Affetto da AIDS Assistenza al paziente - Stefania Campitelli - Formazione Infermiere
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L’epidemia Ai malati di AIDS venne associata una rappresentazione che andava ben oltre la loro condizione clinica: “la peste del secolo” “il flagello di Dio” malattia “meritata” Queste valenze negative hanno avuto conseguenze sia sulla cura del malato che sull’operatività quotidiana del personale sanitario
Giovani, spesso con problematiche associate Vittime di una patologia che “terrorizza” Comportamenti “amorali”, fuori dalla “norma” Perdita identità sociale, familiare e personale Legami fragili, spesso con destino simile
Stadi della malattia Portatore asintomatico: (HIV+) LAS (Lynphoadenopathy Sindrome): persistenza di oltre 2 stazioni linfonodali ingrandite > 1cm, extrainguinali da oltre 3 mesi, resistenti a terapia
Stadi della malattia ARC (AIDS Related Complex): persistenza di almeno 2 segni e/o sintomi da oltre 3 mesi (LAS, calo ponderale >10%, febbre, diarrea, astenia, sudorazione profusa notturna- associati a riduzione linfociti T Helper, anemia e/o leucocitopenia, linfocitopenia e/o piastrinopenia) AIDS (Aquired Immunodeficiency Sindrome): aggravamento fase ARC, comparsa di infezioni opportunistiche e altro.
Vie di trasmissione Orizzontale: ematica (TD, emotrasfusioni, via chirurgica, ecc) sessuale (etero e/o omo) Verticale: transplacentare allattamento (??)
Non altro …
L’infezione da HIV innesca una risposta immunitaria dell’organismo che produce anticorpi. Tali anticorpi sono inefficaci e quindi, non arrestano l’infezione.
Periodo finestra: da 0 a 6-13 mesi dopo il contagio (pz. siero- ma contagioso) Sieropositività: contagioso Malattia: si evidenzia dopo 2-15 anni dalla siero+, contagioso, ma soprattutto contagiabile!!!
Diagnosi Test di ELISA (Enzime Linked Immunoadsorbent Assay). Ricerca di Ab antiHIV Western Blot test. Test di conferma PCR. Amplificazione genica in vitro dell’HIV. N.B. il prelievo è subordinato al consenso informato del paziente, fatte salve le eccezioni previste dalla Legge Completamento diagnostico attraverso anamnesi ed esame obiettivo
Prevenzione Riduzione del rischio e prevenzione della PREVENZIONE trasmissione dell’AIDS nella popolazione PRIMARIA sana (ed. sanitaria, DPI, normativa, …) Vaccino? Procedure di accertamento (screening) per PREVENZIONE una diagnosi precoce nella popolazione a SECONDARIA rischio (operatori sanitari, stile di vita e/o comportamenti sessuali a rischio, ecc) Assistenza e al paziente in cui la sindrome PREVENZIONE si è manifestata, terapia e comportamenti TERZIARIA atti a ritardarne la progressione
La situazione dei primi anni Patologia ad evoluzione infausta Alternarsi di episodi acuti (con necessità di terapia intensiva) e fasi di remissione con livello variabile di bisogni socio- sanitari Difficoltà tecniche Resistenze culturali (operatori, altri pazienti e loro familiari, comunità locali)
Prognosi Legata allo stile di vita e alla limitazione dei fattori di rischio, all’accesso alle cure, alle persone di riferimento, … Gestione prevalente in Day Hospital o assistenza domiciliare o case alloggio L’ospedalizzazione è limitata al trattamento delle acuzie
Terapia AZT (zidovudina): inibitore della trascriptasi inversa dell’HIV. Mielotossico. Didanosina e staduvina:in alternativa all’azt, quando produce intolleranza o resistenza. Neurotossico. Saquinovir: inibitore attività proteasica dell’HIV. Diarrea, nausea e vomito, dolori addominali. Terapia adiuvante e specifica delle malattie intercorrenti.
Sindromi associate Polmonite da Pneumocystis Carinii, Candida Albicans Diarrea da Salmonella, CMV Stomatiti da Candida Albicans Ascessi cerebrali da CMV, Toxoplasma Neoplasia vascolare e linfatica da Sarcoma di Kaposi
Sindromi associate Altre infezioni (Herpes simplex e/o zooster) Dermatiti (seborroica, atopica, eczema, psoriasi, ecc) Neuropatia del SNC e P: encefalopatia (progressivo declino delle facoltà cognitive, comportamentali e motorie)
Accesso alle cure Terapie ad elevato costo. Maggiori possibilità “anche” per la compliance terapeutica per soggetti siero+ che vivono nelle città in cui sono presenti grandi centri di ricerca sull'HIV. Nei reparti di malattie infettive di un normale ospedale spesso non sono disponibili le stesse opportunità terapeutiche.
Accesso alle cure Trovare un dentista disponibile a curare un paziente siero+ può essere un problema, così come non sono rare situazioni di discriminazione che determinano forme di autoesclusione e autodiscriminazione. Spesso i pazienti siero+ con bisogni sanitari “comuni”, soprattutto se chirurgici, si rivolgono a centri di cura per siero+ per non subire lunghe liste di attesa o il disagio di dover chiarire le proprie condizioni
Assistenza sanitaria oggi La gestione dell’infezione da HIV necessita, ormai per definizione, di un approccio integrato per l’attuazione del quale è richiesta la collaborazione di strutture assistenziali differenti e di molteplici figure professionali.
