Acceleratori Elettrostatici - INFN-LNL Antonio Palmieri Corso Trasporto Fascio e Operazione TAP 7 gennaio 2020

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Acceleratori Elettrostatici - INFN-LNL Antonio Palmieri Corso Trasporto Fascio e Operazione TAP 7 gennaio 2020
Acceleratori Elettrostatici
                   Antonio Palmieri
                      INFN-LNL

   Corso Trasporto Fascio e Operazione TAP 7 gennaio 2020

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1. Richiami di Elettrostatica
2.   Descrizione degli acceleratori elettrostatici e del
                   loro funzionamento
      3. Generalità sulle scariche elettriche

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Introduzione

                                                             Nel corso del Settecento l’elettrostatica, ancor più di altre branche della fisica,
Nel 1660, il fisico tedesco Otto Von Guericke (1602-
                                                             diviene una vera e propria moda. Nelle corti e nei salotti le leggi
1686) realizzò la prima macchina elettrostatica. Questa
                                                             dell’elettrostatica erano illustrate da esperti che ricorrevano a spettacolari
era costituita da un globo di zolfo che se strofinato
                                                             dimostrazioni pubbliche. In un popolare esperimento elettrico del XVIII secolo, un
quando veniva fatto ruotare, sviluppava una notevole
                                                             ragazzo, sospeso dalle corde di seta, attinge una carica da un generatore,
quantità di elettricità statica. Tavola dagli Experimenta
                                                             trasmettendola a una ragazza in piedi, permettendole di attrarre e respingere la
nova (ut vocantur) magdeburgica de vacuo spatio
                                                             pula.
(1672) di Otto von Guericke (1602-1686)
                                                             Da: Sir William Watson, Recueil de traités sur l'electricité, traduits de l'Allemand
                                                             & de l'Anglois (Parigi, 1748) - Scienza, Industria e Business Library, NYPL
                                                                                                                                       3
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La carica elettrica
Alcune sostanze (ambra, vetro, materie plastiche, …) si elettrizzano per strofinio, cioè strofinate con un panno
acquistano la capacità di attrarre corpi leggeri.
Il termine elettricità deriva da elèktron, nome greco dell’ambra
Due oggetti elettrizzati interagiscono con una forza attrattiva o repulsiva. L’elettrizzazione per strofinio è dovuta al
trasferimento di carica elettrica tra il panno che strofina e il corpo che si elettrizza: si dice che il corpo strofinato e il
panno si caricano
J.J. Thomson (1897) – Scoperta dell’elettrone. Tutti gli atomi contengono elettroni, particelle dotate di carica
negativa qe.Poiché gli atomi sono complessivamente neutri, devono contenere anche cariche positive (Thomson
ipotizzò cariche positive diffuse).
R. Millikan (1909) - Un corpo ha una carica Q, positiva o negativa, che è sempre un multiplo intero della carica
dell’elettrone: Q = n·qe La carica elettrica è quantizzata, qe è la carica elementare.
E. Rutherford (1911) – In un atomo la carica positiva è concentrata nel nucleo centrale; gli elettroni si muovono
intorno al nucleo.
La struttura dell’atomo è spiegata solo dalla meccanica quantistica.
Il nucleo è composto da due tipi di particelle: i protoni, con carica positiva qp = - qe, e i neutroni, privi di carica.
Un atomo di numero atomico Z possiede Z protoni nel nucleo (carica del nucleo Q = Z·qp) e Z elettroni intorno al
nucleo
Nei corpi conduttori di elettricità esistono cariche elettriche libere di muoversi. Se si trasferisce carica elettrica a un
conduttore, la carica si ridistribuisce su di esso Nei conduttori metallici le cariche libere sono elettroni di
conduzione, liberi di muoversi all’interno del corpo
Nei corpi isolanti non esistono cariche libere di muoversi. Elettrizzando un isolante, la carica trasferita resta
localizzata
I materiali semiconduttori hanno proprietà di conduzione elettrica intermedie e sono alla base di tutti i dispositivi
elettronici
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La carica elettrica
•La carica elettrica è una proprietà della materia

•Distinguiamo due tipi di cariche elettriche: carica positiva e carica negativa

• Cariche dello stesso segno si attraggono, cariche di segno opposto si respingono.
                                  F12                                     F21
              q1 .q 2                   +                             +
         F =k
               R2                                     R
                                        q1                           q2
• Nel SI la carica elettrica è una grandezza derivata e si misura in coulomb (C)

• Due corpi hanno la carica di 1 coulomb se posti nel vuoto alla distanza di 1 metro
interagiscono con una forza di intensità 9 × 109 N.

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La legge di Coulomb

                               lntensità della forza elettrostatica: legge di Coulomb

Charles Augustin de Coulomb (1736 – 1806)

       La costante di proporzionalità k dipende dal mezzo in cui si trovano le cariche;
        Per il terzo principio della dinamica, le forze esercitate da Q1 su Q2 e da Q2 su
        Q1 sono uguali e opposte: entrambe hanno modulo uguale a F.

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Alcuni ordini di grandezza…

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    1              9  N                 −12 F
        = k ≈ 9 ⋅10 2 2 , ε 0= 8.85 ⋅10                                                       
   4πε 0             mC                     m                              − F12 r              F21
- Se q1 = q2 = 1 C e r = 1 m abbiamo F = 9·109 N
- Per qp = qe=1.6·10-19 C (protone ed elettrone), e sempre con r = 1 m, abbiamo per la forza elettrica
Fel= 8.2·10-8 N
- Sempre per il protone e l’elettrone, essendo le masse rispettivamente mp = 1.67·10-27kg e mm =
9.1·10-31kg, la forza gravitazionale risulta Fgrav= 3.6·10-47 N !!
La gravità è dunque TRASCURABILE rispetto alla forza elettrica, ma l’Universo è incredibilmente
NEUTRO e le cariche si annullano reciprocamente, lasciando la gravità padrona del campo (non
esistono masse negative).

