ALLEVATORI SPORTIVI: 2018
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S O C I E T Á O R N I T O L O G I C A R E G G I A N A pendice 4 Ap 4 2018 ALLEVATORI SPORTIVI: A cura di Enrico Banfi, RISORSA NON con la collaborazione di G. Canali, I. Gualerzi e M. Bavaresco Design: Marco Cotti. MINACCIA allevare PER proteggere - Breeding to protect
2018-AVIFAUNA PROTETTA, AUTOCTONA E CITES Appendice 3 Il commercio legale e l’acquisto consapevole Ara militaris
S o m m a r io All’inizio degli anni duemila allevatori sportivi e commercianti legali convengono sulla necessità di sostenere le famiglie nella scelta e nella gestione degli uccelli da compagnia, in particolare di specie esotiche. In accordo con le istituzioni e con il supporto tecnico di Università predispongono modelli or- ganizzativi e schede tecniche semplificate da rendere disponibili presso i negozi. Significativa anche la collaborazione di medici veterinari professionisti. Nascono , contemporaneamente (2008), i Disciplinari volontari per il benessere degli animali (avifauna) in allevamento, nel trasporto e nelle mostre da parte di FOI/SOR, che cambiano radicalmente le attrezzature specializzate prodotte dall’industria. Il tutto, con l’approvazione del Ministero della Salute italiano. A fronte della situazione rappresentata in questo documento e delle affermazioni attribuite a CITES Org ed al Parlamento UE, sorge spontanea una riflessione (almeno per quanto riguarda l’Italia): è mai possibile dichiarare che allevatori sportivi ed operatori commerciali (in totale, oltre 30.000 persone) di avifauna sono parte di o collusi con la malavita internazionale e che gli uccelli venduti alle famiglie sia- no il risultato di catture nei loro habitat d’origine e non , piuttosto, frutto dell’allevamento in cattività come dichiarato, a termini di legge?. Aggiungiamo anche che è disponibile presso il Ministero Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare la documentazione relativa al possesso di specie protette CITES, All. A ed All. B dal momento della istituzione del registro obbligatorio italiano (2002). In tali registri sono riportate le generalità del pos- sessore, specie possedute ed allevate, coppie, nascite (con possibile verifica DNA) e codici identificativi dei singoli esemplari. Inoltre, sia per All. A che B (caso unico al mondo, supponiamo) la piena tracciabili- tà di ogni singolo esemplare, in particolare la sua origine. Elaborando tali dati è anche possibile ricavare il numero di esemplari nati e svezzati per anno e per specie. Confrontando i dati per anno, si individua il trend, sempre per specie: questo consente di determinare- su base nazionale- le specie “facilmente e comunemente allevate”. Si tratta di un patrimonio documentale di enorme importanza per tutto il mondo, e non solo per l’Italia. Attende solo di essere valorizzato opportunamente. Gli allevatori italiani hanno buoni motivi per sentirsi offesi. S u m m a ry At the beginning of the two thousand years sport breeders and legal traders agreed on the need to support families in the selection and management of pet birds, in particular of exotic species. In agre- ement with the institutions and with the technical support of the Universities, they prepared organiza- tional models and simplified technical forms to be made available at the animal stores. The collabora- tion of veterinary s is also significant. At the same time (2008), the Voluntary Animal Welfare Guidelines (avifauna) were born in breeding, transport and exhibitions by FOI / SOR, which radically changed the allevare PER proteggere - Breeding to protect
2018-AVIFAUNA PROTETTA, AUTOCTONA E CITES specialized equipment produced by the pet industry. All this, with the approval of the Italian Ministry of Health. Given the situation represented in this document and the statements attributed to CITES Organization and the EU Parliament, a reflection arises spontaneously (at least as regards Italy): it is never possible to declare that sport birds breeders and commercial operators (in total, over 30,000 people) are part of or colluded with the international underworld and that the birds sold to families are the result of catches in their habitats of origin and not, rather, the result of breeding in captivity as declared, in terms of the law? We also add that documentation concerning the possession of protected species CITES, Annex A and Annex B is available at the Ministry for the Environment and Protection of the Territory and the Sea since the establishment of the Italian mandatory register (2002). In these registers are reported the personal data of the owner, species owned and bred, couples, births (with possible DNA verification) and identification codes of individual specimens. Moreover, both for All A and B (the only case in the world, we suppose) the full traceability of each single specimen, in particular its origin. By processing these data it is also possible to obtain the number of birds born and weaned by year and by species. Comparing the data by year, is possible to track the trend by species and by Country to know the spe- cies “easily and commonly bred”. It is a documentary heritage of huge value for the whole world, and not for Italy only. It waits to be valued appropriately. Italian breeders have good reasons to feel offended.
