Welfare state Le politiche della famiglia in un confronto europeo - Silvia Vogliotti, Sara Vattai - AFI-IPL
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Welfare state Parte 2 Le politiche della famiglia in un confronto europeo Silvia Vogliotti, Sara Vattai © IPL 2015 Pubblicazione n. 2
Responsabile ai sensi di legge: Toni Serafini Direzione scientifica: Stefan Perini Coordinamento del progetto: Silvia Vogliotti Autrici: Silvia Vogliotti, Sara Vattai Per una maggiore leggibilità si rinuncia all’uso contempo- raneo della forma maschile e femminile. I sostantivi riferiti a persone sono quindi da attribuire ad entrambi i sessi. Riproduzione parziale o totale del contenuto, diffusione e utilizzazione dei dati, delle informazioni, delle tavole e dei grafici autorizzata soltanto con la citazione della fonte (editore e titolo). © IPL 2015 Per ulteriori informazioni: Istituto promozione lavoratori Palazzo Provinciale 12 Via Canonico Michael Gamper, 1 I – 39100 Bolzano T. +39 0471 418 830 office@afi-ipl.org www.afi-ipl.org
Prefazione Con questo secondo rapporto prose- è consapevole della necessità di ricerca- guiamo il progetto di ricerca dell’IPL re nuove soluzioni per garantire una più sullo stato sociale. Dal precedente rap- efficace tutela della famiglia. Laddove porto abbiamo ricavato che, all’interno le strutture politiche e sociali sembrano del vasto panorama del welfare, fossero muoversi lentamente, le strutture fami- proprio le politiche familiari quelle che liari sono oggi più che mai protagoniste necessitavano di un particolare spazio di molteplici trasformazioni. A livello d’attenzione. Innanzitutto ci siamo chie- scientifico ci si è finalmente resi conto sti quale potesse essere oggi la “fami- che la voce delle famiglie, come quella glia” a cui le politiche fanno riferimento, dei bambini, se ascoltata, può diventare prendendo atto dei grandi cambiamenti un valido strumento per realizzare delle endemici ed esogeni che l’hanno attra- policy efficienti ed efficaci (Colton, Ro- versata. Abbiamo quindi effettuato una berts, & Williams, 2002). ricognizione degli interventi e dei ser- vizi per le famiglie, al fine di individua- re tipologie o filoni innovativi e rilevare anche punti di forza e di debolezza del- le politiche attualmente in vigore. Tale analisi è stata poi collocata nel quadro di sfondo europeo. La riflessione europea
Abstract Questo rapporto di ricerca rappresenta Dopodiché abbiamo brevemente deli- il congedo obbligatorio di paternità e la seconda parte di un più vasto studio neato le politiche familiari in Italia, po- i congedi parentali riservati ai papà (i dell’IPL | Istituto promozione lavoratori litiche basate sulla “sussidiarietà allar- c.d. “daddy months”), confrontando la sul welfare state. In questo studio ci oc- gata” (laddove nella famiglia vengono situazione italiana coi paesi limitrofi del cupiamo di politiche familiari, conside- riposte aspettative di solidarietà, che ve- centro e sud Europa. Altro punto di con- rate non come mere politiche assisten- dono in primis le donne prendersi cura fronto internazionale sono stati gli asse- ziali (non sono cioè dirette solamente della casa, dei figli e dei genitori anziani gni familiari. a sanare situazioni di bisogno delle fa- o di persone disabili). miglie disagiate), ma al contrario come Nella seconda parte dello studio pro- politiche promozionali (del benessere Il welfare familiare italiano è impronta- poniamo invece un piccolo spaccato della famiglia e di tutti i suoi compo- to più al sostegno agli anziani (pensio- di “buone pratiche” attuate in altre nenti). nati) che non alle famiglie (con figli) e regioni italiane, consapevoli di dover la redistribuzione delle risorse va nel- “copiare” dai migliori, laddove come Nella prima parte di questo lavoro ab- la direzione delle pensioni, mentre la “buona pratica” intendiamo un’azione biamo tentato innanzitutto di definire quota di spesa sociale destinata alla fa- positiva, una metodologia di interven- cosa si intenda oggi per famiglia, poi- miglia è ancora esigua. to o una modalità di relazione capace ché parlare di famiglia significa aprire di produrre o favorire il miglioramen- scenari e molteplici realtà non sempre Tra gli strumenti di politica familia- to delle condizioni di vita delle fami- chiare e prevedibili dallo stato sociale. re a disposizione abbiamo esaminato glie. il sistema dei congedi, in particolare
Figura 1 Sei parole per un nuovo welfare amico della famiglia © IPL 2015 Welfare amico della famiglia Promozione Family Main- della paternità streaming Ricchezza Trasversalità educativa Alleanze locali Sussidiarietà per le famiglie Tra i molteplici ambiti in cui si possono giovani generazioni, nel futuro di que- ovvero la privazione della possibilità di esprimere le azioni e gli interventi per sto territorio e di questo paese, significa apprendere, sperimentare, sviluppare la famiglia abbiamo scelto tre ambiti vedere le politiche familiari come poli- liberamente capacità, talenti ed aspira- ampi ma specifici, stringendo il cam- tiche promozionali. zioni nei primi anni di vita; po attorno alla famiglia con figli in età pre-scolare. Il primo ambito sono le A conclusione di questo studio propo- 4 — incentivare le alleanze locali per la reti di relazioni e la diffusione di infor- niamo quindi sei parole chiave per in- famiglia; mazioni, il secondo la conciliazione fa- centivare un “welfare amico della fami- miglia- lavoro mentre il terzo le misure glia”, che miri a: 5 — appoggiare la sussidiarietà (inter- adottate nelle aziende family friendly. venti compiuti in modo da non sostituire 1 —adottare un’ottica family mainstrea- ma sostenere e potenziare le funzioni La spesa sociale (e con essa anche la ming (intese come politiche di sostegno proprie e autonome delle famiglie); spesa per la famiglia ovviamente) – oggi alle relazioni familiari); molto frammentaria, categoriale e a 6 — utilizzare una metodologia basata volte caotica – non va considerata solo 2 — promuovere una maggior parteci- sulla trasversalità delle politiche sociali una “spesa a perdere” (a fondo perdu- pazione dei padri all’educazione e alla (superando la separazione tra politiche to), bensì intesa quale investimento nel crescita dei loro figli; familiari ed altre politiche). domani: investire oggi significa evitare maggiori problematiche sociali doma- 3 — sviluppare la ricchezza educativa, ni, significa investire nel futuro delle combattendo la povertà educativa,
Indice Introduzione 8 1 La famiglia e le politiche familiari: tentativi di definizione 12 1.1 Cosa è la famiglia oggi? Tentativo di definizione 12 1.2 Le politiche familiari: tentativo di definizione 15 2 Le politiche familiari in Italia ed in Europa 18 2.1 Le politiche familiari in Italia 18 2.2 Le politiche familiari in alcuni paesi europei 19
