Il nuovo assetto del ministero di VialeTrastevere - CISL Scuola
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Il nuovo assetto del ministero di VialeTrastevere di Mario Guglietti Il fatto Com’è ormai ampiamente noto, in data 23 dicembre 2019 il Ministro Lorenzo Fioramonti ha rassegnato le proprie dimissioni (rese note il giorno 26); in data 30 dicembre 2019 il Presidente della Repubblica ha accettato tali dimissioni ed ha affidato l’incarico ad interim del MIUR al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, con proprio Decreto, pubblicato sulla G.U n. 305 del 31 dicembre 2019. Tali circostanze, oltre all’ inevitabile impatto politico all’interno e all’esterno del Governo, hanno comportato immediate conseguenze in ordine all’assetto del dicastero preposto all’amministrazione del sistema d’istruzione, dell’Università, della Ricerca e dell’Alta Formazione Artistica e Musicale, anche per effetto del proposito subito annunciato dal Presidente del Consiglio di voler procedere all’istituzione di due distinti Ministeri (Istruzione e Università e Ricerca), anticipandone addirittura l’affidamento rispettivamente all’on.le Lucia Azzolina e al prof. Gaetano Manfredi. Il perfezionamento dell’operazione, pur in presenza di obiettive ragioni di necessità e urgenza, ha richiesto tuttavia i necessari tempi tecnici e politici, talché solo in data 10 gennaio 2020, a seguito dell’entrata in vigore del D.-L. 9 gennaio 2020, n. 1, “Disposizioni urgenti per l’istituzione del Ministero dell’istruzione e del Ministero dell’università e della ricerca” pubblicato sulla GU n. 6, di pari data, che ha “spacchettato” il preesistente MIUR con contestuale istituzione del Ministero dell’Istruzione e del Ministero dell’Università e della Ricerca, il Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio, ha nominato Lucia Azzolina Ministra dell’Istruzione e Gaetano Manfredi Ministro dell’Università e della Ricerca. La nomina dei due nuovi ministri è stato il primo atto – come si legge nel Preambolo del D.-L. 1/2020- della “…ridefinizione dell’assetto strutturale del Governo mediante la riorganizzazione dell’attribuzione in materia di istruzione, università e ricerca scientifica, al fine di consentire la valorizzazione delle rispettive specificità;”. Conseguentemente, occorrerà mettere nuovamente le mani sull’assetto organizzativo e funzionale del soppresso MIUR, peraltro soggetto negli ultimi anni, per non dire –addirittura- degli ultimi mesi, di interventi di riorganizzazione interna e di redistribuzione degli assetti dirigenziali di livello generale, verosimilmente imputabili al recente avvicendamento dei vertici politici alla guida del Ministero. L’antefatto Prima di esporre i contenuti del provvedimento, qui occorre una sommaria ricostruzione delle vicende politico- parlamentari, e dei conseguenti assetti di Governo, che hanno caratterizzato i due primi anni di vita della vigente XVIII Legislatura. 1
Al momento dell’insediamento del primo Governo Conte (1° giugno 2018), a Viale Trastevere avevamo: come Ministro Marco Bussetti, Vice-Ministro Lorenzo Fioramonti, Sotto-Segretario Salvatore Giuliano, Capo di Gabinetto Giuseppe Chiné. Il Regolamento di organizzazione del Miur vigente a quella data era definito dal DPCM 11 febbraio 2014, n. 98, articolato a livello centrale in 3 Dipartimenti (Sistema di Istruzione e Formazione – Formazione superiore e Ricerca- Programmazione e gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali). A loro volta, il primo si articolava in 3 Direzioni Generali (Ordinamenti scolastici e valutazione del sistema nazionale di istruzione – Personale scolastico – Studente, integrazione, integrazione); il secondo in 3 Direzioni Generali (Programmazione, coordinamento e finanziamento delle istituzioni della formazione superiore – Studente, sviluppo e internazionalizzazione della formazione superiore – Coordinamento, promozione e valorizzazione della ricerca); il terzo in altrettante 3 Direzioni Generali (Risorse umane e