La prima decade degli anni 2000 ha vista uno sforzo importante da parte delle organizzazioni degli allevatori sportivi e degli operatori commerciali del settore piccoli animali. Ci si è resi con- to , in quegli anni, che erano avvenuti tre fatti importanti: la richiesta da parte delle famiglie di piccoli animali domestici, in particolare di uccelli, era cresciuta nettamente e si era prevalente- mente indirizzata verso specie abbastanza inusuali, per quel mercato: non più soltanto canarini ma specie “esotiche”; la richiesta incontrava l’aumento di produzione di esemplari di tali specie da parte soprattutto degli allevatori sportivi, con il comparire di una importante gamma di mutazioni; la ricerca e lo sviluppo delle industrie del settore erano in grado di fornire tutto ciò che serviva per gestire correttamente queste “nuove” specie in famiglia. Le organizzazioni di allevatori e operatori commerciali tradizionali, cioè “non virtuali”, compresa la necessità di accompagnare le famiglie nella scelta dell’”animale compagno di casa” intrapresero – in accordo con le istituzioni- un percorso volto ad assistere i cittadini nella scelta consapevole e nella gestione corretta. Risolto il problema tecnico del contenitore e della alimentazione, rimaneva la necessità di rendere consapevoli le famiglie che un animale non è un gioco e che ciascuna specie richiede attenzioni differenti e preziose. Ad esempio, mettendo in casa esemplari di certe specie che campano 60/70 anni, si assumono impegni per le gene- razioni future…. Scelta lungimirante visto che oggi ben 12 milioni di volatili – delle diverse specie, anche protette- sono felicemente presenti nelle famiglie italiane. Per fornire questa assistenza, sono stati necessari due passaggi, non difficili partendo dalla collaborazione fra le due organizzazioni e con la preziosa partecipazione delle Università di Bologna e Parma, sotto la regia della Regione Emilia Romagna: allevare PER proteggere - Breeding to protect
2018-AVIFAUNA PROTETTA, AUTOCTONA E CITES -formazione degli operatori commerciali (poi inserita nella legge regionale dell’Emilia Roma- gna come obbligo), -progettazione delle schede relative alle specie oggetto delle maggiori richieste da parte delle famiglie. Presso i negozi specializzati sono presenti recapiti di veterinari per piccoli animali. A fronte della situazione rappresentata in questo documento e delle affermazioni at- tribuite a CITES Org ed al Parlamento UE, sorge spontanea una riflessione (almeno per quan- to riguarda l’Italia): è mai possibile dichiarare che allevatori sportivi ed operatori commerciali (in totale, oltre 30.000 persone) di avifauna sono parte di o collusi con la malavita internazio- nale e che gli uccelli venduti alle famiglie siano il risultato di catture nei loro habitat d’origine e non , piuttosto, frutto dell’allevamento in cattività come dichiarato, a termini di legge?. Aggiungiamo anche che è disponibile presso il Ministero Ambiente e Tutela del Ter- ritorio e del Mare la documentazione relativa al possesso di specie protette CITES, All. A ed All. B dal momento della istituzione del registro obbligatorio italiano (2002). In tali registri sono riportate le generalità del possessore, specie possedute ed allevate, coppie, nascite (con possibile verifica DNA) e codici identificativi dei singoli esemplari. Inoltre, sia per All. A che B (caso unico al mondo, supponiamo) la piena tracciabilità di ogni singolo esemplare, in particolare la sua origine. Elaborando tali dati è anche possibile ricavare il numero di esem- plari nati e svezzati per anno e per specie. Confrontando i dati per anno, si individua il trend, sempre per specie: questo consente di determinare- su base nazionale- le specie “facilmente e comunemente allevate”. La riflessione precedentemente posta appare ancora più motivata.
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