2.2.1 Congedo obbligatorio di paternità 22 2.2.2 Congedi parentali (astensione facoltativa) 23 2.2.3 Congedi brevi o congedi lunghi? 25 Congedi individuali o condivisi tra i genitori? 2.3 Trasferimenti monetari alle famiglie (assegni al nucleo familiare) 29 2.4 I servizi per la prima infanzia 30 3 Politiche familiari italiane: alcune buone prassi regionali 36 3.1 Il decentramento: la competenza diventa locale 36 3.2 Alcune buone prassi regionali 37 3.2.1 Il “Trentino territorio amico della famiglia” 38 3.2.2 L’Emilia Romagna e la “scuola per genitori” 40 3.2.3 Pesaro e i tempi per la famiglia 40 3.2.4 Il Piemonte e la “missione possibile” dei papà 40 3.2.5 Milano e il nuovo modo di lavorare col “Piano C” 41 3.2.6 I voucher per la cura in val D’Aosta e in provincia di Arezzo 41 3.2.7 Il welfare aziendale in Lombardia 41 3.2.8 Il Family audit trentino e nazionale 41 3.3 Territorio che vai, welfare (familiare) che trovi 42 4 Sei parole per una nuova e migliore politica familiare 44 Bibliografia 50
Introduzione Questa ricerca rappresenta un tentativo di delineare almeno a grandi linee le direttive verso cui si muovono alcuni paesi europei e alcune regioni italiane rispetto alle poli- tiche per la famiglia. Abbiamo inoltre cercato delle buone pratiche in alcuni territori italiani (regioni o comuni), ovvero interventi, tentativi, o propositi di miglioramento delle poli- tiche per la famiglia, che riassumono i valori che una politica “sostenibile” dovrebbe pro muovere. L’invecchiamento della popolazione, Abbiamo inoltre cercato delle buo- legate tra loro da un filo comune: lo sta- l’urbanizzazione, l’aspettativa di vita, ne pratiche in alcuni territori italiani to sociale. La tematica del welfare state, la formazione e dissoluzione delle cop- (regioni o comuni), ovvero interventi, ampia e complessa, comprende al suo pie, possono essere considerati feno- tentativi, o propositi di miglioramento interno questioni che hanno richiesto meni “lenti”, ma avvenendo in un con- delle politiche per la famiglia, che rias- un’osservazione più attenta ed appro- testo di forte sviluppo tecnologico e sumono i valori che una politica “soste- fondita, che abbiamo suddiviso in al- continuo andamento migratorio, com- nibile” dovrebbe promuovere, ovvero trettanti rapporti di ricerca, consenten- portano rapidi cambiamenti di vita. Se conciliazione tra vita privata e lavorati- do così di affrontare la vasta tematica in oggi la famiglia si ritrova a cammina- va per entrambi i generi, aumento delle maniera più leggera ma anche precisa. re da sola, appare urgente velocizza- donne (madri o meno) sul mercato del Nel primo rapporto di ricerca abbiamo re e modellare l’andatura del sistema lavoro, stabilità economica e integrazio- cercato, osservando dall’alto per avere politico e sociale così che sia ancora ne sociale, benessere e cura dell’infan- un visione d’insieme, di dare un’identità possibile una cooperazione e un’inte- zia (soprattutto nei primi anni di vita), allo stato sociale, definendolo e soffer- grazione tra due forze che non immagi- incremento o stabilizzazione della nata- mandoci sulla sua storia e sui modelli niamo come contrapposte ma alleate. lità. Una ricerca delle buone pratiche o esistenti in Europa. Ne abbiamo colto le Indipendentemente dai risultati delle presunte tali è sempre molto complessa sfaccettature, adattandolo ai vari conte- politiche familiari, esse sono la testi- ed è difficile individuare il metodo che sti europei. L’analisi statistica sull’inci- monianza del riconoscimento colletti- consenta di farne emergere il più possi- denza economica del welfare in Italia e vo dello sforzo che la famiglia (qualsia- bile: non trattandosi per definizione di in altri Paesi europei ci ha permesso di si sia la sua composizione) compie per servizi standardizzati, il più delle volte fare una comparazione, guardando nel crescere e sostenere se stessa, all’inter- sfuggono alle normali prassi d’indagine. dettaglio quanto e dove si investe nella no di un panorama di responsabilità e Spesso operatori dello stesso territorio promozione e nel sostegno ai cittadini. impegni. Il presente focus è orientato e del medesimo ambito non sono a co- Questo primo sguardo d’insieme, ci ha in particolare su tre aree, che contem- noscenza di interventi che affrontano il portato a trarre interessanti conclusioni plano la famiglia con figli, ovvero i problema da un altro punto di vista. e a comprendere le urgenze di rinnova- congedi maternità e paternità, gli asse- mento connesse al sistema sociale. gni al nucleo familiare ed i servizi per L’IPL | Istituto promozione lavorato- la prima infanzia. ri nel corso del 2014 ha predisposto un In questo secondo rapporto di ricer- vasto studio articolato in tre parti, col- ca abbiamo aperto la nostra visuale 8
Figura 2 La parti del progetto dell’IPL sul welfare state © IPL 2015 Parte 1 Modelli di Welfare state in Europa Parte 2 Le politiche della famiglia in un Parte 3 confronto Spesa sociale europeo in Alto Adige vista dai lavoratori dipendenti 9
sull’Europa, sull’Italia e su alcune re- concretizzato in azioni e interventi tale gioni italiane, concentrandoci in par- responsabilità (attraverso alcune buo- ticolare sul tema delle politiche fami- ne pratiche a livello di territori locali), liari, consapevoli della mancanza di un soprattutto nei confronti della famiglia. corpus legislativo chiaro e definito a cui fare riferimento. Abbiamo ritenuto co- Nel terzo rapporto di ricerca focalizze- munque doveroso approfondire questo remo, invece, sulla realtà locale, ana- tema, proprio per le imperfezioni che lo lizzando quanto si spende nel sociale caratterizzano, nonché per il riconosci- in Alto Adige e come si realizzano le mento del valore sociale e umano della politiche sociali. L’attenzione al cittadi- famiglia, nonostante essa sia cambiata no come si esplica a livello normativo e nelle sue forme ed espressioni. In Eu- quali interventi rispecchiano tale pre- ropa riscontriamo diversi modelli di po- mura? Vedremo nel dettaglio cosa viene litiche per la famiglia; in alcuni Stati la previsto e attuato nella Provincia Auto- sua promozione e protezione si realizza noma di Bolzano. attraverso il sostegno al singolo indivi- duo, rispecchiandosi di conseguenza sul nucleo familiare a cui appartiene. In Italia essa ha da sempre rivestito un ruolo determinante di protezione e so- stegno nei confronti dei propri mem- bri, appare un po’ assente invece la pre- senza dello Stato, manifestatosi negli anni attraverso politiche frammentate e poco efficaci. Con il decentramento, alle regioni e alle province è stata con- segnata una responsabilità maggiore nei confronti dei propri cittadini, e ve- dremo come alcune regioni abbiano 10
Festival Trentino della Famiglia, 2013: La famiglia è una risorsa vitale non solo per i propri componenti ma per l’intera colletti- vità. Un nuovo corso di politiche familiari che esaltino le potenzialità del lavoro sinergico tra Governo centrale e locale è possibile su- perando il tradizionale ambito di azione delle politiche familiari legate alle sole politiche sociali per realizzare beni relazionali, affettivi, sociali ed economici a vantaggio di tutta la società. L’integrazione delle politiche pubblico-pub- blico e delle azioni pubblico-privato diventa dunque una risorsa strategica su cui puntare per mettere in campo nuove progettualità e nuovi servizi all’interno di una rete territoriale fortemente orientata alla crescita sociale e allo sviluppo anche economico del territorio. In questo momento di difficoltà economica è importante sostenere i percorsi di vita dei singoli cittadini e delle famiglie. 11