Obiettivi principali dell’assistenza oggi Riduzione dei tempi di degenza Umanizzazione dei reparti di degenza Attenzione per cure palliative e di supporto Integrazione tra le diverse modalità assistenziali Risposta integrata a bisogni sanitari diversi: TD, Med Stranieri, TBC, epatopatie, psichiatria, gravidanza … Promozione dell’assistenza domiciliare Attenzione ai bisogni psicologici e sociali Soluzioni assistenziali residenziali diversificate Collaborazione tra servizi sanitari pubblici, agenzie no-profit, volontariato
Principi di assistenza Inserire CVC con reservoir (??) NO terapia I.M. Monitoraggio parametri ematici Monitoraggio TC e peso corporeo Colture e ABG Supporto nell’igiene della persona e in particolare del cavo orale
Principi di assistenza NO somm.ne vaccini attenuati (NO: Sabin, morbillo, rosolia, parotide, TBC, febbre gialla, tifo per os, SI: Salk, tetano, difterite, influenza, epatite A e B, rabbia, colera e tifo via parenterale) Profilo dietologico ad hoc Valutazione quali-quantitativa evacuazioni Prevenzione dei traumi Educazione ai comportamenti sicuri per sé e gli altri Assistenza sociale
Trattamento domiciliare Graduale attivazione di servizi per il trattamento a domicilio di soggetti affetti da AIDS e patologie correlate Impiego di personale infermieristico e di supporto che opera secondo le stesse norme e protocolli previsti per l’ambiente ospedaliero con la consulenza dei medici specialisti con la partecipazione all’assistenza del MMG in collaborazione con associazioni di volontariato
Vantaggi dell’assistenza domiciliare Problematiche presenti nei soggetti con malattia avanzata che possono validamente essere affrontate con trattamento domiciliare necessità di terapie farmacologiche supporto psicologico alimentazione disagio sociale importanza di trascorrere nell’ambiente familiare il maggior tempo possibile supporto per lo svolgimento di pratiche assistenziali di tipo personale ed infermieristico
La famiglia – aiuto o ostacolo? La famiglia (inclusi anche amici e persone legate da rapporti di affettività) costituisce la struttura base, lo spazio e l'ambito di sviluppo della persona La malattia tuttavia evidenzia i contrasti, suscita sentimenti ambivalenti: aiuto-rifiuto, amore-odio, solidarietà-indifferenza Queste dinamiche impediscono che le risorse positive di ciascuno convergano per affrontare la malattia Spesso il miglioramento clinico non modifica il rapporto di tensione, anzi peggiora in previsione di un periodo di vita prolungato
Fonti legislative 1988 obbligo del test HIV su tutte le sacche di emoderivati L. 135/90. c3 Obbligo del consenso per il prelievo, ad eccezione ... (necessità clinica, screening epidemiologici in anonimato, disposizioni del magistrato) c5 La siero+ non può costituire motivo di discriminazione in ambito scolastico, sportivo, lavorativo, ad eccezione … DM Sanità 28/9/90 Norme di protezione da HIV nelle strutture sanitarie ed assistenziali pubbliche e private. DPI ed eliminazione di aghi e taglienti ….
Fonti legislative D.Lgs 273/90, art.15. Obbligo per il personale delle forze armate, di polizia e dei vigili del fuoco di sottoporsi all’accertamento per l’assenza di sieropositività per la sicurezza e la salute dei terzi. Art 286 bis Cpp. Divieto di custodia cautelare nei paz affetti da AIDS conclamata e di grave immunodeficienza definita dal D.M. Sanità 25/5/93, artt. 1 e 2. ID Grave = linfociti T/CD4 < a 100/mmc; ID linfociti tra 100 e 200/mmc.
Detenzione Sempre difficoltoso l'accesso a farmaci e cure in molti penitenziari italiani, nei quali le terapie vengono interrotte o modificate, a volte senza nemmeno darne comunicazione all’interessato, esclusivamente in funzione della disponibilità del farmaco nella farmacia del penitenziario. Spesso il detenuto non dichiara la siero+ per non essere discriminato, con conseguente interruzione delle terapie.
Etica Ha sollevato nuovi problemi etici: rispetto della privacy e del segreto professionale (quando ancora l'Autorità Garante della Privacy non era stata nemmeno programmata) diritto/dovere alle cure problematica sulla necessità di informare i familiari o il partner del malato circa la siero+ consenso informato a cure e partecipazione a studi sperimentali desiderio di procreazione richiesta d’eutanasia o di suicidio assistito
… e la ricerca? Non vi è altro esempio nella storia della medicina di un trasferimento così significativo di fondi destinati alla ricerca, alla prevenzione, alle cure, quale quello che si è verificato per la lotta all'AIDS
… a che punto è? Negli USA è iniziata la seconda fase sperimentale del vaccino anti-AIDS. Si modificano geneticamente i virus del comune raffreddore in modo da accogliere 3 geni dell’ HIV che stimolano la risposta dei linfociti T contro tutti i geni simili. La prima fase (1500 volontari popolazione a rischio) ha determinato risposta immunitaria, forte e durevole.
Anlaids@anlaids.it
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