli
innumerevoli esempi sono celebri il Grand Hotel delle Terme a
Salsomaggiore, presso Parma (1901), o il Gellert Hotel di
Budapest (1918). Oggi si assiste a un rinnovato interesse per
questo tipo di strutture (spesso denominate “spa” dal nome
dell’omonima cittadina belga), che tendono a caratterizzarsi
come centri benessere dotati di ogni servizio per la cura del
corpo e per il relax psicologico cui segue un’attenta ricerca
del design. La proliferazione di queste strutture ha visto
recentemente le maggiori firme dell’architettura contemporanea
cimentarsi nella loro progettazione; sono celebri: le Terme di
Vals (Vals, Svizzera, P. Zumthor, 1996) o il più recente
Centro benessere Tschuggen Berg Oase (Arosa, Svizzera, M.
Botta, 2006).

Alberghi per il turismo congressuale
Sviluppatosi nella seconda metà del XX secolo, questo tipo di
albergo si caratterizza per un’architettura raramente legata
al luogo quanto piuttosto allo stile internazionale
modernista. La voluta autonomia dal contesto diviene il
carattere mediante il quale il viaggiatore ritrova ovunque una
stessa forma di ospitalità e servizi degli stessi livelli
qualitativi. Questo tipo di albergo è situato prevalentemente
fuori dai centri storici, in prossimità dei nodi di traffico
nazionali o internazionali quali aeroporti, terminali
ferroviari e portuali ecc. Tra gli esempi europei
significativo è il Royal Hotel Air Terminal della SAS (A.
Jacobsen, 1961) la cui struttura è composta da un corpo basso
a sviluppo orizzontale per i servizi comuni, sormontato da un
parallelipedo di vetro contenente le stanze. Analoga struttura
si riscontra in diversi alberghi dello stesso tipo: l’Hilton
di Istanbul (Studio SOM, 1955), l’Hôtel El Aurassi ad Algeri
(L. Moretti, 1968-1973) e l’Hilton di Roma (S.G.I., 1963),
costruito tra le proteste per la sua collocazione in un
ambiente storico-naturalistico di grande rilevanza.

Motel
Nato negli Stati Uniti a partire dagli anni Venti del secolo
scorso lungo le principali strade nazionali, il motel è un
albergo destinato al riposo degli automobilisti di passaggio.
In genere non offre alcun tipo di servizio collettivo ed è
costituito solo da una reception e da stanze distribuite
mediante un ballatoio esterno al quale si accede direttamente
dal parcheggio. Di tipo essenzialmente economico, tali
strutture sono collocate talvolta anche nei centri urbani per
i clienti meno abbienti. In Italia i motel o autostelli
(autostello) hanno avuto nel passato recente un certo sviluppo
lungo le tangenziali periferiche delle grandi città.

Ostelli per la gioventù
A partire dal primo ostello per la gioventù realizzato ad
Altena, in Germania, nel 1912, tali strutture, destinate al
turismo giovanile, si sono diffuse in tutto il mondo e sono
organizzate da apposite associazioni. Normalmente gli ostelli
sono dotati solo di spazi collettivi, privi di alloggi
individuali, con bagni e servizi di uso comune. Dal punto di
vista tipologico la struttura non differisce molto da quella
degli alberghi tradizionali, costituita da una serie di stanze
distribuite dal corridoio centrale. Si distingue tra i molti,
in virtù del legame con le tecniche costruttive locali,
l’albergo-Rifugio Pirovano per ragazzi a Breuil-Cervinia
(Aosta, F. Albini, 1948-1952).

Residence
Sviluppatosi dapprima negli Stati Uniti e successivamente in
Europa, il residence è una struttura destinata a nuclei
familiari ristretti o a singoli che offre appartamenti
completi a uso temporaneo. La centralizzazione dei servizi è
ridotta spesso ai soli servizi di pulizia, portineria (a volte
sono presenti anche bar e ristorante) e alla gestione
dell’immobile. Esempi italiani sono a Roma il residence in via
Nicotera (L. Piccinato, 1938-1943), originariamente denominato
“casa-albergo”, e il Residence Garden (A. La Padula 1959-1962)
nel quartiere dell’Eur.