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Il campo elettrico
Campo: una quantità fisica che assume differenti valori in differenti punti dello spazio (ad esempio un campo di
temperatura è una funzione che, ad ogni punto (x,y,z) dello spazio, associa la temperatura in quel punto T(x,y,z)). Se la
quantità fisica in questione è un vettore, si parla di campo vettoriale.
Una carica elettrica Q genera nello spazio che la circonda una entità fisica vettoriale, il campo elettrico E, capace di
esercitare una forza su un’altra carica q posta nelle vicinanze. Il campo elettrico può compiere un lavoro su una particella
carica e quindi può aumentare la sua energia cinetica. Il potenziale elettrico V è l’energia potenziale per unità di carica
corrispondente.
Le sorgenti del campo elettrico sono le cariche elettriche            F = qE

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Il campo elettrico
Ogni carica elettrica modifica le proprietà dello spazio circostante creando un campo elettrico, che può essere rilevato mediante una carica
di prova. In base alla definizione, il campo elettrico generato da una carica puntiforme Q è un vettore che in un punto P a distanza r da Q ha:

Modulo:

Direzione: la congiungente Q e P
Verso: uscente se la carica sorgente del campo
Q è positiva, entrante se Q è negativa

     ll campo elettrico generato da un sistema di
     cariche puntiformi è la somma vettoriale
     dei campi generati dalle singole cariche

                                                                                                                                      9
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Linee di Forza del Campo Elettrico
                
               FN
              E=  
                qC

  Il campo elettrico è tangente
punto per punto alla linea di forza

                                      Cariche di segno      Cariche dello stesso
                                          opposto                  segno

                                                                          10
Potenziale Elettrico
Una carica q che si trova in una zona dove è presente un campo elettrico E si sposta sotto l’azione della forza F=qE dal punto
iniziale A fino ad un punto B, ad una distanza d da A. Durante lo spostamento da A a B il valore del campo elettrico non resterà
sempre costante, ma possiamo dividere la distanza d in un numero N di trattini abbastanza piccoli da riprodurre il percorso con
la precisione desiderata. Moltiplicando scalarmente per il campo elettrico misurato in corrispondenza del trattino e
sommando tutti i contributi troviamo infine la definizione di DIFFERENZA DI POTENZIALE ΔVAB :

                                                                                              N    
                                                                                                           
                ∆VAB = VB − VA = E1 ⋅ ∆ x1 + E2 ⋅ ∆ x2 + E3 ⋅ ∆ x3 + ...+ E N ⋅ ∆ x N =          ∑
                                                                                                 n=1
                                                                                                       E n ⋅ ∆ xn

                                                                                                                      11
Potenziale Elettrico
  La cosa che rende tutto questo processo utile è che la differenza di potenziale non dipende dal percorso seguito
  dalla carica, ma SOLO dalle sue posizioni iniziale e finale. Questo fatto si esprime dicendo che il campo
  elettrostatico è CONSERVATIVO. Il campo gravitazionale gode della stessa proprietà, ma NON il campo magnetico.
                             La differenza di potenziale così definita non è nient’altro che il lavoro L compiuto sulla
                             carica q dalla forza elettrostatica moltiplicato per la carica stessa. Infatti:
                                                               L = F ⋅ Δx = qE ⋅ Δx = qV
                                                Ma poiché il lavoro è pari alla differenza di energia cinetica
                                                K=½mv2 iniziale e finale (m= massa della particella, v= velocità
                                                della particella), si ha che
                                                                                    1
                                                             qV = K fin − K in =      m ( v 2fin − vin2 )
                                                                                    2

Pertanto la differenza di potenziale si può definire come il lavoro per unità di carica compiuto dalle forze
elettrostatiche. Notiamo che solo la DIFFERENZA di potenziale ha significato fisico; per fissare in ogni punto dello
spazio valori precisi per il potenziale occorre definire arbitrariamente uno ZERO (detto massa).
                                                                                                             12
Superfici Equipotenziali

Sono costituite dai punti dello spazio che hanno lo
stesso potenziale. Per la definizione del campo e del
potenziale, tali superfici sonosempre perpendicolari
alle linee del campo.

                                                        13
Campo elettrico nei conduttori
1. Il campo elettrico all’interno del conduttore è ovunque nullo (E=0);
2. Un qualunque eccesso di carica del conduttore deve localizzarsi superficialmente;
3. All’esterno del conduttore, in prossimità della superficie, il campo elettrico è perpendicolare alla superficie ed
ha intensità pari a σ/ε0, dove σ è la densità superficiale di carica
4. Tutti i punti di un conduttore sono allo stesso potenziale;
5. Su un conduttore di forma irregolare la carica tende ad accumularsi laddove la curvatura della superficie è
maggiore, ovvero sulle punte.
Induzione      elettrostatica.    Consideriamo     l’induzione
elettrostatica in un conduttore metallico. Quando si accosta
una carica q, il conduttore è attraversato da alcune linee del
campo elettrico. Ciò determina una forza attrattiva sugli
elettroni, che si spostano e lasciano alle spalle cariche
positive in eccesso. Sui lati opposti del conduttore appaiono
dunque le cariche indotte –q’, q’, che generano all’interno
del conduttore un campo elettrico opposto a quello
generato da q; all’equilibrio, il campo elettrico totale
all’interno del conduttore si annulla. Inoltre, le cariche
indotte modificano la forma delle linee del campo di q
all’esterno del conduttore. Il conduttore, se molto leggero,
può essere attratto. L’induzione elettrostatica può essere
usata per caricare corpi conduttori                                                                                     14
Capacità Elettrica di un conduttore
                 È il rapporto tra la carica e la differenza di potenziale di un
                 conduttore, e la sua unità di misura è il farad (F) = coulomb/ volt

                 Q                                   Q
                                                  C=
                               ∆V                    ΔV
Si chiama CONDENSATORE una qualunque coppia di conduttori
affacciati, aventi cariche opposte. La configurazione funziona come
un immagazzinatore di energia elettrostatica, la cui entità è
proporzionale alla capacità del sistema. La capacità del
condensatore piano in figura è
                                      A
                               C = ε0
                                      d
dove A è l’area delle piastre e d la loro distanza.