finanziarie – Contratti, acquisti e sistemi informatici e statistici - Interventi in materia di edilizia scolastica, gestione dei fondi strutturali per l’istruzione e l’innovazione digitale). A livello regionale erano previsti 18 Uffici Scolastici Regionali, dei quali 14 di livello dirigenziale generale, mentre i restanti 4 (Friuli, Umbria, Basilicata e Molise) di livello non generale. (NB: con un recente provvedimento normativo il numero degli UU.SS.RR di livello dirigenziale è stato portato a 15 (ai 14 è stato aggiunto il Friuli), restando a 18 quello complessivo. (cfr. DPCM 140/2019, art 8, comma 1) A seguito delle dimissioni del Presidente del Consiglio presentate il 20 agosto 2019, con conseguente caduta del Governo, in data 5 settembre 2019, dopo le consultazioni di rito, che approdarono alla formazione di una nuova maggioranza, si insediava il Governo “Conte II”, cosicché il MIUR vedeva come Ministro Lorenzo Fioramonti, Vice-Ministra Anna Ascani, Sotto-Segretari Lucia Azzolina e Giuseppe De Cristofaro. Capo di Gabinetto Luigi Fiorentino. Uno dei primissimi atti del novo Governo fu l’approvazione del - Decreto-Legge 21 settembre 2019. n. 104 “ Disposizioni urgenti per il trasferimento di funzioni e per la riorganizzazione dei ministeri …omissis”, pubblicato sulla G.U. n. 222 del 21/9/2019, entrato in vigore il 22 settembre 2019, convertito dalla Legge 18 dicembre 2019, n.132, pubblicata sulla G.U.-S.G.- n.272 del 20 novembre 2019 L’art 6 “ Interventi urgenti sull’organizzazione del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca”, apportava le seguenti modifiche all’art. 1, comma 345, della Legge 30 dicembre 2018, 145 (Legge di Bilancio 2019): - lett. a) “ …al primo periodo le parole “due posti dirigenziali” sono sostituite da “un posto dirigenziale…” - lett. b) il secondo periodo è soppresso e modificato nel senso che il MIUR è autorizzato “…ad adeguare la propria organizzazione mediante nuovi regolamenti, ivi incluso quello degli uffici di diretta collaborazione…omissis…” se emanati entro il 31 ottobre 2019...omissis ”…Nelle more dell’entrata in vigore dei nuovi regolamenti di organizzazione, gli incarichi dirigenziali di livello generale continuano ad avere efficacia sino all’attribuzione dei nuovi”. 2
Venivano così di fatto “congelate” le nomine dirigenziali sia a livello centrale che regionale adottate dal precedente Ministro (Marco Bussetti), che avevano a riferimento il numero delle posizioni di livello dirigenziale generale stabilito in base al citato Regolamento di riorganizzazione del MIUR n. 98/2014. Tale congelamento – i cui effetti, paradossalmente, ma ineccepibilmente sul piano giuridico amministrativo, tuttora permangono anche a seguito dalla mancata registrazione da parte della Corte dei Conti delle suddette nomine – stanno comportando oggettive difficoltà gestionali, risultando “scoperte” importanti strutture centrali (Capo Dipartimento, Direzioni Generali) e Regionali, in quanto prive dei relativi incarichi dirigenziali. Peraltro, altri “vuoti” tra i ranghi del personale anche di profilo dirigenziale generale e non, si sono determinati per gli intervenuti pensionamenti al 31 /12/2019. Ne deriva un complessivo rallentamento, e in alcuni casi di insostenibile paralisi dell’azione amministrativa dovuta alla mancanza dei soggetti cui l’Ordinamento demanda l’adozione, e la conseguente responsabilità, degli atti di propria competenza. Per la relativa copertura si impone comunque la necessità di procedere a nuovi Bandi e Interpelli assoggettati a precisi vincoli procedurali, la cui eventuale disattenzione è causa di illegittimità dei provvedimenti adottati. Non è risultata sufficiente, quindi, l’emanazione abbastanza tempestiva del DPCM 21 ottobre 2019, n. 140 “Regolamento concernente l’organizzazione del Ministero dell0istruzione,dell’università e della ricerca” giacché, come detto in apertura, a seguito dell’entrata in vigore del citato D.