100spaziarci - Arci Lecco
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100spazi si presenta Una caratteristica del nostro associazionismo che molti ci invidiano, è la capa- cità di occupare luoghi con le passioni e le idee di tanti cittadini che vogliono dare una mano al loro quartiere, alla loro città, al loro Paese. L’Arci è una rete di associazioni che fanno del loro insediarsi in uno spazio uno dei punti cardine dell’attività di promozione sociale. Spesso questi spazi ospitano anche diverse associazioni, con caratteristiche diverse. Quello che le tiene insieme è il progetto di sviluppo di un territorio, piccolo o grande che sia, attraverso gli strumenti dell’iniziativa associativa culturale, ricreativa, sociale. La Festa della Musica dell’Arci del 2000 lanciò un censimento di spazi da recu- perare per insediare attività legate alla musica. Arrivarono più di 100 segnala- zioni, con alcuni progetti di riutilizzo che furono pubblicati in un bel libro dal titolo Rumore dagli Spazi. Molti problemi di allora sono rimasti gli stessi. Quar- tieri degradati, spazi pubblici inutilizzati, abbandono dei centri storici, dein- dustrializzazione. Fenomeni oggi aggravati dalla crisi economica e dal veloce modificarsi del modello di sviluppo del nostro Paese. Sono diversi anni che l’Arci ragiona su come elaborare risposte progettuali per il recupero di questi spazi per essere attori dello sviluppo territoriale. Alcune esperienze si sono sviluppate autonomamente dando vita a progetti preziosi, soprattutto per la qualità della proposta. Questa pubblicazione è una prima raccolta di tali esperienze, il primo passo per farne un racconto collettivo. Crediamo che, se ognuna di queste esperienze riveste grande importanza nel territorio in cui è insediata, tutte assieme offrono un profilo forte dell’associazione, della sua capacità di reinventare spazi, ridise- gnare insediamenti urbani; della sua capacità creativa, progettuale e perché no, manageriale. L’ abbiamo chiamata I Cento Spazi perché crediamo che oltre a questi pubblica- ti, ne esistano molti altri. Quest’opuscolo è un invito a far emergere queste espe- rienze e aiutarci a comporre un quadro il più possibile completo per farne un patrimonio di conoscenza per tutta l’associazione. I tempi sono maturi per una nostra forte iniziativa anche alla luce del provvedimento contenuto del decreto legge Valore Cultura” promosso dal già Ministro Massimo Bray per il riutilizzo del patrimonio statale per progetti dedicati a creatività e cultura. Siamo in at- tesa dei decreti attuativi dal Ministero dell’Economia. Dobbiamo sollecitare i Comuni a promuovere percorsi di coinvolgimento del no profit culturale nella elaborazione di progetti per il riuso degli spazi. Lo dobbiamo fare prima che i gravi problemi finanziari degli enti li spinga a vendere gli immobili senza vinco- larne la destinazione d’uso ad attività culturali e sociali. È venuto il momento di costruire una vera e propria strategia di sviluppo associativo legato al recupero di spazi inutilizzati, per lo più di proprietà pubblica, e dare gambe alla nostra capacità di progetto. Cento Spazi sarà una delle nostre prossime sfide. Enzo D’Antuono, Arci Como Giovanni Durante, Arci Savona Carlo Testini, Arci Direzione Nazionale ind i c e Arci AurOra - Ora (Bz) 5 Arci Lo.Co. - Lecco 19 Spazio Gloria - Como 7 Villa ex-Olmi Reggiane - Reggio Emilia 21 MEME - Ferrara 9 Officine Solimano - Savona 23 Spazio Grisù - Ferrara 12 Arci Demos - Sondrio 25 Teatro Verdi - Ferrara 15 Villa5 - Collegno (To) 27 Habitat - Lamezia Terme 17 [ 3 ]
comitato arci bolzano circolo arci aurora Via Stazione 45 39040 Ora (Bz) 0471 811534 www.arciora.org https://www.facebook.com/circolo.aurora.58 Agostino Angonese arciora@alice.it il progetto La storia dell’edificio che ospita il circolo Aurora è una storia che viene da lontano ed è legata alla nascita della ferrovia Ora- Castello di Fiemme voluta fortemente dall’Impero Austroungarico a scopi bellici, per poter trasportare velocemente un’intera brigata di fanteria da Ora alla val di Fiemme nel 1915. La gestione asburgica della ferrovia durò meno di un anno, in quanto nel no- vembre 1918 la guerra ebbe fine e, con il passaggio dell’odierno Trentino Alto Adige all’Italia, la gestione passò al Genio militare italiano, e successivamente alle Ferrovie dello Stato. Il primo treno italiano arrivò a Predazzo nel febbraio del 1919. A seguito dell’elettrificazione della linea ferroviaria, il traffico dei passeggeri aumentò rapidamente, tanto che nel 1932 circolavano ben dieci treni viag- giatori al giorno, nel corso della seconda guerra mondiale l’attività, sia pure ridotta al minimo, non fu mai completamente interrotta. Nel1963, a seguito dell’inarrestabile sviluppo della motorizzazione su strada, con una discutibile scelta la linea venne chiusa il 10 gennaio e nel giro di pochi anni smantellata. Tutto il materiale rotabile vennero ceduti alla ferrovia Genova Casella. La linea ferroviaria non esiste più, ma la vecchia stazione dei treni è ancora in- tatta nei suoi spazi, tanto che dai vecchi abitanti di Ora il bar viene chiamato ancora Buffet, come la omonima sala della stazione utilizzata dai viaggiatori per rifocillarsi. La sala è ancora lì, accanto alla vecchia biglietteria e alle sale [5]