Strutture ricettive contemporanee
Oggi, superata la tradizionale suddivisione dell’offerta
alberghiera in albergo di transito, di soggiorno, stagionali e
di permanenza eccetera, i maggiori alberghi hanno messo a
punto nuove strategie in grado di rispondere alle esigenze di
un mercato globalizzato e sempre meno legato ai flussi
stagionali. Un’esigenza è rappresentata dalla tendenza a
superare la specializzazione legata al contesto (ad esempio
urbano, naturalistico, rurale ecc.) offrendo al cliente
attrezzature complete, adatte tanto allo svago quanto al
riposo, agli affari ecc. Ciò comporta, oltre alla necessità di
spazi comuni articolati per ogni esigenza, l’utilizzo di
sofisticate tecnologie impiantistiche e telematiche che si
affiancano a zone per il relax, il fitness e il benessere
sempre più necessarie ai nuovi alberghi.
La ricerca architettonica sul tema dell’albergo contemporaneo
tende ad assegnare a ciascun edificio una propria identità
autonoma definita da un’immagine esclusiva che, legata alla
firma di architetti e di designer di fama internazionale,
diventa la cifra con cui l’albergo si inserisce nel mercato
mediatico mondiale. Le forme di un nuovo lusso, ricercato
nell’esclusività del design, partecipano così alla cultura
globale e l’habitat alberghiero ne comunica al visitatore
messaggi e sensazione di appartenenza. Tra i numerosissimi
esempi rappresentativi di questa tendenza (riscontrabile sia
negli edifici nuovi che in quelli ristrutturati) si possono
citare il The Hotel (Lucerna, J. Nouvel, 2000), l’Hotel Homm a
Barcellona (J. Capella, 2003) e l’Es Hotel (Roma, King Roselli
Architetti, 2003).
In una produzione internazionale tanto articolata non mancano
comunque casi di alberghi che tendono a coniugare il design
con la ricerca di un raffinato legame con il contesto e un
attento uso di materiali soprattutto in zone di grande valore
naturalistico, come il Vigilius Mountain Resort (Lana,
Bolzano, M. Thun, 2005) o l’Hotel Eso (Cerro Paranal, Cile,
Auer+Weber+Assoziierte, 1998-2001).
Accanto a un’offerta alberghiera di stampo elitario, sulla
quale si concentra la ricerca dei grandi studi internazionali,
si sono sviluppate strutture per la ricettività di massa,
anche in virtù del cambiamento subito dal turismo stesso con
la diffusione dei viaggi a prezzi moderati e con un’inedita
organizzazione che vede spesso solidali tra loro le grandi
agenzie di viaggi, le strutture ricettive e anche le
istituzioni locali, sia pubbliche che private. Si assiste di
conseguenza alla nascita di nuovi tipi di utenti. L’espansione
del turismo giovanile, di quello religioso, di quello della
terza età, e anche di quello, recentissimo, legato al mondo
dello sport, è un fenomeno che ha notevolmente modificato la
domanda dando luogo a nuove strutture ricettive o a nuove
accezioni di strutture già esistenti.

Villaggi turistici
Il villaggio turistico è formato in genere da piccoli
aggregati di alloggi unifamiliari all’interno di un’area
delimitata e protetta, organizzati da servizi comuni centrali
collocati in un apposito edificio. Di solito realizzato in
località non ancora urbanizzate e di particolare pregio
naturalistico, il villaggio turistico tende a interpretare in
modo commerciale i caratteri tipologico-formali del luogo
assecondando le aspettative della clientela. Tra i primi nati
negli anni Cinquanta ricordiamo il Club Méditeranée (Club Med)
di Maiorca in Spagna, inizialmente costituito da un villaggio
di capanne con i servizi in comune, oggi sostituiti da
strutture più moderne e dotate di ogni comfort.