-L. 9 gennaio 2020, n. 1, a Viale Trastevere, si sta lavorando alacremente per elaborare, di concerto con il MEF e la Funzione Pubblica, la proposta di due nuovi Regolamenti (in sostituzione del precedente DPCM 140/2019 ancora fresco d’inchiostro) che dovranno essere adottati uno entro il 30 aprile 2020 e l’altro entro il 30 giugno 2020. Criteri, modalità e vincoli per l’organizzazione dei due nuovi Ministeri La tecnica di produzione normativa utilizzata dal Governo “Conte 2” per l’approvazione del D.-L. n. 1/2020, in parte ha ricalcato le collaudate procedure di “accorpamento/spacchettamento” del dicastero ospitato nello storico palazzo di Viale Trastevere (Decreto Legge e successivo Regolamento o Regolamenti di riorganizzazione); in parte ha dovuto invece più dettagliatamente disciplinare la ripartizione delle strutture e degli uffici dei due nuovi Ministeri, definendone per ciascuno di essi Ordinamento e Aree Funzionali. Il testo normativo - base al quale apportare le necessarie modifiche istituzionali e ordinamentali rimane, come sempre accaduto, il Decreto Legislativo 30 luglio 1999, n. 300 “Riforma dell’organizzazione del Governo a norma dell’art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59” (uno dei primi Decreti attuativi, come si ricorderà, delle numerose deleghe disposte dalla suddetta Legge “Bassanini”, tra le quali quella contenuta nell’art. 21, concernente l’autonomia delle istituzioni scolastiche). 3
Una breve digressione Tale Decreto ha subito negli anni numerosissime integrazioni e modifiche, sistematicamente conseguenti ai ripetuti interventi normativi, per lo più contenuti nelle annuali Leggi Finanziarie o di Stabilità o di Bilancio, finalizzati al contenimento della spesa pubblica alla quale viene addebitata – probabilmente non a torto- una delle maggiori cause della crescente e incontenibile lievitazione del debito pubblico. Tra questi è interessante ricordare l’operazione politico - istituzionale e giuridico - ordinamentale compiuta nel 2006, ad opera dal secondo Governo Prodi (con Giuseppe Fioroni al MIUR) attraverso il Decreto-Legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito dalla Legge 17 luglio 2007, n. 233 “Disposizioni urgenti in materia di riordino della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dei Ministeri e delega al governo per il coordinamento delle disposizioni in materia di funzioni e organizzazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dei Ministeri.” Tale intervento prevedeva, tra l’altro, modificando proprio il D.lgs. 300/1999, lo “spacchettamento” del MIUR (originariamente nato dall’accorpamento dei due preesistenti Ministeri, con il primo Regolamento di organizzazione adottato con d.P.R. 11 agosto 2003, n. 319 – affidato alla Ministra Letizia Moratti) e la creazione del Ministero della Pubblica Istruzione e il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. All’avvenuto primo “spacchettamento” del MIUR, seguì il Regolamento di riorganizzazione del Ministero della Pubblica Istruzione, adottato con d.P.R. 21 dicembre 2007, n. 260. Ma la vita dei due nuovi Ministeri fu di breve durata giacché con l’insediamento, all’inizio della XIV Legislatura, del Governo Berlusconi -IV, essi vennero nuovamente riaccorpati con conseguente ricostituzione del MIUR, il cui ordinamento venne ridefinito con il d.P.R. 20 gennaio 2009, n. 17, che apportò sostanziali modifiche all’assetto centrale e periferico dell’amministrazione scolastica come precedentemente definito dal d.P.R. 260/2007. Ma torniamo al D.