d’attesa con i finestroni in vetro piombato. Tutto è rimasto come allora, tanto che qualche regista ha pensato bene di utilizzare gli spazi come set cinema- tografico, tanto che i turisti casualmente di passaggio chiedono di visitare gli spazi e li fotografano, tanto che i musicisti decidono di tornare a suonare per- ché suggestionati dalla poesia di questi spazi. Arci Laives circa 6 anni fa vede negli spazi della vecchia stazione ferroviaria tutto il potenziale necessario per realizzare un luogo di incontro di culture dove poter ascoltare diffondere e produrre musica indipendente. Il progetto fondante è quello di aprire gli spazi alla collettività sia con eventi program- mati, sia con situazioni occasionali e diventare un polo culturale per la Bassa Atesina in rete con gli altri soggetti del territorio al fine di coprire e soddisfare il maggior numero di richieste e proporre esperienze diversificate e diverse. Il progetto iniziato nel 2008 si avvale della sinergia fra Arci Aur-Ora, che si occupa da tre anni della programmazione culturale, e Arci Laives che si occupa della parte tecnico amministrativa e gestisce il bar con apertura gior- naliera in modo di avere uno spazio fruibile tutti i giorni realizzando moltis- sime attività come i concerti settimanali in teatro, delle matinee musicali nel portico antistante il bar, presentazione di libri, Cineforum , Bookcrossing, corsi di pittura/allestimento mostre nelle salette espositive ex biglietteria della stazione, percorsi della memoria/commemorazioni in tutti gli spazi della ex stazione. Il progetto non è finanziato da fondi pubblici ma sopravvive con le entrate del bar e alcune donazioni spontanee. Gli spazi a disposizione del progetto si articolano in c.a. 450m2 suddivisi in 10 sale e c.a. 400m2 tra giardini e verande, e vedono l’impiego di 8 persone di cui 7 volontari. ipotesi di sviluppo Il progetto vuole proseguire quanto proposto fino ad ora e cioè continuare a proporre occasioni d’incontro e di crescita per l’utenza presente sul territo- rio, in un’ottica di inclusione connotandosi per la sua versatilità. Per questo, ad esempio, nel 2013 è partita una nuova scommessa :quella di utilizzare parte degli spazi recuperati e ristrutturati recentemente come sede distaccata dell’Accademia d’Arte Piero Vannucci di Perugia per il corso triennale di sce- nografia, con lo scopo di aumentare l’offerta formativa della Regione Trentino Alto Adige dove non esiste l’ Accademia d’Arte. SOGGETTI ASSOCIATIVI E NON CHE PARTECIPANO ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO Arci Ora, Arci Laives [6]
comitato arci como circolo xanadù Spazio Gloria: Il cinema post-cinema Spazio Gloria via Varesina, 72 Como - 031 44 91 080 www.spaziogloria.it facebook.com/arcixanadu Vincenzo D’Antuono dantuono@arci.it, arcixanadu@spaziogloria.it il progetto Como anno 2005, soffocato dall’apertura contemporanea di due multisala, chiudeva il cinema Gloria. Con esso chiudeva uno degli ultimi cinema storici della città e veniva a compimento il processo di erosione del significato di cinema inteso come un luogo del vissuto, trasformato in puro luogo di consu- mo. Avveniva per il cinema ciò che avviene in ogni aspetto del vivere umano nelle attuali società cosiddette avanzate. La sua chiusura si inseriva così in un panorama cittadino che negli anni era andato sempre più impoverendosi di spazi e occasioni di incontro e di cultura. Como, come molte altre città italiane, è sempre più “un non luogo”, fatto di una periferia abbandonata a se stessa e un centro completamente piegato al commercio e alla finanza. Agli inizi del 2007 il cinema Gloria riapre e rinasce ad opera del neo costituito circolo ARCI Xanadù, un gruppo di “pazzi” convinti che si dovesse arrestare il declino civile-culturale della città e rilanciarla con una esperienza che potes- [7]
se rappresentare una controtendenza. La nostra convinzione era che ciò fosse necessario e soprattutto vincente, grazie all’esistenza, nella nostra città e in provincia, di un vasto tessuto associativo e di cittadini in sintonia con questo pensiero e quindi in grado di sostenerne la progettualità. Nel 2007 sono attive a Como ben 14 sale e una multisala con 11 schermi a 5 kilometri, l’intento dei promotori non può essere certo quello di creare una quindicesima sala, ma quello di reinventare lo spazio e trasformarlo in un’ aerea polifunzionale in cui il cinema di qualità, possa convivere con la musica, il teatro, con incontri sia letterari sia a tema sociale, fungendo al tempo stesso come luogo di fruizione e di produzione di cultura. Nasce così il cinema post-cinema: il cinema Gloria diventa Spazio Gloria e da quel momento sarà un vero e proprio spazio polifunzionale di 400 posti, che pur conservando la originaria finalità di cinema, produce e propone te- atro civile, musica dal vivo, reading letterari, incontri e convegni. Un luogo di fruizione di eventi artistici, ma anche laboratorio di progetti ed esperienze artistico-culturali, uno spazio di incontro e di socialità, e soprattutto, un luo- go aperto ad associazioni, Enti Locali, scuole, comunità di immigrati che qui trovano uno spazio low cost per le proprie iniziative. ipotesi di sviluppo Sono trascorsi sette anni dalla sua apertura, durante i quali Spazio Gloria è diventato un vero e proprio polmone culturale per la citta, riconosciuto e ap- prezzato da tutta la città. Xanadù associa all’ Arci circa 3000 soci, una cifra enorme per la realtà di Como, impiega 4 giovani stabilmente, coinvolge un gran numero di volontari, promuove e sviluppa capacità e competenze, e so- prattutto, nonostante le difficoltà, resiste continuando il suo viaggio a dimo- strazione che quell’ispirazione iniziale aveva un suo fondamento. SOGGETTI ASSOCIATIVI E NON CHE PARTECIPANO ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO Arci provinciale, rete dei circoli [8]
comitato arci ferrara meme - makers exposed mercato coperto Via del Mercato 5, Ferrara 0532.475057 (tel Meme) www.memexposed.com www.youtube.com/watch?v=UBeiTirIryM, www.youtube.com/watch?v=eYZ-PRliaQI www.youtube.com/watch?v=cauzSs7dFHI www.facebook.com/MemeFerrara info@memexposed.com il progetto Ferrara sta intraprendendo negli ultimi due anni un percorso di trasforma- zione dei propri caratteri sociali ed economici, fondato sulle proprie pecu- liari vocazioni: uno storico alone di cultura e civiltà, una invidiabile qualità della vita e un patrimonio di importanti immobili pubblici “addormentati” sui quali si concentrano ragionamenti di rigenerazione urbana. Il festival di Meme parte con l’ambizione di mettere a sistema queste peculiarità, fondendo il proprio patrimonio tangibile con il capitale intangibile delle giovani menti che stanno creando nuove professionalità rivolte al mercato del futuro. Ne nasce un’idea di città-laboratorio per nuovi mestieri creativi, imprese atipi- che, artigiani di quarta generazione, presupposto per la nascita di un mercato strategico di un futuro già presente. Giovani talenti, creativi, designers e progettisti si riuniscono nei luoghi-chia- ve della città per esporre i loro migliori prodotti davanti al pubblico, alle im- prese leader del made in Italy e al panorama degli investitori professionali [9]
