400 anni di inganni Recensione di Leopoldo Antinozzi

Pagina creata da Dario Montanari
 
CONTINUA A LEGGERE
400 anni di inganni

Recensione di Leopoldo Antinozzi

                                Leopoldo Antinozzi - Regista documentarista. Laureato in
                                filosofia, è stato ricercatore universitario nell'ambito
                                dell'antropologia culturale, psicoanalisi, sciamanesimo e
                                dialogo interreligioso. Ha iniziato la sua carriera nei
                                media nel 1984 presso Radio Rai, dove è stato
                                conduttore, autore e regista per oltre vent'anni, poi è
                                passato in TV come consulente e regista per RAI
                                Educational.
                                Ha prodotto e diretto numerosi documentari televisivi
                                con tematiche artistiche e culturali, di cui alcuni
                                visionabili sul sito: http://www.docnewscast.com/.
                                Blog professionale: http://leopoldoantinozzi.blogspot.it/

Esiste un concetto fondamentale in antropologia culturale mai abbastanza
considerato: il concetto di "ovvio". Ovvio è tutto ciò che diamo per
scontato, per cui a causa di tale immediata accettazione, ci risulta
completamente invisibile, ovvero cade al di là della nostra
consapevolezza. Ovvio è dunque ciò a cui diamo il nostro incondizionato
consenso, senza che ci sia stata alcuna elaborazione critica della
coscienza. Vien da sè che di fronte all'ovvio siamo del tutto ciechi. Qual'è
la cosa più nascosta al mondo? Quella che abbiamo sotto gli occhi. La
constatazione successiva di tale emblematico fenomeno è la seguente:
alla base dell'ovvio agisce, puntualmente e con una regolarità sistematica,
una qualche forma di potere autoritario, che pone in essere l'ovvio e lo
sostiene.

"400 anni di inganni" è un libro che espone, cioè mette in evidenza
sottraendolo alla sua invisibilitа, uno degli elementi più ovvi della cultura
planetaria e che è alla base del nostro conteggio del tempo: la cronologia
storica. Per la stragrande maggioranza di noi si tratta praticamente di
qualcosa di indiscusso, di validità assoluta, quasi appartenesse alla sfera
del naturale, ma non è affatto così. Aver distinto certi nomi e certi eventi
dal flusso magmatico della storia umana ed averli collocati sulla linea
temporale che ufficialmente oggi tutti accettiamo, è stato un atto del tutto
umano e anche abbastanza recente.

E' solo tra il XVI e il XVII secolo infatti che la cronologia ufficiale della
storia antica e medievale ha avuto la sua attuale impostazione ad opera
degli studiosi Giuseppe Scaligero (1540-1609) e Dionigi Petavius (1583-
1652). Il fatto che essi applicarono per primi il metodo astronomico per la
determinazione delle date ha fornito al loro operato quel carattere di
scientificità, che ha affermato la loro come la prima e unica versione
adottata universalmente della cronologia storica, sebbene l'astronomia
fosse stata usata più per confermare le narrazioni ortodosse piuttosto che
per sottoporle a verifica.
A nulla valsero le numerosi voci, anche estremamente autorevoli, come
quella di Isaac Newton, che da allora e nell'arco di quasi tre secoli,
espressero numerose perplessità al riguardo, fino a giudicare la cronologia
scaligeriana completamente infondata, colma di errori grossolani e
distribuita su un arco temporale assai più esteso di quanto i documenti
effettivamente attendibili lasciassero intendere. E' quel che confermò N.A.
Mozorov, eminente ed eclettico scienziato russo, con i suoi ponderosi
studi, che nei primi del Novecento decretò con argomenti inoppugnabili la
necessità di una profonda e radicale ristrutturazione della cronologia
storica ufficiale.

Il lavoro enciclopedico di Mozorov è stato ripreso, corretto ed
enormemente ampliato dal team del prof. Anatolij Fomenko, illustre e
stimato matematico dell'Accademia russa delle Scienze, che dagli anni
settanta del Novecento fino ad oggi ha scritto e pubblicato una
monumentale opera composta da numerosi tomi su quella che viene
correntemente appellata come Nuova Cronologia. In Italia essa è stata
introdotta da Vera Bani, curatrice dei siti Russiainedita.it e
Nuovacronologia.it, nonchè traduttrice del libro "400 anni di inganni".

Fin dalle prime pubblicazioni, il lavoro di Fomenko ha generato in Russia
un accesissimo dibattito pubblico, non senza polemiche e tentativi di
confutazione sommaria; impresa inopportuna quanto impossibile, dato il
notevole rigore delle analisi operate dal team di Fomenko, che basa le sue
argomentazioni su un insieme di metodologie dimostrative incrociate ed
indipendenti, tutte basate sulla matematica astronomica e statistica.
Inizialmente fu proprio grazie ad una costante astronomica, il cosiddetto
"parametro D", relativa alla frequenza delle eclissi lunari nella storia che,
in maniera del tutto casuale, Fomenko risolse l'annoso enigma scientifico
di una sua inspiegabile accelerazione, avvenuta intorno all'anno mille. Vi
riuscì proprio comparando i dati astronomici con i risultati cronologici
ottenuti da Mozorov, grazie ai quali Fomenko riusci ad escludere
definitivamente variazioni naturali di ordine astronomico, ma mettendo
seriamente in dubbio la validità della cronologia correntemente accettata.