                                                                                       15
Condensatori e dielettrici
La capacità di un condensatore aumenta di un fattore εr se tra le sue armature si pone un dielettrico, ossia un materiale
isolante, le cui molecole, sotto l’azione di un campo elettrico esterno,si orientano in direzione tale per cui, dentro il
dielettrico, si viene a creare un campo elettrico dovuto alle molecole opposto al campo applicato (ma inferiore in valore
assoluto).
.                                                   C =ε C         r    0
                                                     Dove
                                                       C0 = capacità nel vuoto                     +- + - + -
                                                       εr = costante dielettrica relativa     del
                                                     dielettrico                                   +- + - + -
                                                       E0 = campo elettrico nel vuoto                - + - +
                                                       E = Campo elettrico di       polarizzazione +            -
                                                       V0 = d.d.p. nel vuoto                     +Q - + - + -Q
                                                                                                 +                   -
                                                                                                     -   +   -   +
                                                                                                 +                   -
                                                                                                     -   +   -   +

                                                                                                                     16
Condensatori e dielettrici
Il    dielettrico,   sotto       l’azione   del         E0 si polarizza generando un campo
                                                     campo                                                            opposto         Ep.
Allora il campo elettrico risultante sarà E = E0 + Ep minore di E0.
Nella situazione in figura (condensatore carico staccato dalla batteria) la carica Q sulle armature non cambia, ma si verifica una
diminuzione del potenziale e quindi un aumento della capacità del condensatore             C = Q/V.

                                                                                               E0
         +-      +   -   +
                             -              Il campo elettrico risultante è dato da:     E=
                                                                                               εr
     E0 + -      +   -   +   -
                               E p                                                                        E0        E0 d       V0
                                            Per cui, la d.d.p. tra le armature diviene   V = E ⋅d =            d=          =        < V0
             -   +   -   +
                                                                                                          εr        εr         εr
         +                   -                                                                Q   Q       Q
     +Q -                         -Q                                                     C=     =    = εr    = ε r C0
                 +   -   +
                                            E la capacità del condensatore sarà:
                                                                                              V   V0      V0
       +                     -
                                                                                                      ε
           -     +   -   +             Osservazione                                                    r

         +                   -         Se il condensatore rimane collegato alla batteria il potenziale rimane invariato e aumenta la
           -     +   -   +
                                       carica sulle armature Q’ = εr Q. Si verifica comunque un aumento della capacità
                                                                                                                               17
Condensatori e dielettrici

Nella seguente tabella sono riportati i        materiale       Costante dielettrica
valori della costante dielettrica                                   relativa
relativa di alcune sostanze               Vuoto                         1
                                          Aria secca (1 atm)        1,00059
                                          elio (1 atm)              1,00087
      +-      +   -   +
                          -
                                          Acqua                        80
      +-      +   -   +   -               glicerina                    43
                                          benzene                      3,1
          -   +   -   +
      +                   -               Carta                        3,5
 +Q -                         -Q
              +   -   +                   ceramica                 35 - 50.000
   +                      -               vetro                       5-7
        -     +   -   +                   bachelite                    4,9
      +                   -               nylon                        3,4
        -     +   -   +
                                          polietilene                  2,3
                                          polistirolo                  2,6
                                          teflon                       2,1
                                                                                      18
Condizioni di raccordo per il campo elettrico

All’interfaccia fra due dielettrici si conserva la componente
tangente del campo elettrico, mentre la componente
normale è minore [maggiore] per il dielettrico con costante
relativa maggiore [minore]                                                                  Et2
                      Et1 = Et 2                                                                  E2
                                                                          E1                  En2
                   ε1 En1 = ε 2 En 2                                                  Et1
Nel caso particolare che il uno dei due mezzi (ad es. il mezzo
                                                                                En1
2) sia un conduttore, allora si ha che                                    εr1                       εr2
                           Et1 = 0
Che è un altro modo di dire che il campo elettrico è sempre perpendicolare alla superficie del conduttore

                                                                                                            19
Il campo magnetico
Avvicinando due magneti o due fili metallici percorsi da cariche in movimento (correnti
elettriche) di corrente, questi si attraggono o si respingono a seconda dell'orientamento
dei rispettivi poli o delle correnti, significa che esercitano l'uno sull'altro una forza a
distanza. Questa forza è dovuta ad una entità detta campo magnetico B. Il campo
magnetico è generato dalle correnti elettriche e la forza che esso esercita su una carica
elettrica q che si muove con velocità v è data da

                                 F
                                 = qv × B

 Un campo magnetico costante nel tempo non può compiere un lavoro su una particella carica e quindi non può variare la sua
 energia
                                                                                                                        20
La forza di Lorentz
Campi magnetici ed elettrici hanno le proprietà giuste per determinare la traiettoria di
una particella, ossia
• mantenere una particella in moto su un’orbita circolare (bending)
• Contenere la divergenza angolare delle traiettorie (focussing)
• Aumentare la loro energia (acceleration)
• Il campo E compie lavoro sulla carica, mentre il campo B no
FM + FE = Forza di Lorentz

     F = q (E + v × B) = Fe + Fm
     Fe = qE                     accelerazione

     Fm= qv × B                         curvatura, fochegggiamento
                                                                                      21
L’ elettronvolt
L’unità di misura per l’energia nel sistema MKS è il joule (J). Tuttavia, nella Fisica
delle particelle si usa normalmente l’elettronvolt e i suoi multipli kilo electron
volts (1keV=103eV) Mega electron volt (1MeV=106eV), Giga electron volt
(1GeV=109eV), Tera electron volt (1TeV=1012eV) etc.
L’elettronvolt è definito come l’energia cinetica acquisita da un elettrone
sottoposto a una differenza di potenziale di 1 volt.
Poiché la carica di un elettrone è pari a is 1.602 × 10-19 C, 1 eV corrisponde a
1.602 × 10-19 J.
Le energie di legame degli elettroni atomici sono nell’ordine degli eV, mentre
quelle per rimuovere un protone o un neutrone da un nucleo sono nell’ordine
dei MeV.

                                                                               22
Definizione di un Acceleratore di Particelle

Un Acceleratore di Particelle è un apparato atto all’accelerazione
di particelle cariche lungo una traiettoria prefissata, al fine di
raggiungere una determinata energia.

•   Apparato = > apparecchiatura artificiale complessa
•   Particelle cariche => elettroni, protoni, ioni, ecc.
•   Accelerazione lungo una traiettoria prefissata => applicazione
    di forze

                                                              23
Acceleratori elettrostatici

Principio di funzionamento:
una d.d.p. applicata fra due elettrodi accelera di moto uniformemente accelerato ioni
inizialmente a riposo. L’energia conferita dipende dalla d.d.p. del campo elettrico e dalla
quantità di carica elettrica della particella da accelerare.