con cui confrontarsi in un meccanismo di matching diretto. Il tessuto urbano diventa occasione per nuove economie, nuova socialità, visioni di futuro. Il Mercato Coperto di Ferrara utilizzato per la vendita al dettaglio fin dai primi anni sessanta, ridotto di dimensioni nel 2012 utilizza in seguito una porzione ridotta per attività temporanee. Da qui la nascita dell’idea di propagare l’innovazione autoprodotta - stimola- re la vivacità di giovani creativi accompagnandoli verso le pratiche e i dettami reali del settore terziario, della piccola industria, delle istituzioni locali e delle associazioni di categoria. L’unione di quattro studi da forma al progetto : da mercato coperto a tem- porary shop, spazio per la cultura, mostre, performance, incontri tra maker e aziende. Le finalità da promuovere sono quelle di agevolare la stretta e neces- saria connessione tra il mondo delle idee e la reale filiera del comparto pro- duttivo del territorio attraverso le attività svolte negli spazi: vendita di oggetti di design, conferenze, incontri, mescita, concerti, dj set, mostre. Il percorso progettuale si articola in 8 mesi di progettazione, 2 di produzione, 1 mese durata dell’evento, che si avvale di autofinanziamento, sponsorizzazio- ni private e contributo pubblico. Lo spazio è in concessione d’uso da parte della pubblica amministrazione, ed è gestito direttamente da un consorzio. Gli spazi si articolano in 450mq circa, con un ambiente principale di 370 e 5 piccoli negozi perimetrali, e vedono impiegate ca. 20 persone di cui 10 volontari. ipotesi di sviluppo Meme dal 2014 diventerà il luogo dove attestare lo stato dell’arte della contem- poraneità, attraverso la confluenza di coloro i quali, all’interno della società, si sono resi protagonisti di uno scarto in avanti del pensiero, con finalità di benessere personale e collettivo. Da ogni parte confluiranno macrolinguaggi differenti, capaci di dare alla realtà economica e creativa una declinazione non scontata e fertile. Meme sarà il luogo ospitale dei nuovi macrolinguaggi della contemporaneità, dall’artigianato alle forme d’arte, dalla filosofia economica [ 10 ]
alla musica. Makers e non solo saranno gli attori nella e per la città, ognuno verticale sulla propria idea da sviluppare, ognuno orizzontale nella capacità di ascolto dagli altri. Il tappeto urbano sarà quello di una “città-morbillo”, come Ferrara, disseminata di situazioni e pronta a diventare una forza produttiva e auto produttiva, con la propria capacità di attrarre idee, persone, economie, socialità. SOGGETTI ASSOCIATIVI E NON CHE PARTECIPANO ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO Sigfrida, Canapè Cantieri Aperti, UXA, Kuva, i cui componenti si sono costi- tuiti in Associazione Culturale Meme e Ferrara Fiere Congressi. PARTENERS DEL PROGETTO Patrocinio di: Regione Emilia Romagna, Provincia di Ferrara, Comune di Ferrara. CNA Ferrara, Unindustria Ferrara, Ordine degli Architetti di Ferra- ra, Arci Ferrara. Partner e giuria: Fab Lab Reggio Emilia, Make Tank, Slam Jam, Frizzi Frizzi, Poliarte Ancona, Centro Studi Dante Bighi, Felisi, Material Connexion Italia, Centri di produzione del contemporaneo in Emilia Romagna, Isia Fa- enza, Marco Polo System Venezia, Wasp, Fantoni Group. Sponsor tecnici: Suono e Immagine Ferrara, Pubbliservice Ferrara, Gior- gi Roberto lav.legno Ferrara, Stel. Sponsor: Indica, Cassa Padana, Lowaste, Cooperativa Sociale Città Verde. [ 11 ]
comitato arci ferrara spazio grisù via Poledrelli 21 - Ferrara 3485504554 www.spaziogrisu.orghttps://www.facebook.com/SpazioGrisu Fabrizio Casetti - presidente@spaziogrisu.org il progetto La ‘Caserma dei civici pompieri’ venne costruita nel 1930 e inaugurata il 28 Ottobre dello stesso anno,viene definitivamente abbandonata nel 2004. Quest’edificio è uno degli elementi architettonici che, nella prima metà del XX secolo, ridisegnarono il cosiddetto “Rione Giardino”, la cui progettazione rappresentò un moderno esempio di programmazione e di sviluppo di un’area all’interno delle mura della città di Ferrara. Oggigiorno quello stesso “rione”, ora “quartiere”, rappresenta una delle zone più sensibili della città: nato come area di residenza di operai e minuta borghesia ai primi del ‘900, pur situato all’interno del centro storico, risente da alcuni anni di un progressivo pro- cesso di marginalizzazione; soffre, infatti, di un’esplicita insicurezza sociale accentuata dalla vicinanza alla stazione ferroviaria. Il progetto Grisù nasce proprio dalla volontà di ri-utilizzo di uno spazio e di un edificio pubblico ab- bandonato e a rischio di degrado di oltre 4000mq in una zona da riqualificare. Sulla base di queste premesse, l’immobile, su richiesta all’Associazione cultu- rale di promozione sociale non profit Grisù, è stato concesso in comodato d’uso gratuito dall’Amministrazione Provinciale di Ferrara con un contratto iniziale di 5 anni, che ora la Provincia intende prorogare per un periodo più lungo. Le motivazioni della scelta dell’edificio consistono nella sua posizione centrale, nel forte appeal architettonico ed estetico e non ultimo nella volon- [ 12 ]