1 La famiglia e le politiche familiari: tentativi di definizione In Europa riscontriamo diversi modelli di politiche per la famiglia; in alcuni Stati la sua promozione e protezione si realizza attraverso il sostegno al singolo individuo, rispecchiandosi di conseguenza sul nucleo familiare a cui appartiene. In Italia essa ha da sempre rivestito un ruolo determinante di protezione e sostegno nei confronti dei propri membri, appare un po’ assente invece la presenza dello Stato, manifestatosi negli anni attraverso politiche frammentate e poco efficaci. 1.1 mento al tema della responsabilità, sia scindibile di corollari, che potremmo Cosa è la famiglia oggi? Tentativo di quella finanziaria (di mantenimento, le definire i diritti di cui la famiglia, pro- definizione cui politiche sono contenute nelle poli- prio per questa sua fondamentale fun- tiche sociali di sostegno al reddito) che zione, deve godere. Lo stesso concetto Prima di affrontare e verificare lo stato quella di cura (contenute nei servizi so- è ribadito anche nel fondamentale vo- attuale delle politiche per la famiglia1, ci ciali e sanitari). lume Il Famigliare, di Eugenia Scabini sembra corretto fermarci ad osservare e Vittorio Cigoli,3 che sintetizza vent’an- da vicino proprio la famiglia: prenden- Nella definizione degli interventi, non ni di lavoro del Centro Studi e Ricerche do atto della sua evoluzione sia cultura- sempre appare chiara e distinta la distri- sulla Famiglia dell’Università Cattolica le che sociale. Parlare oggi di “famiglia” buzione delle responsabilità all’inter- di Milano: significa aprire scenari e molteplici no della famiglia. Il genere femminile, realtà non sempre chiare e prevedibi- infatti, si trova maggiormente caricato La famiglia in quanto forma sociale li dello stato sociale. Le misure di pre- rispetto al maschile, dando implicita- primaria di rapporto tra i sessi e le ge- videnza, assistenza e distribuzione di mente per scontato che sia la donna ad nerazioni svolge una funzione cultura- reddito intervengono nelle relazioni e occuparsi dei figli e ad oggi anche degli le e sociale originaria: essa incarna ed nei compiti insiti nella famiglia, talvol- anziani (a seguito dell’invecchiamen- esprime infatti una struttura relazio- ta guidandone la regolazione e la com- to della popolazione). Identificare una nale (simbolica) che consente agli in- posizione, determinando oltre ad inter- politica familiare che includa tutti que- dividui di rappresentarsi e affrontare venti anche “interferenze” tra la sfera sti aspetti non è semplice, dato l’ampio l’esterno, il nuovo, l’estraneo (il non fa- pubblica e la sfera privata2.Di fronte alle spettro di misure legislative, sussidi mo- miliare). Familiare e non familiare co- urgenze attuali è grande il rischio di in- netari e servizi destinati alle famiglie, stituiscono una fondamentale categoria terventi sbagliati, frutto di una visione sia in maniera diretta che indiretta. mentale. errata o quantomeno inadeguata della famiglia, in particolare laddove si conti- La famiglia è un nucleo composto da In un gruppo familiare si trasmettono i nua a seguire il concetto politica sociale persone unite da parentela o relazioni valori della società in cui si vive e per- “assistenzialistica”. Quando parliamo di che siano sanguigne o affettive. Essa è tanto riflette il sistema sociale di una politiche per la famiglia dobbiamo par- universalmente definita come la cellula determinata epoca e società. Nella so- lare di sostengo per i bambini, gli anzia- fondamentale della società. Tale dichia- cietà occidentale la famiglia è cambia- ni, i disabili ecc. con particolare riferi- razione porta con sé una serie impre- ta e sta cambiando, e al giorno d’oggi 12
1/4 La famiglia e le politiche familiari: tentativi di definizione Art 16, 1° e 3° comma, Dichiarazione 1 Universale dei Diritti dell’Uomo: Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fonda- re una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, du- rante il matrimonio e all’atto del suo scio- glimento. La famiglia è il nucleo presenta diverse forme, allontanandosi cambiata, i cicli della vita e il ruolo dei dalla “famiglia classica” che si era svi- genitori hanno subito variazioni. naturale e fonda- luppata durante il XIX e XX secolo. I mentale della società cambiamenti del mondo del lavoro e la mercificazione della vita quotidiana, i Rimane il fatto che la famiglia orga- nizza relazioni, non limitandosi a rela- e ha diritto ad essere cambiamenti legali e sociali sulle diver- sità sessuali, hanno modificato e diver- zioni generiche, ma relazioni primarie che connettono e legano le differenze protetta dalla società sificato il concetto di famiglia dal punto cruciali della natura umana, la diffe- di vista formale. Queste modifiche nel- renza di genere e la differenza di ge- e dallo Stato.” la nostra società hanno portato ad un nerazione. Esse danno luogo a un bene graduale estensione di ciò che, da un relazionale essenziale per la comunità punto di vista sociologico, può essere umana. La complessità dei tempi che considerato famiglia. Possiamo allora stiamo vivendo rende certamente più individuare diverse tipologie di famiglia complesso anche il “fare famiglia”, ma (Figura 3). ancora più essenziale e affascinante 1: Per “politiche per la famiglia” si intende il complesso la sfida di affrontare la sua persisten- di specifici provvedimenti economici, previdenziali, normativi, ecc. riguardanti direttamente la famiglia. Tali Ogni famiglia, ha la sua particolarità se- za. La crisi che ha attraversato tutti gli provvedimenti vanno ben oltre questa limitata sfera, gnata per la sua storia, le sue relazioni, ambiti della società contemporanea ci che può essere definita “dimensione familiare dell’insieme delle politiche sociali messe in atto in una società.” Per i suoi valori intergenerazionali, le sue permette di cogliere, oltre alle conse- questo gli studiosi distinguono tra “politica familiare situazioni presenti e le caratteristiche guenze dirette e indirette della stessa esplicita” e “politica familiare implicita”, mettendo in luce l’importanza di non limitarsi a prendere in considerazione dei suoi membri; oltre al contesto socia- sulle famiglie, anche la forza che carat- le misure esplicitamente riguardanti la famiglia, bensì di saperle osservare e valutare nel contesto più ampio delle le e culturale nel quale vive. Se, infatti, terizza la famiglia, meglio espressa nel ricadute che tutti i provvedimenti sociali, amministrativi, la famiglia resta la principale agenzia di termine “resilienza”4. legislativi, ecc. hanno nei confronti della famiglia. 2: Saraceno C., Naldini M. (2013) Sociologia della famiglia, socializzazione primaria, essa può es- il Mulino. sere considerata anche a seconda della 3: E. Scabini, V. Cigoli, Il famigliare. Legami, simboli e transi- zioni, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2000. sua struttura interna rispetto al nume- 4: L’origine del termine “resilienza” proviene dalla metallur- ro e alle caratteristiche dei componenti. gia e sta ad indicare la capacità di un metallo di resistere alle forze che vi vengono applicate. Così, traslando Inoltre: le funzioni della famiglia sono tale concetto in ambito psicologico possiamo definire la cambiate, la composizione familiare è resilienza come la capacità di far fronte ad eventi critici e traumatici, riorganizzando la propria vita e adattandola alle difficoltà. “E’ la sua natura relazionale che rende forte e flessibile la famiglia, è la connessione di due legami essenziali, quello di coppia e quello generazionale che esplica un capacità tipica del familiare”, cit. Dossier pubblicato on line: http://www.dossiertematicicrl.net/, dicembre2010. 13