-L. 1/2020. L’art. 1, dopo aver sancito, al comma 1, l’istituzione dei due nuovi distinti Ministeri e la contestuale soppressione del MIUR, al successivo comma 2 apporta le conseguenti modifiche e integrazioni al D.lgs. 300/1999, portando i Ministeri da 13 a 14 e stabilendo tassativamente che “Il numero dei componenti del Governo a qualsiasi titolo, ivi compresi Ministri senza portafoglio, vice Ministri e Sottosegretari, non può essere superiore a sessantacinque…omissis” Al comma 3 autorizza la spesa di 1.897.000 euro annui a decorrere dall’anno 2020 e di ulteriori 132.000 euro per l’anno 2020 e di 80.000 annui a decorrere dall’anno 2021. Disposizioni, come detto, più dettagliate, vengono definite dall’art. 2, che relativamente al Ministero dell’Istruzione introduce le pertinenti sostituzioni degli articoli 49, 50 e 51 del D.lgs. 300/1999 nonché, relativamente al Ministero dell’Università e della Ricerca, l’integrazione del Capo XI del Decreto medesimo, con gli artt. 51-bis, 51-ter e 51-quater. Ne consegue che il Ministero dell’Istruzione (appare pleonastico evidenziare la scomparsa dell’aggettivo “Pubblica”, per cui il nuovo acronimo sarà MI) si articola in 2 Dipartimenti (Sistema educativo di istruzione e formazione - Risorse umane, finanziarie e strumentali), mentre il numero di posizioni di livello dirigenziale generale non può essere superiore a 24, ivi inclusi i Capi 4
Dipartimento (numero uguale a quello attuale). Tra le Aree funzionali viene mantenuta al Ministero dell’Istruzione, tra la le altre: “…assetto complessivo e indirizzi per la valutazione dell’intero sistema formativo, anche in materia di istruzione superiore e di formazione superiore…omissis” Il Ministero dell’Università e della Ricerca si articola in uffici dirigenziali generali (il Dipartimento per la formazione superiore e la ricerca e le 3 preesistenti Direzioni Generali: Formazione universitaria, inclusione e diritto allo studio – Alta formazione artistica, musicale e coreutica - Coordinamento e valorizzazione della ricerca e dei suoi risultati), coordinati da un Segretario Generale (e – quindi - non da un Capo di Gabinetto); il numero degli uffici dirigenziali generali, incluso il Segretario Generale, è pari 6. Per questa operazione viene finanziata la spesa di 462.000 euro annui a decorrere dall’anno 2020 (art. 51- quater, comma 2). La dotazione organica complessiva dei due Ministeri non può essere superiore a quella del MUIR esistente alla data della sua soppressione, che viene però incrementata di due posizioni dirigenziali di livello generale, da destinare al Ministero dell’Università e della Ricerca, nonché dei responsabili degli Uffici di diretta collaborazione come disciplinati dal DPCM 21/11/2019, n.155 le cui disposizioni, unitamente a quelle contenute nel già citato DPCM 140/2019, continuano a trovare applicazione fino all’emanazione e all’entrata in vigore dei nuovi Regolamenti da adottare entro il 30 aprile e il 30 giugno del 2020, salvo la quantificazione in via transitoria del personale degli Uffici di diretta collaborazione stabilita in 130 unità per il Ministero dell’Istruzione e 60 per quello dell’Università e Ricerca. Viene inoltre stabilito che gli incarichi dirigenziali comunque già conferiti presso l’amministrazione centrale del MIUR nonché quelli delle strutture periferiche continuano ad avere efficacia fino all’attribuzione dei nuovi incarichi. Restano altresì ferme le posizioni di comando, distacco e fuori ruolo del personale già appartenente ai ruoli del soppresso MIUR in essere alla data di entrata in vigore del 10 gennaio 2020. Insomma: fermi tutti e ognuno al suo posto! Poi si vedrà! (sempreché da qui a giugno e – in ogni caso – fino alla conversione in legge del Decreto-Legge 1/2020, non intervengano ulteriori innovazioni istituzionali e ordinamentali). Per il momento, tuttavia, un’espressa disposizione (art. 3, comma 3) trasferisce al Ministero dell’Istruzione, in via transitoria, il Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali del Ministero dell’Università e della Ricerca che continuerà ad avvalersi del medesimo Dipartimento sia per la gestione del personale della corrispondente Direzione Generale che per la gestione delle spese già affidate. Un Palazzo in coabitazione Dal punto di vista logistico segnaliamo che l’Ufficio del neo Ministro dell’Università e della Ricerca verrà allocato (non sappiamo se in via permanente o transitoria) nei locali posti al terzo piano di Viale Trastevere. 20 gennaio 2020 5
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