tà di riqualificazione e valorizzazione dell’area. Lo sviluppo del valore è dato dall’insediamento progressivo di 20-30 imprese produttive a valenza culturale e creativa, che impiegano oltre 130 persone, generando necessariamente una forte attrattività nei confronti dello spazio. L’associazione Grisù, che pren- de il nome dal famoso draghetto dell’omonimo cartone animato e che voleva fare il pompiere, è responsabile primaria dello spazio facilitando la nascita di una nuova imprenditorialità creativa. Le imprese, selezionate tramite bando, si impegnano a ristrutturare gli spazi loro assegnati e a contribuire al mante- nimento degli spazi collettivi a fronte del comodato gratuito pluriennale degli spazi stessi. La novità del progetto, per cui Grisù si sta rivelando un vero e proprio modello a livello italiano, consiste nel fatto che lo spazio non è stato occupato ma si è cercato un accordo con l’Amministrazione con cui si stan- no studiando formule contrattuali innovative per la legislazione italiana in termini di spazi dismessi. Inoltre il progetto è partito senza attendere finan- ziamenti, ma usando le energie e le disponibilità di soci, imprese e simpatiz- zanti. Questo coinvolgimento ha accresciuto sensibilmente la motivazione al progetto e il senso di appartenenza al luogo. Sono moltissimi i convegni e gli incontri operativi in tutta Italia sul tema delle dismissioni creative a cui l’asso- ciazione Grisù è chiamata a portare la sua esperienza, anche grazie al grande lavoro di promozione del progetto realizzato attraverso i media nazionali (da Report al TG2, da “Il Sole 24 Ore” a “Io donna”). Stiamo ora partecipando a vari bandi e call per il reperimento di nuovi fondi da destinare al progetto. Le imprese finora selezionate sono 12, al momento in fase di insediamento, operative o impegnate con i lavori di sistemazione degli spazi assegnati. La vasta corte interna alberata dell’ex Caserma è stata ripulita da tonnellate di rifiuti accumulatisi negli anni e nel 2013 ha ospitato la prima edizione del Festival di musica anglosassone “The secret garden”, cui seguirà quest’anno la seconda edizione, per un totale di 13 concerti. ipotesi di sviluppo La finalità è quella di agevolare l’espansione di realtà imprenditoriali avviate da poco ma potenzialmente in forte crescita e, successivamente, avviare start up di imprese creative, concedendo i locali in gratuità. Spazio Grisù vuole anche essere un luogo in cui organizzare workshops in collaborazione con università italiane ed estere che si occupano di tematiche [ 13 ]
legate all’arte, all’architettura, al design, al fund raising e all’economia della cultura. Il progetto si propone di riportare periodicamente in città eccellenze ferraresi che ora lavorano con successo all’estero, ma anche di invitare eccellenze in- ternazionali interessate ad uno scambio con la creatività italiana, soprattutto coinvolgendo paesi emergenti in espansione come Brasile, India e Cina , paesi dai quali si sono già avuti forti segnali di interesse per il progetto. Le potenzialità in termini di sviluppo e visibilità per la città e per la Regione Emilia-Romagna sono evidenti dato l’altissimo livello di interesse in ambito europeo per il binomio cultura/sviluppo e per il recupero di spazi dismessi. SOGGETTI ASSOCIATIVI E NON CHE PARTECIPANO ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO Greenpower (studio di progettazione e design di imbarcazioni ibride per la navigazione interna), Kappalab (casa editrice di fumetti), Opus Incertum Lab (laboratorio di design e architettura), SpazioGrafia (architettura e fotografia), Dorotea (laboratorio di architettura/design con falegnameria), Unbeldì (desi- gn e artigianato), ArchLiving (studio di progettazione di architetti e ingegne- ri), WormA (costruzioni innovative in legno), BasaCicli (bici e applicazione creative ai cicli) , OUR-Lab (laboratorio di ricerca della Facoltà di Architettu- ra sul tema delle dismissioni creative), Listone.mag (giornale culturale on-line con approfondimenti sugli eventi della città) , TryeCo 2.0 (scannerizzazione e stampa 3D al servizio di musei e realtà culturali) PARTENERS DEL PROGETTO Provincia di Ferrara, Comune di Ferrara, Cassa Di Risparmio Caricento [ 14 ]
comitato arci ferrara teatro verdi Smart Land _ impresa, turismo, altra ruralità città della cultura / cultura della città via Fondobanchetto n°22 – 44100 Ferrara +39 0532 861339 www.cittadellacultura.it www.facebbok.com/CCCCFerrara?fref=ts Arch Diego Farina diego@ufficioxarchitettura.it il progetto La vicenda inizia intorno al 1600 con la co- struzione del Teatro detto “Accademia degli Intrepidi” su progetto di G.B. Aleotti che lo realizzò in un vecchio granaio di proprietà del Duca Cesare d’Este. Questo teatro fu il prototipo del più famo- so Teatro Farnese ma, mentre il secondo è giunto ai giorni nostri , il primo si trasfor- mò in Teatro degli Obizzi prima, per poi cadere completamente in rovina ed essere distrutto da un incendio in seguito. Sostituito alla metà dell’Ottocento dall’Are- na Tosi Borghi, inaugurata nel 1856, e suc- cessivamente sottoposta a diversi lavori di restauro e mantenimento , nel 1913 il teatro fu completamente rifatto, ampiamente rin- novato dagli ingegneri Fausto Finzi e Anto- nio Mazza. Il nuovo teatro, che è di proprietà privata, fu inaugurato con l’Aida e visse fino alla Seconda Guerra Mondiale, anni di vivace attività teatrale. Nel corso della sua vicenda storico-artisti- ca, l’arena rimane sempre un teatro a forte vocazione popolare, luogo di ritrovo e di socializzazione :nato come teatro per la liri- ca si è trasformato nel tempo fino a chiude- re i battenti nel 1986, trascorrendo l’ultimo decennio di vita come luogo per avanspet- tacolo e teatro di rivista fino a divenire sala cinematografica. Attorno agli anni 2000 iniziarono, sotto la spinta del maestro Abbado, i grandi lavori per la trasformazione del luogo in Teatro sperimentale per la lirica che mai furono terminati portando al blocco e abbandono del cantiere intorno al 2006. [ 15 ]