Figura 3 Le tipologie familiari © IPL 2015 Incompleta o Nucleare monoparentale Multipla Senza struttura Estesa 1 — Nucleare famiglia formata da una sola unità coniugale, sia questa completa (marito, moglie con o senza figli) 2 — Incompleta o monoparentale famiglia composta ad esempio da madre vedova o divorziata con figli 3 — Senza struttura famiglia priva di un’unità coniu- gale, formata da persone con altri rapporti di parentela (ad es. fratelli non sposati) 4 — Estesa famiglia con una solo unità coniuga- le e uno o più parenti conviventi 5 — Multipla famiglia con due o più unità coniugali 5: Bertram H.(1997), Familien leben. Neue Wege zur flexiblen Gestaltung von Lebenszeit, Arbeitszeit und Familienzeit, Bertelsmann,Gutersloh. 6: Kaufmann F. (1995) Zukunft der Familie in vereinten 14 Deutschland, Beck.
1/4 La famiglia e le politiche familiari: tentativi di definizione Art. 29 Costituzione italiana: 1 La Repubblica rico- nosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il ma trimonio è ordinato sull’eguaglianza mo- rale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare. 1.2. ne.6 Nella discussione politico familiare Le politiche familiari: tentativo e sociale, i bambini rivestono un ruolo di definizione di secondo ordine. Si tende a trascurare il ruolo dei bambini come soggetti auto- Le politiche familiari rientrano nell’al- nomi all’interno della famiglia, il cui di- veo delle politiche sociali, ma vanno ritto individuale può entrare in conflitto considerate non come mere politiche con le aspettative e gli interessi del pa- assistenziali (non sono cioè dirette so- dre e della madre. lamente a sanare situazioni di bisogno delle famiglie disagiate), al contrario Inoltre la politica per la famiglia spesso come politiche promozionali, cioè aven- non è in grado di rappresentare la di- ti l’obiettivo di promuovere il benessere namica e le modificazioni dei rapporti della famiglia e di tutti i suoi componen- familiari nel corso della vita. Normati- ti. Una politica per la famiglia è prima ve giuridico economiche legate alla fa- di tutto un compito statale volto alla tu- miglia sono in grado di reagire in modo tela e all’incentivazione delle famiglie, limitato ai cambiamenti che avvengono “è l’azione cosciente, sistematicamen- nel corso della vita dei membri della te ordinata e mirata dei detentori delle famiglia. Ad esempio, i contributi alle responsabilità pubbliche sulla struttu- istituzioni del matrimonio e della fami- ra e sulla funzione delle unioni di vita glia, escludono una parte di “famiglie” familiare.”5 Gli obiettivi delle politiche ad esempio mono-genitoriali e non spo- dovrebbero essere finalizzati a rendere sate. Lo svantaggio economico di que- possibile ciò che dal punto di vista cul- sti bambini rispetto a i figli di coppie turale e giuridico ci si attende da essa. sposate, contraddice il principio dell’e- Kaufmann rileva giustamente come una quità orizzontale (secondo cui bisogna politica della famiglia, oltre al raffor- assicurare a chi genera particolari beni zamento individuale della stessa, per- in favore della società non sia danneg- segua anche obiettivi politico sociali e giato rispetto a chi invece non lo fa), politico demografici e di emancipazio- dato che in questo caso i sostegni sono 15
considerati diversi rispetto a quelli di società moderne di supportare e pro- una coppia sposata. Kaufmann suggerì muovere la famiglia non solo attraverso di parlare di politica per i membri della politiche abilitanti (ovvero misure eco- famiglia perché attraverso le discipline nomiche) e politiche sostitutive9 (ovvero e gli interventi lo Stato tenta di discipli- attraverso i servizi per le famiglie), ma nare i rapporti interni alla famiglia, in anche attraverso le cosiddette politiche nome di una finalità sovraordinata di immateriali. tipo politico sociale. L’obiettivo generale delle politiche per la famiglia deve essere quello di sostenere la famiglia nelle sue riconosciute funzio- ni sociali. Le finalità della legislazione devono essere in primo luogo quelle di promuovere la famiglia come un valore e un bene di interesse pubblico.7 Nel rapporto tra famiglia e servizi, si tratta di favorire il coinvolgimento del- la famiglia nei servizi sociali e sanitari orientati alla persona (anziani, disabili, malati, ecc.), sia per mantenere le per- sone nel contesto familiare laddove è appropriato, sia per dare alla famiglia maggiori controlli e garanzie nei con- fronti dei servizi pubblici. Per i casi di povertà, bisogno estremo, situazioni di fragilizzazione dovute alla presen- za di membri deboli o particolarmen- te problematici (handicappati, anziani non-autosufficienti, ecc.), può essere opportuno intervenire con aiuti econo- mici diretti, gestiti con fondi appositi, in base a criteri ben definiti. Un setto- re a cui rivolgere particolare attenzione è quello delle forme associative a base familiare. Si tratta di promuovere la ca- pacità auto-organizzativa delle famiglie per venire incontro ai bisogni sociali in senso lato, nel quadro di uno Stato so- ciale pluralistico e democratico. In con- creto si dovrebbe valorizzare il volon- tariato a base familiare, incentivando con agevolazioni e sostegni le forme di associazionismo e solidarietà tra fami- glie, specie quelle che condividono uno stesso problema sociale. Le politiche familiari dispongono quin- di di vari strumenti d’intervento che possiamo suddividere in tre categorie 7: Ciò si ottiene assicurando quanto previsto dalla Costi- fondamentali (Figura 4).8 tuzione in materia di diritto alla salute (art. 32), all’edu- cazione (art. 34), alla sicurezza sociale (art. 38), nonché evitando che le politiche sociali più generali possano La vera sfida che coinvolge oggi le poli- condurre a effetti negativi o perversi sulla famiglia, con particolare attenzione alla formazione della famiglia, indi- tiche familiari consiste nell’abilità delle viduando e concretizzando precisi sostegni, di carattere sia finanziario che educativo, alle coppie giovani. 8: Dumon, “Politiche della famiglia e della popolazione in Europa oggi”, in: Donati P., Matteini M. (a cura di), Quale politica per quale famiglia in Europa. Ripartire dalle comu- nità locali, (1991) F. Angeli, Milano, pp. 47–64. 9: Politiche sostitutive: più che di sostituzione, ora si pre- ferisce parlare di sussidiarietà cioè di un intervento che rispetta l’autonomia e le risorse del soggetto, e che viene 16 posto in essere solo quando ce n’è l’effettiva necessità.