         ΔV=E∙L                              Ecin = ΔV ∙ Q
 +         L             -

  +          E            -
Limitazione principale:
già a pochi MV si verificano scariche (anche nel tubo a vuoto in cui viaggiano le particelle)
che abbassano la tensione e ne rendono impossibile il funzionamento.
                                                                                                24
Generatore e acceleratore di Cockroft e Walton

                                (1931, Cavendish Laboratory, Cambridge, England) Nel 1932 ottengono la prima
                                trasmutazione nucleare artificiale p + 7Li → 4He + 4He con 600 keV

    Premio Nobel nel 1951
                            Se il trasformatore inizialmente fornisce V D2 è
                            bloccato =>corrente solo su D1 , il condensatore in alto si
                            carica fino al potenziale di picco Vp . Quando la tensione si
                            inverte, D1 è bloccato e la corrente transita per D2 , andando
                            a caricare il condensatore C in basso ad un potenziale che è
                            la somma di quello del trasformatore e di quello sull'altro C.
                            In questo modo la tensione finale sul condensatore in basso
                            è Vout=2Vp , che è appunto la tensione in uscita dal
                            moltiplicatore. Se si aggiunge un ulteriore stadio, iterando il
                            ragionamento si ottiene Vout=4Vp: e in generale, per un
                            moltiplicatore a n stadi, vale l'equazione: Vout=2nVp. La
                            tensione in uscita è in realtà limitata dalla caduta Vr (ripple)   Schema di funzionamento del
                            sulle capacità                                                     generatore elettrostatico. Idea originale
Energie massime 1 - 2 MeV                                                                      dello svizzero H. Greinacher 1919
                                                                                                                                   25
Generatore e acceleratore di Van de Graaff

  Robert Van de Graaff
                                                                                          Energie massime 20-25 MeV
                                                                                          nella versione Tandem

Azionata dal motore, la cinghia di materiale isolante scorre attorno ai due rulli, lungo la colonna. Alla base del rullo
vengono indotte sulla cinghia delle cariche statiche per strofinio, o attraverso l’applicazione di una differenza di
potenziale (circa 30-40 kV). La cinghia trasporta le cariche nella parte cava della sfera conduttrice, dove un pettine,
collegato internamente alla sfera, le preleva; in questo modo esse si dispongono sulla superficie esterna della sfera.
La carica accumulata dà luogo a una d.d.p. rispetto a terra
La tensione sarà quindi pari a V=Q/C dove Q è la carica che si accumula sul terminale (superficie esterna della sfera)
e C la sua capacità elettrica.
                                                                                                                       26
Generatore e acceleratore di Van de Graaff

Energie massime 20-25 MeV nella versione Tandem

Limitazioni dei generatori Van de Graaff
• Durata limitata della cinghia (alcune migliaia di ore)
• Produzione di polvere sulla cinghia
• Non perfetta stabilità della tensione
• Isolamento influenzato dall'umidità contenuta dal materiale
   della cinghia                                                Schema della cinghia di carica del CN
• Possibili danneggiamenti da scariche                                                         27
Generatore Laddertron e Pelletron

In un laddertron la catene sono costituite da pellet di metallo collegati da maglie di nylon isolanti e sono caricate da uno schema di
induzione che non utilizza contatti di sfregamento. Per un laddertron a terminale positivo, l'elettrodo induttore caricato negativamente
spinge gli elettroni dai pellet mentre sono in contatto con la puleggia di comando messa a terra. Poiché i pellet si trovano ancora nel
campo dell'induttore mentre escono dalla puleggia, mantengono una carica netta positiva. La catena trasporta quindi questa carica al
terminale ad alta tensione, dove si verifica il processo inverso. Quando raggiunge il terminale, la catena passa attraverso un elettrodo
soppressore polarizzato negativamente che impedisce l'arco quando i pellet entrano in contatto con la puleggia terminale. Quando i pellet
escono dal soppressore, la carica scorre uniformemente sulla puleggia del terminale, dando al terminale una carica netta positiva. Inoltre,
sempre per induzione, le cariche negative sono prelevate dal terminale a mezzo dell’induttore e trasportate alla base. A seconda delle
particolari opzioni di progettazione, il sistema fornisce al terminale ad alta tensione correnti di carica di 100-200 µA o più per catena. Le
pulegge motrici, in genere da 30 cm a 60 cm di diametro, e i motori sono supportati su piattaforme mobili che sono contrappesate,
fornendo automaticamente la corretta tensione della catena. Il generatore pelletron funziona in modo simile                          28
Acceleratore Tandem
 Un acceleratore tandem utilizza l'alta tensione del terminale due volte in sequenza per ottenere in uscita energie di due o
 più volte quelle disponibili in una singola accelerazione. Ioni negativi prodotti da un'appropriata sorgente verso il
 terminale caricato positivamente. Dentro il terminale vi è uno stripper, che utilizza un canale del gas (solitamente azoto o
 argon) o una lamina di carbonio molto sottile (densità areale di circa 5 g / cm2) per rimuovere gli elettroni dagli ioni
 negativi in ​arrivo. Gli ioni caricati positivamente subiscono una seconda spinta di accelerazione (da qui il nome di
 acceleratore "Tandem") mentre lo fanno uscire dal terminale e percorrere il tubo di accelerazione verso terra all'estremità
 ad alta energia della macchina. Le energie cinetiche T risultanti del fascio dipendono dalla carica q degli ioni positivi,

   T = eU + qU = (e + q)U:
   U voltaggio al terminale, e carica dell’elettrone,
   q stato di carica degli ioni positivi

Un altro grande vantaggio del tandem, oltre ad
aumentare l'energia delle particelle, è che la
sorgente di ioni è vicino al potenziale di terra ed è       I: sorgente di ioni negativi V: tank con gas ad alta
quindi più facilmente accessibile.                          pressione, B: cinghia, HV: terminale ad alta
                                                            tensione, S: stripper (gas o foglio=, A; magnete
                                                            di analisi, AS slitta di analisi, D: magnete
                                                            deflettore T: bersaglio.                                 29
Configurazione del tubo accelerante