Da allora, per oltre trent'anni di appassionato lavoro, Fomenko e il suo
team hanno affinato sensibilmente le tecniche di calcolo e accumulato
un'impressionante     mole    di   eventi   storici   che,   in   maniera
straordianariamente coerente, indicano una discrepanza di date rispetto a
quelle ufficiali che vanno fino a oltre un millennio. In estrema sintesi,
analizzando manoscritti originali, copie trascritte di cronache e annali,
monumenti di architettura, incisioni, affreschi, pietre tombali, carte
geografiche, ecc., Fomenko è arrivato alla conclusione che dalla storia
greco-romana fino al Rinascimento non c'è stato affatto quell'intervallo
temporale canonico di un migliaio di anni, come la tradizione insegna, ma
un periodo ben più breve.

In altre parole e per fare qualche esempio, una delle deduzioni più
clamorose implicate dalle analisi della Nuova Cronologia coinvolge e
stravolge direttamente l'idea che ci siamo fatti ad esempio del fenomeno
culturale dell'Umanesimo, con il quale si interpreta in genere la riscoperta
dal 1300 in poi degli autori classici. Tutto lascerebbe credere che famosi
scrittori e filosofi correntemente annoverati all'interno del periodo greco-
romano, siano stati in realtà creati in epoca successiva ad opera di valenti
studiosi, che intendevano costruire a tavolino il proprio prestigio sulla
base di antesignani inventati. Ecco che presumibilmente i filosofi Platone
(V sec. a.c.), Plotino (III sec. d.c.) e Pletone (XIV sec. d.c.) sono la stessa
persona. Il rinascimentale Leon Battista Alberti è stato il vero autore degli
scritti attribuiti a Vitruvio del primo secolo avanti Cristo: entrambi erano
matematici ed architetti ed avevano un'eccezionale similitudine tematica,
quasi sovrapponibile in alcuni aspetti.

In effetti tutti i resti concreti degli scritti classici son pervenuti, senza
eccezioni, fino a noi solo grazie a copie di copie e traduzioni di traduzioni
successive. Di nessuno abbiamo i manoscritti originali. In numerosissimi
casi la comparsa dei manoscritti avveniva in circostanze misteriose e si
tramanda che un solo scrittore umanista, Poggio Bracciolini, scoprì e fece
circolare le opere di Quintiliano, Valerio Flacco, Asconio Pediano, Nonio
Marcello, Probo, alcuni trattati di Cicerone, Lucrezio, Petronio, Plauto,
Tertulliano, Marcellino, Calpurnio Siculo, ecc. Nessuno ha mai chiarito le
circostanze di questi rinvenimenti e la datazione dei manoscritti. Aspetto
curioso, ed inspiegabile se non si fa riferimento allo slittamento
cronologico che Fomenko ipotizza, è che numerosi disegni che effigiano
illustri autori classici, nonchè eventi di quel periodo, ci sono stati spesso
tramandati in stile e abbigliamenti tipicamente medievali. Tanto che
anche le famose lettere di Petrarca ai suoi predecessori, in tale ottica,
risulterebbero nient'altro che scritti rivolti a personaggi a lui
contemporanei.

Insomma si tratta di qualcosa di assolutamente incredibile, a cui
difficilmente si può dar credito se non fosse per le innumerevoli analisi
incrociate delle indagini portate avanti e che vengono avvalorate inoltre
dalla scoperta, anche questa del tutto sbalorditiva, di intere successioni
dinastiche, copiate più volte con nomi di persone e luoghi differenti,
lontani nello spazio e nel tempo, che avrebbero allungato a dismisura i
periodi storici relativi. I grafici che illustrano la similitudine di durata e
degli eventi relativi a ciascun reggente, però non lasciano spazio a dubbi.
Senza contare che appare assodato anche il fatto che spesso in antichità
lo stesso nome venisse usato per appellare diverse città. Tra questi nomi
vi è anche proprio quello di Roma, con tutte le conseguenze del caso.

Probabilmente la ragione per la quale i curatori dell'edizione italiana di
"400 anni di inganni" hanno deciso di dedicare buona parte del volume
all'esposizione, spesso complessa, delle metodologie dimostrative
applicate dal team di matematici russi, sta proprio nella necessità di dare
corpo e valore a questi incredibili affermazioni e nell'escludere critiche
approssimative che, di primo acchito, verrebbero in mente. Vi è presente
anche l'approfondimento dei metodi di datazione correntemente in uso in
archeologia e paleografia, dal quale si evince che di fatto non esiste sino
ad oggi alcun criterio scientifico assoluto in grado di precisare con
certezza la data di un reperto storico. Anche la datazione basata sulla
quantità residua degli isotopi di decadimento del carbonio-14, a cui
spesso la propaganda mediatica ed accademica fa riferimento, non è
affatto accettabile, a causa del larghissimo margine di tolleranza insito nel
metodo, che può arrivare ad un ordine di alcune migliaia di anni. Aspetto
insignificante per gli eventi di natura geologica, ma sicuramente
inaccettabile per quelli relativi alla storia umana.