1/4 La famiglia e le politiche familiari: tentativi di definizione Figura 4 1 Strumenti delle politiche per la famiglia © IPL 20159 Politiche abilitanti Politiche sostitutive Politiche immateriali 1 — Politiche abilitanti misure economiche atte ad assicu- rare il sostegno del reddito fami- liare. Comprendono trasferimenti monetari, politiche fiscali, nonchè parti rilevanti delle politiche dell’impiego 2 — Politiche sostitutive provvedimenti attraverso i quali parte delle funzioni familiari sono svolte da servizi ed istituzioni non familiari (ad es. asili nido o ricoveri per anziani) 3 — Politiche immateriali servizi destinati alla formazione, promozione e sviluppo della vita familiare (ad es. consultori e servizi educativi, forme associative familiari ecc) 17
2 Le politiche familiari in Italia ed in Europa In Italia la politica familiare è basata su un modello di sussidiarietà allargata, ovvero nella famiglia vengono riposte aspettative di solidarietà, che vedono in primis le donne prendersi cura della casa e dei figli (nonché di eventuali genitori anziani o persone diversamente abili), nonché dei lavori domestici. La situazione italiana è peraltro tipica dei paesi mediterranei, che spendono poco sia per i trasferimenti monetari che per i servizi di cura, considerando tali spese come un costo e non come un investimento nel futuro del paese. 2.1 della famiglia. Spesso in Italia questa in- tre i soli asili nido) oppure puntando su Le politiche familiari in Italia tegrazione non si è realizzata, e rispetto trasferimenti monetari diretti (p.es. con alle politiche sulla famiglia l’Italia è in gli assegni familiari), nonché attraver- L’Italia, contrariamente ad altri paesi grande ritardo. so il sistema dei congedi, ovvero degli europei, non ha sviluppato un “quadro assegni di cura e rogati ai genitori che organico e di medio termine di politiche Se analizziamo le più recenti politiche rinunciano temporaneamente al lavoro specificatamente rivolte alla famiglia, familiari con uno sguardo attento an- (o lavorano part-time) per dedicarsi alla cioè aventi la famiglia come destina- che agli strumenti utilizzati, si possono cura dei figli (ma possono anche essere tario e come soggetto degli interventi. evidenziare nodi critici e punti di forza di anziani, disabili ecc.). Hanno largamente prevalso interventi delle politiche familiari. Uno dei punti frammentati e di breve periodo, di cor- di forza è di natura fiscale (detrazioni In Italia la politica familiare è basata su to raggio, volti a risolvere alcuni speci- Irpef per coniuge, figli e altri familia- un modello di sussidiarietà allargata, fici problemi delle famiglie senza una ri a carico, deduzioni di alcune “spese ovvero nella famiglia vengono riposte considerazione complessiva del ruolo familiari” dal reddito imponibile), fat- aspettative di solidarietà, che vedono che esse svolgono nella nostra società, to salvo il problema dell’incapienza e in primis le donne prendersi cura della oppure si sono avuti interventi che solo dell’inesistenza del credito di imposta casa e dei figli (nonché di eventuali ge- indirettamente e talvolta senza una pie- (che esiste in un unico caso), che fa “sci- nitori anziani o persone diversamente na consapevolezza hanno avuto (anche) volare” tale punto di forza al limite del- abili), nonché dei lavori domestici. Il la famiglia come destinatario” (Donati la debolezza. Il sistema delle detrazioni welfare state per la famiglia in Italia è 2012a). fiscali lascia – infatti – fuori le famiglie improntato ad un modello che sostiene più povere, il che non è certo un pregio più gli anziani (pensionati) che le fami- Le politiche sociali, per poter essere de- del sistema. Oltre che sulla leva fiscale glie (con figli); la redistribuzione delle finite familiari, devono essere esplicite, (sistema di deduzioni dal reddito o de- risorse italiana va appunto nella direzio- cioè essere chiaramente indirizzate alla trazioni dalle imposte, o con un diverso ne delle pensioni, mentre la quota desti- promozione della famiglia, devono es- calcolo dell’imposta su base familiare nata alla famiglia è ancora esigua. La sere coerenti, contenere cioè una serie come avviene in Francia col “quoziente situazione italiana è peraltro tipica dei di norme integrate, devono infine esse- familiare”), lo Stato può attuare politi- paesi mediterranei, che spendono poco re legittimate attraverso un’istituzione che familiari investendo nei servizi per sia per i trasferimenti monetari che per che si faccia carico della promozione la famiglia (dove i servizi vanno ben ol- i servizi di cura, considerando tali spese 18
2/4 Le politiche familiari in Italia ed in Europa Prof. Pierpaolo Donati: 2 Occorre passare da politiche indirette e implicite a politiche dirette ed esplicite per favorire non solo le tutele giuridiche dei soggetti della vita familiare, ma anche la promozione della famiglia come sog- getto sociale di pri- mario interesse pub- blico per la rilevanza delle funzioni so- ciali che essa svolge, come un costo e non come un investi- mento nel futuro del paese. In Italia le attraverso le aree sopracitate, come si strutturano le politiche familiari in al- in particolare ai fini politiche pubbliche per le famiglie sono cuni Stati europei. Come abbiamo visto state caratterizzate da interventi mi- nella prima parte di questo studio11 in della umanizzazione nimali; i governi che si sono succeduti Europa esistono svariati modelli di po- negli ultimi trent’anni – sostiene Donati litiche pubbliche di sostegno alla fa- delle persone e della (2010) – sono intervenuti a favore della miglia, assai diversificati per tipologia, coesione sociale. famiglia solo in casi di rischi di pover- tà, di estremo bisogno, di patenti disagi ammontare e composizione della spe- sa, nonché per gli obiettivi di sostegno e malfunzionamento e la spesa sociale è e di redistribuzione. In Europa si pun- stata indirizzata alle famiglie con reddi- ta, ormai, proprio un mix di diverse ti bassi e nelle fasce di povertà, con in- misure, per rispondere adeguatamente terventi a carattere assistenzialistico, ex alle esigenze di una società che cambia post e di continua emergenza. rispetto ai modelli di organizzazione del lavoro e della famiglia. Vediamo ora quali politiche vengono seguite nei pae- 2.2 si europei, dividendoli per aree. Le politiche familiari in alcuni paesi europei Venute meno