ipotesi di sviluppo L’Idea progettuale 2014 è quella della Piazza Coperta con attività d’impresa per giovani da gestire con un percorso progettuale privato / pubblico attra- verso visioni sperimentali di riuso temporaneo e rigenerazione urbana di spa- zi e immobili pubblici “addormentati” a favore di un uso collettivo attraverso attività seminariali-artistiche-d’impresa-ludiche. Attualmente sono in corso fasi di verifica e fattibilità nonché forte sensibiliz- zazione, per la riapertura temporanea di 4 giorni, dal 03 al 06 ottobre 2013 sono stati impiegati sette mesi di lavoro e sono stati usati strumenti di crow- dfunding internazionale (piattaforma ULULE), sponsor privati, ANCI. At- tualmente sottoposto al bando “CHE FARE 2”. Lo spazio offre potenzialmente 500 mq di teatro a piano terra con platea + 1500 mq di piante a vari livelli + 840 mq di piazza (piazza Verdi) antistante il Teatro. La Piazza da 30 anni è un parcheggio per auto anziché uno spazio pubblico strategico nel cuore della città. Per le attività temporanee sono state impiegate 20 persone tutte volontarie , 15 ospiti per seminari e performance con Salvatore Settis come ospite d’onore. ipotesi di sviluppo Il Teatro Verdi è un Bene Comune ormai dimenticato dalla cittadinanza. Il grande progetto di farne un teatro lirico di prova (voluto dal Maestro Abba- do) è sfumato e praticamente rimandato sine die. Oggi il Verdi rappresenta, in una diversa ottica di creatività e ingegno, un’infrastruttura pubblica dalle molteplici potenzialità d’uso. La sua riapertura temporanea (dal 03 al 06 ot- tobre 2013) è stata considerata un primo momento di rinascita, da cui intra- prendere una riflessione collettiva da parte della città sul suo destino. Da spazio addormentato e inattivo da circa 30 anni, da progetto di Teatro per la città, a Teatro di Vita della Città. L’ipotesi più prossima, per lo sviluppo di questo Luogo, potrebbe essere quello di una Piazza Coperta intesa come spa- zio pubblico all’interno del quale dar vita sia a piccole attività d’impresa legate alla contemporaneità e ai nuovi lavori sia luogo dello stare. Un’idea di Centro Civico sempre aperto nel cuore urbano pronto a ospitare cittadini e turisti, imprenditori e artisti. PARTENERS DEL PROGETTO Regione Emilia Romagna, Provincia di Ferrara,Comune di Ferrara, Arci Ferrara,Legacoop Ferrara,Ente Fiera e Congressi Ferrara. [ 16 ]
comitato arci lamezia terme – vibo valentia habitat parco peppino impastato di lamezia terme Via Placido Rizzotto, Lamezia Terme (CZ) 348.5660136 https://www.facebook.com/HabitatPark Antonio Scaramuzzino a.scaramuzzino@gmail.com il progetto Il Parco Peppino Impastato è stato realizzato dall’Amministrazione Comunale di Lamezia Terme grazie ai fondi comunitari, come intervento di riqualifica- zione e rigenerazione di un uliveto di 11 ettari all’interno di un’area degradata della città, nel cuore di Contrada Scinà, un quartiere periferico ad alta densità di famiglie mafiose. Dopo l’inaugurazione avvenuta nel 2010, in assenza di una politica gestionale, il parco si è subito deteriorato e degradato. Gli evi- denti segni di abbandono hanno spinto giovani e famiglie del posto a trattarlo come una discarica a cielo aperto. Nel 2012 l’amministrazione ha deciso di affidare la gestione del parco al privato sociale tramite bando pubblico. Riqua- lificare e rigenerare il Parco Impastato creando servizi commerciali, culturali e ricreativi in chiave di sostenibilità del modello di gestione. Dopo l’avvio del progetto, in seguito alla vincita del bando comunale, si è co- stituita Talia, un’impresa sociale che ha avviato la prima fase di manutenzione del verde e di decoro. Successivamente è stato inaugurato il bar Habitat e ria- perti gli spazi sociali e culturali disponibili sull’area : 1 sala da 120 posti, 4 aule didattiche e un’aula di medie dimensioni. Utilizzare il parco come una piattaforma di social innovation, di partecipa- zione e di trasformazione del territorio, utilizzando le leve della cultura, dello sport e del benessere. All’interno del parco sono già attivi un bar,un book- shop, laboratori, orti urbani, street food, sport, benessere, incontri culturali, noleggio sale, mostre, concerti, aggregazione naturale e sociale. Il progetto è attivo dal 2012 e verrà sviluppato fino al 2019 con 70% fondi pubblici, 30% fondi privati (ad oggi); [ 17 ]
40% fondi pubblici, 60% fondi privati (alla fine del percorso). L’impresa soc. Talia utilizza gli spazi in convenzione pubblica. I soggetti del privato sociale possono utilizzare gli spazi tramite quota di gestione parame- trata all’uso e all’utilizzo. I cittadini usufruiscono degli spazi collettivi gratui- tamente. I servizi creati da Talia (commerciali e culturali) sono a pagamento. La modalità di gestione avviene tramite la costituzione di un’impresa sociale partecipata da vari soggetti del privato sociale. Il Parco Impastato è un’area vasta di 11 ettari. Sul parco sono presenti: n. 2 campi di pallacanestro; n. 1 campo di beach volley; n. 1 campetto di calcio a 5; n. 1 spazio pic-nic; n. 1 struttura dotata di aula magna, spazio caffetteria, spa- zio espositivo, 5 aule didattiche; n. 1 bar; n. 1 aula all’aperto; n. 1 area giochi per bambini; n. 1 magazzini. Sono coinvolti nel progetto: 3 esperti in manutenzione; 1 direttore di proget- to; 1 responsabile logistica; 1 responsabile eventi e programmazione didat- tico-culturale; 4 volontari di servizio civile;. 7 componenti del consiglio di amministrazione (volontari). ipotesi di sviluppo In prospettiva il progetto Habitat prevede la ristrutturazione del bar, la crea- zione di un’offerta enogastronomica di qualità, l’apertura di un bookshop, la realizzazione di una biblioteca di quartiere, interventi di arte pubblica, pro- grammazione musicale, creazione di una “fablab”, l’apertura di ulteriori ser- vizi culturali e commerciali, il potenziamento di aree giochi per le famiglie, il potenziamento dell’offerta di servizi per i cittadini (sport, benessere, orienta- mento, stili di vita, sostenibilità, innovazione sociale e culturale). SOGGETTI ASSOCIATIVI E NON CHE PARTECIPANO ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO Arci Lamezia Terme – Vibo Valentia, Cooperativa Ciarapanì, Cooperativa Cento Passi, Arci Servizio Civile, Cooperativa Il Delta, Comunità Progetto Sud, Cooperativa Sociale Inrete PARTENERS DEL PROGETTO Rubbettino Editore, Centro di Neurogenetica Lamezia Terme, Istituzioni scolastiche, Parrocchie, n. 50 associazioni sportive, Banca Etica, Associazio- ne Aniti, Cooperative Le Agricole, Slow Food Calabria, Arci Calabria, Anti- racket Lamezia Terme [ 18 ]