Resort
Con la denominazione “resort” viene identificata una struttura
alberghiera complessa caratterizzata da un tema prevalente che
ne informa tutti i servizi. Più specifici sono i resort a
carattere urbano come ad esempio, negli Stati Uniti, quelli
legati ai casinò di Las Vegas, che ne caratterizzano
l’immagine urbana e allo stesso tempo ne sostanziano
l’economia. I temi adottati dai resort possono essere
svariati. Tra i più noti vi sono i resort Disney negli omonimi
villaggi costruiti sia in Florida sia presso Parigi o l’Ice
Hotel (A. Larsson, 2001) costruito a Jukkasjarvi (Svezia)
interamente in ghiaccio. Molto diffusi sono anche i resort
destinati al turismo naturalistico. In Italia vengono spesso
denominati resort gli alberghi di lusso insediatisi in antiche
dimore e ville storiche.

Albergo diffuso
L’albergo diffuso è una recentissima forma di ospitalità nata
in Italia con l’intento di restituire vita ai centri storici
abbandonati o in via di spopolamento. È un tipo di ospitalità
basata su una struttura nella quale solo l’amministrazione e
alcuni servizi sono centralizzati e i visitatori sono ospitati
in case o borghi restaurati, messi in rete tra loro.

Alloggi turistici extra-alberghieri
Al sistema ricettivo alberghiero appartengono oggi anche altri
tipi di strutture che, sebbene rivestano un ruolo di primaria
importanza nell’economia legata al turismo, non possono
ascriversi propriamente alla nozione di albergo. Se ne dà nel
seguito solo un’indicazione sommaria.

Agriturismo
Si tratta di strutture ricettive organizzate all’interno di
aziende agricole nelle quali il visitatore partecipa alle
attività dell’azienda; in tempi recenti esse hanno
progressivamente sviluppato e innalzato il livello degli
standard qualitativi fino a divenire vere e proprie strutture
per il soggiorno naturalistico.

Bed & Breakfast
Derivato dalla tradizione inglese, è una forma ricettiva di
tipo economico che consiste in porzioni di case, arredate, che
il proprietario cede in affitto per brevi periodi. Inserito
per sua natura quasi sempre nel tessuto urbano consolidato il
Bed & Breakfast offre spesso tipi di alloggio legati a forme
di abitazione tradizionali.

Bibliografia
Adam H., Strategien und Typologien im Hotelwesen, in “Detail
Konzept”, 3, 2007; Aloi G., Alberghi, Motel, Ristoranti,
Milano, 1961; Daremberg C., Saglio E., Dictionnaire des
antiquités Grecques et Romaines, Paris, 1877-1919; Denby E.,
Grand Hotels, Reality & Illusion, London, 1998; Farina F.,
Architetture balneari tra Europa e Americhe nella Belle
Epoque, Milano, 2001; Giovenale F., Alberghi, in Carbonara P.
(a cura di), Architettura Pratica, II, Torino, 1954; Latina
C., Torricelli M.C. (a cura di), Edilizia per il turismo e la
ristorazione, Torino, 2007; Lawson F., Hotels and Resort:
Planning. Design and Refurbishment, London, 1995; Peluffo G.,
Hotel. Architetture 1990-2005, Milano, 2003; Ruters W., Penner
R.H., Adams L., Hotel Planning and Développement, New York,
2001; Zaniboni E., Alberghi italiani e viaggiatori stranieri
(sec. XIII-XVIII), Napoli, 1921.

Photogallery

Cerro Paranal (Cile), Hotel Eso, Auer+Weber+Assoziierte,
1998-2001. Veduta del fronte esterno e pianta del secondo
piano.

Chiudi

Algeri, Hôtel El Aurassi, L. Moretti, 1968-1973.

Chiudi

Lana (Bolzano), Vigilius Mountain Resort, M. Thun, 2001-2003.
Prospetto e pianta piano terra.

Chiudi

Londra, Midland Grand Hôtel, Sir G. Gilbert Scott, 1873.

Chiudi

New York, New Waldorf-Astoria Hotel, L.B. Schultze, S.F.
Weaver, 1931.

Chiudi

Roma, Es Hôtel, King Roselli Architetti, 2000-2003. Prospetto
principale e pianta piano tipo.
Chiudi

Algeri, Hôtel El Riadh, Sidi-Ferruch, F. Pouillon, 1968-1973.
Cortile interno.

Chiudi
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