le condizioni economiche su cui poggiava lo stato sociale, l’Europa In Europa – sostiene Donati – sono evi- è stata costretta a ridefinire e ricalibrare denti le difficoltà di trovare un consen- le misure di protezione sociale. Sempre so sulla progettazione e implementazio- più grande è diventata l’esigenza di con- ne di vere e proprie politiche familiari a ciliare la dimensione lavorativa a quella livello europeo; ogni Stato membro va familiare e i singoli Stati hanno promos- 10: Sempre Donati: “È evidente che l’UE stenta a formulare una politica familiare esplicita e diretta. Essa si limita a per conto proprio, e quindi è inevitabi- so tale bisogno in modalità differenti. Il trattare le problematiche familiari da altre angolature. Le le che l’Unione Europea appaia debole, sostegno alla famiglia inserita nel mon- preoccupazioni fondamentali sembrano essere: (i) il declino demografico (bassa natalità/fecondità) e i e sostanzialmente neutrale, su queste do del lavoro si esprime soprattutto at- correlati problemi di riproduzione della popolazione e di tematiche10. Osserviamo ora da vicino, traverso tre canali: i congedi parentali, solidarietà fra le generazioni; (ii) il ruolo della donna dal punto di vista della sua parte- cipazione al mercato del lavoro e a tutte le opportunità sociali su basi di parità (gender mainstreaming); (iii) la mancata inclusione sociale degli individui a causa di pesanti carichi familiari.”, Donati (2010). 11: Vedasi, Vattai S. e Vogliotti S. (2014), Welfare state. Parte 1: Modelli di Welfare state in Europa, IPL. 19
Figura 5 In Italia la politica Le politiche per le famiglie: strumenti a disposizione familiare è basata dello stato sociale su un modello di © IPL 2015 sussidiarietà allar- gata, ovvero nella Dirette o Trasferimenti in famiglia vengono indirette denaro o servizi riposte aspettative di solidarietà, che vedono in primis le donne prendersi Congedi parentali Servizi per le famiglie (Asili nido, case di riposo, centri genitori- cura della casa e Congedi paterni bimbi ecc.) dei figli (nonché di Assegni per i figli /persone a carico Politica fiscale per le famiglie (Detrazioni e deduzioni fiscali) eventuali genitori anziani o persone diversamente abili), gli assegni al nucleo familiare e i servizi figli. Gli effetti negativi si scontano nel nonché dei lavori per la prima infanzia. L’adozione di stra- futuro, con tassi di invecchiamento del- tegie non si può riferire a interi sistemi la popolazione molto elevati, squilibrio domestici. sociali, ma a singole disposizioni speci- netto tra attivi e non attivi, insostenibi- fiche. Anche un provvedimento specifi- lità del sistema pensionistico, aumento co non può essere trasferito così com’è della pressione fiscale per la popolazio- da uno Stato ad un altro. La modalità ne attiva. in cui tali interventi sono stati struttu- rati impatta anche sull’uguaglianza di Analizzando ora i vari strumenti di po- genere, interna alla sfera domestica. I litica familiare partiamo proprio dai mutamenti in atto e quelli intervenuti congedi, laddove per “congedo di ma- nella redistribuzione proprio dei carichi ternità” intendiamo l’astensione ob- familiari, oltre ad aver investito le don- bligatoria dal lavoro della lavoratrice ne di un ruolo partecipativo nell’ambito madre, e per “congedo di paternità” lavorativo ha portato al diffondersi di l’astensione dal lavoro del lavoratore quella che è stata chiamata paternità re- padre, fruito in alternativa al congedo sponsabile. di maternità (in caso di morte o grave infermità della madre o di abbandono, Per sostenere l’economia, occorre au- nonché in caso di affidamento esclusi- mentare il livello di partecipazione al vo del bambino) oppure come diritto mercato del lavoro (soprattutto delle autonomo del padre. donne), ma allo stesso tempo uscire dalla depressione demografica. Il pro- I congedi di maternità furono introdotti blema è dato dal fatto che occupazio- intorno ai primi del ‘900, unitamente ad ne femminile e fecondità non crescono un’indennità di maternità (ossia la retri- insieme automaticamente. Si può in- buzione per compensare una perdita di nescare una spirale al ribasso caratte- salario). Negli anni ’70 i congedi di ma- rizzata dal posponimento delle nascite ternità subirono variazioni e migliora- e diminuzione del numero medio dei menti, con la previsione di un “congedo 20
2/4 Le politiche familiari in Italia ed in Europa Figura 6 2 Politiche familiari in sintesi Fonte: Saraceno 2013 © IPL 2015 Paese/zona Politiche familiari: Sotto-politiche familiari Strumenti esplicite o implicite? Paesi francofoni Esplicita politica sociale destinata — Politica demografica — Trasferimenti monetari alle famiglie — Sostegno economico al costo — Servizi per l’infanzia dei figli — Parità fra i sessi Paesi scandinavi Politiche familiari non esplicite — Politiche per l’eguaglianza — Servizi pubblici di genere — Politiche di conciliazione — Diritti di cittadinanza universali — Politiche di conciliazione famiglia- lavoro Paesi germanofoni Politiche familiari non esplicite: — Aumento delle donne attive sul — Trattamenti fiscali l’intervento dello stato è sussidiario mercato del lavoro — Servizi per l’infanzia a quello che spetta alle famiglie e alla società civile Paesi anglosassoni Politiche familiari di stampo libe- — La famiglia è una sfera privata — Reddito minimo garantito rale: non intervento sulle questioni ed i destinatari di politiche per i genitori con figli familiari familiari, come di quelle sociali, sono i bisognosi Paesi del Sud Europa Non vi sono politiche esplicite ma — Modello della sussidiarietà dello — Sgravi fiscali interventi frammentati e in alcuni stato e forte ruolo della solidarietà — Servizi per l’infanzia nemmeno un sistema universale di familiare e parentale (in aumento) servizi familiari (scarsa presenza di servizi pubblici e scarse politiche di conciliazione famiglia-lavoro) 21