ll fascio viaggia tra il terminale ad alta tensione e il potenziale di terra attraverso un tubo accelerante posto in alto vuoto. Pertanto, la
tensione viene ripartita a mezzo di una serie di resistenze di valore elevato su tutti gli elettrodi di tale tubo. Il tubo accelerante
costituisce, infatti, una serie di lenti elettrostatiche atte a contenere le dimensioni del fascio e a focalizzare gli ioni (ad esempio sullo
stripper). Gli elettrodi metallici sono sigillati su anelli isolanti con basso tasso di degasaggio.
La capacità di una macchina elettrostatica di accelerare correnti intense è limitata dal cosiddetto «total voltage effect», ossia il
fenomeno per cui, a parità di campo accelerante, all’aumentare della lunghezza del tubo, non si riscontra un aumento lineare della
tensione. Ciò è dovuto al fatto che, all’aumentare dell’energia, aumenta la probabilità di emissione di elettroni secondari a causa
dell’impatto degli ioni contro un elettrodo del tubo accelerante, con conseguente drenaggio di corrente sul terminale.
Per questi motivi, la soppressione degli elettroni è essenziale nelle grandi macchine ad alta tensione. L'obiettivo è quello di intercettare
gli elettroni il prima possibile prima che ottengano abbastanza energia da diventare un problema.
Per ovviare a questo inconveniente si usano tre tecniche
• Tubi a gradiente alternato
• Trappole elettroniche
• Soppressione magnetica
o una loro combinazione. Nel seguito descriveremo la prima delle tre.                                                                    30
Tubi a gradiente inclinato
                                                 Dal momento che si può considerare che il campo E è uniforme e che l’energia iniziale degli elettroni
                                                 secondari è pressoché nulla, dalla Fig. 1 si vede che la particella che raggiunge la massima energia è
                                                 quella che parte dal punto P con un angolo pari all’angolo θ di inclinazione degli tubi. Tale particella,
                                                 raggiunge l’elettrodo nel punto P’ e la sua energia cinetica sarà pari a
                                                                                             W=qE(p+d/sin(θ)).
                                                 Tuttavia, questo tubo è evidentemente inadatto per l'accelerazione di particelle cariche. Ma, alternando
                                                 l’orientazione degli elettrodi come illustrato nella Fig. 2, il fascio di particelle potrà cionondimeno seguire
                                                 una traiettoria pressoché assiale. Le particelle secondarie viaggiano ancora lungo le linee di forza e
                                                 vengono rimossi da prima di entrare in una sezione di inclinazione opposta, tranne quelli che partono
                                                 vicino a una zona dove l’inclinazione cambia che possono avere un percorso un po’ più lungo.

                                                                                       R.J.Van de Graaff et al, Nature 193 (1962) 1292
Esempi di inclinazione degli elettrodi nel caso del tandem XTU

                                                                    Un confronto tra tubi standard e tubi di gradiente inclinato. L'area ombreggiata
                                                                    mostra le correnti dovute agli elettroni secondari nel primo caso     31
Misura della tensione accelerante: voltmetro generatore

Il voltmetro generatore (GVM) misura la tensione sul terminale e consiste in un sistema di palette metalliche rotanti.
L'elettrodo ad alta tensione è collegato a un elettrodo a disco D3 che viene mantenuto a una distanza fissa sull'asse degli
altri elettrodi a bassa tensione D2, D1 e D0. Il rotore D0 è azionato a una velocità costante da un motore sincrono.
Le palette del rotore di D0 causano periodiche variazioni di capacità tra il disco isolato D2 e l'elettrodo ad alta tensione D3.
Di conseguenza si avranno variazioni di carica, ossia una corrente, che sarà proporzionale alla tensione del terminale

Le variazioni lente (da centinaia di ms in poi) della tensione della tensione del terminale possono essere quindi misurate con
il segnale proveniente dal GVM o con il segnale che misura la differenza tra le correnti che cadono su due fessure all'uscita
del magnete di analisi ad alta energia. Infatti il raggio di deflessione delle particelle è direttamente correlato alla loro energia.
Per quanto invece riguarda le variazioni veloci, si possono usare i pick-up capacitivi (CPU)
                                                                                                                           32
Misura e stabilizzazione della tensione accelerante: sistema Corona
                                Il sistema corona viene usato come mezzo di stabilizzazione
                                della tensione del terminale. Il catodo è formato da una serie di
                                aghi affilati. L'anodo è l'elettrodo terminale. L'elettrodo a forma
                                di fungo attorno agli aghi corona funziona come una griglia ed è
                                normalmente al potenziale di massa. Tutti insieme formano un
                                triodo. Se vi sono variazioni di uno dei tre segnali, GVM, SLITS o
                                CPU, allora la griglia del triodo va in tensione, per cui si avrà una
                                variazione della corrente degli aghi al terminale, che varierà la
                                tensione al terminale in modo da compensare le variazioni
                                rispetto al suo valore nominale

                                                                                                    33
Schema nel caso del CN

                         34
Pro e contro delle macchine elettrostatiche

• L'energia degli ioni può essere variata facilmente cambiando la
tensione del terminale
• Buone caratteristiche del fascio - risoluzione energetica ~ keV;
• Ampia gamma di specie ioniche (limitata solo dalla sorgente ionica)
• Semplice controllo dell'acceleratore
• Bassa manutenzione - adatto per applicazioni industriali
• Non particolarmente esigenti in termini di potenza elettrica
• Fascio necessariamente DC - richiede un impulsamento esterno
• L’energia è limitata a 20-25 MeV
• Corrente di fascio limitata a 100nA - 1mA
• Efficienza di trasmissione limitata per ioni pesanti

                                                                        35
Acceleratori elettrostatici nel mondo
                                                                                                         V [MV]
Laboratorio                                            Paese       Città                  Tipo
Oak Ridge National Laboratory                          USA         Oak Ridge              Tandem         25
Comisión Nacional de Energía Atómica                   Argentina   Buenos Aires           Single-ended   20
Japan Atomic Energy Research Institute                 Giappone    Tokai                  Tandem         20
IPN Orsay                                              Francia     Orsay                  Tandem         15
Inter-University Accelerator Cenre (IUAC)              India       Nuova Delhi            Tandem         15
Laboratori Nazionali di Legnaro                        Italia      Legnaro                Tandem         15
Institute of Physics and Power Engineering             Russia      Obninsk                Tandem         15
Tandem Van de Graaff Facility - Brookhaven National    USA         Upton (New York)       Tandem         15
Laboratory
Australian National University                         Australia   Canberra               Single-ended   14
Maier-Leibnitz Laboratory (LMU Munich and Technische   Germania    Monaco di Baviera      Tandem         14
Universität München)
Weizmann Institute of Science                          Israele     Rehovot                Tandem         14
Tata Institute of Fundamental Research                 India       Mumbai                 Tandem         14
INFN - Laboratori Nazionali del Sud                    Italia      Catania                Tandem         14
China Institute of Atomic Energy                       Cina        Pechino                Tandem         13
University of Tsukuba                                  Giappone    Tsukuba                Tandem         12
Institute of Physics and Power Engineering             Russia      Obninsk                Tandem         10
Institute for Nuclear Research                         Ucraina     Kiev                   Tandem         10
Inst. for Nucl. Physics, Univ. of Cologne              Germania    Colonia                Tandem         10
Physics Department, University of Notre Dame           USA         Notre Dame (Indiana)   Tandem         10