comitato arci lecco Recupero della stazione ferroviaria di Osngao (LC) circolo arci la lo.co. di osnago Via trieste stazione fs, Osnago, LC 3207940183 / 0399520089 www.arcilaloco.org http://www.youtube.com/user/ArciLaLOCO https://www.facebook.com/arcilaloco Elisa Mandelli cultura@arcilaloco.org il progetto La stazione di Osnago è situata sulla linea Monza-Lecco, tratta risalente al 1863. La fermata di Osnago era molto usata nel dopoguerra ma è stata di- smessa negli anni Novanta a causa della chiusura di alcuni stabilimenti pro- duttivi storici del paese e delle politiche di contenimento dei costi attuate da Ferrovie dello Stato, si è trasformata velocemente in una zona degradata e abbandonata, diventando uno dei punti più degradati del paese e dell’area li- mitrofa. Nel 2001 un gruppo di giovani, conosciutisi nell’ambito dell’organizzazione di piccoli eventi a carattere locale, si costituiscono associazione affiliata ad Arci e ristrutturano lo stabile della stazione, grazie al lavoro e alle risorse econo- miche di una trentina di volontari. La stazione viene infatti data in comodato gratuito all’associazione dal Comune di Osnago e dalle Ferrovie e diventa sede fissa del circolo e delle sue attività. L’insediamento dell’associazione nell’area ha reso nuovamente fruibile la stazione ai pendolari e ai cittadini di Osnago, al punto che nel 2006 le Ferrovie l’hanno dichiarata “stazione più ben tenuta” in Lombardia. Tali riconoscimenti hanno facilitato la concessione dei per- messi per i lavori di ampliamento della struttura che, terminati nel 2011, sono costati circa 250.000 euro e sono stati finanziati tramite mutuo stipulato con BancaEtica. Ad oggi lo spazio gestito dall’Arci ad Osnago è raddoppiato, così come si sono moltiplicati il numero di soci volontari (circa 50) e quello di soci tesserati (1700 circa). Le attività del Circolo sono cresciute molto, cercando di rivolgersi a tutti i target di riferimento con un occhio di riguardo per i giovani. Ogni venerdì [ 19 ]
sera è programmato un concerto mentre il sabato e la domenica sono dedicate all’arte, alla fotografia e alla presentazione di libri e progetti editoriali. Il Cir- colo si occupa anche di organizzazione di corsi e workshop molto diversificati tra loro realizzati in collaborazione con il Circolo Arci di Verderio Inferiore. I soci del Circolo hanno dato vita anche ad un Gruppo d’Acquisto Solidale e molti dei prodotti biologici e a chilometro zero da loro selezionati sono ora utilizzati anche dal punto ristoro che, grazie all’apertura di Partita IVA può ora garantire anche un servizio di piccola cucina. Alla Lo.Co. è attivo un pun- to bookcrossing e una zona di guerilla gardening, si ospitano spesso altre as- sociazioni diffondendone contenuti, idee e progetti, in uno scambio alla pari. ipotesi di sviluppo Gli sviluppi previsti ad oggi sono il perfezionamento dell’assetto organizza- tivo, tramite l’attivazione di corsi di formazione rivolti ai dipendenti , ai di- rigenti e ai volontari stessi, con lo scopo di portare avanti le attività finora svolta con sempre maggiore professionalità. Una nuova direzione progettuale è quella della realizzazione di un percorso turistico per gli aderenti all’ Arci, che porterà persone proveienti da altri Circoli a visitare la Brianza Lecchese. SOGGETTI ASSOCIATIVI E NON CHE PARTECIPANO ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO Il Circolo ARCI La Lo.Co. collabora da tempo con la cooperatica sociale PASO per la gestione di ParcoBici, un progetto di cicloffinicina con ricovero per le bici in stazione. La Lo.Co. offre spesso i propri spazi ad associazio- ni esterne per la realizzazione di iniziative informative o di raccolta fondi su temi specifici. PARTENERS DEL PROGETTO Il Circolo si trova su uno spazio di proprietà di RFI in comodato al Comune di Osnago. Non si possono però identificare partner veri e propri del progetto di recupero della stazione FS. [ 20 ]
comitato arci reggio emilia Villa ex-Omi Reggiane sede arci e scuola di musica Viale Ramazzini, 72 0522 392137 www.arcire.it – www.scuolecepam.it http://www.youtube.com/user/ ArciReggioEmilia www.facebook.com/arcireggioemilia Daniele Catellani catellani@arcire.it Giuliano Giovanelli giovanelli@scuolecepam.it il progetto All’inizio, nel XVII secolo, la villa era uno dei tanti casini di caccia sparsi per l’immensa pianura, con la particolarità di essere poco distante dalla città, nel 1794 la trasformazione, con ampliamento del braccio a ovest, in villa borghese, probabilmente una villa delle delizie usata solo d’estate. Successivamente diviene testimone della radicale trasformazione di Reggio Emilia, prima ai margini, poi al centro del primo insediamento industriale reggiano, quello delle officine mec- caniche reggiane fondate da Rivi nel 1901 che diedero l’impulso alla vocazione manifatturiera della città. Ne diventò la villa del Direttore e così rimase fino all’ultima guerra, poi frammentata in vari alloggi per poi essere abbandonata de- finitivamente alla fine degli anni ‘60 e consegnata ad un oblio di alcuni decenni. Ora in seguito al suo totale recupero alla città ha acquisito una nobile funzione come si addice ad un monumento di tale importanza per la storia della città. Il restauro ha eliminato tutte le varie frammentazioni per restituire l’ariosità degli ampi spazi con cui era stato concepito riaprendo i due saloni e le grandi stanze laterali del corpo principale. Il rispetto per questa storica testimonianza è evidenziata anche dal restauro delle parti decorative pittoriche ritrovate risalenti alla fine XIX secolo. Si è cercato di limitare il più possibile i nuovi inserimenti per consentire di leg- gere l’edificio nel suo splendore e nelle sue particolarità, quindi sono state messi in evidenza i ritrovamenti effettuati come la vecchia cappella di famiglia, è stata mantenuta l’originaria varietà dei colori delle stanze, così come le nuove pavi- mentazioni in marmette che utilizzano i decori delle precedenti non recuperabi- [ 21 ]