Figura 7 Spesa pro-capite per la famiglia nei paesi 2.500 europei (a parità di potere 2.250 d’acquisto PPS) in € – 2012 2.000 1.750 Fonte: Dati Eurostat © IPL 2015 1.500 1.250 1.000 Quanto si spende per la 568 famiglia in Europa? 750 355 Se confrontiamo quanto spen- 500 dono i paesi europei in 250 rapporto al PIL per la famiglia otteniamo dati molto etero- 0 genei. L’indicatore utilizzato Polonia Lettonia Romania Bulgaria Portogallo Reppublica Ceca Croazia Lituania Malta Spagna Grecia Estonia Olanda Italia Slovacchia Cipro Slovenia Ungheria Regno Unito EU (28 Paesi) Belgio Francia Islanda Austria Finlandia Svezia Irlanda Germania Danimarca Norvegia Lussemburgo è la spesa pro-capite cal colata a parità di potere d’acquisto (PPS) per poter confrontare i paesi con diverso livello dei prezzi. parentale” (inteso come periodo succes- va diffusione di questo congedo nelle sivo al congedo di maternità di astensio- legislazioni nazionali e nelle pratiche ne facoltativa dal lavoro), spettante ad aziendali. Il congedo obbligatorio di entrambi i genitori in forma di diritto paternità è formalmente una misura individuale, familiare o misto.12 Negli gender blinded in quanto non esplici- anni ‘90 i congedi parentali hanno avuto tamente orientata a favorire la lavora- grande diffusione in molti paesi europei trice madre, ma piuttosto sviluppare il sulla spinta delle direttive comunitarie.13 diritto/dovere alla genitorialità. La fi- In ambito istituzionale è tuttora in cor- nalità sottesa all’istituto, infatti, postu- so un ampio dibattito: il Parlamento eu- la l’abbandono della logica secondo la ropeo ha previsto l’estensione nei paesi quale la cura della prole debba essere dell’Unione del congedo di maternità a esclusivamente femminile e l’avvicina- 20 settimane totalmente retribuite e un mento al concetto di sostanziale parità congedo di paternità di due settimane. 14 di responsabilità e di poteri all’interno della famiglia. Un mutamento culturale importante è – infatti – quello che cerca 2.2.1 di allargare il coinvolgimento dei padri Congedo obbligatorio di paternità nella cura della famiglia e dei figli, par- tendo dal presupposto che la maternità Una risoluzione non vincolante del Par- e la paternità devono essere viste e va- lamento Europeo del 20 ottobre 2010 lutate come parte integrante dei diritti ha quantificato la durata del congedo di cittadinanza sociale delle persone. obbligatorio per i padri in almeno 2 È chiaro che, affinché i congedi di pa- settimane obbligatorie e pienamente ternità obbligatori possano avere una retribuite. Ogni stato dell’Unione eu- qualche efficacia e valenza e possano ropea ha sviluppato nel tempo un pro- quindi porsi come validi strumenti di prio modello di congedi, ma ancora un cambiamento culturale, tali norme non ci sono standard europei in meri- devono essere inserite in un quadro di to, anche se si registra una progressi- riferimento nel quale tutti i diritti del 22
2/4 Le politiche familiari in Italia ed in Europa lavoratore, dalla tutela del posto di lavo- quota di retribuzione durante il conge- 2 Un mutamento cul ro a quella dei diritti previdenziali, ven- do. I paesi scandinavi vantano una lun- gano salvaguardati. ga tradizione di congedi parentali che turale importante risale addirittura ai primi anni Settan- è quello che cerca In Italia è solo dal 2013 che esiste un congedo obbligatorio di paternità, in- ta, allorquando hanno trasformato il congedo di maternità in un sistema di di allargare il coin- trodotto dalla c.d. “Riforma del lavoro Fornero”15, che prevede l’obbligo dei congedi per madri e padri volto esplici- tamente al maggior coinvolgimento dei volgimento dei padri padri di astenersi dal lavoro per un padri nei lavori di cura, di educazione giorno (!), senza variazioni di stipendio, e nei lavori domestici. In alcuni paesi, nella cura della con ulteriori due giorni di congedo in anche se a fasi alterne, sono stati pre- alternativa alla madre (quindi sottraen- visti dei mesi “use it or lose it”, ovvero famiglia e dei figli, dolo al suo congedo obbligatorio), entro dei periodi di congedo parentale che cinque mesi dalla nascita del bambino. andavano persi nel momento in cui partendo dal pre- Nell’ordinamento italiano il congedo uno dei due genitori non ne usufruiva. supposto che la ma- obbligatorio di paternità risulta quindi una misura di natura simbolica, previ- Si trattava quindi di periodi non trasfe- ribili all’altro genitore, che il bambino ternità e la paternità sta peraltro in via sperimentale per gli anni 2013–201516. Certo che il giorno di semplicemente “perdeva” come diritto soggettivo ad avere un genitore che si devono essere viste astensione obbligatoria per i neo-papà occupava di lui. Il concetto era quello italiani è nulla rispetto ai 54 giorni dei di un diritto individuale non del geni- e valutate come padri finlandesi, ai 30 giorni degli sve- tore al congedo, ma del bambino alla desi, alle 2 settimane dei norvegesi, cura parentale. parte integrante dei mentre sa molto di “brindisi con ami- diritti di cittadinan- ci e parenti” che non di condivisione del lavoro di cura. Sorprendentemente I congedi parentali sono stati introdot- ti in quasi tutti gli altri paesi europei a za sociale delle per- il paese dove il congedo di paternità è maggiore è la Slovenia, che garantisce partire dagli anni Novanta sotto la spin- ta di una direttiva comunitaria17, intesa sone. ben 90 giorni di congedo di paternità, a porre in atto prescrizioni minime sul di cui 15 giorni da prendere entro i 6 congedo parentale e sull’assenza dal la- mesi di vita e i restanti entro i 3 anni del voro per cause di forza maggiore. Obiet- bambino. tivo della direttiva era conciliare la vita professionale e quella familiare e pro- muovere la parità di opportunità e di 2.2.2. trattamento tra gli uomini e le donne.18 Congedi parentali (astensione facoltativa) Allo stato attuale le tipologie dei conge- di sono le più diverse in Europa, e non Il congedo parentale (o astensione fa- hanno una stretta correlazione col mo- coltativa) è da intendersi come la possi- dello di stato sociale adottato da quel bilità da parte di entrambi i genitori di paese19. In alcuni Stati, tra cui Francia astenersi dal lavoro, ma in realtà sono e Spagna, il congedo è inteso come “di- ancora pochi i padri (italiani ma anche ritto familiare” e viene riconosciuta ai in tanti altri paesi europei) che utilizza- genitori la libertà di scegliere chi usu- no i congedi parentali, ovvero godono fruirà di tale diritto (congedo familiare). di una astensione facoltativa dal lavoro In Belgio, Olanda, Gran Bretagna ed in per prendersi cura dei figli. Il modello Grecia il congedo invece è personale e culturale ed il ruolo richiesto agli uomi- non trasferibile tra i genitori (congedo ni dalla nostra società contribuiscono a individuale). In altri paesi, come Italia, 12: Saraceno C.