                                                                                                                  36
Scariche elettriche: generalità
• Esistono molti tipi diversi di scariche elettriche. Alcuni si trovano in natura, come fulmini o le aurore.
  Le scariche elettriche "volute" vengono utilizzate per creare il plasma nelle sorgenti di ioni e queste
  possono essere scariche di incandescenza o arco. Questi tipi di scariche devono essere prodotti in
  modo affidabile e ripetibile.
• Le scariche "indesiderate" nei sistemi ad alta tensione possono portare a guasti catastrofici, ma non
  sempre: dipende se la scarica rimane localizzata in un mezzo che si auto-ripara, ossia tale che le
  molecole deteriorate dal processo di scarica (particelle ionizzate, alterate chimicamente, ecc.)
  vengono, per effetto dei moti interni del gas, rapidamente sostituite dalle molecole circostanti non
  alterate. Questo processo di ripristino viene ostacolato quando il gas, in quantità limitata, è contenuto
  in un ambiente chiuso (cassoni di rivestimento di macchine elettriche, interruttori, blindosbarre, ecc.).
  Alla fine l’unico elemento totalmente autorigenerante è l’aria.
• Un esempio di scarica è la scarica di tipo corona da una punta ad angolo acuto in un gas. Se la
  geometria del sistema è abbastanza grande, la corona può svanire senza molti problemi. La corona
  provocherà l'estrazione di alcuni microampere supplementari dall'alimentazione ad alta tensione,
  creerà rumore elettromagnetico e una piccola quantità di ozono, ma non porterà a un guasto generale
  del sistema ad alta tensione
• Tuttavia, se la scarica localizzata si trova in un mezzo non autorigenerante, possono verificarsi
  problemi. Un buon esempio è un vuoto nell'isolamento solido. Inizialmente la scarica rimane
  localizzata, causando solo rumore elettromagnetico, ma lentamente danneggerà il materiale isolante e
  potenzialmente causerà un guasto catastrofico.                                                                    La scarica elettrica è sempre un fenomeno statistico,
• Una scarica "indesiderata" che riempie completamente il gap tra gli elettrodi viene definita "rottura" o          nel senso che essa può aversi anche a tensioni basse,
  "flashover" ed è spesso visibile come una scintilla accompagnata da una crepa udibile. Se un mezzo                anche se con probabilità più bassa. Ciò perché la
  isolante solido si trova tra gli elettrodi e la scarica si rompe attraverso di esso, si dice che l'isolante sia   posizione degli elettroni liberi sarà diversa in ogni
  stato "perforato" o "rotto". Il punto più debole di un isolante è la sua superficie Una scarica che si            scarica.
  propaga lungo la superficie viene definita "tracking« («treeing» nei solidi) perché spesso lascia tracce                                                  37
  carbonizzate a forma di alberi o felci sulla superficie dell'isolante
Scariche elettriche: effetto della durata
ZONA ROSSA – rigidità intrinseca: tempi di applicazione della sollecitazione molto brevi (il più elevato campo applicabile ad un materiale puro), interesse
prevalentemente teorico in quanto nella pratica ingegneristica non è mai possibile utilizzare un materiale a sollecitazioni prossime ad essa.
 ZONA BLU – Collasso elettromeccanico: la forza di compressione elettrostatica supera il limite di rottura a compressione e non viene più bilanciata dalla
reazione elastica.
 ZONA VERDE – Streamer: presenza di parti appuntite sulla superficie dell’elettrodo, le quali possono portare a zone di campo talmente elevato da
permettere lo sviluppo di una scarica per il passaggio di numerosi elettroni in banda di conduzione in uno spazio estremamente localizzato. Questo
comporta la formazione di una carica spaziale concentrata, una notevole intensificazione di campo e la formazione di un breve tratto di canale di scarica.
Questo canale si allunga non necessariamente seguendo le linee di campo e determina il cedimento del dielettrico quando riesce ad attraversare tutto il
gap cortocircuitando gli elettrodi. Un fenomeno di questo tipo si può originare anche quando siamo in presenza di zone di distacco fra il dielettrico e
l’elettrodo riempite di materiali a rigidità dielettrica ridotta.
 ZONA GIALLA – Collasso termico: ogni materiale isolante sottoposto a un campo elettrico è sede di dissipazione di energia a causa delle perdite che ne
aumentano la temperatura. Qualora l’energia dissipata nel materiale superi quella trasmessa all’esterno si può arrivare al cedimento del materiale.
 ZONA VIOLA – Degrado e tracciamento: quando si ha a che fare con gli isolanti solidi di tipo organico si deve tenere presente che i legami chimici
costituenti hanno delle energie molto basse per cui un modesto aumento di temperatura è sufficiente ad innescare delle reazioni chimiche che peggiorano
la tenuta dielettrica.

                           dipendenza della rigidità dielettrica dal tempo di
                           applicazione della sollecitazione

                                                                                                                                                    38
Rigidità dielettrica
la rigidità dielettrica è definita come il valore limite di campo elettrico oltre il quale si manifesta una conduzione
di elettricità attraverso il materiale isolante. È espresso generalmente in kV/mm e dipende, oltre dal tipo di
materiale, anche dalle caratteristiche del campo elettrico e dalle condizioni ambientali.