Sterminate risultano le implicazioni, dirette ed indirette, dovute all'errata
cronologia adottata fino ad oggi, non ultima l'interpretazione dei grandi
movimenti della storia che, alla luce di tali conclusioni, va completamente
reinterpretata e riscritta. Ed è probabile che ne risulti una storia del tutto
nuova e non proprio conveniente ai vincitori di turno. Un esempio per
tutti, l'ipotesi dell'origine slava dell'antico popolo degli Etruschi, acclarata
dalla decifrazione della loro lingua solo comparandola con quella slava,
cosicchè secondo la Nuova Cronologia di Fomenko gli Etruschi
risulterebbero per nulla così antichi, nè dimostrerebbero l'autoctona
genesi latina dei Romani.

Ma anche le piccole grandi credenze legate ad alcuni famosi monumenti
crollerebbro miseramente davanti all'obiettività analitica del prof.
Fomenko. Il Colosseo ne rappresenta l'esempio più clamoroso, quando gli
autori della ricerca studiano i suoi elementi architettonici per derivarne
l'ipotesi di una sua costruzione ex novo durante il pontificato di Pio VII nel
1807, progettato ad hoc per farlo apparire già in rovina. Una delle tante
operazioni politiche demagogiche di creazione di miti storici, avallate
dall'ambiguità dei riferimenti documentali, quando, in questo caso, un
altro nome di Costantinopoli era proprio Roma. Si troverebbe ad Istanbul
infatti il vero Colosseo, ma attualmente nascosto dalle costruzioni
opportunamente aggiunte in epoche successive.

Addentrarsi nella lettura di "400 anni di inganni" è come entrare in un
racconto di fantascienza, laddove gli eccessi delle iperboli più fantasiose di
fantapolitica acquistano un inquientante e concreto realismo, soprattutto
sotto la costante considerazione di chi siano oggi i vincitori e cosa sia
possibile ottenere quando in epoca pre-stampa si è detenuto per secoli il
monopolio totale e sistematico della cultura. Anche la trattazione operate
dal team di Fomenko sulla reale origine del Vaticano confermano tale
quadro sconcertante, in relazione soprattutto a quell'anno fatidico del
1453, quando Costantinopoli cadde sotto i Turchi e la corte imperiale
decise di colonizzare quell'angolo di Mediterraneo, con al centro la
contrada che diventerà poi la grande Roma, a partire dalla fortezza di
Castel Sant'Angelo che, manco a dirlo, in origine non era affatto il
mausoleo di Adriano.

Alle poche e scarni note del presente scritto, in confronto al colossale ed
enciclopedico trattato accumulato fino ad oggi in lingua russa, di cui "400
anni di inganni" a sua volta ne propone solo una piccola e ragionata
sintesi, si potrà obiettare che la Nuova Cronologia di Fomenko sia il
tentativo messo in atto dai Russi per riassestare le vicende storiche a
proprio beneficio, riaccreditandone un ruolo, a onor del vero, bistrattato e
rimosso da sempre. E' pur possibile, sebbene l'obiettivitа di numerosissimi
dati presenti nella Nuova Cronologia non può esimere gli storici, se non a
prendere apertamente posizione, almeno ad accogliere la sfida lanciata
loro da questo team di scienziati matematici ed aprire un serio dibattito
scientifico sull'argomento. Magari allargando il giro degli studiosi coinvolti,
vista la sua grandiosità e complessità.

Questo sarebbe il vero ed unico intento di Fomenko e il suo team. D'altra
parte, la Macro Edizioni che ha appena pubblicato in italiano "400 anni di
inganni" non è nel novero delle case editrici accreditate ufficialmente
presso gli studiosi accademici. Purtroppo l'esperienza insegna che il
principio di autorità, a dispetto di ciò che comunemente si crede, mai è
stato così forte come nell'attuale periodo e sono rarissimi i casi in cui un
cattedratico esponga il proprio nome e tenti una strada diversa da quella
che impone l'accademia e il sistema culturale dominante. Già raccogliere
qualche parere contrario, per gli autori della Nuova Cronologia sarebbe un
bel successo, ma è probabile che almeno all'inizio, e soprattutto qui in
Italia, si tenterà di delegare al silenzio più assoluto, l'unica accoglienza
concretamente possibile a tale rilettura della storia. Forse potrà essere la
gente comune a far raggiungere la massa critica? Non sappiamo. Il potere
che qui si vuole provare ad intaccare è troppo grande perchè degli
individui singoli ne possano uscire vincitori. Come recita uno dei profeti
dei tempi attuali, George Orwell in “1984”, chi controlla il passato
controlla il futuro; chi controlla il presente controlla il passato.
Puoi anche leggere