(2013) Sociologia della famiglia, Il Mulino 13: In base alla direttiva Eu(92/85) le madri lavoratrici scoraggiare molti padri dall’utilizzare i Portogallo e Germania, il congedo è ri- hanno diritto ad almeno 14 settimane di congedo di maternità obbligatorio; con la direttiva Eu(96/34) si congedi per la cura dei figli, gravando servato in parte alla madre e in parte al stabilisce che i genitori hanno diritto ad almeno 3 mesi così l’impegno di cura maggiormente padre (congedo misto) e viene perso se di congedo facoltativo non retribuito. 14: Il provvedimento è in attesa della reazione del Consiglio sulle donne. Le modalità e i tempi di non usufruito dal genitore cui è destina- prima di passare alla seconda lettura. astensione dal lavoro variano a secon- to. Un altro strumento per incentivare 15: Approvata dal Governo italiano il 23 marzo 2012. 16: Articolo 4 comma 24 della Legge n.92/2012. da delle diverse legislazioni nazionali, l’uso del congedo dei padri è quello del 17: Direttiva 2010/18/CE che recepisce l’accordo quadro così come varia da un paese all’altro la bonus, dei cosiddetti “Daddy months”, riformato in materia di congedo parentale intervenuto tra le UE e le parti sociali. La Direttiva modifica quella precedente datata 1996. 18: Direttiva 96/34/CE del Consiglio del 3 giugno 1996 concernente l’accordo quadro sul congedo parentale. 19: Vedasi. Escobedo A., Wall K., Parental leave policies, gender equity and family well-being in Europe. A com- parative perspective. 23
Figura 8 Congedo obbligatorio di paternità in alcuni paesi europei Fonte: Escobedo/Wall20 und ILO 2014 © IPL 2015 Durata Paese Previsione Giorni totali … di cui Caratteristiche obbligatori Italia Sì 3 giorni 1 giorno Giorno obbligatorio retribuito al 100%, con ulteriori 2 giorni di congedo in alternativa alla madre, quindi sottraendolo al suo congedo obbligatorio, da usare entro cinque mesi dalla nascita21. Austria No — — Congedo di paternità non previsto dalla legge sebbene gli accordi collettivi possano prevedere alcuni giorni di congedo immedia- tamente dopo la nascita del bambino. Durante questo periodo il padre riceve l’intera retribuzione. Germania No — — Non sono previsti congedi di paternità. Francia Sì 11 giorni 11 giorni Da fruire entro 4 mesi dalla nascita del bambino, con il 100% dello stipendio con un tetto massimo. Il finanziamento grava sulla previdenza sociale coperta in parte dal contributo del lavo- ratore ed in parte dal contributo del datore di lavoro. Belgio Sì 10 giorni 3 giorni Congedo da fruire entro 30 giorni dal parto. Retribuzione dell’82% per i 3 giorni obbligatori (pagati dal datore di lavoro) con un tetto massimo. I giorni facoltativi possono essere presi in forma continuativa o distribuiti e il lavoratore non riceve il salario, ma un benefit erogato attraverso il sistema di previdenza sociale. Portogallo Sì 20 giorni 20 giorni Da fruire durante il primo mese dalla nascita del bambino, con il 100% della retribuzione senza un tetto massimo. 5 dei suddetti giorni devono essere fruiti consecutivamente immediatamente dopo la nascita del bambino. I 10 giorni obbligatori sono incre- mentati di 2 giorni in caso di parto multiplo. Tale incremento si estende anche ai 10 giorni opzionali che il padre può prendere mentre la madre è in congedo iniziale di maternità. Spagna Sì 15 giorni 15 giorni Retribuzione al 100% con un tetto massimo. Grecia Sì 2 giorni 2 giorni Retribuzione al 100%. 20: Escobedo A., Wall K., Parental leave policies, gender equity and family well-being in Europe. A comparative perspective. 21: Inoltre il padre lavoratore ha il diritto di astenersi dal lavoro per la durata del congedo di maternità o per la parte residua che sarebbe spettata alla madre, in caso di morte o di grave infermità della madre o di abbandono, nonché in caso di affidamento esclusivo del bambino al padre. 22: Urzì Brancati/Rocca (2012), Lavoro e figli: una mappa 24 dei congedi, articolo su www.ingenere.it, 05/04/2012
2/4 Le politiche familiari in Italia ed in Europa Il caso emblematico della Svezia: 2 Nel 1974 la Svezia è stato il primo paese a garantire un uguale accesso per uomini e donne ai congedi parentali pagati. Ma pochissimi uomi- ni prevedevano tali congedi, per cui nel 1995 la Svezia ha in- trodotto un “daddy’s month” non trasferi- bile e nel 2002 i mesi sono diventati due, con una retribuzione ovvero concedere un premio ai padri che prendono dei congedi, garantendo tando le donne a conciliare lavoro e vita familiare (Jaumotte, 2003). Per questo pari all’80%. loro mesi supplementari. ci si interroga sui possibili effetti di lun- ghi congedi di maternità, sei sia meglio Anche la flessibilità del congedo (se uti- puntare sulla flessibilità dei congedi lizzabile a part time, in un’unica soluzio- e soprattutto sulla condivisione degli ne o a blocchi ecc.), la quota di retribu- stessi. E’ fondamentale allora compren- zione che si ottiene durante il congedo, dere, empiricamente, quali siano gli ef- così come l’età del bambino entro cui si fetti a medio ma anche a lungo termi- può prendere un congedo, variano mol- ne di congedi più o meno lunghi, più o to a seconda dei paesi considerati. meno flessibili, più o meno condivisi. A livello empirico gli studi sugli effetti Vediamo nella tabella (Figura 9) seguen- dei congedi parentali non sostengono te la situazione in alcuni paesi europei. in maniera univoca una unica ipotesi, anzi spesso giungono a conclusioni op- poste (Urzì Brancati/Rocca 2012)22. 2.2.3 Congedi brevi o congedi lunghi? Congedi di maternità troppo lunghi po- Congedi individuali o condivisi tra i trebbero avere ripercussioni negative genitori? sull’occupazione e sulle carriere fem- minili, sostengono alcuni ricercatori. Il congedo di maternità e il congedo L’obbligo di preservare il posto di lavo- parentale costituiscono un’importante ro in favore della dipendente in mater- forma di sostegno alle famiglie fornita nità potrebbe diventare oneroso per il dalla maggior parte dei governi ai geni- datore di lavoro, se protratto troppo nel tori. Il loro scopo è non solo quello di tempo. Quest’ultimo, infatti, dovrebbe favorire il benessere fisico della madre trovare un sostituto adeguato e al ter- e del bambino, ma anche quello di in- mine del congedo essere obbligato a centivare l’occupazione femminile aiu- reintegrare la madre che nel frattempo 25
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