li, o il cotto e il legno recuperati. Ora questa antica testimone della nostra storia è pronta per affrontare una nuo- va vita con una particolarità nuova: al centro della città futura. Nel 2001 infatti l’Associazione a Reggio Emilia propose di destinarla quale sede del comitato ter- ritoriale Arci edel la scuola di musica, proposta che trovò la sua realizzazione nel 2005 con lo strumento del Project Financing, che permise sia di raccogliere risorse proprie dell’Associazione sia disponibilità economiche dell’ente locale. L’inaugurazione, avvenuta il 16 febbraio 2013, è seguita a un lungo percorso pro- gettuale e amministrativo che ha riconsegnato alla città uno stabile altrimenti in decadenza con un valore complessivo di 2,5mln di euro, il 60% dei quali a carico dell’Associazione. La ragione profonda dell’investimento compiuto è la sede centrale della scuola di musica Cepam: 12 aule per lezioni di strumento individuale per oltre 400 allievi l’anno. Il Cepam, che ha superato i 30 anni di attività, oltre alla sede di Reggio, organizza corsi musicali in 13 succursali sul territorio provinciale, coinvolgendo oltre 60 docenti e 1.300 allievi nel suo complesso. La collocazione dello stabile è adiacente al Centro Internazionale Loris Malaguz- zi, con cui programma, negli spazi esterni, in primavera ed estate, appuntamenti e rassegne culturali chiamte “Summer Soup”. ipotesi di sviluppo La centralità della sua collocazione per lo sviluppo futuro della città di Reggio Emilia, altrimenti detta Area Nord, dovrà vedere la presenza del comitato Arci e della scuola di musica come soggetti imprescindibili per la crescita sociale del quartiere, ma soprattutto continuare ad offrire occasioni di formazione musicale accessibile e popolare. Attualmente è in fase di studio l’implemen- tazione dell’utilizzo di questi ambienti per altre discipline come ad esempio i laboratori dedicati al web marketing e alla comunicazione digitale www. digitalrefresh.it Inoltre dopo la prima fase sperimentale di “Summer Soup” si vuole rendere fruibile l’intero complesso rendendo l’attività “ordinaria” permanente. SOGGETTI ASSOCIATIVI E NON CHE PARTECIPANO ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO PARTENERS DEL PROGETTO Comune di Reggio Emilia, Unieco, Arcinquanta Srl [ 22 ]
comitato arci savona Consorzio Associativo Officine Solimano officine solimano Piazza Pippo Rebagliati – Savona 019.813.357 - 346.300.83.39 - 348.404.08.92 www.officinesolimano.it https://www.facebook.com/officinesolimano Consorzio Associativo Officine Solimano info@officinesolimano.it il progetto Consorzio Associativo Officine Solimano nasce ufficialmente nel 2010 e ri- unisce tre associazioni :Nuovofilmstudio, Cattivi Maestri e Raindogs Hou- se, accomunate dall’adesione all’Arci e da un’idea di produzione, diffusione e riflessione culturale che gli ha consentito negli anni un forte radicamento territoriale. In cerca, di una nuova “casa” in cui ospitare al meglio le rispettive attività e proposte, queste tre realtà, attive nei campi del cinema, del teatro e della musi- ca, hanno dato vita a un incontro umano e artistico che ha suscitato l’interesse del Comune di Savona, indispensabile partner di questa impresa, e della Fon- dazione De Mari. Oggi, il percorso avviato per il recupero delle ex Officine Solimano giunge alla tappa più importante: l’apertura di uno spazio culturale unico nel panorama del nostro territorio, dove realtà artistiche differenti pos- sono trovare un punto di incontro e di confronto. Una tappa che segna insie- me l’inizio di un nuovo percorso, nello sforzo di mantenere viva e intensa, an- che in tempi non facili, l’attività di associazioni che, pur mantenendo ciascuna la propria identità, hanno deciso di agire di concerto, dando vita a un modello di gestione culturale capace di stimoli e proposte che coinvolgano le istituzio- ni e la cittadinanza, i giovanissimi e i meno giovani. La struttura, gestita dal Consorzio Officine Solimano, è aperta a ospitare le iniziative promosse dal Comune di Savona, da associazioni no profit, impegnate a promuovere ini- ziative culturali e artistiche, e da privati. L’uso gratuito degli spazi è concesso in caso di iniziative organizzate da associazioni no profit, purchè aperte al pubblico. Gli spazi sono concessi a titolo oneroso per i soggetti privati. [ 23 ]
ipotesi di sviluppo Le Officine Solimano resteranno un luogo industriale seppure di un altro tipo di industria rispetto a quella di un tempo. Nei tre piani della struttura trove- ranno spazio produzioni e artisti di rango, manifestazioni, stagioni e iniziati- ve: ma soprattutto vogliamo che vi trovi posto il pubblico SOGGETTI ASSOCIATIVI E NON CHE PARTECIPANO ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO A fianco del Comune di Savona , della Fondazione Mari e dell’Arci, i nostri partner sono gli spettatori che, negli anni, hanno seguito con passione e con affetto le nostre proposte, dandoci la forza e la determinazione per andare avanti nel nostro lavoro e dei quali, proprio per questo, abbiamo ancora molto bisogno. PARTENERS DEL PROGETTO Comune di Savona, Fondazione De Mari, Arci [ 24 ]