                                         materiale                   Rigidità dielettrica MV / m

                           Aria                                                 3,0
                           SF6                                               50 a 8bar
                           Porcellana                                          20-30
                           Vetro                                                 30
                           Resina epossidica                                     18
                           Polietilene                                         40-200
                           Neoprene                                              12
                           Vetro Pyrex                                           14
                           Carta                                                 14
                           Teflon                                                60
                           Mica                                                 100

                                                                                                                         39
La curva di Paschen
Alla normale pressione atmosferica, i gas sono cattivi conduttori di elettricità. Se noi applichiamo una differenza di potenziale dell’ordine di
30 kV fra due elettrodi posti nell’aria alla distanza di 1 cm l’uno dall’altro, la conduzione elettrica inizia sotto forma di scintille. Ma quanto è,
in generale, la cosiddetta “tensione di scarica”, cioè la tensione necessaria per avviare una scarica o un arco elettrico, tra due elettrodi
nell’aria o in un gas? E da quali parametri dipende? Le curve di Paschen sono delle curve che esprimono la tensione di innesco di un gas
ionizzato Vb , come funzione del prodotto pd (pressione p per lunghezza di un tubo di scarica rettilineo d che coincide con ln la distanza tra
gli elettrodi). Esse prendono il nome da Friedrich Paschen, che le scoprì empiricamente nel 1889.
                                                                                           Il cammino libero medio di una molecola in un gas è la distanza media
                                                                                           tra le sue collisioni con altre molecole. Questo cammino è inversamente
                                                                                           proporzionale alla pressione del gas. Quando il prodotto pd, ovvero
                                                                                           pressione per distanza, è elevato, un elettrone si scontrerà pertanto con
                                                                                           molte diverse molecole di gas mentre viaggia dal catodo all’anodo.
                                                                                           Ognuna delle collisioni fa cambiare in modo casuale la direzione
                                                                                           dell’elettrone, quindi l’elettrone non viene sempre accelerato dal campo
                                                                                           elettrico: a volte si sposta indietro verso il catodo e viene decelerato dal
                                                                                           campo. Le collisioni in più rispetto al caso precedente riducono l’energia
                                                                                           dell’elettrone e rendono più difficile la ionizzazione di una molecola. Le
                                                                                           perdite di energia dovute a un numero maggiore di collisioni richiedono
                                                                                           pertanto tensioni maggiori affinché gli elettroni accumulino energia
                                                                                           sufficiente per ionizzare molte molecole di gas, il che è necessario per
                                                                                           produrre una scarica a valanga. Questo spiega perché la tensione di
                                                                                           scarica cresce sul lato destro del minimo di Paschen.
                                                                                           Sul lato sinistro del minimo di Paschen, invece, il prodotto pd è piccolo. Il
                                                                                           cammino libero medio dell’elettrone può diventare lungo rispetto allo
                                                                                           spazio tra gli elettrodi. In questo caso, gli elettroni potrebbero
                                                                                           guadagnare molta energia, ma hanno meno collisioni ionizzanti perché
                                                                                           le molecole di gas ionizzabili sono in minor numero. È quindi necessaria
  Friedrich Paschen                                                                        una tensione maggiore per assicurare la ionizzazione di molecole di gas
                                                                                           sufficienti ad avviare una valanga.
                                                                                                                                                        40
Isolamento elettrico per mezzo di gas in pressione
                                            L'aria ad alta pressione è stata il primo gas isolante utilizzato negli acceleratori ma i
                                            rischi di incendio hanno convinto gli utenti che non era una buona scelta. La rigidità
                                            dielettrica (massimo valore limite di campo elettrico, oltre il quale si produce una
                                            conduzione di elettricità (scarica elettrica) attraverso il materiale dielettrico) di un
                                 F          gas o di una miscela di gas dipende non solo dalla pressione ma è determinata dal
                                            comportamento degli elettroni, degli ioni e dei fotoni presenti e soprattutto da quei
                             F              processi che producono, esauriscono o rallentano gli elettroni liberi. Per un gas
                                          F
                                 S          elettronegativo (ossia capace di attrarre elettroni) come SF6, si può impedire agli
                       F              F     elettroni liberi di iniziare la scarica attaccandosi alle molecole di gas per formare
                                            ioni negativi stabili. Gli studi dimostrano che solo gli elettroni lenti verranno rimossi
                                            in modo efficiente dall'attacco degli elettroni. Pertanto, per ottimizzare la rigidità
                                 F          dielettrica del gas, non solo deve aversi una piccola probabilità di ionizzazione, ma
                                            anche gli elettroni devono essere rallentati.
                                            Le proprietà dielettriche dei gas possono essere ottimizzate da una combinazione
                                            di due o più gas per fornire, ad esempio, la migliore combinazione efficace di
                                            collegamento di elettroni e componenti di rallentamento degli elettroni. La tabella
                                            1 mostra alcune combinazioni che sono state utilizzate Il problema è ovviamente
                                            avere un buon controllo su queste proporzioni. In alcuni casi la contaminazione di
                                            SF6 con l'aria può degradare la capacità della macchina di tenere il voltaggio di
                                            design.

Alcune combinazioni di gas isolanti                                                                                        41
Scariche elettriche nei gas
   I gas hanno valori di conducibilità elettrica molto bassi, dipendenti soprattutto dalla
   presenza di cariche libere prodotte da cause esterne come raggi X, radiazioni ultraviolette,
   radiazioni nucleari e raggi cosmici.
   La presenza di un campo elettrico esterno determina l’accelerazione di tali cariche libere, le
   quali possono acquisire energia sufficiente a eccitare o ionizzare le molecole neutre con cui
   vengono in collisione, aumentando quindi il valore di conducibilità del gas.
   All’aumento del numero di elettroni liberi concorre anche l’innalzamento della
   temperatura che fa aumentare l’agitazione termica e di conseguenza l’energia dei portatori
   di carica, rendendo più probabile la ionizzazione delle particelle neutre con cui essi
   collidono.
   ZONA BIANCA: fintanto che l’intensità del campo elettrico è debole, il numero di cariche
   agli elettrodi è trascurabile rispetto a quelle prodotte perché prevale l’effetto della
   ricombinazione.
   ZONA GRIGIA: l’intensità del campo è sufficientemente elevata da far sì che le cariche
   vengano drenate rapidamente verso gli elettrodi; in questo modo il loro tempo di
   permanenza nello spazio interelettrodico è troppo breve perché si abbia un effetto
   apprezzabile della ricombinazione. Al di sopra di una certa intensità di campo elettrico
   applicato la corrente risulta indipendente dal campo stesso e si verifica la scarica elettrica
   (fenomeno di scarica a valanga o Townsend breakdown).