comitato arci sondrio circolo culturale arci demos Stazione FS Viale Stelvio, presso Stazione FS 3382131092 http://arcidemos.blogspot.it/ https://www.facebook.com/arcidemos Simone Benazzo benny_sc91@hotmail.it il progetto Grazie al progetto “Adotta una stazione”, nel 2001 alcuni ragazzi di Talamona (SO), guidati dal giovane consigliere Marco Duca, sistemano i locali e il giar- dino della stazione ferroviaria, a loro affidata dal Comune con un contratto di sub-comodato gratuito, ed iniziano ad utilizzarli come spazi per l’espressione della cultura giovanile valtellinese. Da quel momento parte una storia che ha reso questo spazio, diventato un circolo Arci nel 2006, una realtà culturale imprescindibile ed unica nel panorama provinciale. L’idea e lo spirito sono sempre quelli originari: proporre cultura, nelle mani- festazioni più varie, dando spazio a gruppi ed artisti locali che riconoscono in questo luogo una delle poche possibilità di esprimersi presenti in provincia. L’attuale gestione, subentrata a fine 2012, ha ampliato la varietà dell’offerta artistica proponendo oltre i concerti, aperitivi, spettacoli teatrali, cineforum, esposizioni artistiche e momenti conviviali tra i soci. Negli anni si sono consolidati degli appuntamenti fissi all’aperto: la festa del 25 aprile – Resist, la festa dei diritti – e le 2 feste di inizio/fine estate. Tutti le altre serate si tengono nei piccoli ma calorosi locali interni. I buonissimi rapporti con l’Amministrazione Comunale, hanno portato a importanti re- alizzazioni come quella di un murales sul diritto ad amare che ha avuto un forte impatto anche politico in merito al dibattito sulle coppie di fatto e l’orga- nizzazione di un concerto per la raccolta firme contro le slot machines [ 25 ]
ipotesi di sviluppo L’obiettivo è quello di continuare anche negli anni futuri an permettere alle band locali di avere uno spazio per provare gratuitamente ed esibirsi pub- blicamente, organizzando dei concerti con regolarità, ospitando headliner di livello nazionale e contribuendo alla diffusione di una musica che non trova spazio nei circuiti main-stream valtellinesi. SOGGETTI ASSOCIATIVI E NON CHE PARTECIPANO ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO Gruppo Veg Sondrio, Il Cinemino, Gruppo Arte Libera, Arci Sondrio, Ri-Cir- colo, Lokalino, Associazione musicale Artesuono, Lokazione, Gruppo Gay Sondrio, la 2D PARTENERS DEL PROGETTO Comune di Talamona (SO) [ 26 ]
comitato arci valle susa villa5 - incubatrice di idee e progetti, spazio per la cultura e il benessere villa5 (ex palazzina n. 5 - già ‘padiglione degli inquieti’) Via Torino, 9/6 (viale Tom Benetollo) – Collegno (TO) 0114112498 www.villa5.it www.facebook.com/Villa5.Collegno Gabriele Moroni vallesusa@arci.it il progetto La Villa5 è nel Parco dell’ex Ospedale Psichiatrico (un area di circa 400.000 mq), originariamente sede della Certosa Reale di Collegno, monastero la cui costru- zione fu commissionata nel 1641 da Cristina di Francia, reggente di Savoia. Fra il 1852 e il 1856 la struttura divenne Regio Manicomio. Tra il 1931 e il 1934, su progetto dell’ingegner Torretta, vennero realizzate le “Ville Regina Margheri- ta” (fra queste la Villa5), strutture per degenti paganti nel complesso della Certo- sa di Collegno. Nel 1978, l’anno delle leggi 180 e 833 che segnano l’inizio del lun- go cammino verso il superamento degli ospedali psichiatrici, vengono abbattute le mura che dividevano il manicomio dalla città. Nel 1997 il Consiglio Comunale approva il Nuovo Piano Regolatore dalla Città che battezza l’area dell’ex manico- mio quale cuore culturale della città. Il progetto Villa 5 nasce nel 1999 da un’idea di ARCI Valle Susa e ARCST Lega Coop, che propongono il progetto di ristrutturazione di una villa dell’ex Ospe- [ 27 ]
dale Psichiatrico, ora Parco della Certosa. Il progetto s’inserisce coerentemente all’interno delle linee programmatiche dell’Amministrazione collegnese per il superamento definitivo della caratterizzazione sanitaria di quest’area, che inten- de valorizzare tale risorsa arricchendola di spazi “vissuti” quotidianamente, con progetti a forte valenza sociale e culturale e servizi qualificati che mettano al cen- tro le persone quale principale energia trasformatrice che agisce sull’ambiente per “ripararlo”. Nel febbraio 2003, a seguito di apposita gara in cui si presenta progetto di ristrut- turazione e gestione e l’impegno a coprire il co-finanziamento pari al 30%, la Città di Collegno (che ha acquistato la villa dall’ASL) aggiudica la concessione dei lavori e dell’immobile e la gestione delle attività per 19 anni al Consorzio ONDA. Nel marzo 2003 si dà avvio al cantiere che si chiude nell’estate 2004. Gli spazi e le attività di Villa5 sono: piano terra (circa 1000mq) - Centro Donna della Città di Collegno (spazio di ascolto, accoglienza e aiuto) - Centro socioculturale enogastronomico Asylum (circolo, ristorazione, gruppo di acquisto solidale). - Sala polivalente (per laboratori, conferenze, proiezioni) - Hammam Villa Khamsa (bagno turco). - Le Microtane (spazio bimbi / baby parking). - sede Coop. soc. Atypica, primo piano (circa 1000mq) - Residence Villa5 (spazi abitativi) - sede comitato ARCI Valle Susa e ASC Collegno e Pinerolo Nella gestione sono coinvolte circa quaranta persone, fra dipendenti, collabora- tori, professionisti esterni (psicologhe, legali), e circa una quindicina di volonta- ri che a vario titolo collaborano nella gestione del circolo Asylum, del progetto Centro Donna e del GAS. ipotesi di sviluppo In questi anni Villa5 è stata punto di riferimento per iniziative e progetti della Città nonché per progetti di rilevanza provinciale, regionale e nazionale, che hanno coinvolto soggetti pubblici come il consorzio dei servizi, la Provincia e la Regione e soggetti privati come il Forum del Terzo Settore in Piemonte (del quale Villa5 ospita la segreteria) e l’Arci nazionale. In prospettiva i soggetti gestori dovrebbero consolidare questa vocazione a promuovere ed ospitare at- tività progettuali, anche lanciando appuntamenti fissi come festival o meeting tematici (cultura, ambiente e stili di vita) anche in vista di un futuro rinnovo della convenzione di gestione. SOGGETTI ASSOCIATIVI E NON CHE PARTECIPANO ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO Consorzio O.N.D.A. (Organizzazione Noprofit Donne Associate), ARCI Val- le Susa, Coop. Soc. Atypica, Coop. Edilizia Giuseppe Di Vittorio, Associazio- ne MaChiLoFa/Circolo Asylum, A.S.C. Collegno e Pinerolo (Arci Servizio Civile) PARTENERS DEL PROGETTO Città di Collegno [ 28 ]
Si ringraziano Sabrina Milani - redazione e coordinamento Claudia Ranzani - grafica e impaginazione i comitati e i circoli Arci coinvolti nei progetti
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