                                                                                      42
Scariche elettriche nei gas: il processo di moltiplicazione a valanga
                                                                                                         Densità di carica

                                                                                                         Campo elettrico

                                                       La scarica ha una testa negativa, che comprende la valanga di
                                                       elettroni liberi, e una coda positiva, che comprende gli ioni
                                                       positivi lasciati dopo il passaggio della valanga di ionizzazione.
                                                       Gli ioni sono almeno 1800 volte più pesanti degli elettroni,
A partire da certi valori di tensione, gli elettroni   quindi impiegano molto più tempo ad accelerare rispetto agli
hanno un’energia tale, che, in media, per ogni         elettroni. Rispetto agli elettroni liberi veloci, gli ioni si spostano
elettrone incidente su una molecola di gas, si può     solo di una piccola distanza da dove si sono generati. Di
avere più di un elettrone emesso, per cui la           conseguenza si formano una distribuzione di carica ed un
corrente aumenta in modo esponenziale.                 campo elettrico addizionali.
                                                                                                                         43
Scariche elettriche nei gas: Gli streamer

La valanga emette fotoni che possono ionizzare gli atomi vicini creando elettroni liberi. Tutti gli elettroni liberi creati nella
regione di campo superiore davanti o dietro la valanga iniziale continueranno a produrre valanghe aggiuntive. Ogni
valanga aggiuntiva crea più fotoni ed aumenta ulteriormente il campo elettrico. In questo modo una catena di valanghe si
propaga dalla testa e dalla coda della valanga iniziale. Il nome di questa catena di valanghe è uno streamer. Gli streamer si
propagano in entrambe le direzioni. Alla fine la catena di valanghe riempie il divario tra gli elettrodi, creando un canale
conduttivo ionizzato. Questo è il momento in cui il si ha l’emissione di luce da parte della scarica                       44
Scariche elettriche nel vuoto

Le scariche elettriche nel vuoto (parte sinistra delle curve di Paschen) hanno un meccanismo differente, in cui la superficie dell'elettrodo
svolge un ruolo critico. Perché si verifichino, infatti, un canale al plasma conduttivo deve colmare il divario tra gli elettrodi. Non ci sono
abbastanza atomi tra gli elettrodi per produrre abbastanza portatori di carica, quindi devono invece provenire dagli stessi elettrodi.
Una superficie non può mai essere completamente piatta. Protuberanze piccole o microscopiche esistono sempre su una certa scala. Questi
causano incrementi localizzati del campo E. Quando la tensione applicata tra gli elettrodi è abbastanza alta, piccoli punti sulla superficie del
catodo iniziano a emettere elettroni attraverso processi di effetto tunnel. Questo flusso di corrente altamente localizzato provoca un rapido
surriscaldamento localizzato della prima sporgenza del catodo che inizia a emettere gas. Tale gas che viene ionizzato e può causare il
meccanismo di scarica
                                                                                                                                      45
Effetto corona
Una scarica a corona si verifica quando si ha un rapido cambiamento nell'intensità del
campo vicino a uno spigolo.. Se si verificano in aria, generano ozono, che può essere
dannoso per la salute in caso di ventilazione inadeguata. Quando la tensione applicata      Ampiezza del campo E
è abbastanza alta, le scariche iniziano nella zona di campo alto in punta e si
propagano in un campo decrescente. L'intensità del campo diminuisce così
rapidamente che la scarica può propagarsi solo a breve distanza prima che il campo
non sia abbastanza forte da accelerare gli elettroni all'energia di ionizzazione del gas.
La polarità del campo applicato gioca un ruolo critico. Per una
punta a potenziale positivo (caso a) le valanghe di elettroni si
sviluppano in un campo crescente. Ogni valanga elettronica
che viene avviata si sostiene fino a quando non raggiunge il
punto positivo.
Per una punta negativa, (caso b) le valanghe di elettroni si
sviluppano in un campo decrescente. Le valanghe
smetteranno di propagarsi quando l'intensità del campo
scende al di sotto del valore richiesto per accelerare gli
elettroni all'energia di ionizzazione del gas.
Quindi le scariche prodotte da un punto positivo si
propagano molto più in profondità nello spazio rispetto a
quelli da un punto negativo alla stessa tensione.
                                                                                                                   46
Scariche elettriche negli isolanti solidi
Gli isolanti solidi non sono autorigeneranti come l'aria e i
liquidi. Se si verifica una rottura della superficie ad alta
tensione, può (ma non sempre) causare danni
permanenti alla superficie dell'isolante. L'alta corrente
che scorre provoca il riscaldamento localizzato, portando
a fusione, carbonizzazione o cambiamenti chimici del
materiale isolante e dei gas circostanti. Questo processo
è noto come tracking: un canale conduttore cresce da
uno degli elettrodi. Può essere piuttosto lento,
costruendo una pista conduttiva per un periodo di anni,        Treeing in un blocco di Plexiglas
oppure può essere molto veloce, rintracciare in un
evento di scarica. Il tasso di crescita dipende dalle
tensioni applicate, dal materiale isolante e dalla sua
pulizia. Una volta che la superficie dell'isolante è
completamente tracciata, gli elettrodi vengono messi in
cortocircuito insieme con una resistenza relativamente
bassa, rendendo impossibile l'applicazione di una
tensione elevata.
                                                                                                   47
Scariche elettriche negli isolanti solidi (2)

Le scariche si possono originare all’interno dei
dielettrici solidi in corrispondenza di zone in cui vi
siano dei vuoti o delle disuniformità delle proprietà
dielettriche, dovuti a difetti e/o imperfezioni. Ad
esempio, se il volume del vuoto è orientato
perpendicolarmente alla direzione del campo
elettrico, si ha che(caso b) che essendo εr1E2 sarà più elevato all’interfaccia
e quindi tale situazione sarà di maggiore criticità dal
punto di vista dell’innesco della scarica. Al contrario,
se il difetto è disposto parallelamente al campo
elettrico, (caso a) tale aumento non avrà luogo.

                                                                       48
Riferimenti
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http://www.lnl.infn.it/~sda/corsi/elenco_corsi/corso_iniziale_operatori_mag10/cervellera%20corso%20macchine%20acc%20.pdf
• Electrostatic accelerators F. Hinterberger (https://cds.cern.ch/record/1005042/files/p95.pdf)
• https://cas.web.cern.ch/sites/cas.web.cern.ch/files/lectures/zeegse-2005/accel-final.pdf
• https://web.archive.org/web/20111108000948/http://www.pelletron.com/charging.htm
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• The corona stabilization system of a Van de Graaff generator A. Vermeer, B.A. Strasters https://hal.archives-ouvertes.fr/jpa-
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• https://www.eeeguide.com/generating-voltmeter-principle-and-construction/
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• High Voltage and Electrical Insulation Engineering Ravindra Arora, Wolfgang Mosch ISBN: 978-1-118-00896-6 August 2011 Wiley-IEEE
   Press
• Le immagini del CN sono state fornite dall’Ing. Canella

                                                                                                                          49
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